Illustrazione Ticinese n. 1 - 2011 by Tredicom SA

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N.1

- 1 FEBBRAIO 2011

RIVISTA FAMILIARE DELLA SVIZZERA ITALIANA

TICINESE

IN VIAGGIO

La repubblica popolare del Laos A TAVOLA

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sommario

4 Fuorionda Promemoria per il nuovo anno

6 Appunti Spunti, idee e consigli in vetrina

8 In dialètt fondata nel 1931 12 edizioni annuali

E anca ul “laghée” al và a Sanremo

10 Sai che

Tiratura 131.082 copie (REMP 2010)

Domande curiose e risposte sfiziose

Redazione CP 418, 6908 Lugano Via Massagno 10 Tel. 091 972 26 20 Fax 091 972 45 65 www.illustrazione.ch info@illustrazione.ch

12 Ritratto Fresco, semplice, immediato > ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-11

Le ricette di mischimau

Editore Editrice Tredicom SA 6908 Lugano

24 Sport In equilibrio su due fili

Distribuzione AWZ - Lugano Amministrazione e produzione Marco Werder Editore Matthias Werder Grafica Tredicom SA Gabriele Campeggio

28 Salute L’ovaio policistico

31 Lavoretti Il cerchietto vestito

32 In viaggio Laos: sabaidii falang (prima parte)

Inserzioni

36 Motori

Ticino e Italia: Tredicom SA Tel. 091 973 20 10 Fax 091 972 45 65 info@illustrazione.ch Edimen S.a.g.l. Tel. 091 970 24 36 edimen@edimen.ch Svizzera tedesca e romanda: Grütter-Werbung 4914 Roggwil - CP 176 Tel. 062 929 27 82 Fax 062 929 27 82 Natel 079 415 87 88 gruetter-werbung@besonet.ch Inserzioni moto: TuttoSprint Tel. 079 697 49 65 info@tuttosprint.ch Il materiale redazionale e fotografico non richiesto non viene restituito.

In copertina: Marco Di Gioia Foto: Ti-Press/Carlo Reguzzi

18 A tavola

100 anni di creatività Le due ruote a Zurigo

39 Oroscopo Uno sguardo tra stelle e pianeti > ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-11

42 Cruciverba Ugole in… umido

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fuor i ond a

promemoria per il nuovo anno Ricordare il passato ci aiuta a capire il presente o forse semplicemente a rendercelo più sopportabile. testo Roberto Rizzato - roberto.r@illustrazione.ch

icorre quest’anno il tanto strombazzato 150mo anniversario dell’Unità d’Italia. Tutto aveva preso avvio con l’improbabile spedizione dei Mille, conclusasi il 26 ottobre del 1860 con lo storico incontro di Vittorio Emanuele II con Garibaldi a Teano. Quello che non tutti sanno è che, quando il 7 novembre il re fece poi il suo ingresso trionfale a Napoli, c’era sì al suo fianco ancora “l’eroe dei due mondi”; ma fra le truppe schierate a rendere gli onori non vi era neppure una camicia rossa: erano tutte a Caserta dal 6, ad aspettare un visita promessa da Vittorio Emanuele II, che invece non si fece vedere, mandando come benservito semplicemente due note di ringraziamento firmate da un aiutante di campo. Dopodiché, il 9 novembre, Garibaldi decise d’imbarcarsi all’alba. La stampa ufficiale aveva ricevuto ordine di tacere la notizia, così solo le navi straniere resero onore al comandante dei Mille. Donato un regno, Garibaldi tornava nel suo scoglio di Caprera, con appena un sacco di sementi e cinquanta lire! D’altra parte quest’anno ricorre anche il 150mo della morte di un altro protagonista del Risorgimento italiano e cioè Camillo Benso, conte di Cavour, detto “il tessitore”, il fine diplomatico che era riuscito a far

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diventare monarchico persino Garibaldi e che aveva saputo ingabbiare i furori insurrezionali di Mazzini. Ma anche il Cavour, nonostante avesse dedicato tutta la sua vita e il suo talento alla gloria dei Savoia, era in realtà poco amato da Vittorio Emanuele II, con la tipica gratitudine dei sovrani verso tutti coloro che possono in qualche modo fare ombra nella doverosa adorazione da parte dei sudditi. Quest’anno poi è il 150mo della nascita dello scrittore Italo Svevo, quello de La Coscienza di Zeno, che il “re dei sorcini”, Renato, ha trasformato ne La Coscienza di Zero per dare un titolo altisonante a uno dei suoi tanti album. Svevo ci ha anche lasciato una frase spesso citata nelle orazioni funebri: “Sulla sua tomba piansi anche quella parte di me che vi era sepolta”. Ed eccoci, a proposito, al primo centenario della morte di Antonio Fogazzaro, quello di Piccolo Mondo Antico e Piccolo Mondo Moderno. Non riuscì mai a vincere il premio Nobel per la letteratura, nonostante le ripetute candidature. Non stupisce che avesse il dente avvelenato nei confronti di certi scrittori suoi contemporanei, al punto di affermare: “Ai tempi di La Fontaine le bestie parlavano, oggi scrivono”. D’altronde, diceva: “Le cose non sono mai così terribili da non poter peggiorare”. Y

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ABBIAMO ESTRATTO

coli con ic p a d e r ia ne. a s Iniz e i ic l p m e ricette s

IL MIELE TICINESE

Tra le migliaia di cartoline ed e-mail pervenuteci in redazione, la mano fatata di Gaby Malacrida, responsabile Hotelplan, ha sorteggiato la cartolina postale della signora Patrizia BoriaBettoni di Stabio, che si aggiudica così il favoloso viaggio a Punta Cana nella Repubblica Dominicana, presso il resort Iberostar Dominicana, e vede così materializzarsi le immagini apparse sulle nostre pagine in dicembre.

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in d i al èt t

e anca ul “laghée” al và a

sanremo A metà febràr ul Davide Bernascon, cognossüd come Van De Sfroos, al sarà lì cunt ul Battiato e ul Vecchioni. testo Pier Baron - pier@illustrazione.ch

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ariss tropp bell, vedett a Sanremo” i gha disévan là da lì, föra da Gandria: ma ul Davide Bernascon, cognossüd come Van De Sfroos, l’è rivàt adess in dal “tempio della canzone italiana” cunt ul sò dialètt “laghée”, che l’è anca un pò noss. A metà febràr al vedarem insema al Battiato, al Vecchioni e ai àlter invidàd dal Gianni Morandi, che al sarà ul presentadoo (brütissima parola, in dialètt, forse saress mei dì “quel che presenta”) da quii che và föra, a cantà sül palcoscenic da Sanremo. E in television. Ul Van De Sfroos, tant d’una volta, al canta mia da “Bréva e Tivàn” o da “Akuadulza”, ma al salta là dal lagh al màr: la sò canzon par ul festival la sa ciama “Yanez”, che cunt di àlter personagg dal Salgari al sbarca lì a Cesenatico, indova ul noss cantaautor al nava a fà i vacanz da fiöö. Gha sarann, inséma al Yanez, anca ul Sandokan, che al sa mett in pista par rivà a Mompracem cunt ul pedalò. E anca ul Tremal-Naik che al và in gir cunt la motocicleta. Sa sa mia ammò ben se gha sarà i “sottotitoli” in italian, parché mia tücc i capissan ul dialètt “laghée”. Cert che l’è na bela sodisfazion, par chi che pensa (come nüm, dal rest) che cunt ul dialètt a sà pò daag püssée valor ala comünicazion, e propi quela di sentiment.

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Al Van De Sfroos i g’ha domandàt se al fà mia, inscì, ul giöch dala lega lombarda e dal Bossi. L’ha rispondüt che i polémich e i “remenàt” i’è sémpar stài tacàt inséma a Sanremo: “Ma mi a vàg là par cantà i mè canzon, par fà alegria. E speri tant che a vegna mia föra una specie da “processo di Norimberga” par via dal dialètt. Parché sc-cancelàl, a disi, tirà via i dialètt dala facia dal Belpaese l’è come dàg na limàda, sbassà a una cadéna da montagn. O trà giò la torre da Pisa. Mi saress püssée preocüpàd quel dì che tücc parlaremm un italian commerciàl, che al sa mesc-cia sü cunt l’inglés”. Ma pöö, indova l’è ul problema? Giamò l’ann passat Sanremo al sé verdut al dialètt, quant che ul Nino d’Angelo l’ha cantat in dialètt napoletan. Ma i disan che quel dialètt lì, in dala müsica, l’è comé una “lingua nazionale”. Quel lombard, pal Van de Sfroos ul “dialètt laghéee”, al podaress vés rivoluzionari, par verdig la porta a di alter espression. Starem a vedé: ul Bernascon Davide l’ha cantat in di préson, in gésa, in di piazz, par ul Rotary e par ul Lions, insoma un pò da par tütt. E adess gha sa verd ul porton da Sanremo. E i pescadöö dal Ceresio, anca chi dala nossa part, i podan domà che digh, come augüri: “Dai Davide, sota cui biott!”, anca se chi che lég, chichinsci, i pensava... quaicoss d’alter. Y

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s ai che

leggiamo

SAI

perché

IL SALE SCIOGLIE LA NEVE, IL GHIACCIO?

Io confesso, di John Grisham

2. Il meccanico Landru, di Andrea Vitali 3. Vola bass 2: sta schisch!,

Il sale ha la proprietà di abbassare il punto di congelamento dell’acqua. A contatto con l’acqua, le molecole di sale si scindono in ioni, che si legano elettrostaticamente alle molecole d’acqua. Se la temperatura scende sotto zero, l’acqua comincia a formare i primi cristalli di ghiaccio, ma la presenza degli ioni interferisce con la crescita dei singoli cristalli: questo equivale a dire che il punto di congelamento del liquido si abbassa.

di Sergio Savoia e Christian Demarta

SAI

ascoltiamo

Rumer, di Aretha

2. Andromeda, di Poltergeist 3. Christmas lights, di Coldplay

guardiamo

perché si dice

SALTARE DI PALO IN FRASCA? Questa espressione, il cui utilizzo è documentato già dal 1549, signiﬁca passare da un argomento all’altro senza senso logico. Deriverebbe dai cartelli segnaletici di un tempo, ossia le insegne araldiche, chiamate pali, che venivano posti ad esempio accanto al ponte levatoio dei castelli, e le Stendardo di Gian Galeazzo Sforza. frasche, che designavano invece le osterie. L’accostamento tra il nobile palo e la popolare frasca era quindi improbabile e insensato.

SAI

da cosa deriva

PESTO?

Harry Potter e i doni della morte, di David Yates

2. The social network, di David Fincher 3. Maschi contro femmine, di Fausto Brizzi

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Il pesto, condimento tipico di Genova e famoso in tutto il mondo, deve il suo nome al metodo di preparazione. Gli ingredienti necessari, ossia basilico, aglio e pinoli, vanno pestati in un mortaio di marmo con un pestello, meglio se di legno. Vanno poi aggiunti olio d’oliva, parmigiano e pecorino. Le trenette o le troﬁe cotte vanno condite direttamente nel mortaio per evitare che il pesto ossidi e diventi scuro. I puristi del pesto infatti non utilizzerebbero mai un frullatore elettrico, che sminuzza e non pesta gli ingredienti.

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Entra nelle nostre case via etere in modo discreto, conducendo il gioco televisivo Zerovero. Di formazione economista “per dovere”, “per piacere” ha imboccato la carriera artistica in molteplici forme. Lo abbiamo incontrato nella casa in cui vive e presso gli studi televisivi della RSI. testo Marco Ortelli - marco.o@illustrazione.ch foto Ti-Press/C. Reguzzi - S. Golay

erché in questo momento, il fotografo ed io ci troviamo in compagnia di Marco Di Gioia per intrattenerci sul suo attuale ruolo di conduttore di un gioco televisivo e sul suo essere un umano che si trova a vivere nel Canton Ticino, a Muzzano? Scopriamolo… IO NON SONO IO… MA SONO SEMPRE IO “Ebbene sì, lo ammetto, Marco Di Gioia è il mio nome d’arte, perché all’anagrafe figuro sempre come Marco ma col cognome di Petrosino. Il mio sdoppiamento è avvenuto a 16 anni, quando ai miei genitori, invece di richiedere il classico motorino, ho domandato due piatti e un mixer, perché tra le altre cose, sono un grande appassionato di musica. Ricevuto il prezioso regalo ho cominciato a fantasticare su come avrei potuto presentarmi alla console nelle serate. Mi immaginavo tra i disc jockey più famosi del momento, come Stefano Noferini, Marco Dionigi, Marco… Petrosino… no, no, così non va, dicevo. Poi ho pensato al mio modello di riferimento, dj Albertino, che di nome fa Alberto Di Molfetta. Vediamo un po’… io sono nato a Gioia Tauro,

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e se provo con Marco… Di Gioia? Sì, funziona! E così, da quel momento ho sempre utilizzato questo nome. Specifico, le bollette le pago col nome di Petrosino, però, se un giorno mi trovassi a non pagarne una, mi presento come Di Gioia e la passo liscia, dite di no?”. UNA PROPENSIONE QUASI INNATA Marco Petrosino in… Di Gioia, non è solo duplice, ma molteplice, laureato in economia e commercio, “per accontentare i miei genitori”, al termine degli studi ha cominciato ad accontentare se stesso, sviluppando la sua attività di intrattenitore musicale, iniziata come visto a 16 anni, per poi continuare a intrattenere le persone impiegando mezzi di comunicazione diversi, la radio, la televisione, il teatro, l’attività letteraria, assumendo quindi con disinvoltura caratteri diversi, a tal punto che sfogliando il suo curriculum professionale sorge naturale commentare, “però quel ragazzo ne ha fatta di strada”! “Questa mia indole creativa credo abbia origini lontane. Dovete sapere che mio padre è un vero ‘fanatico’ della videocamera, egli infatti ha filmato tutta la mia vita, da quando facevo pipì pieno di borotalco ai giorni nostri. Rivedendo quelle

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immagini ho notato come da piccolo già avevo la tendenza a canticchiare al microfono, a cercare la videocamera”. PICCOLO EMIGRANTE Di certo parte da lontano la sua famiglia, quando decide di trasferirsi dalla Calabria in Lombardia, nella provincia di Varese, con Marco che allora aveva otto anni. “Ricordo che quando in occasione dei periodi natalizi si prendeva il treno per salire al nord a trovare i parenti a Como e Varese ero felice, proprio perché viaggiavo. Il giorno in cui con la famiglia ci siamo trasferiti al Nord, inizialmente, guardando fuori dal finestrino, dicevo, “che bello, andiamo in Lombardia col treno!”, felice guardavo scorrere le immagini. Messo piede alla stazione Centrale di Milano mi sono accorto che i piedi scendevano sul marciapiede in modo diverso, ho capito che questa volta non si sarebbe tornati indietro e ho provato un grande sentimento di tristezza, diciamo che l’emigrazione è stata per me un vero trauma, ho pianto molto”. ALLA RSI Lacrime che ora lasciano spazio a un volto sorridente, come quello che ogni sera, dal lunedì al venerdì, appare nei televisori accesi nelle case

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della Svizzera italiana, quando col gioco Zerovero invita gli spettatori a giocare con lui. “Il mio arrivo alla RSI è avvenuto in modo simpatico. Spesso, pensando alle grandi televisioni o ai grandi accessi mediatici, ci si dice, “ma no, che scrivo a fare, non ci provo neanche”. Terminato il mio contratto di lavoro con Mediaset mi sono guardato attorno. Già conoscevo Agnese, la mia compagna, e anche l’allora RTSI, così un giorno, cercando in Google, è spuntata una mail della televisione svizzera, e ho scritto, senza sapere bene a chi mi stessi rivolgendo: “Salve, sono Marco Di Gioia, una vostra connazionale mi ha rubato il cuore per cui mi chiedevo se ci fosse una possibilità di un incontro per analizzare una nostra collaborazione”. Quando si dice la precisione svizzera, dopo due o tre giorni mi hanno chiamato, mi hanno fatto un provino e mi hanno assunto. Hanno sentito che lavoravo in radio, ho fatto un provino… e mi hanno preso anche in radio, mi hanno messo alla prova per Zerovero, perché Aurelia, la conduttrice di quel momento, si trovava in dolce attesa e insomma, neanche il tempo di provare che mi sono trovato subito a condurre la trasmissione”. PARCHÈ PROPI LU? “Ma con tutti i ticinesi che ci sono, perché pro-

‘Na famiglia da gent viscora: Rosilde, Silvia, Marco e Agnese.

Spaccato di vita in “Casa Di Gioia”.

prio Marco Di Gioia? Perché non mi fai questa domanda?”; Sorrido. “E avresti ragione a porla, ti capisco. Solo che bisogna considerare diversi fattori, la RSI non ha scelto me perché italiano, ma perché ho superato delle prove, cui hanno partecipato anche molti ticinesi. Poi è anche una questione di grandi numeri, se alle prove si presentano 100 persone di cui 10 ticinesi, le probabilità diminuiscono. Inoltre trovo che sia bella questa cultura dell’integrazione, vedo il Ticino come un incrocio di culture, di sensazioni, di idee, di lin-

SCHEDA

biografica

Nome: Marco Cognome: Petrosino Nome d’arte: Marco Di Gioia Nato: 29 ottobre 1977 Domicilio: Muzzano Professione: presentatore Segno zodiacale: scorpione Lingue: dialetto ticinese in preparazione, francese in preparazione, tedesco ai posteri Formazione: laureato in economia e commercio presso l’università Insubria di Varese con la tesi “Strategia di comunicazione e politica aziendale di una radio privata: Radio Deejay.” Hobby: fantasticare Il musicista che non si può non ascoltare: Roy Orbison

gue, un patrimonio difficilmente eguagliabile e si farebbe un errore a sottovalutarlo”. NELLA CASA DI UNA FAMIGLIA DELLA SVIZZERA ITALIANA Marco Di Gioia da un lato entra ogni giorno nelle case della Svizzera italiana attraverso il piccolo schermo, dall’altro in una di queste case vive in carne, ossa e simpatia... “Ho conosciuto Agnese in una discoteca, da buon italiano l’avevo vista, e avevo notato il tatuaggio che ha sul collo; ma guarda che bel tatuaggio, mi sono detto, ci siamo scambiati qualche occhiata, poi, quando ho fatto per avvicinarmi, lei naturalmente si è spostata per andare in bagno; da ‘maniaco pazzo’ l’ho aspettata fuori e quando è uscita le ho detto, “scusami, ma non conoscerti stasera sarebbe davvero un gran peccato”. Ho colpito, e da lì è nato tutto. Ora vivo con Agnese e con la sua famiglia, e devo dire che l’integrazione è stata ottima, a partire da quella culinaria. Non c’è infatti alimento che non mi piaccia, adoro la fondue moitié-moitié di cui vado folle, per non dire della raclette; ricordo che una delle prime volte in cui mi hanno invitato da loro a cena, c’era la raclette ed io ero imbarazzatissimo, perché non l’avevo mai vista prima, e non sapevo come fare a mangiarla. Ho poi dovuto apprendere il dialetto, per comprendere nonna Silvia che

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si esprime così, adesso la capisco quasi sempre. In definitiva, mi viene da dire che non c’è latitudine che tenga, e a parte le naturali differenze, qui mi sento bene integrato”. LA GIORNATA TIPO DI UN CONDUTTORE TELEVISIVO “Il mattino ho almeno un paio d’ore di riunione con gli autori della redazione, durante le quali vengo a conoscenza del copione che hanno già preparato. Tra l’altro, e proprio in riferimento all’integrazione, gli autori cercano di spiegarmi come si pronunciano ad esempio le parole francesi, fossi lombardo almeno la lettera ‘ü’ la saprei pronunciare, ma il calabrese la ‘ü’ e la ‘ö’ non ce l’hanno, insomma, sto cercando di assimilare il linguaggio…

Mi leggo quindi tutti i copioni, esercitandomi alla flessibilità mentale, perché il concorrente ha uno spettro di risposte possibili tale che devi essere pronto a improvvisare la battuta adatta. Dopo la pausa pranzo rivedo le cose che non mi sono chiare, me le studio su internet, per andare in onda con la più ampia cognizione di causa possibile. Arriva poi il momento di entrare nel camerino, dove inizio a concentrarmi, poi vado in sala trucco per rendermi presentabile al pubblico, torno in camerino, mi vesto, in seguito incontro i concorrenti in studio per metterli a loro agio, valutando ad esempio anche i punti che non si possono toccare, beh, sì, a volte capitano situazioni imbarazzanti. Ci sono quindi dei limiti che è meglio concordare prima per evitare delle gaffe, di cui sono peraltro abbastanza un maestro. In camerino, al trucco e in onda.

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AUTORITRATTO L’immagine del camerino, un luogo appartato rispetto alla luce dei riflettori, mi porta a chiedere a Marco di fare un breve ritratto di sé come… artista da giovane, di confidarci se abbia dei modelli di riferimento, degli obiettivi futuri. “Sono estroverso, solare, mi piace molto chiacchierare, anche in televisione saluto tutti, non riesco a fare a meno di attaccare bottone con le persone. Sono estremamente sensibile, si dice che ogni artista tragga alimento da un trauma subito, il mio è stato senz’altro quello dell’emigrazione. Forse la mia naturale sensibilità, accentuata da questa rottura, mi porta a volte ad essere un poco suscettibile. Come punti di riferimento ho la mia famiglia e tutti coloro con i quali mi sento bene. Ammiro in

modo particolare le persone che a prescindere dal campo di attività ce l’hanno fatta a raggiungere un obiettivo. A livello artistico, senza voler apparire presuntuoso, non ho modelli da seguire, correrei il pericolo di cercare di imitarli. Obiettivi ne ho, ma non mi piace parlarne se non quando si sono realizzati”. Tra gli obiettivi futuri di Marco Di Gioia allora vi è l’uscita di un romanzo, il secondo, dopo “Le mie rane” apparso nel 2006, che si intitolerà “Matrioska”, e una serie di racconti scritti per la radio svizzera di lingua italiana e che andranno in onda in forma di radiodrammi. Prima di congedarci, gli chiedo di sintetizzare in un immagine i tre luoghi cruciali della sua vita, la Calabria di quando era bambino, la Lombardia che lo ha visto crescere, la Svizzera italiana in cui sta vivendo una brillante stagione affettiva e professionale. Ascoltando mi guarda, vede immagini per me invisibili, risponde: “I puffi; il freddo; la polenta, il merlot e la fondue moité-moitié”. Y SC

Finché si parte con la trasmissione. Sfido chiunque a non provare emozione, altrimenti non saresti umano, vivo. Effettivamente una delle cose più difficili dello spettacolo è che devi essere sempre vivace, frizzante, perché si parte dal principio che chi ti guarda in quel momento può avere delle preoccupazioni e a te chiede di essere distratto. I miei problemi del giorno, o i miei eventuali malumori mi attendono in camerino”.

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le ricette di

mischimau In una grande cucina, Maurizio Zuccarini e Chicca Pancaldi di Coldrerio creano sfiziose e gustose ricette, sperimentando accostamenti “osé”. testo Lorenza Storni - lorenza@illustrazione.ch foto Rémy Steinegger

“B

uongiorno signora Storni, leggo sempre con interesse la rubrica “a tavola” su Illustrazione Ticinese e ogni volta che lo faccio mi viene voglia di invitarla a cena. (…) Il mio compagno Maurizio cucina veramente benissimo ed è in grado di inventarsi cene luculliane soltanto usando gli avanzi che trova in frigorifero. (…) Dopo qualche tempo ho iniziato ad interrogarlo e a trascrivere ingredienti e procedimento delle sue prelibatezze. Da lì ad aprire un blog il passo è stato breve. Si chiama le ricette di Mischimau e lo può trovare a questo indirizzo: http://mischimau.blogspot.com. Allora che ne dice? Viene a cena da noi?”. La simpatica e-mail, ma soprattutto il suo contenuto, mi solleticano la curiosità e, in men che non si dica, fisso la serata. Rémy ed io partiamo pieni di aspettative e già con l’acquolina in bocca, dopo aver ovviamente dato una sbirciatina al blog.

ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-11

La prima bella sorpresa è la grande casa, una vecchia filanda ristrutturata in mezzo alle vigne di Coldrerio. Chicca Pancaldi, l’autrice dell’email, ci viene incontro e ci introduce nella sua abitazione. Notiamo subito l’originalità degli interni e degli arredi e anche una certa vena artistica: al pianterreno lattine di vernici multicolori, pennelli, tele, libri, tanti libri; al primo piano un biliardo e un trottolino in salotto, un tavolo da cucina realizzato con assi da cantiere e, soprattutto, un’enorme cucina colma di tutto quello che serve o potrebbe servire in un locale come questo. Maurizio Zuccarini, ci saluta con una calorosa stretta di mano, mentre Mistral, il figlio di quasi 5 anni della coppia, è subito attratto dall’apparecchio fotografico di Rémy. Io non posso trattenermi dal fare un pensiero ad alta voce:” Mamma mia, che grande cucina!”. E Chicca di rimando: “Già, è questo che sogno quando avremo un’abitazione nostra: una cucina

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con la casa intorno! Perché è qui che noi viviamo, mangiamo, giochiamo, chiacchieriamo, ci ritroviamo”. CUCINA DIVERTENTE DA… BLOG Ormai a nostro agio, Maurizio non si fa pregare per spiegarci il suo “concetto” in cucina: “Lo scopo è quello di divertirsi ai fornelli, proponendo dei piatti che possano essere preparati in un’ora al massimo. E questo con ingredienti freschi, stagionali e di qualità, senza artifici particolari, ma in modo molto semplice e naturale. Mi piace sperimentare, immaginando prima quali ingredienti potrebbero sposarsi bene tra di loro e utilizzando spesso gli agrumi, che sono ottimi alleati in cucina”.

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Maurizio è di origini toscane, ma ha avuto modo prima per la professione del padre, poi per la sua - di spostarsi in vari Paesi e quindi di conoscere l’alimentazione tipica di tanti luoghi. La passione per i fornelli e anche un’abilità innegabile, gli hanno permesso negli anni di “inventare” coraggiosamente e senza alcuna ricetta sotto gli occhi, piatti davvero speciali. Ha così scoperto - non senza una riflessione di base - che si potevano accostare ingredienti apparentemente in contrasto tra loro e creare ricette speciali. Come, ad esempio, pezzettini di trota salmonata affumicata spruzzati con del succo di mandarino e accompagnati da uvetta e pinoli. Un aperitivo veloce, ma decisamente non scontato, che assaggiamo curiosi e che ci lascia piacevolmente sorpresi.

“Lo scopo è quello di divertirsi ai fornelli”.

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Trascorrere del tempo ai fornelli, per Maurizio, oggi è divertimento e soddisfazione. Chicca e Mistral per primi, sono fan sfegatati della sua cucina creativa. Ma anche gli amici o gli ospiti occasionali restano rapiti al primo assaggio. “Fino a qualche tempo fa - prende la parola Chicca - chi veniva a cena da noi il giorno dopo chiamava per chiedere la ricetta di uno o dell’altro piatto. Ma siccome Maurizio spesso e volentieri improvvisa, era difficile dare una risposta. Così poco più di un anno fa ho deciso di armarmi di carta, penna e apparecchio fotografico e di registrare e fotografare ogni sua nuova creazione. E poi mi sono detta: ‘Ma perché privare il resto del mondo di cotanta bontà?’, e così ho aperto un blog. In poco tempo abbiamo conquistato 600 fan. E devo dire

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che anch’io sono stata contagiata dall’estro di Maurizio. Da buona esecutrice che ero - realizzavo le ricette alla lettera - oggi mi butto e oso un po’ di più”. PRESTO UN LIBRO? “La verità - prosegue Chicca - è che quello che è nato per gioco sta conquistando ogni giorno affezionati lettori e si sta trasformando in un impegno sempre più serio, al punto che sto pensando di pubblicare un libro con le nostre ricette”. Mentre parla, Chicca si cimenta con la crema di zucca e Maurizio si lancia nel suo “pesto di carote”. In genere la coppia non cucina in contemporanea. Se è Maurizio a mettersi ai fornelli, sarà lui a realizzare il pasto. O Chicca, se è lei ad avere ispirazione. E Mistral? Ancora piccolino, ma già buongustaio ed educato ad un’alimentazione sana e variata, ama stare in cucina con mamma e papà e dare anche il suo contributo. Questa sera, dopo aver indossato il suo bellissimo grembiulino che - mi mostra - si trasforma in borsetta - ha

deciso di decorare per noi con lo zucchero a velo la torta di carote. Il risultato lo appaga e noi ci complimentiamo con lui. La coppia, attiva professionalmente nel mondo dei multimedia, non nasconde l’idea di buttarsi in qualche progetto legato alla cultura della buona cucina. “Qualcosa bolle in pentola, ma per il

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Online trovate le gustose ricette n .il lu str azio di Maurizio e Chicca. http://www.illustrazione.ch/atavola_01_11.pdf w

A TAVOLA… CON VOI Voi ci invitate da… voi quando a casa c’è tutta la famiglia. Una nostra redattrice e un fotografo verranno a casa vostra per scattarvi qualche fotograﬁa e per chiacchierare di ricette, cibo, ricordi e alimentazione. Vi chiederanno la ricetta di una pietanza, magari quella della vostra “specialità”, nel limite del possibile, sarebbe bello poter fotografare anche il piatto pronto. Per partecipare basta inviare in redazione il tagliando-invito che trovate su questa pagina. Prenderemo contatto con voi direttamente. Grazie e a presto!

Maurizio e Chicca ci hanno proposto non possiamo che essere i prossimi affezionati lettori di “Mischimau”! Y

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momento è troppo presto per parlarne. Ci interessa molto poter trasformare la nostra passione in qualcosa di più professionale”. E allora non ci resta che attendere le novità. Per il momento “ruberemo” le ricette dal blog e sperimenteremo nelle nostre cucine. Perché non divertirci un po’ anche noi e lasciare che le nostre papille gustative ci ringrazino? Dopo aver gustato ciò che

Gentile redattrice, caro fotografo, desideriamo invitarvi a casa nostra per raccontarvi cosa signiﬁca per noi il cibo, per svelarvi una ricetta di famiglia e per farvi assaggiare il nostro piatto preferito. Famiglia (nome e cognome): Numero componenti: Via: Località: Tel.: Tra tutti i tagliandi pervenuti in redazione ne estrarremo uno per edizione. È quindi possibile che la vostra candidatura venga conservata per un’altra edizione e che veniate contattati in un secondo tempo.

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Abbiamo incontrato Géraldine Alberti, 16 anni in aprile, per intravvedere le immagini che brillano nei suoi occhi, farci raccontare i suoi sogni e la sua realtà di tutti i giorni. testo Marco Ortelli - foto Ti-Press/G. Putzu - marco.o@illustrazione.ch

ppartiene al folto gruppo di giovani pattinatrici e pattinatori ticinesi che quotidianamente compiono, insieme a dirigenti, allenatori e famiglie, grandi sforzi per svolgere una disciplina che unisce potenza ed eleganza. Forse avrebbe intrapreso la carriera di danzatrice, se un’amica di famiglia, quando Géraldine aveva due anni e mezzo, non avesse detto ai genitori “non fatelo” mentre la stavano portando ad una lezione di balletto, indirizzandola verso il pattinaggio artistico. Così Géraldine Alberti, studentessa di prima Liceo a Lugano, da circa 12 anni balla, ma coi pattini ai piedi, mossa da una passione “che non mi so spiegare, so solo che non ho mai voluto smettere di pattinare, e più crescevo e più questa aumentava. Ricordo un’immagine di me piccolina, e di come l’idea di trovarmi sul ghiaccio, un luogo grande e sconosciuto, mi attirava. Quando vai sul ghiaccio ti sembra di volare, perché vai veloce”.

quest’anno frequento una classe normale dello scientifico, una soluzione per me migliore rispetto alla classe riservata agli sportivi. L’impatto col Liceo è stato duro, alle medie ottenevo buoni risultati senza dover studiare molto, ora sto recuperando bene”.

Veloce, come le sue giornate, che iniziano presto la mattina e finiscono tardi la sera. “Tutte le mattine e i pomeriggi sono a scuola, quando riesco, sul mezzogiorno vado a pattinare in pista, altrimenti mi alleno subito dopo la scuola e alla sera. Allo studio mi dedico tra un allenamento e l’altro, e la sera tardi. Da

Tra esperimenti a scuola e gare sportive, la vita di Géraldine raggiunge periodicamente momenti di tensione che raggiungono il culmine in prossimità delle gare, che si svolgono sull’arco di due giornate.

ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-11

Accanto al percorso scolastico, Géraldine sta costruendo una ‘carriera’ sportiva che ha quali punti di riferimento i diversi campionati regionali e nazionali e le gare internazionali. Agli ultimi Campionati svizzeri, svoltisi lo scorso 8 gennaio a la Chaux-de-Fonds, e ai quali ha potuto partecipare perché facente parte del gruppo delle 30 migliori pattinatrici in Svizzera, ha ottenuto l’11 rango. L’obiettivo stagionale di Géraldine Alberti è quello di riuscire a superare il Test Oro, che le consentirebbe di entrare nella categoria élite e di continuare a coltivare il sogno di confrontarsi coi grandi del pattinaggio artistico.

“Prima della gara sto da sola, mi cambio, faccio

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Nei centri estetici una tecnica rivoluzionaria per eliminare l’inestetismo dei peli superflui La presenza di peli in eccesso sul viso e sul corpo è per molte persone un inestetismo insopportabile. Oggi, sia gli uomini che le donne, amano sempre piú una pelle liscia e capiscono che un corpo senza peli acquista fascino e appeal. Esistono diversi sistemi per rimuovere i peli superflui: con i rasoi e le creme depilatorie viene rimosso solo il fusto del pelo che si trova fuori dall’epidermide, con le tecniche a strappo, come le cerette, le pinzette, si cerca di togliere il pelo in profondità, ma in ogni caso il bulbo pilifero continua a rimanere attivo. Con la luce pulsata invece, il bersaglio è proprio la matrice del pelo, che viene resa inattiva con il risultato di una pelle liscia e priva di peli. Si tratta di un sistema non invasivo, progettato specificatamente per eliminare i peli superflui in modo progressivamente permanente. Il sistema agisce generando una luce a forte intensità che si converte in calore. Questa energia termica viene attirata dalla melanina presente nel bulbo pilifero che viene raggiunto e distrutto, lasciando integri i tessuti circostanti. Il tutto senza causare dolore e nella piú totale sicurezza e confort. La luce pulsata può essere applicata su qualsiasi parte del corpo, anche la più delicata, come il viso femminile, lo spazio interciliare, il bikini. A richiedere il trattamento sono anche molti uomini, desiderosi di liberarsi dei peli particolarmente fastidiosi, come quelli che spuntano dal bordo del colletto, sul naso o dalle orecchie, oppure presenti in zone ampie, come schiena e spalle. Per non parlare degli sportivi che estendono l’epilazione su tutto il corpo. Linea Sana utilizza una tecnologia che per la sua flessibilità vi offre la possibilità di personalizzare i trattamenti a seconda del colore della pelle, del colore dei peli e della loro struttura. La nuova tecnologia permette di trattare velocemente ampie superfici cutanee e la conseguente riduzione dei tempi ha permesso di ridurre notevolmente i costi di epilazione. Per l'uomo e per la donna la tecnica si dimostra quindi efficiente, veloce ed economica.

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riscaldamento con la musica, poi nello spogliatoio mi metto appartata e inizio a pensare agli elementi del numero, respiro, mi concentro. Ci sono gare in cui sento molto la tensione, altre invece in cui il nervosismo che si accumula, sul

SCHEDA

biografica

Nome: Géraldine Alberti Anno di nascita: 2 aprile 1995 Domicilio: Cadro Occupazione: studentessa di 1. Liceo Disciplina Sportiva: pattinaggio artistico Società sportiva di appartenenza: Club Pattinaggio Lugano – FTP (Federazione Ticinese di Pattinaggio) Ore di allenamento: 20-25 alla settimana Palmarès: a livello nazionale: categoria mini medaglia di bronzo categoria cadetti medaglia di bronzo; a livello internazionale: Heiko Fischer Pokal Stoccarda: 2. rango, Argealp Oberstdorf: 2. rango, Argealp Bellinzona: 2. rango

ghiaccio poi sparisce. Nei minuti che scandiscono il numero devo trovare un contatto coi giudici, giocare col loro sguardo, devo pensare alla preparazione dei salti, alla buona uscita, alle piroette, alla pattinata che deve essere elegante, occorre anche interpretare la musica che mi accompagna. Devo pensare e fare molte cose nello stesso tempo, ma ora tutto accade in modo automatico”. Una vita quotidiana intensa, quella di Géraldine, con un futuro che si annuncia aperto a diverse possibilità. “Vedo il mio futuro soprattutto in ambito lavorativo, terminato il Liceo mi piacerebbe studiare all’Università per diventare oceanografa, amo le immersioni, gli animali marini, soprattutto gli squali, sott’acqua sei isolata, non parli, non senti, ti liberi dai pensieri. Un’altra prospettiva è quella di diventare criminologa, scoprire, cercare indizi al modo di CSI (la serie televisiva americana che vede quale protagonista la Polizia scientifica di Las Vegas, ndr) mi ispira…”. Y

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l’ovaio policistico La sindrome dell’ovaio policistico è una condizione che riguarda dal 6 al 10% delle donne in età riproduttiva e la cui fertilità talvolta ne può risultare ridotta. Una patologia alla quale spesso possono associarsi altri disturbi, più o meno importanti. testo Stéphanie Castiglioni Scatizza - stephanie@illustrazione.ch

a PCOS, Sindrome dell’Ovaio Policistico o Micropolicistosi Ovarica, è una malattia delle ovaie descritta per la prima volta da Stein e Leventhal nel 1935. Si tratta di una disfunzione ormonale cronica caratterizzata da un eccesso di produzione di androgeni e, a dipendenza della quantità prodotta, dalla conseguente riduzione o assenza della capacità ovulatoria dell’ovaio, spiega il Dr. Andrea Scatizza, spec. F.M.H. in ginecologia ed ostetricia a Lugano. “È un disturbo molto complesso: le ovaie, in condizioni normali, hanno il compito di produrre ovociti maturi, i quali vengono periodicamente espulsi dall’ovaio durante il processo di ovulazione, per essere successivamente eventualmente fecondati ad opera degli spermatozoi”. In caso di PCOS invece cosa avviene? “In presenza di sindrome dell’ovaio policistico, le ovaie si presentano di dimensioni superiori alla media poiché, al loro interno, sono presenti numerose cisti di varia grandezza: questo aspetto è proprio legato alla difficoltà dei follicoli a scoppiare ed emettere l’ovocita. I follicoli, infatti, non

ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-11

raggiungono quasi mai il completo sviluppo, pertanto l’ovulazione avviene con meno regolarità e le donne che soffrono di PCOS presentano quasi sempre una condizione di infertilità”. Qual è la sintomatologia? “La policistosi ovarica è caratterizzata da una spiccata variabilità delle manifestazioni clini-

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che. La sindrome si diversifica pertanto da una paziente all’altra, sia per la presenza o meno di determinati sintomi, sia per la loro intensità sempre a dipendenza della quantità di androgeni prodotta. In generale, i cicli mestruali sono irregolari, tanto che possono trascorrere anche molte settimane senza che si presenti una mestruazione (oligomenorrea o amenorrea). In pochi casi si può verificare anche una condizione di sovrappeso, in quanto la resistenza all’insulina impedisce alle cellule di utilizzare normalmente gli zuccheri contenuti nel sangue, che vengono quindi immagazzinati sotto forma di grasso. Gli elevati livelli di ormone luteinizzante (LH), che si riscontrano nella sindrome dell’ovaio policistico, sembrano essere correlati ad una maggiore frequenza di aborti spontanei. L’ormone luteinizzante è prodotto da particolari cellule dell’ipofisi e gioca un importante ruolo nei meccanismi di regolazione della funzione ovarica. È stato riscontrato che il 65% delle gravidanze in pazienti con PCOS termina con un aborto spontaneo, che si verifica invece solamente nel 12% delle gravidanze in donne con normali livelli di LH. Altri sintomi possono essere la presenza di un’eccessiva quantità di peli superflui (irsutismo), stempiamento, recessione della linea di attacco dei capelli sulla fronte, acne e aumento della produzione di sebo (pelle grassa), aumento delle masse muscolari, voce a tonalità bassa, aumento del desiderio sessuale”.

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Quali sono le cause di questa patologia? “Il punto chiave nella sindrome è l’aumentata produzione di ormoni androgeni da parte dell’ovaio (ma talvolta anche dal surrene). L’aumento di questi ormoni, stimolato tra l’altro dall’LH che risulta anch’esso aumentato, altera la funzionalità ovarica ed agisce negativamente anche sulla cute. L’ovaio, “rallentato” dalla presenza degli androgeni, non riesce ad assolvere regolarmente la follicologenesi, che è il processo che porta alla ciclica maturazione degli ovociti (le cellule germinali femminili). Viene inoltre alterata l’ovulazione, che consiste nella liberazione dell’ovocita nella cavità peritoneale una volta giunto alla maturazione il follicolo”.

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Come procedere in caso di presenza di sintomatologia da PCOS? “In presenza di più segni di sospetto tra quelli appena enunciati, è corretto effettuare una valutazione ecografica delle ovaie, che deve essere sempre accompagnata da una valutazione clinica e dall’analisi di alcuni dosaggi ormonali che possono dimostrare l’iperandrogenismo (eccesso di androgeni). L’ecografia e i dosaggi ormonali dovranno anche stabilire l’eventuale coesistenza di uno stato di perestrogenismo (eccesso di estrogeni), imputabile alle irregolarità mestruali con assenza di ovulazione”. Esistono delle cure per la PCOS? “Non esiste una terapia “globale” per la sindrome, pertanto la cura differisce a seconda del tipo di sintomi che vogliamo controllare. Le irregolarità mestruali vengono generalmente trattate con contraccettivi estro-progestinici (la “pillola”), non a bassissimo dosaggio, possibilmente in formulazioni che abbiano anche effetti benefici per

l’eventuale acne e/o irsutismo associato. Esistono anche farmaci ad azione anti-androgenica da associare o da usare come monoterapia. I loro effetti collaterali ne impongono però un uso mirato solo per i casi più severi e sotto stretto controllo medico. Nei casi associati ad obesità e iperinsulinemia possono avere un ruolo farmaci capaci di “abbassare” l’insulinemia, associati ad una dieta dimagrante controllata. In questi casi la riduzione di peso diminuisce drasticamente l’iperinsulinemia portando ad un miglioramento clinico e alla possibile comparsa di cicli ovulatori, con conseguente aumento della fertilità. L’infertilità viene invece facilmente superata mediante medicinali induttori dell’ovulazione. Generalmente il problema è di agevole risoluzione, sempre che non vi siano altre cause d’infertilità diverse dalla sindrome dell’ovaio policistico”. Y

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1 1. Lavora con il tricolin fino ad ottenere un tubicino lungo quanto il cerchietto (ca. 36 cm), stacca il tubicino dal rocchetto, infilaci il cerchietto e chiudi il tubicino. 2. Ritaglia dal pezzo di pelle o pannolenci due fiori, uno un po’ più piccolo dell’altro.

il fiore più piccolo con dei punti lunghi, quindi sovrapponi i due fiori e fissali al cerchietto cucendoci nel mezzo un bottone. 4. Aggiungi altri due bottoni sotto il fiore, sempre fissandoli al cerchietto con ago e filo. Cambiando colori e forma dei fiori potrai realizzare un cerchietto per ogni look!

3. Inﬁla l’ago con una gugliata di ﬁlo e decora

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in vi aggi o

laos sabaidii falang La Repubblica popolare del Laos è un paese per molti anni rimasto chiuso su stesso in virtù di un severo regime socialista. Da poco i cittadini svizzeri non necessitano più di alcun visto d’entrata, ma mi domando se i doganieri di Houay Xay ne siano informati… testo e foto Roberto Schneider - roberto.s@illustrazione.ch

i è appena conclusa la stagione delle piogge e le acque del Mekong sono limacciose. Il barcone sfida per l’ennesima volta nella giornata la corrente per traghettare una dozzina di asiatici e il sottoscritto sulla sponda opposta. L’anziano timoniere appare tranquillo e si porta appresso un nipotino di pochi anni. Forse un giorno farà il medesimo mestiere del nonno. È probabile, infatti, che anche in futuro il barcone rimanga l’unico mezzo possibile per raggiungere il Laos da Chang Kong, una piccola località dell’estremo nord della Tailandia. Mi accingo dunque a raggiungere la Repubblica socialista del Laos da una sorta di porta di servizio, Houay Xai, il valico più a nord e forse più remoto del Paese. Qui la Cina è a poco meno di 100 km, la Birmania ancora più vicina ma, in barba al crocevia strategico, la località di confine è poco più di un villaggio attraversato da uno stradone polveroso e dominato da un monastero buddista, il cui tempio dorato è visibile anche dalla sponda tailandese. Più il barcone si avvicina al territorio laotiano, più rifletto sul fatto che la mia idea di non entrare in Laos dall’aeroporto internazio-

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nale di Vientiane, la capitale, sia stata forse un poco azzardata. Non ho infatti alcun visto e mi affido completamente ad una nuova direttiva che accorda da poche settimane ai cittadini svizzeri il diritto di accesso facilitato, ciò in virtù di un pluriennale impegno nell’ambito dell’aiuto allo sviluppo del nostro Paese in queste regioni. Ma qui siamo a due giorni di viaggio dalla capitale, se si considera il tragitto via terra. Ancora frequenti sono però i trasporti per via fluviale sul Mekong, che in una settimana circa di navigazione, a dipendenza della stagione, permettono di raggiungere Vientiane. Il grande fiume del sud est asiatico non divide però solo politicamente e geograficamente per migliaia di chilometri il Laos dalla Tailandia, bensì corrisponde ad una sorta di confine del tempo tra un Paese oramai lanciato verso il terzo millennio, la Tailandia appunto, ed uno nel quale la vita sembra essersi fermata nel secolo scorso. BENVENUTO AMICO SVIZZERO Quando l’autista del “tuktuk” - i taxi motoretta a tre ruote - salutandomi con le mani congiun-

Houay Xay, remoto luogo di confine.

te davanti al viso, mi aveva indicato la stradina che su suolo tailandese scendeva verso il fiume, ricordandomi di annunciarmi al posto di transito tailandese per le formalità di uscita prima di imbarcarmi, mi ero definitivamente reso conto di quanto diversa fosse la realtà di questi luoghi. Quasi a fatica avevo trovato infatti lo sportello immigrazione in una curiosa casupola attorniata da bancarelle e ristori ambulanti. Dopo poche domande e molti sorrisi avevo ottenuto il timbro sul mio passaporto rossocrociato, documento decisamente esotico da queste parti. E come sarà ora l’accoglienza al corrispondente servizio laotiano?

Il caldo è atroce, vi è molta umidità e dei nuvoloni neri si annunciano all’orizzonte. I pochi scalini che percorro in direzione del posto di frontiera laotiano mi fanno già sudare copiosamente. I formulari che mi vengono subito consegnati da un’annoiata funzionaria, mi si incollano alle mani e fatico a compilarli, anche perché gli spazi a disposizione sono minuti. Da qui mi devo recare ad uno sportello successivo, dove ritrovo altri doganieri un po’ distratti. Sono però molto cordiali e quando mostro loro il mio passaporto svizzero mi guardano sorpresi. Che i guai stiano per cominciare? Al contrario! “Sabaidii Falang” - ciao stra-

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in viaggio

niero - mi dice, “benvenuto in Laos”! Poi mi spiega che non avrei nemmeno dovuto compilare il formulario per la richiesta del visto, perché Laos e Svizzera sono molto amici. Aggiunge però che mi dà lo stesso il visto e che non devo pagare nulla. Se lo desidero posso poi rimanere anche più a lungo in Laos, basta farne richiesta a Vientiane. Il colloquio termina con una domanda: perché transiti da qui? Rispondo che intendo percorrere il lungo tragitto fino alla capitale, attraversando tutto il nord del paese per conoscere meglio le sue genti e in particolare le molteplici minoranze etniche. Curioso, sono da pochi minuti in Laos e ho già l’impressione di essermi fatto un amico. E poco dopo sarò anche milionario!

TA G L I A N D O

QUELLO NEL PIATTO È SANGUE? L’unità di moneta locale è il Kip, che equivale a circa 0,0001 franchi. La visita al piccolo ufficio di cambio locale - spesso chiuso - mi trasforma dunque in milionario (purtroppo solo di kip) e soprattutto mi pone davanti ad un quesito: cosa fare col grosso plico di banconote? Solo una piccola parte trova infatti posto nel borsello da viaggio, il resto dovrà essere distribuito in varie tasche dello zaino. La riserva finanziaria dovrà però essere sufficiente per molti giorni nei quali sarà difficile, se non impossibile, trovare altri uffici di cambio. Il costo della vita è comunque bassissimo. Un giaciglio per dormire non mi

VIENI IN VIAGGIO La rubrica di viaggi tenuta da Roberto Schneider su Illustrazione Ticinese ora in un libro. Raccolta di racconti inediti o pubblicati in passato, con molte nuove fotograﬁe ed informazioni supplementari. 350 pagine, 100 fotograﬁe, 8 racconti in 11 diversi Paesi. Vieni in viaggio anche tu!

costerà mai più di alcuni franchi, ancor meno ogni pasto. Ma più del costo per l’alimentazione, mi impegnerà la sua ricerca. Nelle zone che visiterò, pochissimi saranno infatti i ristoranti. Più frequenti i piccoli ristori da strada, la cui offerta non è però decisamente orientata ai palati degli stranieri. Alcune signore che incontro in uno spaccio di Houay Xai, dove acquisto dei biscotti “made in China”, mi invitano spontaneamente alla loro tavola. Il menu prevede alcune ossa di pollo fritte con salsa piccante, riso e una bacinella con verdure, arachidi e bacche immerse in un liquido rosso. Cos’è? - chiedo a fatica -, perché qui nessuno parla inglese. Finalmente comprendo che è sangue e che l’alimento è particolarmente consigliato alle donne incinta. Oh, salvezza: non sono né donna, né incinta! Rendo attenti a questo punto i miei lettori che queste poche domande e risposte sono il frutto di circa mezz’ora di fatiche linguistiche, con vocabolari, segni e tanti sorrisi. In Laos mi rallegro di constatare che la prestigiosa lingua internazionale inglese contribuisce alla comprensione reciproca almeno quanto il forse meno noto dialetto ticinese! Addirittura mi arrischio a consigliare il nostro dialetto, perché non “contaminato” dalla storia: l’inglese rimane pur sempre la lingua di un nemico sconfitto in una guerra conclusa solo pochi decenni or sono. Continua. Y

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mot or i

100 anni

di creatività Attualmente, nel mondo ogni otto secondi viene acquistata una Chevrolet, una marca con una storia che inizia proprio dal genio di uno svizzero. testo Stefano Pescia - stefano@illustrazione.ch

a Chaux-de-Fonds, il giorno di Natale del 1878 nasce Louis Chevrolet, un ragazzo che eredita dal papà orologiaio i cromosomi per l’ingegneria e la meccanica di precisione. Una vita movimentata la sua, che si concretizza nel 1911 con un’importante opportunità. L’emigrante svizzero incontra Billy Durant, fondatore di General Motors. Insieme creano Chevrolet; un marchio che si evolve velocemente. Louis Chevrolet è stato un pilota automobilistico di successo e un ingegnere pionieristico conosciuto per l’introduzione di funzioni avveniristiche in ciascuno dei suoi nuovi veicoli. La prima Chevrolet la Classic Six Serie C, venduta nel 1911 a 2’150 dollari (pari a circa 50 mila dollari di oggi), si distingueva per il suo motore sei cilindri di 4,9 litri da 40 cavalli, il sistema di avviamento elettrico come i fari. Quattro anni dopo arriva la 490, un modello che deve il suo nome al prezzo di 490 dollari, cinque dollari meno della Ford T. Nel 1928 è il turno della Chevrolet National Model AB Tourer, che proponeva un cruscotto ad illuminazione indiretta, i freni su tutte e quattro le ruote, oltre al tergicristallo con braccio di oscillazione, il retrovisore interno e le luci di posizione. Nel 1935 è il turno del primo SUV al mondo, il modello Suburban, con tre file di sedili e tanto spazio per occupanti e bagagli. Negli anni della grande depressione Louis Chevrolet perde la sua fortuna e ritorna ad occupare la funzione di meccanico in uno stabilimento

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Chevrolet a Detroit. Morirà nel 1941. L’evoluzione del marchio continua realizzando i sogni delle grandi prestazioni. Nel 1963 arriva la mitica Corvette con il modello Sting Ray. Con il suo lunotto separato, introduce una nuova linea stilistica, un motore da 250 cavalli e tra le sue opzioni offre radio AM-FM, aria condizionata e rivestimenti in pelle. Negli anni Settanta, Chevrolet realizza un altro sogno americano. Con la Camaro giunge la risposta a chi era in cerca di una bella automobile, dalla guida sportiva. Ogni anno circa 3,5 milioni di veicoli vengono venduti in oltre 130 Paesi, grazie ai quali Chevrolet è il quarto marchio automobilistico più importante al mondo. Le statistiche dicono che ogni 16 vetture vendute in tutto il mondo, una è Chevrolet. Nell’anno del suo centenario, la marca statunitense presenterà sul mercato europeo sette novità. Y

La nuova Chevrolet Camaro cabriolet, in vendita in Europa da settembre 2011.

le due ruote

a zurigo Dal 17 al 20 febbraio 2011 la città sulla Limmat ospita la fiera nazionale delle moto e degli scooter Swiss-Moto. testo Graziano Guerra - graziano@illustrazione.ch

Spettacolo assicurato con il leggendario Isle of Man TT Il mitico trofeo “Isle of Man TT“ festeggia il 100° anniversario, e nel quadro dei festeggiamenti, l’organizzazione ha deciso di partecipare a SWISS-MOTO, con cento anni di storia perfettamente illustrati nell’esposizione museale “Manx”. Numerosi team che parteciperanno alla prestigiosa manifestazione - da Hervé Gantner a Rico Penzkofer - si presenteranno al pubblico di Zurigo, come pure il vincitore del TT Klaus Klaffenböck con la sua sidecar. Su uno schermo

SWISS-MOTO

2011

Quando: 17 – 20 febbraio 2011 Dove: Oerlikon Messe Zürich, Hallen 1 - 7 Organizzatore: MCH Messe Schweiz (Zürich) AG Orari di apertura: giovedì/venerdì: 10-21 sabato: 9-19 / domenica: 9-18 Entrata: adulti: CHF 20.- / studenti/AVS/IV e ragazzi (7-16 anni): CHF 10.Biglietto famiglia (2 adulti e 1-4 bambini fino a 16 anni): CHF 45.Biglietto serale dalle 18.00: CHF 10.Abbonamento: CHF 35.Swiss-Moto Party: CHF 30.Combiticket Fiera/Party: CHF 40.Internet: www.swiss-moto.ch

gigante si potranno seguire scene emozionanti della leggendaria corsa, mentre un TT Pub consentirà di rivivere l’atmosfera delle competizioni in un ambiente very english. L’uomo più veloce del mondo in motocicletta Nella halle 5, l’élite della elaborazione motociclistica internazionale e nazionale presenterà i propri modelli speciali e sempre nel padiglione di Swiss Performance si svolgerà per la seconda volta a Zurigo il campionato mondiale di Custom Bike Building “AMD World Championship of Custom Bike Building”. Ospite d’onore il detentore del record mondiale di velocità in motocicletta (oltre i 605 Km/h) Rocky Robinson (Usa), presente alla quattro giorni di Zurigo-Oerlikon. Y

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oroscop o testo Cloris Sciaroni cloris@illustrazione.ch

d ARIETE 21/3 - 20/4

h TORO 21/4 - 20/5

i GEMELLI 21/5 - 21/6

j CANCRO 22/6 - 22/7

Come preannunciato, l’arrivo del benefico Giove nel vostro segno il 22.1.2011, sostenuto da un intraprendente Marte, in ottimo aspetto fino al giorno 23.2, dona nuovo vigore per ripartire alla grande. Opportunità interessanti e inaspettate sono in arrivo, coglietele al volo. Persone influenti e competenti vi aiuteranno nel disbrigo di pratiche finanziarie e fiscali, settore cui dovete porre particolare attenzione con Venere dissonante per tutto il mese. Questo potrebbe causare anche qualche screzio o una certa freddezza in amore. Che gli affari e le serate con gli amici siano più importanti? Salute: bene la ginnastica e il movimento.

I primi 22 giorni appaiono piuttosto stressanti a causa dei ritmi incalzanti o dei mille impegni che minano la vostra tranquillità. Sarete voi signori ad essere maggiormente agitati e intolleranti, attenzione a non scaricare sulla compagna il vostro nervosismo. Difﬁcile far coincidere lavoro e famiglia un po’ per tutti voi. A favorire invece voi donne sarà Venere, in ottimo aspetto di trigono dal giorno 5 che, unito a Plutone superpositivo, regala un fascino particolare e spinge a intriganti evasioni. Regalatevi una breve vacanza in un centro wellness per rigenerarvi e farvi coccolare da mani esperte. Con Marte negativo non sono adatti gli sport invernali!

k LEONE 23/7 - 23/8

l VERGINE 24/8 - 22/9

Vi attende un mese superpositivo con Sole, Mercurio, Marte e Giove in ottimo aspetto che vi ricolmano di gioia, umorismo, dinamismo e intraprendenza per affrontare nuove sﬁde lavorative o di studio, magari all’estero, andare incontro all’amore con spontaneità, coltivare amicizie importanti, fare buoni affari, recuperare crediti in sospeso, chiedere un aumento di stipendio, accettare anche di diventare il leader di un gruppo. Ottimi i settori della comunicazione, dell’insegnamento, della tecnologia, del sociale, dell’import ed export. In mezzo a tanta euforia bisogna però mettere anche dei limiti, ci penserà Saturno.

Mese piuttosto difﬁcile con Giove-Saturno e Plutone dissonanti, afﬁancati dal giorno 5 anche da Venere. Meglio non esporsi troppo, non fare investimenti o stipulare contratti ora, perché rischiate di venir raggirati. A meno che non abbiate un formidabile Ascendente con aspetti positivi, non è il caso di intraprendere iniziative proprie. Anche in famiglia potrebbero esserci delle tensioni e in amore non si può proprio parlare di calore affettivo e comprensione. Possibili spese extra da prendere in considerazione. Le stelle vi invitano dunque a concentrarvi su ciò che state facendo mettendoci tutto l’impegno possibile e riposate di più.

BILANCIA 23/9 - 22/10

SCORPIONE 23/10 - 22/11

A parte un formidabile Giove in ottimo aspetto di trigono, che vi solleva nei momenti critici, contro avrete Sole-Mercurio e Marte che vi rendono troppo nervosi e precipitosi causandovi qualche noia con soci, partner o colleghi. Può anche darsi che gli altri si aspettino troppo da voi, abituati come siete a darvi completamente, ma in questo momento rischiate di non avere sufﬁcienti risorse per accontentare tutti. Anche le vostre energie non sono inesauribili. Le sorprese in amore non mancano, dai colpi di fulmine al desiderio di maggiore libertà, specialmente se vi sentite oppressi. Salute: Avete bisogno di più relax.

Fino al giorno 21 avrete Sole, Mercurio e Marte in aspetto di forte tensione a causa dei vari impegni cui far fronte. Possibili problemi con un ﬁglio adolescente o contrasti con un collega o socio. Siate meno suscettibili e ansiosi e accettate qualche critica costruttiva. Sarete voi uomini del segno ad essere più intolleranti ed agitati, mentre Venere, favorevole dal giorno 4, sosterrà maggiormente voi donne, più quiete e riﬂessive. In amore tutto è possibile, dipende dall’età e dal vostro status attuale. Salute: guidate con la massima prudenza. E per allentare lo stress, lavorate con il corpo. Aiuterà a sciogliere la vostra rigidità.

Sebbene alcuni pianeti possano ostacolare o scombussolare i vostri programmi, a favore avrete Sole (fino al 20), Marte fino al 23 e Mercurio dal 3 fino alla fine del mese, un bel mix astrale pronto a sostenere le vostre energie e a difendere i vostri progetti, le vostre idee. È un mese di esplorazione, di novità, per cui bene le brevi gite culturali, dove incontrare gente diversa, l’approfondimento di lingue straniere e i corsi di computer, studi alternativi, danza e musica. E l’amore? Con Venere e Saturno ostili ci sarà meno calore. Valorizzate l’amicizia. Salute: massaggi orientali e Aura Soma per sentirvi belle dentro e fuori!

Mese molto stressante e impegnativo per voi, almeno fino al giorno 23, con possibili discussioni e contrasti nei rapporti interpersonali, specialmente con figure maschili. Ambizione e competizioni eccessive provocano molto stress e nemici. Perché voler sempre essere i primi? Anche in famiglia il clima risulta perturbato e non mancherà qualche preoccupazione. Attenzione, perché ora qualcosa vi sta sfuggendo di mano. Dovrete far appello a tutta la vostra diplomazia, per quanto possibile, per mantenere il vostro sangue freddo e riportare la fiducia in voi stessi e in casa. In questo vi aiuterà una bella Venere positiva. Salute: yoga per rilassarvi.

ILLUSTRAZIONE TICINESE 01-11

2011 La farmacia in cucina: LE SPEZIE iasccun ia uno di di noi oi poosssi ssi sieedde, e, sppeess sso se sso senz ennzza ne nem mm meenno sape saappeerl rloo,, una na foorrnniitiss titiss ssim sim ima fa farm rmac aci cia ia, bbaast sta gu sta guar arddaare re in cuci cucciinaa o iinn di cu disp speennsa sa. Sa Sape Sape pevvaate atee per es pe eseem esem mpi pio che cchhe laa CAN ANNE NELLLLLA, A,, ootttttiim A ma pe p r pprrep epar arar raarre doolc lci cii,, ins nsaporriiree le me mele mel le cottte te al ffoorno rnno ec e c. c . po poss ssie sieedee del elle le ottttim ime pprrop opri riet età tà dige dige di gessttiv gest ivee?? LL’’olio ollio aro arrooma oma mati atico tiicoo est stra trraattttoo daa que u st sta ta sp speezzia ia, pr pres eso a ggoocc cce ddiiilu luitte in lu luit in acq cqua quaa, stim imolla la diggeesstition o e, on e, in pa part rtticcoollar are ddoop opo po uuna na ccen na e a ab en abbboonnddaanntee; us u ato atto come co mee dis isi sin inffeettttaannte te, di te, dilu luen enddoolloo in in aallco col de dennaaatu turraato tu to è un ec eccell ceelllleenntee annttis tisset ettitico c . SSii ritie co ittiieennee ino noltltree che nol che siaa aanc nncchhee uno no sstittiim moolant laant nte se s sssuaallee ssee asssu sunt nto pu nto puro ro inn missur uraa ddii m mez ezzzo cuc cuccch c ia iain ino all gio in ino iornno pe p r unna se settt im man a a. a. L’AN L’ A ICE IC CE iinnveecee pos possi osssi s edde deelllle le pr p oppri riet e à es espe peettttor pett tor oran ranntit ed è qquuin indi di cons di onnsi sigl g ia i to to l’l’us uso so us sottttoo fo form rm ma di di sci ciro ropp opppo pr prep epar ep arrat a o di dilu luen lu e do en d un ccuucccchi hiaai aio di d ess ssen enza en zaa (pprepa reepa p raattaa las asci ciian ando do una n man a ci ciat ataa di at d sem emii inn inf n us usioonee iinn un usio un llitititro roo d’aacqquaa bollllen bo len ente per alm men enoo du due ue gi g or orni ni,, fil ni filttr trat atee e co cons nsserva ervate er tee in un unaa boottttig iggliia di vetro) tr o)in in mez mezzo zoo lititro roo d’a ’acq c uaa conn l’a cq ’agg ggiiunt iunt ntaa di uunn cu cucc cchi cc hiai hi aino ino di mi miel e e e un el cuucchi cucc hiai aio di alcol ai lcol ppur lc uro, o, ((qu quel ello lo uusa sato to per con onse serv rvar aree la fruuttttaa so ar s ttttoo sppir iritito) o). o) Ricoord Rico rdat aatte pe peròò ddii no nonn in inge geri r re mai ll’o ri ’olililo di ’o di ani nice ce in quan quuan anto to ttos osssi sico co,, us co usat attel atel eloo inve veece per far aree fr friz izio ioni ni su pe pettoo e te temp mpie ie pper er sci ciog ogliier eree cata tarro e liibe b raare naso e gol ola. An Anchhe i CH CHIO ODI DI GA GARO OFA FANO NO cconosciuti perr il lor oro particolare aspetto e proffumo sono un perfettoo an antitise s tticco, inf nfat attiti ccon on ill lo loro olio vien vi enee an anch che pprep eparato p il notissimo euggenolo usato dai dentisti pper i lavaggi gg duraant ntee lee ddevitalizzazioni. È un pe perf rfet rf e to antibiotico naturale,, allevia i dolori et ai denti e sulle ferite impedisce la formazione di eventuali attacchi da parte di parassiti o infezioni gravi. Un’altra spezia conosciuta per il suo uso in cucina è lo ZENZERO, in oriente viene utilizzato più che da noi per insaporire i cibi o il pane. Meno conosciuto è il suo uso come farmaco casalingo. Applicare delle compresse o impacchi preparati con radice di zenzero pestata e mescolata con altre erbe come aloe, tarassaco o malva combatte gli stati dolorosi causati da traumi o strappi muscolari, ematomi e contusioni. Assorbe il sangue sottocutaneo e disinfiamma la parte colpita. Già nell’antichità si riteneva che bere un bicchiere di vino allo zenzero addolcito con miele iele fosse fooss s e un toccasana per i convalescenti c e un eccellente rinvigorente per gli anziani. anz nziani. Documenti che risalgono nz risalgo al medioevo considerano lo zenzero zero comee un un rimedio rriimedi meeddiio contro la catti cattiva digestione, dig e le coliche intestinali. Se non siete con coonnvvin vinti intiti della in del ella reale efficacia di questi que rimedi, perché non provare re direttamentee e scoprire scoopprrir ire vvoi stessi la veridicità eridicità di d quanto affermato anche dagli antic antichi? Riicord corddat co ate però che he ogni erba o spezia spe può essere, se usata in modo err errato, noccciiva v inve nvvec ece che curativa. Rivolgete olgetevi quindi a persone che hanno una prepa prepar ara razi zionne iinn questo settore, per chie hiedere consiglio su quali erbe usare e com come me us uusarle. arle ar le. le e. V Veedrete che anche voi oi rim rimarrete affascinati dallee innumerevolilii pro ropr prietà tàà ccur urrat urat attiv i e che potrete p scopri p ire cercando tra i vaset etti nella vostraa ddis isppeens is e sa. a.

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oroscop o

Questo è un mese di intense sollecitazioni e voi vi sentirete su di giri, pronti a partire all’avventura per esplorare tutto quanto è possibile. Sarete voi giovani i più intrepidi, per cui non si escludono viaggi di piacere o di studio, o di entrambi e molti di voi, età permettendo, vorranno lasciare la casa dei genitori per assaporare il vento dell’autonomia. Ottimo mese per iscriversi a scuole superiori, per affrontare colloqui ed esami o riqualiﬁcarvi, se vi sentite scontenti di quel che state facendo. Anche le ﬁnanze miglioreranno ed è quello che conta, ma attenzione a spendere! Salute: Saturno frena gli eccessi e invita a stili di vita semplici!

c SAGITTARIO 23/11 - 21/12

AQUARIO 21/1 - 19/2

Mese impegnativo su vari fronti, in particolare nel settore finanziario: con i favori di Venere nel segno potreste però riscuotere vecchi crediti o migliorare la vostra posizione socioeconomica, ma anche pensare a risparmiare, cosa non facile con i pianeti veloci nel 2. campo, che invitano a spendere e a spandere senza riflettere. Forse è il caso di mettere dei limiti anche ai figli, se ne avete. In amore potrebbe invece accadere qualcosa che sconvolge la vostra routine e la vostra serietà, tanto da voler fuggire altrove. Potrebbe trattarsi di voi stessi o di un figlio. Salute: la dissonanza di Giove interessa per ora voi della 1. decade, attenzione ai virus. Copritevi.

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Mese molto eccitante con Sole e Marte nel segno che donano vigore e dinamismo. Anche Mercurio sarà nella stessa posizione dal giorno 3, sostenuto da Giove, che favorisce i viaggi di lavoro o di piacere, gli incontri vantaggiosi e regala premi e riconoscimenti a coloro che hanno idee originali e innovative da proporre, magari da pianiﬁcare in gruppo. Ottimi pionieri e messaggeri di riforme sociali, sarete utili anche in ambito educativo o politico. Gli studi e il lavoro scorreranno ﬂuidamente e porteranno anche qualche soldo in più, ma attenzione alle spese. E l’amore? Saturno richiede serietà d’intenti. Salute: sport moderato.

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umido testo Daniela Sandrini - daniela@illustrazione.ch

Compila, ritaglia e spedisci su cartolina postale il tagliando all’indirizzo seguente: Illustrazione Ticinese, CP 418, 6908 Lugano-Massagno, o inviaci una e-mail a cruciverba@illustrazione.ch entro il 25.02.2011. In palio 4 splendidi umidiﬁcatori “ANTON”, del valore di Fr. 139.- ciascuno, offerti da Stadler Form SA. Tutti i tagliandi che perverranno in redazione parteciperanno all’estrazione a sorte per l’attribuzione dei premi in palio. I vincitori saranno avvisati personalmente. È escluso il ricorso a vie legali. 1

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La soluzione del numero precedente era: Armani.

Siete degli amanti della musica leggera? Allora, risolvete il cruciverba e con le lettere nelle caselle contrassegnate dai numeri in rosso potrete formare il cognome di un noto cantante e partecipare all’estrazione di quattro splendidi umidificatori “ANTON”, messi in palio da Stadler Form SA.

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5 ORIZZONTALI: 1. Ha gli occhi blu, in una nota canzone 5. Spirituali, ascetici 11. Mina la canta in coppia con Celentano 13. Sepolcri monumentali 14. Il rosso inglese 16. Adesso 17. Volti 18. Collaudata 21. I confini di Locarno 22. Mezza tara 23. La fugge il sognatore 25. È Big a Londra 26. Stella del cinema 28. È libera per lo sciatore 29. Il pronome che mi riguarda 30. Stuzzica le nari 32. Un codice bancario 33. Un tipo d’esame 35. Radice piccante 37. Qualità... a volte nascoste 38. La sigla svizzera 39. Il nome di McCartney 41. Ente Turistico 42. Cortile agreste 43. Torti senza pari 44. Il poeta de’ “L’Orlando furioso” 45. I pallini del sarto. VERTICALI: 1. Un successo del duo Mannoia e Noemi 2. Il mitico aviatore 3. Team 4. Preposizione tedesca 5. Il nome di Ferrer 6. Bel laghetto malcantonese 7. Hanno il cordiglio 8. Consonanti in talea 9. Il giorno trascorso 10. La capitale dell’Indiana 12. Grossa arteria 15. Ampi 17. I confini di Vogorno 19. Asteroide 20. Nome d’uomo 21. Un raggio del chirurgo 24. Avaro 25. Con la Nannini canta “Un’estate italiana” 27. Segno zodiacale 31. Particella nobiliare 34. Privi di fede 36. Le iniziali di Papi 38. Gatto inglese 40. Cantone svizzero.

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