Il Mondo del Latte - Maggio 2020

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LATTE PER UNA DIETA SANA E SOSTENIBILE COVID-19, OLTRE LA CRISI CON L’EXPORT DOP IN CRESCITA, MA IL FUTURO È INCERTO ORGANO UFFICIALE DI

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DA TRE GENERAZIONI LA RICERCA DELL’ECCELLENZA

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ueste settimane di lockdown sono state l’occasione per qualche riflessione. La sensazione è quella di essere al largo, col mare in tempesta e strumenti inadatti a trovare la rotta. Si naviga a vista. È evidente che nessuno si è dimostrato pronto ad affrontare MONDO ASSOLATTE un’emergenza globale come quella scatenata da questo maledetto, Paleodieta: un mito da sfatare pericoloso virus. Non la Cina, da cui tutto è cominciato, che dopo aver vinto la prima battaglia – con enormi perdite di vite ed economiche – ATTUALITÀ si confronta ora con i primi casi di ritorno, che certificano che la guerra Eda al Commissario Wojciechowski: non è finita. Non l’Italia, che – sarebbe ipocrita nasconderlo – è tempo di agire in principio ha enormemente sottovalutato le dimensioni del problema, Ue: Norbert Lins illudendosi che un Paese evoluto, con un importante sistema sanitario, “Coniugare mercato e sostenibilità” avrebbe retto l’impatto. Pia illusione. Non gli altri Paesi, che si sono anch’essi illusi che l’emergenza non li avrebbe Fil: latte per una riguardati. Partiti in ritardo, rincorrono con affanno la dieta sana e sostenibile IL MONDO DEL pandemia, con ospedali da campo e tendoni, mentre News decine di migliaia di persone affollano le corsie. Libri Infine, non l’Europa, lenta a rispondere all’allarme. N. 5 Una misura delle difficoltà incontrate dal nostro L’OPINIONE Paese è di certo la quantità di norme, disposizioni, Unione Europea: decreti e ordinanze emanate in un mese. Come pure adesso o mai più il numero di articoli, approfondimenti, interviste ad di Paolo De Castro esperti e non, talk show dove è stato detto tutto e anche il suo contrario. Che confusione! Pensiamo, ad esempio, alle distanze di sicurezza: ECONOMIA prima si diceva che un paio di metri di lontananza Business e Covid-19 avrebbero impedito la diffusione del virus. Poi il vaccino è l’online bastava un metro e ottanta. Infine, si è stabilito per Per sfamare tutti decreto che un metro dà sufficienti garanzie. servono i latticini E le mascherine? Servono o non servono a ridurre Come cambia i contagi? Quale tipo va usato nella vita quotidiana il piatto degli italiani o negli stabilimenti: le chirurgiche o le mitiche Ffp? Discount e superstore Devono essere marchiate Ue o bastano quelle che non lo sono? ridimensionano gli iper Le fornisce la Protezione civile o bisogna comprarle? E dove? Per non parlare della gestione dei casi positivi registrati in alcune aziende (per fortuna pochi), rimaste sole per giorni a decidere il da MERCATI farsi, per la mancanza di procedure standardizzate. L’export ci salverà Gli esempi sono innumerevoli. La nostra associazione, in un mese, Produzione di latte: volumi da ridurre ha diramato più di cinquanta circolari per cercare di spiegare ai soci Esportazioni italiane di latte cosa fare, come farlo, quali procedure attuare. Centinaia le telefonate Borsa prezzi con dubbi e preoccupazioni per un mercato che vacilla. Dop ancora in crescita, Speriamo che la situazione possa presto migliorare. I dati sembrano ma il futuro è incerto indicare che il picco è stato superato e si comincia a parlare di un possibile, progressivo ritorno alla normalità. Anzi, a una nuova NORMATIVE normalità, diversa da quella che conosciamo e alla quale tutti dovremo, forse, abituarci… forse! L’esperto risponde

La storia insegna...

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AMARCORD

LA STORIA INSEGNA... ALLA FINE DEGLI ANNI ‘60 CI FU L’ULTIMA PANDEMIA INFLUENZALE PRIMA DEL COVID-19. ANCHE ALLORA INIZIALMENTE SOTTOVALUTATA

“L

a crescente preoccupazione in Gran Bretagna circa la possibilità di un’epidemia di influenza a Hong Kong è stata archiviata dagli esperti sanitari ieri sera. Essi sostengono che la preoccupazione riguarda ‘una situazione inesistente’. Nelle scorse settimane ci sono stati solo una mezza dozzina di casi... La malattia normalmente ha un decorso leggero e alcuni medici pensano che molte persone possono avere una naturale resistenza. Ma quanto questo li proteggerà non è noto”. Il paragrafo è tratto dall’articolo “Immunity hope as scare grow”, pubblicato su The Times del 21 dicembre 1968, tra le prime testate in Europa a sollevare il tema su quella che fino a pochi mesi fa era ricordata come l’ultima pandemia. Rassicurazioni che non convincevano tutti. Ne è un esempio l’appello lanciato dieci giorni più tardi dallo stesso quotidiano, sotto il titolo “This winter’s strain of flu: not to be taken lightly”: “Sir, – Whatever those who live in ivory towers may say, there is no doubt in my mind and many other general practitioners that there is an influenza epidemic in many places. What really distresses me is that the public are told it is a mild influenza. In my experience it is a particularly severe form of influenza, requiring a minimum of one week off work and for most two weeks to recover from its debilitating effects”. Inizialmente sviluppatasi a Hong Kong, da cui prese il nome, la malattia arrivò sulla costa occidentale degli Stati Uniti e in Europa. Diversamente dagli Usa, qui il virus non si associò a elevati tassi di mortalità (in Italia

il virus uccise “solo” 20.000 persone). L’anno successivo l’influenza girò per il mondo, come ci racconta l’articolo “Hong Kong flu is affecting millions in wide areas around world”, pubblicato sul New York Times il 18 gennaio 1970. “In tutta Europa e in altre aree sparse, l’epidemia Hong Kong sta mettendo a letto milioni di persone doloranti, con febbre e sintomi respiratori e causando la morte di migliaia di persone... L’assenteismo derivante dall’influenza – prosegue l’articolo – arriva fino al 50% in Norvegia e in alcune parti della Francia. Si dice che circa il 30% dei berlinesi occidentali e dei tedeschi del nord soffra di questa malattia. Le autorità sanitarie sovietiche, preoccupate per un focolaio, sperano di somministrare 30 milioni di vaccinazioni contro l’influenza agli operai. L’epidemia europea sembra essersi diffusa verso est dalla Spagna attraverso un percorso che non può essere mappato con precisione. In questo imbarazzante Grand Tour,

l’influenza colpisce un europeo su quattro. Le vittime comprendono generalmente coloro che sono sfuggiti dall’infezione del virus Hong Kong lo scorso inverno... I bambini, tuttavia, sembrano sfuggire all’infezione”. Non mancano nell’articolo richiami alla situazione italiana di allora “Siciliani e sardi sono le ultime vittime italiane di un’epidemia iniziata a Roma. Dopo aver raggiunto proporzioni epidemiche a Roma alla fine di ottobre, l’influenza si è diffusa rapidamente in altre grandi città. Quindi a differenza dell’anno scorso, quando rimase in città, l’influenza si trasferì nelle provincie, senza risparmiare alcun area”. L’articolo conclude affermando che “è ancora troppo presto per raccontare l’epidemia di quest’anno, ma finora il tasso di mortalità in Europa non sembra insolitamente alto per un’epidemia di influenza”. Anche per noi ora è presto per tirare somme e fare bilanci. Lo faremo a tempo debito, quando tutto sarà finito.

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L’OPINIONE

UNIONE EUROPEA ADESSO O MAI PIÙ di Paolo De Castro

L’

epidemia di Covid-19 vuol dire, da un punto di vista che sta attraversando l’Europa meramente pratico, mettere ha diverse conseguenze. In una frontiera dove prima non primo luogo ha ricordato a tutti c’era... memento Brexit. l’importanza e la centralità Non è tutto rose e fiori, dell’approvvigionamento l’impatto del Covid-19 sulle alimentare, del settore esportazioni e sulle abitudini di agroalimentare e del mercato consumo ha creato problemi in unico. È importante non alcuni comparti con l’evoluzione dimenticarlo quando si dovrà dei flussi commerciali ripartire. In secondo luogo, esterni e interni che andrà speriamo contribuisca in modo attentamente monitorata. Ma decisivo a fare tabula rasa di se ci fosse stato bisogno della un approccio antiscientifico dimostrazione dell’importanza che in questi anni ha rischiato vitale del mercato unico di fare, e in qualche caso ha dell’agroalimentare, tutti fatto, danni enormi. Terzo, avrà l’hanno avuta. ripercussioni importanti non Personalmente, spero anche solo sui tempi del processo di che l’epidemia serva a far decisione a livello Ue, ma anche prevalere un approccio più sulla forma futura del progetto scientifico alle decisioni politico europeo. politiche. Per anni abbiamo Il mantenimento di un livello impiegato risorse ed energie adeguato di approvvigionamento degne di miglior causa nella alimentare è emerso in tutta battaglia contro le derive no la sua evidenza come una vax, i complottisti della Xylella necessità imprescindibile per fastidiosa, le bufale contro la società. Una verità che in il consumo di latte e la cura tempi normali i cittadini europei Stamina. Ora basta! tendono a dare per scontata, La scienza non è un monolite, forse anche perché la filiera è anch’essa terreno di scontro alimentare dell’Ue funziona tra approcci e valutazioni bene. Il ritorno delle frontiere in diverse, ma mai come in questo oltre la metà degli Stati membri periodo abbiamo avuto la prova ha anche fatto di cosa succede capire cosa sia quando la politica si il mercato unico. stacca dalle evidenze SERVE UN Catene logistiche scientifiche. Vedere IMPEGNO che attraversano i i casi del Regno CHIARO confini riducendo Unito, degli Stati la necessità Uniti e dell’Olanda, PER LE delle scorte e Paesi che di solito POLITICHE aumentando utilizzano un FISCALI la qualità dei approccio pragmatico prodotti, collocati e scientifico ai dove servono e problemi e che quando servono, contribuendo a stavolta, invece, hanno fatto tenere bassa la proporzione di di un messaggio politico di reddito che gli europei devono distinzione una priorità, con destinare per fare la spesa. conseguenze sotto gli occhi di Abbiamo anche visto cosa tutti.

Paolo De Castro, europarlamentare E veniamo all’Europa. La crisi del coronavirus ha sconvolto il calendario delle istituzioni, chiamate a decidere su temi della massima importanza, come il quadro finanziario pluriennale. Ma forse è un bene, nel senso che il dibattito sul bilancio dell’Unione a questo punto non potrà fare a meno di riconoscere che il dopo pandemia richiederà un piano per la ricostruzione economica del Continente. In questi mesi abbiamo assistito all’esito disastroso di affrontare una pandemia globale con l’Ue relegata a soli poteri di supporto tecnico. Molti hanno chiesto più Europa, la reazione è stata lenta e tutti hanno accusato l’Europa di averci lasciati soli. Il punto è che nessuno tra le economie cosiddette avanzate era pronto per una cosa del genere. Men che meno l’Ue, che

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sulla sanità pubblica ha solo poteri di supporto. Per mesi Commissione e Parlamento (quest’ultimo tra le istituzioni europee è quello che ha applicato da subito le restrizioni più significative della propria attività per evitare l’aumento dei contagi) hanno chiesto ai Paesi di cooperare di più sulle misure di sanità pubblica e sui dispositivi medici. Non è successo, inutile nasconderlo, almeno fino a quando non abbiamo iniziato a contare i morti in tutta Europa. L’Italia è stato il primo Paese a segnalare già a gennaio l’urgenza di una risposta europea anche sul piano sanitario. Per molte settimane non siamo stati ascoltati. D’altro canto, sullo stesso territorio nazionale abbiamo avuto regioni che hanno utilizzato approcci sanitari alla crisi anche molto diversi.

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Abbiamo sperimentato cosa succede quando l’Europa non c’è. Sul versante economico, Commissione, Europarlamento e Bce (nonostante Lagarde) sono stati uniti fin dal principio e lo stimolo della Banca centrale fa già da scudo alle speculazioni sul nostro debito. Ma non basta. Serve un impegno politico chiaro

dei leader europei a procedere sull’integrazione delle politiche fiscali. Abbiamo l’occasione rimandata da dieci anni, dal “whatever it takes” di Mario Draghi. Le alternative sono due: o rendere l’Ue un blocco più coeso, oppure andare ognuno per sé, tutti più vulnerabili ai concorrenti negli Usa e in Cina.

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MONDO ASSOLATTE

LA PALEODIETA ESCLUDE CEREALI, LEGUMI E LATTICINI, MA LA SCIENZA RACCONTA UN’ALTRA STORIA... LATTENDIBILE, LA NEWSLETTER NUTRIZIONALE DI ASSOLATTE, SFATA IL MITO DELLA PALEODIETA. UN REGIME ALIMENTARE ESTREMO CHE ARRIVA DA LONTANO di Carmen Besta

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pesso citata nelle trasmissioni televisive e negli articoli dedicati alle diete del momento, la paleodieta è stata inventata ben 44 anni fa. “La dieta dell’età della pietra” – questo il nome originale – fu lanciata dal gastroenterologo americano Walter Voegtlin, ma è solo nel 2002, grazie al nutrizionista Loren Cordain, che ha raggiunto un pubblico più ampio. “The Paleo Diet” ricalca il medesimo mantra: per vivere a lungo e senza ammalarsi bisogna mangiare come gli uomini del paleolitico. Ma i fatti non stanno proprio così: nel lunghissimo periodo del Pleistocene cui fa riferimento la teoria della dieta paleolitica e che va da 2,5 milioni a 10mila anni fa, ci sono state quattro grandi ere glaciali, seguite da altrettanti periodi interglaciali. I continenti si spostavano, le specie si evolvevano, si estinguevano, migravano. In tutta questa giravolta di specie, climi e continenti che ha caratterizzato un'epoca così lunga, certamente non c’era un regime alimentare standard. Come descritto nell’ultimo numero de Lattendibile – la newsletter nutrizionale di Assolatte – anche l’affermazione secondo cui gli uomini preistorici erano più sani di noi è falsa. Di certo, sappiamo che la vita media era molto bassa a causa di malattie infettive e incidenti. In pratica, i paleolitici non vivevano abbastanza a lungo per sviluppare le malattie croniche. LATTICINI BANDITI Latte e formaggi non trovano posto nella paleodieta, con un’unica eccezione curiosa: il burro. Perché, a detta dei suoi fautori, gli uomini non possedevano l’enzima lattasi. Lo studio della genetica di popolazione ha infatti dimostrato che la capacità

di utilizzare il lattosio da adulti è il frutto delle diverse mutazioni avvenute nel corso dell’evoluzione umana. Fu proprio la mutazione, però, che permise ad alcuni popoli di digerire il latte, facendo conquistare loro un livello demografico, evolutivo e tecnologico decisamente superiore. Le evidenze numeriche attuali sull’intolleranza rivelano che quest’ultima cambia in relazione alle diverse latitudini e in Italia il deficit di lattasi o, per essere più precisi “non persistenza”, è presente nel 40% circa della popolazione, con un andamento crescente da Nord verso Sud. Se ci limitassimo a leggere i dati sull’incidenza, arriveremmo alla conclusione che 4 italiani su 10 sarebbero di fatto obbligati a cambiare la propria dieta, rinunciando per sempre agli alimenti contenenti lattosio tra cui la maggior parte dei latticini, punto cardine delle nostre tradizioni alimentari. Ma per fortuna non è così: l’intolleranza al lattosio, infatti, può essere definita scientificamente come una mancanza “relativa” di questo enzima che, solo raramente, è assoluta. La forma di intolleranza più comune è, infatti, borderline: nonostante il declino genetico progressivo dell’attività enzimatica, solo nel 50% dei casi si evidenziano i sintomi tipici. La loro intensità varia poi da persona a persona perché entrano in gioco molteplici fattori come la quantità giornaliera di lattosio ingerita, la forma in cui è assunto (se in un liquido o in alimenti solidi), il cibo a cui viene associato all’interno del pasto, la velocità del transito intestinale e la sensibilità viscerale individuale.

PERCHÉ LA DIETA PALEO PIACE, SOPRATTUTTO NEGLI USA La dieta paleolitica, di fatto, è un regime alimentare privo di zuccheri aggiunti e a basso carico glicemico e, come tale, utile per dimagrire e mantenere più facilmente il peso forma. Ecco spiegato il motivo della sua popolarità, soprattutto negli Stati Uniti, patria dell’obesità causata dal junk food, ma anche delle diete “carnivore”. In Usa, la maggior parte delle persone acquista cibo pronto e mangia fuori casa, con effetti catastrofici sulla linea e la salute: l’alimentazione tipica americana contiene oltre 100 g di zuccheri aggiunti al giorno (quando il massimo consigliato dall’Oms è il 10% delle calorie quotidiane), nascosti nei cibi più comuni come, per esempio, il pane – che può contenere oltre il 10% di zuccheri – e le salse, onnipresenti sulle tavole. Negli Usa anche la pasta ha un potenziale ingrassante notevole: essendo sempre eccessivamente cotta (peggio ancora se cucinata e confezionata per il consumo), acquisisce un indice glicemico ben maggiore rispetto a quella cotta al dente, come da tradizione italiana. Da questa realtà è facile comprendere perché in questi Paesi spopolano le diete low carb: tutti i carboidrati sono considerati nemici, al contrario della più “innocente” carne.

IL RISCONTRO SCIENTIFICO Veniamo al punto cruciale. Dove sono le prove scientifiche che dimostrano gli effetti

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MONDO ASSOLATTE benefici a lungo termine di questo schema alimentare? Alcuni studi dimostrano che, seguendo la dieta paleo, è possibile ridurre la glicemia, ma si tratta di ovvietà: un’alimentazione a base di carne che esclude i cereali e lo zucchero non richiede l’intervento dell’insulina e, per questo motivo, la glicemia scende. Stessa cosa si può dire per la perdita e il mantenimento del peso corporeo: ogni dieta proteica produce questo effetto, ma con conseguenze dannose per la salute renale se protratta a lungo. E sono appunto gli effetti a lungo termine che creano la falla: ad esempio, l'esclusione dei prodotti lattiero-caseari riduce l'assunzione di calcio e vitamina D (latte e prodotti lattiero-caseari contribuiscono con il 51% del calcio e il 58% di vitamina D); evitando i cereali si riducono le vitamine

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del gruppo B ed escludendo i legumi si perde una forma a basso costo di proteine, vitamine, sali minerali e fibre. LA DIETA MEDITERRANEA VINCE SU TUTTI I FRONTI La parola definitiva alla questione arriva dalle evidenze scientifiche. Vari e autorevoli studi dimostrano che le diete basate su un alto consumo di alimenti vegetali come cereali integrali o tuberi, verdura, legumi e frutta secca promuovono la salute e la longevità. Il modello alimentare migliore per vivere a lungo e in salute è appunto la dieta mediterranea, basata principalmente su prodotti di origine vegetale e adeguate quantità di alimenti di origine animale, sui quali spiccano latticini e pesce. A questo proposito, è bene ricordare che i latticini compaiono nella piramide alimentare nella sezione “consumo quotidiano”.

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LA “PALEODIETA” ESCLUDE CEREALI, LEGUMI E LATTICINI. MA LA SCIENZA RACCONTA UN’ALTRA STORIA...

di SAMANTHA BIALE NUTRIZIONISTA E GIORNALISTA

La paleodieta è spesso citata nelle trasmissioni televisive e negli articoli dedicati alle diete del momento, nonostante sia stata inventata ben 44 anni fa. “La dieta dell’età della pietra” – questo il nome originale – fu scritta dal gastroenterologo Walter Voegtlin, ma è solo nel 2002 – grazie al nutrizionista Loren Cordain – che ha raggiunto un pubblico più ampio. “The Paleo Diet” ricalca il medesimo mantra: per vivere a lungo e senza ammalarsi bisogna mangiare come gli uomini del paleolitico. Secondo i fautori di questo regime alimentare, nel periodo che va da 2.5 milioni a 10 mila anni fa, l’uomo avrebbe regolato il suo patrimonio genetico e la sua fisiologia mangiando principalmente carne cacciata e verdure spontanee, per poi incominciare a soffrire delle malattie tipiche della civilizzazione, come obesità e diabete, con l’avvento dell’agricoltura, dell’allevamento e l’introduzione di cereali, latte e derivati. Peccato che i fatti non stiano proprio così: senza andare a scomodare luminari dell’archeologia, si sa che nel lunghissimo periodo del Pleistocene – periodo cui fa riferimento la teoria della dieta paleolitica – ci sono state quattro grandi ere glaciali, seguite da altrettanti periodi interglaciali. I continenti si spostavano, le specie si evolvevano, si estinguevano, migravano. In tutta questa giravolta di specie, climi e continenti che ha caratterizzato un periodo così lungo, certamente non c’era una dieta standard.

I DATI ARCHEOLOGICI PARLANO CHIARO: NON SOLO CARNE L’alimentazione dei nostri antenati era strettamente dipendente dalle zone e dal clima che, inevitabilmente, condizionavano la disponibilità di cibo e le necessità energetiche. Secondo uno studio del Bureau of Land Management del Nevada (5), una donna Neanderthal in gravidanza aveva bisogno di almeno 5.500 kcalorie al giorno, oltre il doppio rispetto a una donna di oggi, che renderebbero più che obesa qualunque seguace delle paleodieta moderna! Alcuni antropologi suppongono che lo scatto evolutivo dell’Homo erectus sarebbe dovuto alla caccia e, quindi, al consumo di carne (vedi ‘Man the Hunter hypothesis’). Le carcasse di animali ritrovate nelle caverne confermerebbero questa tesi, se non fosse che i vegetali – essendo privi di una struttura ossea – non possono aver lasciato traccia. A questo si aggiunga il ritrovamento archeologico di residui di amido in macine per cereali di 30 mila anni fa. Più recentemente, diversi esperti hanno ridimensionato ulteriormente questa congettura grazie alle analisi della placca dentale di Austalopithecus sediba che ipotizzano, già 2 milioni di anni fa, una dieta simile a quella di molti primati contemporanei. Anche la placca dentale rilevata nell’uomo di Neanderthal (200 mila-40 mila anni fa) evidenzia il consumo di alimenti ricchi di amido gelatinizzato, una trasformazione che avviene solo quando si cucinano cereali amidacei. L’introduzione del fuoco ha, infatti, permesso di rendere commestibili alcuni cibi, ampliando le scelte. Inutile sottolineare che, oltre agli alimenti di base, sono tanti i fattori che hanno determinato l’evoluzione. Il mito dell’uomo del paleolitico che avrebbe mangiato principalmente carne è, quindi, una teoria tutta da dimostrare.

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L’ultimo numero de Lattendibile, la newsletter nutrizionale di Assolatte realizzata dalla nutrizionista e giornalista Samantha Biale Visita il sito www.Lattendibile.it Leggi il Qr code con il tuo smartphone per accedere alla videonotizia

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ATTUALITÀ_EDA EDA AL COMMISSARIO WOJCIECHOWSKI:

È TEMPO DI AGIRE di Katia Bellantone

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onostante l’iniziale scetticismo di alcune delegazioni, le differenze dell’impatto della crisi sui mercati europei e le diverse reazioni dei consumatori, il board di Eda ha trovato unità rispetto alla richiesta di aiuto da inviare al Commissario all’agricoltura Wojciechowski. Non c’è tempo da perdere, servono subito misure di mercato per sostenere il settore caseario europeo, scrive il presidente Michel Nalet in una lettera. Eccola.

Gentile Commissario Wojciechowski, nel corso delle ultime settimane la European Dairy Association è rimasta in costante contatto con i suoi uffici per aggiornamenti sull’evoluzione della situazione lattiero-casearia europea. Questi i punti chiave: 1) Oggi il settore lattiero-caseario europeo sta mobilitando tutte le sue forze ed energie per continuare a fornire prodotti sicuri e nutrienti, essenziali per la dieta e per permettere il mantenimento di scaffali e frigoriferi in un momento così difficile. 2) Lavoriamo in condizioni davvero uniche: restrizioni nelle forniture (come gli imballaggi), diminuzioni di personale, blocchi di alcuni canali (Horeca, mercati alimentari all’aperto, mercati di esportazione), proprio in concomitanza con il picco di produzione stagionale di latte, rischiano di provocare il crollo delle quotazioni con un impatto significativo sulla nostra sostenibilità economica. 3) Gli operatori stanno prendendo le prime misure per essere preparati all’uso del regime di intervento pubblico per il latte in polvere. 4) L’attivazione del regime di aiuti all’ammasso privato (per polvere, burro, tutti i tipi di formaggi e cagliata congelata) è l’opzione che può dare immediatamente sollievo ai mercati e sostenere il settore lattiero-caseario in tutta l’Unione.

Tutti i Paesi ritengono latte e prodotti lattierocaseari come beni essenziali. Lo sforzo senza precedenti dei nostri partner agricoli e della nostra forza lavoro è stato riconosciuto in molte occasioni. L’industria lattiero-casearia europea sta facendo tutto il possibile per essere all’altezza delle proprie responsabilità e per assicurare la raccolta, la trasformazione e la distribuzione di latte e prodotti lattiero-caseari in tutta l’Unione anche in circostanze straordinarie come quella che viviamo oggi. Per garantire il futuro sostenibile del nostro settore, essenziale e vitale per l’Europa, per i suoi cittadini e per la sua economia, chiediamo il suo supporto nell’attivazione del sistema di ammasso privato e speriamo di poter contare sul suo sostegno quando la crisi sanitaria sarà superata. Non c’era bisogno di una crisi per riconoscere il ruolo vitale del latte e dei prodotti lattierocaseari per la nostra società e l’importanza cruciale del buon funzionamento del nostro mercato unico senza frontiere.

Caro Commissario, il settore lattiero-caseario riconosce il sostegno ricevuto dalla Commissione europea per la gestione quotidiana della situazione di crisi connessa al Covid19.

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Abbiamo un latte di qualità per ogn ognuno di voi. Parmalat ha dedicato al latte tanta energia, migliorandolo con l’esperienza ed il lavoro. E per dare a ciascuno di noi la possibilità di scegliere, ne ha creato uno per ogni esigenza, mantenendolo sicuro e garantito attraverso un’accurata selezione delle materie prime in base a severi standard qualitativi e oltre un milione di rigorosi controlli all’anno, che lo rendono di assoluta qualità e fiducia. Parmalat è il buon latte che esaudisce i gusti e le necessità di tutti, anche in termini di qualità e sicurezza.

Nutriamo insieme l’oggi e il domani


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“CONIUGARE MERCATO E SOSTENIBILITÀ” di Katia Bellantone

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lasse 1977, nato a Ravensburg (Germania), sposato e padre di 4 figli, Norbert Lins ha costruito la sua carriera politica al Parlamento europeo, dapprima come assistente e, dal 2014, come eurodeputato. Da sempre sensibile ai temi legati all’agricoltura, all’ambiente e alla produzione, oggi è membro del Partito Popolare Europeo e presidente della Commissione Agricoltura. Presidente, quali sono le priorità della Commissione Agricoltura per questa legislatura? Le conseguenze della crisi del Coronavirus sono diventate il primo enorme argomento da affrontare. Dobbiamo aiutare i nostri agricoltori adesso e, ancor di più, quando la crisi sarà passata per assicurarci che le aziende agricole continuino a lavorare. Oltre a Covid-19, la nuova Pac per il 2021-2027, l’attuazione del Green Deal e i suoi impatti sull’agricoltura europea saranno i temi principali. Siamo chiamati a scrivere le regole dei prossimi dieci anni. La Commissione Agricoltura si impegna a proteggere gli interessi dell’industria alimentare? Se sì, come?

Le aziende agricole e l’industria di trasformazione dipendono l’una dall’altra. Le aziende agricole producono materie prime di alta qualità perché l’industria possa a sua volta trasformarle in prodotti di alta qualità. È interesse della Commissione Agricoltura assicurarsi che questa catena alimentare continui a funzionare. Bisogna poi considerare che gran parte dell’industria di trasformazione ha sede nelle aree rurali e offre opportunità di lavoro alla popolazione locale. Proteggendo gli interessi delle aziende agricole e dell’industria di trasformazione proteggiamo anche la campagna europea e ne facciamo un luogo degno di essere vissuto. Con Farm to Fork e Green Deal, le istituzioni dell’Ue chiedono sempre di più in termini di trasparenza e sostenibilità. Il settore alimentare accetta la sfida, ma chiede la protezione del mercato unico dell’Ue dalla sovrapposizione di una varietà di norme nazionali e comunitarie in materia di etichettatura (origine e etichettatura nutrizionale Fop). In che modo le istituzioni dell’Ue possono essere credibili nel presentare una politica alimentare dell’Unione se non sono in grado di

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CONOSCIAMOLO MEGLIO

NORBERT LINS

Quali sono i suoi hobby? Leggere e fare escursioni. Un posto dove vorrebbe tornare? Table Mountain (Sudafrica). Lo sport preferito? Il calcio. La squadra del cuore? Lo Stoccarda. Cantante prediletto? Johnny Cash. Film preferito? Casablanca. Il libro preferito? Non ce n’è uno specifico. proteggere il mercato unico? Il mercato unico è uno dei maggiori risultati dell’Europa. I sistemi di etichettatura di origine obbligatoria oppure le campagne che inducono i cittadini ad acquistare solo prodotti del proprio Paese non sono quel che intendo per mercato unico funzionante. Sostengo la regionalizzazione e l’etichettatura di specifici prodotti unici, come il latte prodotto in montagna o in regioni con vincoli naturali specifici. Ma non vedo perché un latte prodotto in Germania non possa essere venduto e apprezzato in Alsazia o perché il latte proveniente da una fattoria austriaca debba essere rifiutato dai consumatori bavaresi. Alla fine, il consumatore deve decidere se

Cibo tradizionale o innovativo? Tradizionale. Il piatto preferito? Lo Zwiebelrostbraten mit Spätzle (filetto di manzo con cipolle in salsa e i tipici gnocchetti tirolesi). Quale formaggio ama di più? Il Parmigiano Reggiano. Cosa non manca mai nel suo frigorifero? Il Parmigiano Reggiano. è disposto a pagare di più per un prodotto specifico. Questo è uno degli argomenti che dobbiamo affrontare in Commissione. Anche quando parliamo di Farm to Fork e Green Deal, dobbiamo trovare un giusto equilibrio tra le richieste ambientali e gli obblighi che gli agricoltori sono in grado di adempiere. Un esempio: chiedere una forte riduzione dei pesticidi e non trovare e consentire possibili alternative non è una soluzione. Vediamo cosa presenterà alla fine la Commissione. Io farò in modo che la Commissione parlamentare che presiedo continui a lottare per gli interessi degli agricoltori.

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ATTUALITÀ_FIL/IDF

LATTE PER UNA DIETA SANA E SOSTENIBILE di Judith Bryans – presidente Fil-Idf

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L’IMPATTO DEL LATTE SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI Contrariamente a quanto alcuni pensano, il settore lattiero-caseario ha una delle più ridotte impronte di carbonio per unità nutritiva. Il contributo complessivo della produzione e del trasporto di latte rappresenta il 2,7% delle emissioni globali di gas a effetto serra (Ghg). Un recente rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao) ha rilevato che tra il 2005 e il 2015 le emissioni dovute alla produzione di latte sono diminuite di quasi l’11%, mentre contemporaneamente la produzione è aumentata del 30%. Negli ultimi 50 anni il metano derivante dalla produzione lattiera è diminuito nelle nazioni industrializzate, non solo per kg di latte, ma in totale, dimostrando il significativo impatto delle azioni già intraprese dal settore per operare in modo più sostenibile. Il risultato: le emissioni di gas a effetto

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ggi è possibile scegliere tra innumerevoli varietà di cibi e bevande, per tutti i gusti e gli stili di vita: latticini, prodotti senza derivati dal latte, alimenti senza soia, senza glutine, senza lattosio, vegani e altro ancora. Mentre è bello poter avere una gamma di scelte per soddisfare le esigenze e i desideri individuali, non tutte le opzioni sono nutrizionalmente uguali, né hanno lo stesso impatto sul nostro pianeta.

serra per chilogrammo di latte prodotto sono diminuite dell’11%, pari a circa l’1% all’anno. NUTRIZIONE ECONOMICA E SOSTENIBILE Secondo la Fao, oltre l’80% della popolazione mondiale, circa 6 miliardi di persone, consuma regolarmente latte o altri prodotti lattiero-caseari. Perché? I prodotti lattiero-

caseari sono alimenti ricchi di nutrienti, che forniscono quantità significative di energia, proteine e micronutrienti, tra cui calcio, magnesio, selenio, riboflavina e vitamine B5 e B12. Secondo il rapporto della Fao, i prodotti lattiero-caseari sono il quinto fornitore di energia e il terzo fornitore di proteine e grassi degli esseri umani e un’importante fonte

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ATTUALITÀ _FIL/IDF di nutrienti economicamente accessibili per soddisfare i livelli raccomandati. 133 MILIONI DI CASEIFICI IN TUTTO IL MONDO Oltre 600 milioni di persone vivono in aziende lattierocasearie, tra cui 80 milioni di donne, di cui circa 37 milioni sono a capo delle loro imprese. Per non parlare del fatto che il latte, i prodotti e gli ingredienti lattieri sono prodotti fortemente scambiati e commercializzati, rendendo l’allevamento e la

trasformazione dei prodotti parte integrante delle economie nazionali e dei mezzi di sussistenza individuali. In breve: pensare di eliminare le vacche da latte e l’allevamento lattiero dal pianeta sarebbe altamente dannoso per l’approvvigionamento alimentare e la struttura economica e sociale del mondo. COSA C’È NELLA MIA BEVANDA? Le bevande a base vegetale

possono sembrare latte, ma sono solo estratti vegetali mescolati con acqua. Spesso includono diversi altri ingredienti aggiunti per migliorare il contenuto di nutrienti, la “sensazione in bocca” o il gusto, tra cui vitamine sintetiche, dolcificanti, addensanti e altro ancora. Di recente, abbiamo dato un’occhiata agli ingredienti e ai claim riportati su un certo numero di prodotti a base vegetale e siamo rimasti sbalorditi nel vedere il totale di

PUBBLICAZIONI RECENTI BULLETIN OF THE IDF N° 504/2020: NEW APPLICATIONS OF MIR SPECTROMETRY: QUALITY ASSURANCE PRACTICES WITH NEW PARAMETERS IN RAW MILK ANALYSIS La spettrometria Mid InfraRed (Mir) viene tradizionalmente applicata per la determinazione quantitativa dei principali componenti del latte come grassi, proteine o lattosio. Per questi parametri “tradizionali”, le tecniche Mir, per molto tempo, sono state utilizzate con modelli semplici utilizzati per prevedere questi parametri utilizzando un numero molto basso di lunghezze d’onda. Questo nuovo documento si concentra sui controlli richiesti con l’implementazione di nuove applicazioni quantitative e su come garantire la qualità dei risultati, nonché un’esplorazione di nuovi approcci. BULLETIN OF THE IDF N° 503/ 2020: GLOBAL MARKETING TRENDS, UNDERSTANDING CHANGES IN DAIRY CONSUMPTION AROUND THE WORLD Realizzato grazie all’approfondita conoscenza degli esperti Fil in tutto il mondo, questo Bollettino offre dati chiave di riferimento e apprendimento per tutto il settore. Il rapporto si basa sulle risposte ricevute ad un sondaggio diffuso in tutto il mondo e riporta le principali sfide attualmente affrontate dai professionisti del settore lattiero-caseario, anticipando le future tendenze (solo fino al 26 maggio prossimo, Idf offre uno sconto a coloro che acquisteranno la pubblicazione insieme all’ultima edizione del Rapporto annuale Idf World Dairy Situation - Bollettino 501/2019). ISO 23293 | IDF 247:2020 – MILKBASED INFANT FORMULA POWDERS — QUANTIFICATION OF WHEY PROTEIN CONTENT BY SODIUM DODECYL SULFATE-CAPILLARY GEL ELECTROPHORESIS (SDS-CGE) La norma riporta un metodo per la determinazione del rapporto tra le proteine del siero di latte e la caseina, che nelle polveri di latte per lattanti a base di latte vaccino può

variare da 20:80 a 80:20. Il metodo non si applica all’analisi di formule per bambini contenenti proteine idrolizzate o proteine di altre fonti (come quelle vegetali o da latte di altri mammiferi). STANDARD ISO 23291/ IDF 248: 2020 – MILK AND MILK PRODUCTS — GUIDELINES FOR THE APPLICATION OF IN-LINE AND ON-LINE INFRARED SPECTROMETRY Il documento fornisce linee guida per l’utilizzo della spettrometria infrarossa in applicazioni in linea e online per la lavorazione del latte (applicazioni distinte da quelle coperte dalla norma Iso 21543/Idf 201). La guida è applicabile, ma non limitata, alla determinazione di proteine, grassi e solidi totali nel latte liquido e nei prodotti lattiero-caseari mediante spettrometria nel medio e vicino infrarosso; alla determinazione di proteine, grassi e umidità in prodotti solidi o semi-solidi, come latte in polvere, burro e flussi di latte liquido mediante spettrometria nel vicino infrarosso. STANDARD ISO 16297 /IDF 161: 2020 – MILK — BACTERIAL COUNT — PROTOCOL FOR THE EVALUATION OF ALTERNATIVE METHODS La norma specifica un protocollo per la valutazione di metodi alternativi strumentali per la conta batterica totale nel latte crudo di animali di diverse specie. Il documento è complementare alle norme Iso 16140-2 e Iso 8196/Idf 128.

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ingredienti impiegati, molti dei quali non naturali, e purtuttavia commercializzati come interamente prodotti a partire da piante. Può sembrare una cosa ovvia da dire ma il latte contiene latte! E, anche se arricchite con vitamine e minerali, molte bevande a base vegetale ultraelaborate non riescono ad equiparare l’intero pacchetto

nutrizionale che il latte fornisce naturalmente, né beneficiano degli effetti benefici della dairy matrix. DALLA FONTE AL BICCHIERE Le bevande a base vegetale richiedono molte fasi di lavorazione prima di essere pronte per essere consumate. Tutti questi passaggi,

producono grandi quantità di rifiuti e sottoprodotti difficili da smaltire; il che non è l’ideale per il pianeta. Quando scegliamo, che si tratti del vero latte o di un’alternativa a base vegetale, dobbiamo sapere cosa c’è nel prodotto che stiamo acquistando, come è fatto e il suo impatto sul pianeta.

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ATTUALITÀ_NEWS PECORINO TOSCANO DOP, MARCHIO REGISTRATO IN UK Anche in Gran Bretagna l’unico Pecorino Toscano continuerà a essere quello a Denominazione di origine controllata. Nei mesi scorsi è stato registrato il marchio nel Regno Unito, un

passaggio importante richiesto dal Consorzio di Tutela a fine 2019 e accolto, ora, dall’Intellectual Property Office di Londra. La registrazione del marchio garantisce che il riconoscimento e l’identificazione della Dop, messo in dubbio con l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, continui ad essere operativo, indipendentemente dall’esito degli accordi bilaterali. Una garanzia per i produttori e per i consumatori britannici che continueranno ad acquistare il Pecorino Toscano Dop. “La Gran Bretagna – ha sottolineato Andrea Righini, direttore del Consorzio Tutela Pecorino Toscano Dop – è un mercato molto importante per

il nostro formaggio, il quarto Paese per export, pari all’ 8,76% del totale, con un giro di affari di circa 400mila euro. Proprio nei giorni in cui si consumava l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea con la Brexit abbiamo avuto la registrazione definitiva del marchio da Londra. È una garanzia per i consumatori e anche per i produttori, visto che attraverso questo passaggio anche in Gran Bretagna il Pecorino Toscano Dop continuerà a essere tutelato, potrà continuare a rafforzare la sua attività di mercato e avrà un’arma nuova per combattere i fenomeni di contraffazione che tanti danni provocano alle nostre produzioni di eccellenza”.

IL GORGONZOLA DOP È IL FORMAGGIO ITALIANO PIÙ CERCATO ONLINE DAI FOOD TRAVELLER INTERNAZIONALI È il Gorgonzola Dop il cibo italiano più cercato dai food traveller internazionali sulla rete. A dirlo è il “Rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2020”, redatto dalla ricercatrice Roberta Garibaldi, in collaborazione con World food travel association e Associazione italiana turismo enogastronomico, che fotografa le dinamiche per cui i turisti internazionali arrivano nel nostro Paese. In base ai dati raccolti da Semrush, che analizza i dati da oltre 300 milioni di estensioni dei browser di tutto il mondo, la Dop erborinata è saldamente al comando della classifica da tre anni, seguita dalla pizza napoletana e da un altro formaggio: il Parmigiano Reggiano. L’Italia è una delle mete predilette dai visitatori con un trend sempre in crescita e detiene il primato rispetto ai Paesi competitor grazie a cibo, vino e olio, che attraggono i turisti e raccontano il territorio tramite le tante eccellenze enogastronomiche. “Considerando che le visite ai caseifici sono risultate essere tra le esperienze con il più alto gap tra fruizione effettiva e desiderio – dice Roberta Garibaldi – è chiaro come queste siano proposte da valorizzare e implementare. E il Gorgonzola, grazie alla sua popolarità, può essere un potente strumento di marketing turistico se adeguatamente supportato dalla costruzione di esperienze a tema”. Considerati

gli ottimi risultati evidenziati in questa ricerca, il Consorzio per la Tutela del Formaggio Gorgonzola, sempre attento al suo posizionamento on line, ha rinnovato il proprio sito web adeguandolo alle attuali esigenze tecniche della rete e dandogli una nuova veste grafica. Non solo: considerando il grande interesse della sezione “Ricette”, la più consultata dagli utenti, le singole proposte di piatti sono pubblicate in modo da migliorare il posizionamento sui motori di ricerca e arricchire la loro visualizzazione nei risultati.

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ATTUALITÀ _NEWS CENTRALE DEL LATTE DI TORINO, LA BOTTIGLIA È VINTAGE Centrale del Latte di Torino ha commercializzato per alcuni giorni un numero limitato di bottiglie del latte fresco Tapporosso nelle versioni Alta Qualità e Parzialmente scremato, nelle storiche bottiglie di vetro in stile vintage. Una particolare collezione pensata per i veri appassionati del vintage e i clienti fedeli alla marca, queste bottiglie in vetro hanno la decorazione storica della Centrale degli anni ’60, rieditata e disponibile nei due colori rosso e verde per le due tipologie di prodotto. Il latte è proveniente dalle migliori stalle localizzate in Piemonte. Tutte stalle che hanno

ottenuto la certificazione “Benessere Animale”. Si tratta di una bottiglia speciale, da 750 ml, che ha

già ricevuto nel 1998 l’Oscar dell’Imballaggio, il concorso organizzato dall’Istituto Italiano Imballaggio in collaborazione con la scuola del design del Politecnico di Milano per le migliori confezioni in distribuzione. Una scelta non solo di design e di stile, un ritorno al passato che guarda però all’innovazione sostenibile del futuro, a favore delle nuove generazioni. La bottiglia ha un sistema di chiusura con tappo a vite “salva freschezza”, cosiddetto Twist Off, che garantisce il massimo della qualità e della praticità di consumo e permette di conservare al meglio il latte, anche dopo l’apertura.

GALBANI: NUOVA CAMPAGNA, FIDUCIA DI SEMPRE La Fiducia è nel Dna di Galbani fin dall’epoca del Carosello. Lo storico marchio è tornato a far parlare di sé e del concetto di fiducia con una campagna di comunicazione a 360 gradi che ha visto al centro i suoi brand e il loro valore nell’ecosistema della fiducia. La storica marca italiana che dal 1882 significa italianità e tradizione è tornata in comunicazione con spot monobrand sia in Tv, sia sui canali digitali (Facebook, YouTube e Instagram). Partendo dall’insight “è più facile e bello godersi la vita di ogni giorno quando hai vicino qualcuno di cui ti fidi”, i creativi di Ogilvy hanno sviluppato una campagna che ha visto protagonista Galbani insieme ai suoi brand. Ogni spot ha messo al centro i prodotti più iconici di ogni marca rafforzando il loro legame con la fiducia. Il primo spot è quello di

Certosa Galbani che vede come pay off “Certosa, quella vera” a sottolineare il legame di Certosa con la storia e l’esperienza nell’arte casearia. Il secondo tassello della campagna ha visto protagonista l’iconico Galbanino, che porta con sé il pay off “Galbanino, e tutto fila”.

La campagna si è conclusa a metà aprile, su tutte le maggiori emittenti italiane (Rai, Mediaset, Sky Pay, Sky Fta, Digitalia, Discovery Media). Oltre alla Tv, la campagna ha previsto il coinvolgimento dei principali social network per un lavoro curato sempre da Ogilvy.

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INFORMAZIONE PUBBLICITARIA

HEALTHY YOGURT BENEO Orafti® azienda leader nelle produzione di fibra da cicoria, ha recentemente condotto una ricerca di mercato in cinque paesi europei. I risultati mostrano che il 62% dei consumatori europei si preoccupa del contenuto di zuccheri nei prodotti lattiero caseari, mentre, quasi il 71% dei consumatori, controlla il contenuto di zuccheri riportati in etichetta. Lo yogurt, ad esempio, è un alimento povero di zuccheri e grassi, contiene una discreta quantità di proteine, è ricco di calcio e di fermenti lattici vivi, per questo è considerato un alimento sano. Non dobbiamo dimenticare che lo yogurt ha un contenuto naturale di lattosio, che è appunto uno zucchero: per questo anche lo yogurt bianco contiene una piccola quantità di zucchero (generalmente tra i 4/6 g per 100 g di prodotto). Questo vale però se parliamo del prodotto al naturale, perché ne esistono anche bianchi zuccherati, presentati in genere come “crema di yogurt”, “yogurt bianco cremoso” o “yogurt dolce”, in cui il contenuto di zucchero è nettamente più alto. Quando si fa riferimento ai vasetti di yogurt con frutta, che in genere a parte qualche eccezione, sono preparati con una purea simile alla marmellata, il contenuto di zuccheri totale risulterà più elevato. È proprio in questi prodotti che è possibile ridurre gli zuccheri con l’utilizzo di fibre. PRINCIPALI SFIDE NELLA RIDUZIONE DELLE CALORIE Inulina e oligofruttosio Beneo Orafti sono la risposta che l'industria alimentare sta cercando. Sono fibre solubili che vengono estratte dalla

radice da cicoria. Offrono tutti i benefici nutrizionali delle fibre oltre ad un gusto dolce ed equilibrato. Grazie alla loro struttura chimica, queste fibre, hanno proprietà tecniche simili allo zucchero, rendendole perfettamente adatte come sostituti (apportando quasi la metà delle kcal rispetto allo zucchero). Non alterano in alcun modo le qualità organolettiche dei prodotti, vale a dire consistenza, aroma, sapore e aspetto. Di conseguenza, consentono alle aziende alimentari di produrre versioni a ridotto contenuto di zuccheri. Possono essere addizionate nei preparati di frutta, nelle puree, senza modificare il processo produttivo, il risultato complessivo sarà una possibile riduzione degli zuccheri aggiunti fino al 35% e un arricchimento in fibre. Inulina e oligofruttosio inoltre permettono di migliorare il profilo nutrizionale di un alimento in caso di adozione di etichette come ad esempio il nutri-score o l’etichetta a batteria. Si tratta, di due sistemi visivi volontari che andrebbero ad aggiungersi a quelle obbligatorie e facoltative, già presenti e codificate dai Regolamenti comunitari. PROPRIETA’ PREBIOTICHE E FUNZIONALI Inulina e oligofruttosio sono tra le poche fibre alimentari considerate prebiotiche da numerosi studi scientifici (più di 150) che confermano i benefici dell’utilizzo sviluppando i microrganismi benefici del microbiota intestinale. Grazie all’impegno nella ricerca scientifica, BENEO ha ottenuto l’esclusiva di un claim per l’inulina da cicoria.

Il Claim, autorizzato dall’UE ai sensi dell’articolo 13.5, è il seguente: “L'inulina da cicoria contribuisce alle normali funzioni intestinali grazie a un aumento della frequenza di evacuazione” che può essere combinata con un claim generico relativo alla salute di cui all’articolo 10.3: "l'inulina da cicoria favorisce la salute dell'apparato digerente", oppure "favorisce l’equilibrio della flora intestinale". I consumatori iniziano ad essere sempre più consapevoli che i prodotti prebiotici rappresentano un beneficio per la salute. BENEO ha quindi deciso di introdurre un logo prebiotico dedicato. Il logo prebiotico offre alle aziende alimentari un modo semplice e visivo per promuovere il benessere intestinale.

Per maggiori informazioni è possibile contattare: adesilvestri@eigver.it Tel: 02.93539.350

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ATTUALITÀ _NEWS YOGURT SCALDASOLE, NUOVO GUSTO CAFFÈ E CIOCCOLATO La gamma di yogurt biologici Scaldasole, ispirata ai grandi classici delle creme della gelateria italiana, si è arricchita di un nuovo gusto: Caffè e Cioccolato. Particolarmente denso e cremoso, come gli altri yogurt della gamma, Caffè e Cioccolato ricorda l’esperienza di assaporare un gelato. È un prodotto preparato con i migliori ingredienti e senza aggiunta di aromi. Caffè e Cioccolato si aggiunge ai gusti Nocciola, Vaniglia e Pistacchio della linea Ricorda il Gelato di Scaldasole,

un brand innovatore e versatile, attento ai bisogni e alle aspettative dei propri consumatori, ma fedele a una produzione che impiega solo materie prime di altissima qualità rigorosamente di origine biologica. Lo yogurt Caffè e Cioccolato, come le altre tre referenze della gamma, è disponibile nel formato da 250 grammi in una pratica confezione “amica dell’ambiente” perché promuove, con le sue componenti in plastica e carta, una corretta abitudine al riciclo.

TUTTI GLI USI DEL CAPRICCIO DA FATTORIE GIRAU LATTE DI PECORA IN PACK DI ARRIGONI BATTISTA Il “Capriccio” di Arrigoni Battista è un formaggio molle a pasta fresca frutto di una produzione all’avanguardia che mantiene inalterati a lungo i profumi ed i sapori dei formaggi. Agli ultimi World Cheese Awards si è aggiudicato il favore dei giudici internazionali conquistando una medaglia di bronzo nella sua categoria. Prodotto con latte vaccino proveniente da stalle conferenti fidelizzate e situate entro il raggio di pochi chilometri dal caseificio, il Capriccio è caratterizzato da una forma allungata, pasta morbida e crosta inesistente. È disponibile in forme da 80 grammi. Arrigoni Battista porta così sulla tavola un formaggio fresco e di elevata qualità, da assaporare tutto l’anno, perfetto da solo, su una fetta di pane, ma alleato ideale per insaporire ricette più elaborate, sia salate che dolci. Oltre a prestarsi all’abbinamento con pasta, gnocchi e risotti, il suo sapore delicato lo rende perfetto per preparare cheesecake, creme o quenelle e per impreziosire torte e muffin.

Fattorie Girau ha lanciato da poche settimane e per la prima volta in Italia il latte di pecora confezionato. Per proseguire il percorso di crescita in Italia e all’estero, Fattorie Girau ha deciso di puntare su una nuova gamma premium di prodotti 100% naturali declinata in quattro categorie, scelte per valorizzare le tre diverse filiere lattiero-casearie: caprina, ovina e bovina. La linea a base di latte di pecora è composta, oltre che dal latte alimentare, da yogurt e formaggi porzionati e spalmabili. Simile la linea a base di latte di capra e con un’offerta kids a base di latte bovino. La gamma si completa con il restyling grafico della linea Origini, composta da formaggi stagionati. In totale le referenze a marchio Fattorie Girau in distribuzione saranno 39. Oltre al latte, la linea base di latte di pecora si compone di fette di formaggio, il formaggio spalmabile fresco, lo yogurt naturale e al miele. Quella a base di latte di capra propone latte alimentare, fette di formaggio, burro, formaggio spalmabile e yogurt nei gusti bianco, fragola, banana e frutti di bosco. La linea di latte bovino offre latte al cacao, yogurt bianco e stracciatella, formaggio a fette e formaggio spalmabile fresco.

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ATTUALITÀ _NEWS GORGONZOLA, 2019 ANNO RECORD PER LA PRODUZIONE SUPERATI I 5 MILIONI DI FORME, UN TERZO SI ESPORTA Il 2019 è stato un anno record per il formaggio Gorgonzola Dop. Per la prima volta dalla sua nascita, la produzione ha superato i 5 milioni di forme. Il volume d’affari al consumo generato, pari a 800 milioni di euro circa, conferma il Gorgonzola Dop come il formaggio italiano erborinato di latte vaccino, top della sua gamma per valore di produzione e lo colloca al settimo posto in assoluto nell’intero comparto agroalimentare. Sono state per la precisione

5.025.785 le forme prodotte lo scorso anno dalle 39 aziende associate al Consorzio di tutela, coadiuvate da circa 1.800 aziende agricole dislocate nel territorio consortile, a cavallo tra Piemonte e Lombardia. Il dato del 2019 fa registrare un aumento rispetto al 2018 di 176.482 forme (+3,64%) e di 293.070 forme (+6,19%) rispetto al 2017, confermando il trend in costante crescita nella produzione di Gorgonzola Dop nell’ultimo decennio. Oltre un terzo delle forme prodotte vola all’estero, soprattutto verso Germania, Francia e Inghilterra, Paesi in cui il Gorgonzola Dop è storicamente molto amato come dimostrano testi francesi in cui viene menzionato già nel Settecento. L’erborinato è apprezzato anche fuori dall’Europa: il Giappone è l’undicesimo Paese per importanza di export e il primo con gli Stati Uniti tra quelli extra-europei. In Australia sono state consumate oltre 20mila forme, raddoppiate rispetto all’anno precedente, in Canada oltre 5.800 e la Nuova Zelanda

Renato Invernizzi, presidente del Consorzio Gorgonzola Dop rappresenta un mercato in forte crescita. C’è chi ne apprezza la versatilità perché può essere utilizzato in un cocktail o addirittura intinto nel cioccolato. Chi adora il suo gusto intenso e lo preferisce assoluto o, ancora, chi apprezza che è un alimento completo ad alta digeribilità, adatto anche agli intolleranti al glutine e al lattosio.

IL PECORINO TOSCANO DOP INVESTE SUI GIOVANI CHEF Il Consorzio tutela Pecorino Toscano Dop continua a investire sui giovani e sulla qualità del marchio Dop con un’iniziativa promossa dall’Urct – Unione regionale cuochi toscani. Il Pecorino Toscano è stato fra i prodotti Dop e Igp toscani al centro della finale dell’edizione 2019 del concorso “Miglior Allievo della Toscana” che ha coinvolto gli studenti di 17 istituti alberghieri di tutta la regione. Gli studenti in gara nella finale del concorso, nato da una riorganizzazione della selezione “Miglior Commis di Cucina” — promosso dall’Unione regionale cuochi toscani e coordinato dallo chef e docente Shady Hasbun — sono stati chiamati a realizzare un piatto partendo dai prodotti messi a disposizione dai Consorzi di tutela che hanno aderito all’iniziativa accanto ad altri partner, tra cui il Pecorino Toscano Dop. “Il Consorzio – ha affermato il direttore Andrea Righini – crede e investe nei giovani per favorire una formazione consapevole dei consumi e dei

prodotti a marchio Dop e Igp. L’iniziativa promossa dall’Urct va in questa direzione, puntando sui futuri chef, e siamo lieti di averla sostenuta per rafforzare la bella collaborazione che ci unisce con numerose attività e potenziare la nostra presenza fra i giovani”.

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ATTUALITÀ _NEWS SUCCESSO PER LA FONTINA DOP NEI PANINI DI MCDONALD’S VENDUTE 80 TONNELLATE PER 5 MILIONI DI PANINI Con la fine del 2019 si è concluso il contratto di un anno tra la Cooperativa Produttori Latte e Fontina e McDonald’s. Per 12 mesi il formaggio Dop simbolo della Valle d’Aosta è stato inserito in un panino della grande catena di fast food, nell’ambito della linea di hamburger gourmet “My Selection”, selezionati dal ristoratore italo americano e star tv Joe Bastianich. La Fontina Dop è stato uno degli ingredienti del “My Selection Chicken” insieme allo speck del Trentino Alto Adige Igp, al petto di pollo italiano, al pomodoro, all’insalata e alla salsa ai funghi porcini. E il bilancio è più che positivo. “È stato un successo – conferma Ezio Toscoz, direttore della Cooperativa Fontina – abbiamo venduto a McDonald’s 80 tonnellate di prodotto, pari a circa 10mila forme, rispettando i quantitativi previsti all’inizio.

Questo significa che la proposta è piaciuta. Complessivamente sono stati serviti oltre 5 milioni di panini con la Fontina in tutta Italia”. L’ottimo riscontro dell’iniziativa è una risposta anche a chi storceva il naso all’idea

che la Fontina Dop fosse abbinata al marchio simbolo del fast food. “Le chiacchiere lasciano il tempo che trovano – ha continuato Toscoz – noi dobbiamo vendere il prodotto e questa con McDonald’s è stata un’operazione eccellente”.

PIAVE DOP, ECCO L’APP DI REALTÀ AUMENTATA PER I RAGAZZI Si chiama “Piave Dop & Nice to Eat-Ee Ar” la nuova app di realtà aumentata realizzata dal Consorzio per la Tutela del Formaggio Piave Dop nell’ambito della campagna cofinanziata dell’Unione europea Nice to EatEu. Disponibile gratuitamente in italiano e tedesco su pc, tablet e smartphone per entrambe le piattaforme (iOS e Android), questa applicazione propone un format ad alto coinvolgimento emozionale e di facilissima fruizione, perfetto

per i più piccoli, che permette di accedere a molti contenuti tra cui video, animazioni 3D, giochi e ricette in modo dinamico, semplice e stimolante. Con un semplice click i bambini potranno dar vita a forme di formaggio Piave Dop in 3D che compariranno quasi per magia ovunque si desideri, ma anche imparare divertendosi avviando i video educativi e informazioni utili sul significato di Dop e sull’importanza della certificazione e dei regimi di

qualità europei, sulla sicurezza e sanità degli alimenti e sulla loro tracciabilità. Inoltre, attraverso l’app i giovanissimi potranno conoscere da vicino Captain Piave, il supereroe protagonista di un’animazione Full 3D CG che difende il formaggio Piave Dop da abusi e contraffazioni e giocare con lui a Fake Hunters, il videogioco “cheese ninja” che, livello dopo livello, accompagna i consumatori di domani alla scoperta dei valori che stanno alla base dei concetti di tutela e garanzia e, quindi, insegnerà loro a riconoscere i marchi di qualità europei. Captain Piave coinvolgerà i bambini per tutto il 2020: gli alunni delle primarie saranno chiamati a partecipare a un contest per l’ideazione e la creazione di uno storyboard del seguito delle avventure del supereroe, in difesa dei regimi di qualità dell’Ue.

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ITÀ

NOV


ATTUALITÀ _NEWS MASTER ON LINE SULLA SICUREZZA ALIMENTARE Il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche organizza un master di primo livello on line dal titolo “Gestione, Qualità e Haccp nelle filiere alimentari”. Gli obiettivi formativi del master sono i seguenti: - Qualità e la sicurezza degli alimenti; - Filiere della produzione degli alimenti di origine vegetale e animale (convenzionali e innovative); - Igiene di processi e prodotti; - Implementazione di piani Haccp; - Legislazione alimentare nazionale e comunitaria - Certificazione volontaria e regolamentata, nel settore

alimentare. Progetto generale di articolazione delle attività formative: Modulo 1: Rischio biologico (Crediti formativi universitari 7); Modulo 2: Tecniche microbiologiche (Cfu 3); Modulo 3: Rischio chimico (Cfu 2); Modulo 4: Innovazione di processo nelle tecnologie alimentari (Cfu 4);

Modulo 5: Normative cogenti; Haccp; Etichettatura (Cfu 5); Modulo 6: Normative volontarie (Cfu 2); Modulo 7: Ristorazione (Cfu 2); Modulo 8: Filiere di alimenti di origine animale: latte e formaggio (Cfu 6); Modulo 9: Filiere di alimenti di origine vegetale: ortofrutta, vino (Cfu 6); Modulo 10: Filiere di alimenti di origine vegetale: cereali (Cfu 3); Modulo 11: Filiere di alimenti di origine animale: carni, uova e ovoprodotti, prodotti della pesca e molluschi bivalvi vivi (Cfu 7); Modulo 12: Filiera degli insetti edibili (Cfu). Per iscrizioni: www.univpm.it/Entra/ Didattica/Master_ Universitari.

IL PROVOLONE VALPADANA DOP RINNOVA L’IMMAGINE Il Consorzio Tutela Provolone Valpadana rafforza l’impegno per rilanciare un prodotto dalla tradizione millenaria in un mondo che cambia ormai quotidianamente. L’impegno nel rinnovare l’immagine del Provolone Valpadana ha visto dapprima la realizzazione del nuovo sito www.provolonevalpadana.it, che si contraddistingue per lo stile elegante e di facile fruibilità, ricco di spunti e approfondimenti culinari, e l’avvio di canali social (@ provolonevalpadana Facebook, Instagram e Youtube), caratterizzati da un linguaggio più vicino al consumatore finale, accompagnandolo nella conoscenza di un prodotto dalle caratteristiche inaspettate. Il dualismo tra le tipologie dolce e piccante sarà il filo conduttore della nuova

campagna di comunicazione, che prevede un autunno ricco di eventi e la presenza costante, sin dai prossimi giorni, nel

mondo digital. A breve sarà inaugurato un ulteriore spazio web per proporre approfondimenti, curiosità e riflessioni in ambito culinario e caseario, in collaborazione con blogger e redazioni, arricchito da nuovi video e ricette. “Abbiamo sempre difeso il valore e la tipicità di uno dei prodotti rappresentativi del patrimonio lattiero caseario nazionale – dichiara Libero Stradiotti, presidente del Consorzio Tutela Provolone Valpadana – ma abbiamo iniziato a valorizzarne appieno anche le indubbie proprietà intrinseche, caratterizzate dalle due tipologie: quella Dolce che può diventare l’ingrediente che seduce il palato e quella Piccante, dal sapore coinvolgente, ricco e da scoprire, dedicato agli intenditori”.

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ATTUALITÀ _NEWS LA VERSATILITÀ D’USO DEL LATTE CONDENSATO NESTLÉ Il Latte Condensato Nestlé, composto da soli latte e zucchero, è l’alleato perfetto per la realizzazione di qualsiasi ricetta perché regala una dolcezza e una cremosità davvero uniche. Una tendenza molto apprezzata nella pasticceria, ad esempio, è quella di associare il dolce a una nota salata, dando vita a contrasti davvero sorprendenti che trasformano ogni dessert

in un’esperienza di gusto indimenticabile. Un esempio? Il connubio tra il cacao, Il Latte Condensato Nestlé e la crema al caramello salato, protagonista della ricetta scelta dai ragazzi di Chef in Camicia. Semplice da realizzare – e, ancor più, da gustare – la Torta al cacao con crema al caramello salato di Chef in Camicia è perfetta per assicurare un finale ad

effetto in tutte le occasioni speciali, dove la dolcezza diventa un momento unico da condividere con chi amiamo. In questa torta, la dolcezza dello zucchero caramellato viene esaltata dal tocco salato del caramello, per un risultato finale letteralmente irresistibile.

TREVALLI COOPERLAT LANCIA UNA LINEA BIO E VEGAN Con la linea biologica e vegetale Hoplà Veg&Bio composta da quattro bevande (Soia, Riso, Avena, Mandorla) e da due prodotti da cucina (Besciamella, Crema vegetale), TreValli Cooperlat fa il proprio ingresso nel mondo del biologico. L’azienda cooperativa marchigiana si rivolge a una fetta di consumatori in continua crescita, come testimoniato dalle indicazioni di mercato. L’intera gamma da cucina è senza glutine, allergen free, senza olio di palma e grassi idrogenati. Le quattro bevande Hoplà Veg&Bio, senza zuccheri aggiunti, possono essere gustate calde o fredde in

ogni momento della giornata, oppure essere utilizzate come ingredienti per ricette dolci e salate. “I prodotti appena lanciati – sottolinea la brand manager di TreValli Cooperlat, Claudia Serges – essendo certificati

vegan e privi di lattosio e proteine del latte, sono stati pensati per favorire non solo vegetariani e vegani, ma anche chi soffre di allergie e intolleranze ai latticini”. Info e consigli d’uso su www.hoplabio.it.

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ATTUALITÀ _LIBRI INGREDIENTI ALIMENTARI GUIDA ALL’UTILIZZO “Ingredienti alimentari - Guida all’utilizzo” (Point Vètèrinaire Italie 2019, 135 pp.), curato da Dante Marco De Faveri e Giorgia Spigno, rappresenta uno strumento utile sia per i professionisti che, direttamente o indirettamente, si occupano della produzione di alimenti, sia per gli studenti dei corsi di laurea che trattano di tecnologie alimentari. Il testo, pur se non esaustivo, presenta i principali ingredienti impiegati nell’industria alimentare, descrivendone i processi produttivi e le caratteristiche chimico-fisiche, accompagnate da modalità applicative, utili per un loro corretto impiego al fine di ottimizzarne i risultati. L’approccio utilizzato è quello oggi richiesto dai più innovativi sviluppi scientifico-tecnici del settore e si basa non tanto sul criterio di filiera, quanto su quello sistemico, privilegiandone l’aspetto multidisciplinare, tipico dell’ingegneria di processo al quale le tecnologie alimentari appartengono. Infine, particolare attenzione è stata posta alla sostenibilità.

ETICA DEL MANGIARE. CIBO E RELAZIONE La filosofia ci guarda nel piatto e il verdetto non è dei migliori. “Mangiamo male perché non sappiamo che cosa vuol dire bene e male nella nostra relazione con il cibo”, scrive infatti il professor Adriano Fabris dell’Università di Pisa nel suo ultimo libro – in realtà un pamphlet, come lui stesso lo definisce – intitolato “Etica del mangiare. Cibo e relazione” (Edizioni Ets 2019, 106 pp.). L’idea da cui parte Fabris è che l’atto del mangiare è un modo problematico (e anche distruttivo e violento) di relazionarci con gli altri esseri viventi e con il mondo in generale. Il libro inizia con un capitolo che mostra quanto le questioni relative al mangiare siano oggi spesso mal impostate perché la relazione alimentare è univocamente appiattita su chi mangia o su chi/cosa è mangiato. La seconda parte del volume approfondisce gli aspetti di sacralità legati al cibo. La terza sviluppa una vera e propria etica del mangiare.

HUMAN-CENTRIC MARKETING Nel volume “Human-Centric Marketing - Prima di consumatori, siamo tutti persone” (Franco Angeli editore 2020, 168 pp.), Matteo Rinaldi racconta il lato umano del marketing, quello che riesce a emozionare e che contribuisce a migliorare la vita delle persone, per farle sentire meglio con se stesse e con gli altri. Un manuale d’istruzioni insolito, pratico e divertente, diviso in otto passaggi per creare strategie di marketing human-centric. Un viaggio alla scoperta del perché le persone fanno quello che fanno, perché più si comprende e più si è in grado di creare un legame emozionalmente coinvolgente tra i marchi e le persone. Nel testo si trovano le storie di numerosi protagonisti e i contributi di Riccardo Pozzoli, Ricardo Travassos, Francesco Muglia, Dario Gargiulo, Francesco Sodano, Roberto Zepponi. L’autore è adjunct professor della Luiss Business School e partner&regional director di Garrison Group. Ha lavorato con alcuni marchi famosi nel mondo, tra cui Danone, Coca-Cola, Ikea, Juventus, Carlsberg e tanti altri.

ATLANTE DELLE RAZZE AUTOCTONE L’Italia è uno dei Paesi europei più ricchi di biodiversità zootecnica e proprio per questo la salvaguardia delle razze animali è una sfida impegnativa che assume un significato importante dal punto di vista non solo ecologico e ambientale, ma anche economico, sociale e culturale. Alla sua seconda edizione l’Atlante delle razze autoctone (Edagricole 2020, 494 pp.), curato da Daniele Bigi e Alessio Zanon, aggiorna e amplia con nuovo materiale il testo precedente, già ricco di quasi 200 schede delle razze di bovini, ovini, caprini, suini, asini e cavalli selezionate e allevate in Italia e ne rivede tutte le informazioni statistiche. Le schede, corredate di foto, raccolgono attraverso la ricerca bibliografica e sul campo informazioni su origini storiche, consistenza, distribuzione geografica, caratteristiche morfologiche, attitudini produttive e, per le razze a rischio estinzione, le principali iniziative di salvaguardia in atto o ancora da adottare.

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ECONOMIA

BUSINESS E COVID-19 IL VACCINO È L'ONLINE DA UN'ANALISI DELLA SOCIETÀ DI CONSULENZA KANTAR, OCCORRE RIDEFINIRE RAPIDAMENTE STRATEGIA E MODALITÀ DEL BRAND PER ADATTARLE AI NUOVI SCENARI. DOVE IL DIGITALE DIVENTA VITALE

Engin Akyurt - Unsplash

di Samuele Ferrigato

L'

analisi di quanto sta accadendo a causa dell’epidemia di Coronavirus offre lezioni utili per analizzare l’impatto dell’emergenza sul business dei diversi settori e le implicazioni in termini di brand management. L’analisi dell’individuo, delle emozioni che emergono in questi

contesti di crisi è il punto da cui partire. Poi osservare i sintomi, verificare i cambiamenti, comprendere le cause. Infine, reagire velocemente. Questo il contenuto di un’analisi realizzata dalla società di consulenza inglese Kantar, esaminando in particolare il caso della Cina, che per

prima ha dovuto affrontare l’emergenza e tutte le sue conseguenze. Secondo i dati di BrandZ relativi alle crisi del passato, le marche di maggior valore riescono a tornare a crescere nove volte più velocemente delle altre quando l’economia si riprenderà.

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LE PRINCIPALI PREOCCUPAZIONI DEI CONSUMATORI PER LA SITUAZIONE COVID-19

30%

34%

46%

Si lasciano prendere dalla paura per aver finito l'essenziale, finendo per fare "acquisti di panico"

Sarà peggio di una recessione economica con il rischio che le persone perdano il lavoro

Sono preoccupati di ammalarsi

60% Ritengono di dover essere ancora più proattivi sulla pianificazione finanziaria e sulla sicurezza per il futuro

Fonte: Kantar - Understand People, Inspire Growth

I dati confermano l’importanza di avere una brand equity (patrimonio di marca) forte e distintiva. L’impatto dell’emergenza sanitaria da coronavirus sta modificando rapidamente lo scenario in cui viviamo: le abitudini si stravolgono, le attività si limitano drasticamente oppure si trovano altre modalità per mantenerle, riducendo al massimo le opportunità di incontro o di uscita. Tutto questo sta avendo un impatto sempre più rilevante anche sul business nei diversi settori. «L’esperienza cinese – ha evidenziato il ceo Italia, Israele e Grecia di Kantar, Federico Capeci – offre ottimi spunti per valutare come i consumatori hanno reagito all’emergenza, come stanno modificando i loro comportamenti, acquisti o le fruizione dei media. La Cina è in situazione di emergenza ormai da mesi e questo permette di analizzare le possibili evoluzioni anche in Europa, naturalmente con le debite distinzioni». IL RUOLO DEL DIGITALE Lo studio effettuato in Cina e in altri sei Paesi asiatici, l’ascolto del consumatore e lo studio sull’impatto del virus sui diversi settori merceologici, hanno evidenziato elementi di cambiamento e implicazioni di lungo termine che le marche devono attentamente considerare in questa situazione di emergenza. Il digitale assume una forte rilevanza, in termini di

comunicazione, di canale d’acquisto, di innovazione di prodotto/servizio, abilitando opportunità che magari fino a prima dell’emergenza non avremmo considerato nella versione digitale. Ottimizzare l’online experience, creare

Ma, soprattutto, c'è attesa che i brand prendano la parola. In questi momenti le marche possono davvero avere uno spazio e un ruolo dal sapore istituzionale. LE STRATEGIE Kantar, attraverso il proprio tool NeedScope, ha identificato sei strategie che le persone mettono in atto per affrontare la crisi: combattimento; ritiro e difesa; rafforzamento; collaborazione e accettazione; strategia e pianificazione, evitamento. Poi agire con disciplina, portando valore al consumatore in real time, con coerenza. Ogni brand dovrà individuare la propria modalità in linea con i valori

LE ASPETTATIVE DEI CONSUMATORI DAI BRAND DI TUTTE LE CATEGORIE ASSICURAZIONI

Prodotti e servizi che promettono salute e benessere ALIMENTI E BEVANDE

Prodotti e servizi sicuri da usare BENI DI CONSUMO

Prodotti e servizi sicuri da usare

SALUTE E BENESSERE

Prodotti e servizi che promettono salute e benessere BANCHE

65% 59% 56% 55% 45%

Prodotti e servizi sicuri da usare Fonte: Kantar - Understand People, Inspire Growth

desiderio e relazione online diventa vitale. Le marche che non sono ancora entrate nell’ottica di integrazione concreta della rete nel proprio modello di business e di comunicazione, possono ritrovarsi con seri problemi e perdere terreno. Emergono nuovi comportamenti, in ambito professionale o anche in quello domestico e saranno tanto più irreversibili quanto più sarà prolungata questa particolare situazione di emergenza. I brand devono essere in grado di modificare le proprie strategie con un ritmo coerente con quello del contesto in cui operano.

del brand: capire se lavorare con iniziative di responsabilità sociale d'impresa, se adottare un tono ironico, umoristico o amichevole, se dimostrarsi “vicino” o ritagliarsi un ruolo di leader. Insomma, le marche possono trovare il modo di reagire più consono alla propria strategia, diventando protagoniste del proprio futuro e scegliendosi un ruolo chiaro, attivo e proattivo nel contesto attuale, ma devono essere in grado di adattarsi rapidamente al cambiamento, riconsiderando le iniziative che erano a piano in questa nuova ottica, riadattando e ottimizzando in real time quanto inizialmente previsto.

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ECONOMIA

PER SFAMARE TUTTI SERVONO I LATTICINI UNO STUDIO DEL PARLAMENTO EUROPEO FOTOGRAFA LE ABITUDINI ALIMENTARI DEI CITTADINI DELL'UE: MENO CARNE, MA PIÙ OBESI di Chiara Fabrizi

L'

economia e il mercato del lavoro, ma anche protezione sociale, equità intergenerazionale e assistenza sanitaria, ambiente, alimenti e nutrizione sono tutti fattori guidati dalla demografia. Proprio alla demografia è dedicato il recente studio "The demographic Outlook for the European Union 2020"

pubblicato dal servizio di ricerca del Parlamento europeo. Lo studio traccia un quadro della struttura demografica dell'Unione europea e del suo sviluppo e quanto emerge è che, se consideriamo i 28 Paesi comunitari – dunque includendo ancora il Regno Unito – la popolazione ha continuato a

crescere negli anni (circa un quarto dal 1960) e oggi si attesta a quasi 450 milioni di individui. I numeri stanno cominciando a stagnare ed è atteso un declino verso la metà del secolo. Dall'altro lato c'è una popolazione mondiale cresciuta con tassi ancor più significativi (oggi quasi 7,7 miliardi) e in

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PIRAMIDI DI POPOLAZIONE DELL'UE A 28 NEL 2020 E NEL 2050 NUMERO DI DONNE E UOMINI PER FASCE D'ETÀ - IN MILIONI

85+ 80-84 75-79 70-74 65-69 60-64 55-59 50-54 45-49 40-44 35-39 30-34 25-29 20-24 15-19 10-14 5-9 <5 20

15

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FEMMINE 2050

0 MASCHI 2020

5

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20

MASCHI 2050

Fonte: Eurostat

continuo aumento. In questo quadro, il "peso" della comunità europea sulla popolazione del pianeta va riducendosi (oggi rappresenta il 6,9% del totale). A questo aggiungiamo che la popolazione europea sta invecchiando, per via di una speranza di vita sempre maggiore e un tasso di fertilità ridotto rispetto al passato. L'aspettativa di vita dei cittadini europei, dai primi anni Sessanta a oggi è cresciuta di oltre 10 anni. Allo stesso tempo le nascite nei 28 Paesi sono crollate. Mentre la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) ha subito un crollo a partire dal 2010, è previsto che gli over ottantenni raddoppieranno entro il 2050, rappresentando così l'11,4% della popolazione. Nel modellare la demografia all'interno dei vari Paesi europei e regioni, giocano un ruolo importante anche la libera circolazione nel territorio comunitario e l'immigrazione da Paesi terzi. Quello che si vede è anche

una crescita della popolazione sempre più importante nelle aree urbane e l'abbandono di quelle rurali; ciò determina la stagnazione economica di queste ultime, la perdita di professionalità e opportunità professionali e l'aumento della povertà. L'OSSIMORO DELLA SALUTE Sebbene il consumo di alimenti di miglior qualità e l'adozione di abitudini alimentari più sane porti a una maggiore aspettativa di vita, questa tendenza deve fare i conti con maggiori livelli di obesità e diabete della popolazione, causa di un maggior numero di decessi per malattie cardiovascolari. Per questo motivo, lo studio ha dedicato un focus specifico alla relazione tra alimenti e nutrizione e la demografia e l'ha fatto approfondendo alcuni aspetti in particolare: le diete attuali degli europei e le nuove soluzioni alle sfide nutrizionali (es: etichettatura Fop, alternative vegetali ed etichettatura ambientale).

Il report commissionato dal Parlamento europeo menziona il fatto che secondo alcuni recenti studi nei Paesi sviluppati si consumerebbero troppi prodotti di origine animale e che una riduzione di prodotti a base di carne a favore di diete incentrate su prodotti a base vegetale sarebbe raccomandata per migliorare la salute e mitigare il cambiamento climatico. Come ottenere questi risultati, dice il rapporto, "rimane da vedere". Quanto messo in evidenza è che la produzione alimentare riveste grande importanza sul fronte economico, impegnando 47 milioni di europei: 12 milioni di agricoltori operano in fattorie di ogni dimensione e l'industria di cibi e bevande (la prima industria manifatturiera europea) conta 4,72 milioni di lavoratori. COSA MANGIAMO Secondo gli ultimi dati Eurostat (2018), 36 milioni di cittadini europei non possono permettersi pasti di qualità tutti i giorni. In aggiunta all'aumento del numero di persone sovrappeso, negli Stati dell'Unione c'è evidenza di carenze nutrizionali. I cambiamenti nella dieta degli europei negli ultimi 50 anni sono stati importanti: dall'aumento dell'apporto proteico al maggior consumo di pasti fuori casa. Modelli di consumo che variano significativamente da Paese a Paese, guidati anche da culture e tradizioni di cui gli alimenti sono parte integrante. Ad esempio, i consumi di carne registrano un range che va da 109 a 159 grammi al giorno, quelli di pesce e prodotti ittici da 9 a 63 grammi al giorno, mentre i consumi di latte e prodotti lattieri possono variare da 171 a 522 grammi al giorno. Molti sono i fattori che influenzano queste differenze nelle abitudini alimentari: cultura, tradizioni e condizioni climatiche in primis. Lo studio richiama anche il rapporto Fao che imputa ai prodotti processati e ultraprocessati un eccesso

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ECONOMIA

MENO PRODOTTI ANIMALI Sul fronte dei consumi, il trend attuale registra una flessione dei prodotti di origine animale, compresi i prodotti lattieri, e un aumento delle proposte a base vegetale (anche nei consumi fuori casa), che si propongono come alternative ai prodotti tradizionali. Alternative che indubbiamente tali non possono essere considerate, soprattutto per certe fasce di età. Sul punto solleva leggere che i prodotti che si propongono come alternative del latte (spesso a base di soia, mandorle, riso o avena), non possono essere dei buoni sostituti del latte vaccino, sia in termini di proteine (la qualità proteica di questi prodotti non è infatti elevata come quella del latte), sia in termini di micronutrienti, come il calcio, spesso aggiunti per integrare e simulare la composizione naturale del latte vaccino, ma per la cui biodisponibilità ci sono dubbi che possa essere comparabile a quella del latte. Inoltre, si tratta di prodotti spesso addizionati anche di zuccheri (al posto del lattosio contenuto nel latte). Un panorama complesso, per il quale non ci sono risposte univoche. ETICHETTE NE ABBIAMO? Per aiutare i consumatori a fare scelte più salutari (per loro o per il pianeta), si vanno sempre più diffondendo alcune forme di etichettatura. Ne

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L'ANDAMENTO GLOBALE DEI CONSUMI DI LATTE 300

200

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nelle assunzioni caloriche dei consumatori. Sul punto molti potrebbero avere da ridire su cosa voglia dire "processati" e "ultraprocessati". Pur riconoscendo le iniziative volontarie dell'industria nella riformulazione alimentare, sarebbe valsa la pena ricordare anche l'enorme utilità che la trasformazione alimentare apporta al tema della "sicurezza alimentare", in primis assicurando prodotti con maggiore durabilità e sicurezza.

0 2001-2010

2011-2020

2021-2030

Fonte: Eurostat

sono un esempio le forme di etichettatura nutrizionale volontaria sviluppate da alcuni Paesi: il logo "key hole" utilizzato in Svezia e Danimarca, il sistema "Choices" olandese (in realtà non più in uso), i "traffic lights" inglesi, la "batteria" italiana o il "nutriscore" francese diffuso in più Paesi. Anche sul fronte ambientale hanno cominciato a diffondersi forme specifiche di etichettatura, apprezzate dal consumatore sempre più sensibile al tema e, dunque, di grande interesse anche per l'industria. O LATTICINI, O FAME Secondo le stime Fao, il settore agroindustriale dovrà produrre il 50% in più di alimenti e mangimi entro il 2050 per essere in grado di rispondere alla domanda di una popolazione mondiale in crescita. Crescita attesa soprattutto nelle aree urbane. La dimensione della popolazione influenza la quantità di cibo che è necessario produrre, mentre il reddito ne influenza la tipologia: maggiore è il reddito, maggiori saranno i consumi di prodotti di origine animale attesi, inclusi, quindi, quelli lattiero-caseari. Di fronte a questo scenario,

alla limitata disponibilità di terre idonee all'agricoltura e ai cambiamenti climatici, la sfida si fa enorme, richiedendo, secondo alcuni, inevitabili cambiamenti nelle diete. RIDURRE, NON ELIMINARE In quest'ottica, ritenendo le diete strettamente vegane troppo restrittive e necessitino di elevati livelli di conoscenze sia sui fabbisogni nutrizionali delle varie fasce d'età che dei contenuti nutrizionali degli alimenti, lo studio ipotizza come via d'uscita l'adozione di una dieta flexitariana, dove il consumo di alimenti di origine animale non è eliminato, ma ridotto. Lo studio conclude sostenendo, tra le possibili soluzioni da intraprendere per fronteggiare la sfida sociale legata a diete poco salutari, "una maggiore sensibilizzazione su tali temi fin dalla prima infanzia (ad esempio attraverso programmi scolastici), la promozione dell'attività fisica, il miglioramento della sicurezza alimentare gestendo le frodi alimentari o implementando schemi di etichettatura migliori, e sforzandosi di esplorare nuovi e innovativi sistemi alimentari".

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ECONOMIA

COME CAMBIA IL PIATTO DEGLI ITALIANI UN’INDAGINE DELL’EURISPES CERTIFICA L’AUMENTO DEI CONSUMATORI CHE SCELGONO DIETE PRIVE DI CARNE, MA ANCHE DI QUELLI CHE RINUNCIANO A PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE, TRA CUI LATTE E FORMAGGI di Samuele Ferrigato

P

2019 e gennaio 2020 ha intervistato 1.120 persone di età compresa tra 18 e 75 anni. L’indagine, eseguita dall’istituto di ricerche presieduto da Gian Maria Fara, traccia anche l’identikit di vegetariani e vegani tipo: sono soprattutto giovani tra 18 e 34 anni, senza distinzione di sesso. In generale, le fasce d'età più giovani sono spinte a rinunciare a carne e prodotti animali più

per motivi etici (rispetto per gli animali e tutela dell’ambiente), chi è più in là con gli anni lo farebbe per mangiare meno e meglio, oppure come filosofia di vita. UN NUOVO PARADIGMA Superato il monopolio della dieta mediterranea quale importante veicolo di un buon stato di salute – si legge nello studio Eurispes – il variegato mondo

Monika Grabkowska - Unsplash

erché farebbe bene alla salute, per rispettare gli animali, per mangiare di meno, perché è una filosofia di vita. Questi i principali motivi che hanno spinto circa il 9% di italiani a scegliere un regime alimentare privo di carne o addirittura di qualsiasi prodotto di origine animale. A fare il punto sul fenomeno è un capitolo del 32esimo Rapporto Italia dell’Eurispes che tra dicembre

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ECONOMIA carne e al pesce, ma anche a tutti quei cibi che dal mondo animale traggono origine, quindi anche latticini e formaggi, avendo scelto di essere vegano. Operando un raffronto tra i dati attuali e quelli raccolti negli anni passati, l’Eurispes nota che dal 2014 a oggi la percentuale

alimentare cui oggi si ispirano gli italiani non vede più la semplice opposizione tra cucina tradizionale da un lato e veganovegetariana dall’altra, ma si arricchisce di nuove tendenze, che denotano un più marcato integralismo rispetto agli altri regimi alimentari.

L'EVOLUZIONE DEL FENOMENO VEG/VEGAN IN ITALIA 2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

VEGETARIANO VEGANO

6,5% O,6%

5,7% 0,2%

7,0% 1,0%

4,6% 3,0%

6,2% 0,9%

5,4% 1,9%

6,7% 2,2%

TOTALE

7,1%

5,9%

8,0%

7,6%

7,1%

7,3%

8,9%

Fonte: Eurispes

Si sente parlare sempre più spesso, ad esempio, di alimentazioni vegetali quali quella crudista e fruttariana o di paleodieta. Sebbene il numero di chi sposa integralmente quelle che, oltre a essere dei nuovi regimi alimentari sono anche scelte filosofiche e di vita, sia ancora esiguo, si prospetta uno scenario futuro in cui una fetta di popolazione sempre più ampia farà probabilmente riferimento a nuove forme di alimentazione che hanno iniziato a radicarsi nelle abitudini contemporanee. A questi scenari si affianca un numero sempre crescente di soggetti con intolleranze alimentari, vere o presunte, che portano all’eliminazione totale di alcuni alimenti dalla dieta. NO A CARNE E LATTE Indagando le abitudini alimentari degli italiani, di fronte alla domanda “Lei è vegetariano?” il 6,7% del campione intervistato afferma di esserlo, l’84,8% dichiara di non esserlo, mentre dal restante 6,3% apprendiamo che non è più vegetariano, anche se in passato aveva compiuto la scelta di rinunciare alla carne all’interno della propria alimentazione. Infine, il 2,2% degli intervistati fa sapere di aver rinunciato non solo alla

di italiani che hanno scelto di essere vegetariani e vegani subisce delle lievi oscillazioni, talvolta in aumento, talaltra in diminuzione, per entrambe le categorie considerate. Il fenomeno preso nella sua interezza, ovvero considerando la scelta di abolire le carni dalla dieta insieme a quella di rinunciare a qualsiasi cibo di provenienza animale, svela quest’anno un’adesione complessiva dell’8,9%, il dato più alto del periodo considerato. Rispetto al 2019 e al 2018 sono in aumento sia i vegetariani sia i vegani, che insieme hanno superato il record dell’8% raggiunto nel 2016.

quanti affermano di seguire un’alimentazione tradizionale, senza esclusione di cibi di provenienza animale, è la stessa distribuita tra uomini e di donne, rispettivamente 84,6 e 85,1 per cento. GIOVANI "VEGGIE" Tra quanti hanno risposto di essere vegetariani, si evidenziano percentuali più alte tra le fasce di età più basse: rispondono di appartenere alla categoria l’8,6% di coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e i 24 anni e l’8,5% di quanti hanno tra i 25 e i 34 anni. A seguire troviamo il 7,2% dei 45-64enni e il 6,7% di quanti hanno tra i 35 e i 44 anni. Tra gli over 65, infine, la scelta

PARITÀ DI GENERE Tra uomini e donne non esistono differenze sostanziali in relazione alla scelta di essere vegetariani o vegani: sono in misura leggermente maggiore gli uomini vegetariani rispetto alle donne (7,9% contro 5,5%), mentre se a essere IL FENOMENO preso in esame è il regime alimentare dei vegani, a seguirlo sono leggermente di più le donne rispetto agli VEGETARIANO uomini (2,7 contro 1,6%). VEGANO Erano vegetariani e non lo sono più il 6,7% TOTALE delle donne e il 5,9% degli uomini, mentre Fonte: Eurispes la percentuale di

PER GENERE (anno 2020) UOMINI

DONNE

7,9% 1,6% 9,5%

5,5% 2,7% 9,2%

46 IL MONDO DEL LATTE

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ECONOMIA IL FENOMENO PER FASCE D’ETÀ (anno 2020)

VEGETARIANO VEGANO TOTALE

18-24 ANNI

25-34 ANNI

35-44 ANNI

45-64 ANNI

65 ANNI E OLTRE

8,6% 1,9% 10,5%

8,5% 1,1% 9,6%

6,7% 2,4% 9,1%

7,2% 3,1% 10,3%

4,1% 1,5% 5,6%

Fonte: Eurispes

alimentare è diffusa nella misura del 4,1 per cento. A sposare invece i precetti della dieta vegana sono per lo più le fasce intermedie della popolazione: la scelta è infatti accolta tra coloro che hanno tra i 45 e i 64 anni di età nella misura del 3,1% e tra i 3544enni nella misura del 2,4 per cento. Con valori più bassi troviamo proseliti tra i ragazzi che hanno dai 18 ai 24 anni (nella misura dell’1,9%), seguiti dall’1,5% di chi ha 65 anni e più e dall’1,1% di quanti hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni. TRA SALUTE ED ETICA Quali sono i motivi alla base della scelta di rinunciare all’alimentazione tradizionale e abbracciare un nuovo modo di mangiare e di concepire il cibo? Tra chi ha scelto di intraprendere la dieta vegetariana e vegana, il 23,2% ritiene che si tratti di un’abitudine benefica per la salute, il 22,2% lo fa per rispetto nei confronti del mondo animale, il 19,2% per mangiare meno e meglio e il 17,2% perché parte integrante di una più ampia filosofia di vita. Ancora, il 9,1% ha deciso di sperimentare questo stile alimentare alternativo a quello tradizionale per curiosità, il 5,1% per un atteggiamento di salvaguardia e tutela nei confronti dell’ambiente e il 4% per altre ragioni. Le donne, in misura maggiore rispetto agli uomini, affermano di essere diventate vegetariane o vegane per ragioni legate alla salute e al benessere e per una spiccata sensibilità nei

confronti degli animali: 23,9% per entrambe le risposte, contro rispettivamente il 22,6% e il 20,8% degli uomini. Questi ultimi, invece, prediligono come motivazioni principali nella scelta del regime alimentare quella di mangiare in quantità inferiori e qualità superiori (22,6% contro il 15,2% delle donne) e quella di un’aderenza a una più ampia filosofia di vita (20,8% contro il 13% delle donne). Ad essersi avvicinate più per curiosità che per scelta sono le donne più degli uomini (13% vs 5,7%), i quali invece si mostrano leggermente più sensibili rispetto all’altro sesso nell’abbracciare un regime alimentare che abbia riguardo per l’ambiente che ci circonda (5,7% vs 4,3 per cento).

La scelta di diventare vegetariani e vegani in quanto rappresentano stili nutrizionali che hanno a cuore la salvaguardia della salute è opinione condivisa dalle fasce giovani della popolazione di età compresa tra i 25 e i 44 anni (lo condivide il 35,3% dei 25-34enni e il 26,3% dei 3544enni), seguite dagli over 65 (20%), dai 45-64enni (18,9%) e dai 18-24enni (18,2 per cento). Anche il rispetto nei confronti degli animali è una tematica più sentita tra i giovani (lo afferma il 29,4% dei 24-35enni, il 27,3% dei più giovani fino a 24 anni e il 26,3% di coloro che hanno tra i 35 e i 44 anni), cui seguono il 18,9% dei 45-64enni e il 13,3% di chi ha 65 anni e più. La tutela dell’ambiente come base della scelta di diventare

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vegetariano/vegano sembra un aspetto caro sopratutto ai giovanissimi: lo afferma infatti il 18,2% di coloro che hanno tra i 18 e i 24 anni, contro il 5,9% dei 25-34enni e il 5,4% di coloro di età compresa tra i 45 e i 64 anni, mentre per le altre fasce di età non è emersa quest’attenzione nei riguardi di una più ampia idea di sostenibilità. Hanno scelto di mangiare sulla base delle linee guida dell’alimentazione vegetariana e vegana perché fa parte di una più ampia visione di interpretare il mondo e la vita il 18,9% di quanti hanno tra i 45 e i 64 anni, il 18,2% dei giovani d'età compresa tra i 18 e i 24 anni e il 17,6% dei 25-34enni. La vicinanza di intenti di queste classi di età apparentemente distanti tra loro lascia ipotizzare una scelta pensata e ragionata, da parte dei più adulti, come alternativa a un modo di vivere sperimentato da cui prendere le distanze anche per il tramite dell’alimentazione, e da parte dei più giovani, d'età compresa tra 18 e 34 anni, come una scelta di indirizzo chiara e mirata, tendente a un benessere né egoistico né autoreferenziale, ma attento al mondo e alle problematiche attuali oltre che al benessere e alla salute. A seguire la scelta viene condivisa dal 15,8% dei 3564enni e dal 13,3% degli over 65. Quelli che hanno 65 anni e più si distinguono per un

Dose Juice - Unsplash

ECONOMIA

imponente 33,3% che afferma di aver scelto l’alimentazione vegetariana/vegana per mangiare meno e meglio, cui segue il 24,3% dei 45-64enni. A più larga distanza troviamo

VEGETARIANI E VEGANI: I PERCHÉ DEGLI INTERVISTATI PERCHÉ FA BENE ALLA SALUTE PER RISPETTO NEI CONFRONTI DEGLI ANIMALI PER MANGIARE MENO E MEGLIO PER FILOSOFIA DI VITA PER CURIOSITÀ/SPERIMENTAZIONE PER TUTELARE L'AMBIENTE ALTRO TOTALE Fonte: Eurispes

23,2% 22,2% 19,2% 17,2% 9,1% 5,1% 4,0% 100,0%

il 18,1% dei giovani tra 18 e 24 anni, il 10,5% di coloro che hanno un’età compresa tra 35e 44 anni e il 5,9% di quanti hanno tra i 25 e i 34 anni. Infine, a voler sperimentare questa dieta alternativa per pura curiosità sono il 15,8% dei 35-44enni, il 13,3% dei più adulti e il 10,8% di coloro che hanno tra i 45 e i 64 anni, sentimento che invece non coinvolge affatto i giovani dai 18 ai 34 anni. Assolatte continua a ribadire l'importanza di consumare la giusta quantità di latticini e fomaggi all'interno di una dieta equilibrata e ritiene le scelte estreme che prevedono il bando totale di alcuni prodotti profondamente sbagliate.

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ECONOMIA

DISCOUNT E SUPERSTORE RIDIMENSIONANO GLI IPER I FORMATI DELLA GDO SI ADATTANO ALLE ESIGENZE DEGLI SHOPPER PER CERCARE DI INTERCETTARE AL MEGLIO LA RIPRESA DEI CONSUMI

Shelby Cohron - Unsplash

di Samuele Ferrigato

N

el 2019 i formati discount e superstore hanno continuato a crescere a discapito degli ipermercati. Bene anche gli specializzati, soprattutto nel settore pulizia casa e cura della persona. Questo in estrema sintesi il quadro che emerge da un report di Iri sul Largo consumo confezionato (Lcc) relativo all’anno passato. CAMBIAMENTI STRUTTURALI Il quadro macroeconomico generale suggerisce che il 2019, più che un anno di “reale sviluppo” a 360° del Paese, sia stato un periodo di resilienza durante il quale i consumi delle famiglie hanno resistito

a un contesto di generale e sostanziale stagnazione dell’economia italiana, scrivono gli analisti di Iri. Sicuramente le politiche a supporto delle famiglie, la tenuta dell’occupazione e la bassa inflazione hanno sostenuto il potere d’acquisto favorendo la crescita (seppur moderata) della domanda interna. Per contro, l’Italia ha dovuto e deve tuttora confrontarsi con una fase di rallentamento dell’economia mondiale e con l’inasprimento delle tariffe doganali che potranno influenzare negativamente le esportazioni e di conseguenza anche i consumi interni e lo sarà ancor di più dopo l'epidemia Coronavirus, che comporterà

enormi problemi all'economia globale. Questa prolungata insicurezza macroeconomica che in Italia è strutturale, continua a condizionare anche il comparto del Largo consumo confezionato il cui andamento fino ai primi anni del nuovo millennio era sempre stato anticongiunturale e in apparenza al riparo dagli effetti delle contrazioni dell’economia. Ciò ha innescato un naturale processo di reazione evolutiva in atto tuttora anche in un anno di ripresa come il 2019 da parte di tutti gli attori in gioco: è cambiato il consumatore, ormai evoluto nella figura di “professionista dell’acquisto” il

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ECONOMIA IL LARGO CONSUMO CONFEZIONATO NEGLI ULTIMI 5 ANNI TREND % VOLUME 1

TREND % VOLUME CON VALORE A PREZZI COSTANTI

3,1 2,4

2,1

1,9

1,6

1,6

1,0

1,0

1,4

0,8

1,2

0,4

0,2

-0,1 -0,5

-0,7 -1,4

2010

2011

2012

2013

-1,1

-0,8

2014

-0,7 2015

2016

2017

2018

2019

Fonte: Iri InfoScan Census ®- Ipermercati, Supermercati, Libero Servizio-Piccolo, Discount, Drugstore + Dettaglio Tradizionale. 1 Volumi = Valori a prezzi costanti.

cui comportamento è un mix di infedeltà al brand e all’insegna, di riduzione del valore medio di ciascun atto d’acquisto, di aumento del numero di visite presso i punti vendita, di maggior propensione a comparare diverse tipologie di offerta (ampliando la gamma di punti di contatto, dal negozio tradizionale all’acquisto via web). È cambiata anche la strategia dei format distributivi, perché laddove il comportamento del consumatore ha cominciato a sfuggire alle regole tradizionali sono stati proprio i canali tradizionali a subirne gli effetti negativi più impattanti e a necessitare di un processo di riconversione verso modelli più adatti alle nuove esigenze della domanda. TREND IN CRESCITA Come interpretare l’andamento della distribuzione moderna degli ultimi cinque anni? Ancora condizionati dalla lunga crisi che aveva raggiunto il suo picco nel biennio 2013-2014, l’esperienza di quel periodo ci imporrebbe di giudicare con cautela gli attuali indicatori

prima di battezzarli in modo dichiaratamente positivo. In realtà, se escludiamo il parziale rallentamento del 2018, a partire dal 2015 abbiamo registrato una crescita pressoché continuativa del Largo consumo confezionato, un risultato che oggi da una parte significa una ritrovata stabilità della domanda e dall’altra una rinnovata capacità dell’offerta nel rispondere ai bisogni dei consumatori. Il confronto di lungo periodo è comunque positivo: le vendite a valore del Lcc sono passate dai 61,7 miliardi di euro del 2010 agli oltre 73 miliardi di euro del 2019, realizzando dunque in 9 anni una crescita dei fatturati che sfiora il +14% a valore, nonostante la perdurante assenza di dinamiche inflattive di un certo spessore. COME CAMBIANO I FORMATI DISTRIBUTIVI La Gdo Italiana negli ultimi anni sta subendo delle trasformazioni e, in sintonia con questo percorso evolutivo, il 2019 ha confermato le tre tendenze al cambiamento che hanno animato l’ultimo

decennio. In primis la scelta strategica, in particolare da parte di alcune insegne della fascia top della Gdo italiana, di orientarsi verso la formula virtuosa del superstore attraverso la riconversione di ipermercati con importanti cambiamenti in termini di gestione assortimentale, politica promozionale, approccio comunicazionale e, non ultimi, approvvigionamento e logistica; la semplice diminuzione della metratura di vendita da parte di ipermercati esistenti, pur mantenendo le caratteristiche distintive di canale; l’apertura di nuovi ipermercati direttamente con superfici di vendita inferiori rispetto al passato. C’è poi l’erosione nei confronti dell’ipermercato di importanti quote di mercato nei reparti igiene&bellezza da parte del format degli specialisti casa/ persona, a conferma del fatto che è diventato indispensabile cogliere i bisogni via via più specifici dei clienti attraverso proposte che vanno ben oltre la sola convenienza di prezzo. Eppure anche questo trend positivo nasconde un elemento di preoccupazione, perché la

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QualitĂ garantita dalla Regione Puglia


ECONOMIA crescita degli specialisti casa/ persona, dapprima inarrestabile, nell’ultimo biennio è stata in gran parte dovuta allo sviluppo numerico della rete di vendita mentre, a parità di rete, i trend di vendita manifestano qualche segno di rallentamento. Infine, la crescita del discount. Da sempre caratterizzato da uno sviluppo ciclico (con fasi di forte crescita e fasi di relativa staticità) e improntato su un modello di spesa maggiormente rivolto al risparmio. Negli ultimi anni questo canale ha saputo svincolarsi dalle caratteristiche di canale “rifugio” durante i periodi di sfiducia da parte dei consumatori e offrire risposte a un consumatore che non ha mai anteposto completamente il fattore prezzo alle altre variabili e non ha mai rinunciato alla ricerca di qualità, marca, servizio e prodotti del segmento premium.

LCC – NUMERO MEDIO REFERENZE VENDUTE VARIAZIONE DIC 2019/2018 VARIAZIONE IPERMERCATI

21.059

SUPERSTORE

17.081

SUPERMERCATI

9.388

LIBERO SERVIZIO PICCOLO

4.097

SPECIALISTI CASA PERSONA

6.517

DISCOUNT

3.213

dei negozi di prossimità e in particolare di quelli situati nei grandi centri urbani. Al di là della progressiva contrazione numerica dell’ancora vastissimo universo di piccoli supermercati e superette, alcune insegne della distribuzione moderna stanno provando soluzioni tese alla valorizzazione delle componenti premium dell’offerta, all’introduzione di servizi integrati (per esempio le

SUPERSTORE E DISCOUNT SFRUTTANO IL RILANCIO DELLA DOMANDA LCC LCC – VARIAZIONE % VENDITE A VALORE NEI CANALI SVILUPPO

PARITÀ (*)

-3,4 +4,0

SUPERMERCATI <2.500 MQ LIBERO SERVIZIO PICCOLO

+2,1 0,0

-2,1 +0,7

+4,5

+0,2

+0,3 -0,1

-0,3

+6.5

+7,3 -1,2

SPECIALISTI CASA PERSONA DISCOUNT

VAR. % RETE

-2,2

SUPERSTORE

-1,4% 0,1% 0,6% -0,9% 3,0%

Fonte: Iri. InfoScan Census® - Ipermercati, Supermercati, Libero Servizio-Piccolo, Discount, Drugstore

GLI ASSORTIMENTI Se dunque sono superstore e discount a dare fiato ai trend positivi della Gdo italiana, contemporaneamente alcuni interessanti esperimenti movimentano le performance

IPER

-1,8%

+2,5

+1,3

+3.6

Fonte: Iri. Totale Lcc, Var % Vendite in Valore 2019 vs anno precedente: (*) Parità di rete a montante novembre 2019. Numero punti di vendita variazione % vs 2018

soluzioni food to go accanto al consueto assortimento), oppure all’offerta di aree dedicate con prodotti suggeriti e iniziative legate a uno stile di vita salutistico, al benessere e alla prevenzione. Tornando all’evoluzione delle strategie dei canali tradizionali, è emblematica la tendenza diametralmente opposta che caratterizza la gestione numerica degli assortimenti: se da una parte registriamo un’evidente razionalizzazione con toni più o meno decisi della proposta a scaffale da parte dei canali con metrature più ampie, dall’altra parte il discount connota il proprio percorso di crescita con un potenziamento del proprio assortimento attraverso il referenziamento di prodotti di industria di marca e non solo di marca commerciale. Per i discount l’obiettivo centrale di questa strategia è quello di diventare il punto di vendita abituale per la spesa quotidiana (in particolare per prodotti freschi, pane, ortofrutta e latticini), per una fetta di consumatori sempre più ampia e sempre più stabile nel tempo, abbandonando così il ruolo di canale “rifugio” a prezzi inferiori, ma anche a bassa qualità in risposta ai periodi di contrazione economica.

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MERCATI

L’EXPORT CI SALVERÀ PER USCIRE DALLA CRISI DOVUTA AL COVID-19 BISOGNA STEMPERARE TUTTE LE TENSIONI COMMERCIALI A LIVELLO INTERNAZIONALE. A COMINCIARE DA USA E RUSSIA di Gianluca Pierangelini

M

entre il settore lattierocaseario continua a lavorare incessantemente per fornire prodotti sicuri ai consumatori nonostante le innumerevoli difficoltà gestionali e talvolta anche economiche in cui versano le aziende, emergono segnali preoccupanti non solo nel mercato interno, ma anche in quelli esteri, che – come abbiamo sempre detto – sono fondamentali per l’economia del settore. Questa pandemia sta mettendo in difficoltà anche l’export, con analisti e imprese che si aspettano importanti riduzioni degli ordini – concentrati nella prima parte dell’anno – a causa dei rallentamenti dovuti alle misure restrittive intraprese dai Paesi esteri alla chiusura del

food service e all’aumento dei costi di trasporto. È davvero un momento complicato. Alcune aziende hanno sospeso l’attività, altre hanno dovuto ripensare il proprio modello organizzativo. In questo momento le imprese hanno bisogno di garanzie e prospettive per continuare a garantire la loro massima operatività. È per questo che – tra le altre cose – è necessario dare nuovo slancio all’export. Da più di dieci anni, ormai, il settore registra un’incessante crescita. Il 2019 si è chiuso con un ulteriore incremento del fatturato generato nei mercati esteri (+11%) e la bilancia dei pagamenti ha raggiunto nel segmento formaggi valori impensabili fino a pochi anni fa.

Nessuno si aspettava che il 2020 portasse risultati analoghi: le conseguenze della Brexit, l’impatto dei dazi Usa, la crisi sanitaria in Cina di inizio anno… Ma, nonostante previsioni caute, nessuno poteva immaginare che ci saremo trovati dentro la crisi più dura dal secondo Dopoguerra, che con buone probabilità avrà pesanti strascichi in tanti Paesi. Bisogna quindi lavorare subito per pianificare una strategia che riqualifichi l’immagine del cibo made in Italy – da sempre espressione di qualità e sicurezza – che fornisca gli strumenti necessari per supportare l’internazionalizzazione delle imprese, che porti a un’ampia apertura e liberalizzazione

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58 IL MONDO DEL LATTE

mercati export 58 58 n 5 maggio 20 SPF.indd interno.indd

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MERCATI

04069061

040620

04064050

04069075

31.533 10.726 14.404 6.203 7.351 3.545 2.186 2.262 1.212 2.468 962 788 563 692 84.895 107 197 135 116 697 1.213 332 59 884 195 88.830 328 639 89.797 633 90.430

24.703 9.055 8.130 4.462 5.979 3.300 1.682 676 832 890 547 578 493 467 61.794 35 75 25 361 578 2.279 1.678 825 675 987 69.312 617 1.886 71.815 407 72.222

9.284 18.714 7.550 4.458 2.390 2.848 3.425 1.879 313 2.797 431 2.269 309 553 57.220 114 97 29 32 230 1.454 892 254 261 298 60.881 197 770 61.848 256 62.104

12.101 13.859 4.671 2.567 2.410 1.379 1.861 497 141 573 178 610 151 217 41.215 33 21 10 28 170 362 585 226 552 158 43.360 180 740 44.280 296 44.576

5.125 6.521 994 1.292 750 652 1.071 674 183 328 47 73 27 31 17.768 12 24 6 35 23 715 292 82 63 126 19.146 50 361 19.557 69 19.626

145 109 34 48 36 33 10 11 12 5 5 10 2 11 471 5 5 1 1 12 14 19 2 24 5 559 6 9 574 17 591

PAESI

FRANCIA GERMANIA REGNO UNITO SPAGNA BELGIO AUSTRIA PAESI BASSI DANIMARCA LUSSEMBURGO SVEZIA PORTOGALLO GRECIA FINLANDIA IRLANDA TOTALE UE A 15 CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REP. CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA 1TOTALE UE A 28

04069023 - 04069025 - 04069027 - 04069029 - 04069037 - 04069078 - 04069032 - 04069035 - 04069085 -0406907404069079 -04069076 -04069089

1.136 1.376 710 315 362 186 242 102 81 202 29 61 19 87 4.908 2 9 6 31 329 97 45 9 1.055 55 6.546 5 100 6.651 61 6.712

040630

3.649 2.314 776 421 557 510 618 108 30 240 40 80 20 19 9.382 2 58 2 17 95 229 80 7 95 18 9.985 81 129 10.195 22 10.217

946 1.642 860 195 420 95 450 100 22 136 34 113 53 21 5.087 10 76 4 16 40 146 77 18 28 21 5.523 17 47 5.587 35 5.622

1.130 1.206 168 291 57 527 90 89 6 68 14 40 7 42 3.735 13 2 13 3 32 54 57 5 48 17 3.979 76 30 4.085 13 4.098

349 33 47 122 372 17 37 1

1.244 4.488 1.116 2.040 638 363 715 258 173 265 55 750 42 107 12.254 47 171 32 9 406 405 619 108 417 71 14.539 196 525 15.260 70 15.330

183 58 6 1.225 1 1 7 1 284 7 61 52 115 2 1.756 11 36 1.803 21 1.824

TOTALI

04069099

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

04069063

FORMAGGI FUSI

04069069 04069018 04069021 04069050 04069039 9082-9084 04069081 04069092 9093 04069086 04069013 04064010 4090 04069015 04069017

PROVOLONE

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI DURI

ALTRI FORMAGGI

04061050 -04061080

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

ASIAGO, CACIOCAVALLO, MONTASIO E RAGUSANO

GORGONZOLA

GRATTUGIATI

0406 1030

PECORINO

CODICE DOGANALE

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

MOZZARELLA

(IN TONS)

RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI IN EUROPA (1 gennaio - 31 dicembre 2019)

04069073 04069001

458 1.117 248 2.662 265 21 198 69 11 21 21 144 5 19 5.259 9 4 3 8 35 71 79 18 10 5.496 10 13 5.519 13 5.532

2 3 6 17 43 176 6

253

21 66 173 11 524 0 1.336 1.860 1.860

91.805 71.163 39.708 25.082 21.604 13.476 12.628 6.902 3.016 8.176 2.427 5.522 1.691 2.266 305.466 390 740 273 658 2.952 7.112 4.816 1.820 4.235 1.974 330.436 1.774 6.621 338.831 1.913 340.744

GLI ESPORTATORI

BRAZZALE

SPA

FORGRANA CORRADINI SPA

SAVIOLA SPA

Gran Moravia, burro, Grana Padano, Asiago, Verena, provolone dolce e piccante, pasta filata, Parmigiano Reggiano

Parmigiano Reggiano, Grana Padano in forma e confezionato sottovuoto, Grattugiati di fresco con scadenza lunga e disidratati da 5 g, 40 g, 100 g, 1000 g, Shaker da 80 g, 250 g, Parmigiano biologico forveggie per alimentazione vegetariana - provoloni dolci e piccanti mozzarella - Pecorino Romano e Sardo. Caciotte peperoncino e altri gusti

Produzione, stagionatura e confezionamento Grana Padano e Parmigiano Reggiano

Via Pasubio, 2 36010 Zané (VI) Tel. 0445/313900 Fax 0445/313991 info@brazzale.com www.brazzale.com

Via 200 Biolche, 6 42016 Guastalla (RE) Tel. 0522 833818 Fax 0522 833426 forgrana@forgranacorradini.it www.forgranacorradini.it

Via Arini, 42 46012 Bozzolo (MN) Tel. 0375/313411 Fax 0375/310319 info@saviola.it www.saviola.it

60 IL MONDO DEL LATTE

mercati export 60 60 n 5 maggio 20 SPF.indd interno.indd

15/04/20 16:50 14:54 16/04/20



MERCATI

CODICE DOGANALE

PAESI EUROPA UNIONE EUROPEA SVIZZERA C.S.I. ALTRI PAESI EUROPEI AFRICA NORD AMERICA CANADA USA CENTRO E SUD AMERICA BRASILE MESSICO ALTRI PAESI DEL CENTRO SUD ASIA GIAPPONE CINA INDIA HONG KONG SINGAPORE ALTRI PAESI ASIATICI OCEANIA AUSTRALIA NUOVA ZELANDA ALTRO TOTALE MONDO -TONNELLATE di cui extra Ue -MIGLIAIA DI EURO di cui extra Ue

04061030

04061050 04061080

97.521 90.430 5.752 130 1.209 219 1.050 257 793 139 139 6.543 3.606 307 10 137 110 2.373 577 480 97

77.270 72.222 4.539 269 240 179 2.628 241 2.387 232 21 2 209 8.105 2.852 2.538 35 158 201 2.321 448 340 108

106.049 15.619 528.962 83.047

88.862 16.640 359.427 87.988

04069061

67.781 62.104 4.314 288 1.075 509 19.210 3.981 15.229 1.053 237 371 445 5.862 2.058 183 76 101 135 3.309 2.291 2.211 80 9

040620

04064050

04069063

47.649 44.576 2.544 34 495 38 463 166 297 36 1

20.821 19.626 1.055 75 65 24 447 70 377 27 8 3 16 747 522 6 2 4 1 212 328 323 5

5.922 5.622 182 20 98 26 14.047 592 13.455 105 62 15 28 541 374 22 14 5 6 120 257 243 14

22.394 2.768 138.105 20.210

20.898 15.276 157.863 108.264

35 1.383 699 212 0 100 35 337 290 286 4 1

96.715 49.860 5.284 34.611 1.080.673 451.727 384.886 45.166

ALTRI FORMAGGI

FORMAGGI FUSI

PROVOLONE

ALTRI FORMAGGI

ALTRI FORMAGGI DURI

PECORINO

GORGONZOLA

GRATTUGIATI

GRANA PADANO PARMIGIANO REGGIANO

MOZZARELLA

(IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

RICOTTA, MASCARPONE E ALTRI FORMAGGI FRESCHI

LE ESPORTAZIONI ITALIANE DI FORMAGGI NEL MONDO (1 gennaio - 31 dicembre 2019)

04069099

04069073

040630

04064010 04064090

16.339 15.330 217 258 534 516 1.585 284 1.301 295 95 43 157 2.935 493 402 281 118 21 1.620 425 400 25 3

5.890 4.098 890 79 823 49 972 53 919 238 27 24 187 877 223 101 14 99 58 382 211 204 7 4

5.721 5.532 167 13 9 10 784 153 631 76 18 4 54 253 13 2 2 7 8 221 674 663 11

1.990 1.824 89

2.865 2.731

22.098 6.768 152.844 45.676

8.241 4.143 53.163 28.283

7.518 1.986 43.027 12.950

2.181 357 8.288 1.468

04069069 04069021 04069039 04069081 04069086 04069013 04069015 04069017

77 4 13 1 12 16 1 15 158 1 8 2 1 146 0

3.018 19.641 2.102

GLI ESPORTATORI

BERNERI CIRESA

SPA

SRL

CASEIFICIO DEFENDI LUIGI SRL Taleggio, Gorgonzola, Bufaletto, Mozzarella, Baffalo Blu, F. Bio.

Via Vittorio Emanuele, 62 23815 Introbio (LC) Valsassina Tel. 0341/980540 Fax 0341/981294 ciresa@ciresa.it www.ciresa.it

Via delle Industrie, 6 24040 Lallio (BG) Tel. 035/200991 Fax 035/201190 berneri@berneri.it www.berneri.it

GELMINI CARLO SRL

MARIO COSTA SPA

CASEARIA SPA

Via Papa Giovanni XXIII, 15 20080 Besate (MI) Tel. 02/90.50.92.4 Fax 02/90.09.80.30 info@caseificio-gelmini.it www.caseificio-gelmini.it

Via dell’Industria, 26 Località Orfengo 28060 Casalino (NO) Tel. 0321/877566 Fax 0321/877578 e-mail: info@mariocosta.it www.mariocosta.it

Via F.lli Chighine, 9 07047 Thiesi (SS) Tel. 079/886009 Fax 079/886 724 info@pinnaspa.it www.fratellipinna.com

24043 Caravaggio (BG) tel. 0363 301022 info@caseificiodefendi.it www.caseificiodefendi.it

F.LLI PINNA AZIENDA

62 IL MONDO DEL LATTE

mercati export 62 62 n 5 maggio 20 SPF.indd interno.indd

15/04/20 16:50 14:54 16/04/20

mercati ex


2 83

1.292 1.095 189 7 1 25 232 32 200 16 1 0 15 51

34

1

2.865 2.731 70 41 23 56 12 1 11 3 0 0 3 68 35 0 0 1 1 31 14 13 1

3.496 3.464 11 14 7 1 40 17 23 2 0

1 1

6 44 32 28 4 29

3.018 287 19.641 2.102

3.624 160 26.123 1.110

1.677 582 12.646 5.964

14 35 1

TOTALI

FORMAGGI DESTINATI ALLA TRASFORMAZIONE

FONTINA FONTAL

ASIAGO CACIOCAVALLO, MONTASIO RAGUSANO

ITALICO TALEGGIO

ALTRI FORMAGGI MOLLI

ALTRI FORMAGGI SEMIDURI

CACIOTTE, SCAMORZE E FORMAGGI SEMIDURI

CRESCENZA, ROBIOLA E SIMILI

ALTRI FORMAGGI ERBORINATI

04064010 04069092 04069089 04069023 04069025 04064090 04069093 04069074 04069029 04069037 04069078 04069032 04069035 04069085

04069018 04069079 04069075 04069076 04069001 04069050 04069082 04069084

3.894 3.291 584 9 10 45 14 7 7 46 6 40 828 723 4

4.258 4.023 193 39 3 6 523 43 480 17

3

17 136 20 6 2 3 1 104 21 10 11 1

4.856 1.565 26.392 9.983

4.962 939 39.031 7.617

9 1 91 26 26

2.015 1.913 91 1 10 3 385 5 380 8 3 5 62 30 1 0 0 0 31 36 34 2 2.509 596 17.046 4.082

985 591 390 2 2 8 568 52 516 32 4 13 15 32 17 0

575 412 131 28 4 9 469 6 463 3 0 1 2 32 3 3 7

1 14 105 94 11

19 14 14

1.730 1.139 11.519 7.376

1.102 690 7.890 4.630

1.861 1.860 1

15 7 8 105 105 104 18 4 21 17 44 5 5

368.145 340.744 21.409 1.307 4.685 1.508 43.457 5.968 37.489 2.449 474 486 1.489 28.800 11.687 3.831 439 786 603 11.454 5.755 5.374 381 51

2.090 450.384 230 109.640 5.625 3.139.992 1.423 862.225

degli scambi. Un’immediata soluzione della querelle con gli Stati Uniti – con le grandi metropoli messe in ginocchio dalla pandemia – consentirebbe di lavorare con più serenità su un mercato estremamente importante per la nostra economia. Lo stesso vale per la Russia, destinazione che stava diventando importantissima e che è chiusa da troppi anni. L’emergenza sanitaria è mondiale e lo sarà anche quella economica. Presto i detrattori del libero commercio si dovranno ricredere. Oggi più che mai è necessario stemperare le tensioni commerciali internazionali e garantire un fluido accesso delle merci per garantire le produzioni nazionali che fanno affidamento sulle materie prime estere e per assicurare la massima reperibilità delle merci in un mondo che – nel bene o nel male – è ormai globalizzato, per lasciare spazio alle intenzioni autarchiche o alle iniziative protezionistiche. La competizione è globale e il settore lattiero-caseario ha bisogno del pieno sostegno pubblico per tornare a registrare incrementi sui mercati esteri.

O

4/20 14:54

TRENTIN

SPA

Parmigiano Reggiano Grana Padano Pecorino Romano Gorgonzola Pecorini Toscani/Sardi Provolone/Taleggio Mozzarella di Bufala Mascarpone/Ricotta

Via Genova 19(z.i.) 37053 Cerea (VR) Tel. 0442/398111 Fax 0442/398150 commerciale@trentingroup.it www.trentingroup.it

ZANETTI

SPA

Produzione, stagionatura, confezionamento e commercio di: Grana Padano, Parmigiano Reggiano, burro, provoloni, pecorini, Taleggio, Fontina, Asiago, mozzarelle, mascarpone, ricotta, Gorgonzola.

Via Madonna, 1 24040 Lallio (BG) Tel. 035/201511 Fax 035/691515 zanetti@zanetti-spa.it www.zanetti-spa.it

IL MONDO DEL LATTE 63

mercati export 63 63 n 5 maggio 20 SPF.indd interno.indd

15/04/20 16:50 14:54 16/04/20


MERCATI

PRODUZIONE DI LATTE: VOLUMI DA RIDURRE I

dati sulla produzione europea di latte confermano quello che gli imprenditori segnalano da tempo: le consegne aumentano di mese in mese. Se il 2019 aveva chiuso con un modesto +0,6%, a causa di una partenza molto prudente, l’ultimo trimestre dello scorso anno ha messo a segno un notevole +2 per cento. E anche il 2020 si è aperto con segnali di crescita (+1,3%), particolarmente importanti in alcuni Paesi come Olanda (+2,8%) e Italia (+3 per cento). In realtà, nel nostro Paese, stando alle segnalazioni che arrivano dai primi acquirenti, la spinta produttiva del primo trimestre è stata ben più importante, soprattutto nelle regioni a forte vocazione lattiera, dove si segnalano allevatori che hanno investito per produrre anche il 30-40% più dell’anno scorso. Peccato che il Coronavirus scombussoli tutti i piani della filiera. La chiusura del canale Horeca, il rallentamento delle esportazioni e le restrizioni di tanti Paesi necessarie a contrastare la diffusione del virus impongono una profonda riflessione. Alcuni si nascondono dietro a un dito, affermando che non è necessario “fermare le macchine” perché la domanda della Gdo è aumentata. È vero: soprattutto nei primi giorni della crisi, per l’accaparramento legato alla paura delle persone, i consumi domestici sono

cresciuti. Ma è innegabile – e lo confermano tutti gli istituti di ricerca – che la domanda complessiva è inferiore al passato e si concentra su un numero limitato di prodotti. Tant’è che anche i nostri vicini tedeschi – per i quali siamo un mercato molto importante – lanciano l’allarme consumi in Italia. Il fabbisogno di latte è minore, c’è poco da dire. E se si vuole salvaguardare il suo valore, bisogna ridurre i volumi. Pensare che l’ondata passi senza effetti è una pia illusione. Da queste semplici considerazioni nasce la richiesta di frenare la spinta produttiva, anche con misure europee di aiuto al settore. Come si ricorderà, nell’era post quote abbiamo già vissuto gli effetti di un’eccessiva disponibilità di latte. Era il 2016 quando l’Europa decise di “premiare” gli allevatori che decidevano – in modo volontario – di contrarre la produzione. Furono spesi in poche settimane circa 150 milioni di euro, che non risolsero il problema, ma furono di aiuto. Altri 350 milioni furono destinati all’ammasso privato di formaggi e cagliate, che aiutò le imprese a diluire nel tempo la commercializzazione dei propri prodotti e che potrebbe servire soprattutto ai produttori di mozzarelle e formaggi molli, che vivono momenti molto difficili perché hanno nelle pizzerie e nei ristoranti un mercato chiave.

L’ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DI ALCUNI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI Quotazioni delle commodities molto basse rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con il latte scremato in polvere che precipita, per una super produzione europea.

BURRO

2018 2020 2019

LATTE SCREMATO IN POLVERE 280 260 240 220 200 180 160 140 120 100

SIERO IN POLVERE 100

2020

2019

90 80 70

2018

60 50 40

2018 2020

2019

Fonte: Mmo – Regolamento Ue n. 2017/1185

650 600 550 500 450 400 350 300 250 200

64 IL MONDO DEL LATTE

14-4 merc produzione SPFM.indd n 5 maggio 20 interno.indd 64 64

14/04/20 16:50 17:41 16/04/20

14-4 merc


4/20 17:41

LE CONSEGNE DI LATTE IN EUROPA (GENNAIO 2020 VS GENNAIO 2019) GRECIA BULGARIA LUSSEMBURGO REPUBBLICA CECA BELGIO ESTONIA ITALIA OLANDA REPUBBLICA SLOVACCA UNGHERIA SPAGNA SLOVENIA POLONIA AUSTRIA FINLANDIA UNIONE EUROPEA FRANCIA LITUANIA GERMANIA PORTOGALLO DANIMARCA SVEZIA LETTONIA ROMANIA INGHILTERRA CROAZIA IRLANDA

14-4 merc produzione SPFM.indd n 5 maggio 20 interno.indd 65 65

11,5% 7,6% 3,1% 3,0% 2,8% 2,8% 2,6% 2,5% 2,4% 2,2% 1,8% 1,4% 1,3% 1,3% 1,3% 0,7% 0,1%

9,5%

4,6% 4,5%

-0,2% -0,5% -0,8% -1,3% -1,8% -5,0% -5,7%

14/04/20 16:50 17:42 16/04/20


MERCATI

ESPORTAZIONI ITALIANE

DI LATTE

IL M O N D O D E L

L AT T E N. 5

MAGGIO

2020 -

ANNO

IL LATTE NEL

LXXIV -

MONDO MENSILE

LATTE IN CONFEZIONI

LATTE SFUSO IN CISTERNA

0401 1010 2011 2091

0401 1090 2019 2099

58 3

14 1

CIPRO ESTONIA LETTONIA LITUANIA MALTA POLONIA REPUBBLICA CECA SLOVACCHIA SLOVENIA UNGHERIA TOTALE UE A 25 BULGARIA ROMANIA TOTALE UE A 27 CROAZIA TOTALE UE A 28 TOTALE PAESI TERZI DI CUI: ALBANIA LIBIA CINA HONG KONG TOTALE GENERALE -TONNELLATE -MIGLIAIA DI EURO

MENTO POSTALE SPEDIZIONE IN ABBONA POSTE ITALIANE SPA

PAESI AUSTRIA BELGIO DANIMARCA FINLANDIA FRANCIA GERMANIA GRECIA IRLANDA LUSSEMBURGO PAESI BASSI PORTOGALLO REGNO UNITO SPAGNA SVEZIA TOTALE UE A 15

70%

ROMA

TARIFFA DOGANALE

AUT MP-AT/c/RM

1 GENNAIO - 31 DICEMBRE 2019 (IN TONS - DATI PROVVISORI ISTAT)

DI ORGANO UFFICIALE

210 65 738 1 5 37 9 118 14 1.258

56 1.111 1.180

2 3 17 40 32 2.456

2 12 41

2

3.942 2 155 1 456 25 5.894 1 58 5.953 24 5.977

63 1 1 74 4 2.601 369 1 2.971 5 2.976

34.124

2.949

4.382 19.492 5.396 155

59 1.643 635 3

40.101 25.985

5.925 3.657

ASSOLATTE

E DEL

DF COMITATO ITALIANO FIL-I

ABBONATEVI ALLA RIVISTA MENSILE IL MONDO DEL

L AT T E

Organo ufficiale di ASSOLATTE e del COMITATO ITALIANO FIL-IDF

Il costo dell’abbonamento per l’anno 2020 è di: € 118,00 per l’Italia - € 150,00 per l’estero (Una copia € 11,50 - Arretrati € 23,00)

“Editoriale Il Mondo del Latte s.r.l.” 20135 Milano - Via Adige, 20 Tel. 02.72021817 e-mail: mondolatte@assolatte.it Internet: www.assolatte.it

66 IL MONDO DEL LATTE

9-4 mercati esportazione latte 66 V MSPF.indd 66 n 5 maggio 20 interno.indd

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L’INTENSITÀ


MERCATI

BORSA PREZZI ANDAMENTO DELLE QUOTAZIONI DEI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI ITALIANI DESCRIZIONE MILANO BURRO PASTORIZZATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI)

BURRO DI CREMA DI LATTE SOTTOPOSTA A CENTRIFUGAZIONE REG. CE N. 1234/2007 BURRO DI CENTRIFUGA ZANGOLATO (COMPRENSIVO DI ONERI DI RACCOLTA, PREMI QUALI-QUANTITATIVI E PROVVIGIONI) GRANA PADANO STAGIONATURA 16 MESI E OLTRE GRANA PADANO STAGIONATURA 9 MESI GRANA PADANO CON BOLLO PROVVISORIO 60-90 GG. FUORI SALE PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 24 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 18 MESI PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA 12 MESI E OLTRE GORGONZOLA MATURO DOLCE GORGONZOLA MATURO PICCANTE ITALICO MATURO TALEGGIO FRESCO FUORI SALE TALEGGIO MATURO PROVOLONE VALPADANA FINO A 3 MESI DI STAGIONATURA PROVOLONE VALPADANA OLTRE 3 MESI DI STAGIONATURA LODI LATTE SPOT ITA PARMIGIANO REGGIANO (BORSA DI RIFERIMENTO COMPRENSORIALE DI PARMA) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>30 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>24 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>18 MESI) PARMIGIANO REGGIANO STAGIONATURA (>12 MESI)

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VAR.

2020 MARZO MEDIA

2019 MARZO MEDIA

VAR.

2,41 4,01 4,26 2,21 8,43 7,89 6,55 13,35 12,38 10,93 5,64 6,64 5,14 4,64 5,49 5,72 6,02

-27,80% -16,71% -15,73% -30,32% -0,59% -10,14% -10,23% -16,93% -16,88% -21,23% 1,95% 1,66% 0,19% 2,37% 2,00% 1,92% 1,83%

1,68 3,28 3,53 1,48 8,38 7,00 5,83 10,73 9,93 8,28 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,13

2,26 3,86 4,11 2,06 8,45 7,95 6,58 13,35 12,38 10,95 5,65 6,65 5,15 4,65 5,50 5,72 6,03

-25,66% -15,03% -14,11% -28,16% -0,83% -11,95% -11,40% -19,63% -19,79% -24,38% 1,77% 1,50% 0,00% 2,15% 1,82% 1,92% 1,66%

383,75

425,00

-9,71%

357,50

411,88

-13,20%

12,650 11,650 10,750 NQ

14,250 13,350 12,550 NQ

-11,23% -12,73% -14,34% ---

12,050 11,050 10,150 NQ

14,250 13,325 12,525 NQ

-15,44% -17,07% -18,96% ---

2020 FEBBRAIO MEDIA

2019 FEBBRAIO MEDIA

1,74 3,34 3,59 1,54 8,38 7,09 5,88 11,09 10,29 8,61 5,75 6,75 5,15 4,75 5,60 5,83 6,13

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LA TUA SCELTA

CONTA

Le sfide globali più importanti dei prossimi 20 anni saranno quelle legate alla sostenibilità alimentare ed ambientale. E ognuno di noi può fare la sua parte compiendo scelte informate e consapevoli, soprattutto a tavola, partendo dagli ingredienti giusti. E’ per questo che per il burro Bio Prealpi scegliamo solo le migliori panne provenienti esclusivamente da allevamenti di agricoltura biologica, che rispettano i criteri di sostenibilità e soprattutto, l’ambiente che ci circonda.

Ottima scelta.


MERCATI

DOP ANCORA IN CRESCITA, MA IL FUTURO È INCERTO I primi mesi dell’anno hanno visto le principali produzioni Dop italiane in crescita, con numeri in linea con l’ultimo periodo del 2019. Con la sola eccezione del Taleggio (-4,2%), tutti gli altri grandi formaggi a denominazione protetta hanno chiuso il primo trimestre con segno più. In particolare, il Grana Padano ha registrato un importante +5,4% e il Parmigiano Reggiano un dato tendenziale ancora più importante (+6,5 per cento). L’Asiago, dal canto suo, ha realizzato un +16,6%, con il pressato cresciuto molto meno del formaggio d’allevo (rispettivamente +13,2% e +36,5 per cento). Contenuto l’aumento del Quartirolo Lombardo (+2 per cento). Del tutto particolare, infine, l’andamento della Mozzarella di Bufala Campana che, dopo una forte crescita nei primi due mesi, a marzo, a causa del Covid-19, mostra una brusca frenata (-15%), portando il dato tendenziale del trimestre a -1,8 per cento. Il dato va però rettificato: l’anno in corso è bisestile e il 29 febbraio pesa per poco più dell’1% sul trimestre. Con tutte le correzioni del caso, comunque, i numeri si dimostrano in aumento, confermando due tendenze che

sembrano strutturali: da un lato il progressivo, continuo spostamento di latte italiano verso i formaggi più legati al territorio; dall’altro, la crescita della disponibilità di materia prima nazionale. Quest’ultimo aspetto è confermato dalle rilevazioni Sian che certificano che le quattro regioni più produttive tirano la volata: Lombardia (+4,6%), Emilia Romagna (+4,4%), Piemonte (+3,1%) e Veneto +0,7 per cento). Ed è confermato dalle segnalazioni dei primi acquirenti che fanno sapere che alcuni conferenti hanno incrementato le consegne del 30-40 per cento. Tutto questo, però, succedeva prima dell’emergenza Coronavirus, che in poche settimane ha cambiato improvvisamente il panorama di riferimento. Oggi il mercato è cambiato, nel breve e nel medio periodo le cose saranno ben diverse. Nel sistema sono entrate molte variabili, che rendono impossibile qualunque previsione. Anche perché sono variabili del tutto incognite. Quanto durerà il lockdown nel nostro Paese e quanto nei Paesi che per le nostre Dop sono mercati chiave? Quanto tempo rimarrà

chiuso il canale della ristorazione? Alla riapertura la vita riprenderà normalmente o il normale arriverà tra molti mesi? C’è un modo di dire che ben si sposa con l’attuale situazione: non si possono fare i conti senza l’oste. Gli osti sono stati messi tutti a riposo forzato per motivi di salute pubblica e le “vacanze” non dipendono certo da loro. Sono solo queste le ragioni – non altre – che portano il mondo della trasformazione a raccomandare ai produttori di rallentare, per non andare a sbattere contro un futuro incerto, con quotazioni probabilmente meno soddisfacenti di quelle garantite fino ad ora.

LA PRODUZIONE DI ALCUNI FORMAGGI DOP (VAR. % PRIMO TRIM. 2020 VS 2019) ASIAGO

16,6

GORGONZOLA

2,6

GRANA PADANO

5,4

MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA

-1,8

PARMIGIANO REGGIANO

6,5

QUARTIROLO LOMBARDO TALEGGIO

2,0 -4,2

70 IL MONDO DEL LATTE

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NORMATIVE_L’ESPERTO RISPONDE a cura di Leonardo Graverini DAL REG. CE N. 1169/2011 NON SI EVINCE SE L’ARROTONDAMENTO DEI VALORI NUTRIZIONALI IN ETICHETTASE SIA OBBLIGATORIO O VOLONTARIO. SE FOSSE OBBLIGATORIO, SONO DA RITENERSI SOGGETTI A SANZIONI?

Sebbene sia suggeribile uniformarsi agli orientamenti condivisi dalle autorità nazionali ed europee, non riteniamo che la mancata adozione degli arrotondamenti in fase di dichiarazione nutrizionale possa essere oggetto di contestazione in quanto il Reg. Ue n. 1169/2011 ha previsto la possibilità, per la Commissione europea, di adottare atti di esecuzione volti a definire disposizioni relative alla precisione dei valori dichiarati (le tolleranze per l’appunto), ma non ha previsto esplicitamente disposizioni relative agli arrotondamenti con cui dichiarare tali valori.

?

Gli arrotondamenti sono stati individuati dal legislatore allo scopo di definire il range di valore al quale applicare, in fase di controllo, le tolleranze specificatamente previste per i vari nutrienti e verificare la rispondenza di quanto dichiarato nell’etichetta nutrizionale.

QUALI SONO E COME VANNO INDICATE LE UNITÀ DI MISURA DA UTILIZZARE PER L'INDICAZIONE DEL VALORE ENERGETICO NELL’ETICHETTA NUTRIZIONALE?

Le unità sono kJ e kcal, vanno utilizzate entrambe e si deve

inserire prima il valore in kJ e dopo quello in kcal. Indicazioni su questo punto sono contenute anche nel documento interpretativo in forma di Q&A predisposto dalla Commissione europea d’intesa con gli Stati membri.

Il Reg. Ue n. 2018/98 ha vietato l'utilizzo del Sorbato di calcio (E203) dal 12 agosto 2018. Il ministero della Salute in una nota del 7 maggio u.s. ha chiarito che “l'uso dell’E203 nei prodotti alimentari potrà essere legalmente consentito fino all'11 agosto 2018” e che

“gli alimenti contenenti il sorbato di calcio, ivi compresi i formaggi, potranno essere commercializzati fino al Tmc o data di scadenza, purché la loro produzione sia antecedente alla data di applicazione del 12 agosto 2018. In tal caso l'Osa deve essere in grado di dimostrare alle autorità deputate al controllo ufficiale di aver impiegato l'E203 prima della data del 12 agosto 2018”.

IN ALCUNE NOSTRE CONFEZIONI DI LATTICINI COMPARE UNICAMENTE IL BOLLO CE, SENZA LA DICITURA “NELLO STABILIMENTO DI”. UNA TALE ETICHETTA È CORRETTA O POTREMMO INCORRERE IN SANZIONI?

L’apposizione del solo Bollo CE (meglio denominato dalla normativa come marchio d'identificazione) è sufficiente e la sua presenza consente di omettere l’indicazione dello stabilimento di produzione o di confezionamento.

È CONSENTITO L'USO DI SORBATO DI CALCIO (E203) NEI FORMAGGI?

Il richiamo all’art. 8, paragrafo 8, del Reg. Ue n. 1169/2011, significa che devono essere fornite agli acquirenti anche tutte le informazioni che consentano a questi ultimi di adempiere a loro volta agli obblighi di etichettatura che li riguardano. L’etichettatura dei prodotti alimentari non destinati al consumatore Qualunque sia la modalità scelta per fornire tali informazioni, finale (quindi rivolti all’industria, agli utilizzatori commerciali rammentiamo che in linea con i principi generali della intermedi e agli artigiani per i loro usi professionali, ovvero per legislazione alimentare (Reg. Ce n. 178/2002), gli alimenti (intesi essere sottoposti a ulteriori lavorazioni, nonché i semilavorati), è come qualsiasi sostanza o prodotto trasformato, parzialmente regolamentata dall’art. 20 del Decreto legislativo 15 dicembre trasformato o non trasformato, destinato a essere ingerito, o di 2017, n. 231, il quale dispone che “1. Fatti salvi gli obblighi di cui si prevede ragionevolmente che possa essere ingerito da cui all'articolo 8, paragrafo 8, del regolamento [il riferimento esseri umani, comprese le bevande, le gomme da masticare è al Reg. Ue 1169/2011 ndr], i prodotti alimentari destinati e qualsiasi sostanza, compresa l'acqua, intenzionalmente all'industria, agli utilizzatori commerciali intermedi e agli artigiani incorporata negli alimenti nel corso della loro produzione, per i loro usi professionali, ovvero per essere sottoposti a ulteriori preparazione o trattamento), che sono immessi sul mercato lavorazioni, nonché i semilavorati non destinati al consumatore, della Comunità o che probabilmente lo saranno, devono devono riportare le menzioni di cui all'articolo 9, paragrafo 1, essere adeguatamente etichettati o identificati per agevolarne lettere a), c) ed e), del regolamento [denominazione dell’alimento, la rintracciabilità in tutte le fasi della produzione, della allergeni e quantità ndr], con le medesime modalità e deroghe trasformazione e della distribuzione. previste per i prodotti preimballati, il nome o la ragione sociale o il Quindi, gli operatori del settore alimentare devono essere in marchio depositato e l'indirizzo dell'operatore alimentare, nonché grado di individuare tanto chi abbia fornito loro un alimento o l'indicazione del lotto di appartenenza, di cui all'articolo 17, qualsiasi sostanza destinata o atta a entrare a far parte di un quando obbligatoria. alimento, quanto le imprese alle quali hanno fornito i propri 2. Le indicazioni di cui al comma 1 possono essere riportate prodotti. Per questo motivo gli operatori devono disporre di sull'imballaggio o sul recipiente o sulla confezione o su una sistemi e di procedure che consentano di mettere a disposizione etichetta appostavi o sui documenti commerciali, anche in modalità delle autorità competenti, che le richiedano, le informazioni al telematica, purché agli stessi riferiti”. riguardo. LA NOSTRA AZIENDA PRODUCE COLTURE MICROBICHE PER IL SETTORE NUTRACEUTICO. NELLE LORO ETICHETTE DOBBIAMO INSERIRE IL LOGO E IL RIFERIMENTO ALLA NOSTRA SOCIETÀ?

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ASSOLATTE

E DEL

COMITATO ITALIANO FIL-IDF 15/04/20 08:38 14:51 17/04/20


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