L’imago di Diana, prodotta dalla letteratura classica nella tradizione di due auctores, Virgilio e Ovidio, raggiunge l’apice dell’esperienza poetica nelle tre “Corone”. Con le opere di Dante, Petrarca e Boccaccio si contribuisce, infatti, alla diffusione del mito di Diana, la divina figlia di Latona e Zeus prescelta nel Medioevo quale ideale exemplum della castità cristiana. Ricostruendo i “tria ora” – i tre volti – con cui la dea è cantata dai poeti classici, la Commedia dantesca connota Trivia di una propria fisionomia letteraria, mediante un costante e prolifico dialogo con i versi dell’Eneide e delle Metamorfosi, mentre nel Canzoniere Petrarca si impossessa del mito classico per raccontare la sua storia personale, il suo struggente amore per Laura. Spetterà però a Boccaccio divulgare un ritratto compiuto della dea – casta signora delle selve dedita alla caccia.