«Aiutarli a casa loro!» Dario Moretti
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Da noi in Europa, da qualche tempo,
Occorre preoccuparsi di conoscere bisogni
questa frase è la bandiera della paura:
e risorse di un paese più o meno lontano
quella nei confronti della parte povera
ma certo estraneo alla cultura
e ignota del mondo (non più invisibile
di chi dona, calibrare gli interventi,
grazie alla globalizzazione, anzi,
farsi venire delle idee... In una parola
immediatamente presente nei paesi
occuparsi delle conseguenze che avrà
avanzati con le migrazioni per fame o
il dono, secondo le proprie competenze.
per guerra) che oggi chiede conto
Aiutare in questo modo un paese
di quattro secoli di squilibri dello sviluppo
a svilupparsi ha oggi certamente ancora
mondiale.
a che fare con l’etica e con la solidarietà,
Ma “aiutarli a casa loro”, se si rifiuta
ma diventa una questione in senso lato
ogni scusa per la nostra paura, è cosa più
politica. Di buona politica, di quella
complicata che non privarsi di qualche
che mira a favorire l’articolazione
spicciolo (o di qualche milione di euro):
di una società secondo le proprie esigenze
significa interessarsi, dedicare non solo
e la propria storia. La beneficienza
denaro ma tempo, comprendere
produce debiti morali, la buona politica
le differenze, non dare nulla per scontato.
produce libertà. Il Nodo, con la Bottega
Perché l’aiuto, per essere efficace, deve
dell’Arte e con gli altri progetti
essere informato, intelligente e, per usare
che conduce in Cambogia, si comporta
un termine tanto caro alle aziende
così. Non ha paura, si adopera
delle società avanzate quanto
a conoscere i suoi interlocutori, li rispetta
evanescente in termini di cooperazione
e fornisce loro strumenti per crescere.
internazionale, efficiente.
Come dovremmo fare tutti.