E GHIBELLINI, FAZZI E PELLEGRINO
di Diego Frigino
Nelle ultime settimane si è acuito a Lecce lo “scontro” tra chi afferma che le difficoltà che sta incontrando la squadra e l’impotenza con cui si deve arrendere alla maggior parte delle avversarie della serie A dipendono principalmente da una rosa costruita male in estate e indebolita, o quanto meno non adeguatamente rinforzata a gennaio, e chi invece ritiene che il fatto di essere ancora sopra la linea di galleggiamento (seppur di poco e a fatica) a 5 giornate dalla fine, dimostrerebbe che la rosa è tutto sommato adeguata all’obiettivo iniziale.
Tra circa un mese sapremo chi avrà avuto ragione, ma lo sapremo veramente? Ragionando per paradosso, se Lecce, Empoli e Venezia dovessero perdere tutte e 5 le partite residue, il Lecce si salverebbe con 26 punti. E allora, avrebbero avuto ragione quelli che affermano l’adeguatezza della rosa? Sarebbe comunque adeguata una squadra che si salva mettendo insieme appena 26 punti, o la salvezza sarebbe frutto di carenze altrui? La rosa della Salernitana che si salvò nel 2021/22 con appena 31 punti era dunque meglio costruita della rosa dell’Empoli che nel 2018/19 retrocesse con 38 punti?
Esiste un sistema per cercare di parametrare e calibrare quanto più oggettivamente possibile un obiettivo stagionale alla quota punti necessaria per raggiungerlo?
Per cercare di rendere il più consistente possibile questa analisi e contemporaneamente renderla più omogenea al contesto recente del calcio italiano, abbiamo provato ad analizzare gli esiti delle ultime 15 stagioni, nel tentativo di individuare dei “Target” di riferimento per i vari obiettivi che una squadra di pone ad inizio stagione, in base ai quali chi costruisce la rosa dovrebbe muoversi.
Per esempio la tabella allegata ci dice che se a inizio stagione una squadra intende puntare alla vittoria del campionato, dovrebbe presentarsi ai nastri di partenza con una rosa in grado di realizzare 81 punti (media degli ultimi 15 anni). Quindi, se una squadra che vuol vincere lo scudetto a fine campionato totalizza 81 punti, vuol dire che in linea almeno teorica è stata costruita in modo adeguato all’obiettivo. Poi, fare 81 punti necessariamente garantisce la vittoria finale? Assolutamente no, negli ultimi 15 anni 81 punti sarebbero stati sufficienti in 9 occasioni (60% dei casi). Questo vuol dire che ci sono state ben 6 occasioni in cui anche aver fatto fino in fondo il proprio dovere non è bastato, in quanto qualcuno è riuscito a fare addirittura meglio. D’altra parte è successo anche di poter vincere lo scudetto con meno punti, per esempio 77, 75 o, nel 2014/15, ne sarebbero bastati perfino 71. Ma mai una squadra con meno di 71 punti ha potuto vincere uno scudetto. Questo vuol dire che se a inizio stagione dico di voler lottare per il titolo, ma poi a fine stagione faccio “appena” 70 punti, evidentemente non ho fatto in fase di mercato quello che dovevo per raggiungere il mio obiettivo. Poi può succedere anche che per una serie di coincidenze astrali io vinca lo scudetto ugualmente anche con 70 punti, ma non sarebbe frutto del merito di chi ha operato nel mercato, quanto di fortuita coincidenza e carenza delle concorrenti. Sono le stastistiche e i numeri che dicono questo, non una posizione soggettiva.
Il medesimo ragionamento può essere esteso alla zona Champions League, alle altre competizioni europee ma, ed è in questa direzione il nostro interesse, anche e soprattutto alla lotta salvezza.
Quale dovrebbe essere a inizio stagione l’obiettivo di una società che punta a costruire una squadra che lotti per ottenere la salvezza? I numeri ci dicono che negli ultimi 15 anni, mediamente, occorrono almeno 35 punti per savarsi. In realtà, però, disaggregando il dato ci si rende conto che questa quota è stata efficace in appena 7 occasioni su 15 (meno del 50%). Va un po’ meglio se ci concentriamo sugli ultimi 5 anni, in quanto si scende a 34 punti e si sale al 60% di probabilità di salvezza, ma la sostanza cambia poco: una squadra che fa 34/35 punti ha circa metà possibilità di salvarsi. Quindi ottenere 34/35 punti sarebbe l’obiettivo MINIMO di una società che a inizio stagione dichiara di voler puntare alla salvezza. Vogliamo dare qualche altro parametro di riferimento utile? Una società come la nostra, che nelle ultime due stagioni ha ottenuto sempre 38
punti, al terzo anno consecutivo di A e con gli introiti che sono maggiori rispetto a due anni fa, probabilmente dovrebbe cercare di ripetere i punti del recente passato, anche perché al contrario dei 34/35, con 37/38 punti la probabilità di salvezza si avvicinerebbe al 90%. I numeri ci dicono, inoltre, che mai con meno di 31 punti una squadra si è riuscita a salvare e questo ci permette di individuare dei riferimenti oggettivi in grado di valutare la qualità del nostro mercato e della costruzione di questa rosa indipendentemente da quello che sarà il risultato finale, perché tornando al paradosso iniziale, se il Lecce si salvasse con 26 punti avrebbe si centrato il proprio obiettivo, ma sarebbe altrettanto legittimo affermare che non l’avrebbe fatto per meriti propri o per essersi attrezzato adeguatamente, ma semplicemente perché 3 squadre hanno fatto peggio. Così come potrebbe anche accadere che da ora a fine campionato il Lecce raggiunga quota 36 e retroceda ugualmente, in questo caso non avrebbe raggiunto il proprio obiettivo, ma si potrebbe affermare che tutto sommato la rosa era stata costruita per giocarsela adeguatamente, poi non ce l’ha fatta perché 17 squadre hanno fatto meglio.
Se si vuole uscire una volta per tutte dalla “guerra delle tifoserie”, dalla contrapposizione tra quelli che sono stati definiti “Lecchini” e “Gufi”, se si vuole provare a scardinare i pregiudizi di quelli che non aspettano che un errore per dare un giudizio negativo su Corvino, ma altrettanto l’ostinazione con cui il nostro Direttore fatica a riconoscere di aver sbagliato qualcosa, e soprattutto se si vuole davvero provare a giocarsela tutti uniti fino in fondo, occorre stabilire ora le regole della “contesa”, affinchè se per una miracolosa congiunzione astrale la salvezza dovesse arrivare con 29 punti nessuno si azzardi ad affermare che la società si era mossa adeguatamente per lottare per la salvezza, così come se una retrocessione dovesse maturare pur avendo fatto 36/37 punti nessuno dovrebbe poi insinuare un’inadeguatezza nelle mosse di mercato.
In conclusione, e per ricapitolare, comunque dovesse andare a finire, questi sono i parametri per valutare il mercato giallorosso:
Con meno di 31 punti si è completamente sbagliato tutto il mercato, non si è operato, o si è operato male, per raggiungere l’obiettivo dichiarato.
Con 31-33 punti il mercato è stato fatto poco e male. Alcuni ruoli chiave sono rimasti scoperti e in altri le scelte si sono rivelate sbagliate.
Con 34-36 punti si è fatto il minimo sindacale. Si è dichiarato di volersi salvare, ma non si è fatto fino in fondo tutto quello che sarebbe stato necessario per mettersi al riparo da brutte sorprese. Non si è sbagliato tutto, ma evidentemente, qualche scelta si è rivelata non all’altezza delle aspettative e a gennaio non si è intervenuto adeguatamente.
Con 37-39 punti il mercato è stato fatto bene, si sono monetizzate benissimo le precedenti risorse e, seppur in economia, si è riusciti a rimpiazzarle con nuovi calciatori senza incidere negativamente sulle aspettative finali di classifica.
Oltre i 39 punti si sarebbe fatto un vero miracolo, e sarebbe l’ennesimo di Corvino.
Queste considerazioni, certamente personali ma agganciate a dei parametri oggettivi, unite all’onestà intellettuale di chi le legge, hanno il solo scopo di indurre il critico a prescindere a riconoscere la bontà del lavoro della società anche se dovessimo retrocedere, nel caso in cui dovessimo fare 37/38 punti, così come sarebbe auspicabile da parte della società, di una parte della stampa e della tifoseria, il riconoscere di aver sbagliato qualcosa anche in caso di salvezza, se non dovessimo fare più di 30/31 punti. Ci sono ancora 5 partite e 15 punti a disposizione, quindi da un punto di vista matematico ancora tutto può succedere: tutti uniti verso l’obiettivo, i (reso)conti li faremo alla fine, ma almeno li faremo con cognizione di causa.
AVANTI LECCE!

SCUDETTO

Punti medi per vincerlo negli ultimi 15 anni: 81 (9/15)
Punti minimi per vincerlo negli ultimi 15 anni: 71 (1/15)
Punti che danno certezza assoluta di vittoria negli ultimi 15 anni: 92 (15/15)
Punti medi per vincerlo negli ultimi 5 anni: 80 (3/5)
Punti minimi per vincerlo negli ultimi 5 anni: 75 (1/5)
Punti che danno certezza assoluta di vittoria negli ultimi 5 anni: 85 (5/5)
ZONA CHAMPIONS LEAGUE
Punti medi per accedere negli ultimi 15 anni: 68 (9/15)
Punti minimi per accedere negli ultimi 15 anni: 61 (1/15)
Punti che danno certezza assoluta di accesso negli ultimi 15 anni: 78 (15/15)
Punti medi per accedere negli ultimi 5 anni: 70 (3/5)
Punti minimi per accedere negli ultimi 5 anni: 65 (2/5)
Punti che danno certezza assoluta di accesso negli ultimi 5 anni: 78 (5/5)
Punti medi per accedere negli ultimi 15 anni: 59 (10/15)
Punti minimi per accedere negli ultimi 15 anni: 52 (1/15)
Punti che danno certezza assoluta di accesso negli ultimi 15 anni: 64 (15/15)
Punti medi per accedere negli ultimi 5 anni: 59 (2/5)
Punti minimi per accedere negli ultimi 5 anni: 52 (1/5)
Punti che danno certezza assoluta di accesso negli ultimi 5 anni: 63 (5/5)
ZONA SALVEZZA
Punti medi per salvarsi negli ultimi 15 anni: 35 (7/15)
Punti minimi per salvarsi negli ultimi 15 anni: 31 (1/15)
Punti che danno certezza assoluta di salvezza negli ultimi 15 anni: 39 (15/15)
Punti medi per salvarsi negli ultimi 5 anni: 34 (3/5)
Punti minimi per salvarsi negli ultimi 5 anni: 31 (1/5)
Punti che danno certezza assoluta di salvezza negli ultimi 5 anni: 36 (5/5)