Il Popolo 23 aprile 2015

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DIOCESI Sabato sera la Veglia di preghiera per le vocazioni

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IL TUO FORNITORE DI FIDUCIA CAMPANE & OROLOGI

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Omologato

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ilpopolo@libero.it TORTONESE

Centro Anziani di Tortona: bilancio positivo

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IL CONVEGNO FISC ALL’AQUILA

Ricostruire il Paese ripartendo da noi

NOVESE

I Comuni collinari e di montagna in crisi per i “tagli”

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Il 25 Aprile dall’Antola al Po

La Resistenza I nostri paesi si scoprono ancora capaci di “fare memoria”

INTERVENTO NELL’UDIENZA GENERALE

Maschio e femmina li creò. Il Papa sulla teoria-gender M

C

amminando nel centro storico dell’Aquila, come in una città fantasma, deserta, piena di polvere, tra gli spifferi del vento e il freddo, ho provato a immaginare i volti delle persone che l’abitavano fino alle 3.32 del 6 aprile 2009. Il ritmo del loro sonno. L’odore che ristagnava di là, in cucina. La bruttezza dei disegni del pigiama che indossavano. Così, anche se in giro non c’era un’anima viva, mi sembrava che quei portici, quei palazzi tenuti in piedi da impalcature di ferro simili a installazioni di un Salone del Mobile, quei bar con la macchina per il caffè ossidata, fossero affollati e brulicanti di gente. Perché gli aquilani sopravvissuti al terremoto, per piangere i loro 309 concittadini rimasti sotto le macerie, non fanno altro che sentirsi più vivi che mai. E mi raccontano di una voglia di continuare a vivere che ormai non teme nulla, che è forte come la fede e che si nutre di un realismo molto simile alla saggezza. Alcuni, trasferiti nella città bassa o nelle casette ricostruite da Berlusconi, tornano a “fare lo struscio” qui, nell’acropoli, nel centro ferito e abbandonato a se stesso, per onorare un sacrosanto diritto: quello alla sopravvivenza. Da lontano, lo skyline è una serie interminabile di gru che a Natale sono state illuminate da lucine al posto degli alberi. Da vicino ogni uomo dell’Aquila ha la pelle fatta di mattoni, è cemento e calcestruzzo, è un quartiere e una piazza, i suoi occhi una fontana con 99 cannelle di lacrime prosciugate. Noi giornalisti, come turisti imbarazzati e fuori luogo, capaci non so fino a che punto di dolcezza e di pietà, ci aggiriamo guidati da un giovane prete, don Claudio Tracanna, direttore di “Vola”, il quindicinale della Diocesi che è nato proprio sull’onda del sisma e, da allora, non ha mai cessato le pubblicazioni. Il convegno nazionale della Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici, a 100 anni dal terremoto della Marsica, in cui portò il suo aiuto san Luigi Orione, ci ha radunati all’Aquila per riflettere su cosa ci sia da “ricostruire”: nel centro abruzzese, in Italia, ma anche nella nostra società, nella nostra scala di valori, nella

O LT R E P Ò

Inaugurato il nuovo oratorio di Pozzolo Formigaro

di MATTEO COLOMBO

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VIA CAVOUR, 28 27049 STRADELLA (PV) TEL. 0385/246632

foto Alessio Schiavi

n numerosi centri della Diocesi sabato 25 Aprile sarà commemorata la Iquale lotta di Liberazione partigiana del ’45. A partire dal Monte Antola, sul convergeranno i cortei da 22 sentieri. nelle cronache e a pag. 19

SERRAVALLE. RITROVO DELLA CORSA AL RETAIL PARK

Domenica al via il 76° Giro dell’Appennino Ci sarà anche chi pedalerà su una sola ruota

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omenica 26 aprile si corre il 76º Giro dell’Appennino “Tre Colli Cup” Memorial “Alfredo Martini”, valido come 63º Gran Premio Città di Genova e 23° Trofeo Regione Liguria. Il ritrovo dei ciclisti è previsto al Retail Park di Serravalle. a pagina 20

FELICI & TAGGATI

di MATTEO COLOMBO

Io li ho incontrati alcuni profughi africani giunti in Italia a bordo dei barconi e arrivati fin qui al Nord, a Voghera, a Varzi, a Tortona. Vivono in camere di hotel che li ospitano campando sulle sovvenzioni statali. Non è nemmeno che vivono. Esattamente, tirano a campare; si arrangiano. Sono fuggiti da Paesi in guerra, dalla carestia, con in testa un El Dorado che poi si è rivelato molto meno ospitale di ciò che sognavano. Hanno sfidato il mare e ce l’hanno fatta. Gli altri, le centinaia di emigrati sepolti nel canale di Sicilia, sono morti sprofondando nelle acque con una speranza nel cuore. Appena prima di toccare con mano la dura realtà di un’Italia che ormai più di tanto non può provvedere a loro. Un’Italia lasciata sola dal resto dell’Europa che non ha mai mosso un dito per risolvere il problema. Ha solo finto. Anzi: tanti Stati del vecchio continente sono i migliori fornitori di armi della polveriera africana. E allora non basta più l’accoglienza. Non basta più la buona volontà. Se l’Europa unita serve a qualcosa è il momento che lo dimostri sul campo. @MatteoColomboqb

aschio e femmina li creò. Dopo aver toccato, durante le ultime udienze generali, vari aspetti della pastorale familiare, nella catechesi di mercoledì 15 aprile, Papa Francesco si è soffermato sul primo fondamento biblico dell’amore familiare: la complementarietà tra uomo e donna, i quali stanno al vertice della creazione divina. È la Genesi a ricordarci che “Dio, dopo aver creato l’universo e tutti gli esseri viventi, creò il capolavoro, ossia l’essere umano, che fece a propria immagine” (cfr. Gen 1,27).

Come per tutti gli altri esseri viventi, Dio determina la differenza sessuale anche per gli umani, tuttavia “solo nell’uomo e nella donna essa porta in sé l’immagine e la somiglianza di Dio”. Uomo e donna sono “a immagine e somiglianza di Dio” e la Genesi “lo ripete per ben tre volte in due versetti (26-27)”, ha osservato il Papa. Questa somiglianza non è solo riscontrabile nell’uomo e nella donna presi singolarmente, ma anche nell’uomo e nella donna “come coppia”. Marcolivio a pagina 2

L’AGENZIA SPAZIALE EUROPEA A CECIMA

Il luogo scelto per parlare di Hubble

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’Agenzia Spaziale Europea ha scelto il Planetario e Osservatorio di Ca’ del Monte a Cecima per ospitare in Italia l’evento internazionale dedicato ai 25 anni della messa in orbita del Telescopio Spaziale Hubble. Le celebrazioni inizieranno il 25 aprile alle ore 21. Tanzi a pagina 7


IL POPOLO

PRIMO PIANO

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Giovedì 23 aprile 2015

IL PRIMO INCONTRO UFFICIALE Mattarella a colloquio con il Santo Padre: simpatia, sobrietà e sintonia

Il Papa & il Presidente

CITTA’ DEL VATICANO - Simpatia, sobrietà e sintonia. In queste tre parole si può racchiudere il significato della prima visita in Vaticano del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per incontrare Papa Francesco. Simpatia che è il frutto diretto di quell’affetto che giorno dopo giorno, come testimoniato da Mattarella, cresce nel popolo italiano verso un Papa “preso dalla fine del mondo”. Un Papa che sin dal suo primo incontro ha saputo stabilire un rapporto tanto diretto, quanto profondo fra il vescovo di Roma e il suo popolo. Una simpatia, quella tra il Papa e il Presidente, che traspare dai sorrisi e dalla semplicità dell’approccio. Dalla familiarità ben testimoniata dalle parole di Francesco e carpite dai microfoni aperti: “Mi presenti la sua bella famiglia”. E che di una normale famiglia italiana (e cattolica) si tratti, lo si capisce da quei cinque nipoti che il Presidente ha voluto con sé. Sempre a tre passi di distanza, c’è sua figlia Laura,

giurista in una famiglia di giuristi. Per loro il Papa ha parole e gesti semplici e cordiali. Sobrietà di due uomini che non amano il fasto delle istituzioni e che ne interpretano, ciascuno nella propria autonomia istituzionale, la dimensione più pura di servizio. Una propensione che a loro avviso non ha bisogno di particolari forme esteriori, quanto di una sollecitudine che dalle istituzioni si trasferisce ai singoli, alle famiglie, alle diverse articolazioni sociali. A loro si offre l’esempio della sobrietà personale come forma di rispetto verso un mandato che è innanzitutto servizio e non esaltazione autoreferenziale. Sintonia sulle grandi emergenze del tempo e che mettono a dura prova la pace, la democrazia e la coesione sociale. Innanzitutto la mancanza di lavoro soprattutto per i giovani. Per loro il Papa ha parole accorate ed evoca “un grido di dolore che interpella i pubblici poteri, le organizzazioni intermedie, gli

imprenditori privati e la comunità ecclesiale, perché si compia ogni sforzo per porvi rimedio, dando alla soluzione di questo problema la giusta priorità. Nella disponibilità del lavoro risiede infatti la stessa disponibilità di dignità e di futuro”. Mattarella non si sottrae e mostra tutta la sua sintonia con il Papa evocando la mancanza di lavoro come “un dramma” che insieme con “le nuove povertà che affliggono le periferie della vita” rischia “di inghiottire il futuro di una nuova generazione”. Sintonia riconfermata anche sul tema dell’accoglienza dei profughi per i quali Mattarella chiede una più incisiva azione dell’Europa, come sul ruolo della famiglia, fulcro della solidarietà sociale. Qui ci fermiamo per introdurre una riflessione: più volte nelle cronache e nei commenti, soprattutto televisivi, abbiamo registrato l’arruolamento di Mattarella nella tradizione dei cattolici democratici, dei “cattolici adulti” alla Prodi e ancora nella “frontiera del cattolicesimo sociale”.

A noi piace ricordare che è difficile decifrare Sergio Mattarella, staccandolo dalla storia e dal percorso di Aldo Moro. Non a caso, il Presidente non ha mai smentito chi ha visto in lui “l’ultimo dei morotei”. Dunque, un uomo dell’ascolto e del dialogo anche nelle istituzioni e nel rapporto con le altre istituzioni. Un uomo che, da cattolico, sa che nella cifra dell’ascolto e del dialogo sta anche il rapporto con una istituzione millenaria come la Chiesa. Qui, e non altrove, va cercata la ragione della sintonia profonda tra Francesco e Mattarella. Grazie anche al convinto riconoscimento delle rispettive autonomie, nel solco dei Patti Lateranensi e delle buone pratiche maturate dal Concilio Vaticano in poi. Come cittadini e come credenti non possiamo non essere grati (e immaginiamo lo sia anche il presidente Mattarella, che tutti ci rappresenta) per l’invocazione finale di Papa Francesco: “Dio protegga l’Italia ed ogni suo abitante”. Domenico Delle Foglie

LA TEORIA DEL GENDER cancella la differenza sessuale perchè non sa più confrontarsi con essa

Maschio e femmina li creò Durante l’Udienza Generale di mercoledì 15 aprile, Papa Francesco ha esortato alla riscoperta e alla valorizzazione della complementarietà tra uomo e donna, creati a immagine e somiglianza di Dio

CITTA’ DEL VATICANO Maschio e femmina li creò. Dopo aver toccato, durante le ultime udienze generali, vari aspetti della pastorale familiare, nella catechesi di mercoledì 15 aprile, Papa Francesco si è soffermato sul primo fondamento biblico dell’amore familiare: la complementarietà tra uomo e donna, i quali “stanno al vertice della creazione divina”. È la Genesi a ricordarci che “Dio, dopo aver creato l’universo e tutti gli esseri viventi, creò il capolavoro, ossia l’essere umano, che fece a propria immagine” (cfr. Gen 1,27). Come per tutti gli altri esseri viventi, Dio determina la differenza sessuale anche per gli umani, tuttavia “solo nell’uomo e nella donna essa porta in sé l’immagine e la somiglianza di Dio”. Uomo e donna sono “a immagine e somiglianza di Dio” e la Genesi

“lo ripete per ben tre volte in due versetti (26-27)”, ha osservato il Papa. Questa somiglianza non è solo riscontrabile nell’uomo e nella donna presi singolarmente, ma anche nell’uomo e nella donna “come coppia”. Al tempo stesso, la differenza tra maschio e femmina “non è per la contrapposizione, o la subordinazione, ma per la comunione e la generazione, sempre ad immagine e somiglianza di Dio”. Questa reciprocità aiuta l’umanità a “crescere armonicamente” e “quando ciò non avviene, se ne vedono le conseguenze”, ha detto il Papa. “Siamo fatti per ascoltarci e aiutarci a vicenda. – ha proseguito – Possiamo dire che senza l’arricchimento reciproco in questa relazione - nel pensiero e nell’azione, negli affetti e nel lavoro, anche nella fede - i due non possono nemmeno capire fino in fondo che cosa significa essere uomo e donna”. Da parte sua, la “cultura moderna” ha aperto nuovi spazi per la “comprensione di questa differenza”, introducendo però anche “molti dubbi e molto scetticismo”. Secondo il Santo Padre, ad esempio, la “teoria del gender” è probabilmente anche “espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa”.

Il rischio è quello di “fare un passo indietro”, in quanto “la rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione”. Proprio per questo, l’uomo e la donna devono “parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più”, trattandosi “con rispetto” e cooperando “con amicizia”. Queste “basi umane”, sostenute dalla “grazia di Dio”, pongono le basi per “progettare l’unione matrimoniale e familiare per tutta la vita”. Il matrimonio “è una cosa seria, e lo è per tutti, non solo per i credenti”, ha aggiunto il Papa, esortando quindi “gli intellettuali a non disertare questo tema, come se fosse diventato secondario per l’impegno a favore di una società più libera e più giusta”. Se l’“alleanza dell’uomo e della donna” fallisce, “inaridisce il mondo degli affetti e oscura il cielo della speranza” e, in tal senso, “i segnali sono già preoccupanti e li vediamo”, ha affermato Bergoglio. A questo proposito, il Papa ha puntualizzato la necessità che “la donna non solo sia più ascoltata, ma che la sua voce abbia un peso reale, un’autorevolezza riconosciuta, nella società e nella Chiesa”, sulla scia della considerazione che Gesù ha delle donne nel Vangelo. Una seconda riflessione, Francesco l’ha dedicata al “tema dell’uomo e della donna creati a im-

magine di Dio”, chiedendosi se la crisi di fede odierna, che spesso degenera nel “cinismo”, non sia anche “connessa alla crisi dell’alleanza tra uomo e donna”. È proprio la Genesi a ricordarci che “la comunione con Dio si riflette nella comunione della coppia umana e la perdita della fiducia nel Padre celeste genera divisione e conflitto tra uomo e donna”. È in questo contesto che emerge con più forza la responsabilità della Chiesa nel far “riscoprire la

bellezza del disegno creatore che inscrive l’immagine di Dio anche nell’alleanza tra l’uomo e la donna”, ha sottolineato il Santo Padre. “La terra si riempie di armonia e di fiducia quando l’alleanza tra l’uomo e la donna è vissuta nel bene. E se l’uomo e la donna la cercano insieme tra loro e con Dio, senza dubbio la trovano”, ha poi concluso. Luca Marcolivio (Zenit.org)

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IL POPOLO

VITA DELLA DIOCESI

Tortona Si terrà sabato 25 aprile, alle ore 21, in Cattedrale

Veglia di preghiera per le vocazioni Sarà presente il Vescovo. Il Serra Club festeggerà gli anniversari sacerdotali di alcuni presbiteri

TORTONA - Si terrà sabato 25 aprile alle ore 21.00 in cattedrale la veglia di preghiera in occasione della Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebra nella Chiesa domenica 26 aprile. L’Ufficio Nazionale CEI per la pastorale delle vocazioni, propone uno slogan che ispira la celebrazione della Giornata in tutte le parrocchie e comunità cristiane e indica la modalità di sviluppo dei sussidi vocazionali per l’anno pastorale 2014-15: “È bello con Te!”. Lo slogan esprime una relazione, un cammino che trasforma il nostro sguardo di fede e lo rende capace di riconoscere la bellezza del

Signore che, anche oggi, continua a chiamare e a spargere semi di vocazione con abbondanza. Il vescovo Mons. Vittorio Viola in un suo recente intervento nel Bollettino del Seminario (Il nostro Seminario, Anno XXXII, n. 1, pag. 3-4) ha spiegato come la crisi di vocazioni è crisi di risposta e non di chiamata. Vale a dire che il Signore è fedele e chiama sempre e la mancanza di risposta non può far venir meno la nostra fede in Lui che “ha sempre chiamato e sempre chiamerà”. È compito della comunità cristiana far sì che alla domanda segua un’adeguata corrispondenza. Continua, infatti, il vescovo scrivendo

che occorre “impegnarci perché le chiamate di Dio possano trovare risposte. Ciò chiede una seria revisione di vita delle nostre comunità e della vita ministeriale, ricordandoci che la Chiesa cresce non per proselitismo, ma per attrazione. E così le vocazioni”. Anche Papa Francesco (Francesco, Messaggio per la 52ma Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni sul tema: L’esodo, esperienza fondamentale della vocazione) ricorda che alla radice di ogni vocazione cristiana c’è questo movimento fondamentale dell’esperienza di fede: “credere vuol dire lasciare se stessi, uscire dalla comodità e rigidità del proprio io

per centrare la nostra vita in Gesù Cristo; abbandonare come Abramo la propria terra mettendosi in cammino con fiducia, sapendo che Dio indicherà la strada verso la nuova terra”. A ciò fa eco Benedetto XVI, quando riconosceva che tutto questo dinamismo ha la sua radice profonda nell’amore. Infatti, la vocazione cristiana è anzitutto una chiamata d’amore che attrae e rimanda oltre se stessi, decentra la persona, innesca “un esodo permanente dall’io chiuso in se stesso verso la sua liberazione nel dono di sé, e proprio così verso il ritrovamento di sé, anzi verso la scoperta di Dio” (Benedetto XVI, Lett. Enc. Deus Caritas est, 6). Sabato sera dunque ci ritroveremo in cattedrale prima di tutto per ascoltare quanto il Signore, attraverso la parola di Mons. Viola, vuole dire alla nostra comunità; si ritroveranno tutti coloro che sentono la responsabilità della vocazione: sacerdoti, operatori pastorali, religiose e religiosi. Sarà una esperienza di comunione ecclesiale e nella preghiera testimonieremo prima di tutto noi che è bello seguire Gesù, non per una qualche arcana alchimia ma, semplicemente per attrazione gioiosa, nella diversità dei carismi e dei doni ministeriali, segni della fantasia dello Spirito. Sarà presente anche il gruppo diocesano del Serra Club che donerà, attraverso il Vescovo, un segno di gratitudine e di affetto ai sacerdoti che celebrano anniversari significativi del loro sacerdozio. L’animazione liturgica è affidata a Mons. Marco Daniele, referente diocesano presso il Seminario di Valmadonna, in collaborazione con l’Ufficio liturgico Diocesano e al gruppo degli Educatori dell’Azione Cattolica che proprio il 25 e il 26 aprile saranno impegnati in una “due giorni” di formazione in Seminario. Claudio Baldi

Don Padrini a Mestre e Verona OFTAL, i malati alla Sindone MESTRE - Nei giorni di martedì 14 aprile, presso lo IUSVE campus Mestre e mercoledì 15 aprile, presso il Campus di Verona, si è tenuto un incontro di condivisione con don Paolo Padrini. Si è trattato di un momento dedicato all’approfondimento della Teologia della Comunicazione: gli studenti hanno avuto la possibilità di “toccare con mano” il mondo del sacro e dei social media. Don Paolo ha coinvolto attivamente i partecipanti

raccontando la storia dell’applicazione iBreviary, la sua genesi e il suo sviluppo, illustrandone i progetti futuri e proponendo un chiaro esempio di come sia possibile tradurre in chiave pratica e progettuale i documenti del magistero sulla comunicazione e sulla pastorale. Ha curato l’incontro Carlo Meneghetti, docente di Teologia della comunicazione nel corso di laurea Triennale di Scienze e tecniche della comunicazione grafica e multimediale.

TORTONA - Sabato 9 maggio l’OFTAL diocesana organizza uno speciale pellegrinaggio a Torino per l’ostensione della Sindone. Il pellegrinaggio prevede la visita al Sacro Telo nella Cattedrale e al Santuario di Colle Don Bosco, paese natale di San Giovanni Bosco. Il pellegrinaggio si rivolge anche a persone malate o disabili che saranno trasportate sui bus attrezzati. Per informazioni si possono contattare le segreterie OFTAL di Tortona (telefono 0131 862142), aperta il

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L’Agenda del Vescovo Il Vescovo Mons. Vittorio Viola esprime quotidianamente la vicinanza alla sua Diocesi attraverso numerosi incontri pubblici, nonché attraverso la disponibilità per udienze private. Ogni settimana vi aggiorneremo su questi momenti.

27 aprile

pomeriggio: Centro “Paolo VI”, Casalnoceto ore 21, Mater Dei, Tortona: catechesi biblica con don Claudio Doglio

28 aprile

mattina: Alessandria, Giuramento Allievi di Polizia ore 19, Parrocchia di Arena Po, Santa Messa

29 aprile

mattina: udienze per gli Uffici di Curia ore 15.30 udienze per Sacerdoti e Diaconi

30 aprile

ore 9 udienze per Sacerdoti e Diaconi ore 21: incontro Delegati Convegno Ecclesiale di Firenze

1° maggio

ore 9, Valvitalia, Rivanazzano, Santa Messa ore 16.30, Parrocchia di Languzzano, Cresima

2 maggio

ore 16, Parrocchia San Giacomo - Tortona, Cresima ore 18, Parrocchia San Matteo - Tortona, Cresima

3 maggio

ore 10, Parrocchia Cattedrale - Tortona, Cresima ore 16, Parrocchia Sacro Cuore - Novi Ligure, Cresima ore 18, Parrocchia San Nicolò - Novi Ligure, Cresima

Giovedì 23 aprile 2015

Per le udienze con il Vescovo si prega di contattare la Segreteria Vescovile (tel. 0131.816635).

Notizie diocesane

25-26 APRILE/SAN MATTEO A TORTONA

Weekend per educatori di ACR

L’Azione Cattolica Ragazzi, nell’ambito del Corso per educatori dal titolo “Work in progress”, organizza un weekend di formazione sabato 25 e domenica 26 aprile a Tortona. Il ritrovo dei partecipanti è fissato alle ore 10 presso la Parrocchia di San Matteo. Le attività si concluderanno alle ore 17 di domenica. Il costo per prendere parte all’iniziativa è di 20 euro a persona (e comprende tre pasti, colazione e spese varie). È necessario portare con sé l’occorrente per la notte (sacco a pelo e materassino). Per informazioni telefonare al numero 0131 861868.

SABATO 25 APRILE/AL SANTUARIO DI FUMO

La “Pasqua dell’ammalato”

Sabato 25 aprile il Centro Volontari della Sofferenza della Diocesi organizza la tradizionale “Pasqua dell’ammalato”, che si terrà al Santuario della Madonna di Caravaggio a Fumo di Corvino San Quirico. Alle ore 15 la preghiera mariana e le confessioni e alle ore 16 don Armando Aufiero, presidente della Confederazione CVS internazionale, celebrerà la Santa Messa.

LUNEDI’ 27 APRILE/AL MATER DEI A TORTONA

Ultimo incontro con don Doglio

mercoledì e il sabato mattina, e di Voghera (telefono 0383 43114), aperta il martedì e il venerdì mattina.

Lunedì 27 aprile, alle ore 21, presso il salone del Centro Mater Dei di Tortona si terrà l’ultimo incontro del corso biblico diocesano di approfondimento sulla Sacra Scrittura, tenuto da don Claudio Doglio, insegnante alla Facoltà Teologica di Milano e parroco di Varazze. L’argomento della serata, che conclude la guida alla lettura del Vangelo di Marco, sarà “Attività in Gerusalemme e discorso escatologico - Lo dico a tutti: vigilate! (Mc 11,1-13,37)”.

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CAMPANE


IL POPOLO

VITA DELLA CHIESA

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Giovedì 23 aprile 2015

Ostensione della Sindone 2015. La nostra Diocesi in pellegrinaggio a Torino giovedì 11 giugno con il Vescovo

“L’Amore più grande” e la sofferenza del mondo TORINO - Il 19 aprile si è aperta con la Solenne Celebrazione Eucaristica la quinta Ostensione contemporanea della Sindone, dopo quelle del 1978, 1998, 2000, 2010. La Santa Messa è stata celebrata nel duomo di San Giovanni, dall’Arcivescovo di Torino, Mons. Cesare Nosiglia, custode pontificio del Telo. Insieme a lui il cardinale Severino Poletto, Arcivescovo emerito di Torino, il Vescovo ausiliare di Torino Mons. Guido Fiandino, Mons. Edoardo Aldo Cerrato, Vescovo di Ivrea, Mons. Pier Giorgio Micchiardi, Vescovo di Acqui Terme, don Enrico Stasi, Ispettore dei Salesiani di Piemonte e Valle d’Aosta, e cinquanta sacerdoti della diocesi. In cattedrale erano presenti il sindaco Piero Fassino, le autorità civili e militari, il Comitato organizzatore dell’Ostensione con il presidente Elide Tisi e il direttore generale Maurizio Baradello, oltre ad alcuni giovani e malati, soggetti cui l’Ostensione 2015 è particolarmente rivolta. Il duomo non ha potuto contenere la folla di fedeli che ha dunque seguito la funzione sul sagrato grazie ai maxi schermi posizionati in piazza San Giovanni. Al Regina Coeli di domenica Papa Francesco ha esortato i cristiani ad essere testimoni gioiosi e non egoisti e vanitosi, ricordando l’inizio dell’Ostensione della Sindone a Torino, dove si recherà il prossimo 21 e 22 giugno per la visita apostolica. “La Sindone è la prova più toccante che il Signore non ha voluto

passare oltre la nostra miseria, ha invece voluto condividere ogni nostra sofferenza; – ha evidenziato l’Arcivescovo – da quest’intensa esperienza di amore egli ci invita a uscire per andare ad annunciarLo ad un mondo che ha bisogno di Lui senza rendersene conto”. Mons. Nosiglia ha sottolineato che la contemplazione della Sindone non si esaurisce nel pellegrinaggio, ma è un dono che prosegue nella vita di ciascuno: “Di fronte alla memoria della Sindone chiediamo la forza di procedere con coraggio e fiducia, senza abbatterci per quanto di negativo abbiamo accumulato nel nostro passato”. “L’esperienza dell’assoluta povertà del Crocifisso abbandonato nel sepolcro ci arricchirà in una

misura che non ci sarà tolta, se ci lasceremo conquistare dall’amore che essa attesta e comunica. E l’amore non passa, perché l’amore è Dio con noi”. L’Arcivescovo con la benedizione finale ha concesso l’indulgenza plenaria ai fedeli che hanno seguito la Messa. All’uscita dalla cattedrale, Nosiglia ha parlato dell’affondamento, avvenuto nelle acque del canale di Sicilia, di un barcone carico di migranti, che ha provocato la morte di centinaia di persone. Alle 16 di domenica 19 è iniziato il lungo flusso di pellegrini: già un milione i prenotati e si presume che raddoppieranno nel corso dei 67 giorni nei quali sfileranno di fronte al Telo. Persone di ogni età, provenienza e credo che si lasceranno interroga-

re da quell’immagine che ancora oggi nessuno scienziato è riuscito a riprodurre e che rimanda anche nei più piccoli particolari al racconto della Passione riportato dai Vangeli. La Sindone è immagine di dolore e sofferenza, ma anche di speranza e riscatto che l’Arcivescovo Nosiglia invita a contemplare alla luce di un motto tratto dal Vangelo di Giovanni: “L’Amore più grande”. Un motto che parla a tutti, ma che la Commissione diocesana per la Sindone ha voluto rivolgere in particolare a malati e disabili, protagonisti di questa ostensione. E sin dai primi giorni proprio i giovani potranno vivere di fronte al Telo una notte bianca della fede con testimonianze, preghiere e riflessioni.

“Fissiamo il Sacro Telo con l’intensa meraviglia di chi si accosta alla prova dell’Amore più grande rivelato da questa immagine, tanto unica da differenziarsi da mille altre” – ha sottolineato l’Arcivescovo della chiesa di San Massimo. Sarà dunque un lungo pellegrinaggio fino al 24 giugno e per aiutare e agevolare questo grande afflusso sono attivi 4.600 volontari appositamente formati per accogliere i pellegrini e accompagnarli lungo il percorso che dai Giardini reali porta alla cattedrale con la sosta per la prelettura. Offriranno informazioni, leggeranno la preghiera di fronte al Telo, saranno a disposizione per garantire a tutti la possibilità di godere al meglio del pellegrinaggio. Aperte anche le mostre e le varie iniziative culturali e spirituali messe in campo per arricchire il pellegrinaggio: sotto il duomo l’esposizione del Compianto sul cristo Morto del Beato Angelico, al Santo Volto la mostra “Holy Mistery” e a Venaria “Pregare, un’esperienza umana”. E poi concerti, rappresentazioni sacre, visite guidate alla riscoperta della devozione sindonica su tutto il territorio piemontese. Per valorizzare, infine, l’esperienza spirituale del pellegrinaggio due le penitenzierie attrezzate con sacerdoti disponibili a confessare in varie lingue. E porte aperte al Santuario della Consolata dalle 6.30 alle 19.30 tutti i giorni per favorire il raccoglimento e la preghiera dei pellegrini. Luca Rolandi

La strage nel canale di Sicilia. Centinaia di migranti morti nelle acque, ma adesso intervenga la comunità internazionale

Davanti alla tragedia del mare liberiamoci dallo sterco del diavolo

Tacitare la coscienza esprimendo lo sdegno? Colpevolizzarsi? In fin dei conti sarebbero solo degli anestetici che ci consentirebbero di continuare la nostra routine quotidiana senza nulla cambiare. Il fatto (e i fatti) sono ben noti, quanto preoccupa è la dismisura esponenziale della loro crescita. Sembrerebbe che, ormai, si sia superata quella soglia di decenza che rimane anche nell’indecenza, quella sorta di codice di onore che permane anche nelle azioni inique e che, forse, può far

sperare in un ravvedimento, in una conversione. Francesco definisce il popolo dei barconi, “vittime nostri fratelli che cercavano una vita migliore”. Vittime di un lurido commercio che garantisce guadagni sicuri e forti, indipendentemente dai flussi della Borsa e dalla qualità della merce che, quand’anche scomparisse, avrebbe ottenuto l’esito migliore. Fratelli? Se tali fossero qualche mossa l’avremmo già in atto. Se non erigiamo muri di cemento cinti di filo spinato, stiamo diventando

noi muri che non vogliono sentire e non vogliono vedere i “nostri” che sono “affamati e perseguitati, ma anche feriti e sfruttati, vittime di guerre”. Chi provoca questa situazione? È troppo comodo parlare di società e nazioni, di organizzazioni e di guerre, e rimanere nell’astratto, bisogna avere il coraggio di indicare i volti di chi, cinico, determina tutto lo sfruttamento. I guadagni quali canali percorrono? I “perché” rischiano di librarsi nell’aria ed evaporare: basta lasciar parlare e poi tutto rimane esattamente così come era. Certamente lo sguardo di Francesco è orante – “assicuro per gli scomparsi e le loro famiglie il mio ricordo nella preghiera” – ma sarebbe ripiegato su se stesso e sterile se non fosse reso con concretezza: “Rivolgo un accorato appello affinché la comunità internazionale agisca con decisione e prontezza, onde evitare che simili tragedie abbiano a ripetersi”. Le immagini che possiamo guardare alla Tv o che cap-

tiamo nel web ci lasciano indifferenti? Come possiamo incrociare gli sguardi dei nostri figli, delle mogli, degli amici quando lo sguardo terrorizzato di chi sta affogando non ci interpella? Fame e sete dinanzi alle nostre merende che sfamerebbero per una giornata un povero migrante dallo stomaco pari al nostro? Lo stupro che regna anche su di un barcone affollato, gremito di centinaia di persone considerate prede, si può tollerare? Gli schiavisti odierni ripropongono, senza essere fermati in tempi di gps, droni e satelliti, la tratta dei neri tanto deplorata. Si è smarrito, non perso spero, il significato della persona umana, la sua relazione personale con il Creatore, ma anche la solidarietà che, per chi non crede, lega umano ad umano. Come possiamo recuperarlo? Nelle nostre relazioni quotidiane improntate non all’ombelicocentrismo, non al bancomat, ma alla cura per l’altro, per l’altra, per chi

sta vicino e soffre una situazione di disagio e di dolore. Non basta scuotere i grandi, i potenti, le comunità internazionali o locali. Non basta neppure dare una mano (magari ci fosse qualche volta!), è necessario dare il cuore, cioè tutto se stessi, sprecarsi senza misura. Nel ristretto ambito in cui ciascuno e ciascuna vive che però è cellula generativa di relazione nuova, di mutamento che, forse impercettibilmente, ma realmente, incide e giunge anche ai migranti, ai naufraghi. A tutti, anche a chi si rotola nel fango dello schiavismo,

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dello scafismo e gode del denaro sporco: non escludiamo nessuno dalla lista, tocchi anche il cuore di chi dirige e pianifica tutto dal bordo di una piscina in luoghi da favola, ma si pasce di cinismo. La storia davvero non si dimostra “maestra di vita” in automatico, richiede che facciamo nostro il monito e usciamo da una tragedia che, per sempre, ci avrà segnati. Lo sterco del diavolo copre e inquina ormai le coscienze. Speriamo solo di essere capaci di liberarci dalla sua lordura. Cristiana Dobner

CAMPANE


IL POPOLO

IL VANGELO DELLA DOMENICA

Giovedì 23 aprile 2015 26 aprile - IV DOMENICA DI PASQUA

IL COMMENTO AL VANGELO (Gv 10,11-18)

“Io do la mia vita per le pecore” LE LETTURE DELLA DOMENICA

Prima Lettura At 4,8-12 Salmo Responsoriale Sal 117 Seconda Lettura 1Gv 3,1-2 Vangelo Gv 10,11-18 In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita

per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

LA MEDITAZIONE DEL VESCOVO MONS. VITTORIO VIOLA trascrizione dell’omelia sul Vangelo di domenica scorsa, trasmessa dal sito www.radiopnr.it

La nostra vita cristiana è fare esperienza del Risorto Domenica 19 aprile - III Domenica di Pasqua (Lc 24,35-48)

Carissimi, prosegue il nostro percorso nella luce della pasqua, verso la pienezza del dono della Pentecoste. Ancora ci raggiunge una parola, dal vangelo di Luca, e ci narra di un apparizione del risorto, è come se il risorto dovesse risvegliare una chiesa che rimasta oppressa da un sonno mortale che è appunto l’esperienza della passione e della morte di Gesù. Il suo concedersi con pazienza e misericordia ai suoi, permettendo loro di fare esperienza di lui, dopo la sua resurrezione è esattamente ciò che la liturgia permette di vivere anche a noi. Anche per noi ogni anno il tempo pasquale è tempo nel quale rinnoviamo la nostra fede nel risorto tempo per fare esperienza di lui attraverso i sacramenti, attraverso una parola. Questa apparizione ancora una volta viene raccontata mostrando la reazione dei suoi, c’è paura, ma una paura che a motivo dell’apparizione del risorto diventa anche gioia sempre un passaggio, c’è sempre una pasqua, ogni volta che noi facciamo esperienza di lui. Di fronte a questo sconvolgimento, a questo essere pieni di paura credere di essere di fronte ad

un’illusione della mente, a un fantasma Gesù si concede con gesti quasi estremi come, appunto, il lasciarsi toccare, il chiedere di poter mangiare qualcosa davanti a loro. Questo avanzo di pesce arrostito che Gesù mangia davanti a loro. La resurrezione di Gesù non è un idea, non è un’aspirazione, un desiderio, appunto, un’illusione della mente la resurrezione di Gesù è il suo vero corpo, di cui noi possiamo fare esperienza, Pietro e gli altri hanno potuto fare esperienza del corpo del Risorto. L’esperienza concreta che dice continuità con quella modalità di rivelazione che è l’incarnazione, della quale il Signore non si pente. Con coerenza anche dopo la resurrezione Gesù permette ai suoi di fare esperienza del suo corpo, pur nella nudità di quel corpo risorto. Questa esperienza di lui diventa poi anche comprensione della scrittura, perché Gesù parla di se aprendo la mente dei suoi attraverso la legge di Mosè, i Profeti, i Salmi. Mostrano loro come tutto ciò che è accaduto è esattamente il commento di quella parola antica. Non semplicemente un compimento che chiude la rivelazione, ma un

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compimento che apre un’altra pienezza di comprensione di lui. Questa apertura della mente e del cuore dei suoi, che finalmente comprendono la scrittura, è esperienza della Pasqua, esattamente ciò che noi abbiamo vissuto nella veglia pasquale, quando collocando il cero accanto all’ambone, abbiamo letto alla sua luce, alla luce del Cristo Risorto, quell’abbondanza di parola, che la liturgia ci consegna, appunto, nella veglia pasquale. Quasi a sorprenderci come ogni pagina della scrittura, a quella luce, diventa comprensibile. Di tutto questo, dell’esperienza del corpo risorto in questo banchetto messianico che Gesù ha preparato per i suoi, di questa comprensione di lui attraverso la scrittura, che ci permette di comprendere pienamente la stessa scrittura: di tutto questo i suoi sono chiamati ad essere testimoni. Quindi non mandati semplicemente in rappresentanza di lui, per raccontare qualcosa di lui, ma mandati come testimoni di lui, come uomini che hanno fatto un esperienza del risorto e che la comunicano. Un’esperienza che non è semplicemente ciò che loro

hanno potuto capire, mentre la vivevano, ma un esperienza che è diventata comprensibile alla luce della pasqua, attraverso la pazienza del Signore nelle apparizioni, attraverso un’apertura della mente e del cuore nella comprensione della parola diventa per loro fondamento della missione che il Signore stesso affida a loro. È la vita cristiana, la nostra vita cristiana è questo, fare esperienza del Risorto, per noi presente nella celebrazione dei santi misteri, nei sacramenti, scoprire nella parola la rivelazione piena del senso profondo della passione, della morte, della resurrezione di Gesù. Lasciare che la nostra vita venga coinvolta da questa esperienza di lui e testimoniarla nel mondo. Il Signore ci conceda di poter vivere nella gioia la nostra fede che diventa appunto testimonianza di vita per il mondo.

La relazione tra Gesù pastore e noi, sue pecore, ha l’esemplare nel rapporto tra il Figlio e il Padre. Una relazione d’amore e di conoscenza profonda, più forte di qualsiasi cosa, anche la peggiore, portata contro la comunione. È una conoscenza che porta Gesù a dare la vita non perché le pecore lo meritino, ma proprio perché sono scappate dal recinto e si son fatte nemiche del pastore, fino a metterlo a morte! C’è un amore più grande di questo? Tutto quello che il Signore vive col popolo d’Israele si dilata nella relazione e nella salvezza che, nel Figlio, Dio stabilisce con l’umanità, comprensiva di tutte le pecore, comprese quelle fuori dal recinto del cortile del tempio di Gerusalemme. L’amore salverà non perché le pecore sono buone, ma perché lo è il pastore che dà la vita per loro. Il vero pastore ama intensamente le sue pecore. Questo amore lo fa “buono”, anzi “bello” e forte da vincere il lupo che è il Serpente antico, il nemico di Dio e dell’uomo. Io sono il buon Pastore, il pastore definitivo promesso da Dio alla discendenza di Davide, il Messia che regnerà deponendo l’anima a favore delle pecore, dando la vita per loro perché Gesù ama l’umanità. Chi è pagato, invece, non si espone al pericolo per salvare il gregge che non è suo. I capi d’Israele si sono comportati da mercenari, come ladri e briganti, come lupi che sbranano; per questo Dio strapperà loro di bocca le sue pecore. Anche quelle che non sono del recinto ebraico: tutta l’umanità diventerà un solo gregge sotto l’unico vero pastore Gesù. Tenera e drammatica, l’immagine del Buon Pastore è in assoluto la più antica dell’arte paleocristiana. Dopo il tabù ebraico contro le immagini, sulle pareti delle catacombe romane - prima di Priscilla e poi di san Callisto - comparve la rappresentazione di un Cristo dai delicati tratti apollinei, con la pecorella smarrita, sulle spalle. “Un pastore. Uomo della solitudine e del silenzio; un uomo che veglia giorno e notte a difesa da mercenari e ladri, per amore dei suoi agnelli. (...) Sempre assorto in calmi e infiniti pensieri; forse ultimo esemplare di una civiltà lontanissima: una civiltà fatta di contemplazione, di senso dell’eterno; e quindi di una civiltà che garantiva tutta una realtà di vita: la tenuta degli affetti, la consistenza delle promesse, il peso delle parole, la resistenza degli amori... Dio non poteva non paragonarsi a un pastore. Noi abbiamo un pastore che non solo si accontenta di aspettare che tornino da sole o che altri le riconducano all’ovile, ma... si avventura alla ricerca del suo bene perduto... Così è la vita del pastore innamorato, che già sente nelle sue carni gli artigli delle fiere e gli pare di udire l’urlo del lupo. Riusciremo mai noi a penetrare dentro il cuore di un simile Dio? Riusciremo a capire come Dio ama?”. (David MariaTuroldo) IL SANTO DELLA SETTIMANA a cura di Daniela Catalano

San Giovanni Battista Piamarta

La Chiesa il 25 aprile ricorda San Giovanni Battista Piamarta. Nacque a Brescia il 26 novembre 1841 da una famiglia povera e, rimasto orfano di madre a 9 anni, fu educato cristianamente dal nonno materno e in oratorio dove frequentava il coro. Grazie al parroco di Vallio Terme Don Pancrazio Pezzana, il quale si rese subito conto della sua disponibilità alla vita sacerdotale, a 19 anni entrò nel Seminario di Brescia. Dal 1860 al 1865 si dedicò allo studio e si distinse nella pietà e nella disciplina. Il 23 dicembre del 1865 fu ordinato sacerdote. Iniziò il suo ministero sacerdotale come viceparroco a Carzago Riviera e a Bedizzole; fu nominato poi parroco della chiesa di Sant’Alessandro a Brescia e poi a Pavone Mella. Le prime esperienze oratoriane furono per lui una preziosa possibilità di conoscere da vicino la gioventù delle fabbriche della nascente industria bresciana. Nei 13 anni di fecondo apostolato aiutò molti ragazzi. Lasciò la parrocchia di Pavone Mella per tornare a Brescia, dove si dedicò a realizzare un’opera da tempo pensata e sognata. Per dare ai giovani una sicura preparazione professionale e cristiana avviò l’Istituto Artigianelli il 3 dicembre 1886 con l’aiuto di monsignor Pietro Capretti. Seppur con enormi

difficoltà, dal 1888 la crescita degli artigianelli non si fermò più, si moltiplicarono i fabbricati e i laboratori e i giovani ricevettero una buona preparazione tecnica. Pochi anni dopo, fondò la Colonia Agricola di Remedello. Nel marzo del 1900 istituì una Famiglia Religiosa, composta da sacerdoti e laici impegnata nell’educazione dei giovani e fondò la Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth. Grazie a Madre Elisa Baldo, il 15 marzo 1911, fondà la Pia Società delle Povere Serve del Signore, eretta poi in Congregazione con il nome di Umili Serve del Signore, per una reciproca collaborazione nel campo educativo. Si dedicò anche alla predicazione, alle confessioni, alla direzione spirituale e all’assistenza ai poveri. Morì il 25 aprile 1913 a Remedello. Fu beatificato nel 1997 da Giovanni Paolo II e il 21 ottobre del 2012 canonizzato da Papa Benedetto XVI.


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IL POPOLO dell’ VOGHERA - CASTEGGIO - BRONI

SS. MESSE FESTIVE A VOGHERA Duomo di Voghera (tel. 43532) ore 8,30-10-11,15-17,30 (sabato 17,30). S. Rocco (tel. 41206) ore 8-10,30-12-18 (sabato 18). S. Vittore (tel. 41677) ore 10,30-18 (sabato 18). Pombio (tel. 43688) ore 8,45 (Centro Madonna di Fatima) 11-18 (sabato 18). S. Maria della Salute (tel. 41315) ore 8-10,30-18 (sabato 18). S. Pietro (tel. 41856) ore 8-10-11,15 (sabato 17). Resurrezione (tel. 44674) ore 11 (sabato 17). Santa Maria delle Grazie (tel. 47889) ore 7,30-9,3011,30-17,30 (sabato 17.30). Medassino (tel. 640395) ore 11-17,30 (sabato 17,30). Torremenapace (tel. 646108) ore 11. Campoferro

ore 11. Oriolo (tel. 379578) ore 11. Carmine festivo 11,15. Ospedale ore 17. Gerlina ore 9. Farmacie di turno aperte dal 23 al 29 aprile 2015 Giovedì 23: Moroni, P.zza Duomo, 35 - (tel. 0383 41429) Venerdì 24: Gregotti, Piazza Duomo, 16 - (tel. 0383 41427) Sabato 25: Del Rondò, Rondò Carducci - (tel. 0383 366286) Domenica 26: Gazzaniga, P.tta Garibaldi, 17 - (tel. 0383 43104) Lunedì 27: Garavani, Via Plana 55 - (tel. 0383 41426) Martedì 28: Callegari, Via Grattoni, 6 - (tel. 0383 43573) Mercoledì 29: Comunale 3, Via Emilia, 251 - (tel. 0383 62063)

Cecima L’Agenzia Spaziale Europea ha scelto Ca’ del Monte per i 25 anni di Hubble

Il telescopio orbitale svelerà i suoi segreti

CECIMA - L’Agenzia Spaziale Europea ha scelto il Planetario e Osservatorio astronomico di Ca’ del Monte a Cecima, per ospitare in Italia l’evento internazionale dedicato ai 25 anni della messa in orbita del Telescopio Spaziale Hubble. Le celebrazioni inizieranno il 25 aprile, alle ore 21, nell’anfiteatro antistante l’ Osservatorio Astronomico. Durante la serata verrà svelata un’immagine di sei metri quadri di altissima risoluzione, scelta dall’Agenzia Spaziale Europea

e catturata dallo stesso Hubble grazie al suo potentissimo occhio che, da ormai venticinque anni, osserva le più incredibili meraviglie dell’Universo. “Sarà un’occasione per conoscere il telescopio spaziale protagonista di una delle missioni più produttive e longeve della storia, nato dalla collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea e la NASA. Un telescopio che ha raccolto dati fondamentali per scoprire il nostro universo, permettendo di fare enormi passi a-

vanti nella comprensione di ciò che ci circonda. – questo il comunicato ufficiale dell’associazione Tethys, che gestisce l’Osservatorio astronomico – Durante la serata sarà possibile assistere, sotto la cupola del Planetario, ad una proiezione di filmati e suggestive immagini realizzate proprio grazie ai dati di Hubble, e ad una conferenza sul tema. Nella seconda parte della serata, invece, ci si sposterà in anfiteatro sotto la volta celeste e, al cospetto dell’immagine celebrativa dei

25 anni di Hubble Space Telescope, si osserveranno ad occhio nudo e ai telescopi alcuni dei più interessanti oggetti individuati anche da Hubble”. Il telescopio spaziale, lanciato nel 1990 a bordo dello Space Shuttle Discovery, ha realizzato oltre 930 mila osservazioni e scattato più di 570 mila immagini di 30 mila corpi celesti offrendo ai ricercatori un patrimonio di dati di grande importanza scientifica da cui sono scaturiti più di 8 mila articoli scientifici, legati a progetti di ricerca che in alcuni casi vedono in prima linea anche l’Italia. Questo appuntamento unico si svolgerà proprio nell’Osservatorio astronomico di Ca’ del Monte, di proprietà della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese, che sta diventando un punto di riferimento per tutti gli appassionati del cielo. Infatti, nel 2014 ha ospitato oltre 7 mila turisti provenienti da tutta Italia e anche dall’estero. “L’evento, di notevole interesse, arricchisce ulteriormente il calendario di manifestazioni stilato per il 2015 dall’Osservatorio astronomico Ca’ del Monte. – dice il sindaco di Cecima Andrea Milanesi – Il riconoscimento è la dimostrazione del buon lavoro svolto dai gestori, coi quali mi congratulo”. Mattia Tanzi

Ad Oramala in tanti per “Aspettando la festa di Liberazione” VAL DI NIZZA - Domenica la rocca medievale di Oramala ha ospitato la manifestazione partigiana “Aspettando la Festa della Liberazione” organizzata dalla sezione Anpi di Val di Nizza in collaborazione con la sezione di Voghera della Coop Lombardia e con l’Auser vogherese.

E’ stata organizzata una passeggiata lungo i sentieri partigiani. Al rientro, dopo la risottata, si sono alternati i racconti della Resistenza a cura di “Gigino, Ginetto e Dino” e con le letture proposte da Sara Sacchi. Il pomeriggio è proseguito con la band ska-punk oltrepadana degli Ashpipe.

MENCONICO - La Regione Lombardia ha inviato due funzionari della Protezione Civile, un geologo e due tecnici per visionare la grossa frana di Menconico. “Durante il sopralluogo i rappresentanti del Pirellone si sono accorti della gravità di una situazione che sta mettendo a rischio le frazioni di Bosco e Molino San Pietro. – spiega il sindaco Paolo Donato Bertorelli – Nei prossimi giorni sarà stesa una relazione dettagliata che permetterà di capire il tipo di intervento necessario a risanare la frana”. Intanto la terra continua a muoversi e ad avvicinarsi al-

le case abitate da circa 40 residenti”. Lo smottamento si è inoltre portato via un frutteto di un agricoltore che ha presentato un esposto in comune chiedendo di essere risarcito. “I lavori devono iniziare al più presto altrimenti si potrebbero verificare dei danni insanabili. – continua il sindaco Bertorelli – La frana sta preoccupando i residenti delle due frazioni che hanno promosso una raccolta firme”. Preoccupa soprattutto l’enorme spostamento di terra che ha creato una voragine e un dislivello di circa 10 metri tra la parte franata e il piano di campagna naturale.

Il sopralluogo per la frana

LTREPO’

Giovedì 23 aprile 2015

STRADELLA - VALLE STAFFORA

Edicole aperte domenica 26 aprile 2015 (Turno B): Bettaglio, via C. Emanuele; Bertora, via Verdi; Dematteis, via Emilia 23; Ferlini; via Rosselli; Rota viale Repubblica; Mingrone corso XXVII Marzo; Salvagnin, via Lomellina; Ravaglia, piazza san Bovo; La Notizia di Sala, via Don Minzoni; Tres via Grattoni; Zolla via Cavour; Mossolani, via Cattaneo; Cartolandia strada Valle. Distributori aperti domenica 26 aprile 2015 (Turno A): IP, via Lomellina 38.

FORTUNAGO - Il sindaco è stato riconfermato

Lanfranchi vice presidente dei “Borghi” FORTUNAGO - L’Assemblea Nazionale composta da 250 sindaci dei comuni italiani appartenenti ai “Borghi più Belli d’Italia” si è riunita nei giorni scorsi a Corinaldo (AN) nelle Marche per eleggere il Presidente e il Consiglio Direttivo dell’associazione. Sono entrati a far parte dell’esecutivo 16 rappresentanti, scelti su base regionale, in ragione di uno per le regioni più grandi come la Lombardia e uno ogni due regioni di minore dimensione demografica. È stata approvata ad unanimità l’elezione del presidente Fiorello Primi, già sindaco di Castiglione del Lago in Umbria e del vice presidente Pier Achille Lanfranchi, sindaco di Fortunago. Si tratta di una riconferma che arriva in seguito agli importanti obiettivi raggiunti dall’associazione in questi anni a livello nazionale ed europeo nel settore dello sviluppo turistico a favore dei piccoli centri della penisola. A Lanfranchi è stata affidata la rappresentanza dei Borghi del Nord Italia, ricompresi nella Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. “Sono particolarmente lieto della nomina, sento la responsabilità, l’orgoglio e il grande privilegio di poter lavorare per il bene delle nostre comunità locali. – osserva Lanfranchi – È un lavoro con-

tinuo per salvaguardare la bellezza e l’enorme giacimento di beni culturali e paesaggistici che ancora è dimenticato nel nostro Paese e che merita di essere valorizzato e conservato”. I Borghi più Belli d’Italia sono l’emanazione di Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, con sede a Roma, riconosciuti per promuovere, valorizzare e tutelare il patrimonio artistico, socio culturale e ambientale dei centri storici ricadenti nei piccoli comuni di tutto il territorio nazionale. Il marchio “Borghi” oggi riveste una grande importanza anche sul piano internazionale, grazie alla collaborazione con l’Ente nazionale del turismo italiano che ha sede presso le ambasciate italiane nel mondo, in sinergia con le attività promosse dal Ministero dei Beni Culturali.

ZAVATTARELLO - Domenica 26 aprile a Pradelle

Una strada dedicata a “Berto”

ZAVATTARELLO - Domenica 26 aprile, alle ore 15.30, a Pradelle frazione di Zavattarello, il sindaco Simone Tiglio, con Patrizia Palavezzati, segretario dell’Anpi locale, intitolerà la strada del paese al partigiano Umberto Negruzzi (Berto).

Militare nel corpo degli Alpini dal 1935 al 1943, dopo l’8 settembre tornò in Oltrepò diventando comandante di distaccamento della brigata Crespi, divisione Aliotta. Fu ucciso in un agguato fascista ad Oramala, l’11 marzo 1945.


Cigognola e Broni Tanti eventi programmati dai due Comuni

teca dell’Istituto pavese di storia della Resistenza e dell’età contemporanea. L’evento gode del patrocinio della Fondazione Nuto Revelli. Ingresso libero. Sabato, 25 aprile si terrà la Camminata della Resistenza, tradizionale appuntamento che caratterizza anche questo anniversario della Liberazione. L’iniziativa vuole unire, non solo idealmente, le comunità di Broni e Cigognola per tenere vivo il ricordo su quanto esse siano state duramente segnate dalla presenza – a Broni in Villa Nuova Italia e a Cigognola nel castello – delle truppe nazifasciste che

hanno disseminato terrore e morte durante i mesi immediatamente precedenti la Liberazione. La Camminata partirà dal Palazzo Municipale di Broni alle ore 14.30 per concludersi, attorno alle ore 16.30 circa, nella piazza Castello di Cigognola dove i partecipanti saranno accolti, oltre che da un punto di ristoro, dal concerto di Antonio Carta, affermato cantautore. La giornata del 25 aprile si concluderà al Teatro Carbonetti di Broni dove, con inizio alle ore 21.15 e con ingresso libero, sarà proiettato il film “Monsieur Batignole di Gérard Jugnot” ambientato nella Parigi del

1942, durante l’occupazione tedesca. Domenica 26 aprile, alle ore 21, nella Basilica di San Pietro Apostolo di Broni, nell’incontro “Bronesi miei carissimi…”, saranno lette le belle pagine scritte da Mons. Alessandro De Tommasi per “L’Eco di San Contardo”. La lettura sarà accompagnata dalla proiezione di immagini suggestive. Infine, giovedì 30 aprile, alle ore 21, presso il Polo culturale di Via Matteotti di Broni, a conclusione della Settimana della Resistenza, sarà presentato il libro “Fuochi nell’Oltrepò” di Annibale Schiavi.

completamente volontario e senza alcun compenso. E’ però la professoressa Giorgi l’anima del doposcuola parrocchiale, cura i rapporti con gli insegnanti, elabora i percorsi didattici, conosce personalmente bambini e famiglie, intrattiene i rapporti con i genitori e con gli insegnanti della scuola, addirittura si reca personalmente presso il domicilio dei ragazzi per prelevarli e accompagnarli in oratorio, per poi riportarli a casa. I fruitori del servizio di doposcuola – molti dei quali stranieri, ma anche italiani residenti nel comune e in quelli limitrofi – sono principalmente bambini e ragazzi in deficit culturale, di collocazione sociale, di

speranza, di strumenti capaci di farli sentire riconosciuti e valorizzati. I numerosi ragazzi che frequentano il doposcuola nell’oratorio bronese rappresentano questo segmento di umanità a serio rischio di esclusione sociale, anche in una medio-piccola realtà come quella di Broni. Ragazzi portatori di fragilità di diverso tipo: intellettivo, familiare, culturale, caratteriale. Ragazzi che nel doposcuola trovano molto più che un insegnante di sostegno o un facilitatore linguistico (nel contesto del doposcuola è attivo anche un corso di italiano per adulti stranieri). Coloro che partecipano alle attività accedono al servizio su invio della scuola o su richiesta della famiglia. Con il servizio di doposcuola l’oratorio si conferma come luogo privilegiato di formazione e di accoglienza, con un ruolo educativo e sociale di grande rilevanza. Un presidio a favore della gioventù bronese. Il servizio di doposcuola si aggiunge alle altre innumerevoli attività caritative nel campo delle fragilità e del sociale poste in essere dalla Parrocchia di San Pietro apostolo in Broni. Marco Rezzani

Conferite le benemerenze di San Contardo a Broni

BRONI - Giovedì 16 aprile alle ore 18.30 il Consiglio comunale di Broni si è riunito in seduta solenne e straordinaria per il conferimento delle benemerenze civiche di San Contardo, nel giorno che ricorda la morte del patrono della città. Il prestigioso riconoscimento è stato quest’anno assegnato a Lino Maga, il “re del Barbacarlo”, alla presidente dell’Associazione “Sportello Mamma” Alessandra Uboldi Cagnoni e all’Oratorio De Tommasi nella persona di Contardina Giorgi, anima del servizio di doposcuola che da dieci anni è attivo presso la struttura parrocchiale di Via Montebello. Un servizio prezioso, parti-

to nel 2006 proprio grazie alla passione e alla professionalità di Contardina Giorgi, insegnante di lingua francese in pensione che, incoraggiata dal parroco don Mario Bonati, ha scelto di mettere al servizio della collettività la sua lunga esperienza nel mondo della scuola. Attualmente i bambini e i ragazzi che frequentano regolarmente sono una settantina. Dall’anno di avvio dell’iniziativa il loro numero è costantemente cresciuto. Il servizio, del tutto gratuito, è attivo nei giorni di martedì, giovedì e venerdì dalle ore 17 alle ore 18.30 durante tutto l’anno scolastico. Una ventina di persone prestano la loro opera in qualità di docenti, a titolo

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Giovedì 23 aprile 2015 PONTE NIZZA - A causa dell’embargo in Russia

Inizia la “Settimana della Resistenza”

CIGOGNOLA - Numerosi e variegati sono gli appuntamenti messi in calendario dalle municipalità di Cigognola e di Broni per il settantesimo anniversario della Liberazione. Prenderanno il via oggi, giovedì, 23 aprile, alle ore 21, presso il Polo Civico di Valle Cima in piazza d’Europa Unita a Cigognola, con lo spettacolo “Non nevica più, è un mattino stupendo. Sono un partigiano”, reading teatrale di Laura Ferrari intorno alla figura di Nuto Revelli, partigiano e scrittore. Musiche eseguite da Elena Casoli. Le immagini proiettate sono fornite dalla foto-

IL POPOLO

VOGHERA E OLTREPO’

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Calano i prezzi delle mele locali

PONTE NIZZA - I frutticoltori della Valle Staffora resistono alla crisi nonostante il calo di vendite che si è verificato nel 2014, con un 30% in meno rispetto all’anno precedente. Nei comuni di Val di Nizza, Ponte Nizza, Bagnaria è concentrata la maggior produzione di mele, pere, pesche, susine e ciliegie dell’area appenninica. Da queste parti gli agricoltori devono lottare anche con il pericolo causato dagli ungulati: cinghiali, daini e caprioli, che soprattutto in estate, provocano danni alle colture. “L’anno scorso è stata veramente dura. – spiega il presidente del Consorzio Frutta Valle Staffora Fabrizio Lanzarotti – I nostri 40 soci, che producono circa 6 quintali all’anno tra mele e pere, sono stati penalizzati dall’embargo in Russia. La Polonia, tra i maggiori esportatori di mele, è stata costretta a dirottare le vendite nel mercato europeo obbligando il consorzio ‘Melinda’ a ridurre i prezzi. Questa scelta aziendale ha condizionato negativamente le vendite nel nostro territorio che sono scese del 30%. Per rimanere competitivi saremo anche noi costretti ad abbassare i prezzi e sperare in condizioni meteo favorevoli. Un altro

problema è rappresentato dalla presenza degli ungulati e in particolare dei caprioli che in certe zone causano danni ingenti ai frutteti. Poco possono fare le recinzioni. Inoltre, nel comune di Ponte Nizza abbiamo anche il problema dei corvidi”. Non tutto però è negativo. Infatti, oltre all’alta qualità delle frutta messa sul mercato gli agricoltori possono usufruire di agevolazioni fiscali date dalla presenza della Comunità Montana dell’Oltrepò Pavese. Qui non si paga l’Imu sui terreni agricoli. “Se non ci fossero queste agevolazioni dovremmo stringere ancora di più i denti. – afferma Simone Rolandi, frutticoltore di Val di Nizza – La mia azienda si sviluppa su 10 ettari coltivati a mele, pere, albicocche, susine, pesche e ciliegie. L’anno scorso, nonostante un’estate un po’ anomala, siamo riusciti a riprenderci nel mese di settembre anche se le vendite sono diminuite a causa della crisi che non ha risparmiato nessun settore. La speranza è che non arrivino altre perturbazioni caratterizzate da gelate mattutine. A fine maggio si partirà con la raccolta delle ciliegie per poi proseguire con i frutti estivi fino alle mele e pere di settembre”. Mattia Tanzi

VOGHERA - Iniziativa di Asm Voghera

Gli interventi nei parchi cittadini VOGHERA - Asm Voghera Spa, tramite il servizio di Igiene Urbana e nel rispetto degli impegni contrattuali assunti con il Comune di Voghera, provvede a garantire la gestione e la manutenzione di tutti i parchi cittadini. Questo significa che il personale dell’Azienda si occupa dell’apertura e della chiusura dei parchi, della pulizia e degli interventi di ordinaria manutenzione. Un impegno quotidianamente svolto in tutte le aree verdi, comprese quelle di Pombio e San Vittore. “La cura e la gestione del verde è affidata ad una ditta esterna che sta provvedendo come da contratto ad eseguire tutti i lavori in programma come, ad esempio, il taglio dell’er-

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ba, l’irrigazione, lo svuotamento dei cestini. – spiegano dall’Azienda di via Pozzoni – A quanto ci risulta non c’è mai stato nessun stato di abbandono. Più specificatamente, per quanto riguarda il parco di San Vittore, solo poche settimane fa abbiamo effettuato una serie di interventi, fra cui la sistemazione delle aree pedonali (con la rimozione di vecchie piastrelle in cemento); la sistemazione della fontana centrale con la messa in sicurezza del basamento; il posizionamento di ghiaietto sulle aree pedonali; la sistemazione del prato erboso; la sistemazione dei pozzetti pericolanti e la messa in sicurezza della gradinata attraverso il posizionamento di inferriate”.


VOGHERA E OLTREPO’

Giovedì 23 aprile 2015

Varzi Dal Governo meno trasferimenti. Sindaci costretti ad aumentare le tasse

Comuni montani in crisi per i “tagli” VARZI - “Come facciamo a garantire l’ordinaria amministrazione senza dover infierire sulle tasche dei cittadini? – si domanda il sindaco di Ponte Nizza Tino Pernigotti – Il presidente dell’Anci Piero Fassino in una recente intervista apparsa su un’emittente nazionale, aveva assicurato che i contributi destinati ai comuni non sarebbero stati toccati. Invece, tutto ciò non è avvenuto. Ma i miei residenti crederanno al sindaco di Torino o al sottoscritto? Di questo passo sarò costretto a consegnare la fascia”. Per il territorio della Comunità Montana già messo in ginocchio da frane, smottamenti, strade

provinciali dissestate e dallo spopolamento, i tagli sui trasferimenti da parte del Governo rischiano di pesare sulla futura sopravvivenza delle amministrazioni stesse. A Santa Margherita di Staffora il sindaco Andrea Gandolfi dovrà approvare il bilancio di previsione 2015 con 34 mila euro in meno. “Gli ultimi fondi ricevuti dal Governo risalgono al 30 novembre 2014 e ammontano a 4 mila euro. – spiega il primo cittadino Gandolfi – Non si può andare avanti così. Siamo costretti ad aumentare le tasse al posto del Governo. Mi verrebbe voglia di portare le chiavi del municipio in Prefettur-

a”. Le casse del comune di Varzi invece si troveranno con 145 mila euro in meno. “Diventa davvero difficile ipotizzare la realizzazione di un bilancio di previsione. – afferma il sindaco di Varzi Gianfranco Alberti – Era stata data ampia rassicurazione da parte dell’Anci che non ci sarebbero stati tagli sul fondo di solidarietà destinato ai comuni. Invece, con enorme sorpresa, è successo il contrario”. Nel comune del Brallo di Pregola mancheranno all’appello altri 43 mila euro. “Da quando mi sono insediato non sono riuscito a fare neanche un progetto. Soltanto ordinaria amministrazione. E’ pazzesco. –

spiega il sindaco Christos Chlpanidas – A causa dei tagli sarò costretto ad aumentare Imu e Tasi. Questa situazione di costante incertezza deve cessare”. Invece a Bagnaria le casse comunali saranno svuotate di altri 30 mila euro. “Si tratta dell’ennesimo torto subito dai comuni che forse sono considerati degli enti inutili. – commenta il sindaco Mattia Franza – Invece di tagliarci i fondi dovrebbero limitare la spesa pubblica all’interno dei ministeri e puntare su un accorpamento serio. Orami, siamo diventati gli esattori dello Stato”. Mattia Tanzi

L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci con gli alunni

VOGHERA - Interessante serata quella di giovedì 16 aprile a Voghera, con il progetto proposto dall’Istituto comprensivo di via Marsala di Voghera, dedicato alla illustrazione dell’Ultima cena di Leonardo da Vinci a cura di Roberto Carlo Delconte, docente di religione nello stesso Istituto. In prima fila, accanto alla Dirigente Claudia Boccalini e al presidente del

Consiglio di Istituto, sedevano il parroco del Duomo mons. Gianni Captini, il vescovo Mons. Vittorio Viola, l’Assessore alla Scuola, il sindaco e il vicesindaco del Comune di Voghera e l’economo della diocesi Ernesto Stramesi. Dopo i saluti del parroco e della Dirigente, la serata è proseguita con l’intervento di Delconte. Del celebre capolavoro leonardesco è stata offerta

una originale lettura più attenta al suo significato spirituale e religioso, con l’intervento anche di alcuni studenti della stessa scuola che hanno letto, durante l’esposizione del relatore, alcune brevi schede illustrative, per rendere più chiara e vivace la stessa trattazione (ad esempio sulla nozione di “arte sacra”, sulla vita di Leonardo, sui passi dei Vangeli dedicati

all’ultima cena, e così via). Tali inserimenti sono stati concepiti come una sorta di “ipertesto orale”, sia per agevolare l’approfondimento di alcuni temi trattati, e sia, soprattutto, per consentire la partecipazione dei ragazzi all’iniziativa. Infine, durante la serata sono state proiettate non soltanto le immagini dell’opera di Leonardo, ma anche una serie di disegni e lavori realizzati dai ragazzi dell’Istituto, seguiti dai loro docenti, incentrati sul Cenacolo leonardesco. Alcuni significativi lavori, poi, sono rimasti esposti in Duomo, a testimonianza di un’attività scolastica interdisciplinare, che ha interessato le varie scuole dell’Istituto comprensivo con l’impegno di docenti e studenti. Si è trattato di un lavoro di equipe che ha dimostrato l’efficacia della scuola, sul piano sia educativo sia culturale, quando riesce a mettere in campo le proprie potenzialità e risorse, anche a servizio del territorio.

A 25 anni apre un panificio con l’aiuto del padre e i consigli del nonno VAL DI NIZZA - I consigli di un nonno, l’aiuto di un padre e il coraggio di un figlio sono gli ingredienti del “panino perfetto”. A Sant’Albano, piccolo centro abitato del comune di Val di Nizza, il ventiquattrenne Roberto Culacciati ha deciso di proseguire l’attività di famiglia riaprendo insieme al padre Paolo quel panificio che fu inaugurato dal nonno Aldo, nel lontano 1953. Una scelta importante, di quelle che ti cambiano la vita, ma che

allo stesso tempo ti riempiono il cuore di soddisfazioni. “L’anno scorso mio figlio Roberto ha deciso di continuare quel viaggio nella tradizione iniziato tanti anni fa da mio padre. – spiega Paolo Culacciati – Nel panificio tradizione e manualità sono diventate quelle armi vincenti che ci permettono di fare prodotti di qualità. Il forno è a vapore, uno dei pochi rimasti in Lombardia, ed è alimentato a legna. Tutti i nostri biscotti sono fatti a mano e

per il pane utilizziamo il lievito madre e non quello di birra”. L’altra scelta vincente, che ha consentito alla famiglia Culacciati di superare la crisi, è stata diversificare la produzione. Dal forno datato 1970, escono nel weekend circa venti tipi di pane, dalla ciabattina al filone, biscotti al cioccolato, al farro, al farro senza zucchero, integrali, con nocciole, cacao e bicolore. Produciamo anche torte, colombe e panettoni che nel periodo natalizio ri-

Provincia e Comuni firmano l’appello per le strade PAVIA - Venerdì 17 aprile presso la Sala “C. Barbieri” della Provincia di Pavia, è stato sottoscritto l’appello “Stradesicure” che il presidente Daniele Bosone e i sindaci del territorio consegneranno al presidente del consiglio e al presidente di Regione Lombardia. “Il territorio sta subendo un impoverimento del patrimonio stradale pubblico non più accettabile e non

degno di un Paese moderno. Con questa iniziativa ci metto la faccia e mi rivolgo unicamente a chi può aiutarci, il Governo”. Nel corso dell’incontro sono stati presentati i dati sui trasferimenti statali e sui contributi versati dalla Provincia al Governo per il mantenimento dei conti dello Stato, sulle risorse per la manutenzione stradale e nello specifico, sulle asfal-

tature. “Sono dati che faranno ben comprendere che così non si può andare avanti; oggi non siamo in grado di mantenere la rete stradale, con gravi rischi di sicurezza per i cittadini, nonostante la Legge Delrio indichi la viabilità come una delle funzioni fondamentali delle Province”. Proccupante è soprattutto la situazione delle strade in Oltrepò Pavese.

scuotono un grande successo. – continua Paolo – Il nostro prodotto simbolo è il ‘biscotto del nonno’ dedicato a mio padre che ha raggiunto il traguardo degli 81 anni”. Ugo Celasco

IL POPOLO

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In Breve

BRESSANA BOTTARONE/LIBRI

Il 26 aprile “Penne d’Oltrepò”

Domenica 26 aprile, a Bressana Bottarone, si terrà la manifestazione “Penne d’Oltrepò”, un’esposizione di libri e incontri con gli scrittori del territorio oltrepadano. Gli stand resteranno aperti dalle ore 10.30 fino alle 19. Durante la giornata ci saranno alcuni momenti culturali. Il primo alle ore 11.30 sarà “Anime in movimento”: dalle storie surreali di Nadia Mogni, in arte “Evaporata” al filo di Inchiostro e alla Casa sull’Albero di Roberto Monti. Alle ore 16 sarà la volta di “Vite d’Oltrepò” ovvero racconti autobiografici tra terre e gente dell’Oltrepò con Gigi Furini, Riccardo Bonini, Mariano Lombardi, Giovanni Maggi e Giovanni Valmori. Alle ore 17.30 si parlerà di “Libri e castelli: percorsi, leggende e un tocco di giallo, alla scoperta del territorio come scenario e come destinazione con Alessandro Disperati, Elisa Pianetta, Filippa Siciliano e Lucia Torti. Alle ore 18.30 seguirà l’aperitivo con gli autori. Saranno presenti Bruno Civardi, Paolo Rovati, Maria Cristina Morini, Mauro Quadrelli, Pierpaolo Messineo e gli stand delle case editrici Iperpress, La Ricotta, Primula, Publicenter e Ticinum. PAVIA/ARTE

Mostra di Bonelli e Pianetta

La pittrice bronese Bruna Bonelli e il pittore vogherese Marco Pianetta con le loro opere saranno protagonisti di una mostra nella prestigiosa cornice del centro artistico e culturale di Santa Maria Gualtieri in piazza della Vittoria a Pavia. “La Natura protagonista” è il titolo dell’esposizione che verrà inaugurata alle ore 16 di venerdì 1° maggio. La mostra sarà visitabile fino al 10 maggio nei giorni feriali dalle ore 16 alle ore 19 e il sabato e la domenica dalle ore 10 alle ore 12 e dalle ore 16 alle ore 19. La mostra gode del patrocinio dell’Assessorato alla cultura del comune di Pavia e del Circolo di pittura vogherese.

LANGUZZANO/LUTTO

Messa di Trigesima

Sabato 28 marzo, nella graziosa chiesetta di Languzzano, è stata celebrata da padre Cristoforo, superiore del convento francescano di S. Maria delle Grazie di Voghera, la S. Messa di trigesima in suffragio di Lodovina Bergonzi. Durante la semplice ma commovente funzione religiosa, animata dal coro “Francesco e Chiara”, il celebrante ha ricordato ai numerosi parenti e amici di Clara e Mariangela, nipoti della defunta, la grande fede di Lodovina, tragicamente scomparsa nell’incendio della sua abitazione di Montesegale. BRESSANA BOTTARONE/EVENTI

L’anniversario della Liberazione

Il Comune e l’A.N.P.I. - Sez. di Bressana organizzano le celebrazioni per la commemorazione del 70° anniversario della Liberazione. Venerdì 24 aprile, alle ore 19.30, presso l’area feste si terrà lo spettacolo di musica “Aspettando la Liberazione” che vedrà protagonisti “The Band - Prospettiva Padania Tour 2015” e la “Corte dei miracoli”. Sabato 25 aprile, giorno della festa, alle ore 10 ci sarà la deposizione fiori al monumento dei Caduti. Alle ore 10.30 i saluti del Presidente Sezione Anpi e del sindaco Maria Teresa Torretta. Seguirà l’intervento di Angela Sclavi, figlia del Comandante Annibale. Sarà poi presentato lo spettacolo dei ragazzi di “Fare teatro con la Costituzione”. Al termine premiazione del concorso per studenti “Elogio della parola Libertà” in memoria di Rino Vigo. Il 26 aprile, in Sala Consiliare sarà inaugurata la mostra “Hanno memoria le querce” con foto e video di Massimo Leonardi e Massimiliano Gatti, in collaborazione con il Museo Resistenza di Morfasso.

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Tortona Domenica 26 aprile la 64^ edizione della fiera delle anticaglie

“Cantarà e Catanaj” primaverile

TORTONA - Domenica 26 aprile, nuovo appuntamento “Cantarà e Catanaj”, la fiera di anticaglie che quest’anno, il 26°, supera il quarto di secolo raggiungendo la sua 64^ edizione. Le innumerevoli bancarelle, dalle 8.30 del mattino lungo l’asse della Via Emilia, nel cuore del centro storico della Città, proporranno una rassegna estremamente varia di oggetti di antiquariato minore e di “catanaj”, le cose vecchie ed usate che un tempo si mettevano nella “cantarà”, l’antica madia in dialetto tortonese, creando un’atmosfera tipica da “buon tempo andato”, caratterizzata dalla nutrita partecipazione di espositori, collezionisti ed esperti del settore, oltre che di turisti e semplici curiosi. La visita in città potrà poi proseguire a Palazzo Guidobono dove sabato 18 aprile, alla presenza delle autorità cittadine, è stata inaugurata la mostra intito-

lata “Da Pampalughino e Tascone a Cipì” dedicata al teatro dei burattini, organizzata dall’associazione Peppino Sarina con il patrocinio della Fondazione CRTortona e del Comune, visitabile fino al 2 giugno. Si tratta di un evento espositivo di assoluta rilevanza che presenta l’opera dei più grandi esponenti italiani del teatro d’animazione, tra i quali il concittadino “burattinaio” Peppino Sarina, e che è preludio di un progetto espositivo futuro dedicato proprio alla figura e all’opera di Peppino Sarina, al quale l’omonima associazione sta già lavorando e che mira a fare di Tortona e del suo territorio un luogo illustre per il teatro d’animazione italiano. La mostra consente di ammirare, nuovamente riuniti insieme, i materiali teatrali di artisti che, con i loro spettacoli, hanno segnato un’epoca straordinaria, gli anni ’60 – ’70 del Novecento, l’epo-

ca del passaggio dal teatro delle grandi famiglie burattinaie e marionettistiche di tradizione ottocentesca alla modernità dei nuovi materiali, dei nuovi linguaggi e delle nuove compagnie. Anche per questa edizione di aprile di “Cantarà e Catanaj”, come per le edizioni degli scorsi anni, ci si avvale della gradita sponsorizzazione della UBI Banca Regionale Europea, per la diffusa pubblicizzazione della fiera, realizzata, come nella tradizione, mediante artistiche raffigurazioni di angoli caratteristici di Tortona e, per l’anno in corso, è stato scelto uno scorcio del Santuario della Madonna della Guardia. La UBI – Banca Regionale Europea è anche sponsor del catalogo a corredo della mostra dedicata ai burattini. Si consiglia, infine, per chiudere il programma della giornata con un ultimo appuntamento culturale di assoluto rilievo, una visita all’esposizione permanente della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona “il Divisionismo”, che ospita più di ottanta opere incentrate sulla varietà dei linguaggi pittorici dei maestri di tale movimento artistico, del quale il conterraneo Pelizza da Volpedo è esponente universalmente noto. Tutti coloro che vorranno trascorrere spensieratamente alcune ore tra le testimonianze del passato e tra alcune piacevoli proposte di carattere artisticoculturale e commerciale, sono invitati a non perdere questa apprezzabile occasione. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito (www.vivitortona.it) oppure chiamando l’Ufficio manifestazioni del Comune (0131/864290; 864297).

TORTONA - Come in ogni famiglia si festeggiano gli anniversari e gli eventi importanti e anche le comunità orionine di Tortona del Santuario, Paterno e Scuola Materna “Sacro Cuore” hanno voluto festeggiare il 120° anniversario di ordinazione sacerdotale di Don Orione. Lunedì 13 aprile la direttrice della Scuola Materna, Marta Cassano, ha chiesta la possibilità di recarsi nella cappella dell’Episcopio, dove è stato ordinato il fondatore. Il segretario del Vescovo, Padre Sergio Prina Cerai, ha aperto le porte della chiesa al gruppo del quale facevano parte alcuni bambini con le loro insegnanti, il rettore del Santuario don Renzo Vanoi, don Pietro Bezzi, i laici del Movimento Laicale Orionino, Ugo Di Lascio e Fabio Mogni. Dopo un momento di preghiera carico di emozione, è stato letto il cenno storico scritto dal superiore generale don Flavio Peloso che ricorda il 13 aprile 1895, giorno in cui Luigi Orione è diventato sacerdote. Poi don Vanoi ha spiegato ai bambini il significato e la bellezza dell’ordinazione sacerdotale.

Alle ore 17, presso la cappella del Paterno, il Rettore ha presieduto la celebrazione eucaristica per il gruppo degli “amici” che mensilmente si ritrova in preghiera. Nell’omelia ha sottolineato come nella vita di Don Orione ci sono stati tanti segni di santità e come ha vissuto alla luce del Vangelo e nell’umiltà con quell’occhio e quel cuore rivolto sempre più ai bisognosi. “E’ stata

una giornata che mi ha segnato spiritualmente – ha dichiarato don Renzo Vanoi – nella quale ho potuto pregare nel luogo della consacrazione sacerdotale e celebrare in quello della sua ultima Messa a Tortona”. Ha, infine, ringraziato il Signore chiedendo di mandare “nuovi operai nella sua messe”. Fabio Mogni

L’inaugurazione della mostra “Da Pampalughino e Tascone a Cipì” a Palazzo Guidobono, che potrà essere visitata nella giornata di domenica 26 aprile

Gli orionini ricordano i 120 anni dell’ordinazione sacerdotale di Don Orione

Giovedì 23 aprile 2015

VAL CURONE - VALLE OSSONA Domenica 26: Bidone, Via Emilia 130 - (tel. 0131 861067) Lunedì 27: Centrale, Via Emilia 163 - (tel. 0131 861403) Martedì 28: Zerba, Via Emilia 220 - (tel. 0131 861939) Mercoledì 29: 6Farmacia 2, Centro Commerciale Oasi (tel. 0131 861264) Edicole aperte domenica 26 aprile 2015 Tanzi, via Emilia; Filippini, via Emilia; Garbarino, c.so Alessandria; Corti, c.so Don Orione; Barbieri, p.zza Milano; Topmar, Corso Pilotti. VIGUZZOLO - La mostra per il 70° della Liberazione

“Il contributo dei viguzzolesi alla lotta per la Libertà” VIGUZZOLO - L’ANPI e il Comune di Viguzzolo hanno organizzato un ricco calendario di manifestazioni per il 70° della Liberazione che sarà festeggiato sabato 25 e domenica 26 aprile. La giornata di sabato 25 si aprirà alle ore 8.45 con il raduno dei partecipanti, alle ore 9 il parroco don Gino Bava celebrerà la S. Messa, seguiranno, in piazza della Libertà, il saluto del Sindaco, l’appello dei Partigiani rappresentati dagli alunni della scuola media di Viguzzolo, l’orazione ufficiale della Sen. Carla Nespolo vicepresidente nazionale ANPI. Al termine si formerà IL corteo che alle ore 10.45 deporranno una corona al monumento a Virginio Arzani Chicchirichì e alle ore 11.15 alla targa che ricorda Domenico Salvatico. Alle ore 11.45 nel Cortile del Municipio ci sarà il saluto del Dirigente Scolastico e la presentazione della mostra fotografica “Il contributo dei Viguzzolesi alla lotta per la Libertà”, seguita dal saluto del presidente ANPI - sezione di Viguzzolo. La mattinata si concluderà con il rinfresco. La mostra costituisce un omaggio da parte dell’amministrazione comunale di Viguzzolo e della locale sezione ANPI a una delle più significative esperienze partigiane del nostro territorio. La ricerca, condotta presso archivi pubblici e privati in occasione di questo importante anniversario, ha permesso di tracciare un sintetico quadro biografico di un numero consistente di patrioti viguzzolesi. Sono state realizzate sessanta schede personali, corrispondenti ad altrettanti personaggi tra partigiani combattenti (circa una cinquantina), esponenti del CLN, simpatizzanti e protagonisti ad altro titolo della lotta per la liberazione. Un nucleo importante di persone che hanno trovato in figure eroiche come quella della medaglia d’oro Virginio Arzani (Chicchirichì) il loro esempio e la loro guida, permettendo così al gruppo viguzzolese di essere uno di quelli più numerosi e compatti tra quelli partigiani nei centri del Tortonese. La docu-

mentazione utilizzata si basa sulle fotografie e i documenti messi a disposizione dalle famiglie viguzzolesi e sulla documentazione depositata presso la sezione ANPI di Viguzzolo, la locale Biblioteca Civica e quella di Tortona; l’attività e il ruolo dei protagonisti della mostra è così precisata soprattutto facendo ricorso a tre preziosi repertori: i repertori utilizzati sono il registro dei partigiani e dei patrioti redatto dall’ANPI viguzzelese subito dopo la Liberazione; un analogo repertorio utilizzato è quello redatto dall’ANPI di Tortona sempre nello stesso periodo e un ulteriore elenco, ricco di dettagliate informazioni, infine, è quello frutto delle due istruttorie precedentemente citate, redatto dal Ministero della Difesa della Repubblica Italiana. Un importante fondo fotografico e archivistico è stato messo a disposizione dalla Biblioteca di Viguzzolo. Un’ulteriore importante fonte utilizzata per la mostra è il volume “I giorni della montagna”, curato da Daniele Borioli e Roberto Botta nel 1990. Le numerose riproduzioni fotografiche sono opera di Foto Studio Flash 2000 di Viguzzolo. La mostra rimarrà aperta fino al 30 aprile, sabato e domenica (15 - 19) e da lunedì a giovedì (9 12 e 15 - 18). Domenica 26 aprile, sui prati della Pieve romanica (nella foto), dalle ore 15.30 ci saranno diversi momenti di festa e di aggregazione. Dopo l’arrivo della colonna dei ciclisti “Staffetta partigiana” dai comuni limitrofi, ci sarà il concerto della band “Ashpipe”. Alle ore 16.15 si terrà lo spettacolo teatrale “Virginio”, dramma in un atto di Alberto Contardi con la regia di Francesca Pasino. Alle ore 17.15, infine, presso la sala Consiliare la visita guidata alla mostra.


Tortona E’ stato presentato venerdì scorso all’assemblea dei soci

Bilancio positivo per il Centro Anziani

TORTONA - Ha chiuso con un avanzo di 6.500 euro il bilancio consuntivo 2014 del Centro Anziani di Tortona, che i soci del sodalizio hanno approvato nel corso dell’assemblea annuale svoltasi lo scorso venerdì 17 aprile, presso la sede sociale di via Pernigotti. A fronte di entrate per 76.301 euro, le uscite sono ammontate a € 69.801. Tra le voci di entrata hanno assunto particolare rilievo i proventi derivanti dalla vendita di alimenti e bevande (28.756), gli incassi dei pomeriggi e delle serate danzanti (€ 14.400), le quote pagate dai soci per

la partecipazione ai corsi di ginnastica, ballo, computer (€ 13.250), la vendita di pasti caldi (€ 7.300), il tesseramento (€ 5.568), i contributi pubblici € 4.100). Tra le uscite gli importi maggiori hanno riguardato l’acquisto di alimenti e bevande (€ 13.965), l’organizzazione dei corsi di ginnastica, ballo e PC (€ 11.864), l’organizzazione delle attività di ballo (€ 9.168) e l’acquisto di pasti caldi (€ 6.578). Il presidente del Centro, Gianfranco De Matteis, nella sua relazione, dopo aver rilevato il difficile momento storico in cui viviamo, ha la-

TORTONA - Fondamentali per l’economia cittadina

mentato l’incapacità della politica di far fronte alle diseguaglianze e alle ingiustizie e di far rispettare i diritti delle persone. Ha sottolineato, poi, la mancanza di volontari che affligge il Centro e si è augurato che, alle prossime elezioni per il rinnovo delle cariche sociali che avranno luogo in autunno, si presentino anche nomi nuovi. Il presidente De Matteis ha concluso la sua relazione ricordando le numerose iniziative realizzate nel corso dell’anno (corsi di ballo, ginnastica, PC, taglio e cucito, maglia), i corsi di alfabetizzazione in italiano per stranieri e l’impegno per assicurare la riapertura de “La Lucciola” per la quale sono stati fatti anche alcuni lavori che hanno comportato una spesa di 4.525 euro. A proposito de “La Lucciola”, ha informato che essa riaprirà a luglio e che sono in programma 16 serate danzanti ma che per far fronte ai costi crescenti si è reso necessario un piccolo ritocco dei prezzi di ingresso: 5 euro al sabato e 3 alla domenica. De Matteis ha concluso la sua relazione auspicando una maggior disponibilità dei soci, specie più giovani, a collaborare per la riuscita delle varie iniziative e ha ringraziato coloro i quali si sono finora impegnati per la piena riuscita delle attività del Centro.

SALE - Il convegno dell’A.I.C. che si è svolto il 18 aprile

Il ruolo dei servizi sociali comunali “La tutela dei cittadini minorenni”

TORTONA - Nel 2014, secondo i dati del rendiconto finanziario che sarà approvato dal consiglio comunale entro il 30 aprile prossimo, il Comune di Tortona ha sostenuto spese per l’erogazione di servizi sociali per poco meno di 6,6 milioni di euro, pari al 15,5 per cento del totale della spesa corrente dell’Ente. Di questi, quasi 4,5 milioni erano di competenza dell’esercizio 2014 mentre poco più di 2,1 milioni figuravano in conto residui di esercizi precedenti. Una cifra importante, dunque, che comprende gli oneri per le mense scolastiche, gli asili, la casa di riposo, l’edilizia sociale, i trasferimenti al CISA per i servizi di assistenza e tutti servizi che mirano a garantire condizioni minime di sostegno a minori, anziani, famiglie con difficoltà abitative o con componenti invalidi, inoccupati o disoccupati. Nonostante che per la loro natura tali servizi non possano che produrre un risultato economico negativo, essi rappresentano comunque una più che discreta fonte di entrata per il Comune. Nell’esercizio finanziario 2014, infatti, i servizi sociali

hanno assicurato complessivamente proventi per 2,2 milioni di euro, vale a dire il 24,5 per cento del totale degli oneri sostenuti dall’Ente per la loro erogazione. Gli utenti abituali dei servizi sociali del Comune di Tortona sono circa 3.000. Oltre a garantire le varie forme di assistenza di competenza comunale, i servizi in questione rappresentano anche una notevole fonte di occupazione, specie femminile, che, nel disastrato panorama economico locale, riveste un peso più che discreto. Nel complesso, infatti, i servizi sociali comunali occupano più di un centinaio di lavoratori, quasi tutti dipendenti di cooperative, che con i loro salari consentono di immettere in circolo nell’economia locale oltre un milione di euro l’anno. Il complesso ed articolato settore dei servizi sociali del Comune di Tortona rappresenta, dunque, un’importante realtà, con una valenza per la collettività che va ben oltre lo stretto ambito sociale, e con un peso economico tutt’altro che trascurabile in termini di reddito prodotto e consumato. s.g.

In Breve

CASTELNUOVO SCRIVIA/CULTURA

L’ultimo libro di Cammarata

Molto bella, interessante e scorrevole la serata di sabato 18 aprile, organizzata dalla Biblioteca “P.A. Soldini” di Castelnuovo, per la presentazione dell’ultimo libro di Italo Cammarata, dal titolo “Storie del Quattrocento - Cronache di fatti avvenuti nelle Terre di mezzo”, Guardamagna Editori. Dopo i saluti del vicesindaco Gianni Tagliani, il quale molto opportunamente ha ricordato nel suo intervento la motivazione del conferimento della cittadinanza onoraria al noto storico, e l’intervento di Roberto Carlo Delconte, presidente della Biblioteca, è intervenuto Antonello Brunetti, il quale ha ricostruito dettagliatamente i libri e i meriti storici dell’Autore. Infine, ha preso la parola Italo Cammarata, il quale con molto garbo e perizia ha saputo appassionare il numeroso pubblico intervenuto, ricordando le nobili e forti radici del nostro borgo. CASTELNUOVO SCRIVIA/EVENTI

“Angeli e Demoni: il Bene vince”

Sabato 25 aprile, alle ore 16, presso la Cascina Impero, per l’anniversario della Liberazione, “elilu” celebra la festa di San Giorgio e di San Marco, del Drago e del Leone, con un appuntamento speciale dal titolo “Angeli e Demòni: il Bene vince!”. Grazie alla preziosa collaborazione di don Arcangelo Campagna, ispirandosi ai santi custodi e protettori della creazione, saranno ripresi i momenti salieni del convegno che si intitolava “Angeli e Demòni: il Bene vince!”.

Il Jobs Act e la riforma del lavoro

SALE - Ha suscitato vivo interesse e ha raccolto una larga partecipazione di pubblico il convegno promosso dall’A.I.C. sabato 18 aprile sul tema “La tutela dei cittadini minorenni - Ruolo delle Istituzioni e della Comunità locale”. Con la coordinazione della moderatrice Annafausta Chiesa, i quattro relatori hanno trattato il problema sotto le diverse sfaccettature. Luciana Negri, direttrice del CISA di Tortona, ha illustrato gli interventi di assistenza sociale compiuti sul territorio per conto del Comune, evidenziando i numerosi e spesso nascosti casi di disagio sociale e le difficoltà di porvi rimedio. È stato quindi il turno di Lorenza Daglia, Dirigente dell’Istituto Comprensivo Bassa Valle Scrivia, la quale ha esposto l’impegno della scuola nel farsi carico, accanto alla funzione tradizio-

“L’aperitivo è... formativo” al Centro di Formazione ni sulle attività e sulle opportunità formative che il CIOFS/FP Piemonte offre sul territorio tortonese relative ai percorsi di qualifica nell’ambito dei servizi di vendita (triennale), di qualifica nel campo della trasformazione alimentare, ristorazione e di bar tavola calda (annuali e biennali), di specializzazione e di qualifica in ambito amministrativo, commerciale e della ristorazione. Gli addetti del CFP hanno

IL POPOLO

Giovedì 23 aprile 2015

TORTONA/CONVEGNO

TORTONA - Organizzato il 16 aprile per far conoscere le iniziative del San Giuseppe

TORTONA - Ha riscosso un buon successo di pubblico “L’aperitivo è… formativo”, l’iniziativa promossa dal Centro di Formazione professionale “San Giuseppe” per far conoscere le attività e le opportunità della formazione salesiana tortonese. L’iniziativa, che ha avuto luogo nel tardo pomeriggio di giovedì scorso 16 aprile, presso il salone del CFP di via Silvio Ferrari, ha permesso agli intervenuti di avere informazio-

TORTONA E TORTONESE

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fornito informazioni anche in merito ai percorsi di aggiornamento nei settori contabile, linguistico, dell’informatica, della preparazione dei cibi, al servizio di orientamenti scolastico e professionale e alla formazione per l’apprendistato. Le iniziative in campo formativo promosse dal CIOFSFP Piemonte sono cofinanziate con risorse messe a disposizione dal Fondo sociale europeo per il periodo 2014-2010.

nale di trasmissione della cultura, di compiti educativi che in passato erano svolti principalmente dalle famiglie. Tea Baraldi, Giudice onorario del Tribunale dei minori di Torino, ha spiegato l’azione della magistratura nei casi che coinvolgono i minorenni soprattutto dal punto di vista civile e ha rilevato che in tali casi interviene non solo il Tribunale dei minori, ma anche il Tribunale ordinario, creando talvolta una negativa sovrapposizione di ruoli, che si spera possa essere superata con opportuni provvedimenti legislativi. Ha concluso il convegno il Mar. Sergio Siligardi, Comandante della locale Stazione Carabinieri, che ha auspicato che si debba ricorrere il meno possibile alle Forze dell’Ordine per i minori, ma ha anche incoraggiato a segnalare subito, ogni pur piccolo problema.

La riforma del mercato del lavoro, il cosiddetto Jobs Act e i contratti a tutele crescenti sono stati oggetto di un seminario informativo tenutosi lo scorso 14 aprile, presso la sala Romita del Palazzo Comunale. Relatore l’avvocato Giuseppe Bulgarini d’Elci, partner dello studio legale associato Carnelutti, il quale ha relazionato sulla nuova disciplina del contratto di lavoro a tutele crescenti e, in particolare, su licenziamento economico, disciplinare, discriminatorio e offerta di conciliazione. Successivamente ha sinteticamente esposto il testo organico di riordino delle tipologie contrattuali e la disciplina delle mansioni. I lavori sono stati introdotti dall’assessore all’Istruzione e assistenza scolastica Marcella Graziano mentre Gianluca Silvestri, assessore ai Servizi sociali ha svolto una relazione trattando alcuni aspetti specifici della nuova normativa.

TORTONA/ASSOCIAZIONI

Il FAI in gita a Sestri e a Lavagna Domenica 12 aprile la Delegazione FAI di Tortona ha fatto un viaggio alla scoperta di Sestri Levante dove sono stati visitati la Galleria Rizzi, scrigno di pittori liguri con uno splendido affaccio sulla Baia del Silenzio e l’oratorio di San Pietro, interessante testimonianza architettonica del ’600. I numerosi iscritti al FAI dopo il pranzo in un bellissimo hotel affacciato sul mare, si sono spostati a

Lavagna per visitare Casa Carbone, dimora ’800esca e oggi bene del FAI. Il prossimo appuntamento è per il 24 maggio con la gita a Castelseprio, Torba e la Collegiata di Castiglione Olona.


di Ferraresi Daniele e C. snc Piazzale Trieste, 23/24 27049 STRADELLA (PV) Tel. e Fax 0385 57067 Cell. 339 8715731 www.paginegialle.it/stilnovorestauri RESTAURI

N

IL POPOLO di SERRAVALLE S. - ARQUATA S.

SS. MESSE FESTIVE: Collegiata (tel. 2112) : ore 11 – 12 – 17 (prefestiva ore 17) S. Andrea: ore 10 - S. Nicolò (tel. 78270): ore 8.30 – 10.30 – 11.30 – 18 (prefestiva ore 18); S. Pietro (tel. 2526): ore 10 – 11.30 – 18.15 (prefestiva ore 18.15); Centro S. Rita (tel. 71592): ore 9; Barbellotta ore 10.45; Cristo Risorto (Quartiere G3): ore 9.30; Sacro Cuore (tel. 78685): ore 8 - 11 - 17 (prefestiva 17; inv. 16.30); Parrocchia della Pieve (tel. 2261): ore 9 – 11 – 17 (prefestiva ore 17); S. Antonio (tel. 2774): ore 8 – 10 – 11 – 17.30 (prefestiva ore 17.30); Chiesa del Cimitero: ore 8,45; Viale Cichero: ore 9.30; Merella:

VAL

prefestiva ore 16 (tel. 329966); Ospedale (tel. 33211): prefestiva ore 18; La Maddalena: prefestiva ore 17; Chiesa di San Rocco: prefestiva ore 17; Chiesa di Don Bosco (tel. 01432892): ore 9.

Farmacie di turno aperte dal 23 al 29 aprile 2015 Giovedì 23: Comunale, Via Verdi, 113 - (tel. 0143 76255) Venerdì 24: Valletta, Via Garibaldi, 1 - (tel. 0143 2331) Sabato 25: Giara, Via Girardengo, 13 - (tel. 0143 2017) Domenica 26: Moderna, Via Papa Giovanni XXIII, 3-5 (tel. 0143 2166)

Novi Ligure Gli appuntamenti in programma da oggi e fino a giugno

L’anniversario della Liberazione

Una scena dello spettacolo “6A ZONA - Storie di una formazione partigiana”

NOVI LIGURE - Quest’anno per le celebrazioni per i 70 anni della Liberazione il Comune di Novi ha in calendario diversi appuntamenti. Questa sera alle ore 21 presso il Teatro Giacometti sarà portato in scena lo spettacolo teatrale “6a ZONA - Storie di una formazione partigiana”, di Marcello Fera in collaborazione con l’associazione Conductus e con il Festival delle Resistenze di Bolzano. Il lavoro ripercorre le storie individuali, le motivazioni e le emozioni di alcuni giovani che nel 1943 seppero opporsi al fascismo e alla guerra. A fine spettacolo, da parte dell’amministrazione comunale verrà consegnato un attestato di benemerenza e di riconoscimento ai partigiani combattenti ancora in vita. L’evento è stato inserito nella stagione teatrale fuori cartellone a prezzo agevo-

lato (10 euro per gli adulti e 5 euro per gli studenti). Sabato 25 Aprile, in occasione del 70° anniversario della Li-berazione, alle ore 9.30 presso Piazzale Divisione Acqui verrà deposta una corona davanti al Monumento dei Caduti di Cefalonia, mentre alle 10 presso Piazza Pascoli verrà celebrata la Santa Messa. Dopo il saluto del Sindaco Rocchino Muliere e del Presidente A.N.P.I. - Novi Ligure Franco Barella, il Vice Ministro dell’Economia e Finanze il Sen. Enrico Morando terrà la commemorazione in onore dei caduti. Alla celebrazione, parteciperà il Corpo Musicale “Romualdo Marenco”. In caso di maltempo, la commemorazione si svolgerà presso la Parrocchia di Sant’Antonio; inoltre, saranno deposte corone in Piazza Venti Settembre a ricordo del sacrificio di Max e presso la

Scuola “G. Boccardo”, in onore dei Caduti della Tuara. Sempre sabato 25 alle ore 15 a Pertuso verrà deposta una corona alla stele della Divisione Pinan – Cichero, mentre alle ore 17 sempre presso il Palazzetto dello Sport di Cantalupo verrà rappresentato lo spettacolo “Per dignità, non per odio”, a cura del Collettivo teatrale di Casale Monferrato. Inoltre, sabato 25 e domenica 26 aprile, presso lo stadio comunale Girardengo, avrà luogo il 4° Memorial “La Benedicta”, torneo calcistico per le categorie pulcini e piccoli amici organizzato dall’A.S.D. Tiger Novi “Calcio e solidarietà”. Lunedì 27 aprile alle 10,30 presso la Scuola media “G. Boccardo” verranno ricordati i Caduti della Tuara e verranno proiettate delle diapositive sulla Resistenza e saranno esposti i lavori degli alunni sulla Seconda Guerra Mondiale. Sabato 16 maggio, alle ore 10.30, la Sala conferenze della Biblioteca Civica ospiterà la presentazione di due libri scritti da Federico Fornaro, “Pierina la staffetta dei ribelli” e “Aria di Libertà”, entrambi editi da Le mani/Isral. Altre iniziative sono previste nel mese di giugno. Nella giornata di sabato 6 giugno è in programma una cicloturistica, curata dall’UISP (Unione Italiana Sport per Tutti). Il tema e l’itinerario saranno legati ai luoghi della Resistenza sul territorio dei Comuni di Novi e del Novese. La partenza e l’arrivo saranno presso il viale dei Campionissimi di fronte al Museo dove nel pomeriggio alle ore 16 sarà presentato il libro “Bicicletta partigiana”, dodici itinerari sulle tracce della Resistenza, scritto da Lorenzo Torre. Per maggiori informazioni, è possibile contattare il Centro Comunale di Cultura “Gian Francesco Capurro” (tel. 0143/76246; mail: biblioteca.direzione@comune.noviligure.al.it). Michela Ferrando

Iniziati i preparativi per la rassegna dell’artigianato novese

NOVI LIGURE - In questi giorni l’Amministrazione Comunale di Novi Ligure, in collaborazione con le associazioni di categoria Confartigianato e CNA, sta allestendo un’interessante rassegna dedicata all’artigianato di qualità in concomitanza con la realizzazione della Fiera d’Agosto in programma il 3, 4 e 5 agosto prossimi. La manifestazione sarà denominata “Artigiani d’Agosto” e l’allestimento sarà previsto all’interno dei giardini pubblici di Viale Aurelio Saffi, dalle ore 16 alle ore 23. Saranno utilizzate strutture e spazi scoperti in base alle esigenze e alle richieste di ogni singolo operatore. Inoltre, sarà assicurato un NOVI LIGURE - Questa sera alla Casa del Giovane

Incontro sui siti inquinanti del novese

NOVI LIGURE - Il comitato per la bonifica del sito “Ecolibarna” in collaborazione con l’associazione “Formazione Civica Novi Ligure” ha organizzato questa sera giovedì 23 aprile, alle ore 21, presso i locali della Casa del Giovane, a Novi Ligure, un incontro pubblico dal tema “Siti inquinati del novese, Ecolibarna ma non solo”. Relatore della serata sarà Gianluigi Gandini, che parlerà dei siti inquinati del territorio, a partire da quello dell’Ecolibarna, per arrivare a quelli meno noti, ma non per questo non pericolosi. “Nonostante l’attenzione verso l’ambiente stia aumentando – affermano i promotori dell’interessante iniziativa – i cittadini non sembrano conoscere quali siano i principali pericoli che stanno minacciando la nostra zona. Per questo motivo è importante la partecipazione del maggior numero di persone possibile”. d.d.

servizio di vigilanza negli orari di chiusura e la possibilità di ricovero di oggetti ed attrezzature presso locali comunali limitrofi alla rassegna. Gli artigiani interessati a partecipare possono contattare l’Ufficio Commercio del Comune di Novi Ligure tramite mail (commercio@comune.noviligure.al.it). oppure telefonando (tel. 0143.772204 -772223. Per motivi organizzativi l’adesione deve essere inoltrata entro il 30 aprile; per ulteriori chiarimenti, è possibile anche contattare Paola Boccardo del CNA (tel. 0143743144) o Mario Arosio del Confartigianato (tel. 0143.746929). Davide Daghino

OVI

Giovedì 23 aprile 2015

BORBERA - OLTREGIOGO

Lunedì 27: Beccaria, P.zza Repubblica, 7 - (tel. 0143 2310) Martedì 28: Cristiani, Via IV Novembre, 13 - (tel. 0143 2321) Mercoledì 29: Nuova, Viale Saffi, 50 - (tel. 0143 2994) Edicole aperte domenica 26 aprile 2015 Mandirola, Corso Marenco; Zina, Viale Saffi; Massone, Piazza XX Settembre; Arecco, Via Amendola; Fanin, Via Papa Giovanni XXIII; Ponte, Piazza Repubblica; Scarsi, Viale Chichero; Rebora, Via Casteldragone; Magenta, via Marconi; Ferrarese, via Verdi. SILVANO D’ORBA E FRESONARA - Domenica 12 aprile

Il Vescovo ha amministrato la Cresima

In alto: Silvano d’Orba; in basso: Fresonara (Foto Benzi)

SILVANO D’ORBA Domenica 12 aprile è stata una giornata molto importante per le Comunità di Silvano d’Orba e Fresonara, perché 27 ragazzi delle scuole medie, di cui 20 a Silvano e 7 a Fresonara, hanno ricevuto il sacramento della Cresima. Ogni anno, con questa celebrazione sempre particolarmente sentita, tanti ragazzi delle due parrocchie affidate a mons. Sandro Cazzulo e da lui condotte con impegno, concludono il loro percorso catechistico raggiungendo il traguardo della maturità cristiana che rappresenta sempre un momento di grande gioia. Quest’anno la cerimonia è stata ancora più sentita perché a Silvano e Fresonara è arrivato per la prima volta il nuovo Vescovo Mons. Vittorio Viola. Il nuovo Vescovo è stato ricevuto solennemente, prima a Silvano e poi a Fresonara dal parroco, dai rispettivi sindaci Ivana Maggiolino e Massimo Bisio con un discorso di benvenuto e da tutta la popolazione che con gioia e religiosità ha gremito le due chiese. I cresimandi, a loro volta, hanno rivolto il loro saluto al Vescovo e hanno

ricevuto da lui con emozione e partecipazione la Cresima portando nel cuore le sue parole ascoltate durante l’Omelia. Mons. Viola ha parlato ai ragazzi, conquistando immediatamente la loro completa attenzione, toccando temi importanti. Ha sottolineato come, nella vita, noi uomini ci soffermiamo a ricordare i torti subiti, magari per futili motivi, crogiolandoci nel rancore che rende sterili i rapporti, mentre invece l’insegnamento che Gesù ha dato a ognuno di noi è quello dell’amore verso il prossimo, del perdono e dell’unità nelle famiglie. Al termine della Messa il parroco, felice per la calorosa partecipazione ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato e, in particolare, la catechista di Silvano d’Orba Simona Minetti e quella di Fresonara Sara Lume, i cori parrocchiali, i padrini e le madrine, ma soprattutto le famiglie dei ragazzi che sono sempre state presenti e attive e hanno accompagnato i loro figli nel percorso di crescita cristiana permettendo loro di giungere, con consapevolezza alla piena maturità. s.m.


Pozzolo Formigaro Le sale per i giovani della parrocchia di S. Martino

Inaugurato il nuovo Oratorio

Mons. Viola e don Sironi al taglio del nastro dell’Oratorio (Foto Dino Ferretti)

POZZOLO FORMIGARO - Sabato 18 aprile, il Vescovo, Mons. Vittorio Viola, è stato a Pozzolo Formigaro per incontrare i giovani del paese e inaugurare le nuove sale dell’oratorio della parrocchia di San Martino. Giunto sul sagrato antistante la chiesa di S. Martino è stato accolto dai due parroci del paese, don Fulvio Sironi e don Graziano Pepe, e da don Nicola Ferretti, sacerdote cresciuto nella parrocchia di S. Martino.

La visita è quindi iniziata con il saluto da parte del Sindaco, Domenico Miloscio, che ha illustrato al nuovo Vescovo quelle che sono le varie realtà presenti all’interno del territorio comunale, un territorio ricco di storia e oggi animato da numerose associazioni di volontariato oltre che da diverse industrie e numerose attività commerciali. Il vescovo ha fatto il suo ingresso in chiesa dove ha celebrato la S. Messa alla presenza dei bambini e ragazzi del

catechismo e di numerosi fedeli che hanno voluto essere presenti a questo primo incontro con il nuovo Pastore della Diocesi. Al termine della celebrazione Mons. Viola ha benedetto e inaugurato le nuove sale dell’oratorio parrocchiale, dedicate ai Santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, dando il via a quelle che saranno le attività che nel corso del tempo la parrocchia comincerà a organizzare per i giovani del paese con l’obiettivo di fornire un luogo in cui possano incontrarsi e crescere lontani dai pericoli e secondo i buoni valori della fede cristiana. Grande soddisfazione per il traguardo raggiunto è stata espressa dal parroco, don Fulvio Sironi, che negli ultimi anni si è prodigato per riuscire a portare a termine quest’opera così importante per l’attività pastorale della Parrocchia. Gli attuali saloni si trovavano difatti in uno stato di degrado e abbandono ed è stata necessaria l’attenta progettazione degli architetti Alessandra Locatelli e Umberto Botta unita all’abilità e alla padronanza tecnica di Franco Sofio e della sua ditta Edilcom per riuscire ad ottenere il risultato attuale. Al termine, nel cortile della canonica, tutti coloro che lo desideravano hanno potuto salutare personalmente Mons. Viola. Maicol Rossi

RAVENNA - La premiazione della prima edizione il 15 aprile. Tra i vincitori gli studenti dell’Amaldi di Novi

“Libertà va cercando”: il concorso dantesco multimediale RAVENNA - Mercoledì 15 aprile si è tenuta a Ravenna la premiazione del I Concorso Dantesco Nazionale Multimediale per gli studenti delle scuole superiori di tutta Italia in occasione dell’anniversario dei 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri. Particolarmente viva è la presenza del Sommo Poeta nella città che conserva le sue spoglie e, soprattutto tra i giovani di ogni età, si diffondono le parole del “poeta più contemporaneo che ci sia”, che secondo il poeta fiorentino Mario Luzi “sa mobilitare come nessuno la sete di verità, bellezza, bontà, eternità presente nel cuore degli uomini e viva nel cuore dei giovani”. Le stesse parole che Olga Sedakova, poetessa russa, ha ripetuto all’inizio del Convegno dantesco in qualità di ospite del comitato d’onore di cui facevano parte anche il Sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, Claudia Giuliani, Direttrice della Biblioteca

Andrea Chaves declama Dante sulla tomba del poeta

Classense, Claudio di Benedetto, Direttore Biblioteca degli Uffizi di Firenze, Domenico Di Martini, coordinatore Festival Dante 2021 e Walter della Monica, Fondatore Centro Relazioni Culturali. Tra i premiati c’era un gruppo di studenti novesi del Liceo Amaldi delle classi IV A e IV D che hanno ottenuto una menzione di merito per la regia valutata da Ezio Antonelli, scenografo e virtual designer. Il concorso dal ti-

tolo “Libertà va cercando (Pg. I, 71)” è stato insignito da un’illustre giuria presieduta da Cristina Mazzavillani Muti (Presidente di Ravenna Festival) e coordinata dal Prof. Giuseppe Ledda (dantista dell’Università di Bologna). L’omaggio alla Tomba di Dante è stato condotto dal giovane lettore novese Andrea Chaves che ha recitato a memoria di fronte a più di duecento giovani riuniti il I canto del Purga-

torio della Divina Commedia. Con la sua voce ha ridato vita a quei marmi che custodiscono silenti i versi immortali della letteratura e l’uomo che ha saputo renderli attuali. Andrea Chaves accanto al poeta Dante e insieme ai giovani presenti è stato capace di una lettura che ha colpito i cuori grazie alla sua bravura e alla sua esperienza. Il giovane novese ha provato un’emozione e un onore indescrivibili. Da anni lui si dedica allo studio e alla recita dei canti danteschi in molte città. La premiazione si è conclusa con la proiezione dei lavori vincitori presso la Sala Almagià di Ravenna. Questa giornata è stata un segno di speranza per il rifiorire della cultura italiana, soprattutto tra i giovani, che grazie a poeti, eroi, sognatori e custodi della bellezza e dell’umanità come Dante hanno lo stimolo a costruire un mondo migliore. g.m.

“Settanta e non li dimostra”: la memoria del 25 Aprile a Serravalle SERRAVALLE SCRIVIA - Sabato 25 Aprile il Comune di Serravalle Scrivia, in collaborazione con l’Istituto Scolastico Comprensivo “Martiri della Benedicta” e con il sostegno della Fondazione CRAlessandria, celebrerà la ricorrenza del 70° Anniversario della Liberazione dal Na-zifascismo. Alle ore 14.45 i partecipanti si ritrovano in Piazza del Municipio per la formazione del corteo; alle ore 15 partenza del corteo e deposizione delle corone di alloro al Monumento ai Caduti di tutte le guerre, in Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto e alla cappella eretta in onore dei Caduti della Lotta di Liberazione presso il Cimitero di Viale Martiri della Benedicta; alle ore 15.45 dal cimitero si va fino al parco pubblico Ragazzi della Benedicta, per deporre una corona di alloro davanti alla stele che ricorda il sacrificio del partigiano Mario Roberto Berthoud.

Seguirà la celebrazione della Messa al campo. Alle ore 16.45, presso la Biblioteca Comunale “Roberto Allegri”, dopo il saluto del Sindaco, seguirà l’intervento dell’oratore ufficiale, lo storico Roberto Botta, sul tema “Settanta e non li dimostra. Guerra, resistenza, Costituzione: una memoria per l’oggi”. Parteciperà al corteo e alla cerimonia il Corpo Musicale “Pippo Bagnasco”. Il sindaco, Alberto Carbone ha dichiarato che: “Quest’anno ricorre il 70° an-

niversario della Liberazione, un’occasione importante per ricordare e riflettere, ancora una volta, su un giorno fondamentale per la storia d’Italia. Un giorno da non dimenticare, per costruire un futuro di pace e di libertà”. Serravalle celebrerà la ricorrenza del 25 Aprile pensando soprattutto alle nuove generazioni. Oltre al programma ufficiale, infatti, che coinvolgerà la cittadinanza e che si concluderà nel parco intitolato alle vittime dell’Eccidio della Benedicta, ai 16 giovani di Serravalle trucidati dai Nazifascisti in quella Pasqua di sangue del 1943, sarà organizzato un incontro, riservato agli alunni dell’Istituto Comprensivo, con alcuni testimoni dei tragici fatti della 2^ Guerra Mondiale e della Lotta di Liberazione nel territorio serravallese. Carbone ha anche ringraziato la Fondazione CRAlessandria per il sostegno prestato all’iniziativa.

IL POPOLO

NOVI E NOVESE

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Giovedì 23 aprile 2015

In Breve

CASTELLETTO D’ORBA/COMMEMORAZIONE

Il video “Ricordi nell’Aria”

In occasione del 70° anniversario della Resistenza, l’amministrazione comunale di Castelletto d’Orba e la sezione ANPI di Castelletto d’Orba e Montaldeo organizzano la presentazione del video realizzato dai ragazzi della locale scuola media intitolato “Ricordi nell’Aria”, che prende spunto dalla storia del partigiano-bambino genovese Mario Ghiglione, nome di battaglia Aria. All’iniziativa, in programma domenica 26 aprile alle ore 21 nei locali della palestra comunale in piazza Marconi, saranno presenti anche il partigiano Mario Ghiglione e Federico Fornaro, autore del libro “Aria di Libertà”, che si confronteranno con i ragazzi della scuola.

SERRAVALLE SCRIVIA/ASSOCIAZIONI

Il ricavato del calendario benefico per gli ospiti di Villa Lucani

Sabato 18 aprile, presso il Centro Anffas di “Villa Lucani”, nell’ambito dell’Open Day si è conclusa la raccolta fondi a favore dell’ente, grazie alla vendita del calendario 2015 “Benessere, Anima e Corpo”. La presidente dell’Anffas Maria Sestito Cervelli ha ringraziato tutti, i dottori di base di Serravalle Marina Balbi, Monica Balestrero, Tiziana Brugnatelli, Luigi Traverso e Marco Pucci e Paolo Reiteri di Stazzano e le farmacie Libarna, Balbi di Serravalle e Foco di Stazzano, che grazie alla loro sponsorizzazione hanno permesso di fare il calendario. La presidente ha ringraziato l’amministrazione comunale per la collaborazione e i componenti dell’associazione “Amici dell’Arte” di Serravalle Scrivia per il progetto e per la realizzazione dell’opera con foto e illustrazioni fatte da Gianni Camera, Fausto Mogni, Daniela Demergasso, Silvana Rebora, Eugenio Traverso, Paolo Bianchi, Donatella Traverso, Luisa Casaccia, Maristella Repetti, Rossella Sartorelli, Pino Casonato, Walter Repetto, Arianna Patti, Alessia Scanzo, Giulia Mori, Lucrezia Ognibene e Giovanni Torchia. La somma raccolta di euro 4.500, servirà all’acquisto di attrezzature da utilizzare dai disabili che soggiornano a Villa Lucani. Durante la manifestazione, l’intrattenimento musicale è stato curato dal Corpo Musicale “Pippo Bagnasco” diretto dal bravo maestro Giuseppe Carlone. SERRAVALLE SCRIVIA/CULTURA

Il XXV Canto dell’Inferno di Dante

Lunedì 27 aprile, alle 21, presso la Biblioteca Comunale “Roberto Allegri”, continueranno gli incontri dedicati alla “Divina Commedia” con la lettura e l’analisi del canto XXV dell’Inferno. Contemporaneamente proseguirà la narrazione della seconda parte della vita di Dante. Il Canto chiude l’ampia parentesi dedicata ai ladri della VII Bolgia dell’VIII Cerchio, in cui Dante descrive le orribili trasformazioni subite da alcuni fiorentini e gareggia orgogliosamente con i maggiori poeti classici che trattarono il tema, Lucano e Ovidio. L’ultimo incontro dantesco si terrà lunedì 11 maggio e avrà come tema il Canto XXVI dell’Inferno e la terza parte della vita del poeta. NOVI LIGURE/TENNIS

Le vittorie del Nuovo Circolo Ilva

Weekend ricco di eventi tennistici sui campi in terra battuta del Nuovo Circolo Ilva. Sabato 18 aprile hanno preso il via i campionati federali a squadre e i portacolori novesi nella categoria Under 16 hanno sfiorato l’impresa contro i ragazzi del Circolo Canottieri di Casale; dopo la sconfitta iniziale di Edoardo Longo è arrivato il punto del pareggio grazie a Luca Giuliano, vincitore di un match tiratissimo. Nel doppio decisivo la coppia formata da Federico Bruzzone e Lorenzo Frisone nulla ha potuto contro i casalesi. Sempre sabato è

stata disputata la finale del Torneo sociale a squadre, con il trionfo del team capeggiato da Fulvio Giacobbe. Il capitano ha sconfitto Alberto Simonassi nel match conclusivo. Il punto della bandiera per la squadra è arrivato da Marco Morgavi.


IL POPOLO

TORTONESE E NOVESE

Giovedì 23 aprile 2015

Savignone La comunità ha accolto per la prima volta il nuovo Vescovo

“Siate docili all’azione dello Spirito”

I ragazzi cresimati con il Vescovo, il parroco e le catechiste

SAVIGNONE - Sabato 11 aprile alle ore 18 la comunità di Savignone ha accolto, per la prima volta, il nuovo Vescovo di Tortona, S.E. Mons. Vittorio Viola, nella chiesa parrocchiale settecentesca di San Pietro, in occasione delle Sante Cresime dei ragazzi che frequentano la 2^ Media. Accompagnati dal parroco don Gian Paolo Civilini, dalle catechiste e dalle famiglie, i dodici ragazzi hanno ricevuto il sacramento della Confermazione dalle mani del nuovo Pastore della Chiesa tortonese, in una celebrazione eucaristica resa ancora più solenne dai canti delle chitarre dei giovani e dai brani eseguiti dal Coro Polifonico San Pietro diretto dal M° Andrea Visconti. Nell’omelia il Vescovo ha avuto parole di incoraggiamento e di fede concreta nei confronti dei cresimandi e della comunità, offrendoci queste riflessioni sul

Vangelo della Domenica in Albis: “In questo brano della Scrittura Gesù appare vivo ai suoi Apostoli radunati nel Cenacolo a porte chiuse, otto giorni dopo la Pasqua, devastati e impauriti e persino delusi dopo l’esperienza della Croce. Il Cristo si mostra entrando nella loro paura e nella loro tristezza, mostrando loro i Segni della Passione che portano gioia negli Undici e lo fanno sentire loro vivo. Inotre Egli alita su di loro come se donasse il Suo Santo Respiro, lo Spirito Santo per una nuova creazione, di cui respira la Chiesa stessa. Quello stesso Spirito è ricevuto dai ragazzi durante la Santa Cresima, perché in tale momento Gesù vivo prende dimora presso l’uomo e grazie ad Esso diventiamo Gesù. Il problema fondamentale per noi cristiani è quale esperienza, quale testimonianza ci collega alla Resurrezione per-

mettendo che l’esperienza viva del Signore Risorto circoli in noi, per cui non abbiamo più paura della morte, grazie allo Spirito Santo che ci è stato dato per farci diventare Gesù Cristo, nei Suoi pensieri, nei Suoi gesti. La prima testimonianza del Risorto vivo nel mondo è l’Amore nelle nostre famiglia, nella nostra comunità parrocchiale. Se c’è Amore, Rispetto, Accoglienza, l’Amore sacro cioè il Dono di Dio per gli altri, è la prima testimonianza che il Signore è Vivo e Risorto ed è l’unico Comandamento che ci ha lasciato. Dobbiamo perciò essere docili allo Spirito Santo, non lasciandoci ingannare dal mondo. Come Tommaso che ci ha fatto strada dopo la sua incredulità con la sua professione di Fede, preghiamo il Signore affinché faccia dire anche a noi “Mio Signore e Mio Dio”, unico Signore della nostra vita, concedendo docilità all’azione dello Spirito a tutti noi, perché possa essere libero di portare a compiere la Sua azione cioè trasformarci pienamente in Gesù Cristo. Il Signore ce lo conceda, mentre lo ringraziamo per questo dono dello Spirito che è la Sua quantità di Risorto in noi”. Al termine della funzione il Parroco ha voluto ringraziare il Vescovo e quanti hanno aiutato a preparare i ragazzi per questo momento così importante nel cammino cristiano, invitandoli a continuare a partecipare alla vita di questa vivace comunità parrocchiale, ricca di attività, dall’Oratorio alle catechesi, dal corso di preparazione al matrimonio al gruppo famiglie. Monsignor Vittorio Viola con la sua visita ha portato parole cariche di speranza e fede e l’augurio è che ritorni presto a Savignone. Davide Parodi

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SALE - Promossa dall’A.I.C. resta aperta fino al 26 aprile

La mostra sulla II Guerra Mondiale

SALE - L’anniversario della Liberazione, che segna la fine della Seconda Guerra Mondiale riveste quest’anno un significato particolare, perché si affianca al centenario dell’inizio, per l’Italia, di quell’altro tragico evento del secolo XX che fu la I Guerra Mondiale. Per questo motivo l’Associazione di Impegno Culturale (A.I.C.) ha voluto sottolineare la ricorrenza promovendo una mostra, che è stata allestita nella sala consiliare del municipio di Sale e che potrà essere visitata fino a domenica 26 aprile. La mostra rivolge la sua attenzione al contributo tutt’altro che insignificante offerto dai concittadini salesi, in termini di sacrifici, sofferenze, lutti, a quei terribili avvenimenti. È suddivisa in tre sezioni: la prima riguarda la guerra e coloro che vi hanno partecipato fino all’8 settembre 1943; la seconda racconta l’attività partigiana a Sale e nei dintorni; la terza è dedicata agli IMI (Internati militari italiani) in Germania e altrove. Sono esposti oggetti

e documenti, ma l’attenzione è particolarmente rivolta alle persone, ai protagonisti soprattutto salesi di quei fatti, con le loro testimonianze, le loro storie, le loro lettere, le loro fotografie, la loro forza d’animo. La mostra è stata inaugurata il 19 aprile con una semplice cerimonia, alla quale sono intervenuti il sindaco, l’assessore alla cultura, il presidente A.I.C., il pubblico e i superstiti Giovanni Bassi, Pier Luigi Pelizzari, Secondo Pistone, Mario Zambruno e il castelnovese Angiolino Curone. A questi è stato offerto un piccolo omaggio patriottico: la bandiera tricolore. Lo stesso dono sarà recato a Francesco Galante e ad Amilcare Ghiglione, impossibilitati a intervenire alla cerimonia. L’A.I.C. ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione della mostra e in particolare ad Annabona Cavalli. Saabato 25 aprile la mostra è aperta dalle 16 alle 18 e domenica 26 aprile dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18.


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SPECIALE

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Giovedì 23 aprile 2015

L’Aquila “Il Popolo” ha partecipato al Convegno dei settimanali cattolici in Abruzzo

Giornali che “progettano il futuro” di Daniela Catalano L’AQUILA - Per tre giorni la redazione del “Popolo” ha vissuto un’importante esperienza formativa dal punto di vista professionale e umano, grazie alla partecipazione al convegno nazionale della FISC (Federazione Italiana dei Settimanali Cattolici) che si è svolto all’Aquila dal 16 al 18 aprile. Quest’anno il tema scelto per l’incontro, “L’Italia da riprogettare e preservare nella nostra storia”, è stato l’occasione per “riflettere sulla ricostruzione di questi territori e queste comunità, distrutte dal terremoto del 2009”, per ricordare il centenario del terremoto della Marsica che uccise più di 30.000 mila persone e per discutere insieme “sulla profonda crisi che il Paese sta vivendo”. Il Convegno ha visto l’adesione della Conferenza Episcopale AbruzzeseMolisana e la collaborazione della sezione abruzzese dell’Ucsi. Anche l’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo è stato partner dell’iniziativa. I lavori congressuali sono iniziati nel pomeriggio di giovedì 16 aprile, dopo la registrazione dei 110 giornalisti diocesani giunti da ogni parte d’Italia. A dare il benvenuto agli ospiti è stato l’Arcivescovo dell’Aquila Mons. Giuseppe Petrocchi che ha ringraziato i partecipanti per aver accolto l’invito del locale giornale diocesano “Vola”, nato proprio dopo il sisma, e ha sottolineato come per costruire il futuro ci sia bisogno di “entrare in contatto”, proprio come fanno i giornali diocesani che sanno dare voce alla gente. I settimanali cattolici devono essere “testimoni dei valori del Vangelo”. Subito dopo Mons. Pietro Santoro, Vescovo di Avezzano, la città colpita dal terremoto del 1915, ha esortato i presenti a “guardare avanti con fiducia e con concretezza”. Ha preso poi la parola il presidente nazionale della Fisc, Francesco Zanotti, che ha sottolineato l’importanza di ricostruire “un nuovo umanesimo” capace di prestare “attenzione all’uomo, soprattutto a quello che vive nelle periferie esistenziali e geografiche”, e rivolgendosi ai colleghi, parafrasando la celebre espressione di papa Francesco, ha chiesto loro di diventare “giornalisti con l’odore dei lettori”. “Dobbiamo stare in mezzo alla gente – ha aggiunto – per raccontarne e condividerne gioie e dolori, fatiche

e speranze”, seguendo “le cinque vie di Firenze”: uscire (“non stare in redazione, ma consumare le scarpe in senso effettivo”), annunciare (“formare informando”), abitare (“coltivare le relazioni, stare sulle situazioni”), educare (“alla ricerca della verità,”), trasfigurare (“dare un senso a ciò che facciamo”). Il giornalista Antonio Monaco, della Rai Abruzzo, prima dell’inizio della tavola rotonda, ha mostrato un interessante video inedito, con immagini del terremoto di Avezzano e ha ricordato l’importante ruolo giocato dal “nostro” San Luigi Orione che tanto si prodigò accanto ai terremotati, salvando numerosi bambini. Moderati da don Bruno Cescon hanno poi preso la parola Luigi Vicinanza direttore dell’“Espresso”, Giustino Parisse del quotidiano “Il Centro” e Mons. Domenico Pompili, sottosegretario Cei e Direttore dell’Ufficio nazionale per le Comunicazione Sociali, che hanno affrontato il tema “Comunicare per ricostruire”. Vicinanza, che dal 2006 al 2010 ha diretto il quotidiano abruzzese “Il Centro”, ha iniziato dichiarando che “il terremoto che nel 2009 ha colpito L’Aquila e l’Abruzzo è stato il più grande e disastroso evento naturale che il nostro Paese ha subito nell’ultimo secolo. L’Aquila, prima del 2009, era un concentrato di arte, cultura, storia, documenti e tradizioni tanto da essere la sesta città più bella d’Italia. Oggi, purtroppo, la città ha ancora tante ferite e non si ha ancora la piena consapevolezza di quanto si è perduto”. Per quanto riguarda l’analisi della comunicazione post-sisma ha evidenziato come “un cortocircuito mediatico” abbia fatto passare le “new town” provvisorie, come “la ricostruzione tout court”. Poi, “finita questa fase emergenziale, l’Aquila è tornata in un drammatico cono d’ombra”. Parisse, che nel terremoto del 2009 perse i due figli e il padre, ha rimarcato che “la comunicazione ha fallito” “perché ha guardato qualcosa che non era la ricostruzione”, concentrandosi con enfasi sulla costruzione delle case provvisorie e dimenticando il centro storico. Ha riconosciuto alla Chiesa locale il ruolo di “primo punto di incontro per le comunità colpite dal dramma, che hanno potuto cominciare a camminare verso il futuro”.

Ricordando i drammatici momenti vissuti è stato possibile cogliere nelle sue parole un dolore profondo e mai sopito e anche la rabbia di sentirsi in qualche modo strumentalizzato dai grandi media che in alcuni casi, hanno “sfruttato” il terremoto per fare audience. “A livello comunicativo tra l’immediato post-sisma e il dopo si è prodotto una sorta di iato”, una “distorsione comunicativa”, come ha spiegato subito dopo mons. Domenico Pompili. Questo iato è stato il frutto di “una serie di eventi che sono stati comunicati in maniera distorta”. Allo stato attuale dei fatti occorre recuperare, raccontare e far sì che “possano essere ricostruiti quei luoghi che esprimono l’anima della città come il centro storico”, anche in vista del convegno ecclesiale di Firenze, che parla proprio di umanesimo, quello che “ha la sua anima nelle città e nei loro centri storici”. Gli organizzatori del convegno, guidati dal giovane e dinamico don Claudio Tracanna, direttore di “Vola”, hanno accompagnato gli ospiti e i relatori a cena. Durante la serata si sono ritrovati volti conosciuti, strette mani e fatto amicizia con nuovi arrivati, in un cli-

ma familiare, come si fa tra amici che condividono il cammino. La giornata di venerdì 17 aprile è stata molto intensa dal punto di vista non solo dei lavori, ma anche delle emozioni, perché nel pomeriggio si è svolta la visita al centro storico dell’Aquila. La mattinata, che ha avuto come tema “Raccontare la calamità naturale”, è stata suddivisa in cinque piccole tavole rotonde che hanno visto alternarsi numerosi relatori. Nella prima su “Dolore, incertezze e dovere di cronaca”, moderata da Chiara Genisio, vicepresidente Fisc, hanno parlato Daniela Senepa giornalista Rai, Flavio Massari cineoperatore e Angelo De Nicola giornalista del “Messaggero”, che hanno vissuto da vicino il terremoto fin dai primi momenti. Senepa ha raccontato di aver iniziato a fare cronaca del sisma subito dopo la scossa, in diretta e minuto per minuto e rivivendo quei momenti si è commossa e ha dichiarato con orgoglio che “un giornalista si deve indignare e commuovere, perché la catastrofe si racconta anche dalla parte di chi la subisce”. De Nicola ha visto la sua casa crollare e ha vissuto ore di vero shock. Poi dopo i primi

momenti di sconforto e di dolore, anche fisico, essendo stato colpito da un mattone in testa, ha capito che non potendo fare l’eroe, poteva “solo fare il suo dovere di giornalista” e ha preso servizio in redazione. La sua esperienza è stata raccontata nel libro “Il nostro terremoto”. Massari, con la sua cinepresa, si è trovato ad essere parte della tragedia e ha cercato di fare il suo dovere facendo dialogare “le fonti e la pancia”. Il secondo momento ha visto come relatore il gesuita padre Francesco Occhetta di “Civiltà Cattolica” e assistente nazionale dell’Ucsi (Unione cattolica della stampa italiana) che sul tema “Ricostruire anche la deontologia della narrazione” ha sottolineato come “il buon giornalismo è possibile”, purché si pensi sempre alle “conseguenze del proprio lavoro”. “Il giornalista deve sapere bene quale è la sua appartenenza e deve sempre cercare il bene comune”. Se si riuscisse a fare questo non servirebbero tutte le Carte deontologiche, ma ne basterebbe una sola in grado di sintetizzarle tutte. Di “flusso incontrollato di notizie, urgenza e attendibilità” hanno parlato Vincenzo Morgante, direttore TGR, Stefano Trasatti, direttore dell’agenzia “Redattore Sociale” e Stefano Pallotta presidente dei giornalisti di Abruzzo. Roberto Zarriello e Francesco Paolucci, entrambi giornalisti della rete, il primo responsabile del sito “New Media”, il secondo creatore del sito “www.diceche.it” e filmaker, hanno messo in luce gli aspetti più interessanti del tema “web, nuovi comunicatori e tragedie sociali”. L’ultimo momento dell’intensa mattinata è stato dedicato all’esperienza di tre giornali cattolici di fronte al sisma e alla loro “professione di fede”. Alessia Guerrieri era una giovanissima giornalista da poco entrata ad “Avvenire” quando la notte del 6 aprile nella sua città, L’Aquila, si è trovata a essere testimone diretta di quello che stava avvenendo. Da quel momento e per tutti questi anni non ha mai smesso di raccontare luci e ombre, dolori e speranze della sua gente nei suoi 1700 articoli apparsi sul quotidiano della Cei. Michele Luppi, inviato del Sir, ha messo in evidenza l’ottima collaborazione tra testate cattoliche e l’impegno a raccontare sempre la

speranza. Infine, Benedetta Bellocchio direttore del settimanale “Notizie” di Carpi ha raccontato di un altro terremoto quello che ha colpito l’Emilia Romagna nel 2009. Nel pomeriggio il gruppo dei partecipanti al Convegno si è recato nel centro storico della città e ha partecipato alla S. Messa celebrata dal Vescovo Mons. Tommaso Valentinetti presidente della Conferenza Episcopale Abruzzese e Molisana nella chiesa di San Giuseppe, sistemata dopo il sisma. La giornata è terminata con una raffinata cena nell’elegante cornice di Villa Giulia. Sabato 18 aprile la giornata conclusiva è iniziata alle 8.30 quando Mons. Angelo Spina, Vescovo di Sulmona – Valva e delegato Ceam per le comunicazioni, ha celebrato la S. Messa nella parrocchia di San Giovanni Battista in Pile, un “edificio liturgico” che non ha muri, perché si tratta di una tensostruttura, abbellita dal parroco e dalla vivace comunità parrocchiale. Si è proseguito poi con l’ultima parte dei lavori congressuali, aperti dal saluto dell’assessore regionale dell’Abruzzo e della senatrice Stefania Pezzopane. Sono seguiti gli interventi di Andrea Melodia presidente Ucsi (Unione Stampa Cattolica Italiana) e di Enzo Iacopino presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Iacopino ha nettamente stigmatizzato l’idea, purtroppo diffusa nella categoria, secondo la quale si hanno “diritti prima che doveri”, dimenticando “che con le parole incidiamo sulla vita delle persone”. La seconda parte ha visto gli interventi di monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, che ha evidenziato come la Chiesa sia “indietro” sul fronte del digitale ma, al tempo stesso, non possa abbandonare i media tradizionali, i quali devono essere capaci di proporre la “parola vera” e di Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti – Vasto. Le conclusioni del convegno sono state affidate a Francesco Zanotti il quale ha richiamato i suoi colleghi a non perdere mai di vista la capacità di ascoltare e la necessità di essere umili per porsi correttamente di fronte all’interlocutore, avendo sempre un “sacro timore di sbagliare, essendo umili e pronti solo a raccontare la verità”.


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Giovedì 23 aprile 2015

Il freddo di una città che non c’è

di Marco Rezzani L’AQUILA - La prima cosa che ti colpisce arrivando dall’autostrada all’Aquila è la selva di gru che svettano dal centro storico verso il cielo. È il nuovo profilo di questa città che detiene il sesto posto a livello nazionale per numero di monumenti. Nei tre giorni del convegno dei settimanali cattolici la parola che più abbiamo sentito pronunciare dai vari e preparati relatori che si sono susseguiti è stata “terremoto”. È stata declinata in ogni sua sfaccettatura. Ma per capire cosa è stato per gli aquilani quel tragico 6 aprile 2009, nel centro storico della città ci siamo dovuti andare. Non sono bastate le parole, è stato necessario vedere. È il pomeriggio di venerdì 17. Chiediamo al giovane taxista di accompagnarci a visitare la fontana delle 99 cannelle, uno dei simboli dell’Aquila, da poco restaurata dopo il terremoto. Lasciata la fontana entriamo nel cuore della città, salutiamo l’autista e scendiamo. Ci accoglie una città ancora gravemente ferita; percorriamo Corso Vittorio Emanuele. Ponteggi ovunque, strutture in ferro che avvolgono e nascondono palazzi e monumenti quasi fossero creazioni di un’improbabile arte moderna, puntellature alle finestre e sotto i portici, edifici che portano i segni di quella maledetta scossa che ha cambiato il corso della storia della città e ha ucciso 309 persone. Arriviamo in piazza Duomo, il salotto buono dell’Aquila,

con la cattedrale chiusa e la chiesa delle Anime Sante (la sua cupola sventrata è diventata uno dei simboli della tragedia) interessata da imponenti lavori di ricostruzione. Ci avventuriamo nelle vie circostanti e lo scenario è il medesimo; da lontano vediamo il Palazzo del Governo gravemente danneggiato, diventato suo malgrado famoso perché la scritta posta sulla facciata è rimasta quasi del tutto intatta. Un odore acre di polvere rimane ancora per le vie. Il tempo si è fermato all’Aquila. Lo capisci dalle locandine affisse alle vetrine dei negozi (quasi tutti chiusi a parte pochi che con encomiabile coraggio hanno scelto di riaprire) che pubblicizzano eventi dell’inizio di quel mese di aprile di sei anni fa. Sono rimaste lì, ormai sbiadite, a loro volta memoriale di un tempo che sembra essersi arreso. È un centro storico fantasma, quello dell’Aquila, totalmente disabitato. Un centro storico che alle cinque di pomeriggio di un venerdì è pressoché vuoto, laddove prima del 6 aprile gli aquilani si trovavano per il passeg-

gio e alla sera i giovani per la “movida”. A sei anni dal sisma rimane ancora da fare un lavoro enorme, impressionante, da togliere il fiato. Due chiese (San Bernardino e San Giuseppe artigiano) sono state restaurate, insieme ad alcuni – pochi – palazzi storici. Senza dimenticare il lavoro, altrettanto faticoso ed importante, di ricostruzione del tessuto umano e sociale, di ritessere relazioni che il sisma ha spezzato. Alle 18.30 andiamo a celebrare l’Eucaristia nella basilica minore di San Giuseppe artigiano ed idealmente deponiamo sull’altare le sofferenze di questa città che sentiamo “nostra”. All’uscita della Messa sostiamo nella cappella dedicata alle 309 vittime. Leggiamo i loro nomi sulle lapidi e facciamo nostre le parole della preghiera per questi nostri fratelli: “Tutti i 309 cittadini aquilani che, il 6 aprile 2009, nel corso della notte, sono morti nella calamità del terremoto, presto risorgeranno, fanciulli, giovani, anziani, uomini e donne, che oggi sono al cospetto del Signore, cantandone le lodi, a mag-

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Ricostruire il Paese ripartendo da noi

gior gloria di Dio onnipotente, che regge il mondo per tutti i secoli. E così, quei figli che la terra scossa ha umiliato e condotto alla morte, il Signore ha condotto nella sua gloria e li ha annoverati tra i santi”. È ora di ritornare. Sulla piazza deserta risuona solo la musica sacra diffusa dalla cappella delle vittime. Nel corso, ormai quasi buio (l’illuminazione pubblica è ridotta ai minimi termini) un uomo è seduto a terra e suona il violino chiedendo l’elemosina. A poca distanza da lui un cane dorme. Un’altra notte è pronta ad avvolgere il cuore dell’Aquila. Ti pervade un mix di sentimenti diversi: commozione, incredulità, una strana sensazione di aver vissuto un’esperienza surreale. Senti freddo, tanto freddo, non tanto quello della sera aquilana, ma quello del vuoto, dell’assenza, di una città che se non ritroverà il suo centro storico non potrà ritornare ad essere se stessa. L’Aquila rinascerà. Così sta scritto sui grandi teli che ricoprono le impalcature. È la speranza che nonostante tutto si fa strada in noi, mentre in autobus facciamo ritorno in albergo. È la speranza che deriva dalla fede nel Cristo che ha vinto la morte. È la speranza di tornare presto dagli amici aquilani che in questi giorni ci hanno aperto il loro grande cuore ospitandoci (grazie don Claudio, a te e a tutti i tuoi collaboratori!) e di ritrovare una città di nuovo, finalmente viva.

nostra professione. Da ricostruire perché nessun altro terremoto possa trovarci impreparati e mettere in discussione le solide basi della convivenza, del progresso, dell’etica di un mestiere che spesso viene svolto senza rispetto e senza umiltà. Parliamo per tre giorni di questi temi, di deontologia, con il rischio anche di parlarci addosso, come capita, ma nel profondo stiamo parlando d’altro cioè della vocazione che un cristiano sente di onorare anche in un’occupazione così bella e appassionante. Della responsabilità verso i lettori. Del tentativo di raccontare Cristo facendo la cronaca di una tragedia in cui gli aquilani sono stati vittime e cirenei fino al Calvario davanti al Palazzo del Governo, al Duomo, alla Casa dello Studente. “Oggi viviamo una sorta di genocidio causato dall’indifferenza generale” – ha esordito il presidente della Federazione Francesco Zanotti. Sarebbe troppo facile se la nostra missione si ridurrebbe soltanto a informare. Invece, dobbiamo comunicare; capire che l’umanesimo di una città risiede nel suo centro storico come nel cuore di ciascuno. Sono tre giorni intensi quelli che trascorriamo all’Aquila. Tre giorni che vi raccontiamo e in cui ci siamo confrontati con colleghi testimoni della tragedia e con relatori che ci hanno aiutato a capire. Dove si colloca il limite tra dolore, incertezza e dovere di cronaca? La celebrazione della Messa nella parrocchia di San Giovanni Battista in Pile è una celebrazione (ancora) sotto una tenda. La chiesa è inagibile. Ma, come ha detto Benedetta Bellocchio, direttrice del settimanale “Notizie” della Diocesi di Carpi, “se il terremoto ha distrutto le chiese, non ha distrutto la Chiesa”. Camminando nell’Aquila,

da giornalista con l’odore dei lettori, rivivo la Pasqua di questa gente sotto una nuova luce, dando un nuovo significato alla “risurrezione”. Il mio lavoro non è mai scrivere ma riscrivere; non è mai credere ma continuare a credere. E ora che i riflettori si sono spenti su questa città che ha qualcosa di tremendo che si muove nelle sue viscere, vorrei dire a chi ci governa (ma anche agli ingegneri, ai palazzinari, agli architetti) che progettare il futuro e lo spazio, è sempre riprogettare. Vorrei scendere dall’Aquila a Onna come da Gerusalemme a Emmaus e riconoscere nei gesti di chi incontro, la sofferenza che ha provato quando si è visto la casa distrutta o un amico morto. La riconosco, poi, al tratto gentile delle parole scritte negli articoli di Giustino Parisse che, dopo aver perso due figli e il padre nel terremoto, ha continuato con coraggio e dignità a raccontare ciò che stava accadendo dalle colonne del quotidiano “Il Centro”. Vorrei stare qui ancora qualche ora per capire se mai riuscirò ad abituarmi alla sensazione di una sciagura imminente, perché qui ti sembra che qualcosa di ancora più brutto potrebbe accadere da un momento all’altro. Vorrei che il tempo, che è rimasto immobile per sei anni, ora accelerasse e riportasse in vita questi palazzi che solo Dio sa con quali soldi e quando verranno ricostruiti. Ma il punto è che per me che faccio questo lavoro, Dio lo sa davvero; lo sa nella misura in cui ha provato la sofferenza della croce e la gioia della risurrezione. Così che dopo, anche gli aquilani, torneranno nella loro piazza e si metteranno a mangiare del pesce, arrostito al momento, per dire a tutta l’Italia che non sono fantasmi, ma che sono persone in carne ed ossa, che sono vivi. Matteo Colombo

bra che sia scoppiata una bomba. Insieme alla moglie spaventata scende nella strada e comincia a rendersi conto del dramma. Da quel momento la vita di Guido e Adriana non sarà più la stessa. Loro, affermano, si ritengono molto fortunati e ringraziano Dio perché non solo sono usciti indenni, ma il loro palazzo non è crollato e scopriranno in seguito che potrà essere riparato. Si ritrovano però evacuati e senza una dimora, solo con i vestiti che hanno addosso.

Trovano sistemazione in una piccola casa in campagna, nella frazione di Scoppito, che avevano costruito per i due figli e dal 6 aprile vivono lì. Quando possono, come il 17 aprile, tornano nella loro città e girano per le sue vie, guardano la loro casa da dove hanno potuto portare via solo l’essenziale e aspettano. Aspettano che la burocrazia faccia il suo corso e che il loro fascicolo venga esaminato. Aspettano di vedere la loro città ricostruita. Aspettano di sentire le voci che animano il centro e che riempiono i negozi, le piazze e i portici. Attualmente sono pochi i locali che hanno avuto il coraggio di aprire e di dare un po’ di linfa vitale al centro. L’attesa potrà essere ancora molto lunga. Guido e Adriana lo sanno. Sono consapevoli che con le parole non si ricostruisce e che ci vorranno ancora tanti anni. Adriana però mi confida che lei spera di tornare a casa

sua presto. Insieme guardano al futuro con una “speranza rassegnata”. Vogliono credere che un giorno il terremoto sarà solo un brutto ricordo che ha fatto alzare la pressione a Guido, ma sono anche rassegnati a vivere di ricordi, di quando L’Aquila era una bellissima città e loro passeggiavano spensierati per i suoi affascinanti percorsi. Adesso aspettano e pregano perché la fede il terremoto non l’ha distrutta, anzi l’ha rafforzata e consolidata. Durante la Messa li guardo e vedo come sono attenti e partecipi, come ringraziano il Signore con le labbra e con il cuore e mi commuovo. Averli incontrati è stato un dono per noi, perché grazie a loro abbiamo visto “da vicino” il terremoto. Dietro le finestre vuote devono tornare ad esserci dei volti perché solo ridandole l’anima si può ridare vita ad una città. d.c.

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Adriana e Guido: la nostra casa distrutta. Ma noi torniamo qui L’AQUILA - Venerdì pomeriggio un’aria gelida soffia per le vie del centro storico dell’Aquila lungo le quali noi giornalisti del “Popolo”, insieme a quelli della Fisc, ci aggiriamo con sguardo attonito guardando muti i palazzi e le case che vi si affacciano e che mostrano senza pudore le terribili ferite del terremoto. Lo sguardo corre dai ponteggi, ai cumuli di macerie, alle finestre divelte, a pezzi di vita interrotti per sempre in pochi, interminabili secondi. Il silenzio è quasi assordante e ogni rumore è amplificato naturalmente in modo spettrale. L’unica musica che si sente è quella che esce dalla cappella del memoriale nella centralissima piazza del Duomo, dove sono ricordati i nomi delle 309 vittime della furia della “natura devastatrice” che quel 6 aprile del 2009 ha interrotto il battito millenario del cuore della città. Quella notte solo chi

l’ha vissuta può davvero capire cosa ha significato. Il prima e il dopo della vita della gente colpita dal sisma si misura da quella fatidica ora, le 3.32 di un tragico lunedì notte. Durante la nostra visita al centro storico casualmente, come spesso accade nella vita, due persone si sono avvicinate a noi tre e ci hanno chiesto se potevano partecipare alla S. Messa per i giornalisti del convegno celebrata nella chiesa di San Giuseppe, una delle poche ristrutturate della città. Guido e Adriana nel 2009 abitavano in uno dei corsi del centro dell’Aquila, in un bell’appartamento e vivevano serenamente la loro vecchiaia. Nulla lasciava presagire quello che sarebbe successo. Da alcuni mesi la città avvertiva delle continue scosse, ma trattandosi di una terra a forte vocazione sismica e ricevute le rassicurazioni della Protezione Civile, continuavano la routine quo-

tidiana senza troppe ansie. Il 6 aprile il signor Guido non riesce a prendere sonno, forse per un brutto presentimento, ma verso le 2.30 si addormenta. Il riposo però dura poco. Neanche un’ora dopo i 28 secondi più lunghi della sua vita. Alle 3.32 la terra comincia a tremare. Questa volta è diversa dalle altre, la scossa non passa e la paura aumenta. Quando finalmente il boato si ferma, Guido guarda fuori dalla sua finestra e vede il buio, la città non ha luci e a lui sem-


EVENTI E CULTURA

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IL POPOLO

Giovedì 23 aprile 2015

Voghera Dal 12 al 19 aprile la Settimana Culturale per il secondo centenario della nascita della fondatrice

Le Suore Benedettine ricordano con gratitudine la loro storia

Il Vescovo Emerito Mons. Canessa mentre celebra la Messa di chiusura della Settimana Culturale

VOGHERA - Domenica 19 aprile si è concluso in bellezza, con la solenne concelebrazione eucaristica nel Duomo di Voghera, l’anno commemorativo del secondo centenario dalla nascita della Serva di Dio Maria Schiapparoli, fondatrice, con la sorella Giustina, dell’Istituto delle Suore Benedettine della Divina Provvidenza. La settimana conclusiva si è aperta domenica 12 aprile alle ore 18.15, nella cappella della Casa Madre, con i Vespri presieduti da Mons. Piero Marini, Presidente del Pontificio Consiglio per i Congressi

Eucaristici, a cui hanno partecipato, assieme alle suore, alcuni laici amici, il diacono Gianni Ottoboni e Mons. Lino Ferrari, parroco di Castel San Giovanni, città natale della Serva di Dio (20 aprile 1815). Lunedì 13, alle ore 17.30, nell’Aula Magna dell’Istituto Sacra Famiglia, con una brillante e coinvolgente presentazione, la professoressa Enrica Morelli apriva la mostra allestita con la collaborazione di insegnanti e alunni delle Scuole Primaria e Secondaria di II Grado. Attraverso un percorso letterarioartistico, spaziando dagli Atti degli

Apostoli a Masaccio a Benedetto XVI, da Dante a San Bernardo, è stato approfondito il significato benefico dell’ombra, prendendo lo spunto dall’appellativo di Maria, definita “la Santa Ombra”. Venerdì 17, alle ore 21, sempre nell’Aula Magna, Francesca Consolini, Postulatrice delle Cause di Canonizzazione delle Serve di Dio, presentava un excursus biografico delle due sorelle, la loro opera, le loro virtù vissute in modo eroico. Completava la relazione, in sostituzione dello storico Fabrizio Bernini, Giorgio Rossi, che esponeva

BRONI - Domani sera al Carbonetti lo spettacolo musicale di Gigi Franchini

“Il fascino dell’operetta” dal Danubio all’Italia BRONI - Gigi Franchini (nella foto) presenta venerdì 24 aprile, alle 21, al Teatro Carbonetti di Broni “Il fascino dell’operetta”, spettacolo musicale con Susie Georgiadis, Elena D’Angelo, Spero Bongiolatti, Paolo Marconi, Jacopo Pivari e Gabriele Omodeo. Le musiche, le scene e le arie sono tratte dalle più famose operette tra cui “La vedova allegra”, “Al Cavallino Bianco”, “Il paese dei campanelli” e “Cin-Ci-Là”. “Il fascino dell’operetta” è una gustosa ed esauriente antologia di brani che uniscono la tradizione danubiana a quella italiana e rendono omaggio a questo genere di spettacolo con esecuzioni che, grazie ad accurati arrangiamenti, non solo non ne

tradiscono lo spirito originale, ma fanno risaltare anche la bellezza di alcune pagine talora trascurate. Comico, cantante, animatore di serate musicali, la capacità di Gigi Franchini, che conduce l’intera serata nella parte del comico, scaturisce da una sincera passione per l’operetta, condivisa, agli inizi della carriera, con la

grande Aurora Banfi, autentica star del genere, e proseguita con l’assidua presenza in importanti spettacoli e in numerosi teatri a fianco di affermati artisti. La sua verve, sempre diversa, trae spunto dall’autoironia e si arricchisce dello studio del repertorio del fine dicitore nonché di monologhi tratti dal cosiddetto “teatro dell’equivoco”. I biglietti si possono acquistare all’Ufficio Prevendita (in piazza Garibaldi, 12; tel. 0385.257057) martedì, venerdì e sabato (ore 10.30 - 12.30); mercoledì (ore 14.30 - 17.30) e presso la Biglietteria del Teatro (tel. 333.9277122), attivo in orario di apertura), dalle 20 del 24 aprile. Si può penotare online (biglietteria@teatrocarbonetti.it).

imparare a raccogliere e cucinare le erbe locali commestibili reperibili in natura. Dal punto di ritrovo si partirà per una passeggiata didattica della durate di circa due ore, immersi nel dolce paesaggio delle prime pendici collinari della Valle Staffora. Due esperti naturalisti guideranno il gruppo lungo

un facile percorso campestre, durante il quale saranno illustrate le tecniche di ricerca e raccolta nonché le caratteristiche delle varie erbe selvatiche commestibili presenti sul posto. Tornati all’agriturismo, si degusteranno piatti della tradizione oltrepadana elaborati con le erbe selvatiche viste durante il percorso. Al termine della degustazione, lo chef dell’agriturismo illustrerà la preparazione in cucina dei piatti presentati, consegnando a tutti i partecipanti un ricettario personalizzato a ricordo dell’evento. Per informazioni si può visitare il sito dell’associazione (www.calyxturismo.blogspot.it).

Con Calyx alla scoperta delle erbe commestibili dell’Oltrepò

RIVANAZZANO TERME - Domenica 26 aprile, alle ore 14.30, presso l’agriturismo “Chiericoni”, prenderà il via “Erbavoglio”, la passeggiata didattica sulle erbe commestibili selvatiche d’Oltrepò, con degustazione ed istruzioni di cucina, organizzata dall’associazione Calyx. Con circa quaranta specie presenti, il territorio dell’Oltrepò Pavese è uno dei più ricchi di erbe selvatiche commestibili. Per celebrare questa ricchezza, l’associazione ricreativa culturale Calyx, in collaborazione con l’agriturismo “Chiericoni”, organizza il 26 aprile un pomeriggio durante il quale sarà possibile gustare e

brevemente gli avvenimenti storici che interessarono Voghera nel secolo XIX. Sabato 18, alle ore 21, nella cappella della Casa Madre, colma di spettatori, l’applaudito concerto che ha visto succedersi gli alunni della Scuola Primaria, guidati dalla loro insegnante di musica, i cantori dell’Ensemble Vocale Ambrosiano e i ragazzi delle comunità di accoglienza, guidati dal Maestro Mauro Penacca. Tutti i presenti sono stati coinvolti dalle voci e dalle note dei canti Gospel, inneggianti a Cristo risorto, liberatore dell’uomo e speranza per un mondo nuovo. Domenica 19, alle ore 11.15, con il corteo delle bandiere dei Paesi in cui sono presenti le Suore Benedettine della Divina Provvidenza (Italia, Brasile, Paraguay, Guinea Bissau, Bolivia, Albania, Romania, Messico, Kenya, India, Argentina, Malawi, Mozambico, Tanzania) e la processione introitale, aveva inizio la solenne celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Martino Canessa, Vescovo Emerito di Tortona. Con lui hanno celebrato: Mons. Gianni Captini, parroco del Duomo; Padre Cristoforo Paszkiewicz, segretario della CISM diocesana; Mons. Giampiero Rampini, vespolino, già funzionario della Segreteria di Stato e dell’Archivio segreto Vaticano; coadiuvati dal diacono Ivo Reghelin e assistiti dal cerimoniere della Diocesi mons. Mario Balladore. I canti sono stati animati dagli alunni della Scuola Secondaria di I

grado dell’Istituto Sacra Famiglia e dai ragazzi delle comunità di accoglienza, diretti dal maestro Pertusi. Assieme alle suore, provenienti da diversi luoghi in cui la Congregazione svolge la sua missione, ad amici e fedeli vogheresi, erano presenti una folta delegazione della cittadinanza di Vespolate, località in cui Maria era vissuta e aveva concluso la sua vita il 2 maggio 1877, capeggiata dal sindaco Pierluigi Migliavacca, e le Suore Benedettine della Provvidenza di Ronco Scrivia, nella persona della Superiora generale Madre Germana Marelli e della sua Vicaria. Dopo il saluto della Superiora generale Madre Lina Maria Girotto, le letture e le preghiere dei fedeli in diverse lingue. All’omelia Mons. Canessa, rifacendosi all’invito di Papa Fran-cesco a “ricordare il passato con gratitudine”, ha tracciato in modo chiaro e sentito il profilo spirituale di Maria: la Santa Ombra, la piccola serva di tutti. Umile, semplice, schiva, ha lasciato una traccia indelebile nelle bambine che ha curato, nelle giovani che ha formato, negli alunni che ha educato. Al termine, la benedizione del Santo Padre. La giornata si è conclusa con il pranzo nel refettorio della Casa Madre, allestito dalla ditta Pellegrini, a cui hanno partecipato circa cento persone. Ringraziamo la Divina Provvidenza che ci ha concesso di vivere serenamente questi momenti di fraternità. Suor Maria Luisa Contotti


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UN LUOGO, UNA STORIA

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25 APRILE 70° della Liberazione sul Monte Antola La festa del “25 Aprile” ricorda la fine del periodo nazi-fascista e la Liberazione del Paese dalla dittatura e la vittoria dei Partigiani che organizzarono la Resistenza per riconquistare la libertà. Proprio il 25 aprile 1945 i Partigiani, con l’aiuto e l’appoggio degli Alleati americani e inglesi, entrarono vittoriosi nelle principali città, liberando l’Italia. I Partigiani erano uomini, donne, ragazzi, soldati, sacerdoti, lavoratori, operai, contadini, socialisti, cattolici, comunisti: gente di diverse idee politiche o fede religiosa, e di diverse classi sociali, ma che avevano deciso di impegnarsi in prima persona, rischiando la propria vita, per porre fine al fascismo e fondare in Italia una democrazia, basata sul rispetto dei diritti umani, della libertà individuale, senza distinzione di razza, di idee, di sesso e di religione.

I

n occasione del 70° Anniversario della Liberazione si svolgerà un evento che ricorda e celebra gli avvenimenti che portarono alla fatidica data del 25 aprile 1945, quando anche dal Monte Antola e dalle sue vallate, i partigiani della “VI Zona Operativa” scesero per liberare Genova e altre città dal giogo nazifascista, ponendo le basi per un’Italia libera e democratica. Proprio per la centralità e l’importanza che l’Antola e la gente delle sue valli ebbero nel periodo 19431945, questo evento cruciale sarà celebrato anche in montagna, anzi “sulla montagna” simbolo dei genovesi, dei partigiani e dei paesi del Trebbia, dello Scrivia e del Borbera. Il 25 Aprile sulla montagna che domina le valli da cui molti uomini della Resistenza scesero per liberare Genova e altre città è l’evento organizzato dal Rifugio dell’Antola con l’Ente Parco, i Comuni di Propata, Valbrevenna, Carrega Ligure, Anpi, Agesci, Cai, Fie, Dlf, Atl Coop e molte altre realtà delle valli del Trebbia, Scrivia, Borbera e basso Piemonte, salendo alle ore 9 sull’Antola, con una bandiera tricolore, contemporaneamente da 22 località diverse (l’elenco sui siti www.rifugioantola.com e www.parcoantola.it) sui sentieri che percorrevano contadini e partigiani. Alla giornata, inserita nelle manife-

Il monumento sul monte Antola a ricordo dei partigiani, realizzato dall’ANPI

stazioni celebrative di “Achtung! Banditen - 70° Anniversario della Liberazione in Alta Val Trebbia!” (www.achtungbanditen.it) con il patrocinio dell’ANPI provinciale di Genova si può partecipare a piedi, a cavallo, accompagnati dagli asini delle associazioni che ne promuovono la riscoperta, in mountainbike, di corsa, con gruppi escursio-

nistici, sportivi, culturali e le istituzioni del monte per un momento davvero bello di incontro nella natura montana, di amicizia, celebrazione, ma anche di speranza per il presente e il futuro”. Il presidente del Parco Antola Roberto Costa spera che sia “Un 25 aprile con tanti giovani e famiglie”. Sull’Antola ci saranno poi il ricor-

La Resistenza sull’Antola e a Fascia

L

’Alta Val Trebbia faceva parte della VI zona operativa partigiana, che non comprendeva soltanto territorio ligure, ma si estendeva nell’alessandrino, nel pavese, nel piacentino. Dai primi gruppi organizzati di “ribelli”, costituitisi subito all’inizio della Resistenza nell’autunno-inverno 1943, trasse origine la più vasta organizzazione, composta da distaccamenti, brigate, divisioni che, dopo tante vicende di combattimenti, rastrellamenti, scioglimenti e ricostituzioni, troveremo, a fine 1944, coordinata ed efficiente, collocata nel sistema montuoso che, partendo da ovest dalle quote piemontesi, raggiunge le più elevate quote dei monti Figne, Antola, Carmo, Chiappo ed Ebro, Lesima, Maggiorasca, Penna, Aiona e Zatta. Su questo “sistema” si collocarono le basi partigiane aprendosi la possibilità di controllare, interrompere e ostacolare il traffico tedesco sulle grandi vie di comunicazione che, attraverso l’Appennino, collegano la riviera ligure all’entroterra padano. Le strade minori e le valli erano interdette ai nazifascisti, che, quando volevano penetrarvi, erano costretti a farlo con grandi operazioni militari e a massicci rastrellamenti. Il monte Antola, “la montagna dei genovesi” fu per la sua posizione dominante, territorio partigiano per eccellenza. Tutte, o quasi, le località dei dintorni furono sede o tappa del movimento partigiano. Significativi e sovente contrassegnati con cippi e lapidi, i borghi di Donetta, Bavastri, Caprile, Propata, Ronda-nina, attorno al grande invaso dal Brugneto; Fascia, Varni e più su, Capanne di Carrega, a lungo sede

La lapide posta nel comune di Fascia che ricorda il ruolo svolto nella Resistenza

del comando partigiano della VI zona operativa. E proprio sull’Antola va ricordato il Rifugio Musante, sede di sosta e di incontri per distaccamenti e staffette. Fascia fu una delle capitali della Resistenza partigiana e fu una sede operativa dei capi partigiani; qui nacquero due importanti divisioni partigiane: la Bisagno guidata da Aldo Gastaldi e la Scrivia comandata da Aurelio Ferrandi. Ciò che accadde a Fascia e sui monti circostanti è stato raccontato da Paolo Emilio Taviani (nome di battaglia Riccardo Pittaluga), che fu uno dei protagonisti della storia dell’Italia repubblicana. Nella Resistenza fu comandante partigiano e membro del CLN Liguria. Dopo la Guerra è stato il primo deputato eletto della Dc in Liguria. Morì a Roma il 18 giugno 2001.

(foto Alessio Schiavi)

do di personaggi ed eventi della Resistenza, la commemorazione ufficiale, la proiezione di un film su Aldo Gastaldi, il comandante “Bisagno”, letture e musiche dal vivo sulla Resistenza a cura della Biblioteca di Casella e del gruppo “Il Ballatoio” di Genova e anche il ristoro al Rifugio. La celebrazione si aprirà alle 9 con

la partenza contemporanea da 22 località delle escursioni, con possibilità pranzare al Rifugio Parco Antola con polenta, salsiccia e torta. Alle 13 tutti i partecipanti saliranno alla vetta del monte, dove alle 13.30 ci sarà la commemorazione del 70° Anniversario della Liberazione, dei partigiani della VI Zona Operativa e delle popolazioni delle Valli Trebbia, Scrivia e Bor-bera con la deposizione di tre corone al monumento, gli interventi dei rappresentanti dei Comuni di Propata, Valbrevenna, Carrega Ligure, del Parco, dell’ANPI e altre istituzioni e associazioni e la benedizione e preghiera per i caduti. Alle 15 seguiranno al Rifugio letture e musiche sulla Resistenza a cura di Alessio Schiavi, Cristina Parodi e Roberto ‘Basco’ Bagnasco e alle 16 la proiezione del film “Bisagno - Aldo Gastaldi, primo partigiano d’Italia” di Mario Ciampolini, Claudio Serra e Enzo Turati. Al termine della manifestazione sarà possibile anche cenare e pernottare al Rifugio Parco Antola. Per adesioni si possono contattare il Rifugio Parco Antola (tel. 3394874872 o tel. 3333998020; via mail: info@rifugioantola.com e alessio@rifugioantola.com) e la Biblioteca di Casella (biblioteca@comune.casella.ge.it; tel. 01096.87733).

Chi era Aldo Gastaldi “Bisagno”

A

ldo Gastaldi nacque a Rivarolo Ligure oggi quartiere di Genova, all’epoca comune autonomo, il 17 settembre 1921. Appassionato camminatore, a 13 anni si recava da solo a piedi sulla vetta del monte Antola con un viaggio a piedi di 12 ore. Pilone della squadra di rugby dell’Istituto Galilei e canottiere della Società Canottieri Genovesi Elpis. Impiegato all’Ansaldo San Giorgio di Sestri Ponente, seguiva i corsi di economia all’Università di Genova. Chiamato alle armi, nel marzo del 1942 era diventato sottotenente del Genio. L’annuncio dell’armistizio lo colse a Chia-vari, dov’era al comando di un plotone del 15° Reggimento Genio. Fu così che a Cichero, nell’entroterra chiavarese, nacque con Gastaldi e alcuni comunisti del luogo, il primo gruppo di partigiani genovesi. Un mese dopo, Gastaldi era già al comando (con il nome di copertura di Bisagno, che richiama l’omonimo torrente), della prima formazione partigiana della zona, che sarebbe poi diventata la 3a “Garibaldi”. La Brigata prese il nome di “Cichero” quando, nel maggio del 1944, i nazifascisti dettero alle fiamme l’eroico villaggio. “Bisagno”, che era riuscito a rendere sempre più forte la Brigata, avvalendosi dell’apporto degli alpini del Battaglione “Vestone” della Monterosa, che aveva convinto a disertare e a passare con la Resistenza, diventò vice comandante della VI Zona, che comprendeva parte della Liguria e i territori montani delle province limitrofe del Piemonte, della Lombardia e dell’Emilia. Dissapori tra le varie formazioni partigiane, portarono poi alla di-

Il monumento ai partigiani della divisione Bisagno a Fascia

visione della “Cichero”, ma non diminuirono la fama di “Bisagno” Aldo Gastaldi morì il 21 maggio 1945, un mese dopo la Liberazione, cadendo dal tetto della cabina del camion sul quale viaggiava e con cui aveva accompagnato a Riva di Trento alcuni dei suoi partigiani smobilitati. A Bisagno è stato attribuito il titolo di “Primo Partigiano d’Italia” e la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. Per onorare la memoria di Gastaldi, il Comune di Genova ha dato il suo nome ad una delle principali arterie cittadine, su cui si affaccia la Casa dello studente. Un monumento gli è stato eretto nel Parco dell’Acquasola, in viale XII Ottobre. Il 24 aprile 2005, i resti mortali di Aldo Gastaldi sono stati traslati al Cimitero monumentale di Staglieno.


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Dall’

TRADIZIONI

SAPORI

COSTUME

SOCIETA’

Serravalle Scrivia Il 26 aprile il ritrovo della corsa sarà al Retail Park

Il 76° Giro dell’Appennino in bici

Simone Temperato il ciclista acrobata

SERRAVALLE SCRIVIA - Domenica 26 aprile si corre il 76º Giro dell’Appennino “Tre Colli Cup” - Memorial “Alfredo Martini”, valido come 63º Gran Premio Città di Genova e 23° Trofeo Regione Liguria. Il ritrovo dei ciclisti è previsto al Retail Park di Serravalle, mentre il via ufficiale sarà davanti al Museo dei Campionissimi a Novi Ligure. L’arrivo è previsto a Pontedecimo. Solamente chi avrà fiato e forza ancora nel rettilineo finale di 1300 metri, dopo ben sette Gran Premi della Montagna e 192 chilometri nelle gambe, potrà aggiudicarsi il 76° Giro

dell’Appennino. Quattordici le squadre al via. Nomi come sempre top secret fino a poche ore dal via. L’unica certezza è che al via ci sarà la selezione azzurra diretta dal commissario tecnico Davide Cassani. In attesa delle dediche del vincitore, il Pontedecimo Ciclismo le sue dediche le ha già fatte. Quest’anno la prima dedica sarà per Alfredo Martini, indimenticato ct della nazionale ma anche vincitore di un difficile Circuito dell’Appennino nel 1947. A lui sarà dedicata la mostra fotografica “Alfredo Martini e il Giro dell’Appennino, aspettando il Giro d’Italia”, in programma a Palazzo Tursi dal 1° al 10 maggio. Il primo “Appennino d’Oro” fu assegnato, nel 1998, proprio ad Alfredo Martini. Quest’anno invece sarà consegnato a Gilberto Simoni che ha vinto l’Appennino negli anni e detiene il record della scalata della Bocchetta. Proprio sulla Bocchetta quest’anno al Giro dell’Appennino, a dare spettacolo prima del passaggio dei corridori, ci sarà una grande sfida ciclista acrobata di Bassano del Grappa Simone Temperato in arte Magico Tempe che cercherà di scalare la dura salita del Passo pedalando con una sola ruota cercando di battere il suo precedente primato di scalata stabilito nell’edizione 2010. Simone sarà scortato lungo la sua ascesa da cinque Fiat 500 del Club Italia di Garlenda (sede mondiale delle Fiat 500). Sulla vetta Simone porgerà nel monumento un mazzo di garofani rossi (il colore dell’U.S. Pontedecimo Cicli-

smo che organizza il Giro dell’Appennino dal 1934) in memoria di Giorgio Delfino, un grande appassionato di ciclismo venuto a mancare alcuni anni fa, una persona speciale che è stato l’ideatore dei “Marmi” sulla Bocchetta e l’artefice e organizzatore della scalata di Simone nel 2010. La partenza è fissata da inizio salita verso le 13.30. La gara si correrà domenica 26 aprile 2015, nel 70° anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, con Genova unica città che si liberò grazie all’insurrezione dei propri cittadini e senza l’ausilio dell’esercito alleato e per questo insignita della Medaglia d’Oro al Valore Militare e alla Resistenza. In ossequio a questa ricorrenza il presidente del Pontedecimo Ciclismo, Ivano Carrozzino ha spiegato che l’arrivo era in centro città ma non è stato purtroppo possibile per i troppi maggiori oneri richiesti per i servizi aggiuntivi che un tale arrivo necessita. L’arrivo ritorna in Valpolcevera, a Pontedecimo, a fianco del Mercato dei Fiori. I corridori si disputeranno la vittoria dopo 192 km. di corsa, iniziando nella provincia di Alessandria con l’unico discreto tratto in pianura. Seguiranno le salite della Castagnola, dei Giovi e di Sant’Olcese, per l’avvicinamento alla Bocchetta che provocherà la selezione spesso decisiva per l’esito della gara. Per i corridori professionisti i Gran Premi della Montagna saranno sette.

TERRITORIO

TORTONA - La cena del Circolo Ricreativo Comunale

Premiazione dei soci CRAL tortonesi

TORTONA - In un’atmosfera di allegria si è svolta presso il Ristorante “Il Carrettino” di Rivalta la cena annuale del CRAL (Circolo Ricreativo Aziendale Lavoratori) del Comune di Tortona che ha visto una grande partecipazione. Nel corso della serata, alla quale hanno preso parte anche il sindaco Gianluca Bardone e gli assessori Davide Fara, Marcella Graziano e Vittoria Colacino, il CRAL rappresentato dalla presidente Eugenia Terzano e da Silvana Biglieri, ha premiato con diploma e medaglia d’oro i soci Marina Beltrame, Pierluigi Boiani, Maria Luisa Lombardi e Gelsomina Santoianni che hanno raggiunto il traguardo della pensione nel 2014. Si è svolta anche una ricca lotteria. CASTELNUOVO - Il 26 aprile si va fino a Viguzzolo

Pedalata insieme per la Liberazione

CASTELNVOVO SCRIVIA - Aderendo alle manifestazioni promosse dal Comune e dall’ANPI di Viguzzolo in occasione della ricorrenza del 70° anniversario della Liberazione, il Comune di Castelnuovo organizza una biciclettata da Castelnuovo a Viguzzolo nel pomeriggio di domenica 26 aprile. Il ritrovo è alle ore 14 nella piazza delle scuderie. Durante l’andata ci sarà una sosta alla cascina Impero, attuale sede di “Elilu”, dove i partigiani si ritrovavano nel loro passaggio fra la pianura e le valli Grue e Curone. A Viguzzolo ci sarà il ricongiungimento con le “colonne ciclistiche” provenienti da altri Comuni e la partecipazione alle manifestazioni. Si rientra alle 18.30.


IL POPOLO Giovedì 23 aprile 2015

Opinioni a confronto Gli Intercity Genova - Torino sono a rischio di eliminazione

Egr. Direttore, confidavo con la mia interrogazione di ottenere rassicurazioni da parte della Regione sul mantenimento dei treni Intercity sulla tratta Genova-Torino. Invece l’assessore ha confermato come sia in atto una discussione tra le Regioni Piemonte e Liguria e il MIT per una rimodulazione di tali treni, in particolare è in essere una ipotesi per la soppressione di 4 delle attuali 8 corse. L’assessore, nei giorni scorsi, ha affermato che ciò comunque avverrebbe vista la nuova offerta cadenzata sulla medesima tratta dai treni regionali veloci. Peccato che mi continuino ad arrivare segnalazioni di pendolari che lamentano la qualità e bassa frequenza dei servizi offerti sulla tratta Genova-Torino. Vorrei ricordare che oltre ai problemi sull’utenza, e quindi a un servizio che vede migliaia di persone usufruire di tali treni, la soppressione di corse influisce anche sui livelli occupazionali dei lavoratori che subirebbero la natura riduzione di personale da parte di Trenitalia ma soprattutto sui flussi turistici da e verso la nostra Regione. Massimo Berutti - Consigliere regionale Forza Italia

I giovani e la felicità: i dati emersi al convegno della Cattolica

Egr. Direttore, in occasione del Convegno per la 91^ Giornata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore dal titolo “Chiedimi Se Sono Felice…” sono stati resi noti i dati sui giovani italiani e mi ha colpito il fatto che non sia allarmanti o pessimisti. Nonostante la crisi, il lavoro che non si trova, le tante incertezze legate al futuro e un’ampia sfiducia nelle istituzioni, la maggioranza dei giovani italiani non considera questo il tempo del proprio scontento. Il 71,8%#dei giovani italiani dichiara, infatti, di essere abbastanza o molto felice. L’indagine “Rap-porto Giovani” è stata effettuata su 5000#giovani di età compresa tra i 19 e i 31 anni e promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica, con il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo. Alla domanda “Quanto ti ritieni felice” a rispondere “per nulla” è infatti meno del 5%,#contro un 13,3% che risponde “molto”. A rispondere “poco” sono il 23,6% degli intervistati, a fronte di 58,6% che rispondono “abbastanza”. Prevale quindi la moderata felicità. Se si mette infatti assieme chi ha risposto “molto” o “abbastanza” si arriva al 72%. Si tratta di una felicità non ingenua, ma unita a consapevolezza della difficile situazione, dato che l’85% dei giovani ritiene che l’Italia offra limitate o scarse possibilità per chi entra oggi nel mercato del lavoro. I dati del Rapporto giovani confermano come nonostante la tenuta su livelli relativamente elevati della felicità tra i giovani ci siano differenze rilevanti legati alla condizione di attività. Sono, infatti, i giovani che riescono a far conciliare lo studio con qualche lavoro part-time ad avere una maggiore percezione di benessere (80%), seguiti da chi lavora (76,7%), da chi studia (74,9%). I livelli più bassi vengono, all’opposto, toccati da gli under 30 (i cosiddetti Neet) che non studiano e non lavorano. Si tratta di una categoria di giovani che vede le proprie capacità e competente inutilizzate, lasciate deperire, con il rischio di marginalizzazione non solo economica ma anche sociale. Tra i Neet, la percentuale di chi si dichiara felice scende al 59%, mentre tocca l’80% tra chi studia e lavoro. Federica Vernò - Comunicazione Istituto Toniolo

La risoluzione del contratto tra FondazioneCRT e Kursana

Egr. Direttore, in relazione alle notizie apparse in questi giorni sulla stampa locale in merito all’anticipata risoluzione del contatto di appalto al Consorzio di Cooperative Kursana dei servizi di gestione della Residenza Sanitaria “Leandro Lisino”, la Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona e la sua controllata società strumentale intendono precisare che la decisione di porre termine anticipatamente al contratto è stata presa di comune accordo tra le parti. Si conferma che tra il Consorzio di Cooperative Kursana e la società strumentale della Fondazione non sussiste alcun contenzioso e che il rapporto tra le parti è stato in questi anni costantemente improntato alla massima collaborazione con l’obiettivo comune di garantire la qualità del servizio ai degenti, in linea con la mission della Fondazione e l’ampia esperienza nel settore di Kursana. Ufficio Stampa Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona La Redazione si riserva la facoltà di ridurre i testi troppo lunghi che devono recare in calce firma leggibile e indirizzo del mittente. Indirizzate la vostra posta a: Il Popolo (Opinioni a confronto), P.tta De Amicis 1 - 15057 Tortona (AL) fax: 0131/821427, mail: ilpopolo@libero.it

Bacheca a cura della Redazione

Giovanni Gennai

M. Gandolfini

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Da leggere Sergio Bocchini

A un passo da te

Mamma e papà servono ancora?

Indagine sulla Sindone

Paoline

Cantagalli

EDB

Pp. 208

Pp. 96

Pp. 248

Euro 14,00 Una storia segnata dal dolore e dalla malattia, ma che vuole raccontare la forza e la speranza nate dalla consapevolezza di essere fragili ma mai soli, accompagnati dalla cura degli altri e dall’amore di Dio. Alessandro ha ventotto anni, un’esistenza serena che si apre alla maturità, nel compimento della propria vita di sacerdote. Il giorno di Pasqua del 2012 però - dopo un malore e una breve visita al Pronto Soccorso - arriva una telefonata e in pochi istanti tutto precipita. Alessandro scopre di essere stato colpito da una malattia fulminante, la leucemia linfoblastica acuta (LLA). È l’inizio di un viaggio incredibile, il più difficile di una vita, che stravolgerà la quiete e porterà sconcerto. Ma il giovane sacerdote non è solo. Intorno alla sua malattia si radunano in tanti: medici, amici, compagni di viaggio, sconosciuti che si stringono attorno alla sua famiglia e danno vita a una sorta di miracolo umano fatto di vicinanza e solidarietà. La medicina e l’amore. Ecco le braccia che lo sosterranno nel viaggio più duro, sempre pronte a pungolare la sua voglia di vivere, a rendere evidente la presenza costante di Dio che veglia anche nelle notti più scure e senza luna in una stanza sterile di ospedale. Don Alessandro racconta nel libro questa vicenda, raccolta dall’amico Giovanni Gennai e afferma: “so quali sono le due cose che mi hanno salvato e mi hanno permesso di fare ritorno: la medicina e l’amore. Vivere, è questo quello che voglio”.

Euro 7,50 Il tempo che stiamo vivendo è caratterizzato da un’autentica “emergenza antropologica”: l’uomo e la sua dignità sono ormai sottomessi alle logiche del profitto, del mercato, dell’interesse di categoria. In una sorta di delirio collettivo di onnipotenza, la convinzione che tutto è possibile e deve essere reso possibile sta annientando ogni principio oggettivo di riferimento in grado di fare da argine all’assurdo dilagare della pretesa personale. Benedetto XVI, in riferimento a tale deriva, ha parlato di “dittatura del relativismo”. In questo contesto si inseriscono perfettamente anche il dibattito sull’ideologia di “gender” e sulla questione delle cosiddette coppie omogenitoriali, quelle formate da due persone dello stesso sesso. Nel libro l’autore passa in rassegna le varie tappe della psicologia infantile del bambino ed analizza il rapporto genitori-figli, basato sull’importanza del corpo in relazione all’ambiente circostante, nonché alla sfera emotiva, lasciando poi al lettore il compito di tirare le somme sulla presunta equivalenza fra genitori etero ed omosessuali. Una trattazione laica e scientifica, che bandisce qualsiasi forma di odio e discriminazione e che mira alla ricerca della verità, nell’unico interesse di tutelare il diritto del bambino a crescere nelle condizioni esistenziali ottimali per il suo sviluppo. Gandolfini è medico ed è padre di 7 figli, tutti adottati. Primario di Neurochirurgia, vicepresidente nazionale di Scienza&Vita.

Euro 18,00 L’indagine si propone di offrire un’informazione corretta e documentata sul dibattito, ricco e complesso, a volte confuso e tormentato, che circonda il telo di Torino. Il volume ricostruisce la storia del lenzuolo funebre e di sudari e veli analoghi, commenta i testi sulla passione di Gesù, illustra le ricerche della scienza e le posizioni della Chiesa cattolica, la storia delle ostensioni pubbliche e della devozione popolare. In appendice, cinque interviste offrono altrettanti sguardi sul mistero del telo torinese: la parola passa dunque al biblista Giuseppe Ghiberti, allo storico Andrea Nicolotti, al giornalista Marco Fracon, al fondatore del Gruppo Abele e di Libera Luigi Ciotti e al parroco ortodosso Lucian Roşu. L’intento è raccontare la Sindone senza pregiudizi, ingenuità e forzature, rifiutando di prendere posizione a favore o contro la sua autenticità, ma anche senza dimenticare che il telo di Torino, con il suo fascino, i suoi lati oscuri e problematici, è una straordinaria icona cristiana, testimone della sofferenza dell’uomo in ogni tempo. Sergio Bocchini ha conseguito il dottorato in Teologia e si è perfezionato in Storia delle religioni all’Università Statale di Torino. Da anni insegna nelle scuole e si interessa di religioni, pedagogia e didattica. La postfazione è a cura di Lidia Maggi, teologa e pastora battista, responsabile della rivista “La Scuola domenicale” della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia.

SPAZIO DIOCESI Settimanale radiofonico della Diocesi di Tortona “Radio PNR”, la Radio Diocesana di Tortona, offre alcuni importanti servizi di comunicazione sul territorio diocesano e su internet. IL GIORNALE RADIO SETTIMANALE Il Giornale Radio SPAZIO DIOCESI: Va in onda su tutto il territorio diocesano dove sarà possibile ascoltare le notizie diocesane prodotte dalla Radio diocesana RadioPNR, insieme all’Omelia del Vescovo. Lo si potrà fare attraverso le normali radio, ed anche, con moltissimi servizi aggiuntivi, dando spazio alle parrocchie e alle associazioni locali, sul sito www.radiopnr.it. Spazio Diocesi, andrà in onda tutte le settimane: - il sabato alle ore 20.30 sulla frequenza 100,9 MHz di Radio Voghera2* e alle ore 19 sulla frequenza (zona Novi Ligure e Tortona) 96,40 di RadioPNR; - la domenica alle ore 12.30 sulle frequenze 87,9 - 96,2 - 101,9 e 105 MHz di Radio Voghera, ed alle ore 13,30 sulla frequenza 96,400 di RadioPNR. Ricordiamo che questo è un servizio a disposizione di tutti i parroci, reli-

giosi, associazioni, ecc. Se avete notizie relative alla Parrocchia o qualsiasi cosa da segnalare, potrete farlo inviando una email all’indirizzo paolopadrini@me.com, oppure contattando il numero 393.9403564.

tutti, gratuitamente, sul web. Tutti i parroci, responsabili di associazioni ecclesiali, movimenti, potranno comunicare le loro iniziative scrivendo a redazione@radiopnr.it o chiamando al n. 393.9403564.

SERVIZI WEB RADIO E VIDEO Il Servizio diocesano di Comunicazioni sociali, propone alcuni importanti eventi in DIRETTA VIDEO sul sito www.radiopnr.it e www.diocesitortona.it. Tutti i principali eventi pastorali, celebrazioni diocesane, convegni e conferenze, saranno seguite attraverso riprese video e audio che poi verranno rese disponibili sui siti www.radiopnr.it (Radio Diocesana) e www.diocesitortona.it. Sarannoa disposizione dirette streaming e registrazioni video di queste iniziative. Saranno fruibili attraverso internet, ma anche attraverso tutti i dispositivi mobili (tablet e cellulari), sempre agli indirizzi indicati sopra. Saranno, inoltre, realizzate alcune videonotizie, che andranno ad integrare la già ricca informazione diocesana realizzata da “Il Popolo” e dalla radio Diocesana, sempre fruibili da

SERVIZI DI INFORMAZIONI DIOCESANI E PARROCCHIALI RadioPNR inoltre propone sul suo sito internet, in radio attraverso le sue rubriche alcuni servizi diocesani: L’AGENDA DEL VESCOVO: gli appuntamenti e gli orari del Vescovo TRASMISSIONE SANTA MESSA DALLE PARROCCHIE: per chi lo richiede, la Radio Diocesana è disponibile a trasmettere gratuitamente la Messa domenicale dalla vostra Parrocchia. SPAZIO PARROCCHIE: ogni settimana la Radio Diocesana dà voce ai Parroci, per parlarci della loro parrocchia, delle iniziative e degli eventi che in essa sono realizzati. * la trasmissione del GR diocesano in FM sul territoriodel vogherese e dell’Oltrepò è realizzata in partnership con Radio Voghera


SALUTE OGGI - a cura di Laura Notti

La vecchiaia diventa sempre più difficile

La vita media degli individui si è notevolmente allungata negli ultimi trent’anni, grazie a nuove tecnologie, soprattutto nel campo della medicina e allo stile di vita migliorato, vista una più diffusa e consapevole informazione sulla salute. Siamo un paese “anziano”, secondi in Europa dopo la Germania: in Italia infatti, si contano 150 anziani su 100 giovani, e la prospettiva di vita si allungherà negli anni a venire ma, malgrado ciò, non siamo ancora organizzati per questa realtà sociale, non ancora nel presente né tantomeno per un prossimo futuro. Già il disagio in una buona parte della popolazione anziana è evidente da tempo, in quanto l’indigenza è spesso la condizione sociale di un vecchio nel nostro paese; la crisi di questi ultimi 15 anni, oltre a diminuire notevolmente il tenore di vita della maggioranza degli italiani, ha costretto a tagliare sempre di più i fondi per la protezione sociale, emarginando gradualmente ma inesorabilmente, sia dal punto di vista economico che sociale, questa ormai rilevante parte della nostra popolazione. Secondo gli ultimi rapporti, la metà dei nostri anziani vive con un reddito inferiore ai 1000 Euro mensili, e di questi il 25% non raggiunge nemmeno i 500 Euro al mese. I più fortunati, tranne qualche piccola soddisfazione, dedicano prevalentemente il loro tempo ai nipoti, per supportare i genitori che lavorano, e la maggior parte della propria pensione a figli precari in attesa di uno stipendio sicuro, quasi sempre con un mutuo da pagare e poche risorse. Purtroppo per i meno abbienti, comprare le cose necessarie o addirittura fare la spesa è divenuto quasi un lusso, perciò si incrementano le file alle mense dei poveri o per gli aiuti alimentari, o più spesso si arriva a cercare qualcosa fra gli scarti dei mercati. A questa già triste situazione contribuiscono anche una sanità lunga e spesso inefficiente e con lunghe attese (sia per ricoveri che

Settimanale di informazione della Diocesi di Tortona fondato nel 1896 Registrazione nel Registro Periodici presso il Tribunale di Tortona n. 1/98 del 11.12.1998 Editore O.D.P.F. - Il Popolo Piazza Duomo, 12 - Tortona (AL) Direttore responsabile PIER GIORGIO PRUZZI Direzione e Redazione 15057 Tortona, P.tta De Amicis 1 tel. 0131.811322; fax 0131.821427 e-mail: ilpopolo@libero.it Videocomposizione e impaginazione in proprio

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IL POPOLO

Bacheca

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Giovedì 23 aprile 2015

Film da vedere

a cura di Matteo Coggiola

“Mia madre” al cinema

per le più semplici analisi), medicinali sempre più costosi, e ancora difficoltà a muoversi e nessuno a cui chiedere aiuto, tanto che i nostri anziani più fragili vivono in una costante condizione di paura, vergogna e incertezza, e soprattutto solitudine: infatti, fra gli ultrasessantacinquenni una persona su tre vive da sola e il numero delle donne supera del doppio quello degli uomini. E per gli anziani del futuro? Anche in questo caso la prospettiva non è fra le migliori poiché, sebbene scienza e tecnologia avranno sicuramente raggiunto altri traguardi in campo medico, sconfiggendo alcune malattie e aiutando la longevità, la terza età del futuro non prevede una sicurezza economica e quindi una serenità complessiva tale a quella di vent’anni fa. Secondo gli ultimi dati del Censis, i precari di oggi saranno gli anziani poveri di domani, senza una pensione che consenta loro una vecchiaia dignitosa e certa di risorse. Spetta quindi alle decisioni di una politica lungimirante e responsabile fare in modo che questa nostra società malata guarisca da patologie odiose come la corruzione e lo spreco (ormai in cronaca tutti i giorni), per indirizzare risorse prima indispensabili, poi utili, al mantenimento del benessere sociale e economico non solo degli italiani in generale, ma di quella parte di italiani, gli anziani, che in un prossimo futuro saranno sempre più fragili, emarginati e soli. Abbonamenti annuale EURO 45,00; sostenitore EURO 80,00; estero a seconda della destinazione Per i versamenti: c/c postale n. 14704159 intestato a “Settimanale Il Popolo” oppure Banca BRE - IBAN IT56M0690648677000000077429 Ai sensi dell’art. 10 L 675/96, si comunica agli abbonati che i dati, da loro forniti all’atto della sottoscrizione dell’abbonamento, sono contenuti in un archivio informatizzato idoneo a garantirne la sicurezza e la riservatezza. Responsabile dei dati Pier Giorgio Pruzzi. Tariffe pubblicità (al netto dell’IVA nelle aliquote vigenti): a modulo (43 x 43 mm): commerciale EURO 15,00; occasionale EURO 20,00; necrologie: EURO 1,50 a parola; foto EURO 40,00. Il giornale si riserva di rifiutare qualsiasi inserzione. I contributi non richiesti, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Le fotografie non si restituiscono trascorsi 10 giorni dalla pubblicazione. FIPEG

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La settimana scorsa è uscito “Mia madre”, l’ultimo film diretto da Nanni Moretti. Siamo a Roma. Margherita è una regista, sta girando una pellicola sul mondo del lavoro per la quale ha chiamato come protagonista un eccentrico attore americano. Margherita ha anche una madre ricoverata in ospedale, che assiste assieme al fratello Giovanni, fratello e figlio perfetto che è sempre un passo avanti a lei. La madre di Margherita e Giovanni, dicono i medici, non ha molto tempo. Tra le riprese di un film che si rivelano più complicate del previsto, una figlia 13enne con problemi col latino (quello stesso latino che insegnava la madre), e il dolore per un lutto che si sa imminente e non si sa come gestire, Margherita confonde realtà, sogno, ricordo e

deve trovare la sua strada in tutta quella sofferenza. Oggi Nanni Moretti ha ancora qualcosa da dire. Incertezze, indecisioni, titubanze. Al tramonto delle ideologie, l’unica vicenda possibile da raccontare è quella delle perdite provoca-

te dalla crisi: il lavoro, la dignità, l’identità. Una denuncia di fronte all’“americano che pensa di poter arrivare, comprare e andare via”. In Margherita si proietta lo sguardo malinconico che Moretti getta sui cambiamenti della realtà: dalla qua-

le vorrebbe uscire per fare una sola cosa, vivere, come “deve” fare la madre. Il ricordo della mamma è affidato al “domani”, a ciò che parla di lei: la sua casa, quell’appartamento borghese così armonioso, pulito, con i libri in ordine, la scrivania generosa di testimonianze, il latino come scrigno di tesori lontani ma preziosi. Tra Giovanni e Margherita sbiadiscono le differenze: entrambi si ricompattano nell’immagine della mamma come anello di trasmissione tra generazioni. “Mia madre” è un film da utilizzare per avviare riflessioni sui molti temi affrontati: dal cinema nel cinema alla famiglia, dal rapporto fratello-sorella e genitore-figlio al lavoro, alla morte. Da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.

volti di amicizia “Volti di amicizia” è uno spazio in cui i lettori possono vedere pubblicata una loro foto che ha per soggetto dei momenti di vita quotidiana: un compleanno, una lieta ricorrenza, una festa in famiglia... La Redazione si riserverà di scegliere le foto più belle e di “appenderle” in BachecA. I lettori che vogliono farci pervenire le loro fotografie devono scrivere a “Volti di amicizia” c/o “Il Popolo”, P.tta De Amicis 1, 15057 - Tortona (AL) oppure inviare la loro foto in formato jpg all’indirizzo: ilpopolo@libero.it

Giovedì 16 aprile, Pier Luigi Feltri, di Codevilla, si è laureato in Comunicazione Interculturale e Multimediale presso l’Università degli Studi di Pavia. Ha discusso la tesi dal titolo: “Il discorso programmatico del presidente del consiglio nella ‘infinita’ transizione italiana. Un’analisi comparata (2011-2014)”. Il relatore è stato il prof. Flavio Chiapponi, correlatore il prof. Guido Legnante. La commissione ha assegnato allo studente il punteggio di 104. Feltri aveva svolto il suo tirocinio nella redazione del nostro settimanale ed è poi diventato un nostro valido collaboratore.

La Ricetta

a cura di Elisabetta Balduzzi e Guido Conti in collaborazione con l’enologo Mario Maffi

da “Ricettario tradizionale di Voghera e dell’Oltrepò”

Zuppa di lumache e funghi

Ingredienti per 4 persone 500 g di funghi porcini 300 g di patate 36 lumache (già pronte per essere cucinate) 2 spicchi d’aglio timo, salvia, rosmarino, alloro, cannella Vi 1 di vino rosso olio d’oliva prezzemolo tritato sale pepe

Mettete le lumache in una pentola con 1 litro di acqua fredda, vino, 1 spicchio d’aglio, timo, salvia, rosmarino, alloro e cannella. Coprite, portate a ebollizione e lasciate cuocere per 2 ore a fuoco moderato. Nel frattempo fate lessare le patate in acqua leggermente salata e passatele al passaverdura. Fate rosolare l’altro spicchio d’aglio in una padella con un po’

d’olio e aggiungete i funghi dopo averli puliti e tagliati a fettine. Salateli e lasciateli cuocere per 15/20 minuti a fuoco medio/basso scoperti, facendo attenzione che non asciughino troppo. Uniteli quindi alle patate. Scolate le lumache, togliete i sapori e aggiungetele al composto di patate e funghi. Aggiustate il sale, se occorre, riscaldate e servite, spolverizzando con il prezzemolo e il pepe. L’enologo consiglia... I.G.P. Pinot nero provincia di Pavia “Pinot Noir” Funghi e lumache uniti in un piatto delicato e intenso: ecco dunque un Pinot nero dalle alte note odorose: piccoli frutti rossi in sintonia con vaniglia, vegetale secco ed educato minerale varietale, ancora fresco e carezzevole. PRIME ALTURE Via Madonna, 109 - Casteggio (PV) Tel. 0383 83214; info@primealture.it


IL POPOLO

SPORT E TEMPO LIBERO

Giovedì 23 aprile 2015

SERIE D Girone A 35^ Giornata

SERIE D - 35^ Giornata

L’OltrepoVoghera esonera Fabio Visca

L’OltrepoVoghera in campo contro il Borgosesia

OLTREPOVOGHERA 0 BORGOSESIA 1 (primo tempo 0-0) MARCATORE: 42’ st Piraccini (B). OLTREPOVOGHERA: Capra; Hajrullai, Romano (43’ st Panigada), Di Placido, Fiolo; D’Aniello, Niada, Fautario; Poesio; Coccu, Marijanovic. A disp.: Gaione, Lombardi, Celori, Pedrocchi, Canepa, Scafuro, Maugeri, Zanna. All. Visca. BORGOSESIA: Libertazzi;

Gusu, Gianola, Pavan, Masella; Mazzotti; D’Iglio (41’ st Bellitta), Tognoni (20’ st Piraccini), Milani, Marra; Gasparri (44’ st Bruzzone). A disp.: Fiorio, Vignali, Mameli, Musso, Laratta, Erbetta. All. Manzo. ARBITRO: Rasia di Bassano del Grappa. VOGHERA - L’OltrepoVoghera esce tra gli applausi del pubblico del Parisi ma perdendo allo stesso tempo in casa per la quarta volta in stagione contro il Borgose-

(Foto M. Serra)

sia, e dando così definitivamente l’addio all’ultimissima speranza di rientrare nella griglia dei playoff. Una sconfitta che costa il posto a mister Fabio Visca. La panchina è stata affidata a mister Claudio Lombardo, allenatore degli juniores nazionali. La società ringrazia Visca per i risultati ottenuti e augura buon lavoro al nuovo tecnico. Tornando alla sfida di domenica, i piemontesi nella ripresa hanno sofferto i continui attacchi dei rossoneri che hanno costruito ma anche “divorato” palle gol

La Novese vede la salvezza NOVESE 2 SPORTING BELLIN. 1 (primo tempo 0-0) MARCATORI: 53’ e 90’ Balestrero, 87’ Massaro.

SPORTING BELLINZAGO: Gilardi, Pastorelli, Viscomi, Ciana, Tos, Gidini (87’ Xhixha), Bonato (72’ Migliavacca), Legnani, Massaro, Panatti (65’ Scaldaferro), Visconti. All. Koetting. ARBITRO: Bonassoli di Bergamo. NOVI LIGURE - Un gol allo scadere di Balestrero (autore di una doppietta) regala la vittoria alla Novese: tre punti che permettono di lasciarsi alle spalle l’Asti e sognare la salvezza diretta senza passare dal tricarne dei playout. Un successo dedicato anche alla supertifosa

Mary Anselmo, omaggiata col lutto al braccio, la lettura di una sua poesia prima del match e con un mazzo di fiori depositato sulla “sua” poltrona. Dopo un primo tempo di gestione palla ma zero tiri in porta, la Novese è passata al 53’ con Balestrero che ha approfittato di un cross millimetrico di Vinci e di testa ha beffato il portiere avversario. Poi tanta Novese e alcune palle gol ma quelle sbagliate da Aquaro al 42’ hanno innescato il contropiede che ha permesso a Massaro di battere rapidamente un angolo e di trovare il pertugio giusto per l’1-1. A quel punto accade di tutto: Mango toglie Leo (entrato 10’ prima) e il difensore non la prende bene per usare un

su palle gol, mentre gli ospiti sono riusciti a sfruttare l’unica vera occasione creata in contropiede con il neo entrato Piraccini (16 gol per lui in campionato), sul quale purtroppo il difensore centrale Romano ha fallito l’anticipo permettendogli così di girarsi, arrivare in area e far secco l’incolpevole Capra in uscita con un preciso diagonale sul secondo palo. Il tutto al 42’, ovvero a 3’ dalla fine (più recupero) di una gara che l’OltrepoVoghera avrebbe meritato di vincere, oltre ovviamente che di pareggiare. Una sconfitta (la seconda consecutiva dopo quella di Acqui) che ovviamente non pregiudica nulla anche se cancella l’ultimo sogno rimasto di poter dire qualcosa sul fronte playoff. Domenica prossima gli oltrepadani saranno impegnati sul campo della capolista Cuneo. CLASSIFICA: Cuneo 72; Chieri 70; Sestri Levante 69; Caronnese e Borgosesia 68; Bra 60; Pro Settimo 59; Oltrepovoghera 58; Lavagnese 51; Acqui 49; Sporting Bellinzago 48; Vado e Argentina 43; Novese 41; Asti 39; Rapallobogliasco 35; Sancolombano 32; Derthona 27; Valle d’Aosta* 21; Borgomanero* 14. (* già retrocesse in Eccellenza). STRADELLA

SERIE D 35^ Giornata

NOVESE: Masneri, Sola, Vinci, Longhi, Pollero, Commitante, Cantatore, Taverna (74’ Leo; 90’ Ponsat), Aquaro, Barcella, Balestrero. All. Mango.

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eufemismo e inserisce Ponsat. Al primo vero affondo Barcella da sinistra scodella per Balestrero che prende il tempo all’incerto Gilardi e regala tre punti alla Novese, sempre più vicina al suo personale scudetto, la permanenza in serie D. La matematica non aiuta (9 punti in palio, molti scontri diretti e soprattutto un calendario contro formazioni che non regalano nulla come Chieri e Borgosesia) ma arrivare a quota 41 punti a 3 giornate dalla fine è una bella ipoteca alla salvezza, soprattutto perché le sconfitte del Derthona e del Sancolombano danno maggior fiato, molto più del pareggio dell’Asti o del successo del Rapallo.

La “Partita del Cuore”

STRADELLA - Domani sera, venerdì 24 aprile, allo stadio di Stradella, fischio d’inizio ore 20, va in scena il Quadrangolare del Cuore. Le squadre partecipanti saranno come lo scorso anno: la formazione dei Bindun capitanata dai Beppe Bergomi e Baresi con tanti campioni, Costruzioni Bolognesi guidata dal patron Franco Bolognesi e dall’inossidabile Carluccio Crescimbini, la formazione delle Juventus Club “Claudio Marchisio” e la “Nazionale” dell’Inter club “Roberto Vecchioni” guidata dall’eterno mister Antonio Pernetta. La manifestazione è organizzata dall’Inter Club Vecchioni di Stradella. Quest’anno la “Partita del Cuore” ricorderà due amici che hanno contribuito alle iniziative del club: Michele Pullega e Gigi Maggi legati dallo stesso buon cuore e dallo slancio verso gli altri. I contributi raccolti saranno donati all’ANFFAS Stradella, all’Istituto Comprensivo di Stradella, all’Istituto “Gavina”, all’AIRC. Un aiuto andrà al Centro Sociale Stradellino dove tutti si ritroveranno dopo la partita.

Il Derthona ha poche speranze CARONNESE DERTHONA

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RETI: Barzotti (37’st) CARONNESE (4-5-1): Del Frate; Giudici A., Caverzasi, Rudi, De Spa; Tanas (24’ st Moretti), Baldan, Galli, Corno, Giudici L.; Barzotti (40’ st Sansonetti). A disp. Fabbricatore, Manta, Martino, Niesi, Rebuscini. All. Zaffaroni. DERTHONA (3-5-2): Ferraroni; Ciappellano, Miale, Zefi; Bruni, La Caria (31’ st Sorato), Ottonello, Chirico, Mazzocca; Cavaglià, Baudinelli (10’ st Montingelli). A disp. Aleati, Andreis, Ghidini, Agyepong, Petrone, Pellegrino, Giordano. All. Banchieri CARONNO PERTUSELLA - La Caronnese batte il Derthona con il minimo sforzo grazie ad una rete di Barzotti messa a segno al 37’ del secondo tempo.! La squadra lombarda conquista 3 punti importanti per continuare a sperare nella promozione mentre il Derthona si allontana dalla zona salvezza.

Il pubblico presente allo stadio ha assistito ad una gara noiosa, priva di grosse emozioni. Gli uomini di Banchieri giocano una gara discreta mettendo in campo tanto impegno. L’unica nota di cronaca del primo tempo riguarda l’infortunio, piuttosto serio, del bomber tortonese Baudinelli che probabilmente dovrà saltare le tre ultime gare. A inizio ripresa Luca Giudici solo davanti a Ferraroni spreca una occasione ghiotta. Al 7’ Ottonello impegna il portiere Del Frate che devia la sua botta sul palo. Nella seconda parte della ripresa gli uomini di Zaffaroni premono sull’acceleratore trovando la rete della vittoria con Barzotti al 37’. A tre turni dalla fine solo un miracolo può permettere al Derthona di centrare i playout: i risultati positivi di Rapallo, Asti e Novese lasciano pochissime speranze agli sportivi tortonesi. Domenica prossima al “Fausto Coppi” sarà di scena il Bra: una partita da vincere a tutti i costi anche se i 3 punti potrebbero non servire a molto. Domenico Cremonte

BASKET A2 DONNE

L’OMC Broni chiude sconfitta

FERRARA BRONI

63 62

FERRARA: Nori 10, Rosier 3, D’Aloja, Cecconi ne, Rulli 12, Pocaterra ne, Aleotti 3, Rosset 23, Benati, Mini 12. All. Iurlaro. OMC BRONI: Rossi ne, Georgieva 10, Fanaletti ne, Accini 7, Borghi 2, Corradini 14, De Pretto 13, Bonvecchio 7, Vujovic 4, Bona 5. All. Sacchi. ARBITRI: Battista e Papini. NOTE: primo tempo 25-37 (parziali quarti: 13-20, 1217, 24-16, 14-9). FERRARA - Si chiude con una sconfitta di misura il campionato della Omc Broni, che termina la poule promozione al penultimo posto, lasciandosi alle spalle solo l’Alpo Verona, unica avversaria battuta due volte in questa fase. Il terzo successo del quintetto di Sacchi era arrivato invece sul parquet di Bologna. Una prestazione comunque positiva a Ferrara per le ragazze biancoverdi, che rimangono in partita per 40 minuti. Peccato per i numerosi infortuni che hanno falciato la squadra e le ambizioni della società. E’ vero che la sfida non aveva alcun significato ed è stata affrontata in modo molto rilassato, un vantaggio non indifferente. Tuttavia rimane la prestazio-

ne di carattere e la voglia di lottare su ogni pallone. La Omc parte meglio e piazza il primo mini break della partita (5-13): la squadra oltrepadana attacca bene il ferro e riesci a far girare la palla sotto canestro. Ma in un amen la formazione ferrarese ricuce lo strappo (10-13) con una bomba di Mini. Broni non si scompone, trovando nel finale di periodo un nuovo allungo (13-20). Le biancoverdi confermano i progressi visti nelle ultime due partite stagionali anche nel secondo quarto e, se fossero un po’ più concrete in attacco, potrebbero anche dilatare ulteriormente il vantaggio che arriva comunque sino a +12 (21-33), con cinque punti consecutivi di Giulia Bona. In avvio di secondo tempo, la Pff Group rosicchia qualche punto (32-40) e poi torna a -5 (39-44): coach Sacchi chiama il timeout. Corradini ci mette del suo anche in attacco, permettendo alla Omc di rimanere avanti. Nel finale la difesa è meno attenta e le romagnole si rimettono in partita (4953). Al 32’ Ferrara pareggia (52-52). E’ la svolta della partita che vede le padrone di casa mettere il naso davanti e alla fine prevalere di un punto: 63-62. Classifica finale poule promozione girone E: Ariano Irpino e Geas (ai playoff) 16; Ferrara 12; Bologna 8; Broni 6; Alpo 2.


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