Il Pontino Aprilia - Anno XXVII - N. 1 - 10/24 Gennaio 2017

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8 IL PONTINO APRILIA

Cronaca di Aprilia

La bonifica delle discariche di Aprilia

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ANNO XXVIII - N° 1 - 10/24 GENNAIO 2017

Sul territorio apriliano ci sono ettari ed ettari di terreni con rifiuti tossici e pericolosi interrati

Che venga realizzata o meno la discarica di La Gogna, il cui iter per la Via è stato sospeso in attesa che Regione Lazio provveda a stilare il nuovo piano regionale dei rifiuti, la commissione ambiente del 7 dicembre scorso è servita a portare alla luce un dato incontrovertibile e noto da anni sia alla Pisana sia ai comuni di Aprilia e Ardea. Nei terreni di via Savuto e di via Scrivia si nasconde una vera e propria bomba ad orologeria, dei siti inquinati per stessa ammissione dei sindaci di Aprilia e di Ardea che nessuno in trent’anni ha mai provveduto a bonificare. Eppure intorno a quei terreni, ricettacolo di rifiuti pericolosi seppelliti lì tra gli anni ‘70 e ‘80, le case hanno continuato a ergersi e in assenza delle reti idriche e fognare, sono stati realizzati pozzi per attingere acqua da un sottosuolo presumibilmente compromesso. Quelle falde affioranti, per trent’anni sono state esposte alla presenza dei rifiuti interrati nella ex discarica di Santa Apollonia e in quella di via Savuto, ma a dispetto dello studio approfondito redatto nel 1998 dal professor Gian Mario Barucchello, nonostante il piano di gestione e bonifica readatto dall’ente regionale nel 2002 e a dispetto dei soldi ricevuti per la caratterizzazione dal Comune di Aprilia, che nel 2009 faceva ancora i conti con i ricorsi al Tar presentati dai privati, perdendo i 600mila euro erogati per lo studio preliminare, della bonifica ancora non c’è traccia. Un dato questo emerso con chiarezza proprio durante l’audizione dei sindaci di Aprilia e Ardea in occasione della commissione ambiente in Regione, dove si è parlato del progetto per la discarica di

La Gogna e a margine dell’annoso problema legato all’inquinamento di quelle aree. Qualche giorno dopo ha fatto seguito a quella commissione un nuovo esposto, che la Paguro ha depositato non solo ai Comuni di Aprilia e Ardea, ma alla Regione Lazio, alla Acea, alla Asl di Aprilia e Latina e alle procure di Latina, Roma e Velletri. Durante l’audizione infatti, dalle parole pronunciate dal sindaco di Ardea Luca Di Fiori, sarebbe emersa una chiara correlazione tra la situazione di inquinamento dei corpi idrici presenti nell’area, i divieti di balneazione costiera in alcuni tratti e l’inquinamento proveniente dalle ex discariche abusive o autorizzate presenti nel Comune di Aprilia. Un inquinamento dato per certo dagli enti locali e alla luce del quale il privato ha ritenuto di dover chiedere l’avvio di “tutti i doverosi provvedimenti precauzionali necessari a tutela della salute pubblica e a darne comunicazione alla popolazione interessata”, evitando così che pozzi esistenti e futuri punti di approvvigionamento possano costituire fonte di rischio o danno per gli utenti a causa di un inquinamento già esistente e non rimosso dai siti inquinati già censiti. Stando infatti agli studi effettuati, sul territorio di Aprilia, tra le 4 discariche classificate ad altissima priorità e per le quali la bonifica sarebbe un fatto non solo auspicabile ma assolutamente necessario, figurano anche la discarica abusiva di via Savuto, 15 ettari di terreno a ridosso del fosso della Moletta, dove negli anni furono conferiti rifiuti speciali e tossici, rifiuti urbani e inerti in quantità enormi e la discarica di Sant’Apollonia, in via Scrivia, estesa per 25 ettari e usata dal Co-

mune di Aprilia e da quelli limitrofi come ricovero per i rifiuti urbani, tossici e nocivi, ingombranti inerti e terre inquinate fino al 1987. I materiali lì sepolti da anni, senza quegli interventi di bonifica necessari per gli stessi enti pubblici, potrebbero aver rilasciato sostanze nocive, ledendo alla salute dei residenti. IL SINDACO: “NUOVE RISORSE PER LE BONIFICHE” L’ esposto alle procure, alla Asl, all’Arpa e agli enti preposti rispetto al grave problema legato all’inquinamento dei terreni di via Savuto e via Scrivia e al rischio che la presenza di rifiuti interrati per trent’anni e mai bonificati possa aver messo a rischio la salubrità delle acque e quindi la salute dei residenti, riaccende i riflettori sulla presenza in città dei quattro siti inquinati già censiti nel 1998 dal professore Gian Mario Barucchello dell’Università la Sapienza di Roma e inseriti dalla Regione Lazio sin dal 2002 nella lista nera delle aree per le quali la bonifica doveva arrivare seguendo una corsia preferenziale perché considerati ad altissima priorità. Un primo intervento da parte dell’ente regionale c’era stato con lo stanziamento del contributo di 652 mila euro per la caratterizzazione, poi quei soldi erano andati perduti senza che quegli interventi preliminari fossero portati a termine e senza stanziamenti per le bonifiche. Un meccanismo che si era inceppato nei corridoi di piazza Roma. Nel 2009 infatti l’amministrazione D’Alessio, con Alessandra Lombardi già assessore all’ambiente, aveva messo mano al piano per avviare le bonifiche di Sassi Rossi, nel quartiere periferico di

OLA CALD V A T • R A A B

Campoleone, La Gogna Via Savuto, La ex discarica di Sant’Apollonia in via Scrivia e quella di Prati del Sole e via del Genio Civile, interventi previsti in un’unica procedura. Il meccanismo si era inceppato con l’opposizione al Tar di alcuni proprietari e quel primo finanziamento era andato in fumo. Ora però, con il nuovo esposto e la richiesta da parte della Paguro di circa 1 milione di euro di danni per l’inquinamento in via Savuto, l’ente ha deciso di rimettere mano a quelle procedure per le quali nuove forme di finanziamento potrebbero essere previste nel bilancio della Regione Lazio. “A gennaio- precisa l’assessore all’ambiente Alessandra Lombardi- quando ci sarà più chiarezza sulle direttive del nuovo piano Regionale sui rifiuti, chiederemo una Conferenza dei servizi per le azioni necessarie a portare a compimento la bonifica dei siti dove per anni sono rimasti interrati rifiuti tossici e pericolosi. Procedure che questa volta gestiremo separatamente, proprio per non rischiare che il meccanismo venga interrotto come in passato e dopo aver ricevuto garanzie sui finanziamenti per caratterizzazioni e bonifiche. Quanto alla discarica di via Savuto, in commissione ambiente era stato chiesto alla Paguro, proponente del progetto per la nuova discarica controllata di La Gogna, di stilare un piano di bonifica per quei terreni. Al momento non è assolutamente certo che la bonifica di quel sito ricada sulle spalle della parte pubblica”. Non dissimili le parole del primo cittadino, che aveva sottolineato come i fondi ricevuti in passato non sarebbero stati sufficienti a coprire i costi della bonifica.

“Si trattava di fondi per la sola caratterizzazione- precisa Antonio Terra- mentre in questo caso la Regione dovrà garantire la copertura anche per la bonifica vera e propria, i cui costi dipenderanno proprio dalla quantità, dallo stato e dalla tipologia di rifiuti interrati”. Quanto all’inquinamento delle acque di quelle zone, l’ultima parole spetterà agli enti preposti anche se, precisa l’assessore Lombardi “al momento le analisi effettuate dai privati proprietari dei pozzi non lascerebbero intravedere situazioni di rischio e l’inquinamento del litorale non è stato chiaramente ricondotto a quei siti, ma potrebbe anche essere dovute a difetti negli impianti di depurazione che scaricano in quei fossi”. Francesca Cavallin ci trovate anche su

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