Carmine Montella
Pietrelcina e la sua terra
Carmine Montella
Pietrelcina e la sua terra
Prefazione autobiografica Carmine Montella Mi chiamo Carmine Montella. Sono nato il 17 novembre 1921, a Pietrelcina (BN). Dopo il conseguimento della maturità classica, la patria mi chiamò al servizio militare. Durò complessivamente cinque anni. Il turbine della guerra mi coinvolse in vicende fortemente drammatiche. In seguito mi laureai in lettere moderne. Ho insegnato discipline umanistiche nella scuola media superiore. Nei licei classico e scientifico, nell’istituto magistrale. Ho scritto su temi di storia e di critica letteraria. Ho compilato antologie per le scuole. Ho svolto attività di relatore culturale per svariate istituzioni, in molteplici circostanze, su una pluralità di argomenti. In qualità di presidente del “Centro studi e ricerche” di Pietrelcina, ho organizzato mostre, promosso incontri, realizzato eventi. Ho collaborato a riviste locali (“Iniziativa” e “Alternativa”). Alla ricerca delle radici storico-antropologiche, ho pubblicato: •
Padre Pio, Pietrelcina, Pietrelcinesi (1987)
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Colloquio sul campanile (1992)
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Ai piedi del gallo (1994-2000)
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Cose nostre (2004)
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Padre Pio Pietrelcinese (2008)
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Pietrelcina com’è-com’era (2011)
Pietrelcina e la sua terra Terra è parola dell’antico dialetto pietrelcinese. Indicava il paese. Ma non solo l’abitato, il Castello, sorto nel medioevo sulla grande roccia, il Morgione. Si riferiva anche al territorio che lo circondava e che aveva con esso svariati rapporti di vita. Quando ero ragazzo (anni venti del novecento) questi rapporti erano ancora solidi e assidui. Gli abitanti del castello, in prevalenza erano contadini. La mattina si recavano in campagna per lavorare, la sera tornavano a casa, per la cena e per il riposo. Al contrario, altri contadini, in prevalenza massari, fittaoli, enfiteuti, con le loro famiglie, collaboratori e dipendenti, vivevano in campagna, in case coloniche. Ma trattenevano col paese intensi e molteplici rapporti; religiosi, amministrativi, sociali, economici, di altro genere. Il catalogo vuole essere un’esplorazione pittorica del territorio pietrelcinese, colto nella varietà panoramica e operativa della sua configurazione. Perciò è strutturato in blocchi, a seconda del soggetto. Si comincia con il Morgione-Castello, per procedere con altri settori dedicati a torrenti e ponti, sentieri e vie, paesaggi campestri, monti dell’orizzonte. Questo catalogo completa la serie di quelli già pubblicati che propongono vedute della realtà pietrelcinese dal punto di vista della storia e dell’attualità. I loro titoli sono “Borgo antico” (Castello), “Ai piedi del gallo” (paese), “Luoghi e oggetti storici” (abitato e periferia), “Fontane storiche” (campagna). Il tipo di pittura da me praticato è l’acquerello. Esso concede possibilità espressive consone alla mia natura creativa. Come originalità di invenzione, libertà di esecuzione, immediatezza, spontaneità, essenzialità, leggerezza. Risposta pittorica alla mia concezione di vita, tendenzialmente volta alla positività, alla serenità, alla gioiosità. Tale concezione di vita mi ha indotto a cercare nella pittura il punto di equilibrio tra realismo e astrattismo. La realtà pietrelcinese è a me cara perché in essa sono nato e cresciuto, e me la porto nella mente e nel cuore. Essa costituisce la base esistenziale, culturale ed emotiva della creazione pittorica. Ma la trascende in un gioco dell’immaginazione che si perde nell’impossibile, nell’inconsapevole, nell’evanescenza.
La mia pittura Origine e senso La mia pittura viene da lontano-dall’infanzia. Lo zio Amodio, fratello di mia madre, era pittore decoratore. Nei primi decenni del Novecento, dipingeva i cieli delle stanze con figure angeliche, nature morte, paesaggi marini e agresti, inseriti in finte architetture. Cercò di sviluppare in me, bambino, la vocazione artistica. Mi faceva assistere alla preparazione ed esecuzione dei dipinti, mi portava con sé sui luoghi di lavoro, sognava di farmi frequentare, lui autodidatta, L’Accademia di Belle Arti. Mi preparava insomma, per un avvenire di pittore. Ma il 16 dicembre 1930, all’età di 41 anni, per una polmonite, muore. La sua fine distrugge i semi della mia disponibilità all’arte pittorica e devia il corso della mia esistenza verso altri orizzonti culturali e professionali. Passano gli anni. Avvicinandosi la terza età, risorge vigorosa, prepotente, la voglia di dipingere. Comincio da zero, anzi, non avendo mai preso in mano una matita o un pennello, da sottozero. L’inizio è l’acquisto all’UPIM di una scatola di pastelli e di un album per ragazzi. Poi in occasione del natale, mio figlio Franco Pio mi fa fare il salto di qualità, regalandomi cavalletto e materiale pittorico pregevole. Nel muovere i primi passi per la via dell’arte, mi è vicino, come amico e come maestro, il pittore Pompeo Vorrasi. Con generosità, con assiduità, con utilità. Gli sono riconoscente e lo ringrazio. Compio un percorso non breve. Tra entusiasmo e sconcerto, tra pause e riprese. Avanti a passi piccoli e incerti, con ferma determinazione, a poco a poco, cresce l’esperienza operativa, cresce la conoscenza teorica, cresce la cultura storica. Gradualmente emerge la mia vera natura di pittore. Mi colloca a metà fra realismo e astrattismo, tra fedeltà alla natura e libertà di invenzione, tra rispetto della forma e ricerca della soggettività. Si profila, così, un marcato orientamento: preferenze per l’acquerello, tecnica suggestiva e imprevedibile, tavolozza dominata da colori caldi e puri, attrazione per i pittori dell’Impressionismo, del Simbolismo, del Fauvismo, dell’Espressionismo. Vorrei esprimere una concezione positiva della vita, una visione coloristica luminosa, una tensione verso immagini di serenità, di gioiosità. Ci sono riuscito? Ad altri la risposta. Carmine Montella
Morgione e Castello
Morgione con chiesa e con case
Morgione al naturale
Castello sul Morgione
Castello sotto il Morgione
Torrenti e ponti
Torrente Montali
Ponte sul torrente Quadrielli
Ponte sul torrente Acquafredda
Ponte sul torrente Quadrielli
Sentiero dell’acquafredda
Sentieri e vie
Sentiero dei Montali
Sentiero Pascone
Via per Fontana Messura
Via per Piana Romana
Sentiero dei Quadrielli
Via del Rosario
Via San Domenico
Carrera di Toppo di Brecce
Paesaggi campestri
Piana Romana
Campo in pianura
Campo Coltivato
Fondovalle del Tammaro
Iazzo di Cardone
Campo in collina
Fondovalle del Tammaro
Toppo di Cardone
Toppo di Brecce
La Torre
Pineta di Toppo di Brecce
La foresta di Toppo dei Colli
Ulivi di Contrada Monte
Monti dell' orizzonte
Taburno
Partenio
Fortore
Dormiente del Sannio