Il Mondo del Latte - Agosto 2020

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SPECIALE OSSERVATORIO SUI CONSUMI GORGONZOLA: NOVITÀ AL CONSORZIO FORMAGGI DOP: 2020 A DUE VELOCITA’ ORGANO UFFICIALE DI

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oom, Teams, Cisco Webex, Skype: chi più ne ha, più ne metta. E poi webinar, streaming, conference call, meeting on line... Fatte salve rare eccezioni, fino allo scorso inverno erano davvero pochi quelli che utilizzavano a scopo professionale questi strumenti MONDO ASSOLATTE e queste piattaforme per parlarsi, “incontrarsi”, discutere, Fase 3, il momento giusto confrontarsi. Poi è arrivato il maledetto Coronavirus. Ci è stato per recuperare la forma fisica imposto di barricarci in casa, ci è stato raccomandato di lavorare Più prodotti lattiero-caseari, “da remoto” (per piacere, basta parlare di smart working), ci è meno “malattie del benessere” stato vietato di incontrare parenti, amici, conoscenti, colleghi e collaboratori. Vietato riunirsi, vietato vedersi! ATTUALITÀ C’è voluto qualche giorno per riorganizzarci, Board Eda: continua poi – con una capacità di adattamento la discussione IL MONDO DEL che non può lasciarci indifferenti e sulla Farm to Fork Ue: aiuti, si può fare di più che è prova definitiva che l’uomo è un Fil: prospettive N. 8 animale sociale – abbiamo imparato a di sostenibilità conoscere e a usare meglio computer e Ice: viva la Francia! web, a prendere dimestichezza con nuovi News strumenti e nuove tecnologie. La velocità Libri di reazione è stata ammirevole e dobbiamo davvero complimentarci con noi stessi per PROTAGONISTI la fantasia che abbiamo usato per non Consorzio Gorgonzola rimanere indietro o con le mani in mano. in mani esperte Tutto bene, quindi? Purtroppo, no! ECONOMIA Come spesso accade in tante vicende Consumatori: umane, si è rapidamente passati da un oggi più attenti, eccesso all’altro. Non c’è giorno che non domani meno bulimici arrivino inviti a questo, a quell’evento o Claim vincenti: più all’ennesimo seminario, organizzato da proteine, ma meno calcio questa o quella organizzazione, sempre sulla rete, ovviamente, molto spesso per parlare di temi triti e ritriti. MERCATI Ogni settimana arrivano decine di inviti a riunioni e conference call, Export: Russia da ritrovare dove spesso si discute del più e del meno, di tutto e del contrario di L’incidenza del Covid sul prezzo del latte Esportazioni italiane di latte tutto. Senza parlare dei corsi e dei seminari a cui partecipare o da Borsa prezzi scaricare sul proprio personal computer. Quousque tandem, Catilina, Dop a due velocità abutere patientia nostra? (Fino a quando dunque, Catilina, abuserai della nostra pazienza?) tuonava Cicerone quasi duemila anni fa. IGIENE E SICUREZZA Lanciamo il medesimo grido di allarme: si sta esagerando! Regole, una storia lunga trent’anni Nei momenti difficili – e questo lo è davvero – bisogna concentrarsi sui fondamentali, rimboccarsi le maniche e lavorare sodo. NORMATIVE Il che è impossibile se si sta perennemente connessi alla rete, Grafica“ingannevole”, dove comunque manca il contatto umano e si perdono sfumature un elenco ingredienti corretto non basta L’esperto risponde fondamentali nelle relazioni interpersonali.

Farm to Fork, qualcosa non va di Paolo De Castro

Organo ufficiale di ASSOLATTE e del Comitato Italiano FIL - IDF EDITORIALE IL MONDO DEL LATTE s.r.l. P.I. e C.F. 07208200159 www.assolatte.it Direzione, redazione, pubblicità: Via Adige, 20 - 20135 Milano tel. 02-72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Via Boncompagni, 16 - 00187 Roma tel. 06-42885648 Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 337 del 23-4-1987

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Direttore responsabile: Adriano Hribal Coordinamento editoriale: Manuela Soressi Progetto grafico e impaginazione: Tina Liati Immagini: Fotolia Stampa: Miligraf srl s- Formello (RM) Poste Italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale 70% Roma – aut mp-at/c/rm

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AGLI ALBORI DEL BIO NEL 1991 LE PRIME DISPOSIZIONI UE SULL’AGRICOLTURA BIOLOGICA. OGGI BRUXELLES SPINGE DI NUOVO SULL’ACCELERATORE

onsiderando che i consumatori richiedono in misura sempre maggiore prodotti agricoli e derrate alimentari ottenuti con metodi biologici; che questo fenomeno sta quindi creando un nuovo mercato per i prodotti agricoli; considerando che questi prodotti sono venduti sul mercato ad un prezzo più elevato, mentre il metodo di produzione richiede un impiego meno intensivo della terra; che tale metodo di produzione può quindi svolgere una funzione nel quadro del riorientamento della politica agricola comune per quanto attiene alla realizzazione di un migliore equilibrio tra l’offerta e la domanda di prodotti agricoli, la tutela dell’ambiente e la conservazione dello spazio rurale; considerando che, in seguito alla crescente domanda, vengono immessi sul mercato prodotti agricoli e derrate alimentari recanti indicazioni che informano l’acquirente o lo inducono a ritenere che essi siano stati ottenuti con metodi biologici o senza l’impiego di prodotti chimici di sintesi [...]” Quelli citati sono alcuni dei “considerando” della prima normativa europea emanata per uniformare il metodo di produzione biologica e le modalità con cui indicarlo in etichetta. Siamo nel 1991 e il Regolamento n. 2092/91 ha cercato di uniformare le “disposizioni regolamentari e controlli concernenti tali indicazioni” già esistenti in alcuni Stati membri per tutelare la cultura biologica, garantire condizioni di concorrenza leale, contrastare la tendenza all’anonimato delle produzioni biologiche e rendere queste ultime più credibili agli occhi del

consumatore. Inizialmente si parla solo di prodotti vegetali, otto anni più tardi saranno definite le disposizioni su quelli animali. Nel corso di questi trent’anni il mercato dei prodotti biologici è cresciuto: in dimensione, notorietà, valore, volumi. Crescita che nella “mente” della Commissione europea non è ancora abbastanza, anzi! Tant’è che nella recente Strategia From Fram to Fork si legge che “l’agricoltura biologica deve essere promossa ulteriormente: ha effetti positivi sulla biodiversità, crea posti di lavoro e attrae giovani agricoltori, e i consumatori ne riconoscono il valore”. Con queste parole, a pochi mesi dall’entrata in vigore delle nuove e aggiornate disposizioni sul metodo di produzione biologica (valide a partire dall’1 gennaio

2021), la Commissione ha annunciato un piano d’azione sull’agricoltura biologica che dovrà contribuire a raggiungere l’obiettivo di almeno il 25% della superficie agricola dell’Ue investita ad agricoltura biologica entro il 2030. Si tratta di uno dei molti obiettivi prefissati per rendere i sistemi alimentari più sostenibili e fronteggiare i cambiamenti climatici. Considerato che uno dei risvolti del tema sostenibilità è quello della sicurezza alimentare (per una popolazione mondiale in costante crescita), la spinta della Commissione verso produzioni biologiche raccoglie oggi opinioni divergenti tra coloro che la condividono e coloro che invece ne evidenziano i limiti. Certo è che nel prossimo futuro ne sentiremo parlare molto. Chissà cosa potremo ricordare tra trent’anni!

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L’OPINIONE

FARM TO FORK, QUALCOSA NON VA di Paolo De Castro

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ltre ad aprire un dibattito europea, le associazioni di necessario su alcuni temi categoria saranno consultate che per lungo tempo sono per tempo. A fronte di tanto stati terreno di annunciato attivismo scontro nel settore che interesserà agroalimentare l’industria alimentare, PARTE europeo, la l’esecutivo dell’Ue AGRICOLA strategia Farm to afferma anche di FINORA Fork prevede una voler coinvolgere ESCLUSA scaletta di scadenze gli agricoltori. piuttosto serrata, Ma, almeno fino DAL con interventi di a oggi, questo DIBATTITO vario tipo destinati coinvolgimento soprattutto alle è stato solo imprese alimentari. nominale. Così, Codici di condotta, regole la strategia rischia di creare per la riformulazione, limiti una scollatura con la Politica massimi di alcuni nutrienti, agricola comune. Se il settore nuovi criteri di sostenibilità. E alimentare, soprattutto quello poi: profili nutrizionali, nuove dei prodotti di origine animale regole sui materiali a contatto che la strategia non mette in e sull’etichettatura. Ci sarà luce particolarmente favorevole, da fare. Per tutte le iniziative, ha reagito alla Farm to Fork promette la Commissione sottolineando i timori per

un’agenda che si annuncia molto serrata, la sensazione del settore agricolo è stata quella di essere stato messo da parte. Cioè che nella Farm to Fork, la “Farm” non fosse tenuta in adeguata considerazione. I target sembrano calati dall’alto senza criteri identificabili. Il che dà l’impressione che nel proporli non ci si sia posti il problema dell’impatto sulle aziende, intendendo l’impatto reale e anche quello percepito. Cosa può pensare un agricoltore europeo ascoltando un messaggio così semplificato come quello del target sui pesticidi? Che Bruxelles vuole dimezzare da un giorno all’altro l’uso dei prodotti che gli servono tutti i giorni per proteggere i suoi raccolti dai parassiti. Sappiamo che non è così, che

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gli obiettivi sono di medio/lungo periodo (10 anni), che non sono vincolanti e sono a livello Ue. Ma questo va spiegato e spero la Commissione ne tenga davvero conto. Perché l’atteggiamento tenuto fin qui potrebbe rinforzare l’euroscetticismo che già serpeggia in gruppi sociali che tradizionalmente sono stati invece sostenitori dell’Ue. E questo vale non solo per gli agricoltori, ma anche per l’industria alimentare. Se i primi hanno sempre avuto un legame particolare con Bruxelles attraverso la Pac, per l’industria alimentare il mercato interno è stato una conquista importantissima dell’Europa. Si deve invece fare in modo che nei prossimi anni la Farm to Fork e l’agenda a essa collegata diano risposte su questi due piani e alle due componenti essenziali della produzione alimentare europea. La mia impressione è che, per come è stata gestita finora,

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la strategia europea invece di più lungo. Avranno più tempo favorire il dialogo tra le parti anche le autorità nazionali, del sistema agroalimentare chiamate a un notevole sforzo rischi di trasformarsi in amministrativo sui piani elemento disgregante. Da strategici nazionali. Per noi questa prospettiva, europarlamentari, considero una buona lo slittamento è notizia l’accordo necessario perché SERVE sul regolamento l’impianto della transitorio della Pac. TEMPO PER riforma, così Dopo diversi mesi come proposto, è DEFINIRE di discussione con essenzialmente BENE la Commissione un trasferimento IL QUADRO europea, infatti, di competenze NORMATIVO Europarlamento e e responsabilità Stati membri hanno da Bruxelles agli raggiunto un’intesa Stati, continua per prorogare le attuali regole a non convincere. La nostra sulla riforma della Pac fino prospettiva non è molto lontana alla fine del 2022, mentre la da quella di molte organizzazioni Commissione chiedeva solo un della società civile. Con due anno di transizione, cioè di farla anni di proroga ci sarà il tempo partire il 1° gennaio 2022. Ma la di riflettere di più sulla strategia realtà è che, per motivi diversi, la Farm to Fork, per una riforma proroga per due anni all’insegna migliore di quella proposta dalla del principio “vecchie regole Commissione e integrare meglio nuovo bilancio” viene salutata le diverse parti della filiera, da tutti con favore. Gli agricoltori nella visione a medio termine potranno contare su un quadro dell’Ue sulla sostenibilità dei di norme stabili per un periodo sistemi alimentari.

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FASE 3, IL MOMENTO GIUSTO PER RECUPERARE LA FORMA FISICA RITROVARE IL BENESSERE DOPO LA QUARANTENA NON È DIFFICILE: LA VOGLIA DI RIPRENDERE IL CONTROLLO SULLA PROPRIA VITA PASSA ANCHE ATTRAVERSO UN NUOVO E PIÙ SANO STILE ALIMENTARE di Carmen Besta

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urante l’emergenza Coronavirus, in cui si parlava costantemente di “picchi”, anche la bilancia ha registrato massimi imprevedibili. La sedentarietà, la fame nervosa causata dallo stress e il boom culinario hanno regalato, in media, 3-5 chili di cui tutti vorrebbero liberarsi il prima possibile. La buona notizia è che recuperare il peso forma, in questo caso, sarà più facile: la ripresa dei ritmi normali e della socialità, ma soprattutto la sensazione di avere nuovamente sotto controllo la propria vita, sono la "benzina" giusta per ripartire con vitalità e motivazione. In quest’ottica, mettersi a dieta o comunque seguire uno stile alimentare più sano, può essere vissuto come evento positivo, una nuova

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possibilità per riprendere il controllo della propria vita (e del girovita). Se il cibo, durante il lockdown, è stato provvidenziale per innescare i meccanismi cerebrali di gratificazione e ricompensa, adesso occorre più che mai tornare in forma con una dieta "psicologicamente" sostenibile. Mangiare meglio senza troppe restrizioni, con un approccio sereno ed equilibrato con il cibo. LA DIETA “FUNZIONALE” CHE FUNZIONA DAVVERO Per dimagrire e mantenersi in forma non occorre rinunciare a determinati alimenti a favore di altri. Anzi, la scienza dimostra esattamente il contrario. Vari lavori scientifici hanno dimostrato, per esempio, che eliminare totalmente i lipidi non aiuta affatto a perdere peso, così come non hanno senso, a lungo termine, le diete iperproteiche. La scienza nutrizionale moderna propone un nuovo modo di organizzare i pasti, non più in base ai nutrienti che contengono o alle calorie, ma sfruttando gli effetti sinergici dei cibi sul metabolismo. La chiave di volta sono le corrette combinazioni alimentari e i differenti sistemi di cottura che ottimizzano il lavoro degli organi preposti alla metabolizzazione, e tengono sotto controllo gli ormoni alla base dell’accumulo di grasso. In pratica, si offrono all’organismo mix di alimenti che danno un effetto metabolico quasi immediato. Se la giusta colazione deve essere in grado di dare energia e vitalità – senza causare un rapido innalzamento dell’insulina, come accade con le colazioni troppo ricche di zuccheri, che dopo un paio d'ore lasciano posto a spossatezza e fame incontrollabile – il pranzo è il momento giusto per inserire

le proteine. Pesce, uova o formaggi freschi andrebbero sempre associati a una ricca porzione di verdure amare e/o piccanti, che ottimizzano la digestione e hanno una spiccata azione detox. PER CENA VIA LIBERA ALLA PASTA Per anni si è creduto che i carboidrati non fossero adatti all’ultimo pasto della giornata, ma i dettami della dieta funzionale ribaltano questo paradigma: un piatto di pasta, riso o cereali a cena agevola la digestione e predispone l’organismo a un miglior riposo notturno. Importante, però, è iniziare il pasto con un piatto di verdure crude condite con un ottimo extravergine, che abbassa il carico glicemico del pasto e aiuta il fegato a lavorare meglio. Se la fame persiste, è il momento di una seconda porzione di vegetali,

questa volta saltati in padella (sono croccanti e conservano più micronutrienti ed enzimi), oppure grigliati e conditi con olio a crudo e aceto. Le preziose fibre contribuiscono a rallentare l’assorbimento degli zuccheri, mentre il potassio agevola la diuresi. Il giorno dopo, ci si sveglierà senza ritenzione idrica. EVITARE DI CONSUMARE UN PRIMO PIÙ FRUTTA Per mantenere sotto controllo la secrezione dell’insulina è sconsigliato associare nello stesso pasto più alimenti che contengono carboidrati e zuccheri. Per ostacolare la perdita di peso e perdere vitalità bastano un piatto di riso bianco e una macedonia al naturale. Per rendere questa combinazione “funzionale” e trasformarla nella migliore alleata della linea, è meglio far saltare il riso in padella

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MONDO ASSOLATTE FIOCCHI DI LATTE E RICOTTA: I JOLLY DELL’ESTATE Tra i latticini magri, più ricchi di sieroproteine, due sono le alternative più versatili per la preparazione di piatti estivi o da portare direttamente in borsa come lunch bag sotto l’ombrellone o nello zaino per le scampagnate: la ricotta e i fiocchi di latte realizzati con latte scremato e crema di latte (anche in versione delattosata). Entrambi hanno diversi vantaggi: sono ipocalorici ma nutrienti: apportano dalle 100 alle 150 calorie per 100 grammi, ma forniscono mediamente 10-14 g di proteine di alto valore biologico per etto; sono sazianti: essendo ricchi di sieroproteine, hanno un elevato indice di sazietà; sono versatili: si prestano a ricette salate o dolci e sono una base ipocalorica perfetta per tantissimi piatti e dessert, semplici o elaborati; sono concesse maxi porzioni: visto l’apporto calorico basso e l’ottimo profilo nutritivo, è possibile prevedere anche porzioni da 150-200 grammi per preparare un piatto unico veloce, da abbinare a una fetta di pane integrale e verdura o frutta; possono diventare un condimento leggero e proteico: perfetti entrambi per condire un piatto estivo di pasta fredda o verdure, con aggiunta di erbette e aromi.

con olio caldo insieme a una verdura come il radicchio e sostituire la frutta con una ricca insalata di verdure crude. Ecco un esempio pratico per abbassare l’indice glicemico di un pasto, stabilizzare la glicemia e dire addio alla fame fuori orario. DIETA, LATTICINI FRESCHI I MIGLIORI ALLEATI Le sieroproteine che caratterizzano latte, yogurt, yogurt greco, kefir, fiocchi di latte e ricotta hanno un’elevata qualità proteica, si digeriscono rapidamente e saziano in fretta. Se mangiati come unica fonte proteica del pasto, anche in quantità moderate, determinano un picco del Cck che, già a 15-20 minuti dal consumo, assicura un buon senso di sazietà che prosegue per circa un’ora e mezza. Ottima idea anche associarli, per esempio, alla pasta fredda con verdure per preparare un piatto unico

estivo: le sieroproteine giocano anche un ruolo significativo nella risposta insulinica ai carboidrati. Le sieroproteine del latte aiutano anche a dimagrire conservando una buona tonicità muscolare perché, rispetto ad altre proteine,

Tutti gli approfondimenti sul nuovo numero de Lattendibile FASE 3, IL MOMENTO GIUSTO PER RECUPERARE LA FORMA FISICA Lattendibile è la newsletter nutrizionale di Assolatte realizzata da Samantha Biale, nutrizionista e giornalista

Visita il sito www.Lattendibile.it

apportano una maggiore concentrazione di aminoacidi ramificati, soprattutto L-leucina che contribuisce a preservare i muscoli, favorendo la sintesi proteica, anche in condizioni di ridotta stimolazione insulinica come avviene durante una dieta dimagrante.

GIORNALE DI NUTRIZIONE E INFORMAZIONE

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FASE 3. IL MOMENTO GIUSTO PER RECUPERARE LA FORMA FISICA Ritrovare il benessere dopo la quarantena non è affatto difficile, anzi. E la voglia di riprendere il controllo sulla propria vita passa anche per un nuovo stile alimentare che aiuta a “rinascere” migliori.

di SAMANTHA BIALE NUTRIZIONISTA E GIORNALISTA

Dopo l’emergenza Coronavirus, in cui si è parlato ogni giorno di “picchi”, anche la bilancia ha registrato picchi imprevedibili. La sedentarietà, la fame nervosa causata dallo stress e il boom culinario hanno regalato, in media, 3-5 chili di cui tutti vorrebbero liberarsi il prima possibile. La buona notizia è che recuperare il peso forma, in questo caso, sarà più facile: la ripresa dei ritmi normali e della socialità, ma soprattutto la sensazione di avere nuovamente sotto controllo la propria vita, sono la benzina giusta per ripartire con vitalità e motivazione. In quest’ottica, mettersi a dieta o comunque seguire uno stile alimentare più sano, può essere vissuto come evento positivo, una nuova possibilità per riprendere il controllo della propria vita (e del girovita).

È LA NEWSLETTER DI ASSOLATTE ASSOCIAZIONE ITALIANA LATTIERO CASEARIA

REDAZIONE Via Adige, 20 20135 Milano tel. 02.72021817

Email: assolatte@assolatte.it www.lattendibile.it

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MONDO ASSOLATTE PIÙ PRODOTTI LATTIERO-CASEARI, MENO "MALATTIE DEL BENESSERE" CON IL CONSUMO DI LATTE E DERIVATI, MENO SINDROME METABOLICA, MENO IPERTENSIONE, MENO DIABETE E GIROVITA PIÙ SNELLO. LO CONFERMA UN MAXI STUDIO CONDOTTO IN 21 PAESI DI TUTTO IL MONDO

di Carmen Besta

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uova conferma della capacità dei prodotti lattierocaseari di proteggere dalle principali “malattie del benessere” e di aiutare a rianere in forma. A correlare un più alto consumo di latticini interi a un minor rischio di sindrome metabolica, ipertensione e diabete di tipo 2 (ma anche di grasso addominale), è stato Pure (Prospective Urban Rural Epidemiology), un ampio studio di coorte che ha coinvolto per una media di nove anni ben 147.812 adulti, dai 35 ai 70 anni, di 21 Paesi in cinque continenti. Proprio l’ampia base statistica rappresenta un punto di forza di questo studio epidemiologico, poiché mostra che anche i consumatori orientali traggono benefici da una dieta ricca di prodotti lattiero-caseari, confermando

quanto era già emerso da numerosi studi di coorte condotti sui consumatori europei e nordamericani. Gli autori di questa nuova indagine, appena pubblicata su Bmj (British Medical Journal), affermano che in ogni Paese analizzato un maggior consumo di prodotti lattierocaseari è associato a una minore pressione sanguigna, a livelli più bassi di trigliceridi e glucosio nel sangue e a un girovita più sottile. Inoltre, un maggior intake quotidiano di prodotti lattierocaseari e di latticini interi è correlato con minori rischi di sindrome metabolica e dei suoi fattori. Si tratta di ottimi dati perché, come dicono i ricercatori, sono risultati analoghi a quelli riscontrati in chi seguiva una dieta formulata espressamente per tenere

sotto controllo i valori della pressione arteriosa, come quella ricca di prodotti ortofrutticoli. Durante i nove anni di followup i risultati migliori sono stati riscontrati in chi aveva consumato un’ampia varietà di prodotti lattiero-caseari (latte, yogurt, burro e formaggi), in particolare tra coloro che avevano preferito i latticini “interi”. In conclusione, gli autori dello studio Pure affermano che se i risultati verranno confermati in studi sufficientemente ampi e a lungo termine, l'aumento del consumo di prodotti lattiero-caseari può rappresentare un approccio fattibile e a basso costo per ridurre i casi di sindrome metabolica, ipertensione, diabete e, quindi, la presenza delle malattie cardiovascolari in tutto il mondo.

CONSUMARE LATTICINI FA BENE ANCHE AGLI ASIATICI Da un ampio studio epidemiologico condotto su oltre 147mila adulti in 5 continenti, è emerso un minore rischio di “malattie del benessere” nelle persone che consumano latte, yogurt, burro e formaggi. Un’evidenza riscontrata per la prima volta anche sui consumatori dell’Asia, e non più solo su quelli di Europa e Nord America.

Leggi il Qr code con il tuo smartphone per accedere allo studio

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BOARD EDA: CONTINUA

LA DISCUSSIONE SULLA FARM TO FORK

di Katia Bellantone

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uperati, si spera, i momenti più difficili dell’emergenza Covid-19, il board della European Dairy Association è tornato a discutere di attualità politica, con al centro del dibattito europeo la Farm to Fork. “Dal campo alla tavola”, il suo nome italiano, è l’ormai noto documento programmatico pubblicato dalla Commissione europea che vorrebbe delineare la strada verso la sostenibilità per il settore agroalimentare del Vecchio continente, un lungo elenco di nuovi obblighi che agricoltori, allevatori e trasformatori dovranno rispettare per contribuire al raggiungimento dell’obiettivo ambientale fissato dal Green Deal, cioè la neutralità in Co2 dell’Europa entro il 2050. Riduzione dei pesticidi e aumento della produzione biologica almeno al 25% sono solo due esempi degli obiettivi per il settore primario, mentre quello della trasformazione verrà investito – per non dire travolto – da norme che, in teoria, riguardano gli aspetti salutistici dei prodotti. Infatti, la Commissione europea intende lavorare ai profili nutrizionali, con livelli massimi di zucchero e sale, imporre etichette fronte pacco che permettano di classificare i prodotti, andare avanti con l’indicazione obbligatoria dell’origine della materia prima. E sono proprio questi ultimi aspetti a preoccupare Eda. Le misure previste dalla Farm to Fork rischiano infatti di minare la competitività del settore caseario europeo, soprattutto in relazione alla concorrenza dei prodotti alternativi di origine vegetale, che alternativi non sono. Uno dei temi che crea maggiore preoccupazione è il continuo riferimento alla necessità che i

consumatori modifichino la propria dieta a favore di un maggiore consumo di prodotti di origine vegetale. Questo, unito al fatto che molte delle norme di etichettatura farebbero salvi proprio i prodotti vegetali, potrebbe creare gravi squilibri. Il rischio è trovare sullo stesso scaffale referenze molto, se non addirittura troppo simili nel packaging, nel nome, nelle immagini, ma che hanno composizioni molto diverse e sottoposte a regole di etichettatura differenti. I prodotti caseari rischiano di essere “puniti” per il loro contenuto di grassi o sale, senza tenere nella dovuta considerazione i nutrienti positivi, primo tra tutti il calcio. Il mondo del latte non vuole combattere guerre, anche perché le bevande vegetali non sono prodotti alternativi al latte e possono coesistere all’interno di una dieta equilibrata. Però, per garantire la giusta concorrenza è necessario – ed è questa la richiesta del settore – che tutti rispettino le norme che tutelano i nomi dei prodotti caseari. No, quindi, a etichette che potrebbero indurre il consumatore in errore. In secondo luogo, è fondamentale che qualunque nuova norma si applichi a tutti i prodotti, per evitare discriminazioni. L’obbligo di indicare l’origine della materia prima, per esempio, deve valere anche per soia e mandorla. In ultimo, ma in verità aspetto più importante, condizione imprenscindibile per il funzionamento di qualunque politica sull’etichettatura, serve maggiore educazione alimentare, concetto assente nel documento della Commissione europea.

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Abbiamo un latte di qualità per ogn ognuno di voi. Parmalat ha dedicato al latte tanta energia, migliorandolo con l’esperienza ed il lavoro. E per dare a ciascuno di noi la possibilità di scegliere, ne ha creato uno per ogni esigenza, mantenendolo sicuro e garantito attraverso un’accurata selezione delle materie prime in base a severi standard qualitativi e oltre un milione di rigorosi controlli all’anno, che lo rendono di assoluta qualità e fiducia. Parmalat è il buon latte che esaudisce i gusti e le necessità di tutti, anche in termini di qualità e sicurezza.

Nutriamo insieme l’oggi e il domani


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AIUTI, SI PUÒ FARE DI PIÙ di Katia Bellantone

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onostante l’intervento europeo sia stato invocato a gran voce fin dall’inizio della crisi provocata dal Covid-19, per il nostro settore le misure messe in atto dalla Commissione europea sembrano per il momento scarse e poco efficaci. A fine aprile il commissario all’agricoltura Wojciechowski aveva annunciato lo stanziamento di 30 milioni di euro per il settore caseario, destinati a misure per l’ammasso privato per latte in polvere, burro e formaggi. All’Italia, interessata solo agli aiuti ai formaggi, erano state attribuite 12.000 tonnellate, esaurite in meno di 24 ore dall’apertura dei bandi. La corsa all’ammasso non è stata, però, uguale in tutta Europa. Alla scadenza dei termini per la presentazione delle domande, il 30 giugno scorso, solo il 48% delle quote era stato sfruttato negli altri Stati membri. Insieme all’Italia, anche Belgio, Irlanda, Spagna, Lituania, Svezia e Regno Unito hanno utilizzato tutti i quantitativi assegnati. Lo stesso non è successo negli altri Paesi europei, tra cui spiccano la Germania, che ha utilizzato appena il 4% delle 21.726 tonnellate alle quali aveva diritto, e la Francia, che ha utilizzato il 48% delle proprie quote. Per le aziende l’intervento era, comunque, poco attraente (poco più di 16 euro a tonnellata) e arrivato troppo tardi rispetto a una crisi che a maggio, quando sono stati pubblicati i decreti, era ormai conclamata. La domanda, però, è: cosa ne sarà ora del

Janusz Wojciechowski, commissario europeo per l’Agricoltura

tesoretto rimasto inutilizzato? Assolatte ha le idee chiare e ha scritto alla ministra Bellanova chiedendo di sottoporre al prossimo Consiglio europeo dell’Agricoltura la formale richiesta dell’Italia di beneficiare delle quote non utilizzate dagli altri Paesi. In nome dell’unità e del mercato unico, chiediamo che le quote in esubero vengano redistribuite agli Stati membri che non sono riusciti a soddisfare tutte le domande pervenute. Le tonnellate destinate all’Italia, poco più di 12.000, si sono poi dimostrate assolutamente insufficienti rispetto ai volumi prodotti nel nostro Paese e al numero di aziende interessate all’ammasso. Ora la Commissione europea ha la possibilità di sanare lo squilibrio e soddisfare le richieste del settore caseario italiano, che fa fatica a riprendersi, vista la crisi del canale Horeca e del foodservice.

La ministra Teresa Bellanova

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LA TUA SCELTA

CONTA

Le sfide globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.

Ottima scelta.


ATTUALITÀ_FIL/IDF

PROSPETTIVE DI SOSTENIBILITÀ di Chiara Fabrizi

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a Federazione Internazionale del Latte ha diffuso la terza edizione del Dairy Sustainability Outlook. La pubblicazione raccoglie casi studio che evidenziano l’impegno del settore lattierocaseario nel supportare e mantenere uno sviluppo sostenibile. Trovare nuovi modi per ridurre l’impatto sull’ambiente, gestire le risorse in modo efficiente e aumentare i benefici per la biodiversità e la bioeconomia è parte cruciale dell’impegno assunto dal settore lattierocaseario per un continuo miglioramento. L’Idf Dairy Sustainability Outlook illustra attività e iniziative in corso in vari Paesi, utili a garantire prodotti lattiero-caseari sostenibili, inclusi l’adozione di nuovi approcci in agricoltura, l’istruzione di qualità, il miglioramento della qualità del latte, lo sviluppo di aree rurali attraverso la cooperazione internazionale e i risultati in termini di impegno per il clima. “Lo sviluppo sostenibile è uno sforzo collettivo che dipende dalla collaborazione tra governi, organizzazioni internazionali e settori privati, insieme ai singoli individui” ha affermato Caroline Emond, direttrice generale della Fil/ Idf. “L’Idf riconosce le sfide e le opportunità e si impegna a contribuire alla discussione con informazioni scientifiche pertinenti e buone pratiche”. I casi studio di questa nuova edizione comprendono attività ed esperienze da 18 Paesi nel mondo: il trasferimento di

Delia Giandeini - Unsplash

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conoscenze sulla sostenibilità tra Danimarca e Cina; in che modo il partenariato Milky Way sta contribuendo a realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite in Nigeria; come gli esperti caseari israeliani stanno trasformando il settore lattiero-caseario nel Dipartimentale dell’Atlantico in Colombia; in che modo il settore lattiero-caseario russo sta trasformando le aree rurali in luoghi attraenti per i giovani che vogliono dedicarsi alla zootecnia e vivere lì con le loro famiglie. Che il letame sia una risorsa lo dimostrano le esperienze in India, dove l’istituzione di una catena del valore dello stallatico è in grado di sopperire al fabbisogno di carburante e fornire un reddito stabile per i produttori di latte; in Brasile, la bio-digestione anaerobica del letame del bestiame produce energia pulita e riduce la contaminazione del suolo e dell’acqua. In Svezia il rapporto esamina la più grande iniziativa volta a ridurre le perdite di nutrienti nell’aria e nell’acqua causate dal bestiame e dalla produzione agricola. Vari casi studio ispirano il lettore con soluzioni pratiche per far fronte alle sfide ambientali. Infine, questa terza edizione fornisce anche un esempio di come il Covid-19 abbia avuto un impatto sul settore lattiero-caseario e delinea le misure adottate in Francia per mantenere l’attività del settore.

BENESSERE ANIMALE: I VANTAGGI DELL’ARMONIZZAZIONE Il benessere degli animali è un fattore sempre più importante per agricoltori, consumatori e rivenditori. Per questo motivo, una sua valutazione attendibile rappresenta un passo cruciale nella gestione della mandria e nella sicurezza in azienda, ma potenzialmente anche per l’allevamento. L’implementazione di adeguati indicatori di benessere si sta diffondendo in tutto il mondo e coinvolge istituti di ricerca e università, organizzazioni di allevamento e dettaglianti che utilizzano il benessere degli animali per differenziare il loro prodotto. Tuttavia, al momento manca un uso armonizzato degli indicatori destinati agli animali e soglie adeguate. Il passaggio all’armonizzazione degli indicatori di benessere per i bovini da latte potrebbe aumentare l’affidabilità e la trasparenza. Per esplorare ulteriormente questa possibilità, a inizio giugno Idf e Icar (International Committee for Animal Recording) hanno organizzato un seminario per presentare informazioni di base relative alla necessità di una valutazione del benessere degli animali, l’implementazione di protocolli di valutazione del benessere degli animali negli allevamenti, nonché le potenziali fonti e sinergie negli usi delle informazioni. Il seminario è stato l’occasione per ricordare come l’armonizzazione di questi parametri possa essere attuata nella pratica, fornendo esempi e spiegazioni su come sia stata raggiunta l’armonizzazione degli indicatori. “Il settore lattiero-caseario è impegnato nell’attuazione delle migliori pratiche per garantire il benessere degli animali sulla base di prove scientifiche e standard di riferimento” ha affermato Olav Østerås, presidente del comitato permanente Idf per la salute e il benessere degli animali. “Il benessere degli animali ha un effetto positivo sugli animali stessi, ma anche sulla produzione e sulle prestazioni economiche dell’azienda, nonché sul benessere degli agricoltori. I consumatori prestano maggiore attenzione al benessere degli animali da produzione. La documentazione e le prestazioni avranno quindi inevitabilmente un impatto sul futuro mercato dei prodotti alimentari di origine animale”. Dal seminario è emersa l’importanza di utilizzare, come misura diretta, le risposte dell’animale al sistema di produzione lattiero, per valutare e monitorare il benessere. Indicatori diversi dovrebbero poi essere utilizzati per le diverse situazioni di gestione dei bovini da latte. Le informazioni presentate durante l’evento includevano iniziative di registrazione del benessere degli animali, concentrandosi su indicatori ottenuti da capi provenienti da diversi Paesi. “Il seminario – ha concluso Østerås – è stato un utile passo avanti nella discussione su come raggiungere l’armonizzazione universale”.

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ATTUALITÀ

VIVA LA FRANCIA! di Gianluca Pierangelini

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opo il successo dei 13 webinar che hanno tracciato il bilancio post Covid-19 in altrettanti Paesi target per l’export italiano, l’Agenzia Ice e il Ministero degli Affari esteri hanno realizzato altri quattro appuntamenti per approfondire alcuni aspetti essenziali per il futuro dell’internazionalizzazione delle aziende italiane. Si è parlato della frontiera del digitale, sempre più attuale dopo l’esperienza del lockdown, ma anche del futuro delle fiere, per poi concentrarsi su argomenti ancora più attuali per le imprese come il rapporto con le Gdo di Francia e Germania, due Paesi essenziali per il nostro export. In occasione del webinar “Gdo Food in Francia: da offline a online”, Ice Agenzia ha chiesto ad Assolatte di intervenire per dimostrare quanto il mercato francese sia importante per le imprese italiane, ma anche per portare una testimonianza diretta in merito alle potenzialità e alle criticità della grande distribuzione francese. Per l’occasione, Attilio Zanetti, vicepresidente della European Dairy Association (Eda), è intervenuto per fornire alle numerose aziende collegate la sua esperienza diretta in Francia. Il Paese d’Oltralpe è il nostro partner più importante nel contesto internazionale, dove il settore lattiero-caseario, così come l’alimentare in generale, trova i più fedeli acquirenti fuori dai confini nazionali. Per i formaggi italiani la Francia è la prima destinazione: assorbe più del 20% delle vendite estere del settore, generando un fatturato per le nostre imprese che nel 2019 ha superato i 580 milioni di euro.

Il primo formaggio esportato in Francia è la mozzarella (34%), poi gli altri formaggi freschi (60%), grattugiati (13%), Grana Padano, Parmigiano Reggiano (10%) e Gorgonzola (6 per cento). Si tratta di un mercato storico che si è consolidato sempre di più negli anni: dal 2010 l’export caseario in Francia è aumentato del 66% con un tasso di crescita medio annuo del 6 per cento. Questo perché i consumatori francesi hanno un’alta considerazione dei nostri prodotti. Qualche tempo fa sulle pagine di “Le Figaro” si leggeva che la preferenza espressa dai consumatori francesi nei confronti della mozzarella italiana e degli altri formaggi del nostro Paese preoccupava molto i produttori locali. La tendenza non è cambiata: nel primo trimestre 2020, l’export caseario italiano in Francia ha registrato un ulteriore incremento del 6,9%, anche se marzo ha ridimensionato notevolmente la crescita, segnando un calo degli ordini (-10 per cento). Questo è dovuto sostanzialmente alle conseguenze della pandemia, che ha interessato tutta Europa, e in particolare alla chiusura del food service, uno dei principali canali di vendita dei nostri

formaggi all’estero. Tuttavia, il 70% degli acquisti in Francia avviene nelle catene della Gdo ed è qui che bisogna puntare per recuperare i volumi persi durante il lockdown. La testimonianza di uno dei rappresentanti più autorevoli del settore, che conosce da anni il mercato francese, è stata un’occasione anche per individuare le principali potenzialità della Francia, cosi come le criticità della Gdo transalpina. Se i numeri sono così importanti – il saldo della bilancia commerciale casearia con la Francia è in attivo di 393 milioni di euro – è perché i formaggi francesi, che pure hanno una tradizione molto importante, non sono in competizione con le nostre eccellenze casearie. Non c’è un prodotto francese che in qualche modo potrebbe essere concorrente di un formaggio italiano e questo grazie a un’importante interconnessione produttiva e commerciale tra i nostri due Paesi. È per questo che il rapporto con la Gdo francese si è consolidato negli anni. Tuttavia, una delle criticità che permangono è la gestione frammentata degli ordini, che spesso mette in difficoltà i magazzini delle nostre imprese dal punto di vista logistico.

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ATTUALITÀ_NEWS CIBUS FORUM, IL 2 E 3 SETTEMBRE ALLE FIERE DI PARMA VA IN SCENA IL FOOD&BEVERAGE POST COVID-19 Dalla transizione alla trasformazione, come reagire ai nuovi scenari aperti dall’emergenza Covid-19. Ne parlano i protagonisti della community a Cibus Forum, dal 2 al 3 settembre, nel quartiere fieristico di Parma. La gravità della crisi attuale necessita di un confronto approfondito, per questo Fiere di Parma, in collaborazione con Federalimentare, ha organizzato “Cibus Forum – Food&Beverage e Covid: dalla transizione alla trasformazione”. Cibus Forum accoglierà gli operatori in un quartiere fieristico con un sistema di gestione accessi volto a garantire la sicurezza e la salute dei visitatori secondo i più alti standard di safe&security, e l’evento sarà trasmesso anche in diretta streaming, al fine di consentire di assistervi anche a buyer e retailer esteri. Accanto alle sessioni di discussione ci sarà una ricca offerta espositiva dove le aziende presenteranno agli operatori le ultime novità del settore. E, infine, un’area lounge e uno spazio innovazione. Obiettivo del Forum è contribuire a una strategia globale che riesca a far crescere i consumi alimentari domestici e l’export. Tanti i nodi da sciogliere: che tipo di innovazione

produttiva, come finanziare gli investimenti, decifrare le nuove abitudini e le reali capacità di spesa dei consumatori, intercettare la domanda di prodotti sostenibili, individuare i trend dei canali di vendita (Horeca, e-commerce, grande e piccola distribuzione) e altro ancora (www.cibusforum.cibus.it). Le quattro sessioni di Cibus Forum sono articolate su uno schema che prevede relazioni di istituti di ricerca, illustrazioni di case history, tavole rotonde con i principali attori della filiera agroalimentare. Il programma di incontri prevede la partecipazione di nomi autorevoli del settore e delle istituzioni. Il primo giorno Cristina Alfieri del Gruppo Food inaugurerà il Forum moderando una sessione dedicata al cambiamento dei consumi post covid-19, con la partecipazione di Federalimentare, Federdistribuzione, Food&Drink Europe e Ice Agenzia, intitolata “Consumi e nuovi valori: l’impatto del Covid-19 sulle abitudini dei consumatori. Quali prospettive e quali opportunità?”. Nel pomeriggio Debora Rosciani, di Radio 24, coordinerà la sessione “Salute e sicurezza: la riorganizzazione dei luoghi di lavoro e di consumo”. L’onorevole Paolo De Castro

condurrà la sessione di apertura del 3 settembre “Come si modificano i rapporti di filiera: valenza strategica e prospettive future per l’agroalimentare”, dedicata all’impatto del contagio sulla filiera agroalimentare per individuare strategie di successo e misure che rafforzino la catena produttiva. L’incontro sarà completato da un panel di discussione sull’interpretazione del progetto europeo “Farm to Fork” per un adeguamento realistico della filiera alla rivoluzione verde, con rappresentati dell’industria e istituzioni. Nel pomeriggio l’onorevole Alfonso Pecoraro Scanio modererà la sessione “Ripartire bene: la sostenibilità e l’innovazione come risposta all’emergenza” dedicata all’ambiente e al potenziale della sostenibilità come driver della ripresa del settore.

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ATTUALITÀ _NEWS ALL4PACK, A PARIGI È DI SCENA L’IMBALLAGGIO DEL FUTURO Il salone dell’imballaggio ALL4PACK Paris 2020, che si svolgerà dal 23 al 26 novembre, vuole far conoscere l’impatto della crisi sanitaria Covid-19 sull’uso degli imballaggi nei confronti dei cittadini francesi. Un sondaggio Ifop (Istituto francese dei sondaggi d’opinione), commissionato dal salone e realizzato nello scorso maggio, ha messo in luce i cambiamenti nel comportamento di una parte della popolazione francese. Lo studio Ifop, condotto su un campione rappresentativo di mille persone, mette in luce che la maggior parte dei francesi ritiene che l’imballaggio sia estremamente utile o molto utile. Questa percentuale è più alta per gli anziani (66% rispetto al 22% per i 1824enni) e mostra un gap di percezione generazionale. Gli imballaggi svolgono un ruolo chiave per la sicurezza dei prodotti e quindi dei consumatori. I francesi sembrano esserne chiaramente consapevoli, e la crisi sanitaria ne ha accentuato la consapevolezza. Tuttavia, questa utilità si confronta con un forte e duraturo desiderio sociale di cambiamento nella progettazione e nell’uso degli imballaggi per rispondere

meglio alle problematiche e alle sfide ambientali. L’epidemia Covid-19 ha in ogni caso generato un cambiamento nella percezione dei consumatori francesi: sebbene il 60% degli intervistati affermi di non aver modificato il proprio comportamento nei confronti del packaging, il 40% afferma di acquistare oggi più prodotti con packaging a causa della crisi sanitaria. Sono più numerosi i residenti delle regioni nordorientali (48%) e delle grandi città (45%) dove la diffusione del virus è stata più forte. Una differenza di comportamento che può essere spiegata dalla funzione di sicurezza fornita dalla confezione e che sembra destinata a durare. Sul fronte sella sostenibilità, i risultati dell’indagine mostrano anche che un’ampia maggioranza dei francesi (61%), ritiene che i produttori non stiano compiendo sforzi sufficienti nella progettazione di imballaggi sostenibili. Tuttavia, non esiste una “nota sanzionatoria” da parte dei consumatori. La maggior parte degli intervistati ha un parere che si posiziona nel “probabilmente” positivo o negativo. Ciò evidenzia un’assenza di certezza sicuramente legata alla mancanza di conoscenza

delle azioni intraprese dagli industriali. Questo denota che gli sforzi dell’industria verso l’innovazione, pur se significativi, restano poco noti all’opinione pubblica. Per far conoscere meglio la capacità innovativa del settore, ALL4PACK ha selezionato alcune di queste innovazioni che verranno presentate agli operatori da alcuni espositori in fiera: l’invenzione di una nuova materia prima riciclata a base di Eps al 100% (polistirene isotermico – il materiale più utilizzato al mondo per l’imballaggio), riciclato da prodotti post-consumo; imballaggi biodegradabili grazie all’utilizzo di un nuovo materiale a base biologica che può costituire un compost per l’agricoltura; imballaggi riutilizzabili fino a mille volte per soddisfare le esigenze dell’e-commerce. Questo e molto altro verrà presentato alla fiera dell’imballaggio e dell’intralogistica ALL4PACK, che si terrà a Parigi Nord Villepinte il prossimo novembre. ALL4PACK rappresenta un approccio globale per soluzioni specifiche, sostenibili e responsabili ai problemi di prestazione degli operatori del settore e riunisce i maggiori decision maker di 11 settori industriali: Agro-Alimentare, Bellezza & Igiene, Beni di consumo, Beni industriali, Bevande & Liquidi, Distribuzione, E-Commerce, Lusso, Farmacia & Salute, Servizi e Trasporto & Logistica.

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DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA

igorgorgonzola.com


ATTUALITÀ _NEWS CASEIFICIO PALAZZO, NUOVA IMMAGINE PER MURGELLA Il caseificio pugliese Palazzo rivede il logo e più in generale l’intera immagine coordinata della linea Murgella, lancia una campagna social dedicata al siero innesto e continua con la pubblicazione delle ricette che hanno come ingredienti le specialità del caseificio. “Da quando eravamo un piccolo laboratorio che produceva per il mercato locale all’attuale rete logistica mondiale i nostri valori non sono cambiati” scrive il caseificio in una nota. “Ingredienti semplici e accurata lavorazione artigianale, rispetto della tradizione e standard qualitativi ai più alti livelli. Ecco perché diciamo che nei nostri prodotti c’è la cultura di un territorio e la storia di una famiglia. Oggi

molte cose sono cambiate e abbiamo sentito forte l’esigenza di rappresentare la crescita dell’azienda e il suo rinnovamento attraverso un unico segno grafico che comunicasse l’importanza della conduzione familiare in un abito più moderno e internazionale. Il futuro davanti a noi ci stimola, anno dopo anno, passo dopo passo, a crescere e consolidare, mattoncino dopo mattoncino, i nostri valori fondanti. Dagli anni Ottanta a oggi il marchio Murgella ha sempre puntato sull’architettura dei Trulli come icona della Puglia riconoscibile in tutto il mondo. Il logo di Murgella è cresciuto insieme all’azienda, semplificando visivamente sempre più gli elementi grafici che lo contraddistinguono”.

ARRIGONI BATTISTA, RICERCA E NUOVE REFERENZE “Mola mia” è il detto bergamasco per eccellenza, che ha fatto da traino nei mesi più bui della recente crisi sanitaria per il Coronavirus, che ha così duramente colpito Bergamo e molti paesi della Valseriana. Il caseificio Arrigoni Battista non ha mollato, anzi ha concentrato le energie nel settore ricerca e sviluppo lavorando a due nuove referenze: il “Gorgonzola Dop da servire al cucchiaio in vaschetta a peso fisso da 200g” lanciato sul mercato ad aprile e il nuovo packaging cartonato del “Cucchia Lyo”, prodotto lanciato a dicembre 2019, mix tra Gorgonzola Dop in vaschetta e una porzione di frutta o verdura liofilizzata. Il restyling ha portato a una confezione riciclabile, una diversa per ogni gusto del prodotto, dai toni di colore

accesi e trasparenza degli ingredienti. L’azienda Arrigoni Battista non ha voluto fermarsi, nonostante le difficoltà: ha adeguato costantemente ogni settore aziendale alle disposizioni governative; ha tutelato i prodotti trovando soluzioni a problemi quali il surplus di latte; ha tutelato il personale favorendo i congedi parentali e smartworking, con un’attenzione particolare ai genitori di bambini in età scolare; ha messo in piedi una rete di azioni solidali, quali la raccolta fondi a beneficio dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e il raddoppiamento del premio Covid-19 predisposto dal governo, senza considerare limiti di reddito. Un’azienda da sempre a conduzione familiare, giunta oggi alla quarta generazione,

capitanata dal presidente Marco Arrigoni, con più di 100 collaboratori e un fatturato 2019 di 37 milioni di euro, che exporta in 36 Paesi.

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ATTUALITÀ _NEWS PARMALAT, COPPA MALÙ DIVENTA PIÙ GREEN Da più di 30 anni Malù è presente e viene prodotta interamente in Italia. La forza di Malù è tale da essere leader a valore, con una quota del 42% nel segmento “dessert con panna”. A ottobre 2018, con l’obiettivo di andare incontro alle nuove sensibilità dei consumatori, Parmalat ha deciso di sviluppare l’anima etica di Malù tramite l’acquisto delle materie prime, cacao e zucchero di canna, dalla filiera equo e solidale di Altromercato, operante in Italia da più di 30 anni. A fine giugno si è aggiunta

una seconda anima, quella green, andando a utilizzare, come Parmalat già fa per tutti gli yogurt e per il latte Zymil, un cartoncino realizzato con carta riciclata e riciclabile.

Nel retro della confezione convivono le due anime di un prodotto 100% sostenibile: quella etica con Altromercato e quella green con l’utilizzo di carta riciclata.

BAYERNLAND, È PIÙ PRATICO L’EMMENTAL PORZIONATO

DA MILA LO YOGURT INTERO AL MIRTILLO NERO

L’Emmental è ritenuto uno dei formaggi più famosi, amati e apprezzati. Ma cosa rende unico il formaggio Emmental bavarese di Bayernland? Naturalmente, la preziosa materia prima con cui è realizzato: il freschissimo latte bavarese di alta qualità, senza Ogm o conservanti, proveniente dai verdi pascoli della Baviera. Grazie al pratico formato porzionato in confezione da 250 grammi, l’Emmental bavarese di Bayernland si può facilmente tagliare a cubetti per arricchire le insalate e i primi estivi, come la pasta fredda o le insalate di riso. Perfetto anche per l’aperitivo, accompagnato con vini bianchi aromatici, rosati o rossi sobri. Come molti altri formaggi, anche l’Emmental si può gustare abbinato con miele, confetture e composte. L'Emmental bavarese di Bayernland ha una pasta color avorio liscia ed elastica, l’inconfondibile gusto dolce e aromatico e le tipiche occhiature su tutta la superficie.

Cremoso, genuino e realizzato con latte 100% dell’Alto Adige senza Ogm: è lo yogurt intero al mirtillo nero di Mila – Latte Montagna Alto Adige, cooperativa altoatesina specializzata nella produzione di yogurt e altri prodotti caseari di alta qualità. Il latte utilizzato proviene da 2.400 famiglie di contadini dell’Alto Adige, in piccoli masi di alta montagna, la maggior parte sopra i 1.000 metri d’altitudine, con in media solo 14 mucche per stalla. Mila raccoglie il latte fresco dai suoi soci 365 giorni l’anno e lo trasforma in diversi prodotti. Grazie al mirtillo nero, un frutto ricco di vitamine e dalle numerose proprietà benefiche, lo yogurt intero al mirtillo nero di Mila è genuino e nutriente. Perfetto a colazione, come spuntino spezza fame e per la merenda dei bambini, da provare anche abbinato a muesli di cereali o frutta fresca.

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SACCO SYSTEM, FERMENTI PER MOZZARELLA DA PIZZA Sacco System ha sviluppato una gamma di fermenti lattici per formaggi a pasta filata e mozzarella con l’obiettivo di migliorare la produzione lattiero-casearia e creare prodotti di alta qualità, garantendo un flusso semplice e una produzione affidabile e costante. La mozzarella fa parte della tradizione italiana e negli anni è diventata un vero simbolo della gastronomia internazionale, resa famosa in tutto il mondo grazie a un’altra prelibatezza campana: la pizza. Come noto, nel 1889 in occasione della visita a Napoli di Re Umberto e della Regina Margherita, il miglior pizzaiolo dell’epoca, Raffele Esposito, preparò per loro tre pizze, tra cui anche quella che stregò la regina. Da Napoli la pizza ha conquistato tutto il mondo, cosi come i fermenti per

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mozzarella da pizza Sacco System “Margherita Italian pizza-cheese cultures”, una nuova linea di fermenti lattici specifici per la produzione di mozzarella per pizza che sono in grado di garantire: velocità extra di fermentazione, migliore filabilità del prodotto, migliore affettabilità, standardizzazione dei tempi produttivi, bassa post

acidificazione, ottimo controllo del browning. La linea di fermenti lattici per pizza cheese “Margherita” è composta da due prodotti specifici che garantiscono una rapidità di acidificazione eccellente e sono disponibili in versione liofilizzata e congelata (Lyofast e Cryofast): ST Regina – M e ST Regina – S.

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ATTUALITÀ _NEWS LATTERIA SOLIGO TRA GLI ATTORI DEL PROGETTO “PASSAPORTO AMBIENTALE DELLA MONTAGNA VICENTINA” C’è anche Latteria Soligo tra le aziende venete che partecipano al Progetto Europeo “Passaporto ambientale per i prodotti agroalimentari della montagna vicentina” che, sotto la guida del Dipartimento di Ingegneria industriale dell’Università di Padova, hanno ideato e sviluppato nuovi prodotti e metodologie di allevamento volte a ridurre l’impatto ambientale. Il progetto, iniziato a ottobre 2018, ha raggiunto un importante traguardo, con la conclusione della verifica

di terza parte di Csqa Certificazioni che riconosce alle sette aziende il percorso di studio dei nuovi prodotti e un miglioramento delle metodologie di allevamento e coltivazione. Per Latteria di Soligo, in particolare, l’analisi si è concentrata sulla sede produttiva di Breganze (Vi), stabilimento che già nel 2016 era stato oggetto di ricerca sulla Life Cycle Assessment (analisi del ciclo di vita del prodotto). I risultati dello studio saranno pubblicati sul sito

SCALDASOLE, NUOVO YOGURT “SOGNO DI LAVANDA” Con il nuovo gusto di yogurt “Sogno di Lavanda” Scaldasole conduce i consumatori tra le atmosfere provenzali. La referenza fa parte della linea Sogno di Scaldasole: una gamma di yogurt magri e dai gusti gradevoli, sapientemente dosati per regalare una sensazione di benessere fisico e mentale. Le nuove proposte di Scaldasole sono preparate con estratti naturali e fiori, secondo ricette semplici e senza aromi, che combinano le proprietà benefiche di ingredienti insoliti e originali alla genuina cremosità del suo yogurt biologico. Sono, così, pensate per appagare il consumatore curioso, consapevole, che ama le novità e prendersi cura di sé in modo attento e naturale. Oltre alla Lavanda, la linea comprende altre quattro declinazioni di gusto: “The matcha”, “Menta”, “Liquirizia” e “Zenzero”. Ogni yogurt è una nuova esperienza, un bouquet di sensazioni uniche, fatte di ispirazione e momenti di pace, consapevolezza ed energia vitale.

Passapo Ambien

per i prod agroalim Montagn passaportoambientale.it e verranno 20 riassunti una serie Venerdì Marzoin2020, dalle di linee guida che potranno essere utilizzate anche da altre Webinar: aziende.

ore 11.15 alle

“Il Passaporto Ambientale della Montagna nuovi prodotti a ridotto impatto ambienta LATTE TIGULLIO, UNAlessandro PACK Manzardo (Assis Interverrà Ing. ANTI TRUFFE AGLI ANZIANI Ingegenria Industriale, Università degli stud

Centro Latte Rapallo – Latte Tigullio e Polizia locale di Genova hanno dato vita a sostenibili e il ruolo della GDO: m una campagna“Le per filiere contrastare il fenomeno delle truffe agliproduce” anziani dal titolo Interverrà il Dott. Paolo Palomba (Managin “Diffidente? No, IPLC ITALY) prudente!”. La principale azienda La partecipazione all’eve produttrice di Attività di progetto WP6: Diffusione d latte fresco in Liguria ha realizzato gratuitamente 600.000 confezioni di latte intero pastorizzato e parzialmente scremato da 1 litro, in cartoni customizzati dall’azienda Elopak Italia, dove è stampato un opuscolo che descrive le modalità più frequenti delle truffe e spiega come difendersi. Si dice, per esempio, che è bene diffidare dalle apparenze: i truffatori spesso sono gentili e rassicuranti, si travestono a volte da operai, altre da impiegati di servizi pubblici, in modi e tempi quasi sempre calibrati in base alle abitudini della vittima. Vista l’imprevedibilità di questi comportamenti criminali, come sottolineato con forza nell’opuscolo, la porta non andrebbe mai aperta agli sconosciuti.

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MÜLLER PRESENTA LA LINEA DI YOGURT SETA

assaporto Ambientale

Müller Italia presenta la nuova linea Müller Seta, un nuovo bianco dalla cremosità setosa che racchiude un cuore di frutta in tre varianti, per una pausa di benessere appagante. La linea è caratterizzata da un bianco dalla consistenza unica, con una nuova cremosità piena e intensa, che avvolge il palato con la sua scioglievolezza e sorprende con la freschezza e la morbidezza del cuore di frutta al suo interno.

er i prodotti groalimentari della Montagna Vicentina

ore 11.15 alle 13.00

lla Montagna Vicentina per lo sviluppo di tto ambientale” nzardo (Assistant Professor, Dipartimento di GALBANI, FORMAGGIO E SALUMI sità degli studiIN di Padova) UN’UNICA CONFEZIONE Quante volte abbiamo desiderato di avere a disposizione

o della GDO: modalità opportunità per chi salumi e eformaggi per farcire un panino senza dover pensare a

diversi imballaggi e nelle giuste quantità, per ridurre gli sprechi risparmiare? A questo deve aver pensato Galbani quando ha ba (Managingedeciso Partner | Expertise on Field | di creare “Il Mix Perfetto”, la nuova gamma di affettati che combina salumi e formaggi Galbani in un’unica confezione costituita da due vaschette separate e divisibili. Per preservare il gusto dei due prodotti, salume e formaggio azione all’evento è gratuita sono confezionati in due vaschette divisibili, così da poter WP6: Diffusione deiessere risultati diconsumati progetto - strumenti insieme o in due diversi momenti. La forma rotonda delle fette è ideale per un panino pratico e semplicissimo da preparare. La confezione contiene le quantità ideali per farcire un panino, limitando al minimo gli sprechi. “Il Mix Perfetto” è disponibile nelle tre varianti mozzarella Santa Lucia + prosciutto cotto Alta Qualità Galbani, mozzarella Santa Lucia + prosciutto crudo Galbani, Galbanino + salame Galbanetto.

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BIRAGHI, ATTIVO A TORINO IL SERVIZIO DI DELIVERY In questo particolare periodo storico Biraghi ha voluto dare il proprio contributo, mettendo a disposizione un servizio gratuito di consegna a domicilio. Attivo per ora solo a Torino, il servizio è gestito dal negozio Biraghi di Piazza San Carlo e permette di acquistare non solo i prodotti a marchio Biraghi come Biraghini, Grattugiato Gran Biraghi e Gorgonzola, ma anche pasta, pane, cioccolato, biscotti, marmellate, uova, sughi e vino di tutti quei produttori piemontesi presenti nel punto vendita. Inoltre, è possibile acquistare anche il latte Uht Biraghi, sempre utile da tenere in dispensa, una selezione di articoli di prima necessità e usufruire di speciali promozioni su alcuni prodotti selezionati. Il servizio è facile e intuitivo: si può ordinare la spesa, senza alcun minimo d’ordine obbligatorio, direttamente dal proprio computer o smartphone grazie al sito dedicato www.biraghiacasa.it. La consegna è gratuita e viene effettuata dal lunedì al venerdì, entro 24 ore dall’ordine o in giorni e orari concordati. “Attivando la consegna a domicilio – spiega il direttore marketing Claudio Testa – desideriamo rispondere a un’esigenza concreta riscontrata negli ultimi mesi, offrendo un servizio quanto mai utile”.

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ATTUALITÀ _NEWS CASEIFICIO SOCIALE MANCIANO, NUOVA CAMPAGNA DEDICATA ALLA MAREMMA Il cuore del Caseificio sociale Manciano batte in Maremma. Parte dal profondo legame con il territorio di origine la campagna lanciata dalla cooperativa maremmana per guardare al futuro valorizzando una produzione di formaggi capace di rispondere alle esigenze in continua evoluzione dei consumatori e che punta sempre di più sul Pecorino Toscano Dop. Nato nel 1961 su iniziativa di 21 allevatori della zona, oggi il Caseificio sociale Manciano conta 220 allevatori soci che ogni giorno mungono oltre 60mila pecore per un totale annuo di circa 8 milioni di litri di latte ovino in arrivo da Manciano e da dieci comuni limitrofi. Grazie a questo lavoro collettivo, il Caseificio sociale Manciano produce ogni anno circa 370mila forme di Pecorino Toscano Dop, pari al 70% della produzione complessiva del caseificio.

Carlo Santarelli, presidente del Caseificio sociale Manciano

Il Caseificio sociale Manciano è stato tra i fondatori del Consorzio tutela Pecorino Toscano Dop, nel 1985, e ha ottenuto il riconoscimento per la produzione della Dop nel 1996. Oggi circa un terzo del Pecorino Toscano Dop è prodotto dal Caseificio sociale Manciano in varie tipologie: fresco, stagionato e biologico. A questo si unisce una costante attenzione per investimenti in ricerca e innovazione che consentano un continuo miglioramento del latte ovino puntando su benessere animale e sostenibilità ambientale. "In una fase difficile e straordinaria come quella che stiamo vivendo – spiega il presidente del Caseificio sociale Manciano, Carlo Santarelli – abbiamo voluto lanciare una campagna che enfatizzasse il nostro legame con la Maremma e, più in generale, con la Toscana.

Vogliamo essere sempre più vicini al territorio di origine del latte che lavoriamo ogni giorno, perché questo legame è, da quasi 60 anni, uno degli elementi fondanti della nostra azienda. A dare valore aggiunto al Caseificio Manciano è anche la sua natura di cooperativa sociale. Come tale, il Caseificio appartiene a tutti gli allevatori soci che ogni giorno conferiscono il loro latte per essere trasformato in formaggio ed è come se fossero loro a produrre direttamente, nel rispetto delle tradizioni e di un’arte casearia tramandata di generazione in generazione. Con questo impegno e con questi valori, la nostra produzione è cresciuta negli anni e si è diversificata puntando a soddisfare le esigenze di tutti i consumatori, con una particolare attenzione per il Pecorino Toscano Dop”. “Un altro obiettivo che ci siamo posti – aggiunge Santarelli – è quello di migliorare continuamente la qualità del latte ovino, e di conseguenza il prodotto finito, puntando sul benessere animale e sulla sostenibilità ambientale. Vanno in questa direzione i numerosi progetti portati avanti insieme alle Università di Pisa e Firenze e alla Scuola Superiore di Studi Sant’Anna di Pisa dedicati alle modalità di allevamento e alla tipologia di alimentazione delle pecore per migliorare il loro benessere rispettando l’ambiente e riscoprendo essenze autoctone. Un impegno che continua ancora oggi per valorizzare e promuovere sempre di più il legame con il nostro territorio e le sue eccellenze”. Per conoscere più da vicino il Caseificio sociale Manciano e la sua produzione, è possibile visitare il sito www.caseificiomanciano.it.

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CONSORZIO DI TUTELA GRANA PADANO DOP, RENATO ZAGHINI NUOVO PRESIDENTE. RINNOVATO IL CDA Renato Zaghini, mantovano, per 17 anni tesoriere, è il nuovo presidente del Consorzio Tutela Grana Padano. Succede a Cesare Baldrighi, che ha guidato l’associazione per oltre due decenni. “Mi impegnerò insieme al nuovo CdA per far sì che la filiera del formaggio Dop più consumato al mondo continui a rappresentare l’eccellenza del made in Italy – ha detto il neo presidente – mi piace accettare le sfide e la filiera del Grana Padano ha continuato a funzionare durante la pandemia da Covid-19, ma deve fare i conti con pesanti difficoltà su vari fronti, in una situazione economica piena di incognite”. “Saluto con soddisfazione il nuovo presidente – ha commentato Baldrighi – uomo concreto e di buon senso. Quando questo momento critico legato al Covid-19 passerà, la voglia di ripresa sarà forte, coinvolgerà tutti e dovremo essere pronti a governarla”. Prima di passare il testimone, il presidente uscente ha fatto il punto sul 2019 del consorzio e sulle prospettive future. “È stato un 2019 in crescita per il Grana Padano, che si conferma il prodotto Dop più consumato al mondo con un totale di 5.164.759 forme prodotte (+4,70% rispetto al 2018), di cui 2.051.125 destinate all’export

(+4,38 per cento). Numeri incoraggianti che però dobbiamo leggere alla luce della situazione attuale. A causa dell’emergenza Covid-19, siamo chiamati a riflettere sul cambiamento delle tendenze rispetto agli stili di vita e sul fatto che per il 2020 prevediamo risultati ben lontani da quelli del 2019. Il nostro obiettivo, oggi, deve essere il contenimento produttivo, adeguandoci agli inevitabili minori consumi che derivano dalla contrazione del canale Horeca. Da qui vengono i provvedimenti assunti dal Consiglio di Amministrazione per far fronte al post Covid-19: diminuzione della produzione; sostegno agli enti caritatevoli attraverso i bandi Agea; acquisto di 120.000 forme da parte del Consorzio per i mesi di novembre-dicembre 2019 e gennaiofebbraio-marzo 2020 da portare a Riserva 20 mesi e a Riserva Gold 24 mesi”. Così, in estrema sintesi, il presidente uscente ha fotografato l’andamento del Grana Padano nel 2019 durante la 21esima assemblea generale del Consorzio tenutasi alla Fiera di Verona. Per quanto riguarda nel dettaglio l’export, l’Europa, con 1.697.618 forme, assorbe quasi l’83% dei volumi, con un incremento del 4,54% rispetto al 2018. La Germania, con un incremento del 5,61% si conferma il primo mercato, con un totale di 549.562 forme. Al secondo posto si conferma la Francia con 231.188 forme e un incremento del 4,44 per cento. Il terzo posto spetta agli Stati Uniti che hanno fatto segnare un +9,04% pari a 167.852 forme, superando il Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo) che con 160.561 forme complessive (+2,41%) scivolano al quarto posto nella graduatoria assoluta. La produzione si è divisa per il 37,25% a favore delle industrie e per il 62,75% delle Cooperative. Guardando, poi, nello specifico alle aree geografiche si evidenzia che la provincia di Mantova con 28 caseifici ha prodotto il 29,38% del totale annuo; seguono Brescia con 29 caseifici e una produzione del 23,03%, Cremona con 9 caseifici il 17,30%, Piacenza con 20 caseifici l’11,38%. Il Veneto, poi, con 22 Caseifici (tenendo conto anche del latte veneto lavorato fuori regione) ha raggiunto il 15,34 per cento. Durante l’assemblea è stato eletto il nuovo Consiglio d’amministrazione del Consorzio, che resterà in carica fino alla primavera 2024.

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ATTUALITÀ _NEWS TALEGGIO DOP, LE MOSSE PER SUPERARE LA CRISI Negli ultimi anni il giro d’affari del Taleggio Dop è cresciuto, fino a superare i 100 milioni di euro. Ma le rilevazioni effettuate dal Consorzio di tutela per il mese di aprile 2020 sono indicative di una crisi legata all’emergenza sanitaria: si è registrato un calo della produzione del 19,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, -8,3% se si considera il primo quadrimestre. La pandemia e le difficoltà legate al lockdown e alla tutela della salute dei lavoratori non hanno mai interrotto le attività delle aziende consorziate che si sono da subito attrezzate per garantire la produzione e i controlli di qualità a tutela del consumatore. Le maggiori difficoltà sono derivate dalla chiusura repentina e totale del canale Horeca e da un’improvvisa cancellazione degli ordini del canale dell’ingrosso che segna -30%, a cui si aggiunge un 50% in meno di ordini dall’estero. La risposta del Consorzio alla crisi prevede di rimodulare il piano marketing per l’anno in corso e attuare politiche di sostegno in accordo con il Governo e la Regione Lombardia. “Abbiamo dovuto rivedere le nostre azioni alla luce di una situazione atipica e, fino a qualche mese fa, inimmaginabile – dichiara il presidente del Consorzio, Lorenzo Sangiovanni –

l’investimento verso l’export, settore per noi in forte crescita prima dell’inizio dell’emergenza, è stato inevitabilmente rimandato a causa della cancellazione, ad esempio, delle fiere di settore estere a cui il Consorzio avrebbe aderito. Continuiamo a investire sull’Italia, anche con una campagna di comunicazione in corso. Per sostenere i nostri consorziati in questo momento di difficoltà ci siamo rivolti alla Regione Lombardia e siamo in dialogo con il Mipaaf affinchè il Taleggio Dop rientri nei piani per l’aiuto agli indigenti”.

settembre

LA ROBIOLA DI ROCCAVERANO DOP RINGRAZIA Con una lettera che si immagina scritta dalla Robiola di Roccaverano Dop in persona, Il Consorzio di tutela ringrazia i consumatori che durante i mesi della pandemia hanno acquistato la specialità piemontese. Eccone uno stralcio. Amiche e amici [...] oggi mi sento in dovere di ringraziarvi. Chi vi scrive è la Robiola di Roccaverano Dop, sono quel tipico formaggio di capra piemontese che a cavallo tra marzo e aprile si è permesso di chiedervi aiuto! L’ho fatto perché ero in seria difficoltà con i ristoranti, i mercatini rionali, altre realtà commerciali chiuse i miei abituali estimatori non riuscivano più a

trovarmi. L’ho fatto perché mi ero smarrita per via degli eventi che ci hanno coinvolto. Mi sono donata gratuitamente e l’ho fatto perché i miei produttori, famiglie che gestiscono piccole aziende agricole, non sapevano cosa fare del buon latte che giornalmente le nostre caprette ci offrono. C’è un detto che

recita: “chiedere è lecito, rispondere è cortesia!”, ma io voglio aggiungere: “ringraziare è doveroso!”. [...] È doveroso che io dica grazie alla stampa che ha parlato di me in tutta Italia, sul web, sui giornali, in radio e in televisione. Devo dire grazie alle istituzioni e alle donne e agli uomini che mi producono e che non si sono persi d’animo e hanno continuato a lavorare sapendo che a un piccolo gesto sarebbe stato corrisposto un grandissimo gesto di affetto e di amicizia. Ma la vita va avanti e dobbiamo cercare di tornare alla normalità, insieme, e prima possibile.

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AGOSTO 2020


ATTUALITÀ _NEWS FORMAGGIO PIAVE DOP, IL CONSORZIO DI TUTELA PROMUOVE IL TURISMO NELLE ZONE DI PRODUZIONE L’estate in montagna: mucche nei pascoli alti, sguardo che spazia sulle vette e aria pura. Quale momento migliore per recarsi a visitare i luoghi di produzione del Piave Dop, dove troneggiano alcune tra le più famose e suggestive cime delle Dolomiti: dal Pelmo al Civetta, dal Cristallo all’Antelao, dalle Tofane alla Marmolada? Montagne “magiche” ai cui piedi si stendono boschi e verdi vallate ricche di pascoli. L’invito a riscoprire i territori da cui nasce il pregiato formaggio bellunese arriva dal Consorzio di Tutela, promotore di “Nice to Eat-EU” una campagna triennale, co-finanziata dall’Unione europea, rivolta all’Italia, alla Germania e all’Austria. Ed è in particolare ai turisti provenienti da questi tre Paesi che si rivolgono i tre video promozionali che esaltano il prodotto e il suo territorio d’origine, on line sul canale Youtube “Nice to Eat-EU”. “In questo momento è più che mai importante sottolineare il valore e il ruolo strategico delle Dop nel supportare il turismo del nostro Paese – afferma Chiara Brandalise, direttrice del Consorzio di tutela – noi da sempre lavoriamo in sinergia con gli enti territoriali per la valorizzazione delle nostre montagne, un

ingrediente indispensabile del formaggio Piave. Le malghe rappresentano oggi nel Bellunese il veicolo di trasmissione delle antiche regole dell’arte casearia rispettosamente applicate nella produzione dei formaggi tipici, nonché delle realtà produttive la cui rilevanza in termini socio-economici non può essere messa in discussione. Allo stesso modo, non può essere trascurato il fondamentale ruolo di salvaguardia ambientale svolto da queste strutture in quanto fattori di mantenimento e sviluppo del territorio – sottolinea Brandalise – la presenza dell’uomo in montagna garantisce infatti da sempre, attraverso le tradizionali attività agricole e silvo pastorali, la conservazione di un equilibrio naturale dal quale dipende la sopravvivenza stessa dell’ambiente”. Tra gli obiettivi del Consorzio c’è la promozione del marchio Piave Dop e la divulgazione di corrette informazioni sulle specificità del prodotto, oltre alla comunicazione on e offline per favorirne la conoscenza e ampliarne il consumo. Si possono seguire il Consorzio e il progetto “Nice to Eat EU” su Instagram @nice_to_eateu, Facebook @NiceToEatEU (FB), Youtube con hashtag #Nicetoeateu e sul sito www.nicetoeat.eu.

MONTASIO DOP DI MONTAGNA, BONTÀ ESTIVA D’ALTA QUOTA Nel cuore dell’Altopiano del Montasio, a circa 1.600 metri d’altitudine, dalle mani esperte dei casari della Malga Montasio prende forma il formaggio Dop PDM – Prodotto della Montagna, espressione autentica del territorio e dell’ambiente in cui nasce. “Solo qui, in estate, si produce il formaggio Montasio d’alpeggio, con il latte dai profumi di erba, fieno e fiori – spiega Valentino Pivetta, presidente del Consorzio di tutela – e quando giunge l’autunno, dopo una stagionatura minima di 60 giorni, arriva il momento giusto per gustarne la straordinarietà dei sapori, unici

e irripetibili. Sono proprio l’alimentazione delle bovine libere al pascolo, il loro benessere, l’aria buona di montagna e la qualità del latte fresco raccolto a donare a questo Montasio PDM una straordinaria combinazione di aromi e sapori ineguagliabili”.

Malga Montasio è gestita direttamente dall’associazione allevatori del Friuli-Venezia Giulia e accoglie ogni estate le vacche sia da carne che da latte di diversi piccoli produttori. “Sono circa 200 le bovine che quest’anno ci consentono di fare il Montasio Dop di Malga PDM – racconta orgoglioso il direttore dell’associazione, Andrea Lugo – un formaggio che ha caratteristiche di eccellenza, date dalla bravura dei nostri casari e dalle tante essenze che offre questo Altopiano”. La malga è meta turistica e quest’anno, oltre alla cucina tipica, offre anche la possibilità di pranzare al sacco con un pic-nic speciale.

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ATTUALITÀ _LIBRI MANGIARE ITALIANO PER STARE MEGLIO E VIVERE PIÙ A LUNGO

IL BELLO DEL MONDO. BATTITI LOCALI PER UN RESPIRO GLOBALE

Di diete e sana alimentazione non si è mai parlato tanto quanto oggi. Tuttavia, è sempre più difficile distinguere tra corretta informazione e miti. Per stare bene e mantenersi in forma non occorre guardare lontano: è il regime alimentare della tradizione italiana – la dieta mediterranea, dal 2010 Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco – il modello migliore per un benessere completo, equilibrato e duraturo. Un modello fondato sulla piramide alimentare non esclude alimenti, ma indica le proporzioni con cui assumerli quotidianamente consentendo di adattare le scelte a tavola alle proprie esigenze senza creare squilibri nutrizionali. In “Mangiare italiano per stare meglio e vivere più a lungo” (Rizzoli editore 2020, 208 pp.) Luca Piretta illustra con chiarezza e rigore le caratteristiche e i vantaggi della dieta mediterranea, offre consigli sui singoli cibi, sulle preparazioni e le cotture e aggiunge le ultime novità scientifiche: dalla crononutrizione al ruolo dei batteri come alleati della salute.

Nella distinzione tra locale e globale è necessario approfondire la differenza tra luogo e spazio, rilevanza e risonanza, estrazione del valore; e accettare l’idea che locale e globale non si contrappongono, ma costituiscono i due capi della stessa matassa. In “Il bello del mondo. Battiti locali per un respiro globale (Egea editore 2020, 158 pp.), Francesco Morace prova a sbrogliarla ragionando sulle due dimensioni vitali dell’organismo: battito del cuore e ampiezza del respiro, circolazione locale e respirazione globale. Il genius loci è il battito del cuore, il motore primo della globalizzazione, che viene poi trasformato in respiro a livello globale. Perciò è importante conoscere il proprio battito, il proprio bioritmo, il proprio carattere. L’esplicitazione dei diversi genius loci permette di individuare le radici culturali attraverso cui un Paese, una regione, un luogo, ma anche un’azienda o un prodotto plasmano la propria identità. La finanza globale e i big data non hanno un battito, perché non hanno un cuore: hanno però un potente respiro globale, capace di influenzare e spezzare il cuore del locale. Unico antidoto: la conoscenza di sé.

SERENDIPITY, 50 STORIE DI SUCCESSI NATI PER CASO

LA COSTELLAZIONE DEL DRAGONE

Il termine serendipity nasce per definire importanti scoperte nate per caso, mentre si stava cercando altro, ma nel tempo il suo significato si è allargato a indicare cose straordinarie venute alla luce in modo fortuito, dove il caso è stato uno degli ingredienti fondamentali. Piatti o bevande di successo, venuti alla luce per sbaglio, dalla Coca Cola al Gorgonzola, o cose molto buone prodotte per rimediare a un errore, una dimenticanza, come il caso del panettone. In “Serendipity. 50 storie di successi nati per caso” (Slow Food editore editore 2020, 304 pp.) Oscar Farinetti racconta con grandi protagonisti del nostro tempo le serendipity che riguardano il suo mestiere: quello del cibo. Cinquanta storie di altrettante eccellenze alimentari, ricche di ironia e di spunti di riflessione sul senso della vita, sull’importanza della ricerca continua, su quanto conti non mollare mai, soprattutto nei momenti di grande difficoltà.

Nelle città italiane ci sono isole. Non sono zone recintate o chiuse da muri, a volte nemmeno periferiche; non sono riconosciute, nominate o segnate sulle mappe. Ma una volta lì, gradualmente le cose cominciano a cambiare: le insegne in italiano spariscono, le fisionomie dei passanti sembrano diverse, si sentono profumi e suoni nuovi. Sono le Chinatown d’Italia. Il mistero che le avvolge è spesso impenetrabile, i loro abitanti più sconosciuti di qualsiasi altra comunità di immigrati nel nostro Paese. Con “La costellazione del dragone” (Piemme editore 2020, 192 pp.), Sean White alza il velo che nasconde ai nostri occhi queste cittadelle, e nel farlo distrugge uno per uno i cliché sui cinesi, e sulla Cina, più diffusi in Italia. I cinesi non sono più, o non solo, un popolo di lavoratori indefessi che sopravvivono con un piatto di riso e dormono in otto nella stessa stanza.

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QualitĂ garantita dalla Regione Puglia


PROTAGONISTI

GORGONZOLA IN MANI ESPERTE ANTONIO AURICCHIO È IL NUOVO PRESIDENTE DEL CONSORZIO DI TUTELA DELL'ERBORINATO DOP. ECCO IL PROGRAMMA DEL SUO MANDATO di Gianluca Pierangelini

È

uno dei più autorevoli esponenti del settore lattiero-caseario italiano, amministratore delegato dell’azienda di famiglia, che dal 1877 è tra i portabandiera del made in Italy alimentare, espressione della tradizione e della qualità della dieta mediterranea. Da poche settimane è il presidente del Consorzio di Tutela del

Formaggio Gorgonzola, uno dei formaggi italiani più apprezzati al mondo. Antonio Auricchio è un uomo d'esperienza, dotato di una naturale simpatia e di modernità di vedute. Ha saputo mettere a frutto gli insegnamenti dell’indimenticabile papà Gennaro, facendo crescere l’azienda insieme ai fratelli

Giandomenico e Alberto, contribuendo allo sviluppo dell’intero settore. Grande conoscitore e appassionato estimatore dei formaggi di qualità, ha una visione d’insieme che gli consente di affrontare le sfide che il mercato impone al nostro settore. Lo scorso giugno è stato eletto presidente dal

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Consiglio di amministrazione del Consorzio, raccoglienfo il testimone da Renato Invernizzi, che ha guidato il Consorzio per ben 12 anni. Una responsabilità importante, soprattutto in un momento storico come questo, ma anche un riconoscimento della stima e della fiducia che i colleghi gli riservano. Lei è uno dei più attenti e attivi conoscitori del settore lattiero-caseario italiano, con un debole per le Dop. Come pensa di sfruttare la sua grande esperienza alla guida del Consorzio Gorgonzola? Con grande emozione ho accettato di diventare presidente del Consorzio per la tutela del formaggio Gorgonzola e spero di trasmettere il mio grande entusiasmo e la mia esperienza a tutti i soci e soprattutto agli amici di questa prestigiosa realtà, impegnandomi a far apprezzare sempre più il Gorgonzola e gli altri grandi formaggi italiani, nel mondo. Quali sono i suoi principali punti programmatici per lo sviluppo di uno dei formaggi Dop più importanti in Italia e più conosciuti nel mondo? Il Gorgonzola è un prodotto moderno, che piace non solo in Italia e in Europa, ma in tutto il mondo. Con la voglia e l’amore che mettiamo io personalmente e tutte le aziende associate cercheremo di diventare sempre più grandi e importanti ed essere coloro che difendono la grande Dop italiana dalle imitazioni che tentano di offuscare quello che la storia del Consorzio per la Tutela ha fatto fino a oggi e farà per questo prodotto. La tutela internazionale delle Indicazioni geografiche suscita sempre più interesse nel dibattito politico internazionale. Crede che si riuscirà a far passare il concetto che il sistema di qualità europeo

è un modello economico vincente e adattabile a ogni contesto territoriale? Se sì, in che modo pensa che si riesca a convincere i più reticenti? Credo che si debba cercare di convincere i più scettici. Tramite il registro internazionale delle Indicazioni geografiche, approvato a fine febbraio, si aumenta la certezza del diritto nel commercio per produttori, trasformatori, distributori e consumatori. Il Consorzio di Tutela del Formaggio Gorgonzola Dop ha sempre lavorato per far sì che il sistema di qualità europeo potesse essere adattato a ogni contesto, per garantire la protezione delle Ig e avere un commercio aperto, ma basato su regole condivise e rispettate. Il lockdown ha provocato

perdite eccezionali anche nel settore alimentare, soprattutto per la chiusura del canale Horeca. Il Gorgonzola ha sofferto molto questa brusca interruzione del food service. Qual è la situazione attuale del vostro comparto e quali sono le strategie per recuperare le perdite? Per fortuna, seppur a fatica, stiamo recuperando vendite, sia all’estero che in Italia. Certo è che l'andamento della ristorazione ancora a rilento in tutto il mondo – dove con il Gorgonzola siamo presenti in ben 85 Paesi – non permette di avere una prospettiva rosea per il futuro, ma stiamo valutando con attenzione attività di promozione per compensare questa situazione.

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ECONOMIA

CONSUMATORI: OGGI PIÙ ATTENTI, DOMANI MENO BULIMICI I RISULTATI DELL'INDAGINE NOMISMA SU COME SONO CAMBIATI GLI ACQUISTI ALIMENTARI DURANTE E DOPO L’EMERGENZA SANITARIA E SUGLI EFFETTI A LUNGO TERMINE SUL CARRELLO DELLA SPESA di Samuele Ferrigato

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opo l’emergenza Covid-19 i consumatori sono più attenti al made in Italy (26%), alla tutela dell’ambiente (22%), alle tipicità del territorio (16%), alla salute (15%) e alla convenienza (14%). A dirlo è il report elaborato

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da Nomisma su “Il ruolo economico e produttivo dell’agroalimentare italiano in tempo di Covid-19 e scenari di lungo periodo”, presentato in occasione del primo webinar post lockdown della CiaAgricoltori Italiani dedicato al progetto “Il Paese che Vogliamo”. Il report Nomisma, analizzando i valori alla base delle scelte di acquisto alimentari durante l’emergenza, individua fattori influenti e traccia possibili scenari per l’intera filiera agricola, tra nuove potenzialità e criticità da risolvere. IL FOOD È ANTICICLICO Il report dimostra che durante la fase più acuta della crisi gli acquisti di cibo e bevande sono stati e continuano a essere ancora oggi tra i pochi che hanno segnato delle variazioni positive, dimostrandosi anticiclici rispetto ad altri settori.

Infatti, mentre sono andate a picco le vendite dei beni non alimentari (-22% in valore nel primo quadrimestre sullo stesso periodo del 2019 e addirittura -52% ad aprile), quelle di cibo hanno registrato un aumento del 5% nei primi quattro mesi e del 6% ad aprile. E-COMMERCE PER IL LOCALE In un contesto in cui l’ecommerce dei prodotti alimentari è destinato a crescere (il 95% degli italiani crede che l’acquisto web di prodotti alimentari aumenterà nei prossimi anni), il canale online avrà un ruolo centrale nello sviluppo del mercato tipico/locale. Infatti, stando ai dati dell’indagine dell’istituto bolognese, il 92% degli italiani crede che questa sia la modalità più utile per poter acquistare i prodotti alimentari dei piccoli produttori, specie quando si parla di realtà

QUALI CARATTERISTICHE CERCANO GLI ITALIANI QUANDO SCELGONO I PRODOTTI ALIMENTARI 100% ITALIANO TUTELA DELL’AMBIENTE (bio, eco-sostenibile,...) TIPICITÀ/TRADIZIONE SALUTE (free from, super food, funzionale…) CONVENIENZA/LOW COST

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DURANTE IL LOCKDOWN: IL 22% DEGLI ITALIANI HA COMPRATO PIÙ PRODOTTI MADE IN ITALY IL 20% DEGLI ITALIANI HA COMPRATO GUARDANDO ALLA SOSTENIBILITÀ DEL PRODOTTO IL 49% DEGLI ITALIANI HA COMPRATO GUARDANDO AI BENEFICI PER LA SALUTE Fonte: Survey Nomisma Agrifood Monitor 2019 sul consumatore italiano (prima risposta) e Osservatorio lockdown 2020

situate in zone interne e difficili da raggiungere, come le aree appenniniche. I CONSUMI DEL FUTURO Stime Nomisma prevedono che tra dieci anni aumenteranno gli acquisti di verdura (49%), frutta (47%) e olio extravergine di oliva (6%), mentre diminuiranno quelli di pasta (-23%), carne (-32%) e salumi (-45%). Nel 2050 si acquisteranno più prodotti biologici (44%), rich-in (34%), carne bianca (19%), come anche di Parmigiano Reggiano (8%), mentre il saldo sui consumi di vino e carne rossa sarà negativo rispettivamente del 22% e del 45 per cento. Secondo lo studio, nei prossimi trent’anni una popolazione italiana più anziana (che misurata sul totale di quella maggiorenne passerà dal 26% attuale al 38% nel 2050) porterà a una diminuzione dei consumi vicina al 10 per cento. PUNTARE SULL’EXPORT Per sopravvivere a questo calo dei consumi, secondo il report, servirà puntare su competenza nell’export e nuovi assetti aziendali per produzioni realmente più orientate al consumatore e sviluppare nicchie di prodotto in grado di incontrare la richiesta di specifici segmenti di consumo. Oltre all’invecchiamento della popolazione, secondo l’analisi Nomisma concorreranno a definire un nuovo modello di consumi alimentari la presenza di stranieri in Italia come anche lo smartworking. Infine, saranno d’impatto anche l’evoluzione dei redditi e le relative differenze nel carrello della spesa non solo come prodotti, ma anche come caratteristiche. Gli shopper con redditi alti sono e saranno più attenti degli altri al made in Italy, alla marca industriale, alla certificazione biologica e ai cibi light.

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ECONOMIA

PIÙ PROTEINE, MA MENO CALCIO L’ANALISI DELLE ETICHETTE DEI PRODOTTI ALIMENTARI DELL’OSSERVATORIO IMMAGINO RESTITUISCE UNO SCENARIO IN CHIAROSCURO PER I PRODOTTI LATTIERO-CASEARI. BENE QUELLI CHE SEGNALANO LA PRESENZA DI FERMENTI LATTICI di Samuele Ferrigato

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el 2019 gli italiani hanno sposato le proteine, fuggito i carboidrati (soprattutto gli zuccheri semplici), mantenuto un buon rapporto con fibre e grassi. Queste le tendenze principali nella scelta dei prodotti alimentari emerse dai risultati della settima edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, che incrocia le informazioni riportate sulle etichette dei circa 112mila prodotti digitalizzati a dicembre 2019 dal servizio Immagino di GS1 Italy (che rileva ingredienti, tabelle nutrizionali, loghi e certificazioni, claim e indicazioni di consumo), con le rilevazioni fatte da Nielsen su venduto (retail measurement service), consumo (consumer panel) e fruizione dei media (panel tv e Internet). Per quanto riguarda il comparto lattiero-caseario, c’è stato un aumento di apprezzamento per alcuni prodotti come mozzarelle, formaggi grana e yogurt greco, ma anche un calo dei consumi di latte fresco, burro, yogurt interi, funzionali e magri. Buona invece la performance delle referenze che in etichetta segnalano la presenza di fermenti lattici, e sono aumentate anche le vendite di prodotti senza lattosio.

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ECONOMIA GIÙ GLI ZUCCHERI Le proteine sono state il nutriente che ha visto crescere di più il suo apporto alla composizione del metaprodotto Immagino, il “piatto unico” con cui l’Osservatorio Immagino riassume l’evoluzione in chiave nutrizionale del carrello della spesa fatta dagli italiani in

carrello della spesa. Alla luce di questi trend, il metaprodotto Immagino del 2019 è risultato composto al 20,2% dai carboidrati (di cui l’8% di zuccheri), all’8,7% dai grassi (per il 2,9% si tratta di grassi saturi), al 6,4% dalle proteine e al 2% dalle fibre, per un apporto energetico di 180,8 calorie per

ipermercati e supermercati. Elaborando i dati contenuti nelle tabelle nutrizionali presenti sulle confezioni di 67.660 prodotti alimentari, dove sono stati riportati i valori nutrizionali medi per 100 g/100 ml di alimento, il metaprodotto Immagino consente di rilevare i cambiamenti degli apporti nutritivi dei prodotti e di mettere a fuoco le nuove tendenze nelle abitudini alimentari degli italiani. Le principali evidenze rilevate nel 2019 si riferiscono al boom delle proteine, alla continuazione della dinamica positiva delle fibre e dei grassi, al proseguimento del calo dei carboidrati (e degli zuccheri in particolare) e alla sostanziale stabilità del valore energetico medio dei prodotti finiti nel

100 g/100 ml di prodotto. Dunque, i carboidrati restano i protagonisti del menu italiano, nonostante abbiano continuato anche nel 2019 a vedere ridotto il loro peso, accelerando il calo rispetto ai 12 mesi precedenti (-2,1% contro il -0,1% del 2018), soprattutto a causa della consistente riduzione nel consumo di zuccheri (-3%), aumentata rispetto all’anno precedente (-1,6 per cento). L’arretramento dei carboidrati è stato la conseguenza del minor consumo di zucchero come ingrediente base, di riso bianco, di pasta di semola, di patate, di nettari e simili. Invece la contrazione degli zuccheri è stata dettata dal minor consumo non solo di zucchero come

ingrediente base di succhi, nettari e spremute di frutta, ma anche di gelati in vaschetta, aranciate e altre bevande gassate, e di tavolette di cioccolato. GRASSI IN RIMONTA Al secondo posto, tra i componenti nutrizionali più importanti del metaprodotto Immagino, si sono confermati i grassi, che nel 2019 hanno replicato il trend di lieve crescita già evidenziato nei 12 mesi precedenti (+0,6% annuo a fronte del +0,1% del 2018). Nella componente lipidica è rimasto stabile il contenuto di grassi saturi. A far salire l’incidenza dei grassi sul metaprodotto Immagino ha contribuito il maggiore apporto di alcuni prodotti: uova di gallina, olio extravergine di oliva, prodotti di pasticceria, creme spalmabili dolci, mozzarelle, formaggi grana e simili, gelati multipack. La miglior performance del 2019 è stata messa a segno dal terzo componente assoluto del metaprodotto Immagino: le proteine, che l’anno scorso hanno nettamente accelerato la loro crescita (+1,5% contro il +0,4% del 2018). L’aumento dell’apporto proteico dei cibi acquistati nel 2019 è dovuto ai maggiori consumi di alcuni prodotti, dove la componente di gusto e gratificazione si è integrata a quella di salutismo, come uova di gallina, mozzarelle di latte vaccino, affettati (come prosciutto cotto, bresaola e arrosti), formaggio grana, carni bovine (hamburger), farine di grano tenero, carne avicunicola, creme spalmabili, yogurt magro, biscotti integrali/multicereali e frutta secca senza guscio. FIBRE COL FIATO CORTO L’altro fenomeno che ha caratterizzato il 2019 è stato il rallentamento dell’avanzata delle fibre, che erano state il nutriente “superstar” degli ultimi anni. L’anno scorso hanno segnato un +0,3%, mentre nel 2018 la loro crescita era stata del

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ECONOMIA POTASSIO E PROTEINE I NUOVI CLAIM DEL PANIERE RICH-IN SONO DUE I NUOVI CLAIM DEL “RICH-IN” EMERSI NEL 2019 E SONO RIFERITI A POTASSIO E PROTEINE. IL PRIMO SEGNALA LA PRESENZA DI POTASSIO: ACCOMUNA UNA QUOTA IMPORTANTE DELL’OFFERTA (2,9%) E HA VISTO AVANZARE DEL +5,7% IL GIRO D’AFFARI, GRAZIE ALLA CRESCITA DELL’OFFERTA SOPRATTUTTO DI BISCOTTI INTEGRALI, INTEGRATORI E COMPLESSI VITAMINICI, FRUTTA SECCA SGUSCIATA. ANCHE NEL CASO DEI PRODOTTI EVIDENZIATI COME FONTE DI PROTEINE IL +7,4% DI VENDITE AGGIUNTIVE REGISTRATE NEL 2019 SONO DOVUTE A UN AUMENTO DELL’OFFERTA E DELL’UTILIZZO DEL CLAIM A FRONTE DELLA TENUTA DELLA DOMANDA. YOGURT GRECO, SURGELATI DI PESCE AL NATURALE, INTEGRATORI E COMPLESSI VITAMINICI SONO STATE LE CATEGORIE PIÙ COINVOLTE NELLA CRESCITA DEL SELL-OUT. 2,4%. Questo scenario può essere spiegato principalmente con l’azione di due spinte contrapposte. Da una parte i maggiori consumi di prodotti legati alla spesa tradizionale come biscotti (integrali/ multicereali e tradizionali), pasta (integrale/farro/kamut, pasta fresca non ripiena e pasta senza glutine), farine e miscele, merendine, frutta e vegetali secchi, pani e sostitutivi (crackers, piadine, taralli, focacce, tramezzini e senza glutine), hanno contribuito ad aumentare l’apporto medio di fibre. Ma dall’altra parte i minori consumi di altri prodotti come patate, ortofrutta surgelata, pasta fresca ripiena, fette biscottate, cereali (farro, orzo, mix, couscous), sostitutivi del latte Uht (bevande di riso e di soia), limoni, arance e piatti pronti vegetali, hanno determinato il rallentamento della crescita della componente di fibre. Il risultato di questi movimenti tra i vari nutrienti si è riflettuto sull’apporto energetico medio del metaprodotto Immagino, che nel 2019 ha registrato un lieve calo rispetto all’anno precedente (-0,5%), espandendo il fenomeno di riduzione già visto nel 2018 (-0,1 per cento). Il taglio delle calorie medie è dovuto, principalmente, ai minori consumi di olio di semi (da frittura, mais, arachidi), di zucchero, di tonno sott’olio, di patate, di riso bianco, di tavolette

e barrette di cioccolato e di gelati in vaschetta. Queste riduzioni di consumi non sono state sufficientemente compensate dalla crescita dell’apporto calorico di categorie in crescita come uova di gallina, olio extravergine d’oliva, prodotti di pasticceria, birre alcoliche, creme spalmabili dolci e biscotti integrali/multicereali. PROTEINE TRAINATE DAI LATTICINI Nel comparto dei prodotti freschi, l’evoluzione dell’offerta e dei consumi registrata nel 2019 ha portato a un metaprodotto sempre meno ricco di carboidrati, di zuccheri e di grassi, e più ricco di proteine. Nel 2019 il peso delle calorie si è confermato lievemente in calo (-0,3%), le proteine si sono distinte per crescita (+0,9%), si è accentuato pesantemente il trend negativo dei carboidrati (-4,6%) e degli zuccheri (-5,5%), si è stabilizzato il calo dei grassi (-0,2%) e ha frenato in maniera decisa il valore delle fibre (-4,1 per cento). I prodotti del fresco hanno mostrato un valore medio di proteine sopra la media (10,3% contro il 6,4% del metaprodotto Immagino) e l’aumento dei consumi di uova di gallina, di mozzarella, di affettati, di formaggi grana, di yogurt greco e kefir ha influenzato in maniera positiva questo trend. Questi ultimi prodotti hanno contribuito

anche allo sviluppo della componente dei grassi, che però hanno chiuso l’anno con un trend negativo per il minor consumo di burro, latte fresco, margarina, snack salati, würstel e yogurt intero. Le minori vendite di latte fresco, di yogurt intero, funzionale e magro, di sostitutivi dello yogurt, di sughi pronti freschi, di formaggi dolci e di succhi freschi hanno causato la riduzione della componente di carboidrati e di zuccheri del metaprodotto Immagino del fresco. La frenata brusca dell’apporto di fibre è stata invece causata dal calo deciso dei consumi di pasta fresca ripiena, di piatti pronti vegetali, di yogurt funzionale, di yogurt intero e magro, di pane fresco e di sostitutivi dello yogurt. C’È FERMENTO A SCAFFALE Secondo l’indagine di GS1 Italy, nel 2019 nel carrello della spesa ha conquistato spazio il fenomeno del "rich-in", con i prodotti che contengono fermenti lattici cresciuti a tassi superiori alla media di questo mercato, a testimonianza dell'interesse del consumatore per questi benefici composti nutrizionali. Il claim "fermenti lattici" ha messo a segno una crescita annua del 3,8% delle vendite, registrando una performance migliore rispetto al +2,4% fatto registrare in iper e supermercati del paniere dei prodotti cosiddetti "rich-in". Complessivamente il sell-out dei prodotti che evidenziano la ricchezza in nutrienti benefici ha superato i 3 miliardi di euro, sfiorando il 12% del fatturato generato dai 71.723 prodotti alimentari monitorati dall'osservatorio. Inoltre, nel 2019 il 13,4% delle famiglie italiane ha comprato almeno un prodotto accompagnato dal claim "con fermenti lattici" e le famiglie altoconsumanti, cioè quelle che hanno acquistato questi prodotti in modo frequente, sono state oltre 3,3 milioni, ovvero il 4,6% in più rispetto ai 12 mesi

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20-7 econ


7/20 17:47

I NUMERI DEL MONDO RICH-IN: LA SEGMENTAZIONE DELLE CARATTERISTICHE

FIBRE VITAMINE INTEGRALE CALCIO FERMENTI LATTICI OMEGA 3 FERRO POTASSIO PROTEINE

% PRODOTTI

% VENDITE IN VALORE

TREND % VENDITE IN VALORE 2019 VS 2018

TREND % VENDITE IN VALORE 2018 VS 2017

PRESSIONE PROMO

4,5 2,7 2,5 1,0 0,6 0,7 0,6 2,9 0,3

3,6 3,1 2,7 1,9 1,2 1,0 0,5 3,1 0,2

6,3 -1,1 4,3 -2,8 3,8 2,4 -11,5 5,7 7,4

5,8 -2,5 7,7 -2,5 ND 1,9 1,9 ND ND

27,6 27,8 31,5 33,2 37,3 34,4 26,4 32,9 20,9

Tutte le quote fanno riferimento al mondo alimentare, esclusi acqua e alcolici, dell'Osservatorio Immagino (71.723 prodotti)

precedenti. Per soddisfare l'interesse del consumatore, le aziende lattiero-casearie nel 2019 hanno ampliato l'offerta dei prodotti relativi al settore "rich-in". Secondo i dati dell’Osservatorio a fine 2019 erano infatti ben 423 i prodotti acquistabili in supermercati e ipermercati sulla cui confezione era evidenziata la presenza di fermenti lattici. DOP, I GRANA BATTONO TUTTI Nel 2019 la famiglia più rilevante in termini di sellout sul paniere rilevato è rimasta quella dei prodotti Dop: ha generato l’1,2% delle vendite del paniere alimentare dell’Osservatorio Immagino. I prodotti Dop sono stati anche tra i più performanti dell’anno analizzato, con un incremento del 7,1%, decisamente migliorativo rispetto al +0,3% con cui avevano chiuso il 2018. Questa performance si spiega con l’aumento dell’offerta e con il contestuale incremento della domanda. La famiglia di formaggi che comprende il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano e i loro diretti concorrenti ha maggiormente contribuito a questa crescita.

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LATTOSIO CHI? Il 2019 ha visto aumentare anche le vendite dei prodotti dichiarati in etichetta come senza lattosio: il sell-out ha evidenziato un trend molto positivo (+3,6% rispetto al +2,9% del 2018) che ha portato questo paniere a toccare il 4,5% di quota sulle vendite complessive del comparto alimentare dell’Osservatorio Immagino. Determinante è stato l’ampliamento dell’offerta. Tra i prodotti sono stati gli affettati, i panificati senza glutine, le altre bevande piatte e i latti fermentati ad aver dato il maggior contributo alla crescita delle vendite del lactose free. IL BOOM DEI PRODOTTI IDENTITARI L’affermazione dei prodotti identitari, ossia coerenti con alcuni particolari stili di vita adottati dai consumatori, è uno dei fenomeni più caratteristici degli ultimi anni. E anche il 2019 ha confermato questo trend. Infatti, è ulteriormente cresciuto il valore delle vendite del paniere lifestyle dell’Osservatorio Immagino. Tra i quattro principali segmenti individuati dall’Osservatorio Immagino (biologico, vegetariano, halal e kosher), quello che ha

sviluppato le maggiori vendite è stato l’universo “vegetariano”, con una quota del 5,3% sul fatturato totale del food e con un’incidenza del 5,1% sulla numerica totale dei prodotti. Nel 2019 questi prodotti hanno visto aumentare le loro vendite del 4,5% rispetto al 2018, quando avevano chiuso con un +5,8 per cento. È stata la componente push a trainare il mercato, con un ulteriore ampliamento nella gamma di referenze che riportano sulla confezione questo claim. Yogurt greco, nettari e bevande base frutta, preparati per brodo, preparati per primi piatti e snack dolci sono state le categorie che hanno dato il maggiore contributo alla crescita del mondo "veg". All’interno di questo universo possiamo distinguere i prodotti adatti per un’alimentazione vegana che con poco più di 3mila prodotti rappresentano il 3,8% della numerica dei prodotti e il 2,4% del fatturato totale del food e danno la maggior spinta in termini di trend con un +5,1% rispetto allo scorso anno. Nel 2019 anche i prodotti con il termine “biologico” in etichetta hanno proseguito il loro percorso espansivo, ma su livelli di crescita molto più contenuti rispetto agli ultimi anni. L’anno

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ECONOMIA I NUMERI DEL MONDO DELLE INTOLLERANZE: LA SEGMENTAZIONE DELLE CARATTERISTICHE % PRODOTTI

% VENDITE IN VALORE

TREND % VENDITE IN VALORE 2019 VS 2018

TREND % VENDITE IN VALORE 2018 VS 2017

PRESSIONE PROMO

SENZA GLUTINE (claim)

11,5

11,5

1,7

1,3

32,4

SENZA GLUTINE (logo)

2,7

2,3

2,8

0,8

29,6

SENZA LATTOSIO

2,7

4,5

3,6

2,9

30,4

Tutte le quote fanno riferimento al mondo alimentare, esclusi acqua e alcolici, dell'Osservatorio Immagino (71.723 prodotti)

scorso le vendite del paniere biologico sono aumentate del 2,1%; nel 2018 erano avanzate del +6,4 per cento. Negli ultimi 12 mesi è continuata ad aumentare l’offerta. Tra le categorie in crescita i formaggi della famiglia dei grana. ALIMENTI FUNZIONALI, BOOM DEGLI YOGURT Che lo si consideri come fame di novità o come desiderio di wellness, che lo si etichetti come effimero trend o come radicata tendenza di lungo periodo, in ogni caso il fenomeno degli ingredienti topic è stato uno dei più caratteristici degli ultimi anni nel largo consumo alimentare.

E non accenna a fermarsi, a riprova del ruolo di driver degli acquisti raggiunto da alcuni prodotti alimentari, venduti in quanto tali o utilizzati come ingredienti, che sono considerati buoni alleati del benessere e della forma fisica. L’Osservatorio Immagino ha seguito questo fenomeno dal giugno 2016, partendo dai 13 ingredienti più diffusi e ne ha ampliato la base statistica. In questa settima edizione di questo studio è stata rilevata la presenza sulle etichette di 26 ingredienti benefici e ne sono state misurate le vendite realizzate in supermercati e ipermercati durante l’intero anno 2019.

Ne è emerso un paniere composto da 5.877 prodotti (ossia l’8,2% del paniere Immagino) che ha superato 1,4 miliardi di euro di sell-out (5,5% del totale food). Rispetto al 2018, il giro d’affari è cresciuto del 2,0%, trainato da un’offerta molto positiva che ha compensato una domanda in calo. L’analisi di GS1 Italy suddivide il settore in sei segmenti. In quelli dei semi, delle spezie e dei superfruit, è da notare la performance degli yogurt bicompartimentali e del latte fermentato/kefir, che hanno messo a segno incrementi di vendite a valore fino a oltre il 600 per cento.

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L’INTENSITÀ


MERCATI

RUSSIA DA RITROVARE DOPO SEI ANNI DALL’INIZIO DELL’EMBARGO DECISO DAL GOVERNO RUSSO, BISOGNA RIAPRIRE I CONFINI AI NOSTRI FORMAGGI di Gianluca Pierangelini

S

ono passati sei lunghi anni, il settore è emerso con orgoglio da una profonda crisi del mercato europeo, l’export ha segnato crescite a doppia cifra, sono stati siglati numerosi accordi di libero scambio, il mondo ha imparato a conoscere una pandemia, ma l’embargo russo resta. Per il settore lattiero-caseario italiano, è un enorme problema da gestire, quando nel 2014, la Federazione russa impose l’embargo su numerosi prodotti alimentari in risposta alle sanzioni che Bruxelles e Washington le inflissero per il suo ruolo nella crisi in Ucraina, molte imprese si sentirono private di una grande opportunità di crescita nel contesto internazionale. Il danno è stato diretto e immediato. Prima dell’embargo, molte aziende italiane si erano impegnate con importanti

investimenti per adeguare le proprie strutture ai desiderata delle autorità sanitarie russe, sottoponendosi a controlli e piani di campionamento straordinari, con l’obiettivo di accreditarsi su un mercato strategico, poi reso inaccessibile dalla chiusura delle frontiere. Per l’Italia, prima dell’embargo, le vendite di food in Russia valevano circa 562 milioni di euro, dei quali 45 derivavano dalla vendita di formaggi. Per il nostro settore l’Italia aveva una quota del 2% del mercato, cifra in crescita: nei 4 anni precedenti l’embargo l’export era cresciuto del 135%, con un tasso medio del 33%, uno dei più alti registrati. La crescita tendenziale del 2014 era del 15%, con un forte incremento dei formaggi grattugiati (+186%), del Gorgonzola (+41%), del

Provolone (+47%), del Pecorino (+21%), della Mozzarella (+23%), del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano (+4 per cento). Con questi numeri e in un contesto internazionale difficile come quello nel quale le imprese oggi sono costrette a operare, la fine dell’embargo russo rappresenterebbe un’importante valvola di sfogo per le nostre esportazioni. La Russia, infatti, resta un Paese molto dipendente dalle importazioni casearie: nel 2013 acquistava circa 463.000 tonnellate, di cui il 78% dall’Ue. La politica di rilancio della produzione casearia nazionale all’indomani dell’embargo ha sicuramente avuto i suoi effetti, ma non ha ancora portato all’autosufficienza. Mosca ha avviato un progetto volto alla valorizzazione della produzione locale con

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04064050

04069075

04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -04069074 -04069079 -04069076 -04069089

715 1.652 62 12 106 526 29 144 5.080 2.543 122 170 32 27 253 153 473 373 193 87 161 26 182 1.230 646 48 15.045

811 1.519 331 7 94 182 16 139 5.783 2.311 130 112 6 75 195 167 438 607 113 481 533 218 168 1.044 178 232 15.890

797 633 44 26 45 617 24 91 2.143 4.792 480 105 6 7 89 60 917 363 102 229 235 72 76 1.080 719 85 13.837

368 689 43 7 48 198 5 68 3.269 3.757 159 59 3 8 35 44 487 148 45 146 179 65 79 650 103 55 10.717

247 193 13 2 15 233 5 7 1.214 1.881 14 6 2 7 6 6 272 219 7 68 112 22 18 347 70 68 5.054

7 10 2 1 2 1 1

48 66 1

33 32 2 2 2 3 2 2 1 10 2 1 5 14 1 1 137

16 20 2 3 339 393 19 23 1 7 17 86 41 12 6 7 29 2 289 63 39 17 1.546

04069099

040630

155 100 31 3 30 11 11 718 425 8 4

19 113 7 2 5 20 5 17 267 435 20 7

9 73 2 2 4 1

4 4 22 123 35 10 5 35 2 19 76 42 4 1.877

2 6 8 106 272 7 10 25 5 5 39 38 3 1.443

100 11 14 2 12 28 3 2 216 355 7 10 3

117 139 55 7 13 109 24 25 345 1.066 115 18 6 2 19 107 197 106 11 127 131 38 196 472 37 22 3.504

1 8 21 13 2 12 9 1 10 120 20 7 987

PROVOLONE

04069073 04069001

4 71 2 1 3 9 1 109 337 16 3 1 3 3 8 54 34 2 9 4

129 10 1 1 77 8 5 13 10 9 16 39 22 19 450

TOTALI

04069063

FORMAGGI FUSI

04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI DURI

ALTRI FORMAGGI

04061050 -04061080

PAESI

AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP. CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO

GORGONZOLA

GRATTUGIATI

0406 1030

PECORINO

CODICE DOGANALE

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

MOZZARELLA

(IN TONS)

RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (1 gennaio - 31 marzo 2020)

8 593 5 2 1.282

5

116 1

1 14 4 415 41 597

3.402 5.269 607 69 366 2.090 125 508 19.646 18.337 1.093 519 61 142 630 750 3.153 2.189 516 1.201 1.879 468 1.094 5.791 1.917 544 72.366

GLI ESPORTATORI

BRAZZALE

SPA

FORGRANA CORRADINI SPA

SAVIOLA SPA

Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano

Parmigiano Reggiano, Grana Padano in forma e confezionato sottovuoto, Grattugiati di fresco con scadenza lunga e disidratati da 5 g, 40 g, 100 g, 1000 g, Shaker da 80 g, 250 g, Parmigiano biologico forveggie per alimentazione vegetariana - provoloni dolci e piccanti mozzarella - Pecorino Romano e Sardo. Caciotte peperoncino e altri gusti

Produzione, stagionatura e confezionamento Grana Padano e Parmigiano Reggiano

Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com

Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla (RE) Tel. 0522 833818 Fax 0522 833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it

Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it

52 IL MONDO DEL LATTE

VEDI 19-7 mercati export SPFM.indd 52 n 8 agosto 20 interno.indd 52

20/07/20 15:01 09:12 21/07/20



CODICE DOGANALE

PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA REGNO UNITO SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue

04061030

04061050 04061080

20.188 15.045 3.470 1.318 63 292 38 160 23 137 23

19.303 15.890 2.117 1.112 120 64 70 616 40 576 52 20

23 1.501 734 89 19 33 626 139 111 28

32 1.799 660 389 16 41 35 658 185 114 71

22.049 3.534 108.552 34.373

22.025 4.018 87.250 28.270

04069061

040620

04064050

04069063

12.710 10.717 1.201 665 9 118 5 117 46 71 13

5.609 5.054 217 291 32 15 8 99 16 83 12 2

13 396 249 29 8 18 8 84 95 90 5

10 225 146 1 1 1 76 87 86 1

1.735 1.443 220 46 6 20 10 3.317 141 3.176 28 18 2 8 104 63 4 1 2 1 33 61 56 5

24.670 13.336 1.418 8.815 259.438 119.317 114.133 23.916

6.040 769 36.193 7.144

5.255 3.592 41.214 30.270

17.328 13.837 2.018 1.201 80 192 103 4.940 783 4.157 245 42 98 105 1.522 627 19 2 18 34 822 532 512 20

04069099

04069073

040630

3.931 3.503 266 43 63 56 114 266 80 186 72 18 7 47 578 81 49 97 20 5 326 109 103 6

1.434 987 47 165 27 208 13 247 16 231 45 14 1 30 241 68 11

1.414 1.282 85 44 3

513 450 10 25

19 19 124 122 121 1

2 1 25 126 120 6

24 1 859 0

5.070 1.301 35.675 10.892

2.102 1.068 13.360 7.257

1.839 472 10.827 3.468

1.744 1.284 8.015 6.342

04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017

04064010 04064090

28 18 3

5 236 56 180 21 1 20 37 4 5

ALTRI FORMAGGI

FORMAGGI FUSI

PROVOLONE

ALTRI FORMAGGI

ALTRI FORMAGGI DURI

PECORINO

GORGONZOLA

GRATTUGIATI

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

MOZZARELLA

LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (1 gennaio - 31 marzo 2020)

MERCATI

3 0

1.210 325 1

4.468

GLI ESPORTATORI

BERNERI CIRESA

SPA

SRL

CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.

Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it

Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it

GELMINI CARLO SRL

MARIO COSTA SPA

CASEARIA SPA

Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it

Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it

Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com

24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it

F.LLI PINNA AZIENDA

54 IL MONDO DEL LATTE

VEDI 19-7 mercati export SPFM.indd 54 n 8 agosto 20 interno.indd 54

20/07/20 15:01 09:12 21/07/20

VEDI 19-7


1.019 856 22 136 5

7 2 5 0

1 4

78 5

11 4

8

1 10

4 229 207 3

5 17 2 2

1

2

1

6

6 0

6 0

10 3 2 1 16

18 0

7 11 4 7

478 130 3.374 2.099

1.260 382 6.934 2.648

0

703 53 4.468 896

869 829 20 15 3 2

884 35 6.452 422

TOTALI

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

FONTINA FONTAL

04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084

387 226 122 36 1 2 4 57 22 35 1

671 573 77 5 6 10 21 0

ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO, RAGUSANO

ITALICO TALEGGIO

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI

CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI

ALTRI FORMAGGI ERBORINATI

04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085

7 1

243 137 7 98

602 477 49 64 11 1

433 366 42 22 1 2

78

90 1 89 0

1 1 106 7 99 10

9 1

4 6 16 15

713 187 5.566 1.849

2 6 9 9

156 97 12 32 10 5 1 112 1 111 1

600 597

89.145 72.366

3

1

5.321 440 1.016 380 10.452 1.234 9.218 532 115 112 305 7.939 3.186 606 125 175 142 3.705 1.504 1.351 153 19

619 22 1.320 148

110.009 27.641 756.343 278.305

0 0

1 8

18

3

1

1

1

1 21 20 1 1

4 4 3 1

542 134 3.715 1.210

398 254 2.778 1.794

282 173 1.895 1.174

3 14 0

la realizzazione di sette stabilimenti caseari che hanno una potenzialità produttiva annua di 12mila tonnellate di formaggi di qualità all’interno del “Dmitrovsky District”. Un investimento stimato in 75 milioni di euro che coinvolge anche l’Italia, dato che i russi hanno chiesto il nostro know-how offrendoci prestiti agevolati, recupero del 20% sull’investimento di capitale iniziale e sussidi per acquisti “importanti” di materia prima. Certo, la produzione nazionale è cresciuta negli anni e le importazioni hanno subito un netto ridimensionamento, ma l’obiettivo dell’autosufficienza non è stato raggiunto e i nostri formaggi, unici per storia e caratteristiche specifiche, non sono certo stati rimpiazzati dalle produzioni locali. I consumatori russi, alto spendenti, restano affezionati alle nostre eccellenze casearie ed è importante recuperare questo rapporto di fiducia prima che venga definitivamente meno col tempo. Il mercato della Federazione russa rimane quindi un obiettivo primario per la crescita internazionale del nostro settore.

O

7/20 09:12

TRENTIN

SPA

Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta

Via Genova 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it

ZANETTI

SPA

Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.

Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it

IL MONDO DEL LATTE 55

VEDI 19-7 mercati export SPFM.indd 55 n 8 agosto 20 interno.indd 55

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MERCATI

L’INCIDENZA DEL COVID SUL PREZZO DEL LATTE D

opo un biennio caratterizzato da una sostanziale stabilità e da elevate quotazioni del latte alla stalla, il panorama europeo sembra cambiato. Questo è quanto emerge dalle rilevazioni della Commissione europea sui primi cinque mesi dell’anno. In realtà, lo scenario non è cambiato all’improvviso: già nell’ultima parte del 2019, infatti, erano stati registrati i primi rallentamenti dei prezzi, dovuti principalmente a una maggiore disponibilità di latte, confermata nella prima parte del 2020: nei primi cinque mesi, i 27 Paesi dell’Unione hanno messo a segno un +3%, pari a circa 1,8 milioni di tonnellate. Per quel che riguarda l’Italia, oltre all’abbondanza di materia prima, la riduzione delle quotazioni va cercata anche nella particolare struttura produttiva. Per molti mesi, infatti, grazie alle quotazioni del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano, il prezzo del latte alla stalla ha viaggiato su livelli più alti che nel resto d’Europa. Nella parte finale del 2019, però, le quotazioni dei due grandi formaggi Dop sono diminuite, con conseguenze dirette sul latte alla stalla. La tendenza ribassista europea è andata avanti anche nella prima parte del 2020, fino a marzo, quando sono arrivati il Covid-19 e le restrizioni che conosciamo, che hanno assestato un brutto colpo al mercato, spingendolo verso il basso.

Com’è stato ripetuto tante volte e in tutte le salse, le conseguenze del brusco rallentamento delle vendite presso il canale del food service – chiuso per disposizioni di legge – si sono mischiate a un cambiamento nelle abitudini alimentari: le società di rilevazione confermano che, chiusi in casa per settimane e spaventati per l’incertezza del proprio futuro, i consumatori hanno modificato le proprie strategie di acquisto. Nel trimestre marzo-maggio, il carrello della spesa è cambiato, favorendo alcuni prodotti a danno di altri. Anche oggi, che i momenti più bui sembrano passati e si cerca di tornare a una quotidianità più normale, la situazione non è tornata quella precedente alla pandemia, né sugli scaffali della distribuzione, né nel canale Horeca. Per i primi, è finito il tempo delle scorte e dell’ansia che aveva portato alcuni a riempire le dispense, spesso comprando più di quanto necessario. I consumi fuori casa, dal canto loro, sono in ripresa, ma ancora ben lontani da quelli pre Covid. Del resto, il turismo fa davvero fatica a ripartire e nel Mezzogiorno del Paese la produzione estiva e la vendita di formaggi freschi non è certo quella che ha caratterizzato le scorse estati. Il tutto, senza dimenticare che le chiusure hanno indebolito tutte le famiglie e tagliato la loro capacità di spesa.

L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI

LATTE SCREMATO IN POLVERE 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100

100 90 80 70 60 50 40

BURRO

SIERO IN POLVERE

Fonte: Mmo – Regolamento Ue n. 2017/1185

Si continua a navigare su livelli di prezzi all’ingrosso lontani da quelli di inizio 2020 e da quelli dello scorso anno.

650 600 550 500 450 400 350 300 250 200

56 IL MONDO DEL LATTE

19-7 merc produzione ago MSPF.indd 56 n 8 agosto 20 interno.indd 56

19/07/20 15:01 17:51 21/07/20

19-7 merc


7/20 17:51

Sono tanti gli italiani costretti a fare i conti con un conto in banca ben più asciutto di quello dello scorso anno. È presto per comprendere se la contingenza avrà effetti sulla struttura della domanda, o se

invece, in autunno assisteremo a una ripresa. Non possiamo che aspettare, sperando che non arrivino altre ondate di contagi, che sarebbero ancor più destabilizzanti di quelle che abbiamo visto nei mesi scorsi.

IL PREZZO DEL LATTE ALLA STALLA NEI PRINCIPALI PAESI EUROPEI 45

40

35

30

25

20 GEN 19 FEB 19 MAR 19 APR 19 MAG 19 GIU 19 LUG 19 AGO 19 SETT 19 OTT 10 NOV 19 DIC 19 GEN 20 FEB 20 MAR 20 APR 20 MAG 20

ITALIA

19-7 merc produzione ago MSPF.indd 57 n 8 agosto 20 interno.indd 57

UNIONE EUROPEA

GERMANIA

IRLANDA

FRANCIA

OLANDA

POLONIA

19/07/20 15:01 17:51 21/07/20


MERCATI

ESPORTAZIONI ITALIANE

DI LATTE

IL MONDO

DEL

L AT T E N. 8

AGOSTO

2020 -

ANNO

IL LATTE NEL MONDO

LXXIV -

MENSILE

PAESI AUSTRIA BELGIO BULGARIA CIPRO CROAZIA DANIMARCA ESTONIA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LETTONIA LITUANIA LUSSEMBURGO MALTA PAESI BASSI POLONIA PORTOGALLO REP.CECA ROMANIA SLOVACCHIA SLOVENIA SPAGNA SVEZIA UNGHERIA TOTALE UE

13 1 3

736

ICIALE ORGANO UFF

DI

ASSOLATTE

E DEL

F IANO FIL-ID COMITATO ITAL

1 2 6 71 13 282

47 999 2

12 1 1.111 11

25 12

3 1

160 47 3 4 1.777

1 208 3 15 2 454 2.472

TOTALE PAESI TERZI di cui:

7.852

891

ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG EMIRATI ARABI

1.345 4.493 701 28 211

14 2 468

9.629 6.418

3.363 2.312

155

TOTALE GENERALE TONNELLATE MIGLIAIA DI EURO

ROMA

0401 1090 2019 2099

70%

0401 1010 2011 2091

NTO POSTALE

LATTE SFUSO IN CISTERNA

NAME E IN ABBO

LATTE IN CONFEZIONI

IZION NE SPA SPED POSTE ITALIA

TARIFFA DOGANALE

/c/RM AUT MP-AT

1 GENNAIO - 31 MARZO 2020 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

ABBONATEVI ALLA RIVISTA MENSILE IL MONDO DEL

L AT T E

Organo ufficiale di ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF

Il costo dell’abbonamento per l’anno 2020 è di: € 118,00 per l’Italia - € 150,00 per l’estero (Una copia € 11,50 - Arretrati € 23,00)

“Editoriale Il Mondo del Latte s.r.l.” 20135 Milano - Via Adige, 20 Tel. 02.72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Internet: www.assolatte.it

58 IL MONDO DEL LATTE

19-7 mercati latte ago58 V MSPF.indd 58 n 8 agosto 20espor interno.indd

20/07/20 15:01 09:49 21/07/20


ITÀ

NOV


MERCATI

BORSA PREZZI ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)

BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA FINO A 3 MESI PROVOLONE VALPADANA STAGIONATURA OLTRE 3 MESI LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)

19-7 mercati prezzi ago n 8 agosto 20borsa interno.indd 60SPFM.indd 60

VAR.

2020 GIUGNO MEDIA

2019 GIUGNO MEDIA

VAR.

2,23 3,83 4,08 2,03 8,51 7,96 6,58 13,35 12,38 10,95 5,65 6,65 5,15 4,65 5,50 5,73 6,03

-47,09% -27,42% -28,19% -51,72% -3,06% -19,47% -18,24% -25,62% -26,33% -28,31% 1,77% 1,50% 0,00% 2,15% 1,82% 1,57% 1,49%

1,44 3,04 3,19 1,24 8,08 6,15 5,13 9,51 8,71 7,43 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,12

2,01 3,61 3,86 1,81 8,63 7,98 6,61 13,35 12,38 10,95 5,65 6,65 5,15 4,65 5,50 5,73 6,03

-28,36% -15,79% -17,36% -31,49% -6,37% -22,93% -22,39% -28,76% -29,64% -32,15% 1,77% 1,50% 0,00% 2,15% 1,82% 1,75% 1,49%

302,00

387,50

-22,06%

351,50

418,00

-15,91%

11,750 10,750 9,850 NQ

14,250 13,300 12,500 NQ

-17,54% -19,17% -21,20% ---

11,200 10,200 9,300 NQ

14,250 13,300 12,500 NQ

-21,40% -23,31% -25,60% ---

2020 MAGGIO MEDIA

2019 MAGGIO MEDIA

1,18 2,78 2,93 0,98 8,25 6,41 5,38 9,93 9,12 7,85 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,82 6,12

19/07/20 15:01 17:52 21/07/20



MERCATI

DOP A DUE VELOCITÀ, SISTEMA DA RIVEDERE L

a produzione di formaggi Dop nel nostro Paese cresce di anno in anno, segno evidente che le imprese del settore ritengono le indicazioni geografiche un asset fondamentale per la loro crescita e che la domanda nazionale ed estera continua ad aumentare. Il 2019 ha confermato gli andamenti tendenziali degli anni precedenti e la produzione complessiva ha registrato un nuovo incremento (+1% circa), superando le 550mila tonnellate. La tendenza generale non è sempre indicativa e nasconde un mondo ricco di specificità. Del resto, il segmento è tanto importante quanto eterogeneo e al suo interno coesistono formaggi di latte vaccino, ovino, bufalino e misto; formaggi freschi e stagionati, duri e molli. Prodotti diversi, che hanno dinamiche di mercato differenziate e che, talvolta, hanno in comune solo il logo europeo che li contraddistingue. Oltre ovviamente gli strumenti di tutela e promozione costruiti in Europa. Non è quindi un caso che anche gli andamenti di lungo periodo dei diversi formaggi siano diversi, sia nelle produzioni quantitativamente più significative, sia in quelle meno rilevanti.

Così, guardando i due grafici che riportano gli indici produttivi annuali (2010=100) delle prime 20 Dop nazionali, si nota subito che i tassi di crescita e di decrescita sono molto differenti. Negli ultimi dieci anni non tutti sono cresciuti, anzi! E la crescita non ha riguardato tutti. Tra i primi dieci grandi formaggi Dop, che rappresentano il 96% della produzione totale, il poker d’assi

formato da Mozzarella di Bufala Campana, Parmigiano Reggiano, Gorgonzola e Grana Padano ha messo a segno gli incrementi percentuali maggiori (in termini assoluti il Grana Padano è in vetta alla graduatoria). Tutti gli altri sono cresciuti un po’ meno della media — come il Taleggio, che si posiziona sui medesimi livelli produttivi di dieci anni fa — oppure sono calati.

L’ANDAMENTO DELLE PRIME DIECI PRODUZIONI DOP (2010=100) 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40 TOTALE

GRANA PADANO

PARMIGIANO REGGIANO

GORGONZOLA

MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA

PECORINO ROMANO

ASIAGO

TALEGGIO

MONTASIO

PROVOLONE VALPADANA

FONTINA

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Il panorama con cui ci si confronta quando si guarda al gruppo dei secondi dieci formaggi in ordine di importanza, che rappresentano circa il 3% della produzione complessiva, è ancora diverso. Qui, con le sole eccezioni del Caciocavallo Silano e dello Stelvio,

non si notano crescite significative o – peggio – si è su livelli produttivi inferiori a quelli del 2010, spesso molto inferiori. È anche per questo che – da tempo – si chiede di aprire una riflessione seria sul sistema europeo, costruito quasi trent’anni fa per tutelare

i prodotti più legati al territorio; sistema che ha dimostrato di avere tantissimi meriti perché ha dato grandi opportunità di crescita ad alcuni, ma che non si presta – i numeri sembrano confermarlo – ad accompagnare la crescita di tante filiere.

L’ANDAMENTO DELLE SECONDE DIECI PRODUZIONI DOP (2010=100) 140 130 120 110 100 90 80 70 60 50 40

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TOTALE

PECORINO TOSCANO

QUARTIROLO LOMBARDO

PIAVE

PECORINO SARDO

VALTELLINA CASERA

STELVIO

TOMA PIEMONTESE

BRA

CACIOCAVALLO SILANO

RASCHERA

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IGIENE & SICUREZZA

REGOLE, UNA STORIA LUNGA TRENT'ANNI NEL 1992, CON LA DIRETTIVA CEE N. 92/46 INIZIAVA IL PERCORSO DELLE NORME IGIENICO-SANITARIE NEL SETTORE LATTIERO-CASEARIO di Ettore Soria

L

a storia sulle norme igienico-sanitarie per il settore lattiero-caseario in Italia e nell’Ue ebbe inizio a settembre del 1992 con la Direttiva Cee n. 92/46. Fu il primo provvedimento a coinvolgere l’intera filiera sia per quanto riguarda le strutture (stalle, stabilimenti, centri di raccolta, ecc.), sia la materia prima e i prodotti da essa derivati.

CAMPO DI APPLICAZIONE

Vista l’ampiezza dell’impatto sul settore venne emanata la Direttiva Cee n. 92/47 che prevedeva alcune deroghe

Amber Kipp Unsplash

MATERIA PRIMA LATTE CRUDO; LATTE DESTINATO ALLA FABBRICAZIONE DI PRODOTTI A BASE DI LATTE; LATTE ALIMENTARE TRATTATO TERMICAMENTE; PRODOTTO A BASE DI LATTE. TRATTAMENTI TRATTAMENTO TERMICO (PASTORIZZAZIONE, UHT, ECC.); TERMIZZAZIONE; PRODOTTI LATTE CRUDO (BOVINO, OVINO, CAPRINO E BUFALINO); LATTE TRATTATO TERMICAMENTE; FORMAGGI (STAGIONATI E NON); YOGURT; DESSERT A BASE DI LATTE; BURRO; PRODOTTI IN CUI PARTE DEI COSTITUENTI DEL LATTE È STATO SOSTITUITO. STRUTTURE AZIENDA DI PRODUZIONE: CENTRO DI RACCOLTA; CENTRO DI STANDARDIZZAZIONE: STABILIMENTO DI TRATTAMENTO; STABILIMENTO DI TRASFORMAZIONE; CONFEZIONAMENTO; IMBALLAGGIO.

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temporanee per consentire la realizzazione degli interventi di adeguamento necessari, considerate le differenti condizioni esistenti all'interno di ogni singolo Stato membro. La Direttiva Cee n. 92/46 entrò in vigore il primo gennaio 1994 dopo due anni per la sua “digestione”. I molteplici campi di applicazione danno l’idea dell’impatto (vedi riquadro a sinistra). Sulla materia prima latte vengono definiti i criteri microbiologici (tenore in germi e cellule somatiche), trattamenti, ecc. I formaggi stagionati, cioè quelli con un periodo di maturazione di almeno 60 giorni, potevano beneficiare di alcune deroghe sui criteri microbiologici, sui requisiti degli stabilimenti, sulle norme di confezionamento e di imballaggio e di etichettatura. Un aspetto rilevante – già presente nel settore carni – è la costituzione di un elenco degli stabilimenti riconosciuti che comporterà l’assegnazione di un bollo sanitario (oggi marchio di identificazione), per consentire la loro commercializzazione sul territorio comunitario. Ma le novità non finivano qui: il conduttore o il gestore dello stabilimento doveva procedere all'identificazione, sorveglianza e controllo dei punti critici; all'analisi per il controllo della pulizia e della disinfezione; alla conservazione dei dati d'analisi e alla comunicazione all'autorità competente in caso di rischio sanitario. ERA NATO L’AUTOCONTROLLO Ovviamente, i prodotti provenienti da Paesi terzi dovevano rispondere ai medesimi requisiti previsti dalla Direttiva europea. Dopo cinque anni dalla sua emanazione venne data attuazione alle regole con il Dpr n. 54/97.

Furono esclusi dal campo di applicazione: la vendita diretta dall'azienda di produzione al consumatore finale di latte crudo, di prodotti a base di latte preparati nella stessa azienda agricola, a condizione che i locali fossero in possesso dei requisiti previsti dal Dpr n. 327 del 26/3/80; i pubblici esercizi e i negozi per la vendita al minuto, gli stabilimenti e i laboratori di

CRITERI NON MICROBIOLOGICI PER IL LATTE DI VACCA PUNTO DI CONGELAZIONE INFERIORE O UGUALE A -0,520°C. È AMMESSO UN VALORE SUPERIORE PURCHÉ I CONTROLLI PREVISTI NON INDICHINO LA PRESENZA DI ACQUA ESTRANEA; PESO NON INFERIORE A 1.028 G PER LITRO RILEVATO SUL LATTE A 20°C O L'EQUIVALENTE SUL LATTE COMPLETAMENTE SGRASSATO A 20°C; ALMENO 28 G DI MATERIE PROTEICHE PER LITRO OTTENUTE MOLTIPLICANDO PER 6,38 IL TENORE DI AZOTO TOTALE DEL LATTE ESPRESSO IN PERCENTUALE; UN TENORE DI MATERIA SECCA SGRASSATA NON INFERIORE ALL'8,50%

fabbricazione, preparazione e confezionamento di pasti per la ristorazione delle collettività non erano contemplati, attività ora rientranti nel Reg. Ce n. 852/2004. L’autorità competente erano il ministero della Sanità, le Regioni o le Provincie autonome e il servizio veterinario dell'Unità sanitaria locale territorialmente competente. Il Dpr definiva i requisiti del latte crudo per la fabbricazione di latte alimentare trattato termicamente e di prodotti a base di latte: requisiti zoosanitari degli allevamenti, conformità delle stalle (area di mungitura, stoccaggio latte). Anche se allora non era utilizzato il termine “filiera”, in pratica le condizioni per la commercializzazione del latte trattato termicamente

rispondevano proprio a questo principio: a) ottenuto da latte crudo separato dalle impurità o filtrato; b) transitato solo attraverso centri di raccolta o di standardizzazione in possesso dei requisiti previsti (ovviamente con bollo sanitario); c) proveniente da uno stabilimento riconosciuto; d) prodotto in maniera conforme ai criteri microbiologici previsti (carica batterica all'ammissione nello stabilimento e prima della lavorazione); e) etichettato, confezionato, immagazzinato e trasportato secondo le disposizioni in materia; f) accompagnato durante il trasporto da un documento commerciale, conservato dal destinatario per almeno un anno, contenente i seguenti elementi: bollo sanitario, natura del trattamento termico subito, estremi del servizio veterinario competente sullo stabilimento "di provenienza”. Il latte crudo per i formaggi stagionati oltre i 60 giorni poteva avere criteri microbiologici meno severi in quanto, all’epoca, si riteneva che non potessero essere prodotti con un latte con valori pari o inferiori a 100.000 cbt. Nel decreto nazionale

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IGIENE & SICUREZZA vennero fissate le procedure per il riconoscimento degli stabilimenti che, in linea di massima, sono ancora valide. Per la prima volta veniva contestualizzato il ruolo del controllo ufficiale: in base alle dimensioni della struttura, al tipo di prodotto e al sistema di valutazione dei rischi, la presenza del veterinario poteva essere periodica e non continuata (elemento risultato poi importante per le ispezioni dei Paesi terzi). Il veterinario procedeva al controllo sull'origine del latte e dei prodotti a base di latte e dei documenti contabili per risalire al fornitore. Inoltre, verificava le procedure di autocontrollo in funzione e i relativi risultati, prescrivendo eventualmente accertamenti complementari. L'autorità sanitaria poteva chiedere misure aggiuntive che dovevano essere poste in atto da parte del responsabile dello stabilimento e, in caso

ciò non avvenisse, si poteva sospendere il riconoscimento per tutti o alcuni prodotti fino alla revoca, ovviamente con limitazioni alle produzioni. Il Dpr, come si è detto, ha focalizzato i principi dell’autocontrollo, ossia: - l'identificazione, la sorveglianza e il controllo dei punti critici; - il prelievo di campioni per le analisi relative alla verifica dei metodi di pulizia e l'eventuale disinfezione; - la conservazione della relativa documentazione; - la corretta gestione della bollatura sanitaria; - la comunicazione all'Asl circa l'esito delle analisi attestanti un rischio grave per la salute; - il ritiro dal mercato, in caso di rischio immediato per la salute, dei prodotti ottenuti in condizioni tecnologiche simili. I prodotti ritirati erano conservati sotto la responsabilità del servizio veterinario che poteva disporre

la loro distruzione, l'impiego per il consumo non umano o un trattamento che ne garantisse l'innocuità. Sono inclusi la ricerca di alcuni residui (medicinali veterinari, antiparassitari, sostanze detergenti, ecc.) e, soprattutto, il titolare dello stabilimento doveva organizzare un programma di formazione del personale. Questo impianto ha generato successivamente Linee guida, corsi su Haccp, senza contare quelli richiesti dagli organi di certificazione, fino al manuale di corretta prassi igienica per le aziende del settore lattiero-caseario del 1997, validato l’anno successivo dal ministero della Salute. È stato un passo storico fondamentale per poter arrivare ai regolamenti Ce n. 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari e Ce n. 853/2004 sull’igiene di quelli d’origine animale: in pratica una “passeggiata” di dieci anni.

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Formaggio Gorgonzola. Dolce e piccante.

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NORMATIVE

GRAFICA“INGANNEVOLE” UN ELENCO INGREDIENTI CORRETTO NON BASTA A cura di Leonardo Graverini

L

a grafica sull’etichetta di un prodotto alimentare può rappresentare un ingrediente assente nel prodotto? Si tratta di un quesito sempre di grande attualità, riguardante un aspetto sul quale gli operatori rischiano talvolta di incorrere, involontariamente e in buona fede, in contestazioni per pubblicità ingannevole. Del problema si è occupata addirittura la Corte di Giustizia europea, con una sentenza del 4 giugno 2015 (causa C 195/14),

avente come oggetto una domanda di pronuncia pregiudiziale proposta dalla Corte di giustizia federale tedesca in relazione a un’azione intentata dall’Unione federale delle organizzazioni e associazioni di consumatori (Bvv), contro l’azienda Teekanne GmbH & Co. Kg. La questione riguardava la commercializzazione, da parte di Teekanne, di un infuso ai frutti recante la denominazione “Felix Himbeer-Vanille Abenteuer” (“Felix avventura lampone-vaniglia”), la cui confezione presentava immagini

di lamponi e di fiori di vaniglia, le menzioni “infuso ai frutti con aromi naturali” e “infuso ai frutti con aromi naturali – gusto lamponevaniglia”, nonché un sigillo grafico contenente, all’interno di un cerchio dorato, la menzione “solo ingredienti naturali”. L’infuso, però, non conteneva componenti o aroma di vaniglia o di lampone. Infatti, l’elenco degli ingredienti riportato in etichetta era il seguente: “Ibisco, mela, foglie di mora dolce, scorza d’arancia, rosa canina, aroma naturale al gusto di

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quanto crea meno ostacoli alla vaniglia, scorza di limone, aroma sarebbe stata idonea a dissuadere libera circolazione delle merci; naturale al gusto di lampone, il consumatore dal prendere – le norme di etichettatura devono more, fragole, mirtilli, bacche di conoscenza del reale elenco comportare anche il divieto di sambuco”. degli ingredienti riportato sulla indurre in errore l’acquirente. Per Secondo la Bvv l’etichetta era tale confezione in caratteri più piccoli. da indurre in errore il consumatore Sulla base di queste considerazioni, essere efficace, tale divieto deve essere esteso alla presentazione rispetto alla composizione del la Corte federale tedesca prodotto, dato che sottoponeva alla Corte dei prodotti alimentari e alla relativa pubblicità. sulla base degli di Giustizia Ue la Ha ricordato, inoltre, quanto elementi in essa seguente questione ANCHE GLI prevedeva l’art. 2, paragrafo 1, riportati ci si doveva pregiudiziale: “se SHOPPER lettera a), sub i) della Direttiva aspettare che l’infuso sia consentito che INFORMATI Ce n. 2000/13 (previsione che contenesse tra gli l’etichettatura e POSSONO oggi si ritrova nell’art. 7 del ingredienti vaniglia la presentazione CADERE Reg. Ue n. 1169/2011), ossia e lampone o, per lo dei prodotti IN ERRORE che “l’etichettatura e le relative meno, aromi naturali alimentari nonché modalità di realizzazione devono di vaniglia e di la relativa pubblicità essere tali da non indurre in errore lampone. suggeriscano, l’acquirente, specialmente per Teekanne fu tramite l’aspetto, quanto riguarda le caratteristiche condannata dal giudice tedesco di la descrizione o le illustrazioni, del prodotto alimentare e in primo grado, mentre in appello fu la presenza di un particolare particolare la natura, l’identità, assolta, risultando dall’elenco degli ingrediente, quando invece, in le qualità, la composizione, la ingredienti che gli aromi naturali effetti, tale ingrediente non è utilizzati erano al gusto di lampone presente e ciò si evince unicamente quantità, la conservazione, l’origine o la provenienza, il modo di o di vaniglia, ciò indicando senza dall’elenco degli ingredienti”. fabbricazione o di ottenimento”. ambiguità che gli aromi utilizzati La questione veniva posta sulla Sono altresì richiamati in sentenza non erano ottenuti a partire da base della ormai abrogata Direttiva due articoli del Reg. Ce n. vaniglia e da lampone, ma che Ce n. 2000/13 in materia di ne avevano il gusto. L’esistenza etichettatura dei prodotti alimentari, 178/2002: – l’art. 8, rubricato “Tutela degli di un’informazione esatta e essendo questa la normativa interessi dei consumatori”, a completa risultante dall’elenco ancora vigente all’epoca del norma del quale “la legislazione degli ingredienti fu considerata dal contenzioso in esame. alimentare si prefigge di tutelare giudice di secondo grado sufficiente L’esame della vicenda da parte gli interessi dei consumatori e di a escludere il rischio che il della Corte di Giustizia Ue e costituire una base per consentire consumatore potesse essere tratto la decisione assunta restano ai consumatori di compiere scelte in inganno. comunque valide, dato che gli consapevoli in relazione agli Il Bvv aveva perciò proposto ricorso articoli della vecchia Direttiva alimenti che consumano. alla Corte federale di giustizia presi a riferimento sono stati Essa mira a prevenire le seguenti tedesca, secondo la quale la identicamente ripresi dal nuovo pratiche: ripetuta raffigurazione di immagini Reg. Ue n. 1169/2011. a) le pratiche fraudolente o di lamponi e di fiori di vaniglia sulla Nel motivare la sentenza, la ingannevoli; confezione dell’infuso ai frutti, che Corte europea ha b) l’adulterazione degli attirava lo sguardo, al pari della richiamato i seguenti alimenti; menzione “con aromi naturali”, principi della L’UE HA c) ogni altro tipo di nonché il sigillo grafico contenente normativa Ue: RIBADITO pratica in grado di la menzione “solo ingredienti – qualsiasi indurre in errore il IL RUOLO naturali”, suggeriva che il gusto regolamentazione consumatore” e di tale infuso fosse determinato relativa CENTRALE – l’articolo 1, in particolare da aromi ottenuti all’etichettatura dei DEGLI secondo cui “fatte a partire da lamponi e da fiori di prodotti alimentari IMBALLAGGI salve disposizioni vaniglia. deve essere fondata più specifiche della La presentazione di detto infuso anzitutto sulla legislazione alimentare, sarebbe stata quindi concepita, necessità d’informare l’etichettatura, la pubblicità e la anche nel caso di un consumatore e tutelare i consumatori; presentazione degli alimenti o medio normalmente informato e – un’etichettatura adeguata mangimi, compresi la loro forma, ragionevolmente attento e avveduto, concernente la natura esatta e le il loro aspetto o confezionamento, in maniera tale da creare una falsa caratteristiche del prodotto, che impressione per quanto riguarda consente al consumatore di operare i materiali di confezionamento usati, il modo in cui gli alimenti la sua composizione. Inoltre, la la sua scelta con cognizione di o mangimi sono disposti, il presentazione dell’infuso ai frutti causa, è il mezzo più adeguato in

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NORMATIVE contesto in cui sono esposti e le riferimento a detta etichettatura, informazioni rese disponibili su di di un consumatore medio essi attraverso qualsiasi mezzo, normalmente informato e non devono trarre in inganno i ragionevolmente attento e consumatori”. avveduto circa l’origine, la Infine, la sentenza fa cenno ad provenienza e la qualità del alcune norme del prodotto alimentare, diritto tedesco. essendo essenziale Sulla base di tali che il consumatore TUTTE LE norme e principi, non sia indotto in INDICAZIONI la decisione della errore e portato Corte di Giustizia GRAFICHE a considerare, Ue chiarisce che il erroneamente, che DEVONO giudice nazionale, ai il prodotto abbia ESSERE fini della valutazione un’origine, una COERENTI dell’idoneità di provenienza o una un’etichettatura a qualità diverse indurre in errore da quelle che ha l’acquirente, realmente. deve basarsi essenzialmente A tale proposito, si ricorda che sull’aspettativa presunta, in la giurisprudenza della Corte ha

riconosciuto che i consumatori che decidono l’acquisto di un prodotto in particolare in base alla relativa composizione leggono prima l’elenco degli ingredienti obbligatoriamente menzionati. Tuttavia, la presenza dell’elenco degli ingredienti in etichetta non consente, da sola, di escludere che l’etichettatura del prodotto e le relative modalità di realizzazione possano essere tali da indurre in errore l’acquirente. Infatti, l’etichettatura è composta da un insieme di menzioni, indicazioni, marchi di fabbrica o di commercio, immagini o simboli riferentisi al prodotto alimentare e figuranti sul suo imballaggio. Tra questi, alcuni elementi possono in pratica essere mendaci, errati, ambigui, contraddittori o incomprensibili e, se ciò si verifica, in talune situazioni l’elenco degli ingredienti, pur essendo esatto ed esaustivo, può essere inadeguato a correggere in maniera sufficiente l’impressione errata o equivoca del consumatore relativa alle caratteristiche del prodotto alimentare risultante dagli altri elementi che compongono la sua etichettatura. Pertanto, nella situazione in cui l’etichettatura di un prodotto alimentare e le relative modalità di realizzazione, considerate nel loro insieme, suggeriscono che tale prodotto contiene un ingrediente che in realtà è assente, la suddetta etichettatura è tale da indurre in errore l’acquirente sulle caratteristiche del prodotto in questione. Alla luce di queste considerazioni, la Corte di Giustizia europea ha dichiarato nella sentenza che la normativa europea osta a che l’etichettatura di un prodotto alimentare e le relative modalità di realizzazione possano suggerire, tramite l’aspetto, la descrizione o la rappresentazione grafica di un determinato ingrediente, la presenza di quest’ultimo in tale prodotto, quando invece, in effetti, detto ingrediente è assente. E tale assenza emerge unicamente dall’elenco degli ingredienti riportato sulla confezione di detto prodotto.

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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE a cura di Leonardo Graverini UN CLIENTE DELLA GDO, PER OFFRIRE MAGGIOR CHIAREZZA AL CONSUMATORE, CHIEDE DI INDICARE IN ETICHETTA L’ENERGIA COME RISULTANTE DAI VALORI DEI NUTRIENTI GIÀ APPROSSIMATI (SECONDO LE RELATIVE LINEE GUIDA), MOLTIPLICATI PER I COEFFICIENTI INDICATI DAL REG. UE N. 1169/2011. TALE METODO È UTILIZZABILE O È PIÙ CORRETTO CALCOLARE IL VALORE DELL’ENERGIA PRIMA DELLE APPROSSIMAZIONI? CI SONO PRECISE INDICAZIONI NORMATIVE IN MERITO?

e/o acidi organici dovrebbero indicare un valore energetico comprendente anche il contributo di questi nutrienti, benché – come nel caso degli acidi organici – non citabili in etichetta. L'utilizzo dei dati reali non arrotondati, comprensivi di quelli non dichiarati, sembra quindi essere la scelta che meglio riflette il reale contenuto energetico medio del prodotto. Va comunque ricordato che la norma ammette l'utilizzo di valori nutrizionali medi derivanti dall'analisi del prodotto, dal calcolo effettuato a partire da valori noti o effettivi relativamente agli ingredienti impiegati o da dati generalmente stabiliti e accettati (in molti casi, quindi, già di per sé arrotondati) e questo determina una variabilità nel valore finale che si andrà a dichiarare. Motivo per il quale sono state definite a livello europeo le tolleranze per i vari nutrienti dichiarati. Non esistono, invece, tolleranze relative al contenuto energetico. Sarà, quindi, responsabilità dell'azienda giustificare e dimostrare che l'energia dichiarata rispecchia il più possibile quella del prodotto commercializzato.

È POSSIBILE UTILIZZARE COME RIPIENO DELLA BURRATA UNA PANNA UHT CONTENENTE L’INGREDIENTE CARRAGENINA (E407), CONSIDERATO CHE QUEST’ULTIMA È AMMESSA NELLA PANNA, CHE SVOLGE LA FUNZIONE DI ADDENSANTE E CHE QUESTA CONTINUA A ESSERE SVOLTA ANCHE DOPO L’INSERIMENTO DELLA PANNA NEL PRODOTTO FINITO, PUR ESPLICANDOSI SOLO NELLA PANNA E NON NELL’INVOLUCRO DI MOZZARELLA, NÉ NELLO SFILACCIATO DI MOZZARELLA PRESENTE SEMPRE ALL’INTERNO DELL’INVOLUCRO? IN CASO AFFERMATIVO, LA CARRAGENINA DEVE ESSERE DICHIARATA PER LA BURRATA E, SE SÌ, COME? INFINE, SI PUÒ OMETTERE LA DICITURA UHT RELATIVA AL TRATTAMENTO TERMICO DELLA PANNA ED È POSSIBILE UTILIZZARE NEGLI INGREDIENTI DELLA BURRATA LA DENOMINAZIONE "CREMA DI LATTE" ANZICHÉ QUELLA DI "PANNA"?

La carragenina deve essere dichiarata nel prodotto burrata. Infatti, se la funzione di tale additivo continua dopo l’inserimento della panna nel prodotto finito, a nostro avviso ne consegue che l’additivo in questione svolge una funzione tecnologica anche nel prodotto finito. Il fatto che tale funzione interessi una componente del prodotto e non la sua interezza non sembra possa portare a conclusioni diverse. Le modalità di indicazione degli ingredienti sono quelle ordinarie: o si indicano tutti gli ingredienti, inclusi quelli degli ingredienti composti, in un unico elenco rispettando l’ordine ponderale di peso, oppure si indicano gli ingredienti composti e dopo ciascuno di essi si apre una parentesi all’interno della quale si riportano gli ingredienti del singolo ingrediente composto, sempre rispettando l’ordine ponderale di peso. Quanto alla dicitura Uht relativa al trattamento termico della panna, a nostro avviso la si può omettere. Le circolari del ministero della Sanità n. 40/1974 e n. 9/1986 richiedono l’indicazione del trattamento termico nel caso che la panna sia commercializzata come tale, in analogia a quanto previsto per il latte alimentare. Per il latte non è richiesta l’indicazione del trattamento termico quando usato come ingrediente di altri prodotti lattiero-caseari e riteniamo che valga lo stesso anche per la panna. Infine, le denominazioni “crema di latte” e “panna” sono sinonimi (vedasi anche la citata Circolare min. Sanità n. 40/1974), per cui sono utilizzabili sia l’una, sia l’altra.

UN CLIENTE SOSTIENE CHE L’INDICAZIONE DELLA SCADENZA DEVE PRECEDERE QUELLA RELATIVA ALLE CONDIZIONI DI CONSERVAZIONE E CI CHIEDE DI MODIFICARE IN TAL SENSO UNA NOSTRA ETICHETTA. LA NORMATIVA IMPONE VERAMENTE TALE OBBLIGO?

l’indicazione della data di scadenza, intendendo tale norma nel senso che la data di scadenza deve precedere le indicazioni sulle condizioni di conservazione. L’interpretazione trova riscontro nel Regolamento Ue n. 1169/2011, dove all’Allegato X si legge che “La data di scadenza è […] a) è preceduta dai termini «da consumare entro […]»; b) l’espressione di cui alla lettera a) è seguita: dalla data stessa, oppure dall’indicazione del punto in cui essa è indicata sull’etichetta. Tali indicazioni sono seguite dalla descrizione delle condizioni di conservazione da rispettare”.

?

In materia non esistono specifiche indicazioni normative, né chiarimenti ufficiali. Il valore energetico, calcolato mediante i coefficienti di conversione elencati nell'allegato XIV del Reg. Ue n. 1169/2011, rappresenta la somma dei valori energetici derivanti da tutti i nutrienti presenti nell'alimento, non solo quelli elencati nella tabella nutrizionale. Ad esempio, prodotti contenenti fibre

L’E 407 è ammesso nella panna “quantum satis” ma non nella mozzarella. Premesso ciò, spetta all’azienda, se del caso, provare la presenza quale carry over nel prodotto finito burrata, come pure il fatto che l’attività dell’additivo si esplica unicamente nella panna del ripieno.

Si tratta nella fattispecie di un’interpretazione fornita direttamente dalla Commissione europea – valida dunque in tutta l’Unione europea – secondo la quale la descrizione delle condizioni di conservazione da rispettare deve seguire 72 IL MONDO DEL LATTE

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IL MONDO DEL

IL MONDO DEL LATTE 8/2020

L AT T E AGOSTO

2020 -

ANNO

LXXIV -

LATTE NEL MONDO MENSILE

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