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GIGI FERRARO, MARCELLA RISSO Saluto di

Addio, Gigi Ricordiamo con affetto e commozione l’amico Gigi Ferraro. Ha lasciato in tutti noi il ricordo di persona appassionata nell’impegno sociale, politico e amministrativo; di acuto interprete della vita del saluzzese come giornalista; di credente capace di discernere ciò che conta nella fede e nei fatti ecclesiali. Riportiamo le parole della moglie Marcella che descrive la sua difficile ma serena convivenza con la malattia e quelle che lui stesso aveva preparato come saluto agli amici.

Parole di Marcella

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Già da tempo, dal 2002, conviveva con la sua malattia, l’insidioso morbo di Parkinson, ed era ben consapevole che la strada sarebbe stata in salita, sempre più faticosa e difficile. Così pian piano aveva modificato le sue abitudini di vita quotidiana facendo scelte dolorose ma ragionate, a sua tutela: non aveva più rinnovato la patente, a lungo aveva usato la bicicletta finché due cadute gli avevano suggerito che ormai anche la bici era per lui troppo pericolosa. Da solo usciva a piedi ma ad un certo punto si era reso conto che l’equilibrio era precario e senza falso orgoglio aveva adottato il rollatore, che lui chiamava amichevolmente il “carrettino”, per andare a fare le spese e qualche giretto. Negli anni, da soli o con gli amici, abbiamo ancora fatto escursioni in montagna, sempre più brevi e leggere. Nell’ultima estate trascorsa a casa la nostra meta per la passeggiata pomeridiana era lo splendido viale di querce della Morra e l’area picnic di Castellar per leggere in pace all’aria aperta! Il suo è stato un cammino di responsabili rinunce, sempre vissuto con spirito positivo, con la convinzione che il mondo è bello e si può gioire delle piccole cose, che lamentarsi intristisce e lottare rende più forti. Compagna di questo cammino è stata la lettura, il primo rito quotidiano con i giornali La Stampa e Il manifesto a, e poi con libri a scandire la giornata. Grande è stata la gioia delle settimanali trasferte a Torino per “fare famiglia” con i figli Carlo e Anna, le nipoti Giovanna, Giulia e Chiara e con Flavia, Paola e Alessandro. Negli anni la vita si è “ristretta” e si sono dovute abbandonare le passioni di sempre, la politica e il giornalismo locale, ma l’amicizia di molti ha sostenuto Gigi nell’aggravarsi delle sue condizioni. Oltre alla famiglia ed al fratello Franco, gli sono stati vicini con generosità gli amici di lunga data: non voglio nominare nessuno né fare graduatorie perché so ciascuno ci è stato vicino ed ha fatto quanto poteva per dimostrarci affetto, sostegno e solidarietà. Gigi aveva pensato fin dal 2007 alla morte ed al funerale ed abbiamo cercato di accontentarlo seguendo le sue indicazioni per l’addio di oggi. È stato un uomo di grande fede in Gesù ma ormai da tempo lontano dalla Chiesa che pur era stata il riferimento della sua giovinezza. Quante volte quando era ricoverato in ospedale abbiamo pregato insieme leggendo i salmi ed anche oggi questo funerale laico ci testimonia la sua fede profonda. Ringraziamo quanti sono con noi a condividere questo addio e nella fede speriamo che possa essere un arrivederci in cieli nuovi e terre nuove!

Saluto di commiato di Gigi

Carissimi, mi rendo conto che stupirò qualcuno al mio funerale nel non voler né rosari né la messa. In questi anni sono sempre andato a rosari e funerali: era per rispetto del morto e dei famigliari. Ho letto il libro di Hans Kung “Ciò che credo” in cui afferma: “Non lasciare che siano altri a stabilire come devi agire, definisci tu stesso il tuo ruolo” e in questi anni ho pensato più volte al mio funerale. Non credo in una chiesa gerarchica, in un’istituzione nella quale a volte qualcuno comanda su altri. Ortensio da Spinetoli nel suo “Gesù di Nazaret” scrive: “Gesù aveva voluto che i suoi seguaci realizzassero una famiglia, una fraternità”. Mi riconosco nelle parole del teologo protestante Karl Barth “Dio sii misericordioso con questo tuo peccatore”. Leggendo le lettere ai Galati ed ai Romani sono convinto “Che l’uomo non è giustificato dalle opere, dalla legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo”.

Personalmente mi affido interamente nelle mani del Signore, alla sua bontà e misericordia. Come dice il Te Deum “In te Domine speravi, non confundar in aeternum!”. Tu sei la nostra speranza, non saremo confusi in eterno… Mi sono impegnato per la pace “Forgeranno le loro spade in vomeri” dice il profeta Isaia e il vangelo di Matteo nelle Beatitudini afferma “Beati i cotruttori di pace”. Vorrei un funerale serio ed allegro allo stesso tempo, con preghiere semplici come i Salmi ed il Padre nostro. Mi piacerebbe che le letture fossero fatte dagli amici, in primo luogo della comunità di base Ricerca, con i quali ho camminato in questi anni. Grazie ai miei famigliari ed ai parenti, grazie a Marcella, a Carlo e Anna, alle mie nipoti Giovanna, Giulia e Chiara di avermi voluto bene. Sono tranquillo nelle mani di Dio, in vita ho cercato di fare del mio meglio. Un caro saluto a tutti, Gigi