Il Ponte Casa d'Aste | Proposal Console Borsani e Fontana

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OSVALDO FONTANA BORSANI

LUCIO

Questa STRAORDINARIA MENSOLA consolle è uno dei pochi esemplari conosciuti, ciascuno differente dagli altri, e tuttavia tutti ideati da OSVALDO BORSANI e LUCIO FONTANA tra la fine degli anni Quaranta e il 1951, come parte di una coerente VISIONE POETICA dell’interno domestico.

ARTI DECORATIVE DEL ’900

E DESIGN

ASTA: 18–19 Dicembre 2025, Milano

Osvaldo Borsani (1911–1985) e Lucio Fontana (1899–1968)

Mensola-console decorata da gruppo scultoreo. Esecuzione Arredamenti Borsani, Varedo, 1950-51. Granito nero, legno e gesso dipinto e dorato.

L’opera è concepita nell’ambito della collaborazione tra Lucio Fontana e Osvaldo Borsani, la decorazione a nastro e putti è realizzata in più varianti partendo da bozzetti originali disegnati da Lucio Fontana. (cm 215x167x52) (lievi difetti e piccoli restauri)

Provenienza:

Casa G., Milan

Accompagnato da certificato di autenticità dell’Archivio Borsani Varedo;

L’opera è presentata in catalogo da un saggio critico del prof. Paolo Campiglio, Università di Pavia

Bibliografia:

G. Bosoni, Osvaldo Borsani. Architetto, designer, imprenditore, Skira, Milano 2018, pp. 308-313. Per esemplari simili: p. 360-361, p. 566 n. 1950.7234;

T. Fantoni, N. Foster, G. Bosoni, Osvaldo Borsani, catalogo della mostra, Triennale di Milano, 16 maggio-16 settembre 2018, Skira, Milano 2018 pp. 75, 94; G. Bosoni, Tecno. L’eleganza discreta della tecnica, Skira, Milano 2011, p. 24; G Gramigna - F. Irace, Osvaldo Borsani, Leonardo - De Luca, Roma 1992, pp. 194-195

Stima: € 80.000–100.000

Questa stupefacente mensola console è una dei pochi esemplari conosciuti, ognuna diversa dall’altra, ma concepite da Osvaldo Borsani e Lucio Fontana sul finire degli anni Quaranta e il 1951 all’interno di una coerente poetica dello spazio domestico. Si tratta de facto di pezzi unici, nati come varianti su misura di una stessa idea progettuale, declinata per tre ambienti specifici di altrettante dimore milanesi.

In essi la funzione di arredo, nello specifico quella di una mensola a parete, viene quasi completamente assorbita da un intento artistico e decorativo, che ispirato dall’immaginario barocco e rococò, trasfigura gli arrendi in veri e propri pezzi scultorei.

Così è descritto l’ambiente da cui proviene la mostra nel recente catalogo della mostra che la Triennale di Milano dedicò a Osvaldo Borsani nel 2018:

“Di casa G conosciamo principalmente la zona giorno suddivisa in due ambienti: il salotto con la zona bar e il pianoforte, che si apre su una zona studio, e la sala da pranzo, collegata al primo ambiente attraverso due aperture a tutta altezza tagliate nella parete divisoria.

La sequenza di questi interni si può considerare un piccolo manifesto della concezione progettuale di Osvaldo Borsani: spazi in continua comunicazione, aperture e mobili che si trasformano e aprono nuovi punti di vista (come il mobile bar incassato), trasformazione dei paramenti murari, il contributo inestimabile di artisti che rafforzano la dimensione rappresentativa e personale dell’intervento, il libero accostamento di arredi, aventi linguaggi e registri formali volutamente differenti, ma che tuttavia riescono a instaurare un dialogo e un’armonia che superano le mode e gli stili..

Ancora una volta è la surreale composizione illuminotecnica a soffitto, a opera di Lucio Fontana, con motivi spiraliformi alternati a geometrie informali in ceramica che nascondono i punti luci, a costituire un fondale unico di forte valore ambientale. Il soffitto sembra prendere vita e animarsi, diventando una vera e propria esperienza d’arte spazialista.

[…]

La stessa qualità e maestria sono riscontrabili nella sala da pranzo, dove interagiscono un tavolo in marmo con intarsi del pittore Spilimbergo e una grande mensola nera avvinta da uno scultoreo supporto di Lucio Fontana..”

Nello stesso volume è possibile rintracciare notizie delle altre due mensole ideate da Borsani e Fontana per altrettante elitarie committenze milanesi:

“A partire da casa Gulinello (1947-50) è possibile cogliere questa collaborazione e notare come gli apporti artistici, in questo caso di Lucio Fontana (già coinvolto nella villa Borsani) siano integrati con gli arredi dell’Atelier

Non si tratta solo di impiegare dipinti e sculture, come i disegni sul pilastro in sala o le appliques poste sopra al letto, ma parte degli arredi è integrata con l’opera stessa.

Ne è prova il tavolino da caffè presente nella sala da giorno, in cui l’elemento verticale a sostegno del piano in cristallo è fasciato da uno svolazzante panneggio in legno dipinto in bianco, rosa e

oro; oppure si veda la mensola a giorno presente nella stessa sala, sostenuta da una coppia di putti alati con un velo, sempre in legno dipinto.”

“In casa Melandri (1949-50) Questa sofisticata eleganza, composta del dialogo di pezzi d’arredo molto raffinati abbinati a interventi specifici su pareti e altre partizioni architettoniche, diventa il Leitmotiv che soggiace a tutto il progetto.

Significativi sono qui ancora gli interventi di Lucio Fontana nel disegno di un plastico e aereo reggimensola, come in casa Gulinello, e un elemento plastico-scultoreo applicato su un tavolino di servizio, simile a quello presente in casa Kramer”

ASTA

18–19 Dicembre 2025

ESPOSIZIONE

11, 12, 13 Dicembre 2025

Via Giacomo Medici del Vascello 8, Milano

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