Echi albertiani. Chiese a navata unica nella cultura architettonica della Lombardia sforzesca

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Jessica Gritti ECHI ALBERTIANI

Jessica Gritti, laureata in Lettere Moderne e specializzata in Storia dell’arte (Università Cattolica, Milano), è dottore di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica (Università Iuav di Venezia, ) e svolge attività di ricerca e didattica presso diverse università, tra cui il Politecnico di Milano e l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Le sue ricerche sono rivolte alla storia dell’architettura, con particolare attenzione al periodo fra XV e XVI secolo. Ha pubblicato diversi contributi sull’architettura cremonese del Quattrocento, i modelli dall’antico, la plastica decorativa e i disegni di architettura; dal  collabora alla realizzazione del Corpus dei disegni di architettura del Duomo di Milano.

, e

in copertina Cremona, chiesa di San Sigismondo, angolo di incrocio tra la navata e lo pseudotransetto

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ECHI ALBERTIANI Chiese a navata unica nella cultura architettonica della Lombardia sforzesca

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Jessica Gritti

I --U --A --V ILPOLIGRAFO

La chiesa di Sant’Andrea di Mantova ha avuto un ruolo fondamentale nella diffusione in area lombarda del linguaggio archittettonico di Leon Battista Alberti, divenendo polo di significativa attrazione culturale per i territori limitrofi. Un riconoscimento unilaterale del magistero albertiano rischia tuttavia di occultare l’intrinseca ricchezza della cultura lombarda, nell’ambito della quale si stratificarono novità di rilievo già nel corso del XV secolo. L’analisi di un piccolo gruppo di chiese edificate in territorio lombardo tra la seconda metà del XV secolo e il primo decennio del Cinquecento – lette in passato come testimonianze esemplari della “fortuna” del Sant’Andrea di Mantova, in virtù dell’impianto comune a navata unica – permette di riconoscere un linguaggio aperto a suggestioni e innovazioni eterogenee, consentendo una più ampia riflessione sul carattere variegato della cultura architettonica del ducato sforzesco. Le chiese di San Sigismondo di Cremona, di Santa Maria Assunta di Maguzzano, di Santa Maria delle Grazie di Soncino e di Santa Maria delle Grazie di Castelnuovo Fogliani, edifici monastici situati al di fuori dei centri maggiori, sono qui contestualizzate e analizzate all’interno del panorama architettonico della loro epoca, guardando alla varietà di soluzioni e modelli di riferimento, al rapporto con la tradizione autoctona e con quelle istanze ereditate da Filarete, Alberti e Bramante che rappresentano una componente costitutiva del linguaggio architettonico del secondo Quattrocento lombardo.


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