una Cremo dalle grandi imprese. Dopo aver vinto a San Siro con il Milan e pareggiato a Como, i grigiorossi hanno espugnato Bologna (non accadeva da 35 anni!), contro una delle squadre più in forma del campionato. Risultati che confermano lo spessore della squadra di Davide Nicola, che sa rendere al meglio in trasferta. Sì, perché ben 11 dei 17 punti in classifica la Cremo li ha conquistati lontano da Cremona, dove può efficacemente attaccare gli spazi. Ma è arrivato il tempo di tornare a vincere anche allo Zini, dove il successo non arriva dalla seconda giornata. L’avversario di oggi all’ora di pranzo è il Lecce, sulla carta abbordabile, ma molto più solido di quanto era apparso ad inizio campionato. Una sfida importante, che la Cremo può affrontare senza assilli, ma con la consapevolezza di potersi allontanare in modo significativo dalla zona retrocessione. E con Vardy in versione super lusso ammirato lunedì sera al Dall’Ara, è lecito sperare nei tre punti.
Dopo un avvio di stagione difficile, appare in grande crescita
Il Lecce è una squadra tosta che si esalta nelle difficoltà
Una specialista in salvezze. Il Lecce affronta il quarto campionato consecutivo in serie A e ancora una volta mostra di saper restare a galla malgrado i pronostici negativi In questa stagione è partito male e già si parlava di esonero del tecnico Di Francesco (reduce da due retrocessioni consecutive con Frosinone e Venezia), ma la società salentina non si spaventa tanto facilmente ed ha difeso il proprio allenatore, che nelle ultime settimane ha raddrizzato la barca, conquistando ben 7 punti nelle ultime quattro giornate. Il tutto senza l’apporto delle punte centrali, che stanno facendo molta fa-
cessioni pesanti
La scorsa estate hanno lasciato il Salento elementi importanti come
Baschirotto e Krstovic
tica. In estate hanno lasciato il Salento elementi importanti come il difensore Baschirotto (ora punto di forza della Cremo) e gli attaccanti Krstovic (ceduto all’Atalanta), Rebic (approdato all’Hajduk Spalato) e Pablo Rodriguez (che gioca in Polonia nel Lech Poznan). Al loro posto sono arrivati il difensore ivoriano Christ-Owen Kouassi (dai francesi del Laval), gli attaccanti Camarda (in prestito dal Milan), Stulic (dai belgi dello Charleroi) e Sottil (in prestito dalla Fiorentina), che si sono aggiunti alle importanti conferme del portiere Falcone, del centrocampista Berisha e dell’attaccante Banda.
Il portiere Wladimiro Falcone
JEREMY SARMIENTOCENTROCAMPISTA
AMARCORD
Pionetti, dalla Cremo alla Nazionale del Benin
Adesso è l’allenatore dei portieri della Nazionale del Benin. Fra qualche giorno sarà a Rabat, in Marocco, per preparare le sfide della Coppa d’Africa che vedrà la sua squadra affrontare il Congo, il Senegal e il Botswana. «Per noi – ci dice – sarà una competizione quasi proibitiva, considerando la forza degli avversari. Alla prima sfida contro il Congo ci mancheranno anche cinque giocatori per squalifica». Non è la prima volta che Enrico Pionetti, parmense classe 1955, allena i portieri di una Nazionale africana. Era successo anche nel 2018 quando era stato chiamato a preparare i numeri uno della Nigeria in vista dei Mondiali. “Pio”, come lo chiamavano i tifosi della Cremonese, è un po’ un giramondo: dal 2000 al 2005 ha allenato a Nizza, dal 2008 al 2012 ad Ajaccio in Corsica. «Dal 1988, l’anno in cui mi sono ritirato, non ho
mai abbandonato il calcio. La passione è ancora forte». Enrico Pionetti era arrivato a Cremona giovanissimo, dopo essere cresciuto nella Sampdoria. «Era il 1978, la Cremonese è stata la squadra che mi ha introdotto nel calcio professionistico. Allora i grigiorossi erano in serie C1, con Galeone allenatore. Quando il tecnico friulano venne esonerato e arrivò Fortini divenni il titolare della squadra. L’anno dopo però una brutta infezione ai fianchi, con febbre continua, mi lasciò ai margini della squadra. Giocai poco, alla Cremonese arrivò Gigi
Reali in porta. Così finii in prestito prima all’Anconitana e poi all’Imperia. Nel 1982 tornai a Cremona con la squadra in serie B e parlai con Emiliano Mondonico (avevo giocato anni prima con lui) e gli dissi che sarei rimasto volentieri. Il “Mondo” ci pensò su un paio di giorni e poi mi offrì il posto come secondo dietro Oddi. Dopo la sua incertezza con il Catania divenni titolare e con quella squadra sfiorammo la serie A agli spareggi contro Como e Catania. È stato l’anno della partita di Varese, quella che poteva darci la promozione subito. Poi a Roma siamo andati fuori senza avere mai perso». Pionetti vuole ricordare la custode Carla Bonazzoli. «Noi ci presentavamo in casa sua in accappatoio e lei ci offriva il caffè. Carla è stata una delle figure più importanti di quella famiglia grigiorossa». Poi tre anni al Lecce, con promozione in serie A. «Una
puntata veloce nella massima categoria e poi di nuovo giù. Nel Lecce c’erano giocatori importanti come Pasculli e Barbas, ma la squadra non aveva i mezzi per restare in A. Erano gli anni in cui a Napoli c’erano Maradona e Careca, a Udine giocava Zico, Platini alla Juventus, Maldini e Baresi nel Milan e tanti altri». Come vede la Cremonese di oggi? «Una squadra costruita bene, con un allenatore intelligente e con giocatori di categoria. A Bologna ha vinto con pieno merito, la classifica è molto buona. Audero e Silvestri? Si tratta di due ottimi giocatori. Audero è da un po’ di anni che fa bene, Silvestri si era un po’ perso per strada, ma quando è stato chiamato in causa ha confermato tutte le sue qualità. In questo reparto la Cremo può stare tranquilla». Pionetti adesso abita a Imperia. «Ma se ci sarà la festa salvezza, io non mancherò».