decenni addietro quando gli ultimi residenti lasciarono la borgata. Nel 2016 terminarono i lavori della prima fase, consistente nel restauro delle parti ancora sane e nella ricostruzione guidata di quelle in rovina: sono stati così ricavati degli spazi ricettivi ora gestiti dall’agriturismo Chandarfei. Le successive fasi del progetto proposto coinvolgeranno le altre baite della borgata. Sotto la guida degli architetti Valeria Cottino e Dario Castellino e del professore Daniele Regis, il basamento in pietra venne svuotato da ogni superfetazione ed elemento
| produzione
non strutturale e rinforzato mediante diaframmi prefabbricati in X-lam. Le facciate vennero conservate per quanto possibile nella loro configurazione ultima, risalente a fine Ottocento, e le necessarie aggiunte in legno – balconi, corrimani, finiture – vennero realizzate con elementi reperiti in loco o ricavati dalle pulizie degli interni di Campofei. Il tetto, completamente rifatto, fu ricoperto di tavole d’ardesia in continuità con l’architettura vernacolare di Castelmagno. Il restauro ha restituito ambienti sobri, ove i muri in pietra sono esposti nella loro scarna solidità.