IL LITORALE - ANNO XIX - N. 13 - 1/31 LUGLIO 2019

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tuto ciò che non è pesce lo portiamo a terra. Il mare è pieno pieno di cose di plastica, di carta. Si trova di tutti perché non siamo bravi noi: non dobbiamo buttare in acqua la bottiglietta di plastica o il pezzo di carta della pizza che mangiate. Noi da sempre raccogliamo da sempre, prima c’era una legge che vietava alle barche di portare l’immondizia a terra; il 70% è immondizia, ma se la ributti dentro, il giorno dopo la ritrovi là.

Federica – io domenica sono andata allo zoo Marine e hanno detto che in un piccolo pezzo di mare ci sono 2000 pezzi di plastica

Bambini/e– ciao Alfredo!! Grazie! AL CANTIERE NAVALE GALLINARI DI ANZIO

Sig Gallinari - In questo cantiere si costruiscono anche le barche, per esempio questa barca è tutta di legno, che facciamo noi e di lato vedete il legno adatto per costruirle. Ci sono vari tipi di legno, ogni qualità di legno ha una sua proprietà. Le barche di legno si fanno per gli amatori però non è concorren-

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ziale con la vetroresina perché è molto più costoso costruirle, però ancora qualcuno le fa fare, ne abbiamo una in costruzione che dobbiamo consegnare. Ci sono barche di legno da turismo o anche pescherecci, la costruzione è quasi uguale, cambiano solo le finiture, il procedimento è quello. Uno deve essere appassionato

Marzia – e se non ti piace? Sig Gallinari - Cambi lavoro! È molto faticoso, perché in fondo c’è uno scalo di alaggio e di varo, dove si tirano su le barche con l’invaso. Qui alcune le abbiamo fatte noi, altre sono in giro. Abbiamo costruito 200- 300 barche. Daniel - Quanto tempo ci vuole a costruire una barca?

Sig Gallinari - Se uno ci lavorasse tutto il tempo, perché noi abbiamo anche altre cose da fare, si fa qualche giorno sulla barca e così ci vogliono due mesi in due persone, per forza in due perché per reggere i pezzi si deve essere in due.

Alice – come si fa?

Sig Gallinari - Devi scegliere il

tipo di legno adatto alla costruzione, questo è il mogano che è un legno pregiato, resistente all’acqua dove si incolla in tre strati, pressato e poi viene staccato dallo stampo lo scafo e si rifinisce. Ci sono diverse costruzioni: quella tradizionale con fasciame e chiglia e coste o staminali oppure incollate. Abbiamo consegnata una come questa a Santa Maria di Leuca. Per incollare si mette la colla in mezzo alle lamelle e si pressa coi chiodi e le stecche di legno e quando si è seccata la colla, si ritolgono, questo tipo di costruzione non ha chiodi, quella con i chiodi è più antica: in mezzo alle fessure può entrare l’acqua, invece con la colla è stagna, impermeabile al 100%, perché le tavole sono messe incrociate. Quella tradizionale fatta da fenici romani e greci con le costole e le tavole longitudinali, in mezzo entra l’acqua, prima di metterla in acqua si deve stagnare, cioè riempirla di acqua e il legno, quando diventa bello bagnato, si stringe e non entra più l’acqua, quindi galleggia. Con la colla non ci sono problemi, però l’altro tipo è più facilmente riparabile, perché si possono cambiare le tavole laterali sulle costole

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più facilmente di queste. Questa è una costruzione tradizionale con le costole, con le tavole longitudinali messe con i chiodi, mentre l’altra era tutta incollata e non serviano i chiodi. Per reggere questo legno deve essere inchiodata sulle costole, mentre l’altra non ha bisogno di niente, però questa a secco, quando è così spaccata, se è messa a mare fa acqua e quindi si deve riempire d’acqua la linea di galleggiamento fino all’antivegetativo, perché il legno si stringa e non faccia più acqua. Questa è la parte che sta fuori dall’acqua, bisogna agire invece sulla parte sottostante, sull’opera viva della barca quindi che non penetri acqua da lì.

Alice – ma come fate a fare quelle scritte?

Sig Gallinari - Tu dai il nome che vuoi, poi si va dal tipografo che con la calcomania te la fa adesivo e noi l’attacchiamo. Ogni barca ha il suo nome. Andiamo a vedere come si mettono in acqua le barche. Questo è lo scalo di alaggio e varo con tutte le traverse dove si mettono in acqua e si tirano a secco le barche. Si mette in acqua il carrello che sarebbe l’invasatura e

con la barca si va sopra, si tira con le cime e tramite l’argano, quel verricello grande laggiù con il cavo di acciaio, si tirano a secco, facendole camminare sulle traverse ingrassate di legno. In quel caso le porti dove ti pare dentro al capannone; sono ingrassate con grasso animale Alice – come fate a procurarvi tutto questo legno?

Sig Gallinari - Come per tutte le cose c’è un fornitore, noi andiamo a vedere il legno che ci serve perché deve essere di buona qualità e si sceglie la qualità in base quello che si deve fare: se fai la coperta sopra della barca c’è bisogno di un tipo di legno, per fare il guscio esterno un altro tipo, quindi vediamo quello che ci serve e acquistiamo. Ogni legno ha una caratteristica per fare una parte della barca. Per fare il calpestio per esempio ci vuole il teak, un legno asiatico, mentre il mogano che è africano o la quercia si usano per fare le ordinate perché è un legno più duro e la quercia anche per la chiglia. Lì c’è un pozzo di acqua dolce che va a mare. Arrivederci e grazie al sig Gallinari!


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