Moderna, radicata, tenace: la mafia al Nord è presente in profondità, infiltrata tra le pieghe del tessuto industriale e finanziario, nascosta tra le cifre di uno scontrino o nelle le carte di un ufficio comunale, seduta dietro la scrivania di un imprenditore. Un silenzioso condizionamento dell’economia reale, presente in Veneto e in tutto il Nord-Est fin dai primi anni Novanta, favorito da due elementi: da una parte il tessuto economico, costituito soprattutto da piccole e medie imprese, una forte industrializzazione e una rete diffusa di istituti di credito, anche di piccole dimensioni; dall’altra la posizione geografica al centro di importanti vie di comunicazione di traffici illeciti, in particolare di stupefacenti, armi e rifiuti. La complicità di imprenditori locali, professionisti e operatori finanziari ha reso più facile commettere reati economici, come l’evasione fiscale, la bancarotta fraudolenta, le truffe, e ha assicurato, per anni, consistenti guadagni illeciti a tutti i protagonisti.