Il Preparatore Galenico - Nr. 2 Giu. 2015

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Il preparatore

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GALENICO Solari News Prodotti solari: un mercato da 400 milioni di euro Legislazione Il Codice dei medicinali Intervista al farmacista Dott. Pasquale Lenza Natura e benessere Aloe



IL PREPARATORE GALENICO | N. 2

Il Preparatore Galenico

Anno I – N. 2 | Giugno 2015

G

Il preparatore galenico è in internet www.ilpreparatoregalenico.it http://www.facebook.com/ilpreparatoregalenico

Editoriale

C’

Hanno collaborato a questo numero:

è una parolina magica che negli ultimi anni ha preso sempre più piede, vintage, ovvero quell’attributo che d’improvviso rende di moda un qualcosa d’altri tempi. Vintage è ad esempio quella maglietta anni ’70, che solo fino a dieci anni fa nessuna adolescente si sarebbe mai sognata di indossare senza un brivido orrido. Eppure... oggi quella stessa maglia diventa ricercata, esibita, proprio perché di moda. L’abbronzatura, a cui dedichiamo questo numero della rivista, può essere anch’essa letta in questa chiave. Fino all’inizio del XX secolo mostrare un viso colorito come una forma di pane d’Altamura era considerato “out”, per dirla con il gergo corrente. Era difatti segno di una professione di basso livello: contadino, manovale ecc. “In” era invece il pallore, la pelle diafana, ben lungi dall’essere considerato sinonimo di precaria salute. Dopo che negli anni ’20 Coco Chanel fece bella mostra della sua tintarella presa in Sardegna, invece, le cose sono cambiate. Pallido iniziava a diventare “out”, colorito “in”. Iniziava così una rivoluzione di cui ancora oggi possiamo vedere gli effetti. L’industria delle creme solari trovò terreno fertile in milioni di “visi pallidi” in cerca di riscatto. Al pari iniziarono a diffondersi rimedi tanto low cost (perché fatti in casa) quanto pericolosi perché spesso senza alcuna valenza medica e con troppe controindicazioni. Non solo. Intere generazioni di poeti e scrittori dovettero rivedere l’immagine cult della loro beneamata: dapprima cerulea come un fantasma, ed ora in cerca di nuove sembianze da ballerina brasiliana di samba. Chissà allora cosa faranno i nostri pronipoti: se ameranno ancora la tintarella oppure se il biancore della pelle diventerà vintage, e dunque nuovamente di moda. E allora sì che saranno problemi. Vedremo forse le spiagge popolarsi solo nelle ore del tardo pomeriggio, dimenticando quella “sindrome della lucertola” che ci fa illudere di recuperare un degno colorito in poche – tremende – ore di esposizione al sole pur di sfoggiare in ufficio un viso degno di Carlo Conti? Chissà...

Dott. Alessandro Basile; Dott. Pasquale Lenza; Dott. Marcello Perricone

Stefano Nicelli

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Direttore responsabile Dr. Stefano Nicelli

Realizzazione e coordinamento editoriale LOGOGEST – Soluzioni di Comunicazione Via Trapani, 2 - 20822 Seveso (MB) Tel. 347.6692528 - www.logogest.it

Coordinamento e supervisione scientifica Dott. Alessandro Basile

Impaginazione Laura De Gennaro

Illustrazioni Marco Bernard

Foto e immagini Per questo numero “2” le foto sono state in parte realizzate in proprio e in parte tratte da Internet. Per queste ultime la redazione resta a disposizione di tutti gli eventuali proprietari dei diritti delle immagini riprodotte nel caso non si fosse riusciti a reperirli per chiedere detta autorizzazione. In caso di cortese segnalazione, si provvederà tempestivamente a porre rimedio a eventuali omissioni e/o errori di riferimenti relativi. In caso di conclamata violazione dei diritti, si provvederà alla pronta rimozione di suddette immagini.

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SOMMARIO | N. 2

Sommario Il Preparatore Galenico

Anno I – N. 2 | Giugno 2015

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Natura e benessere: Aloe vera: miracolo di natura

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News del mese Notizie in primo piano

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Intervista al medico prescrittore: Dott. Marcello Perricone

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Formula del mese: Le preparazioni per l’esposizione al sole

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Sondaggio del mese: Galenica dermatologica: meglio le creme o il gel?

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Angolo tecnico: Le capsule rigide

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Intervista al farmacista preparatore: Dott. Pasquale Lenza

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Appunti di marketing: Come gestire una mailing list clienti

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Legislazione: Il Codice dei medicinali

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Eventi e corsi

Card Newphargam 3


NEWS | NOTIZIE IN PRIMO PIANO

Prodotti solari: un mercato da 400 milioni di euro

A tanto ammontava nel 2012 la spesa in Italia per concedersi una tintarella in tutta sicurezza. Nel mondo del giornalismo esistono dei veri e propri tormentoni stagionali, ovvero argomenti che si ripetono e producono servizi, articoli e interviste che diventano, anno dopo anno, dei veri e propri cloni di se stessi. Il freddo in inverno (come se non fosse la stagione deputata...); il caldo in estate; i chili di troppo dopo l’Epifania, ecc. La tintarella rientra sicuramente

tra questi. A partire da fine maggio, ogni TG, ogni rotocalco, ogni sorta di prodotto editoriale ci parla di come abbronzarci senza rischi, rendendo familiari termini di per sé difficili come ad esempio fototipo, raggi UVA e UVB, o resi anche commerciali come fattore di protezione. Per contro, sul social network, abbondano i consigli della nonna: rimedi fat-

Solari e pigmentanti: quanti ne consumiamo in Italia Secondo il Rapporto annuale Industria e consumi cosmetici in Italia nel 2012, stilato dalla Associazione italiana delle imprese cosmetiche (Unipro), in Italia sono stati venduti prodotti solari e pigmentanti per un valore complessivo pari a 393,4 milioni di euro. Di questi 139,6 milioni sono stati spesi in farmacia (+ 4,2% rispetto al 2011), 70,1 milioni in profumeria (- 3,7%) e 183,6 milioni presso la grande distribuzione organizzata (Gdo) e altri canali (+ 2,0%).

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ti in casa (vedi olio d’oliva, birra, mangiare carote ecc.) che talvolta possono creare rischi per la salute addirittura mortali. Il consumatore si trova dunque schiacciato come in un’incudine tra un’informazione trita e ritrita, l’intervista


NOTIZIE IN PRIMO PIANO | NEWS

Fattori di protezione: cosa dice l’Europa Ogni prodotto solare indica sulla confezione un fattore di protezione solare. Ma cos’è di preciso? La Commissione Europea, in una Raccomandazione del 20062, la definisce come “il rapporto fra la dose minima eritemica sulla pelle protetta da un prodotto per la protezione solare e la dose minima eritemica sulla stessa pelle non protetta”. Di quell’anno è anche l’introduzione dell’International Sun Protection Factor Test (metodo internazionale di prova del fattore di protezione solare) aggiornato dall’industria europea, giapponese, statunitense e sudafricana. Nella sua Raccomandazione, la Commissione Europea stila in modo chiaro qual è la gamma di fattori di protezione solare per ogni categoria. Eccola in sintesi: Protezione bassa Fattore di protezione indicato sull’etichetta: 6 - 10 Grado minimo di protezione garantito: 6 > 6-9,9; 10 > 10-14,9 Protezione media Fattore di protezione indicato sull’etichetta: 15 – 20 - 25 Grado minimo di protezione garantito: 15 > 15-19,9; 20 > 2024,9; 25 > 25-29,9 Protezione alta Fattore di protezione indicato sull’etichetta: 30 – 50 Grado minimo di protezione garantito: 30 > 30-49,9; 50 > 50-59,9 Protezione molto alta Fattore di protezione indicato sull’etichetta: 50 + Grado minimo di protezione garantito: 50 > 60 ≤ 2

Racc. 22 settembre 2006, n. 2006/647/CE

al dermatologo di turno, e una sorta di “bricolage della salute” che mira ad un doppio effetto: potenziare gli effetti del sole e ridurre la spesa per i prodotti specifici che si trovano in farmacia, erboristeria, ma soprattutto nei grandi supermercati.

I dati parlano chiaro I dati statistici parlano d’altra parte chiaro: su quasi 400 milioni di euro, che è la spesa totale per prodotti solari e pigmentanti nel 2012 (vedi box dedicato), quasi 184 milioni sono stati spesi nella Grande distribuzione organizzata. Il supermercato vicino a casa, tanto per essere chiari. Quasi 140 milioni in farmacia. Solo 70 milioni in erboristeria. Cosa vuol dire? Che la maggior parte di noi decide di fare una scelta autonoma: mentre compra latte, pane e biscot-

ti, decide di acquistare anche la crema che ci renderà la pelle dorata come una mulatta. Senza alcun filtro che non sia l’informazione letta sull’etichetta, o, il più delle volte, il passaparola, l’abitudine (“mi trovo bene con tal prodotto”), l’autorità della marca e infine il rapporto qualità-prezzo. Chi compra in farmacia, invece, si presume che abbia un approccio diverso. Considera il prodotto solare non tanto un cosmetico (e come tale acquistabile ovunque) bensì un qualcosa di più, tale da richiedere il parere professionale di un medico farmacista. Indubbiamente, poi, c’è anche un fattore psicologico: un prodotto acquistato in farmacia di per sé (a ragione o torto) acquisisce una valenza e un’affidabilità superiore a quello che trova vicino alle casse del supermercato.

Chi infine compra in erboristeria (la minoranza in ogni caso), con tutta probabilità cerca una soluzione il più possibile naturale, spesso dimenticando che certi principi attivi naturali possono essere pericolosi al pari di quelli di sintesi.

Ma che confusione! A fronte di un mercato così goloso per l’industria, la confusione (se non proprio l’inganno) è dietro l’angolo per chi è poco informato. Citiamo a questo proposito un intervento duro ma significativo di Markos Kyprianou, Commissario europeo responsabile per la salute e la protezione dei cittadini-consumatori: “I consumatori devono essere messi al corrente del fatto che non esiste un prodotto per la protezione solare che fornisca il 100% 5


NEWS | NOTIZIE IN PRIMO PIANO

Abbronzatura? Era roba da poveri “Mi farò una lampada”. È una frase, questa, che solo fino a pochi anni fa non avrebbe avuto alcun senso. Non solo perché non erano così diffusi i centri per l’abbronzatura artificiale – così comodi quando si vuole evitare quel pallore tipico di un’estate ormai lontana – ma anche perché il binomio abbronzatura = aspetto sano e piacevole è di fatto un’invenzione degli ultimi due secoli. Per intere generazioni il pallore della pelle è stato sinonino di aristocraticità, grazie a un semplice dato di fatto: chi poteva permettersi il lusso di non lavorare non era costretto a stare all’aria aperta e quindi ad abbronzarsi; chi invece doveva lavorare – e parliamo nella stragrande maggioranza dei casi di contadini o altri mestieri duri – necessariamente si cuoceva al sole.

La storia ci ricorda ad esempio che già al tempo dei Romani le donne patrizie, dunque benestanti, erano solite proteggersi dal sole con degli ombrellini. Il nome stesso ombrello, da ombra, indica chiaramente la funzione primaria di questo oggetto: proteggere dal sole, fare ombra. Nel XVI secolo Guido Reni dipinge una lotta di classe tra degli amorini abbronzati, che rappresentavano i plebei, e degli amorini pallidi, indicanti la classe abbiente. Ancora nel XVII secolo esibire la pelle anche solo leggermente abbronzata non era considerato un fattore di bellezza, mentre averla chiara appariva quale elemento distintivo, di prestigio e valore. Al chiarore tipico della pelle dei ricchi, ma anche delle donne amate da poeti e scrittori, si aggiungono nel tempo aggettivi come diafano, ceruleo, senza dimenticare poi il fascino proprio del pallore di Malombra, la protagonista dell’omonimo romanzo di Antonio Fogazzaro (1842-1911).

di protezione nei confronti dei raggi UV pericolosi. Ci sono seri rischi, come quello del cancro della pelle, causati da una protezione insufficiente dai raggi solari. I cittadini europei devono essere informati in modo completo su quanto i prodotti per la protezione solare possono o non possono fare per loro ”. A peggiorare la situazione c’è poi un’abitudine mentale dura a morire. Oggi come oggi che il concetto di vacanza 6

Una svolta di fatto copernicana avvenne nel XX secolo. Nel 1903 il medico Niels Ryben Finsen ottenne il premio Nobel per aver scoperto che la fototerapia, ovvero la terapia basata sull’uso della luce, era in grado di curare le malattie infettive. Tra queste il lupus e rachitismo, causate dalla mancanza di vitamina D che non veniva assorbita dal corpo delle persone proprio per la mancanza di esposizione al sole. Era solo l’inizio. La società tra XIX e XX secolo stava cambiando. L’industrializzazione crescente toglieva sempre di più persone dai campi, e quindi... dal sole. Il colorito della pelle non era dunque sinonimo solo di appartenenza alle classi povere. Anzi, sempre più medici raccomandarono un’adeguata esposizione al sole, per curare diverse patologie e fastidi. E chi poteva permettersi di godere di queste pause forzate se non proprio chi era benestante? Il colpo di grazia a questo concetto arcaico venne però dalla società. Nel 1923 la stilista Coco Chanel mostrò con orgoglio il suo colorito bronzeo, frutto di una vacanza in Costa Smeralda. Inutile dire che quella tintarella fece tendenza, spingendo molte clienti di Madame Chanel ad emularla. “Un altro significativo passo avanti nella storia dell’abbronzatura”, si legge nel sito http://giulianoguzzo.com1, “avvenne nel 1935, quando in Europa fece la sua comparsa un olio contro i raggi UV. Successivamente, a partire anni Quaranta e Cinquanta, la tendenza ‘inventata’ da Coco Chanel trovò dei formidabili testimonial negli attori e nelle star di Hollywood, con l’esplosione poi dei film a colori e le dive abbronzate, incentivando quello che di lì a poco sarebbe effettivamente divenuto (...) uno status symbol di massa e quindi, finalmente, non più esclusivo solamente di alcuni ambienti elitari. Da dorata e tipicamente femminile l’abbronzatura subì due ulteriori mutamenti, in particolare fra gli anni Ottanta e Novanta, divenendo pienamente condivisa, come tendenza, anche dal pubblico maschile ed essendo sfoggiata anche in versioni più spinte (...) confermando una vecchia battuta di Dino Risi (19162008), che una volta disse: Mi piace l’estate, quando le ragazze vanno per la strada in sottoveste, quando le bruttine diventano carine e le carine diventano belle, i ministri e i sottosegretari sono abbronzati, le annunciatrici e gli annunciatori in televisione hanno cambiato faccia”. http://giulianoguzzo.com/2014/07/24/breve-storiadellabbronzatura/ 1

si è ridotto ad un “mordi e fuggi” calcolato perlopiù in week-end, l’esigenza di avere comunque una prova tangibile che in vacanza si è andati – la tintarella appunto, da sfoggiare in ufficio – porta molti ad accelerare i tempi. E per farlo si abbandona ogni pur ragionevole prudenza: si acquistano abbronzanti invece che protezioni solari; si cerca un fattore di protezione basso e inadatto, perché “se no chi si abbronza piu?”; ci si espo-

ne per ore come lucertole, impedendo a intere zone di corpo rimaste per mesi sotto i maglioni ad una tempesta di raggi solari tale da causarne inevitabilmente l’eritema se non proprio l’ustione anche grave. Ecco allora che, a parte i tormentoni estivi, il consiglio professionale, spassionato ed autoritario del medico farmacista deve restare, ma anche farsi più forte. Perché... ne vale la pelle!


LE PREPARAZIONI PER L’ESPOSIZIONE AL SOLE | FORMULA DEL MESE

Le preparazioni per l’esposizione al sole Prodotti che accompagnano l’uomo da millenni

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e preparazioni per difendersi da un’eccessiva esposizione al sole sono note da millenni. Basti pensare, ad esempio, che già al tempo del faraone Thutmose I (XV sec. a.C.) nell’antico Egitto gli operai (sì, perché di questo si trattava, non di chiavi, come la storiografia moderna ha appurato) addetti alla costruzione della sua tomba sotterranea ricevevano oltre a razioni di pesce e verdura, e legna da ardere, anche dell’olio per il corpo per poter lavorare sotto il sole, nel caldo e tra la polvere.

pelle umana, al fine esclusivo o principale di proteggerla dai raggi UV assorbendoli, disperdendoli o mediante rifrazione”.

Diamo delle definizioni

Tali prodotti contengono dei filtri solari che possono offrire una barriera chimica o fisica ai raggi UV. I filtri chimici (salicilati, cinnamati, oxybenzone, octylcrylene e altri), sono in grado di assorbire queste radiazioni proprio grazie alla loro struttura. Esistono oggi alcuni filtri chimici in grado di offrire una protezione molto elevata, e tale da dare una copertura completa dello spettro ultravioletto (UVB, UVA corti e UVA lunghi). Gli schermi fisici, tra cui il biossido di titanio e l’ossido di zinco, sono invece sostanze minerali inerti e dal forte potere coprente, in grado di riflettere fisicamente la luce del sole.

Per prodotto solare la Commissione Europea1 intende “qualsiasi preparato (quale crema, olio, gel, spray) destinato ad essere posto in contatto con la

1Raccomandazione.

Oggi sono un prodotto cosmetico capace (nel 2012) di generare un fatturato pari a circa 400 milioni di euro. Vediamoli più da vicino.

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E tu di che fototipo sei? Grazie agli studi del dermatologo americano Thomas B. Fitzpatrick (vedi box a parte) e in particolare alla Scala Fitzpatrick di fototipi della pelle, ideata nel 1975, oggi ognuno di noi può scegliere il grado di protezione della crema solare più adatta al suo tipo di pelle. La scala prende in considerazione il colore dei capelli e quello della carnagione. Vediamoli uno per uno.

In genere, poi un prodotto solare prevede l’aggiunta di eccipienti, che conferiscono al prodotto: un profumo gradevole, consistenza, resistenza all’acqua e alla sudorazione, facilità di applicazione, rapidità di assorbimento, permanenza del prodotto sulla pelle ecc.

Tipologie di formulazioni Tra i prodotti solari possiamo trovare2:

Fototipo 1 - Capelli rossi o biondi, carnagione molto chiara, lattea, con lentiggini, occhi chiari, tendenza elevata alle scottature, nessuna possibilità di abbronzarsi. Sconsigliata l’esposizione al sole dalle ore 11 alle ore 15. Protezione da usare: molto alta. Fototipo 2 - Capelli biondi, carnagione chiara, lentiggini, tendenza alle scottature, abbronzatura tenue, quasi nulla. Sconsigliata l’esposizione al sole dalle ore 11 alle ore 15. Protezione da usare: alta o molto alta. Fototipo 3 - Capelli da biondi a castani, carnagione chiara, occhi chiari o marroni, possibili scottature, abbronzatura moderata. Protezione da usare: media o alta. Fototipo 4 - Capelli bruni, carnagione abbastanza scura, occhi scuri o neri, improbabili scottature, abbronzatura veloce e duratura. Protezione da usare: media. Fototipo 5 - Capelli neri, carnagione scura, occhi neri, rare scottature. Protezione da usare: media. Fototipo 6 - Capelli neri, carnagione bruna, occhi neri, più che rare le scottature. Protezione da usare: bassa o media. Accessori consigliati per tutti: cappello e occhiali con filtro anti UV. Attenzione: dopo lunghi periodi di assenza dal sole è comunque possibile ustionarsi senza un’adeguata protezione. 8

OLI SOLARI: Permettono un’ottima dispersione dei filtri solari (quasi tutti liposolubili) e non richiedono la presenza di conservanti. Non garantiscono tuttavia elevate protezioni per la loro estrema spalmabilità e la formazione di un film trasparente, idroresistente, ma sottile. Sono idonei per i fototipi più scuri o per chi è già abbronzato. STICK, LIPOGEL O GEL ANIDRI: Sono simili agli oli, ma hanno forma solida, spesso ricchi di vaselina o di oli minerali; la loro applicazione è limitata a zone cutanee ristrette perché possono risultare appiccicosi e untuosi. Gli stick sono indicati per piccole aree sensibili, quali il viso, per coprire le iperpigmentazioni solari già esistenti ed evitarne il peggioramento o per proteggere cicatrici chirurgiche e recenti. IDROGEL: Si tratta di gelatine a base acquosa, o meglio idroalcolica (con alcol etilico). Determinano un’immediata sensazione di freschezza. Tuttavia, formano un film trasparente, non abbastanza

2Fonte:

www.my-personaltrainer.it


LE PREPARAZIONI PER L’ESPOSIZIONE AL SOLE | FORMULA DEL MESE

omogeneo e garantiscono bassa protezione. Inoltre, la presenza di alcol è da sconsigliare a bambini, a chi ha un tipo di pelle sensibile, pelle arida o senescente. EMULSIONI O/W-W/O (Oil in water-Water in oil): Sono sistemi bifasici che contengono sia una fase acquosa che una componente lipofila (sostanze grasse come oli, cere, ecc.). Questo permette di utilizzare una elevata quantità di sostanze protettive, sia fisiche che chimiche, di modulare la formazione di un film (spessore protettivo) sulla superficie cutanea, di garantire la resistenza alla rimozione da lavaggio e al sudore. Per la loro maggior resistenza, sono da preferire le emulsioni a fase continua lipofila (acqua in olio) o le recenti acqua in silicone, a elevata gradevolezza applicativa. Le più diffuse e leggere emulsioni a fase continua acquosa (olio in acqua) sono gradevoli, ma resistono meno a bagni e sudore e richiedono la presenza di maggiori quantità di conservanti per evitare contaminazioni microbiche. Da consigliare a chi desidera una forte funzionalità cosmetica, le emulsioni uniscono alla protezione solare numerose funzionalità, tra cui: idratazione, protezione dai radicali liberi, azione antirughe e molte altre. Da evitare le microemulsioni (all’aspetto trasparenti) per la loro elevata capacità di assorbimento cutaneo.

Chi era Thomas B. Fitzpatrick Il padre della scala dei fototipi, Thomas B. Fitzpatrick, è nato a Madison, Wisconsin (Usa), il 19 dicembre 1919. Si è laureato in medicina presso l’Harvard Medical School, dove si è interessato soprattutto alla nuova specialità di dermatologia. Dopo uno stage presso il Boston City Hospital, è andato all’Università del Minnesota per un dottorato di ricerca in patologia. Dopo due anni al centro medico dell’esercito durante la seconda guerra mondiale, si è specializzato in dermatologia clinica presso l’Università del Michigan e la Mayo Clinic. All’età di 32 anni, fresco di formazione, è diventato professore e preside della facoltà di Dermatologia presso l’Università dell’Oregon. Dal 1959 al 1987 è stato Direttore del Dipartimento di Dermatologia presso l’Harvard Medical School e direttore del Massachusetts General Hospital Dermatology Service. Di lui si parla come del padre della moderna dermatologia accademica e come il dermatologo più influente degli ultimi 100 anni, anche perché è stato il docente di molti futuri professionisti del settore. Il gruppo di studio di Fitzpatrick ha anche prodotto il primo studio sistematico sui primi segni premonitori del melanoma. Nel 1975 ha ideato la Scala Fitzpatrick di fototipi della pelle. Ha lavorato con altri ricercatori e con l’industria per sviluppare e testare alcuni dei primi filtri solari moderni. È stato uno sviluppatore della terapia PUVA3 per il trattamento della psoriasi e altri disturbi della pelle. Ha creato e curato la prima grande opera di consultazione clinica nel campo della dermatologia. Il suo hobby era quello di raccogliere citazioni, tanto da pubblicarli in una rubrica sul Boston Globe chiamato “Riflessione per la Giornata”, in collaborazione con la moglie Beatrice Devaney Fitzpatrick. Ha avuto cinque figli. È morto il 16 novembre 2003 nella sua casa di Lexington, Massachusetts4. 3Acronimo

PASTE E CREME DENSE: Indicate per i bambini, sono ottime le emulsioni ipoidriche (acqua in olio) a base prevalente di sostanze protettive di tipo fisico, con azione cutanea di superficie. Sono povere di conservanti e additivi, senza profumo e rigorosamente controllate sotto il profilo della fotostabilità.

di psoraleni e UV-A, è una terapia basata sull’impiego della luce (in particolare della sua componente UV, ossia radiazione ultravioletta) applicata ad alcune malattie dermatologiche. 4Fonte: Wikipedia

ACQUE SOLARI: Sono liquidi in spray rinfrescanti e profumati, a basso o bassissimo livello di protezione solare. Contengono miscele di acqua, filtri chimici, essenze profumate e alcol. Da evitare in presenza di pelle chiara o sensibile.

Preparazioni galeniche Proponiamo qui di seguito tre preparazioni.

Crema solare alla stearina acqua depurata .lt - parti 71.55; acido stearico fu - parti 6; cera bianca d’api fu - parti 2; colonia essenza - parti 0.3; ottildimetilpaba - parti 5; glicole propilenico fu - parti 5; metile p-ossibenzoato fu - parti 0.15; paraffina liquida fu - parti 7; trietanolammina 85% fu - parti 3. 9


FORMULA DEL MESE | LE PREPARAZIONI PER L’E-

Protezione solare: il glossario europeo Nel settembre 2006 la Commissione Europea ha emanato una Raccomandazione sull’efficacia dei prodotti per la protezione solare e sulle relative indicazioni5 in cui, tra l’altro, fornisce delle definizioni ufficiali tutela del cittadino-consumatore. Ecco le più significative:

Raggi UVA: “radiazione solare nello spettro 320- 400 nm”.

Prodotto per la protezione solare: “qualsiasi preparato (quale crema, olio, gel, spray) destinato a essere posto in contatto con la pelle umana, al fine esclusivo o principale di proteggerla dai raggi UV assorbendoli, disperdendoli o mediante rifrazione”.

Dose minima eritemica: “la quantità di energia necessaria perché si produca una reazione eritemica”.

Indicazione: “qualsiasi dichiarazione sulle caratteristiche di un prodotto per la protezione solare in forma di diciture, denominazioni, marchi, immagini o altri segni, figurativi o non, utilizzati in sede di etichettatura, presentazione alla vendita e pubblicità dei prodotti per la protezione solare”. Raggi UVB: “radiazione solare nello spettro 290- 320 nm [nanometri, cioè un miliardesimo di metro, ndr]”.

Lunghezza d’onda critica: “la lunghezza d’onda per cui la sezione sotto la curva di densità ottica integrata che inizia a 290 nm è pari al 90% della sezione integrata fra 290 e 400 nm”.

Fattore di protezione solare: “il rapporto fra la dose minima eritemica sulla pelle protetta da un prodotto per la protezione solare e la dose minima eritemica sulla stessa pelle non protetta”. Fattore di protezione UVA: “il rapporto fra la dose minima UVA necessaria per indurre una pigmentazione persistente della pelle protetta da un prodotto per la protezione solare e la dose minima UVA necessaria per indurre la pigmentazione minima sulla stessa pelle non protetta”. 5Cit.

Crema solare ad alta protezione acqua depurata fu - parti 59.55; alcool cetilstearilico - parti 2; colonia essenza - parti 0.3; ottildimetilpaba - parti 10; glicerolo fu - parti 5; metile p-ossibenzoato fu - parti 0.15; paraffina liquida fu - parti 10; titanio biossido fu - parti 10; cetostearil - 1000 - parti 3.

Crema solare a protezione media acqua depurata fu - parti 54.55; alcool cetilstearilico - parti 2; colonia essenza - parti 0.4; ottildimetilpaba - parti 5; glicerolo fu - parti 3; metile p-ossibenzoato fu - parti 0.15; miristato isopropile - parti 15; paraffina liquida fu - parti 17; cetostearil - 1000 - parti 3 10


DOTT. PASQUALE LENZA - COSMETOLOGO E PREPARATORE | INTERVISTA AL FARMACISTA

Dott. Pasquale Lenza Cosmetologo e preparatore

Proseguo la tradizione iniziata da mio bisnonno a metà ’800 Scheda biografica Pasquale Lenza si laurea in Farmacia a Napoli, nel 1986, e prosegue la tradizione familiare, iniziata a metà ‘800 dal bisnonno speziale, coltivando la passione per le personalizzazioni galeniche del farmaco. Dal 1987 al 2001 diventa il più stretto collaboratore del Prof. Gianni Proserpio. Quest’ultimo, ritenuto il più importante cosmetologo al mondo, lo porta con sé in giro per i vari paesi delle cui industrie è consulente. Con lui, il Dott. Lenza formula nel 1999 parte della linea Platinum di Helena Rubinstein Usa e continua a formulare cosmetici per diverse industrie in giro per il mondo. Dal 1999 al 2001 insegna presso l’Università di Siena alla specializzazione in Cosmetologia, con il Prof. Proserpio e, alla morte di quest’ultimo, gli viene chiesto di prenderne il prestigioso incarico presso l’ateneo. Dal 2002 al 2013 insegna Galenica e Neo galenica (materia che scomparso il Proserpio nessun altro insegna) presso l’Università degli Studi di Salerno e per i primi due anni, anche “Formulazione e Chimica dei prodotti cosmetici”. Il laboratorio della Farmacia Ferrara di Salerno negli ultimi anni è diventato un vero e proprio riferimento per i colleghi farmacisti e per la sempre maggiore clientela che accede alle preparazioni galeniche e cosmetiche.

Q

uando si dice destino... La storia del Dott. Pasquale Lenza, titolare della Farmacia Dr. Ester Ferrara S.n.c. a Salerno ne è un caso emblematico. Non solo ha proseguito l’attività di speziale iniziata dal bisnonno quasi due secoli fa, ma la sua particolare indole lo ha spinto verso questa professione. La stessa, come racconta in quest’intervista, che altrimenti lo avrebbe spinto a diventare un medico. Il Preparatore Galenico lo ha raggiunto nella città dove lavora. Dott. Lenza, qual è in breve la storia della farmacia dove opera? “La farmacia è una ‘tradizione familiare’. Apparteneva al mio bisnonno che, già a metà ‘800, faceva lo speziale”. Le preparazioni galeniche rimandano ad una professionalità del farmacista che sembra quasi d’altri tempi. Insomma quasi più da “artigiano” che da “manager”. Lo vede come una sorta di cambiamento di rotta? “Affatto! La vedo come un riappropriarsi di una tradizione che manifesta una professionalità ormai, spesso, scomparsa. Anzi! Nei miei corsi all’università, spingo i ragazzi a dedicarsi alla Galenica ed alla Neo-Galenica, ovvero utilizzando le più recenti tecniche di operatività per l’allestimento di farmaci sempre più efficaci e personalizzati”. A proposito dei suoi studenti, le è mai capitato di cogliere in qualcuno di loro quella che scherzosamente chiamerei “sindrome 11


INTERVISTA AL FARMACISTA | DOTT. PASQUALE LENZA - COSMETOLOGO E PREPARATORE

“Molti medici hanno a che ridire sulla mia politica ma ritengo che la professionalità e l’onestà non debbano necessariamente soggiacere alla regola meglio la gallina oggi…”

a coniugare l’ovvia esigenza di reddito con un’educazione sempre più necessaria al consumo responsabile? “Verissimo! Il consumo del farmaco fai da te è oggi molto sotteso e poco percepito dall’opinione pubblica. Si prende a modello l’America dimenticando che, in quel Paese, è vero che si può approvvigionarsi di farmaci anche al supermercato, ma è anche vero che l’onere della salute non ricade, poi, sulla comunità. Le assicurazioni negli Stati Uniti pagano per la salvaguardia della salute solo dietro adeguati e salati compensi. L’esigenza di reddito cozza solo apparentemente con questo discorso. La fidelizzazione di un cliente che risolve il proprio problema grazie ad una preparazione ‘ad hoc’ e ad un prezzo molto spesso inferiore a quello di una cura fatta con farmaci già confezionati, porta infatti un guadagno – nel tempo – soddisfacente e duraturo”. I suoi clienti si lasciano consigliare rinunciando magari ad un farmaco inutile oppure prevale l’autorevolezza magari di un medico, diciamo così, “dalla ricetta facile”? “I miei clienti si lasciano SEMPRE consigliare soprattutto quando non vendo un farmaco o, meglio, un integratore o un cosmetico messo a bella posta nella prescrizione per far cassetto all’industria di turno. Certo questo non mi mette di buon occhio rispetto a molti medici che, ovviamente, hanno a che ridire sulla mia politica, ma ritengo che la professionalità e l’onestà non debbano necessariamente soggiacere alla regola meglio la gallina oggi…”.

di Frankenstein”, cioè la sensazione di poter essere un architetto onnipotente dell’uomo, manipolando la natura e ciò che offre? “Beh, capita sempre a chi si accinge a ‘creare’ un prodotto - fosse un cosmetico o un farmaco - di sentirsi creatore di un qualcosa. Ma io ricordo sempre a tutti i miei ragazzi che la sperimentazione non la si fa a spese del prossimo….. Meglio attenersi alle GMP [Good manufacturing practices, Norme di buona preparazione, ndr] ed alle norme previste in Farmacopea”. Oggi, si sa, il consumo di farmaci è spesso eccessivo, dettato molto da un “fai da te” a volte pericoloso. Come farmacista come riesce 12

“Ai miei studenti ricordo sempre che la sperimentazione non si fa a spese del prossimo” Quali sono le patologie o i disturbi per i quali i vostri pazienti richiedono preparazioni galeniche magistrali? “In genere sono patologie a carico dell’epidermide o, ultimamente sempre di più, per la perdita di peso ponderale”. Con i medici prescrittori riesce ad avere un rapporto di collaborazione attivo?


DOTT. PASQUALE LENZA - COSMETOLOGO E PREPARATORE | INTERVISTA AL FARMACISTA

Contatti Farmacia Dr. Ester Ferrara S.n.c. Di P. E V. Lenza Corso Vittorio Emanuele, 28 84123 Salerno (SA) Tel. 089 225080

“Non con tutti ma con la maggior parte sì. Giusto qualcuno non accetta il consiglio di una preparazione dagli eccipienti più moderni e che seguano le regole della Neo-Galenica. Questo è d’altronde comprensibile! Non tutti i medici capiscono l’importanza di un veicolo o di una corretta mescolatura dei principi attivi al fine di garantire una penetrazione massimale nell’individuo”.

“Se non avessi fatto il farmacista avrei fatto il medico, per non snaturare la mia inclinazione” Concludiamo. Se non avesse fatto il farmacista il Dott. Lenza che strada avrebbe probabilmente intrapreso... “Credo fermamente che avrei fatto il medico. È un approccio diverso con il paziente ma non avrebbe snaturato la mia inclinazione…”.

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APPUNTI DI MARKETING | MAILING LIST

Come gestire una mailing list clienti È uno strumento utile ma occhio alle regole

U

na delle forme più frequenti di marketing, a basso costo e con un buon potenziale di successo, è il cosiddetto E-mail marketing, ovvero l’invio di informazioni perlopiù di carattere commerciale ad una propria lista di indirizzi mail di clienti potenziali o già acquisiti. Si tratta di uno strumento facilmente accessibile a chiunque, ad esempio il titolare di una farmacia che voglia far conoscere l’arrivo di nuovi prodotti oppure l’avvio di particolari promozioni, che tuttavia va usato con cautela. Il rischio è quello di contravvenire a quanto previsto dal Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 Codice in materia di protezione dei dati personali.

La mail è un dato personale Per comprendere i termini della questione è fondamentale spiegare cosa si intende per dato personale. Il Decreto 196/2003 all’art. 4 lo definisce come “qualunque informazione relativa a persona fisica, identificata o identificabile, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale”. “Tutti i codici identificativi”, specificano Nazzareno Gorni e Marco Maglio nel volume E-mail marketing1 “sia quelli ricavati da dati anagrafici (ad esempio, il codice fiscale), sia i codici univoci attribuiti a una persona in base a criteri predefiniti (per esempio, i codici cliente) sono dati personali. Dato personale è quindi qualsiasi informazione riferita (o anche semplicemente riferibile tramite un codice) a una persona (...)”. 1Cfr.

Nazzareno Gorni - Marco Maglio, E-mail marketing, Il Sole 24 Ore – Hoepli, 2011 2Attenzione: le mail di tipo promozionale-commerciale sono regolate anche dall’art. 8 del Decreto Legislativo 9 aprile 2003, n. 70 che recita: “(...) le comunicazioni commerciali 14

Attenzione, dunque, la mail è considerata un dato personale e come tale va trattata secondo quanto previsto dal Codice in materia di protezione dei dati personali. Cosa vuol dire? Il Garante della Privacy in più occasioni è stato chiaro in questo senso: l’invio di una mail a scopo commerciale2 dev’essere autorizzata preventivamente dal ricevente. Il fatto che gli indirizzi mail possano essere facilmente reperiti sul web (es. da Facebook, siti personali, o da mailing list esistenti) non ci permette di inviare messaggi “a raffica”. Il ricevente può infatti chiedere al mittente spiegazioni su come ha ottenuto il suo indirizzo e chiederne l’immediata cancellazione. Se non la ottiene, può fare ricorso al Garante della Privacy che interviene per legge.

Come si può procedere È fondamentale chiedere il consenso dell’interessato all’invio delle mail. Questo può essere fatto facendo firmare al cliente un modulo in cui accetta espressamente il trattamento dei suo dati personali ai sensi della legge 675/96 e successive modifiche. In alternativa si può inviare al cliente una mail – assolutamente non promozionale di nulla (non facciamo i furbi...) – in cui si chiede il consenso a ricevere informazioni di tipo commerciale. Se il cliente accetta, tutto bene. Se non accetta o non risponde, quell’indirizzo non può essere usato a tale scopo.

che costituiscono un servizio della società dell’informazione o ne sono parte integrante, devono contenere, sin dal primo invio, in modo chiaro ed inequivocabile, una specifica informativa, diretta ad evidenziare: a) che si tratta di comunicazione commerciale; b) la persona fisica o giuri

dica per conto della quale è effettuata la comunicazione commerciale; c) che si tratta di un’offerta promozionale come sconti, premi, o omaggi e le relative condizioni di accesso; d) che si tratta di concorsi o giochi promozionali, se consentiti, e le relative condizioni di partecipazione”.


IL CODICE DEI MEDICINALI | LEGISLAZIONE

Il Codice dei medicinali Analisi del Dgl 24 aprile 2006 n. 219

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l Decreto Legislativo 24 aprile 2006 n. 219 (Attuazione della direttiva 2001/83/CE, e successive direttive di modifica, relativa ad un codice comunitario concernente i medicinali per uso umano, nonché della direttiva 2003/94/ CE) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 142 del 21.6.2006 Suppl. Ordinario n.153 – noto anche come il Codice dei medicinali - ha rappresentato una vera rivoluzione anche per le aziende produttrici di integratori alimentari. Vediamo il perché.

Campo di applicazione L’art. 2 Titolo II specifica che tale Decreto “si applica ai medicinali per uso umano, preparati industrialmente o nella cui produzione interviene un processo industriale, destinati ad essere immessi in commercio sul territorio nazionale”. In particolare il Titolo IV regola “i medicinali destinati esclusivamente all’esportazione e i prodotti intermedi, ivi compresi formulati intermedi, sfusi di prodotti medicinali e prodotti medicinali parzialmente confezionati”. 15


LEGISLAZIONE | IL CODICE DEI MEDICINALI

Non si applica invece, tra gli altri, “ai medicinali preparati in farmacia in base ad una prescrizione medica destinata ad un determinato paziente, detti “formule magistrali”1, (...) e ai medicinali preparati in farmacia in base alle indicazioni della Farmacopea europea o delle Farmacopee nazionali in vigore negli Stati membri dell’Unione europea, detti “formule officinali”, e destinati ad essere forniti direttamente ai pazienti serviti da tale farmacia” (art. 3).

Produzione e importazione Come detto il Titolo IV di questo Decreto, che comprende otto articoli, riguarda espressamente l’argomento in questione. L’art. 50 specifica che “nessuno può produrre sul territorio nazionale, anche a solo scopo di esportazione, un medicinale senza l’autorizzazione dell’Aifa [Agenzia italiana del farmaco, ndr], la

1Restano

disciplinati dall’articolo 5 del decreto-legge 17 febbraio 1998, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94.

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quale è rilasciata previa verifica ispettiva diretta ad accertare che il richiedente dispone di personale qualificato e di mezzi tecnico-industriali conformi (...)”. Per ottenere tale autorizzazione alla produzione il richiedente deve “specificare i medicinali e le forme farmaceutiche che intende produrre o importare, nonché il luogo della produzione e dei controlli; disporre, per la produzione o l’importazione degli stessi medicinali, di locali, attrezzatura tecnica e strutture e possibilità di controllo adeguati e sufficienti, sia per la produzione e il controllo, sia per la conservazione dei medicinali; disporre di almeno una persona qualificata ai sensi dell’art. 52 del presente decreto” (Comma 2).

La “persona qualificata” Vediamo dunque cosa prevede l’art. 52: “Il titolare dell’autorizzazione alla produzione di medicinali deve avvalersi di almeno una persona qualificata e dell’ulteriore personale qualificato (...)” Tale persona “svolge la sua attività con rapporto a carattere continuativo alle dipendenze dell’impresa. Il titolare dell’autorizzazione alla produzione può svolgere anche le funzioni di persona qualificata se ha i requisiti richiesti dal presente articolo”. La persona in questione “è in possesso del diploma di laurea di cui alla legge 19 novembre 1990, n. 341, o di laurea specialistica di cui al decreto del Ministro dell’università e della ricerca scientifica e tecnologica 3 novembre 1999, n. 509, o di laurea magistrale di cui al decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 22 ottobre 2004, n. 270, in una delle seguenti disci-


IL CODICE DEI MEDICINALI | LEGISLAZIONE

pline o in uno dei settori scientifico-disciplinari alle cui declaratorie le discipline medesime fanno riferimento: chimica e tecnologia farmaceutiche, farmacia, chimica, chimica industriale, scienze biologiche, medicina e chirurgia, medicina veterinaria; la formazione a livello universitario deve comprendere gli insegnamenti teorici e pratici delle seguenti discipline di base e il superamento dei relativi esami: fisica sperimentale, chimica generale ed inorganica, chimica organica, chimica analitica, chimica farmaceutica, compresa l’analisi dei medicinali, biochimica generale e applicata, fisiologia, microbiologia, farmacologia, tecnologia farmaceutica, tossicologia, farmacognosia. Ha svolto attività pratica concernente analisi qualitativa di medicinali, analisi quantitativa di sostanze attive, prove e verifiche necessarie per garantire la qualità dei medicinali, per un periodo di almeno due anni in aziende autorizzate alla produzione di medicinali; nei casi di preparazione o produzione di medicinali per terapie avanzate, l’attività pratica di due anni deve essere compiuta nella stessa tipologia di produzione per la quale la persona qualificata deve svolgere le sue funzioni”. Infine “è provvista di abilitazione all’esercizio della professione ed è iscritta all’albo professionale”.

I suoi compiti Alla persona qualificata di cui all’articolo 52 comma 1, spettano diversi obblighi: “a) vigila che ogni lotto di medicinali sia prodotto e controllato con l’osservanza delle norme di legge e delle condizioni imposte in sede di autorizzazio-

ne alla immissione in commercio del medicinale; b) controlla che, nel caso di medicinali di provenienza da paesi non appartenenti alla Comunità economica europea, ogni lotto di produzione importato sia oggetto di un’analisi qualitativa completa, di un’analisi quantitativa di almeno tutte le sostanze attive e di qualsiasi altra prova e verifica necessaria a garantire la qualità dei medicinali nell’osservanza delle condizioni previste per l’AIC, fatto salvo quanto stabilito da eventuali accordi di mutuo riconoscimento; c) attesta su apposita documentazione le operazioni di cui alle lettere a) e b); d) è responsabile secondo quanto previsto dal capo II del presente titolo della tenuta della documentazione di cui alla lettera c), ed è obbligato ad esibirla a richiesta dell’autorità sanitaria; e) comunica immediatamente all’Aifa e al responsabile dell’azienda dalla quale dipende ogni sostanziale irregolarità rilevata nel medicinale che è già stato immesso in commercio; f) collabora attivamente alle ispezioni effettuate dall’autorità sanitaria ai sensi del presente decreto ed effettua le operazioni richieste dalla stessa; g) vigila sulle condizioni generali di igiene dei locali di cui è responsabile”. Il comma 9 specifica infine che “la persona qualificata non può svolgere la stessa funzione in più officine, a meno che si tratti di officina costituente reparto distaccato dell’officina principale”.

Adeguamento alle norme di buona fabbricazione L’art. 51 prevede che colui che è titolare dell’autorizzazione alla produzione è obbligato a: “disporre di personale adeguato alla produzione e ai 17


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controlli che effettua; vendere i medicinali autorizzati, in conformità del presente decreto e delle altre disposizioni legislative e regolamentari in vigore; consentire in qualsiasi momento l’accesso ai suoi locali agli ispettori designati dall’Aifa; mettere a disposizione della persona qualificata di cui all’articolo 52 tutti i mezzi necessari per permetterle di espletare le sue funzioni; conformarsi ai principi e alle linee guida sulle norme di buona fabbricazione dei medicinali [ne abbiamo parlato nel Preparatore Galenico n. 0, aprile 2015, ndr], di cui al capo II del presente titolo, e alle ulteriori direttive al riguardo emanate dalla Comunità europea e utilizzare come materie prime farmacologicamente attive solo sostanze prodotte secondo le linee guida dettagliate sulle norme di buona fabbricazione delle materie prime”.

Le specifiche sui produttori Particolarmente importante è poi l’art. 54 (Specificazione dell’ambito di applicazione della disciplina relativa all’autorizzazione a produrre medicinali) che evidenzia come gli articoli finora commentati (50, 51 e 52, oltre al 53 che vediamo in seguito) trovino applicazione anche in caso di “operazioni parziali di preparazione, di divisione e di confezionamento e presentazione di medicinali, nonché l’esecuzione di controlli di qualità di medicinali nei casi previsti dalla legge”. Non solo. “Si applica altresì alle attività di produzione di sostanze attive utilizzate come materie prime per la produzione di medicinali, con riferimento sia alle fasi di produzione totale o parziale sia all’importazione di una sostanza attiva, anche utilizzata essa stessa come materia prima per la produzione o estrazione di altre sostanze attive (...), sia alle varie operazioni di divisione, confezionamento o presentazione che precedono l’incorporazione della materia prima nel medicinale, compresi il riconfezionamento e la rietichettatura effettuati da un distributore all’ingrosso di materie prime”.

Importazioni di materie prime Sono regolate dagli articoli 54 comma 3 e 55. Il primo specifica che “per le materie prime anche

L’articolo citato recita: “Controlla che, nel caso di medicinali di provenienza da paesi non appartenenti alla Comunità economica europea, ogni lotto di produzione importato è oggetto di un’analisi qualitativa completa, di un’analisi quantitativa di almeno tutte le sostanze attive e di qualsiasi altra prova e verifica necessaria a garantire la qualità dei medicinali nell’osservanza delle condizioni previste per l’AIC, fatto salvo quanto stabilito da eventuali accordi di mutuo riconoscimento”. 2

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importate da Stati terzi deve essere disponibile un certificato di conformità alle norme di buona fabbricazione rilasciato all’officina di produzione dalle Autorità competenti di uno Stato dell’Unione europea”. Tale disposizione si applica a partire dal 1 gennaio 2009. “Fino a tale data le materie prime devono essere corredate di una certificazione di qualità che attesti la conformità alle norme di buona fabbricazione rilasciata dalla persona qualificata responsabile della produzione del medicinale che utilizza le materie prime”. L’art. 55 recita infine: “Gli articoli 50, 51 e 52 non si applicano quando si tratta di medicinali che provengono da Paesi con i quali la Comunità europea ha concluso accordi atti a garantire che il produttore applica norme di buona fabbricazione almeno equivalenti a quelle previste dalla Comunità e che i controlli di cui all’articolo 52, comma 8, lettera b)2, siano stati eseguiti nel paese di esportazione, fatto salvo quanto disposto dagli accordi di mutuo riconoscimento”.

I controlli dell’Aifa L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) prevede, com’è naturale, dei controlli, specificati nell’art. 53. In particolare può: “procedere, in qualsiasi momento, anche senza preavviso, ove necessario ai fini di verificare l’osservanza delle prescrizioni del presente decreto e, in particolare di quelle del capo II del presente titolo, ad ispezioni degli stabilimenti e dei locali dove si effettuano la produzione, il controllo e l’immagazzinamento dei medicinali e delle sostanze attive utilizzate come materie prime nella produzione di medicinali; prelevare campioni di medicinali e, se del caso, di altre sostanze necessarie alle analisi; prendere conoscenza e, se necessario, acquisire copia di tutti i documenti relativi all’oggetto delle ispezioni”. Nell’articolo in questione si specifica poi che “nel corso di ispezioni ad officine di produzione di medicinali immunologici, l’Aifa verifica che i processi di produzione utilizzati, siano debitamente convalidati e consentano di assicurare in modo continuativo la conformità dei lotti”.


ALOE VERA: MIRACOLO DI NATURA | NATURA E BENESSERE

Aloe vera: miracolo di natura Da millenni è conosciuta come una pianta dalle innumerevoli proprietà benefiche e curative

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l termine panacea inteso come “rimedio preteso di ogni male”, si sa, fa spesso storcere il naso al mondo scientifico, cauto - com’è giusto che sia – nell’attribuire ad una sostanza o un prodotto valenze quasi miracolistiche. Eppure per l’Aloe vera e l’Aloe arborescens, questa definizione si spreca. Le loro qualità sono di fatto note da millenni: depurative, lassative, cicatrizzanti, antidolorifiche, antinfiammatorie, lenitive, rinfrescanti ecc. Fino ad arrivare a proprietà antitumorali, tuttavia ancora da verificare. A partire dagli anni ’50 del XIX l’Aloe è stata dunque celebrata in tutto il mondo, spingendo molti a usarla praticamente per ogni problema.

Cautela prima di tutto A maggior ragione occorre allora usare un po’ di cautela, per non dare adito a speranze che poi si possono rivelare fasulle. Di certo c’è che questa pianta trova un amplissimo uso sotto diverse for-

me: come succo condensato, innanzitutto, ma anche come gel, e polvere per la preparazione di compresse. A livello topico l’Aloe trova il suo impiego principale in caso di infiammazioni e dermatiti, grazie al suo potente effetto antidolorifico, antinfiammatorio e antibatterico. I suoi principi attivi inibiscono infatti la produzione dei neurotrasmettitori prodotti localmente dai tessuti danneggiati e che provocano dolore e arrossamento. È utile poi in caso di dermatiti batteriche. L’Aloe, poi, stimola e accelera la rigenerazione delle cellule dei tessuti danneggiati, favorendone così la cicatrizzazione. In caso di eritemi solari e ustioni lievi ha un effetto lenitivo e rinfrescante. Inoltre è in grado di proteggere la pelle dai raggi UV, migliora la microcircolazione e costituisce un ottimo ingrediente per la cosmesi anti-età. Sotto forma di compresse, unita ad altre piante come ad esempio Cascara, Senna, Finocchio, Liquirizia, Genziana, Tarassaco, Rabarbaro, Rham19


NATURA E BENESSERE | ALOE VERA: MIRACOLO DI NATURA

L’Aloe vera in breve Il nome aloe vuol dire “amaro” e deriva dall’ebraico allal o anche dall’arabo alloch. È una pianta perenne della famiglia delle Liliacee a cui appartengono oltre 200 specie soprattutto africane. Con lo stesso nome si fa riferimento anche all’agave americana che ha foglie molto simili. L’habitat dell’Aloe vera comprende ormai il Mediterraneo, l’India, gli Stati Uniti, il Messico, le Antille, Arabia, Australia. Predilige i climi caldi e secchi in cui la temperatura non scende mai al di sotto dello zero. È formata da foglie molto lunghe e carnose, con punte aguzze. Viene definita una pianta xerofita, ossia capace di trattenere nei propri stomi molta acqua che le consente di sopravvivere a periodi di siccità. Le foglie sono composte da un rivestimento che avvolge la polpa, il gel, ricco di numerose proprietà. 20

Storia È una delle piante più utilizzate dall’uomo, in quanto ampiamente diffusa e disponibile praticamente per ogni popolazione. Le prime testimonianze note fanno riferimento ad una tavoletta di argilla ritrovata a Nippur (presso l’attuale Bagdad-Iraq) risalente al 2200 a.C. Nella Grecia antica l’uso dell’Aloe, insieme a Mirra e Rosmarino, era consigliato per rafforzare i denti. Nel 1300 a.C. gli israeliti nel deserto al seguito di Mosè la usavano per proteggersi dal sole. Secondo una leggenda egizia la regina Cleopatra usava una crema idratante a base di succo di Aloe per avere una pelle morbida, liscia ed elastica. Cristoforo Colombo l’aveva con sé a bordo delle caravelle. La prima descrizione “scientifica” risale comunque al 1720, per mano del naturalista Linneo. A partire dagli anni ’50 del ‘900 si moltiplicano le ricerche sull’im-

piego dell’Aloe vera in dermatologia, in particolare nella cura delle ustioni, in cui la pianta è in grado di offrire risultati eccellenti. A questo proposito va citato l’ampio impiego, nel 1995, per curare le vittime dell’attentato di Oklaoma City da parte del Dott. T. Moore, che aveva già all’attivo oltre 4mila casi di ustionati trattati in tutto il mondo. 2

Principi attivi È davvero incredibile la quantità e la qualità dei suoi principi attivi: Vitamina A, B1, B2, B6, B12, C, E, Niacina, Calcio, Fosforo, Potassio, Sodio, Magnesio, Ferro, Zinco, Manganese, Rame, Cromo, Muco- e Polisaccaridi, Amminoacidi essenziali (di cui 7 su 8 presenti nell’organismo: Isoleucina, Leucina, Lisina, Mietonina, Fenilanina, Treonina, Valina) e secondari (di cui 11 su 14 presenti nell’organismo: Aspartico, Glutammico, Alanina, Cistina, Arginina, Glicina, Istidi-


ALOE VERA: MIRACOLO DI NATURA | NATURA E BENESSERE

nus Alpino e Marrubio, favorisce la funzione intestinale e combatte la stitichezza. Sotto forma di gel, oltre alle già citate proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti, è in grado di reidratare e nutrire una pelle particolarmente secca e danneggiata. L’Aloe ha poi un ampio impiego nella medicina veterinaria. Anche in questo caso, oltre alle note proprietà antinfiammatorie (risulta eccellente ad esempio per lenire le mucose gengivali irritate e per dermatiti e ferite) sorprende l’uso nei cani anziani per aiutare l’animale a sopportare meglio lo stress del viaggio e del cambio ambientale.

Rimedio contro il cancro? La cautela di cui s’è detto va applicata soprattutto di fronte a malattie gravi come il cancro. A fronte di un pur comprensibile entusiasmo, la risposta dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro è netta: “No, ad oggi non esistono studi scientifici che dimostrano un ruolo certo dell’Aloe vera nella prevenzione o nella cura del cancro anche se alcuni dei composti contenuti nella pianta sono attualmente in fase di studio”. E prosegue: “Anche se a oggi non ci sono prove certe dell’efficacia dell’Aloe nella prevenzione o nella cura del cancro, i ricercatori stanno valutando con attenzione gli effetti sull’organismo di alcune delle sostanze contenute in questa pianta e i meccanismi molecolari che li determinano. Prima

na, Idrossiprolina, Prolina, Serina, Tirosina), enzimi (Fosfatasi alcalina, Amilasi, Bradichinasi, Catalasi, Cellulasi, Creatina, Fosfochinasi, Lipasi, Nucleotidasi, Proteolitiasi) Antrachinoni, Acidi grassi polinsaturi, Lignine, Saponine (glucidi con azione antisettica). Alcuni dei maggiori principi attivi sono poi il Mucopolisaccaride acemannano (immunostimolante rinforzante della membrana cellulare, aumenta di 10 volte l’attività dei macrofagi – fagociti – che distruggono i tumori e le tossine e aumenta il numero di leucociti, monoliti, linfociti T e globuli rossi), Acido aloeico (antibiotico, battericida, antivirale), Acido cinnamico (germicida, fungicida, drenante, analgesico), Acido crisofanico (antimicotico) Emodina (battericida) Aloemodina (antitumorale), Acido salicilico (antinfiammatorio), Aloina (lassativa, sostanza che viene eliminata alla decorticazione delle foglie), Isobabaloina

Hanno detto dell’Aloe4 “Quattro vegetali sono indispensabili per il benessere dell’uomo: il frumento, la vite, l’olivo e l’Aloe. Il primo lo nutre, secondo le rinfranca lo spirito, il terzo gli reca armonia, il quarto guarisce”. (Cristoforo Colombo 1451-1506) “Mi chiedete quali siano le forze segrete che mi hanno tenuto in vita durante i miei prolungati digiuni. Ebbene, esse sono la mia incrollabile fede in Dio, il mio stile di vita semplice frugale e l’Aloe, il cui beneficio scoperto quando mi sono recato in sud Africa verso la fine del XIX secolo”. (Mahatma Gandhi 1869-1948) “Nel corso dei 20 anni in cui ho curati nei pazienti con l’Aloe, ho scoperto che vi sono moltissime malattie descritte dai dottori dell’antichità che scompaiono rapidamente quando somministrò l’Aloe in granuli o polvere. Pertanto, i risultati positivi che ho sempre ottenuto mi consentono di citare l’adagio di Roger Becon: vuoi vivere più a lungo di Noè? prende qualche pillola di Aloe! (Francois Vincent Raspail 1794-1878). 4Tratto

da: http://www.aloeverainfo.it

(analgesico), Ormonosimili (estrogeni), Socaloina, Capaloina, Barbaloina. 3

Le due varietà Sono due le varietà più note e apprezzate dell’Aloe: - Aloe vera (Aloe barbadensis miller): appare più carnosa, succulenta e presenta una foglia più grande. Pare abbia una minor concentrazione di principi attivi, ma maggiori benefici se

usata per l’esterno, es. per curare la pelle. - Aloe arborescens: ha una foglia più piccola, ma pare abbia più principi attivi, e maggiori benefici una volta ingerita (succo).

2Cfr.

http://www.magicaloe.info/descrizione-

della-pianta/storia-miti-e-leggende/ 3Tratto

da: http://www.naturaliamilano.it

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NATURA E BENESSERE | ALOE VERA: MIRACOLO DI NATURA

L’Aloe di Padre Romano Zago5 Il francescano Padre Romano Zago, brasiliano di 83 anni, è noto nel mondo per la sua bevanda Aloe di Padre Romano Zago, che pare avere ottime proprietà anticancro e di cui a partire dal 1998 ha concesso la commercializzazione ad una azienda brasiliana. Non se ne considera tuttavia l’inventore, in quanto la formula è stata “messa a punto avendola tratta dalla saggezza popolare, dalla gente delle baraccopoli in cui si trovava ad operare e dall’insegnamento di altri padri francescani, fra tutti padre Arno Reckzigel, Padre provinciale durante il suo incarico presso Rio Grande do Sul“.

La preparazione originale prevede: 500 gr. di miele d’api (miele biologico di acacia) 40-50 ml di distillato (grappa, cognac, whisky, etc.) 350/400 grammi di foglie di Aloe Arborescens. Del prodotto, sconsigliato alle donne in gravidanza, va assunto un cucchiaio da tavola una mezz’ora prima di ciascuno dei tre pasti principali. 5http://www.aloedipadreromanozago.it/

ticolari modelli sperimentali, ma non nell’uomo. Questo significa, in pratica, che i dati oggi disponibili non sono sufficienti ad affermare che le sostanze studiate sono efficaci e sicure anche nelle terapie umane”.1

Attenti alle controindicazioni

di descrivere tali molecole è importante però sottolineare che molti degli studi finora effettuati e che hanno fornito in alcuni casi risultati interessanti sono stati condotti solo in vitro, cioè in provette e su cellule coltivate in laboratorio, oppure su par1Cfr.

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http://www.airc.it/cancro/disinformazione/aloe/

Sempre dal sito dell’Airc, riportiamo infine un avvertimento sulle controindicazioni dell’Aloe: “I principi attivi contenuti nell’Aloe possono essere causa di disturbi molto fastidiosi. Capsule, compresse e succo in forma liquida possono causare problemi intestinali come diarrea, dolore addominale, nausea e vomito provocati soprattutto dalla presenza di antrachinoni, molecole con potente azione lassativa, mentre chi assume già farmaci o altri supplementi a base di erbe deve prestare attenzione alle interazioni: capita infatti che i derivati dell’Aloe interferiscano con altri principi attivi causando per esempio problemi alla coagulazione del sangue. E anche se decisamente meno comuni, si possono verificare reazioni allergiche a gel e creme a base di Aloe soprattutto se utilizzati per periodi molto lunghi: sono più a rischio coloro che già sanno di essere allergici a cipolla, aglio, tulipani e piante simili”.


DOTT. MARCELLO PERRICONE - MEDICO ESTETICO | INTERVISTA AL MEDICO

Dott. Marcello Perricone Medico estetico

La bellezza, oltre alla salute, è un bene ormai irrinunciabile

Scheda biografica Il Dott. Marcello Perricone è nato a Napoli il 16 ottobre 1983. Si è laureato alla Seconda Università degli Studi di Napoli (SUN) il 15 ottobre 2010 e si è diplomato in medicina estetica nel 2012. Vive e lavora a Napoli.

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os’è la medicina estetica? Una definizione semplicistica la potrebbe definire come quella branca medica, a carattere internistico, che si occupa di migliorare la qualità della vita di chi vive a disagio per un inestetismo non accettato. Sì, perché dietro quell’inestetismo o quel difetto legato magari all’invecchiamento o a stili di vita inadeguati, c’è sempre una persona che vive quella condizione in maniera diversa una dall’altra. Ecco perché occorre una “visione olistica” del problema, così come ricorda il Dott. Marcello Perricone, medico specializzato in medicina estetica. Se poi il ricorso alle potenzialità della farmacologia galenica possono contribuire a questo, proprio perché si tratta di soluzioni perlopiù personalizzate, allora tanto meglio. Il Preparatore Galenico lo ha raggiunto a Napoli, città dove il Dott. Perricone vive e lavora. 23


INTERVISTA AL MEDICO | DOTT. MARCELLO PERRICONE - MEDICO ESTETICO

“Le nuove scoperte in campo biomedico fanno pensare che un giorno si riuscirà davvero a rallentare la vecchiaia” Dott. Perricone, perché ha scelto di diventare medico e opera nel campo della medicina estetica? “Credo nella salute del corpo e della mente; penso che ogni sforzo umano debba essere rivolto a realizzarla. Per quanto riguarda la medicina estetica, la ritengo ormai indispensabile. Il ‘bello’, oltre che il bene, è un ideale al quale è impossibile rinunciare”. Lei si è avvicinato da poco tempo alle preparazioni galeniche. Perché questa scelta?

“Sono sicuro che la farmacologia galenica sia la scelta migliore per il futuro della medicina, senz’altro preferibile all’impersonale lavoro della grande industria”. Cosa si aspetta da questa sua scelta? “L’uso di elementi naturali, empiricamente sperimentato su ogni singolo paziente, garantisce un approccio più diretto e funzionale, personale oltre che scientifico. Mi aspetto, in questo modo, di ampliare le mie capacità mettendole al servizio di ognuno”. La volontà di rallentare, se non proprio combattere la vecchiaia, è da sempre nell’uomo. Si riuscirà davvero a realizzarla? “Sicuramente le nuove scoperte in campo biomedico fanno pensare di sì. Si tratta di un progresso scientifico inarrestabile, al quale concorrono tutte le arti e discipline”. Perché a suo parere è così difficile accettare un processo fisiologico come l’invecchiamento? “Da sempre il desiderio più profondo dell’essere umano è legato alla vita, al bisogno di ‘immortalità’. Di conseguenza, allungare la vita stessa resta il principale obiettivo, necessario per allontanare scetticismo e sentimenti di sfiducia. I segni dell’invecchiamento preannunciano la fine del percorso della vita. È naturale dunque che generi sgomento constatarli allo specchio. Naturalmente, saper trascendere i ‘limiti’ del tempo non si riduce a un fatto puramente ‘estetico’. Lavorare per il miglioramento della vita, per un bene ‘comune’, è di per sé garanzia di successo. Il giusto modo per affrontare l’invecchiamento, si trova, quindi, nell’equilibrio fra il combatterne i danni e l’accettare, in modo positivo, l’esistenza di un percorso”.

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INTERVISTA AL MEDICO | DOTT. MARCELLO PERRICONE - MEDICO ESTETICO

“Il giusto modo per affrontare l’invecchiamento, si trova nell’equilibrio fra il combatterne i danni e l’accettare, in modo positivo, l’esistenza di un percorso” In questo numero parliamo di prodotti solari. Sappiamo però che molti ricorrono a ricette “fai da te” o a consigli magari recuperati su Internet da chissà chi. Un medico estetico cosa dice a questo proposito? “Il medico fornisce indicazioni precise, che si adattino ai singoli pazienti. Rivolgersi al medico è quanto meno opportuno; per contro affidarsi a notizie approssimative non è mai consigliabile. In base agli studi sugli effetti negativi dei raggi ultravioletti, la farmacologia ha messo a punto prodotti diversificati, che vengono utilizzati secondo le particolari necessità che si presentano.

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“Sono sicuro che la farmacologia galenica sia la scelta migliore per il futuro della medicina”

Non si può dimenticare che ognuno è un caso a sé, bisogna quindi soddisfare le esigenze di chi ci si trova davanti tenendo conto della specificità del soggetto. Quindi, anche per quanto riguarda le creme solari e altri prodotti cosmetici, andrà suggerito il trattamento più adatto a ognuno, tenendo presente che anche nei mesi invernali è importante proteggere la pelle dai danni provocati da un’esposizione non protetta”. Concludiamo: chi può rivolgersi ad medico estetico come lei e invece in quali casi occorre necessariamente la chirurgia? “Chiunque desideri migliorare o rendere al meglio il proprio aspetto, a qualunque età, può rivolgersi al medico estetico. Al di là di una chirurgia ricostruttiva richiesta necessariamente da eventi traumatici, si fa di solito ricorso alla chirurgia estetica nei casi di sostanziali cambiamenti relativi a forme e volumi. La medicina estetica, invece, interviene in modo più soft: alcuni dimorfismi, dovuti per lo più all’invecchiamento, possono essere corretti con tecniche meno invasive della chirurgia, da ripetere periodicamente. Per ottenere i risultati più apprezzabili personalmente ritengo che sia necessaria una visione olistica, la ricerca di un’armonia estetica che cambi secondo la tipologia del paziente. In definitiva, come il mangiar sano e uno stile di vita salubre garantiscono la qualità della vita, ritengo che l’elemento principale della medicina estetica si appoggi a criteri di prevenzione e continuità delle cure”.


GALENICA DERMATOLOGICA | SONDAGGIO DEL MESE

Galenica dermatologica: meglio le creme o il gel? Quale preferite usare? Dateci la vostra opinione

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e creme, si sa, sono preparazioni farmacologiche a consistenza molle e possono presentarsi come un’emulsione di olio in acqua (abbiamo in questo caso una crema acquosa) o di acqua in olio (abbiamo una crema oleosa). Per la loro composizione si suddividono ulteriormente in creme idrofobe e creme idrofile. Le prime (creme oleose) agiscono in genere come barriera protettiva della cute, sono allestite con emulsionanti come la lanolina, gli esteri del Sorbitano e monogliceridi. Vengono spesso usate per i farmaci liposolubili. Le creme idrofile (creme con olio in acqua), invece, necessitano assolutamente di emulsionanti che possano rendere possibile la miscela tra la fase lipofila e quella acquosa. Tra questi i saponi di Sodio o di Trietanolammina, i solfati di alcoli grassi e i polisorbati. Sono utilizzate soprattutto per farmaci idrosolubili. I gel sono invece preparazioni farmacologiche a consistenza semisolida. Si dividono anch’essi in: gel idrofobi (la base è costituita generalmente da paraffina liquida con polietilene od oli grassi gelatificati con silice colloidale, saponi di alluminio o zinco); gel idrofili (contengono acqua, Glicerolo, Glicole polietilenico gelatificati con sostanze quali Amido, derivati della Cellulosa, polimeri carbossivinilici o silicati di Magnesio-Alluminio).

Entrambi sono largamente usati per le preparazioni galeniche ad uso dermatologico.

La domanda del sondaggio A questo punto chiediamo a voi farmacisti: in generale quali preferite usare e perchĂŠ? Le indicazioni su come rispondere sono segnate nel box sotto.

Sondaggio: come partecipare In ogni numero di questa rivista proponiamo un sondaggio tra i farmacisti preparatori su argomenti legati alla professione. Vi invitiamo ad esprimere il vostro parere semplicemente inviando una mail di risposta a redazione@ ilpreparatoregalenico.it comprensiva di nome, cognome, nome e luogo della farmacia e breve motivazione della scelta. Le risposte verranno calcolate in percentuale. I commenti verranno invece pubblicati in maniera anonima suddivisi in base alla scelta fatta tra le opzioni presentate. I dati personali inviatici via mail verranno trattati nel pieno rispetto della legge 675/96 sulla privacy e successive modifiche. 27


ANGOLO TECNICO | LE CAPSULE RIGIDE

Le capsule rigide Quando il colore fa la differenza

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er l’ipertensione? Va bene una capsula rossa. Per l’ulcera? Una verde. Una capsula antisettica? Avrà invece un colore blu-azzurro. L’uso sempre più massiccio di capsule per le preparazioni galeniche e la possibilità di crearle in una vasta gamma di colori, fa sì che per ciascun rimedio si possa scegliere la tonalità più adatta. Un sistema, questo, che non solo evita che il paziente faccia confusione con altri farmaci. Ma ha

anche una valenza psicologica. Secondo gli studi del Prof. Max Lüscher, infatti, noi umani non scegliamo i colori a caso. Ecco allora qui di seguito una gamma di colori usati per le capsule, e la relativa composizione:1 1Tabella

tratta da: Franco Bettiol, Manuale delle preparazioni galeniche, Edizioni Tecniche nuove, 1995

Capsule vs compresse Usate fin dalla fine dell’800, le capsule rappresentano oggi la forma farmaceutica più adottata. Presentano infatti diversi vantaggi. Ecco i principali secondo il Prof. Franco Bettiol2: - Mascherano odori e sapori sgradevoli - Sono facilmente disciolte a livello gastrico, liberando i principi attivi in meno di 15 minuti - Possono essere riempite con attrezzature poco costose e di facile manovrabilità - La scelta degli eccipienti non richiede complessi studi 28

- In base agli studi del Prof. Max Lüscher (...) ogni preparazione può essere presentata nei colori corrispondenti al suo effetto Per contro gli svantaggi sono minimi. - Non è possibile suddividerle - Nonostante l’involucro sia costituito da pura gelatina, l’aspetto risulta talora poco naturale, simile a plastica. 2Cit.


LE CAPSULE RIGIDE | ANGOLO TECNICO

Il test dei colori di Lüscher La scelta dei colori delle capsule per ciascun effetto voluto è determinato dal cosiddetto Test dei colori di Lüscher. Il test prende il nome dal suo inventore, lo psicoterapeuta, sociologo e filosofo svizzero Max Lüscher che lo inventò nel 1949. Ecco come viene presentato dalla Dott.ssa Viviana Valente, del Centro Max Lüscher di Roma: “Nel test sono presenti 7 tavole di colori, contenenti 23 tonalità differenti, di fronte alle quali bisogna esprimere preferenze e rifiuti. Sceglieremo o rifiuteremo un colore in base al no-

stro stato psicofisiologico: se il colore è in sintonia con il nostro stato psicofisiologico diremo che ci piace; se invece è in discordanza, diremo che non ci piace. Quindi, in base alle preferenze e ai rifiuti, è possibile dedurre lo stato

psichico e fisiologico della persona. Le combinazioni con cui i colori possono essere scelti sono numerosissime ed è dall’analisi delle varie inter-relazioni che emerge l’individualità e l’unicità del soggetto”.

COME SI OTTIENE LA COLORAZIONE DELLE CAPSULE Colore capsula Trasparente Bianco Giallo chiaro Giallo carico Arancio Rosso scarlatto Blu scuro Blu aviazione Blu chiaro Verde scuro V-caps “clear” V-caps bianco

Composizione Gelatina q.b. a 100 Titanio biossido 2,0000%; gelatina q.b. a 100 Eritrosina 0,0010%; Ossido di ferro giallo 0,2727%; Titanio biossido 2,0000%; gelatina q.b. a 100 Ossido di ferro giallo 0,5000%; Titanio biossido 1,0000%; gelatina q.b. a 100 Eritrosina 0,0114%; Ossido di ferro rosso 0,1000%; Ossido di ferro giallo 0,5500%; Indigotina 0,0021%; Titanio biossido 1,3333%; gelatina q.b. a 100 Eritrosina 1,900%; Indigotina 0,0086%; Titanio biossido 0,8000%; gelatina q.b. a 100 Eritrosina 0,0257%; Ossido di ferro giallo 0,1200%; Indigotina 0,5000%; Titanio biossido 1,0000%; gelatina q.b. a 100 Indigotina 0,0464%; Titanio biossido 1,5000%; gelatina q.b. a 100 Indigotina 0,2500%; Titanio biossido 2,0000%; gelatina q.b. a 100 Ossido di ferro giallo 1,7143%; Indigotina 0,3000%; Titanio biossido 1,0000%; gelatina q.b. a 100 Ipromellosa q.b. a 100 Titanio biossido 1,9184%; Ipromellosa q.b. a 100

Le capsule autobloccanti La forma più usata attualmente è quella autobloccante, detta in inglese snap-fit, cioè “a doppio scatto”. Esiste anche la versione coni-snap, in cui il bordo del corpo risulta leggermente ristretto, favorendo in questo modo una chiusura facile e sicura. “Al momento della fornitura”, scrive Franco Bettiol nel suo Manuale delle preparazioni galeniche 3 “il corpo è inserito nel coperchio mediante una leggera pressione in modo da renderne facile la separazione (apertura della capsula). Dopo aver compiuto le operazioni di riempimento, si esercita una pressione decisa fino a sentire lo ‘scatto’ che indica l’avvenuta chiusura. A questo punto è difficile aprire la capsula, che pertanto risulta praticamente autosigillata”. 3Cit.

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EVENTI E CORSI | APPUNTAMENTI PER GLI OPERATORI DEL SETTORE

Appuntamenti per gli operatori del settore

Firenze 20 giugno 2015 FARMACI GALENICI PEDIATRICI - Formulazioni orfane e dedicate. Le preparazioni galeniche atipiche Corso riservato ai farmacisti organizzato dal Dr. M. Bresciani “Scienza ed Arte nella Formazione”. Accreditato E.C.M. anno 2015. Evento 126848 con assegnazione di 7,5 crediti

Numero massimo di partecipanti: 20 ammessi secondo l’ordine di presentazione della domanda. Quota di partecipazione: Euro 65,00 esente da IVA ai sensi dell’art. 10 n°20 del DPR. N° 633/72 La richiesta di iscrizione al corso dovrà pervenire mezzo fax al n° 055661433 o tramite i sistemi on-line su www.brescianiformazione.it o www. bresciani-corsiecm.it. Firenze 19-20 settembre 2015

Sede: C/O Bresciani Formazione, Via del Giglio 15, Firenze. Orari: Sabato ore 14.00 – 19.00 Corso di aggiornamento sulla preparazione di farmaci galenici pediatrici orfani per principio attivo, dosaggio o forma farmaceutica in farmacia. L’importanza delle formulazioni atipiche in pediatria per migliorare anche l’aderenza alla terapia. Le preparazioni galeniche atipiche in farmacia. Docente: Dr. M. Marcucci 30

LE PREPARAZIONI GALENICHE ALLESTIBILI SENZA RICETTA MEDICA - Capsule, compresse, sciroppi, soluzioni e tisane. Preparazioni allestibili in farmacia e parafarmacia senza ricetta medica a base di piante, vitamine e minerali, tecnologia e legislazione. Corso pratico Corso riservato ai farmacisti organizzato dal Dr. M. Bresciani “Scienza ed Arte nella Formazione”. Accreditato E.C.M. anno 2015 Con assegnazione di 21 crediti.


APPUNTAMENTI PER GLI OPERATORI DEL SETTORE | EVENTI E CORSI

Sede: C/O Liceo Scientifico Statale A. Gramsci, Via del Mezzetta, 7 Firenze. Orari: Sabato ore 14.00 – 19.00; domenica: ore 9.00 – 18.00 Il corso intende aggiornare i Farmacisti sulle tecniche e procedure relative all’allestimento delle preparazioni a base di piante e derivati, vitamine e minerali, allestibili e dispensabili in farmacia e parafarmacia senza ricetta medica. Il corso si articola in lezioni teoriche ed esercitazioni pratiche di laboratorio con la realizzazione di una serie di formulazioni, il controllo qualitativo, la registrazione informatica e l’etichettatura nel rispetto delle Norme di Buona Preparazione Programma: - Le preparazioni allestibili senza prescrizione medica in farmacia e parafarmacia - Preparati officinali, con riferimenti alle fonti normative, Farmacopee e Formulari ufficiali dell’Unione Europea. - Preparazioni a base di erbe e loro derivati, Note del Min. Sal. 12/2002 e 05/2010 e lista NELFRIT - Integratori alimentari, con riferimenti alla legislazione comunitaria. - Gestione, delle preparazioni multiple conservate in farmacia, il prezzo e i limiti di conservabilità. - Programmi informatici di gestione. - Teoria e pratica delle preparazioni solide ad uso interno in capsule, compresse, tisane. - Teoria e pratica delle preparazioni liquide: sciroppi, sciroppi gelificati ed elixir, gocce e soluzioni per uso orale. - Teoria e pratica di alcune preparazioni atipiche: gelatine, lollipop e altre Docenti: Dr. F. F. Bettiol, Dr. M. Cecchi, Dr. M. Bresciani. Numero massimo di partecipanti: 30 ammessi secondo l’ordine di presentazione della domanda. Quota di partecipazione: Euro 300,00 esente da IVA ai sensi dell’art. 10 n°20 del DPR. N° 633/72 La quota comprende: il materiale didattico, il Manuale delle Preparazioni Erboristiche, i coffee break e la colazione di lavoro della domenica. Tutti i partecipanti saranno coperti da specifiche polizze assicurative incluse nella quota. La richiesta di iscrizione al corso dovrà pervenire mezzo fax al n° 055661433 o tramite i sistemi on-line su www.brescianiformazione.it o www. bresciani-corsiecm.it.

CORSO PER FARMACISTI SULLA MODERNA GALENICA DI BASE Data da definirsi Newphargam, Via Milano,178 – Caronno Pertusella (VA) Il corso intende approfondire le conoscenze in Galenica prendendo in esame le singole forme farmaceutiche. A chi è rivolto Il corso ha una connotazione pratica, per cui verranno eseguite individualmente diverse prove di laboratorio in Camera Bianca. Verranno trattati i seguenti temi: introduzione teorica alla galenica con presentazione di forme farmaceutiche, tecniche di preparazione e normative vigenti; visita presso un’officina farmaceutica con esercitazioni tecnico-pratiche con vari macchinari per la preparazione delle varie forme farmaceutiche.

Agenda del corso 9.30 – 10.30: Introduzione alla Galenica 9.30 – 11.30: Norme di Buona Preparazione 11.30 – 12.30: Forme farmaceutiche: capsule, compresse, creme, gel, liquidi e polveri. 12.30-14.00: Pausa pranzo 14.00 – 15.00: Visita presso officina farmaceutica 15.00 – 18.30: Esercitazioni tecnico-pratiche

Relatori Dott. Alessandro Basile Dott. Giuseppe Bianco Dott. Stefano Anzilotti Gambarini

Costi e iscrizione Il corso prevede una quota d’iscrizione di euro 300,00 + Iva. Per i clienti Newphargam con Pagamento Ordini in contrassegno: euro 250,00 + Iva. Per info, iscrizione e modalità di pagamento: 800340088, info@newphargam.com 31


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