Il Giornale dei Veronesi- dicembre 2013

w w w. i l g i o r n a l e d e i v e ro n e s i . i t

R e g i s t r a z i o n e a l Tr i b u n a l e d i Ve ro n a n . 2 9 8 4 / 1 2

DICEMBRE 2013 - ANNO II

Scenario che cambia, Natale che resta Mesi di occasione

trasformazioni, novità, per festeggiare e

cambiamenti; si avvicinano intanto le festività natalizie, per riflettere su quanto accade intorno a noi…

L’ E D I TO R I A L E di Diego Cordioli

Verso il 2014 Gli ultimi mesi del 2013 non si dimenticheranno facilmente: dalla decadenza di Berlusconi, alla morte di Mandela, fino alle primarie del Pd… E già ci si avvia verso il 2014. Un anno intenso, quello che sta per trascorrere; preparandoci alle festività natalizie, abbiamo voluto riflettere insieme a voi su questi avvenimenti così importanti, includendo anche altre tematiche, come la violenza sulle donne, quella negli stadi e offrendo ai lettori anche una prelibata sorpresa: una nuova rubrica che proporrà i gustosi menù del grande cuoco veronese Giorgio Gioco. Di nuovo c’è anche una divertente intervista all’autore di un cartone che ben rappresenta l’identità veronese, Dino da Sandrà; una pagina sulla musica, con anche qualche consiglio sui cd da ascoltare; e una pagina sportiva sulla Fondazione Bentegodi. Aventino Frau, presenta poi una pagina dedicata al Garda e si alternano le notizie dalla provincia, con i comuni di: Bussolengo, Povegliano Veronese, Quinzano, Valeggio sul Mincio, Mozzecane e San Giovanni Lupatoto. Per Villafranca, spicca la notizia che la società Chievo Verona rinuncia a fare la città dello sport nella zona del parco del Tione. La redazione augura quindi a tutti i lettori, una buona lettura e le migliori feste, nella speranza che il 2014 ci regali la collaborazione di tanti nuovi comuni veronesi, da aggiungere a quelli che già accogliamo sulle nostre pagine, per arricchire sempre di più l’informazione che ogni mese e ogni anno vi portiamo in dono.

NOTIZIE NAZIONALI

Berlusconi e la decadenza da Senatore

PRIMO PIANO

NOTIZIE DALLA CITTÀ

L’Italia: tra Renzi al Pd e il cane Dudù

articolo a pag. 3

CUCINA D’AUTORE

Il personaggio in...

Gioco articolo a pag. 10

articolo a pag. 4

LA PAROLA A...

Dino da Sandrà e l’identità veneta articolo a pag. 11

Luca Zaia contro la violenza sulle donne articolo a pag. 5

RACCONTO DI NATALE

Il racconto: “Un re e tre Pastori” articolo a pag. 12-13

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Notizie dal Mondo

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A cura di Diego Cordioli

Nelson Mandela è vivo più che mai Il premio Nobel per la pace Nelson Mandela si è spento lo scor so 5 dicembre a Johannesburg, in quel Sudafrica che anche grazie alla sua lotta si è potuto liberare dall’apar theid razzista; il suo coraggio e il suo messaggio di liber tà però non sono mor ti.

di Elisa Zanola

Leader carismatico, politico dal fascino magnetico, instancabile attivista contro il segregazionismo razziale (e per questo, più volte incarcerato), Mandela non è stato solo un Presidente sudafricano, un premio Nobel, ma un vero e proprio simbolo dell’orgoglio nero e della libertà. La voce di chi non aveva voce, il difensore dei diritti di chi non aveva diritti, colui che ha affermato l’uguaglianza dove vigeva la più rigida e razzista diversità (imposta dai bianchi). Come tanti di voi, anche noi avremmo voluto conoscerlo di persona; non avendo potuto, creiamo un’intervista “impossibile”, come se fosse ancora vivo…

Cosa significa, in africano, il suo secondo nome, Rolihlahla?

“Colui che provoca guai” E di guai lei, fortunatamente, ne ha combinati diversi…

“Direi di si. A cominciare da quella mia fuga, da ragaz-

zo, per scappare da un matrimonio combinato, voluto dal mio capo tribù…Poi, sempre in nome di quel principio di libertà che ha guidato tante delle mie scelte, già da studente all’Università iniziai subito a mobilitarmi contro il regime sudafricano, a cui mi opponevo con tutte le mie forze, battendomi per i diritti della maggioranza nera, ingiustamente oppressa. E qualche anno dopo cominciò la mia militanza nell’African National Congress…”

Un numero che non dimenticherà mai?

“Il 46664: è il numero che era impresso sulla mia giacca da detenuto, quando ero in carcere.”

Quanto tempo ha trascorso in prigione?

“27 anni. La prigionia iniziò dopo il primo arresto, nel 1962: venni accusato di incitare allo sciopero; in quegli anni cercavamo di sabotare il governo pro-apartheid e l’esercito, tentando anche di organizzare una guerriglia armata; dopo la prima condanna

a 5 anni di carcere, nel 1964 la nuova accusa di sabotaggio e azione armata, mi costò la condanna a 26 anni di prigione. Nel 1985 ricevetti una proposta di libertà condizionata se avessi rinunciato all’azione armata; opposi un fiero no, restando in carcere fino al 1990, quando l’allora Presidente Frederik Willelm de Klerk ordinò la mia scarcerazione…”

Ed anche a lui assegnarono, insieme a lei, tre anni dopo, il Nobel per la pace, giusto?

“Si nel 1993 lo ritirammo insieme: lui, ultimo Presidente bianco del Sudafrica dell’apartheid; io, dall’anno dopo, primo Presidente nero.”

COSA NE PENSI? Cosa ne pensate di Nelson Mandela e della sua battaglia contro il razzismo e l’apartheid? Inviateci la vostra opinione in merito a: redazione@ pirite.net; potete inviarci il vostro parere anche sulla nostra nuova pagina Facebook: Il Giornale dei Veronesi.

Notizie Nazionali

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A cura di Diego Cordioli

Berlusconi e la decadenza da Senatore “Io sono l’Impero alla fine della decadenza”, scriveva Paul Ver laine; capovolgendo il ver so del poeta, si potrebbe citare il caso di Ber lusconi, come quello della decadenza, alla fine del (suo) impero... ditore, dai tempi di Fininvest (1975) e dell’impero Mediaset Lo scorso 27 novembre Sil- (1993). A suo carico, ci sono più vio Berlusconi è decaduto dalla di venti procedimenti giudiziari, carica di Senatore. Per lui, clas- tra cui, ha particolarmente pesase 1936, la lunghissima carriera to, di recente, la condanna a quatpolitica è giunta ora al termine? tro anni di carcere per il “procesRicordiamo che il Cavaliere è so Mediaset”, per frode fiscale, il stato quattro volte Presiden- 1 agosto di quest’anno, a cui si è te del Consiglio dei Ministri: dal aggiunta, lo scorso 19 ottobre, 10 maggio 1994 al 17 gennaio l’interdizione ai pubblici uffici per 1995; poi dall’11 giugno 2001 al la durata di due anni. Per questi 23 aprile 2005 ed è stato rieletto motivi, lo scorso 27 novembre, il subito dopo, dal 23 aprile 2005 al Senato, con 192 voti a favore, 114 17 maggio 2006 ed infine, dall’8 contrari e 2 astenuti, ha decremaggio 2008 al 16 novembre tato la sua decadenza dal ruolo 2011. E’ stato anche Ministro di Senatore. Il Cavaliere ha così degli Esteri, nel 2002, due volte dovuto dire addio al Parlamento.

COSA NE PENSI? Ministro dell’Economia nel 2003 L’opinione dei cittadini, molti dei e nel 2006, Ministro della Salute, sempre nel 2006, Ministro dello quali antiberlusconiani, altri fan di Sviluppo economico, nel 2010 Silvio, è ovviamente divisa; non si e nel 2003 Presidente del Con- può negare la sua abilità politica, siglio Europeo. Fondatore, nel ma nemmeno i tanti processi a 1994, del Partito Politico Forza suo carico e le gravissime accuse Italia, con il quale ha iniziato la ai suoi danni; voi lettori, cosa ne sua carriera politica; poi divenuto, pensate? Inviateci la vostra opinel 2009, Il Popolo della Libertà e nione in merito a: redazione@pitornato, nel 2013, Forza Italia, ha rite.net; potete inviarci il vostro dominato per circa un ventennio parere anche sulla nostra nuova la scena politica italiana. E anche pagina Facebook: Il Giornale dei quella economica, come impren- Veronesi. di Elisa Zanola

Le Primarie del Pd: i numeri in Veneto Cos’hanno votato a Verona per le primarie del Pd? In Veneto? E in provincia? Vi forniamo alcuni dati locali, che in piccolo già danno la misura della preferenza, a livello nazionale , espressa a favore di Renzi… con però, una par ticolare predilezione veneta, per Civati, su Cuper lo. Sarà perché Civati abita a Verona? di Elisa Zanola In tutta Italia, alle primarie del Pd, hanno votato in circa 2 milioni e 798 mila persone: Renzi ha superato in maniera quasi imbarazzante Cuperlo e Civati: ha infatti preso quasi il 68% dei voti degli italiani, contro il 18% di Cuperlo e il 14% di Civati.

In Veneto, i voti per Renzi sono stati il 69%, il 16% per Civati e il 15% per Cuperlo.

In provincia di Verona, Renzi ha preso il 69,5% dei voti, Civati il 18,3%, Cuperlo il 12,2%.

A Verona città, Renzi si è aggiudicato il 65% dei voti, Civati

Gianni Cuperlo

Matteo Renzi

attuale Presidente del PD

attuale Segretario del PD

18,21%

67,55%

Giuseppe Civati

14,24%

il 21,5%, Cuperlo il 13,5%.

Si è votato anche per eleggere i politici per l’assemblea nazionale del Pd di Roma. 13 sono veronesi: Orietta Salemi, consigliere comunale, Luciano Sterzi, consigliere provinciale, Paola Briani e Davide Fasoli (di Peschiera), Susanna Fasoli, Laura Vesentini, Costanza Candelo, Alfredo Forlin, Francesco Bussola renziani. Con loro, il deputato Gianni Dal Moro, vicino al presidente del Consiglio Enrico Letta. Poi, Chiara Chiappa e il consigliere regionale Roberto Fasoli, sostenitori di Civati e il sindaco di Povegliano Annamaria Bigon, cuperliana.

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Primo Piano

A cura dell’avv. Aventino Frau

L’Italia: tra Renzi al Pd e il cane Dudù La vittoria di Renzi alle primarie del Par tito Democratico, era abbastanza prevista ma si pensava più di misura e con una minore par tecipazione della base . È successo il contrario con uno scar to immenso sui suoi competitori e con una presenza popolare for tissima.

dell’avv. Aventino Frau

Oggi Renzi è l’unico leader scelto democraticamente a fronte dei due “padroni fondatori”, Berlusconi e Grillo che non hanno bisogno di primarie e neppure dell’assemblea degli azionisti.

In una fase politica, generale e internazionale, di leadership personali (solo da noi assai poco democratiche) anche Renzi ha voluto e dovuto esprimere la sua presenza con un impegno mediatico, suffragato ora dal consenso politico.

Oltre a quello, ci sono state le promesse per la riforma urgente del Paese, anche se molti lo hanno accusato di superficialità, di non avere “Sotto la lingua niente” come dice il citatissimo giornalista Pansa, che peraltro ha scoperto certe verità solo nell’ultima parte della sua lunga vita che gli auguriamo ancora più lunga e densa di scoperte.

Una ragione forte del grande

Nel

successo di Renzi, si trova nella stanchezza del Paese, nella disperazione di una parte di esso, nel sentirsi “sciapa e infelice” come scrive il CENSIS nella sua indagine sullo stato degli italiani.

Per tutti c’è “Il buio oltre la siepe” come nel romanzo della Harper Lee, degli anni ’60, un buio che nasconde, che impaurisce per quello che non conosciamo, su cui non abbiamo potere, che non riusciamo a prevedere.

Questa è la situazione del Paese, vittima di una generale delusione, dove emerge solo il chiasso di fanatici servitori di ideali già traditi.

In questo contesto, si inserisce la frustrazione del PD, da troppo tempo abituato a vincere male ed a perdere peggio, desideroso quindi di speranza, di una ipotesi di vittoria, che sembra Renzi possa rappresentare e che la vecchia dirigenza della “ditta” spesso ha rasentato ma non ha colto.

Nei militanti e nei simpatizzanti del PD c’era, e lo hanno illustrato le primarie, la sensazione di una cattiva vecchiaia del partito, espressa nei volti, onorevoli ma rugosi, della sua classe dirigente, soprattutto di origine comunista ma anche, come la Bindi e altri, democristiana.

Al governo il quasi giovane Letta, certo costretto dai fatti e dalle alleanze, si è mosso con la prudenza dei vecchi e la loro tempistica. Il mitico apparato del partito comunista non c’è quasi più

e comunque serve poco in questi tempi così diversi da quelli del bipolarismo sovietico-capitalista ed anche dei difficili anni successivi di un ancor peggiore falso liberalismo e capitalismo esasperato ed esasperante.

Il PD sa, come ha detto Prodi tornato come elettore, di essere essenziale per la democrazia del nostro paese. Lo sanno anche molti cittadini non di sinistra, che però pensano all’Italia e al suo futuro più che alle interessate e scostumate vicende dei singoli partiti, pronti ad allearsi o a uccidersi per un pugno di voti o un’immunità personale.

Questa esigenza di trovare una speranza, di vedere attuata e non solo dichiarata, qualche riforma,

di non subire il dictat euro germano centrico, senza gli estremismi grillo berlusconian leghisti, come di ritrovare il bandolo dell’interrotto filo dello sviluppo economico, ha fatto sì che si preferisse un homo novus, non più comunista nè democristiano, con un’esperienza amministrativa pubblica ma non abituato all’aria corrotta dei palazzi romani né di quelli regionali che non lo sono da meno, nella speranza che, ad onta delle facili accuse, non ci si trovi di nuovo, dopo l’esperienza berlusconiana, di fronte ad un affabulatore affascinante ma non all’altezza del ruolo.

Va dato atto che il PD ha dimostrato comunque di avere una dirigenza politica giovane con Civa-

ti e Cuperlo, comunque in grado di superare il suo difficile passato.

Molti altri cittadini avevano creduto in un centrodestra più serio e capace, meno corrotto nel proprio intimo, pur se dotato di persone oneste e valide quanto impotenti nel potere reale; c’è la speranza di poter vedere qualche cambiamento. Non certo quello vergognoso di larghe intese tra Berlusconi, Grillo e forse Vendola, un minestrone di populismo, volgarità, smemoratezza, vendette personali.

Vedremo se qualcosa di più serio può nascere altrove.

Altrimenti il centrodestra italiano avrà, come proprio volto, quello abbaiante di Brunetta o quello scodinzolante di Dudù.

Ricordando Nelson Mandela ricordare

i

sacrifici

degli

uomini

più

grandi,

come

fu

Mandela,

poniamo

men-

te anche agli errori, agli eccessi, alla cr udeltà di quelli più potenti e sedicenti “più civili”.

Sono belli i ricordi che tutti esprimono su Nelson Mandela, il sincero apprezzamento per la sua lunga battaglia per la libertà del suo popolo, per la pacificazione con i suoi oppositori.

Tutti ricordano i suoi ventisette anni di carcere, come molti ricordano le battaglie pacifiche di Gandhi e gli altri che hanno lottato con sacri-

ficio personale, per la libertà, la democrazia dei loro paesi.

Senza contare quelli che per gli stessi valori sono stati uccisi. È il rispetto, un po’ farisaico, per i vincitori e per i defunti.

Non troviamo, tra tanti elogi, se non lontanamente e indirettamente, una riflessione di pentimento, di vergogna, di responsabilità per quello che, come

occidentali, come cristiani, abbiamo voluto e causato: con il più duro colonialismo, la tratta degli schiavi, il potere violento nei paesi divenuti colonie, lo sfruttamento economico, la violenza culturale, l’imposizione religiosa.

I sudafricani oggi possono vantarsi di Mandela, non i suoi carcerieri, gli inventori dell’apartheid, coloro che hanno scam-

biato il potere con la violenza.

Credo che il modo più serio di esprimere rispetto verso questi uomini sia quello di riflettere anche sulle responsabilità della nostra storia “civile”, quella di chi ha scoperto l’America per poi depredarla come fecero Spagna e Portogallo, l’India e altro mezzo mondo come l’Inghilterra, l’Africa e l’Indocina

come ha fatto la Francia e la Libia e l’Eritrea come l’Italia.

Chi conosce la storia del mondo sa bene cosa avvenne.

Per tutti e da parte di tutti.

Nel ricordare i sacrifici degli uomini più grandi, come fu Mandela, poniamo mente anche agli errori, agli eccessi, alla crudeltà di quelli più potenti e sedicenti più civili.

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Notizie dalla Città A cura di Diego Cordioli

Luca Zaia contro la violenza sulle donne Nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne , lo scor so 25 novembre , il presidente Zaia ha lanciato un appello: basta a un fenomeno in preoccupante crescita. un lato occorre attivare tutti i mezzi possibili di difesa preventiva contro un malcostume che affonda le sue radici in una errata immagine della donna, dall’altro bisogna operare dal punto di vista educativo, partendo dalle scuole, affinché il ruolo della donna quale madre e lavoratrice, la sua rilevanza nella costruzione di una società più giusta ed equilibrata vengano sottolineate e ribadite”. “Come amministratori – conclude Zaia - dobbiamo impegnarci sempre di più e sollecitare i governi nazionali affinché gli aiuti alla famiglia si incardinino sempre di più sulla donna in termini di welfare

di Maurizio Zumerle “Nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, voglio fare un appello a tutte le coscienze: diciamo basta a un fenomeno in preoccupante crescita, lavoriamo per il rispetto e la parità a tutti i livelli”. Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commenta la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. “Parlo da presidente di una Regione che presenta uno dei numeri più alti di denunce per violenze e sopraffazione non solo fisiche ma anche psicologiche – prosegue il Presidente - da

Luca Zaia e di riconoscimento dell’importante lavoro di formazione sociale che essa svolge nelle famiglie e nella società”.

Valdegamberi: Agsm e finanziamenti occulti “Il Comune vuole fare entrare Agsm in Fiera e Verona mercato per realizzare l’ennesimo finanziamento occulto allo scopo di tappare i propri buchi in bilancio”, dichiara Stefano Valdegamberi. di Maurizio Zumerle Stefano Valdegamberi, Consigliere regionale presidente di Futuro Popolare, interviene sulle nuove strategie finanziarie municipali. “L’astuto commercialista, nonché assessore alle Aziende ed agli Enti partecipati, Enrico Toffali, intende ancora una volta portare soldi nelle casse del Comune attuando quella che è solo una finta vendita, come è stato fatto con l’acquisizione di Amia da parte di Agsm. In pratica Agsm, che è al cento per cento di proprietà comunale, acquisirebbe, pagandole, le quote che il Comune ha

Stefano Valdegamberi

in Fiera ed in Verona mercato.

Quote che il Comune rivenderebbe di fatto a se stesso, trasformando Agsm in un vero e proprio bancomat. Mi piacerebbe sapere se e come i revisori dei conti di Agsm giustificano queste operazioni, perché nell’eventualità che da esse derivino problemi finanziari non potranno affermare di non sapere. Ed i revisori dei conti dovrebbero anche rendere noto qual è lo stato di indebitamento dell’azienda di via Galtarossa, visto che è l’oggetto di un vero e proprio assalto alla diligenza.

Invece di far pagare ancora una volta le conseguenze delle loro scelte ai cittadini, che in questo caso sono anche utenti, gli amministratori comunali dovrebbero pensare a come ridurre i costi (in Comune il rapporto fra numero di dirigenti e personale è superiore rispetto a molte città del Centro-Sud e la spesa di gestione pro capite è fra le più elevate d’Italia) e di conseguenza le tasse, che sono fra le più alte dell’intera nazione. A prescindere dal fatto che non mi pare proprio il

momento migliore per giocare al Monopoli delle partecipate, ritengo che sia ora di finirla di prendere in giro i veronesi, affermando che questa operazione è volta a far diventare Agsm una holding, e che, invece

di mungere soldi dalle aziende con operazioni che non hanno nulla di strategico, come invece sostiene l’assessore Toffali, i membri della Giunta comunale dovrebbero dedicare il loro impegno a ridurre spese e tasse.

Anche perché, visto che Agsm svolge i propri servizi in un territorio che è ben più ampio rispetto a quello del comune di Verona, a pagare le conseguenze di tutto questo saranno i cittadini dell’intera provincia”.

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Notizie dalla Città

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A cura di Diego Cordioli

L’insostenibile leggerezza dell’imbecillità Una tifoseria di gente normale , bambini ed anziani sotto assedio solo per una par tita di calcio Hellas-Chievo. Non solo offesi, oltraggiati e assediati per ore in cur va Nord, ma picchiati di br utto…

di Nicola Di Ciomma Finisce in ospedale un diciassettenne del Chievo. Un altro tifoso della “diga” viene inseguito per ore prima di fare rientro a casa. La squadra del Chievo costretta a lasciare lo stadio ben oltre le 22.00. Striscioni diffamanti in Curva Sud. Questo è il triste bilancio del dopo derby ad opera di 400 scalmanati dell’Hellas nei confronti del popolo clivense Per chi avesse letto il nostro messaggio del mese scorso proprio da queste pagine, spiegavamo che il derby fa bene a Verona. E’ necessario ed importante.

Ci eravamo anche permessi di scomodare il Conte Edward Smith Stanley, ignaro inventore di tutte le stracittadine sportive del mondo (Adesso non sappiamo più se ringraziarlo).

Non ce ne voglia altresì Milan

Kundera perché, parafrasando una delle sue opere più importanti, ci si ritrovano di mezzo situazioni, contrasti e leziosità che possono far tornare alla mente il comportamento adoperato da certi (non tifosi) dell’Hellas nei confronti dei tifosi (quelli veri) del Chievo.

Per molti, quello con il Chievo, non viene definito derby. Il vero derby è quello con il Vicenza, al massimo col Padova o addirittura col Venezia. Se la pensano così ci può stare. Ognuno è libero di esprimere la propria opinione.

Quello che non ci sta affatto è quanto accaduto nel dopo partita di Verona-Chievo. Se in passato ci sono state alcune occasioni, da parte della tifoseria più scalmanata dell’Hellas, di infierire con danni sul quartiere del Chievo è altrettanto vero che, nei precedenti 10 derby, non c’è mai stato motivo di sommosse od incidenti vari. Quello di sabato 23 novembre scorso, per quanto accaduto, nonostante la meritata vittoria sul campo del Chievo, ha sancito la sconfitta della città intera. Capiamo l’attaccamento ai colori del nostro Sindaco Flavio Tosi. Capiamo il suo sentirsi parte di una tifoseria. Capiamo ancora il voler

partecipare, con lo spirito di un ragazzo, alla gioia della Curva Sud (benché certe regole di fairplay politico dovrebbero essere uguali per tutti). Non capiamo la sua indifferenza, il suo distacco per quanto accaduto quella sera.

Vorrà dire che, nell’aberrante riforma del calcio, deciderà (se lo farà) la Lega Calcio. Multa?

Squalifica? Porte chiuse? Derby di ritorno blindato? Altre decisioni? Attendiamo con ansia una risposta. Se il nostro beneamato Tosi vorrà sicuramente potrà aiutare l’Hellas, una società che ha lavorato duramente da anni per costruire quello che di meraviglioso sta offrendo alla Serie A e che non merita assolutamente di scialacquare ancora denaro inutilmente. Dunque, caro Sindaco, se vuole bene al Verona dovrà darsi da fare, senza dimenticare che dall’altra parte esiste un “Orgoglio Chievo”. Quello che, da solo, ha debellato per sempre i personaggi colpiti da D.A.SPO. Si, ne hanno avuti anche loro, perché no?

Morale della favola? Ai tempi del Quartiere in Paradiso si indignò anche l’allora Sindaco di Verona, la Signora Sironi, nell’ascoltare su Rai Uno le scempiaggini di Tim Parks (scrittore, gior-

nalista e docente universitario): “Ho abitato a Verona per anni, prima di scoprire l’esistenza di Chievo. Un caso infelice di sobborgo operaio che straripa in un declinante pattume acquitrinoso semi industrializzato. Per fortuna non è un posto molto grande. Un calcolo generoso non gli attribuisce più di tremila anime, piccioni, topi e gatti randagi compresi”.

Si desume bene che gli imbecilli non hanno attenuanti, ma da personaggi che in teoria dovrebbero avere un certo tipo di cultura, ma soprattutto una dose di buon senso da essa derivante, credo sia lecito attendersi un qualcosina in più.

Altrimenti si rischia di assumere le sembianze di quei padri che hanno fatto dei propri figli degli autentici mostri.

Cosa ne pensi? I lettori rispondono sul Traforo delle Torricelle Pubblichiamo i pareri opposti di due lettrici –che rappresentano il loro punto di vista, non quello del giornale- in merito all’argomento “Il traforo delle Torricelle”, che sta spaccando in due l’opinione pubblica veronese . Continuate a seguirci e a scriverci cosa ne pensate degli argomenti che vi proponiamo…

“E’ assurdo che mentre nelle altre città ci sono trafori di tutti i tipi e qualità e dimensioni, funzionantissimi, efficientissimi, anti smog, anti perdita di tempo ecc. ecc. qui a Verona persista un ostruzionismo ottuso e pericoloso che di solito si manifesta con la negazione di qualunque nuova proposta venga fatta.Veronesi vecchi, stantii, arroccati alle vecchie strade e chiusi alle nuove prospettive. Io mi domando: se quel pezzettino di strada accanto al teatro romano, con l’Adige a strapiombo dovesse cadere (si regge sugli archetti romani!) la città andrebbe in tilt. Possibile che non si riesca a trovare una soluzione a quella strettoia pericolosissima che mette in comunicazione le due parti estreme di Verona? Facendo almeno convogliare lì i pullman, i camion e altri mezzi pesanti e tutte quelle macchine che devono semplicemente passare da lì per raggiungere i due poli opposti della città. Ad esempio da Borgo Venezia e Verona est fino a Pindemonte, Ponte Crencano, Poiano ecc. Possibile che un semplicissimo traforo implichi tutti questi guai paventati dai promotori della negazione perenne? Per favore abbiate il coraggio di cominciarlo subito questo traforo per evitare guai peggiori in futuro e fatelo sapere ai nostri politici tira e molla. Grazie e saluti cordiali.”

Patrizia Stella “Ho letto il vostro articolo su “Il Giornale dei Veronesi” di novembre. A mio avviso il traforo delle Torricelle sbilancerebbe l’equilibrio tra area verde naturale e città, punto di pregio di Verona. Aumenterebbe l’inquinamento dell’area e deturperebbe l’ambiente. La sua utilità è assai discutibile e risulterebbe molto oneroso per il cittadino. Per snellire il traffico in città si dovrebbe migliorare il servizio pubblico. Basta cemento, basta asfalto. Dobbiamo avere maggior cura delle nostre preziose aree verdi. Cordiali saluti.”

Maria Ghiotto

7

Salute & Sanità A cura del di Diego dott. Cordioli Paolo Garzotti

Il “killer freddo” I

dati

pubblicati

duzione

delle

6-10%

per

sull’effetto “killer” del

temperature ogni

del dott. Paolo Garzotti Il freddo, oltre alla mortalità, porta anche ad un aumento del 25-30% dei ricoveri, per malattie cardiovascolari, respiratorie e cadute. Questi dati sono confermati da uno studio inglese, durato un decennio, da dove è emerso che la mortalità tra gli over 65 è il doppio nella stagione fredda invernale rispetto al periodo estivo. Ritengo utile dedicare questo spazio a semplici considerazioni e utili consigli su come affrontare l’inverno. E’noto che l’arrivo del freddo rappresenta un pericolo per le fasce più deboli della popolazione quali: anziani, bambini, persone affette da pato-

grado

compor ta di

freddo un

diminuzione

logie croniche, poveri e senza tetto. E’ importante ricordare che per alcuni aspetti, gli estremi della vita, si assomigliano molto.

Sia il neonato che l’anziano hanno un sistema di termoregolazione inefficace ed entrambi, spesso, non sono in grado di manifestare il disagio dovuto al freddo.

Per gli ammalati cronici con patologie cardiovascolari, polmonari, metaboliche (es. diabete mellito) e neurologiche (es. demenza) il freddo può aggravare e far precipitare un quadro clinico già precario.

Cosa fare per prevenire e proteggere i nostri anziani? mantenere contatti frequenti diretti o tramite l’aiuto di amici e vicini di casa nel caso vivano da soli.

Limitare il più possibile le uscite di casa per eludere il freddo ma anche il rischio di cadute dovute al ghiaccio. Per questo motivo è opportuno, ad esempio, provvedere a scorte alimentari e medicinali.

Se si è costretti ad uscire assicurarsi di essere ben coperti, anche nelle estremità (testa, mani e piedi) con cappello, guanti e

sugli

aumento della

anziani del

dimostrano

rischio

temperatura

sciarpa. Evitare le prime ore del mattino e la sera.

A domicilio è indicato regolare la temperatura tra i 19-22°C con una umidità relativa tra i 40-50% (soprattutto per le persone affette da patologie respiratorie).

Preoccuparsi di isolare porte ed infissi, ma ricordarsi di aerare gli ambienti.

Prevenire il rischio di incidenti domestici controllando il corretto funzionamento dell’impianto di riscaldamento(stufe, caldaie e camini) ed elettrico. Assicurarsi che i nostri anziani non abbiano materiali infiammabili vicino a fonti di calore (es. tende).

Consigliare una alimentazione ed idratazione adeguata ed equilibrata. Bere almeno due litri di liquidi al giorno, preferibilmente bevande calde. Ricordarsi che la termoregolazione richiede un maggior dispendio calorico perciò è necessario un adeguato apporto alimentare. Assumere vitamine e sali minerali dalla frutta, energia dalla pasta e riso, fibre dalla verdura e le proteine dalla carne e pesce.

di media

che

la

mor talità

ridel

stagionale…

Evitare gli alcolici in quanto favoriscono la dispersione del calore.

Nel prossimo numero, daremo alcuni consigli per gli ammalati cronici. Per concludere, ritengo utile indicare i sintomi dell’ipotermia. Quando la temperatura corporea interna(rettale) scende sotto i 35°C compaiono dei sintomi progressivi che è importante riconoscere sin dal loro esordio. Il paziente parla e deambula con difficoltà, è rigido, tende a cadere, è irritabile, in confusione mentale, è stanco e scoordinato nei movimenti, presenta brividi, è tachicardico(frequenza cardiaca elevata) ed inizialmente la pressione arteriosa è elevata. Nelle forme più gravi(temperature corporea inferiore a 32°C) segue la bradicardia(frequenza cardiaca molto bassa) con ipotensione arteriosa.

A temperature interne inferiori ai 30°C compaiono gravi aritmie, fino all’arresto cardiaco con temperatura corporea inferiore ai 24°C.

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Scuola & Istruzione

A cura della Dott.ssa Anna Lisa Tiberio

La storia veronese nei documentari Con “Il poeta di Verona: vita e opere di Ber to Barbarani” si è chiuso il 28 novembre il ciclo di proiezioni di documentari sulla storia di Verona tenuto per le scuole veronesi presso il Circolo Ufficiali di Castelvecchio.

Alle proiezioni ha presenziato la regista Anna Lerario, che ha introdotto i documentari e parlato agli studenti delle tematiche storiche e tecniche dei video, e la dott.ssa Anna Lisa Tiberio dell’Ufficio Interventi Educativi, che ha coordinato le scuole che hanno aderito all’iniziativa.

Il ritmo incalzante, la ricchezza dei contenuti, le scene di fiction molto curate e accattivanti hanno coinvolto le centinaia di ragazzi e i loro insegnanti, i quali hanno applaudito i documentari con entusiasmo e si sono volentieri soffermati alla fine delle proiezioni per saperne di più.

Gli insegnanti hanno apprezzato molto l’approfondimento storico dei documentari e la proposta di materiale ed idee inedite o poco conosciute, e hanno colto molti spunti interessanti per possibili dibattiti e progetti legati alla storia, all’attualità e al legame col territorio.

Il documentario su Cangran-

de della Scala infatti, oltre a far conoscere uno dei protagonisti della storia nazionale dell’ultimo secolo del Medioevo, illustra un’epoca d’oro della città in cui la cultura venne promossa e sostenuta dando frutti ancora oggi visibili; quello sul mito di Giulietta e Romeo evidenzia le numerose ragioni storiche che legano Verona alla leggenda più celebre del mondo, dimostrando quanta profondità c’è dietro un capolavoro; infine, il documentario su Berto Barbarani racconta un’epoca di passaggio verso la modernità, contraddistinta da notevole vivacità culturale, capacità di autoironia e grande solidarietà, soprattutto fra artisti ma anche nei confronti dei meno fortunati; il documentario ha inoltre fatto rivivere miti e tradizioni scomparsi stimolando fra i ragazzi e gli insegnanti una serie di proposte ed idee volte a valorizzare la storia del loro territorio, perché, alla fine del ciclo

di proiezioni, è parso più che mai evidente quanto ‘ogni cosa sia illuminata dalla luce del passato’ (per citare una recente e ‘illuminata’ opera cinematografica…)

Le proeizioni che si sono susseguite sono state: l’8 novembre, Cangrande, il Principe di Verona.

Si tratta della biografia del leggendario condottiero e signore di Verona che all’inizio del 1300 divenne protagonista della situazione politica, militare e culturale dell’Alta Italia.

Le numerose scene di fiction girate con 50 attori in siti trecenteschi della città rendono il documentario molto simile ad un film.

La ricostruzione storica, curata nei minimi dettagli delle armature, dei costumi, degli oggetti di scena, ci riporta in un coloratissimo medioevo tutto veronese e ci fa rivivere le ambizioni, le lotte e i sogni che questo straordinario personaggio condivideva con un altro grande del ‘300: il poeta Dante Alighieri.

Il documentario è stato presentato alla 70^Mostra del Cinema di Venezia Il 15 novembre, Verona per sempre: la città di Giulietta e Romeo E’ un’indagine meticolosa sulle origini del mito di Giulietta e Romeo e sul suo legame con Verona.

Ne affronta l’evoluzione letteraria, le basi storiche, il misterioso legame con Dante Alighieri e con gli Scaligeri, per scoprire che…

Tutta la verità storica dietro la leggenda e alcune nuove affascinanti teorie in un’opera che si avvale di numerose scene tratte da drammi rappresentati dalle maggiori compagnie di teatro veronesi e che, per la prima volta nella storia, mostra la scena della morte dei due amanti presso il sito storico: la Tomba di Giulietta…

E il 28 novembre, Il poeta di Verona: la vita e le opere di Berto Barbarani Si tratta della biografia del poeta dialettale tanto amato dai veronesi. Attraverso foto e do-

cumenti d’epoca, scene di fiction, i quadri di Angelo Dall’Oca Bianca e le più belle (ma anche meno note) poesie di Barbarani, il documentario ne racconta la baldanzosa giovinezza, le riflessioni sulla guerra, l’empatia con la natura, il difficile rapporto col successo, il dolore per la perdita dei propri cari e la tristezza della vecchiaia …

Questo documentario permette di conoscere l’‘alegra malinconia’ di un poeta che seppe cogliere l’anima della sua città e cantarne la bellezza e la magia. Ma permette anche di conoscere un pezzo importante della storia di Verona a cavallo fra ‘800 e ‘900, quando al fervore artistico-culturale si univano gli stravolgimenti urbanistici che avrebbero cambiato per sempre il volto della città.

Il documentario ha accompagnato nell’inverno 2012-2013 la mostra su Angelo Dall’Oca Bianca presso la Casa di Giulietta.

Il progetto PRIUS: prevenire le ustioni

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prevenzione

cercare

di Anna Lisa Tiberio Dalle evidenze epidemiologiche correnti e dalle rilevazioni 2005-2009 del Sistema SINIACA (Sistema Informativo Nazionale sugli Incidenti in Ambienti di Civile Abitazione) dell’Istituto Superiore di Sanità è nato il progetto PRIUS con l’obiettivo di aumentare la conoscenza dei rischi di ustione

di

evitare

nei bambini e negli adulti elaborando un percorso didattico ad hoc per la loro prevenzione e la promozione di norme di primo soccorso e buone pratiche. Gli incidenti e le ustioni rappresentano in Italia e nei Paesi industrializzati un problema rilevante dal punto di vista delle conseguenze sanitarie, soprattutto per i bambini. L’1% di tutte le morti in età pediatrica è dovuto a ustioni. In particolare, i bambini - soprattutto da 0 a 4 anni - sono, insieme agli ultrasessantacinquenni, i più esposti al rischio di incidente domestico, sia perché trascorrono più tempo in casa, sia perché le acquisizioni motorie in questa fase della vita precedono la capacità di riconoscere ed evitare le potenziali situazioni a rischio.

In Italia muoiono circa 400 persone l’anno per ustioni, oltre il 70% di esse in ambito domesti-

degli incidenti

incidenti

da

domestici

co. In età pediatrica, il 16% delle morti in casa sono secondarie a ustioni, più della metà delle quali relative a bambini fino a 4 anni di età.

Il Progetto PRIUS (Prevenzione degli Incidenti da Ustione in età Scolastica) è finanziato dal Ministero della Salute. Si tratta di un Progetto pilota del Centro Nazionale per la prevenzione e il controllo delle Malattie –CCM 2011, realizzato dall’Istituto Superiore della Sanità (ISS) con il supporto dell’European Mediterranean Council for Burns and Fire Disasters (MBC) e il coinvolgimento della Società Italiana Ustioni (SiUst) e dell’associazione Spes Onlus.

Obiettivo principale del Progetto è quello di prevenire le ustioni nei bambini attraverso la sperimentazione nelle scuole di un kit didattico-informativo rivolto principalmente ai bambini

ustione ed

ustioni

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di 4 e 7 anni delle classi materna ed elementare e agli adulti (insegnanti e genitori).

Comportamenti corretti per prevenire le ustioni in ambiente domestico Si ritiene importante fornire i seguenti consigli di carattere preventivo: • Attenzione ai vestiti sintetici e sventolanti (sciarpe, foulard, ecc.).

• Attenzione a non lasciare incustoditi - quando accesi stufe, camini, bracieri, ecc.

• La cucina presenta molti pericoli di ustione. Prestate particolare attenzione alle pentole sul fuoco, al forno acceso, ai cibi bollenti sulla tavola, alle tovaglie che pendono, agli elettrodomestici in funzione e ai detersivi che non bisognerebbe porre sotto al lavello.

• Non lasciate solo il bambino nella cucina, soprattutto quan-

età età

scolastipediatrica.

do si sta cuocendo qualcosa.

• Regolate la temperatura dello scaldabagno a un massimo di 45 °C. • Non utilizzate apparecchi elettrici in bagno in condizioni di umidità.

• Non lasciate il bambino solo in bagno e non riempite la vasca con sola acqua calda.

• Non lasciate incustoditi contenitori con liquidi bollenti, corpi roventi come il ferro da stiro, la piastra elettrica, bracieri accesi, fili elettrici pendenti o prolunghe improvvisate.

• Non lasciate alla portata dei bambini sostanze tossiche corrosive, alcol, benzina, trielina e diluente od oggetti pericolosi come fiammiferi e accendini • Non tenete il flacone dell’alcol e della benzina vicino a fonti di calore.

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Giovani & Scuola A cura del di Diego LiceoCordioli Scientifico “Carlo Anti”

Il Liceo Scientifico delle scienze applicate Il ne te

Liceo

Scientifico

scientifica, motivata

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Il Preside Claudio Pardini

La struttura del percorso è uno degli aspetti più innovativi, dal momento che il Liceo Internazionale delle Scienze Applicate avrà durata quadriennale per rispondere alle seguenti esigenze: avviare una innovazione che esplicita e sviluppa gli aspetti della riforma; uniformarsi alla struttura delle scuole italiane all’estero; allinearsi ai più diffusi modelli internazionali, favorendo la mobilità professionale e formativa. Lo sviluppo delle relazioni internazionali, la necessità di ampliamento degli orizzonti culturali, la rilevanza delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono stimoli per l’istituzione scolastica a progettare un percorso di scuola secondaria superiore, caratterizzato da una notevole capacità innovativa. L’internazionalizzazione è da intendersi come capacità di sviluppare modalità di apprendimento che, nel contesto classe e fuori da esso, promuova reciprocità di attenzioni tra le varie realtà europee ed extraeuropee, momenti di condivisione di esperienze, nonché integrazione dei modelli culturali. Una politica di scambio attivo e partecipativo con realtà internazionali coinvolge i giovani e le loro famiglie in un rapporto di osmosi creativa e di conoscenza reciproca, alimenta una serie di rapporti

delle

scienze

passi studio

del in

applicate liceo

generale

interpersonali e interistituzionali nella prospettiva di logiche didattiche e formative interculturali. Un altro dei concetti chiave che caratterizza l’impianto formativo è la forte tensione allo sviluppo dell’imprenditorialità, intesa come valore fondante. Per questo motivo il progetto incentra la propria azione sullo sviluppo delle competenze chiave che sollecitino nello studente la creatività e l’ingegno, in una dimensione di esperienza fattiva, di simulazione di situazioni reali, di alternanza tra i momenti di vita scolastica con un vissuto esperienziale concreto, fatto di conoscenza diretta dei fenomeni e delle diverse realtà con cui verrà in contatto.

Innovare la didattica, poi, significa porre al centro dei processi di insegnamento/apprendimento lo sviluppo delle competenze chiave di cittadinanza. La pratica didattica del “Carlo Anti” si basa da tempo sulla didattica per competenze, su un lavoro di programmazione collegiale che cambia i parametri della valutazione stessa, privilegiando un assetto che parta dalla definizione delle competenze da perseguire, definisca le relative abilità sulla base del profilo in uscita dello studente e si concretizzi in contenuti ad esse subordinati. Ciò determina in modo sempre più incisivo il passaggio da una logica disciplinarista a una logica interdisciplinare, che trova ispirazione nell’individuazione di assi culturali tesi a valorizzare proprio la didattica per competenze. La valutazione è orientata a evidenziare le acquisizioni in termini di sviluppo di competenze nell’alunno, orientandosi il più possibile a modelli di rilevazione che valorizzino la costruzione di un sapere pratico-operativo, fondato sul dato esperienziale e sull’attivazione di processi più che sulla passiva acquisizione di conoscenze teoriche; esige, per la sua stessa natura, una diversificazione consistente delle forme valutative, volta a valorizzare le

del

“Car lo

tecnologico,conta e

alle

discipline

diverse peculiarità presenti in ciascun allievo e a personalizzare i processi di apprendimento. Per garantire l’aderenza della formazione alle reali esigenze del mondo produttivo e scientifico si costituisce un Comitato Scientifico di Indirizzo di cui faranno parte il Dirigente Scolastico, tre docenti del CdC individuato, due rappresentanti dell’industria del settore informatico un docente del Politecnico di Torino, un docente dell’Università di Torino (questi ultimi già partner del progetto MIUR Problem Posing & Solving la cui metodologia sarà parte fondante dell’aspetto didattico) un docente dell’Università di Verona.

Nell’elaborazione dei piani di lavoro, i docenti, supportati dai dipartimenti e dai coordinamenti disciplinari e dal Comitato Scientifico di Indirizzo, fisseranno obiettivi di apprendimento tali da consentire agli

Anti”, su

nato

un’utenza

scientifiche

studenti l’acquisizione delle competenze e lo sviluppo dei contenuti disciplinari previsti nell’arco dei quattro anni in modo tale da accedere all’Esame di stato. Questo sarà reso possibile dalla disponibilità ad apprendere degli studenti ammessi al percorso, dalla molteplicità degli interventi di potenziamento, dall’ampliamento del tempo scuola e dall’utilizzo di strumenti innovativi a forte impatto quali le piattaforme di e-learning

in

dall’istr uziofor temenpar ticolare .

per la costituzione di comunità di apprendimento. Parte dell’attività iniziale dell’anno scolastico sarà dedicata all’accoglienza e all’inserimento dei nuovi studenti, anche attraverso attività formative e outdoor. L’anno scolastico è organizzato in bimestri, salvo esigenze particolari. I periodi di sospensione, compresa una parte di quelli estivi, saranno utilizzati per lo sviluppo delle esperienze formative e lavorative.

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Cucina d’Autore

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A cura di Diego Cordioli

Il personaggio in…Gioco: Maria Callas

Inauguriamo questa nuova r ubrica “Cucina d’autore”: “Il per sonaggio in…Gioco” con Maria Callas.

Da questo numero pubblicheremo qui le ricette uniche e originali che il famoso cuoco veronese , Giorgio Gioco, ha pensato per i per sonaggi più impor tanti che hanno frequentato la sua cucina…

Un menù: un personaggio; dal ristorante “Dodici Apostoli” di Verona e dalla fantasia culinaria di Giorgio Gioco… Incominciamo da lei, la divina: Maria Callas. Lo scorso 2 dicembre c’è stato il 90° anniversario dalla sua nascita e a noi piace omaggiare così la figura di questa straordinaria cantante, che spesso ha frequentato i luoghi areniani… Ringraziamo Luisa Pachera, che ha raccolto le ricette che Giorgio Gioco ha pensato per Maria Callas ed altri grandi dello spettacolo, della letteratura, delle scienze, delle arti, nel suo libro: “Una vita in Gioco. Territorio, cucina e cultura nella storia del “Dodici Apostoli” di Verona”, da cui ricaviamo le informazioni che qui pubblichiamo.

Il personaggio: Maria Callas Maria Anna Sophia Cecilia Kaloghròpoulos - Cantante lirica, soprano - (New York, Usa, 1923; Parigi, Francia, 1977) Aveva un carattere pungente, era timida e forse per questo un po’ scontrosa. Quando i camerieri la vedevano entrare s’inquietavano, dicevano di stare attenti perché mordeva… Era comunque meravigliosa, la chiamavano la divina e non si poteva non volerle bene. Amava la cucina, in particolare il pane che voleva sempre accanto al suo piatto. Girava con un quadernetto su cui prendeva appunti. Dopo aver mangiato qualcosa di buono, andava dai cuochi e si faceva dettare la ricetta, la ricopiava di suo pugno per poi riproporla in altre situazioni. Veniva a trovarci spesso. Noi le preparavamo lo zabaione caldo che lei prediligeva. Qualche volta entrava in cucina e sovrintendeva ai lavori. Se qualcosa non andava, alzava la voce.

La ricetta: Involtini di agnello alla greca 1,2 kg di agnello, burro, olio extravergine di oliva, olio profumato all’aglio, sale, pepe, vino bianco, foglie di vite.

Taglia a pezzi l’agnello, lavalo, asciugalo e fallo insaporire nell’olio e burro con sale e pepe. Lava bene le foglie di vite, asciugale e passaci sopra il burro per tenerle morbide, metti al loro centro la carne e richiudile come tanti fagottini. Disponi gli involtini in una teglia bagnata di olio profumato all’aglio e cuoci a fuoco lento per circa 45 minuti. Bagna col vino bianco, poi metti per qualche minuto la teglia in forno caldo e continua la cottura fino a che il vino sarà evaporato.

La ricetta di Natale: Il Pandoro alla scaligera Che Natale sarebbe a Verona, senza Pandoro? E che menù di Natale sarebbe , senza la ricetta di uno dei più impor tanti cuochi di Verona? Abbiamo l’onore di ospitare in questa pagina, la ricetta del Pandoro alla Scaligera dell’esclusivo ristorante veronese 12 Apostoli, di Giorgio e Antonio Gioco… di Antonio Gioco 6 tuorli 6 cucchiai di zucchero 12 cucchiai di Marsala Mettete in una pentola con il manico tutti gli ingredienti. Mettetela poi in un’ altra pentola più grande contenente dell’acqua calda, portate il tutto sul fuoco e con l’aiuto di un frullino montate lo zabaglione fino a quando sarà diventato soffice, gonfio e leggero stando attenti a non farlo bollire. Montare un litro di panna con una buona consistenza, unire lo zabaglione raffreddato; la crema diventerà gialla e leggermente più morbida.Tagliare a fette il pandoro per il lungo (fette sottili) togliendo prima la base del pandoro leggermente bruciacchiata.

Stendere sul piatto uno strato di crema, con amaretto, cioccolata, nocciole e qui si scatena la fantasia… Poi, le fette del pandoro, bagnandole con liquore dolce, meglio se profumato all’arancia, poi ancora crema, poi ancora pandoro e si finisce con la crema ben stesa e liscia.

La Parola a...

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A cura di Diego Cordioli

Dino da Sandrà e l’identità veneta Inter vistiamo Nicola Br usco, l’autore del simpatico car tone

in dialetto veronese “Dino da San-

drà”: un ironico quanto efficace e dissacratorio ritratto del Veneto e delle per sone che potreste incontrare in un qualunque bar di questa regione unica, che rivive nelle espressioni del dialetto veronese e nei luoghi più o meno comuni, tenuti in vita dall’allegria beffarda e vivace del Dino...

di Elisa Zanola Nicola, come nasce il Dino da Sandrà?

Il Dino nasce a Sandrà ormai parecchi anni fa: il cartone animato viene alla luce nel 2004 per rappresentare il tipico personaggio da bar, all’interno di un mondo di vari personaggi: l’Omino Timido, la Maria da Rovigo, la Caroline da Colà... All’inizio, come spesso succede nei fumetti, il Dino era uno dei tanti, poi si è distinto come il protagonista della serie di cartoni animati che ho realizzato. Se ricordo bene, il primo cartone nacque perché avevo raccolto una serie di proverbi grazie agli utenti del mio sito internet (all’epoca, Bruscocartoons) e avevo pensato di realizzarne una scenetta, dove il Dino rispondeva solo ed esclusivamente con i proverbi alle domande dell’Omino Timido. Negli anni il Dino è cresciuto, è diventato un po’ più serio, forse beve anche meno (ma non ci giurerei). E’ stato testimonial del Consiglio Regionale del Veneto in un dvd che racconta la storia della nostra Regione, è andato in radio, in tv…

Per chi ancora non lo conosces-

se, puoi descriverci brevemente chi è Dino da Sandrà?

Il Dino parla in dialetto veronese, vive perennemente al bar, chiede all’oste una birra che non arriva mai. In fondo, è un ragazzo buono e onesto. Ma non ditegli che è buono (come si dice, “tre volte bon vol dir...”).

E i personaggi che compongono il suo mondo?

Il Dino ha una morosa che è innamorata di lui ma dalla quale lui si difende: lei vorrebbe portarlo in crociera, a fare shopping, a cena fuori, a teatro... come può accontentarla il Dino, che non si sposterebbe mai dal banco del bar? Ha un amico Timido al quale dà dei consigli che vengono puntualmente disattesi. Poi c’è il Buba da Vicenza, Basilio da Ciosa, Spartaco dal Volon, la Maria da Rovigo. Questi ultimi sono personaggi reali, trasposti nel cartone animato: se volete potete andare a incontrarli e offrir loro un caffè. Attenti alla Maria da Rovigo, mi raccomando! E’ pericolosa.

In che modo riescono a rappresentare in modo così efficace, secondo te, l’identità veronese?

Con un po’ di dissacrante ironia e con la scenografia di un bancone, si possono rappresentare tutti quelli che incontriamo al bar. E dal momento che i Veronesi frequentano spesso il bar, abbiamo forse coperto il 95% delle persone di Verona e provincia (e forse anche del Veneto)...

Cos’è l’associazione “Amici del Dino?”

E’ un’Associazione Culturale nata grazie ad alcuni Amici del Dino nel 2008, che cerca di portare nella vita reale le persone che si incontrano su internet grazie al Dino. Ha una parte ludica, fatta di cene a base di lesso e pearà, spritz, birre e una parte più culturale fatta di recupero della nostra storia e delle nostre tradizioni, con pubblicazioni ed escursioni culturali.

Di fatto, è un gruppo di amici che si allarga di anno in anno. Il 15 dicembre si è tenuto il pranzo di Natale degli Amici del Dino alle Cà Persiane, con la Grande Lotteria di Beneficenza degli Amici del Dino.

In quali attività benefiche e di volontariato si è impegnata e si sta impegnando?

Stiamo collaborando con l’Associazione

Team For Children (associazione che aiuta i reparti di Oncoematologia Pediatrica di alcuni Ospedali del Veneto) da vari anni, i proventi della Lotteria vanno tutti in loro favore. All’inizio davamo una parte delle quote associative all’Associazione, poi ci proposero di fare una raccolta fondi per un bagnetto decongelatore per il midollo osseo, per l’ospedale di Borgo Roma. Con mia grande e felice sorpresa riuscimmo a raccogliere i soldi su internet e comprare il bagnetto in una settimana. Da allora abbiamo aumentato l’impegno: con questa Lotteria gli Amici del Dino riescono a coinvolgere tante persone, bar e attività, nella beneficenza.

Soprattutto, vediamo esattamente dove vanno a finire i soldi!

Una striscia/battuta natalizia del Dino, per questo Natale?

“Oste, me portetu sta bira o sito na a spinarla nel presepio?”. E visto che l’anno prossimo ci sarà il Carro di Carnevale degli Amici della Compagnia dell’Onda di Oppeano, questo proverbio capita a fagiolo: “per el 2014: ci ga paura del’Onda, el se tegna visin ala sponda”!

Dallo scorso novembre anche Il Giornale dei Veronesi è approdato sul famoso Social Network…

Chiedeteci l’amicizia! Ci trovate al link https://www.facebook.com/ilgiornale.deiveronesi oppure, digitando nella barra bianca in alto, dove c’è scritto Cerca persone, luoghi e oggetti il nostro nome, cioè Il Giornale dei Veronesi. Vi invitiamo anche a mettere “mi piace” sulla nostra pagina. Ci riconoscete perché abbiamo quella che vedete qui sopra come immagine di copertina e nel caso del nostro profilo, anche come immagine di profilo. Vi aspettiamo su Facebook per comunicare con voi a 360°!

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Racconto di Natale

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Il racconto: “Un Re e tre Pastori” Il racconto di Natale di Enrico Buttitta

“Ero morto già da alcuni giorni. O almeno così mi sentivo. Al mattino non avevo più voglia di alzarmi dal letto e affrontare un altro giorno...

Non sopportavo più la fatica di prepararmi il caffè e la colazione e quasi non mangiavo più durante il giorno, se non poche porcherie acquistate per strada.

Non mi interessavano più la musica e gli amici, il cinema e gli spettacoli, né l’arte o la lettura. Anche al lavoro mi trascinavo di Enrico Buttitta stancamente da un affare all’altro, impiegando il triplo del tempo consueto perche facevo fatica a concentrarmi e avevo paura di sbagliare.

Da quando Lilia mi aveva lasciato non avevo più lavato piatti, bicchieri o una tazza da caffè. In casa il disordine era totale, come se un terrorista vi avesse fatto esplodere una bomba. Nel frigorifero puzzavano cadaveri di formaggi e verdure e di una trota morta ormai da una settimana.

Da qualche tempo, prima di andarsene, Lilia aveva preso ad accusarmi di presunti e inesistenti tradimenti. Prendeva a pretesto ogni mio contatto anche casuale con una collega, una amica o anche con le commesse dei negozi in cui mi rifornivo, per accusarmi di folli e sfrenate attività sessuali praticate clandestinamente chissà quando e chissà dove.

Il fatto è che di Lilia io ero innamorato sul serio. Innamorato e finora ricambiato come accade soltanto a pochi uomini molto fortunati. Ero innamorato di lei e lei lo sapeva bene. Per questo avevo continuato a stare con lei nonostante stesse diventando insopportabile.

Ed invece mi aveva lasciato lei. Le chiesi più volte il motivo il motivo, ma la sua unica risposta fu “Tu lo sai bene il perché !”

Venne sabato e decisi che non potevo continuare così. Quella notte avevo dormito poco, ma in compenso avevo riflettuto, e mi ero convinto che Lilia aveva architettato un pretesto per mollarmi. In ogni caso non potevo fare altro che subire.

Inoltre non volevo più supplicare di essere creduto.

Decisi quindi di risorgere. Era mattina presto e mi misi all’opera per ridare alla casa un aspetto decente. In questo noi uomini siamo molto più pratici e veloci delle donne, e ancor prima delle otto avevo rifatto il letto, spazzato, spolverato ed eliminato la camera mortuaria abusiva realizzata in cucina al posto del frigo.

Feci una abbondante colazione e infine andai a guardarmi allo specchio in cerca del vecchio me stesso. Decisi di uscire a fare una corsa all’aperto. Così indossai tuta e scarpe e corsi fuori, raggiungendo il parco delle mura di cinta della città .

Ma il cielo azzurro lo sentivo pesante come fitta nebbia. L’aria fresca mi sembrava indigesta come vino cattivo. Nonostante ciò correvo, cercando di allontanare dalla mente il pensiero opprimente dello sconosciuto che immaginavo avesse preso il mio posto accanto a Lilia.

Costeggiai una prima porta medievale della città mentre le note di una vecchia can-

zone di Gaber mi pulsavano in testa… “Porta Romana bella, Porta Romana...d’amore non si muore, sarà anche vero! Ma quando ci sei dentro non sai che fare!”

Mi avvicinavo alla seconda porta cittadina, percorrendo l’anello di verde all’interno delle mura, quando vidi un uomo, distante un centinaio di metri avanti a me, scivolare e cadere pesantemente a terra. In pochi secondi lo raggiunsi e lo aiutai a rialzarsi. Era un uomo di circa 75 anni, dal fisico asciutto ed elegante. Indossava cappotto grigio, un abito grigio con gilet ed un cappello a larghe tese.

Aveva un ginocchio dolorante, ma mi disse che non era niente e di non preoccuparmi.

Mi sedetti accanto a lui su di una panchina. Egli iniziò a parlare e mi spiegò che ogni mattina dedicava un’ora del suo tempo a passeggiare in quel parco. Aveva vissuto in questa città da bambino, ma la aveva lasciata appena trovato un lavoro lavoro stabile in ferrovia. Adesso era in pensione ed aveva deciso di tornare solo da un anno, dopo la morte di sua moglie.

- Come ha fatto a cadere? gli chiesi - un uomo in forma e giovanile come lei...

- Mi sono distratto ! – rispose - Mi distraggo sempre quando passo di qui. La mia attenzione si concentra su quell’angolo di strada, tra la palazzina arancione e quell’edificio più antico con le finestre a bifore. E poi, proprio qui sotto di noi, sotto il sentiero, sento ancora… mi sembra di udire ancora le voci… i rumori… Ma mi scusi, forse la sto annoiando. La ringrazio per il suo aiuto. Ora sto bene. Arrivederci !

- Aspetti -dissi- Mi permetta di accompagnarla. Mi sembra che il ginocchio le faccia ancora male e sono curioso di ascoltare la sua storia. Mi parli di ciò che la ha fatta distrarre… Degli angoli della strada e delle voci...dei rumori… La prego…

- Mi chiamo Ermete e quando ero bambino abitavo in questo quartiere -iniziò a raccontare il vecchio.

- Era il mese di dicembre del 1944.

Mio padre era partito in guerra dal 1940 e non sarebbe più tornato dalla Russia. In casa eravamo rimasti soli, io e mia madre Luciana. Da più di un anno questa città, occupata dai Tedeschi, come tantissime altre in Italia viveva sotto le bombe sganciate dagli aerei americani ed inglesi. Ormai era quasi un’abitudine…. il suono angosciante delle sirene che annunciavano gli attacchi aerei ed i bombardamenti, il correre al rifugio più vicino che per noi si trovava proprio nelle antiche gallerie delle mura veneziane. Stipati In quel gelido rifugio, illuminato solo e neanche sempre da qualche mozzicone di candela, aspettavamo che gli aerei avessero finito di sganciare sulla città il loro carico di bombe. Il rumore degli scoppi ci assordava mentre la terra tremava. Sentivamo ogni volta la paura di restare sepolti per sempre

Racconto di Natale lì dove ci trovavamo, mentre qualcuno accanto a noi batteva i denti dal freddo e dal terrore, qualcun altro piangeva, altri gridavano o pregavano. Tutti aspettavamo la fine… la fine del bombardamento, della guerra, della fame, della paura.

Qualche donna allattava al seno il suo bambino, qualcuna sferruzzava, altri dialogavano raccontandosi storie accadute a se stessi o ad altri. Avevo sette anni e quella sera, prima di raggiungere con mamma il rifugio antiaereo, come al solito avevo dato un ultimo sguardo al presepe che da pochi giorni avevamo preparato insieme. Contrariamente ad una tradizione che voleva che il Bambinello fosse collocato nella greppia soltanto il 25 dicembre, avevo chiesto a mia madre che Gesù fosse subito presente al suo posto; e lei mi aveva accontentato. Oltre al significato religioso del presepe, guardare le decine di personaggi e di animali in un contesto di rocce di sughero, laghetti fatti con frammenti di specchi rotti, alberi e palme di carta colorata, mi portava con la fantasia in un mondo esotico e sconosciuto. Guardavo il presepe e sognavo profumi e colori di terre lontane d’oltremare, genti diverse con abitudini e lingue sconosciute, città da scoprire ed avventure da vivere.

Le bombe caddero con rumore assordante anche quella sera, come ogni sera. Finchè la sirena segnalò il cessato allarme. Così uscimmo tutti dal rifugio. Mia madre mi prese per mano e ci dirigemmo verso casa.

Girammo l’angolo della via che portava a casa e sentii un tuffo al cuore.

– Mamma, dissi, la nostra casa non c’è più !

– Ma cosa dici ?

– E’ così mamma!

– Brividi di vento freddo scacciarono nuvole di polvere ed un monticciolo di pietre e mattoni spezzati apparve ai nostri occhi al posto della mia casa, colpita in pieno da una bomba. Cercammo fra le macerie di recuperare almeno qualcosa. Le risparmio i particolari. Non so perché, ma in mezzo ad un mondo che in quel momento mi sembrava definitivamente perduto e scomparso insieme alla mia casa, io mi misi a cercare il caro presepe. Riuscii a trovare soltanto questi...– Il vecchio aprì uno scatolino di legno tirato fuori dalla borsa che teneva a tracolla e mi mostrò le statuine di uno dei re magi con il dono dell’incenso e di tre pastori, uno con un agnellino sulle spalle, un altro con una pecora al suo fianco e il terzo appoggiato al suo bastone, a guardare lontano.

- Da allora li ho sempre portati con me ovunque, continuò il vecchio. – La cosa, lo so, può sembrare stupida ed infantile, ma nessuno oggi può immaginare quello che ho provato e quello che mia madre ed io abbiamo sofferto dopo quella sera. Quel re e quei pastori, quella stessa notte, mi hanno consegnato un messaggio: il messaggio che se anche dovesse crollare il cielo, bruciare la terra e scomparire quasi tutto il genere umano, per chi rimane vale sempre la pena ed è un dovere morale risollevarsi e ricostruire questo mondo; renderlo migliore per quanto è possibile. Per questo qualche anno dopo, quando iniziò la ricostruzione dei monumenti e degli edifici bombardati, mi offrii volontario per dare una mano, anche senza paga. Mi dedicai soprattutto alla ricostruzione dei vecchi ponti romani e medievali della città, distrutti dai tedeschi in ritirata, cercando nel fiume le pietre ed i mattoni originali di ciò che era stato distrutto ed in edifici della stessa epoca i pezzi non potuti recuperare. Da allora penso fortemente che un uomo nella sua vita può anche perdere tutto, ma che fino a quando gli rimangono una mente per pensare ed un cuore per amare, egli può e deve sempre rimboccarsi le maniche e mettersi all’opera per costruire qualcosa di buono, qualcosa che vale. Deve far qualcosa per aiutare gli altri, per recuperare un sorriso od una testimonianza di bellezza, per proteggere cose e sentimenti che hanno un valore.

A vent’anni ho lasciato questa città e sono andato a lavorare lontano, al Sud. Sono tornato solo da un anno, perché non volevo perdermi il gusto della vittoria nel vedere come l’assoluto sfacelo, la più folle pazzia, la notte più cupa per l’umanità, possano evolvere nella speranza, nello spettacolo dolcissimo delle case, dei palazzi, delle strade e dei mercati affollati di gente e pieni di roba da mangiare.

Troppo spesso ignoriamo che non è stato sempre così. E che ancora ancora non è così per moltissimi; soprattutto in altre parti del mondo dove uomini, donne, vecchi e troppi bambini non hanno bisogno di immaginare che esista un inferno dopo la morte, perchè lo stanno già vivendo in questa vita. - Sono rimasto molto colpito dalla sua storia - dissi al vecchio - Mi piacerebbe molto incontrarla ancora. Non si può restare insensibili quando si ascolta una storia come la sua.

- Volentieri! - Rispose il vecchio.- Berremo un bicchiere di vino ed io sarò felice di ascoltare la sua di storia. Sono certo che anche lei hai una storia da raccontare.

Ci salutammo e mi avviai verso casa. Il pensiero di Lilia batteva sempre fortissimo nella mia testa. Ma la mia tristezza, ancora infinita, era adesso addolcita dal racconto di Ermete, le cui parole mi sembrava di leggerle fra le poche bianche nuvole del terso cielo indaco.

Tre giorni dopo, Lilia mi chiamò al telefono. Natale era alle porte.

- Lilia, perché? – Le chiesi. – Perché creare tutto questo malessere in noi ? Cosa ti

13

ho fatto ?

- Lo sai benissimo ! Rispose.

- Assolutamente no! – risposi. – Secondo me cerchi una scusa per lasciarmi. Una scusa per guardarti in giro in cerca di qualcosa di nuovo.

Ti ricordi quella domenica in cui ti ho chiesto di cambiarmi cinquanta euro per fare benzina al distributore automatico ? – chiese lei…

- Si – risposi- e allora?

- Tu mi hai indicato il tuo portafoglio ed io, nel cercare i soldi, ho trovato un biglietto.

Un biglietto con un numero di telefono ed un nome di donna…Elisa ! Adesso vuoi dirmi chi è Elisa? Ebbi un vuoto di memoria. Non mi ricordavo di nessuna Elisa e di nessun biglietto equivoco datomi da una donna. Perciò non seppi cosa rispondere. Mi ci volle un po’ di tempo perché il ricordo di “Elisa” mi piombasse sulla testa come un vaso di fiori caduto da un balcone.

- Lilia! –esclamai- Ti ricordi quando siamo andati alla piazza del mercato ed io ho comprato un tavolino per il mio salotto ?

- Si e allora?

- Non ero del tutto sicuro che quello acquistato fosse delle dimensioni giuste ed allora la vecchia commessa mi disse che se avessi voluto avrei potuto cambiarlo la domenica successiva. Bastava che la chiamassi e chiedessi cosa avessero disponibile.

Ecco il perché del biglietto.

Lilia mi guardò furente, non so se con se stessa per l’errore in cui era caduta o perché non sopportava che io avessi potuto smantellare razionalmente la sua accusa.

Così replicò che non era per nulla convinta della mia spiegazione. Neanche quella sera volle vedermi ed io non la cercai. C’è sempre un limite nel proporsi o imporsi ad un’altra persona, specialmente in un rapporto d’amore.

Il pomeriggio deI giorno dopo, 24 dicembre, uscii da casa e la trovai fuori ad aspettarmi.

- Vieni con me – disse - Dove, amore mio ?

- A mangiare una pizza. Poi andremo in chiesa. E’ Natale ed ho un sacco di cose di cui pentirmi e di cui provare a farmi perdonare. E certamente anche tu. Proviamoci insieme !

- Si, benissimo ! – risposi – Ma passiamo prima dal mercatino di Natale. Devo comprare le statuine per fare un presepe.”

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12 13

Arte & Cultura

A cura di Diego Cordioli

Il libro: “Ballata di un treno lento” Antonio mo

Buttitta

libro

e

la

d’ar tista. di Luisa Turchi

Un percorso artistico che l’ha portato a conoscere ed interiorizzare i maestri della fotografia e del cinema, da Cartier Bresson a Robert Capa, da Frank Horvat a Sergio Larrain, da William Eugene Smith a Francesc Català Roca, da Frank Capra a Jean Renoir, da Michelangelo Antonioni a Luchino Visconti, da Lech Majewski a David Lynch.

Ballata di un treno lento, in uscita a dicembre, è infatti più di un catalogo di immagini – corredato dagli interventi esplicativi del critico d’arte Paolo Levi, del regista Mauro Conciatori e del docente di Visual Storytelling Roberto Malfagia – ma è un libro che tramite il chiaroscuro della fotografia e i versi poetici dell’autore racconta di una avventura unica e un po’ retrò, ma che allo stesso tempo riguarda metaforicamente ognuno di noi.

Perché quel “treno” di cui scrive Buttitta, e che fa la sua apparizione nel libro attraverso il bianco e nero delle sue immagini fotografiche, è in realtà il treno della vita stessa che si manifesta, in tutta la sua grandezza nonché nelle sue finzioni e contraddizioni, la cui locomotiva è diretta verso una destinazione ignota, o meglio, conosciuta solo a Dio. Attraverso il principio dell’immedesimazione catartica, il lettore, come il protagonista della ballata, all’uscita da un vecchio cinema e durante il Carnevale di Venezia, si imbatte in una maschera, la quale lo introduce nel mistero, di chiaro sapore bergmaniano. L’assolo di un pianista in un locale suggella l’inizio della “ballata del treno lento”, che si materializza come un mezzo di locomozione a vapore, contraddistinto da quel Shùffata – Schuffàta – Shùffa di eco futurista. Chi legge si ritrova così a viaggiare,

sua

Non

“Ballata solo

un

all’improvviso, nel vagone di terza classe di un treno che fu, e ad addormentarsi, divenendo a sua volta protagonista passivo ed attivo delle vicende che gli si presentano, e degli incontri apparentemente fortuiti ma rivelatori che gli capitano. Ecco allora un bluesman in attesa di suonare il suo ultimo concerto che lo mette in guardia dal peccato, una bimba alla quale un signore che “ha dentro un lupo grigio col veleno nei suoi occhi” ha rubato il suo Natale, privandola della sua innocenza, e un’algida e famosa attrice di teatro, che non può trovare ristoro in nessun drink, poiché non ci si può dissetare in corsa. Come a dire che la celebrità porta con sé compromessi, dettati dall’irrequietezza e dall’incontentabilità, ovvero dall’incapacità di trovare mai un vero appagamento spirituale.

E ci si chiede allora come può essere “lento”, quel treno, che sembra andare invece così veloce, o come possa finire in un binario morto, come vorrebbe un incombente Mefisto, pronto a ricordare qual è il destino ultimo dell’uomo sulla strada ferrata.

Quel treno che, come testimonia la grottesca fissità di ieratiche vecchie bambole, ha molti piani, forse tanti quante sono loro, oppure infiniti, come infinito è il calcolo delle probabilità. Sono i piani dell’immaginazione e dell’equivocità nascosta nel reale.

Come afferma giustamente Paolo Levi, si tratta di un “viaggio attraverso l’attimo emotivo in un contesto apparentemente reale” e della “rivelazione di un’atmosfera in verità del tutto onirica”, quindi tempo e spazio appaiono dilatati all’inverosimile.

Non per nulla secondo il regista Mauro Conciatori, le fotografie di Buttitta, “immagini statiche che ci fanno immaginare percorsi cinematografici” e che hanno “la forza evocativa propria del teatro kabuki”, danno il via ad una nuova sintassi in un per-

di

un

fotografo,

treno ma

lento”:

il

anche

un

corso che guarda al passato e a prima dei fratelli Lumière, reinterpretandolo e recuperandone in ultima analisi tutta la poesia, in un mondo di esasperazioni ipertecnologiche; la narrazione che le accompagna riporta infine “il lento treno alla recherche di ciò che in fondo siamo”, ovvero “umani sempre alla ricerca di una verità che non troveremo mai”. Almeno nella sua interezza. Ma, come puntualizza Roberto Malfagia, “la lentezza” è anche il tempo necessario alla comprensione e alla ricostituzione dei “frammenti” di realtà caotica, che condurranno comunque il protagonista al recupero di una fede arcaica.

Non diremo al lettore come si farà, tuttavia, a scendere dal treno dell’ambiguità e dell’incertezza, per non rovinare

suo

pri-

narratore .

la sorpresa. L’arcano risiede nel particolare e nella fantasia assoluta dell’autore, ma il mistero del viaggio alla fine rimane e, come ammonisce il vecchio bluesman, non resta che andare a leggersi il versetto biblico di Isaia 55, che non compare nella narrazione del libro e di cui citeremo per comodità solo la frase “ i miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie”. Come a dire qualsiasi cosa facciate, tanto Dio ha sempre l’ultima parola.

In appendice, la fotografia di un “bianco e saggio ulivo” al tramonto, la cui chioma e radici sono un tramite riconosciuto tra cielo e terra.

I lavori di Antonio Buttitta sono online su: vimeo.com/antoniobuttitta

Le Tappe dell’Universo: la mostra di Elena Migliorisi Le

opere

mi

lavori

in

acrilico

pittorici

Possono insignificanti materiali di recupero, poveri, inutili, come vecchi spezzoni di legno, ritagli di cartone ondulato, piccoli oggetti “di pessimo gusto” trasformarsi in un’arte capace di rendere filosoficamente e spiritualmente l’idea dell’infinito?

Una risposta positiva proviene dall’arte di Elena Migliorisi.

In mostra, presenti opere appartenenti al filone del “rosso” e a quello del blu.

e

e

tecniche

sculture,

in

varie mostra

Per il primo, “Musica delle sfere”, vibrante di screziature dorate dove si innestano piccole sfere rotanti che rimandano al dinamismo caratteristico del Futurismo. Nel dipinto, si apre una specie di finestra sull’infinito dalla quale si affaccia una figura angelica musicante a interpretare quella melodia dello spazio che alcuni scienziati pensano possa essere provocata dalla circonvoluzione dei corpi celesti.

Della serie blu, l’opera “Si eleva verso la

di a

Elena

Migliorisi,

Sommacampagna,

luna il silenzio del Pierrot”. Il personaggio, sempre contraddistinto da una struggente malinconia, incarna la delusione per la negatività dell’epoca attuale.

Nelle sculture sono stati utilizzati cilindri di varie altezze. Interessante è l’apporto del legno e di cristalli con i quali sono state create piccole galassie punteggiate di luci e di ombre. Costante è la ricerca del moto, perché per l’artista nulla rimane fermo.

La fissità infatti è simbolo di morte, e l’arte

autrice fino

di al

originalissi26

gennaio.

invece è tutta vita.

Personale dell’artista Elena Migliorisi Sala Welcome, Azienda Agricola Monte del Frà Via Custoza, 35 Sommacampagna -VR. Durata Mostra: dal 5 Dicembre 2013 al 26 Gennaio 2014. Orari mostra: lun./dom. 9-12 lun./sab 14-19 La Mostra gode del Patrocinio del Comune di Sommacampagna e del Patrocinio della Provincia di Verona.

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Musica & Concerti A cura di Gianfranco Iovino

La musica che gira intorno a noi Basta

accendere

una

radio

o

fermar si

in

un

negozio

per

comprendere

quan-

ta sia la musica che gira intorno a noi, e quanto sia variegata e vasta, al punto da soddisfare qualsiasi esigenza...In questo ar ticolo, qualche riflessione sulla musica e i Cd consigliati.

di Gianfranco Iovino Sempre più la musica sta affrontando un processo di riadattamento generazionale, dove si fronteggiano sullo stesso palco ritmi urbani, da molti definiti da protesta sociale giovanile con l’etichetta di RAP, ad un ritorno nostalgico alle origini ritmiche degli anni ‘80, che tanto hanno fatto bene alla passata generazione di adolescenti, alla continua ricerca di un sogno che li potesse elevare dalla quotidianità, sperando che anche attraverso un testo di una canzone si riuscisse a cambiare il mondo.

Quello che offre il panorama musicale moderno è per gli esperti del settore un periodo gretto di talentuosità, se è vero che gli artisti di domani sono selezionati da Talk Show a votazione, e gli emergenti si vedono più nelle pubblicità che su un palco a cantare.

Ma è pur vero che la musica è cambiata, a partire dal modo col quale viene composta, dove non c’è più bisogno di una sala di registrazione, ma basta un buon software sul PC, e ci si limita a produrre dischi dalle sonorità non impegnative, se poi tutto gira intorno ad un file mp3 di bassa qualità. Ed allora quasi si giustifica da sé l’abbondare di sempre nuovi artisti, che si fanno chiamare “rapper alternativi”, e poco importa, a chi li ascolta, se la loro conoscenza della musica è limitata, purché sappiano interpretare i pensieri dei loro fan concatenando parole su parole, per dare armonia al grido di dissenso contro la società attuale.

Ma, fortunatamente, la musica

ha il potere di farsi scegliere da chiunque senza mai pretendere credenziali o esami da superare. La musica che gira intorno a noi riesce infallibilmente a farci compagnia, invitandoci a cantare con lei, ad esaltarci per eseguirla o, molto più semplicemente, regalarla o assorbirla in noi.

A chiusura di questo primo articolo sulla musica, mi permetto di consigliare qualche CD come possibile buon acquisto per Natale, da far trovare sotto l’albero. Non si può iniziare la lista dei “dischi appetibili” senza citare il fenomeno musicale giovanile del momento, paragonato al mito dei Beatles per coinvolgimento di massa e potenza di diffusione,

quali sono i cinque ragazzi britannici, al secolo One Direction con il nuovo lavoro discografico Midnight Memories, che dopo i due milioni di copie vendute con il precedente Take Me One, si propongono con una musicalità più ricercata, attraverso 18 brani, nella Edition Deluxe, che già suonano come Hit in ogni parte del mondo, a conferma di un successo strepitoso senza paragoni.

Proseguendo in tema Talk Show e soffermandosi su un giudice dell’ X-Factor nostrano, non possiamo esularci dal consigliare Mika, con la sua prima raccolta di successi dal titolo Songbook Vol. 1, dove sono inclusi

brani che hanno reso eclatante il successo del cantante libanese, naturalizzato britannico, quali: Grace Kelly, Love Today, oltre a nuove versioni di Origin of Love e Happy Ending e qualche inedito, tra cui spiccano il duetto con Chiara, vincitrice della scorsa edizione di X-Factor italiano in Stardust.

A quattro anni dal suo ultimo disco, esce l’ottavo lavoro di Elisa, dal titolo L’anima vola, che ha la particolarità di essere un album composto interamente in italiano, da parte di uno dei maggiori istrioni del panorama nazionale con un CD che si lascia apprezzare anche per le collaborazioni con mostri sacri quali Ligabue, Tiziano Ferro ed il Maestro Ennio Morricone.

Dopo lo strepitoso successo con “Dietro le apparenze”, ritorna la straordinaria voce di Giorgia con “Senza paure”, 15 brani che hanno la particolarità di essere stati registrati in presa diretta, come se fosse un Live da studio, grazie a musicisti di enorme talento come Gary Novak, Reggie Hamilton e Michael

Landau, per un esperimento di grande coinvolgimento emotivo.

Ventottesimo lavoro per Renato Zero, con il sequel del disco AMO, Capitolo II, un’ulteriore ondata di poesia in musica, grazie a 15 nuovi brani che si uniscono al precedente capitolo uscito nel Marzo del 2013. Ma ci sarebbe ancora da consigliare tanto altro per un Dicembre ricco di scelte e tentazioni, ma lo spazio a disposizione è terminato, e in un elenco conclusivo, si riporta solo qualcuno dei titoli che meritano una menzione, come Laura Pausini, l’artista italiana più amata nel mondo, con il suo 20.The Greatest Hits, raccolta che contiene i brani più importanti della sua discografia, tutti rivisitati e impreziositi da grandi ospiti. Mondovisione di un mostro sacro della musica rock italiana, qual è Ligabue, con un disco che contiene 14 brani inediti da sogno e per terminare, rimanendo in tema natalizio, non possiamo non citare l’imperiosa Mina, con il suo Christmas Song Book, con il quale la “voce” per eccellenza, canta 12 grandi successi natalizi, registrati Live in studio, portandoci in un mondo incantato di ballate morbide ed eleganti, come è nel suo stile da sempre. Non mi resta che congedarmi da voi augurandovi buone feste natalizie e buona musica nel cuore.

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Liberati dall’amianto Affidati ai professionisti L’inquinamento ambientale da amianto e lo smaltimento in sicurezza dei rifiuti contenenti amianto sono problemi importanti, per i quali la normativa ha previsto piani di intervento e misure tecniche per l’individuazione e l’eliminazione del rischio connesso all’impiego di materiali contenenti amianto.

Visti i nocivi effetti sulla salute causati dall’esposizione alle fibre di amianto, le leggi vigenti prevedono responsabilità ed obblighi specifici per i possessori o conduttori di edifici che devono verificare e denunciare la presenza di amianto, provvedere alla loro corretta manutenzione e controllo e occuparsi della loro rimozione e smaltimento. Ma cos’è l’amianto? Il termine amianto o asbesto individua alcuni silicati idrati di magnesio, calcio, ferro ed altri elementi.

L’amianto è un minerale, estratto in miniere, spesso a cielo aperto.

Si è formato in seguito a processi di metamorfismo durati millenni: la roccia madre, sottoposta ad alte pressione e temperature, ha dato origine a filoni di ricristallizzazione fibrosa spessi anche alcune decine di centimetri. L’amianto veniva poi separato dalla roccia madre, frantumato e macinato e le fibre separate e purificate. Amianto in greco significa incorruttibile e asbesto, inestinguibile. Si tratta di un materiale molto resistente al fuoco, al calore, all’azione degli agenti chimici e biologici, all’abrasione e all’usura. Ma è molto pericoloso e questa sua pericolosità deriva dalla caratteristica dell’amianto di sfaldarsi nelle fibre, molto piccole, di cui è composto.

Queste possono penetrare in profondità nell’organismo, soprattutto per le vie respiratore. Sono invisibili e, una volta penetrate, indistruttibili. Essendo un materiale molto flessibile e friabile, con

bassi costi di lavorazione, è stato utilizzato per oltre 3000 tipi di manufatti, tra cui le famose coperture in cemento-amianto (Eternit), che rappresentano quasi il 70% dell’amianto presente nel nostro Paese. Altre componenti in amianto sono state usate per le coibentazioni, per cartoni in asbesto usati come rivestimenti in edilizia, per porte antifiamma, caloriferi e inceneritori; altre componenti in amianto sono state usate per freni e frizioni, tessuti, guarnizioni, filtri… Alcune fibre, una volta respirate, restano nei polmoni in modo permanente, con rischi anche mortali. Per il grave pericolo per la propria salute e quella di chi vive con noi, è importante rimuovere e smaltire coperture e materiali composti da amianto: meno amianto, significa una vita più sana, che allontani da noi i pesanti danni che l’amianto produce sul nostro organismo.

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Ecologia & Ambiente A cura di Luigi Facincani

La Conferenza Internazionale sul Clima Alla

19°

mossa

Conferenza

dalle

Nazioni

sul

Clima

Unite ,

di Luigi Facincani La 19° Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite che si è tenuta a Varsavia dall’11 al 23 novembre non ha prodotto i risultati sperati e, due giorni prima della fine della Conferenza, le principali associazioni internazionali ambientaliste – come Wwf, Greenpeace, ActionAid, Oxfam – hanno deciso di ritirarsi volontariamente dai colloqui sul clima.

Cina ed India si sono scontrate con gli Usa ed altri Paesi sviluppati in merito agli impegni per un nuovo accordo finalizzato ad affrontare il riscaldamento globale (“global warming”).

Gli Usa e gli altri Paesi del mondo occidentale non accettano accordi che prendono atto delle responsabilità comuni ma differenziate, concetto proposto da India e Cina ed altri. Secondo questa tesi tutti i Paesi sono responsabili della situazione attuale del clima ma i Paesi più industrializzati hanno maggiori responsabilità pregresse di quei Paesi che stanno emergendo ed in via di sviluppo. Si tratta di un concetto del quale i Paesi sviluppati non vogliono discutere ma se ne vogliono sbarazzare insieme alle loro responsabilità storiche per il riscaldamento globale.

Alla fine della conferenza è stato raggiunto un compromesso nel quale la parola “impegni” è stata sostituita dalla meno impegnativa “contributi”.

Un argomento trattato nella conferenza ha riguardato il cosiddetto nuovo “meccanismo di Varsavia” che avrebbe dovuto aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare i danni causati da eventi climatici estremi come le onda-

c’è

di Var savia, conclusasi stato

un

te di calore, le siccità e le inondazioni, ma anche l’innalzamento del livello del mare e la desertificazione. Ma i Paesi sviluppati hanno detto di non essere disposti a mettere altri fondi a disposizione di questo meccanismo.

L’unico vero risultato della Conferenza di Varsavia sembra essere quello dell’accordo su un insieme di regole per la tutela delle foreste tropicali e per sbloccare grandi investimenti. Il nuovo piano è sostenuto da 280 milioni dollari da Usa, Gran Bretagna e Norvegia.

Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia: “La mancanza di un senso di urgenza mostrata dai governi in questo processo è stata nauseante. Ed è per questo che abbiamo lasciato i negoziati di Varsavia prima della loro chiusura. I negoziatori avrebbero dovuto usare il vertice di Varsavia per fare un grosso e fondamentale passo avanti verso un’azione globale e giusta contro il cambiamento climatico.

Non è successo. E questo mette a serio rischio i negoziati verso il raggiungimento di un accordo globale nel 2015”.

Martin Kaiser, di Greenpeace International: “Lo stato comatoso di questi negoziati manda un segnale chiaro sul fatto che la disobbedienza civile contro le nuove centrali a carbone e i nuovi pozzi di petrolio è necessaria per prevenire disastrosi cambiamenti climatici. Né i Paesi industrializzati né quelli in via di sviluppo volevano fare passi avanti offrendo misure concrete per ridurre le emissioni, e nemmeno mettersi d’accordo su una data concreta entro cui farlo [...] è irresponsabile che i Governi di Polonia, Sta-

lo

compromesso

scor so al

23

ribasso:

ti Uniti, Cina, India e UE pretendano di agire contro il global warming e il catastrofico cambiamento climatico mentre si accordano su minuscoli cambiamenti”.

Ancora una volta molte dichiarazioni di principio e minime azioni. E pensare che la 19° Conferenza Internazionale sul Clima delle Nazioni Unite si era aperta

Novembre niente

e

pro-

“impegni”.

con le lacrime del delegato filippino che piangeva le moltissime vittime (secondo l’ONU quasi 4500) del recente tifone Haiyan. Esattamente come un anno fa quando, a Doha – Emirati Arabi, la 18° Conferenza sul Clima si era aperta con le lacrime del medesimo delegato filippino dopo i mille morti del tifone Bopha.

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GLOSSARIO ECOLOGICO a cura di Luigi Facincani

Deforestazione La deforestazione è la riduzione delle aree verdi naturali della Terra causata dallo sfruttamento economico eccessivo delle foreste. E’ uno dei principali problemi ambientali del mondo contemporaneo. La presenza delle foreste gioca un ruolo di grande importanza per il mantenimento degli equilibri dell’ecosistema. Tramite il processo della fotosintesi le piante sottraggono l’anidride carbonica nell’aria (effetto serra) rilasciando al suo posto l’ossigeno. Le foreste consentono di filtrare e trattenere le acque, frenare l’erosione del suolo riducendo i rischi idrogeologici del territorio, mantenere l’habitat per migliaia di specie animali e vegetali (biodiversità), aumentare l’umidità del clima, frenare il processo di desertificazione, ecc. La deforestazione è il risultato di un’azione irrazionale dell’uomo e si produce quando il taglio degli alberi eccede il loro tasso di ricrescita e con il passare del tempo si riducono in maniera significativa gli effetti positivi apportati dalle piante compromettendo l’intero ecosistema.

Come dimostrano le immagini riprese dai satelliti LandSat della NASA, in pochi mesi nell’Amazzonia peruviana, nel nord-est del Perù, sono stati tagliati almeno mille ettari idi foresta tropicale.

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Calcio d’Alta quota

02 13

A cura di Nicola Di Ciomma

Hellas: la terza sconfitta consecutiva Perdere tre partite di fila generalmente può mettere in difficoltà qualsiasi squadra. Il fattore mentale può sicuramente farla da padrone anche se uno come Mister Mandorlini è già all’opera per riordinare le idee e non per rimettere insieme i pezzi.

di Nicola Di Ciomma Qualche titubanza, ma niente è perduto. La gara di Genova contro i grifoni sbadatamente persa per soli quindici minuti di follia nel primo tempo. Un derby, quello col Chievo, giocato sottotono e con fobie reverenziali. A “vis à vis” contro la Fiorentina, ma i punti, nonostante tre segnature in trasferta, finiscono ai Viola.

Il Verona, rivelazione di questo campionato, ha solo bisogno di affrontare le prossime partite che lo separano dalla pausa natalizia (Atalanta e Lazio in casa, Catania in trasferta) nell’ottica di accomodare qualcosa (soprattutto in difesa).

Se da un lato certi numeri sono negativi (18 gol subìti in trasferta, 6 in casa, peggio hanno fatto solo Bologna, Sassuolo e Catania. Solo fuori casa, Ca-

tania a parte, l’Hellas ha la difesa più battuta del campionato), dall’altro i 25 gol realizzati (anche se c’è un digiuno di 225’) sono la conferma chiara e netta che la squadra ha un ottimo potenziale offensivo che non si chiama solo Luca Toni ma anche Iturbe, Jorginho, Romulo e Jankovic per citare il minimo.

In fondo, rifiatare, può costare caro in termini di punti. Se guardiamo bene l’unica gara che Maietta & Co. hanno sbagliato è stata proprio il derby.

Allarme rosso difesa? Sicuramente si, anche se le incertezze di Rafael, Agostini e Gonzalez non devono assolutamente pesare sui singoli ma devono

diventare motivo di riflessione generale.

“Quando si subiscono troppi gol, non è solo un problema della difesa, ma dell’intera squadra” - afferma sereno Toni “Volevamo riscattare il derby e probabilmente, nella foga, abbiamo concesso troppo alla Fiorentina. Non si possono certo regalare spazi a squadre come queste. Avete visto che fine ha fatto qui anche la Juve. Dobbiamo subito rimetterci in corsa per fare punti a partire già dalla prossima gara contro l’Atalanta anche se, nonostante le sconfitte, manteniamo sempre salda la posizione di sesti in classifica” – conclude l’attaccante.

Chievo: Corini e il cambio della guardia Subentrato a Sannino, Eugenio Corini consegna al Chievo 6 preziosissimi punti in chiave salvezza.

Grazie alle vittorie contro Verona e Livorno ha stravolto mentalità e schemi del predecessore… di Nicola Di Ciomma

Lazarevic, “man of the match” nel derby. Paloschi entra e segna col Livorno.

Théréau, Hetemaj e Dramé in pompa magna. Puggioni imbattuto da 405’. A Verona dicono che le “minestre remesiade” non vanno mai bene. Ma quella di “Genio Corini” è stata, lo scorso anno, un’avventura troppo breve perché potesse finire così. Lo stesso Campedelli,

in occasione della conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico di settimane orsono, aveva accennato ad una sua eccessiva superficialità nel liquidare chi, lo scorso campionato, aveva preso per i capelli un Chievo dinoccolato e confuso dopo appena sei gare. Al tempo fu Di Carlo a dover lasciare il testimone.

Al suo ritorno, Corini, lo ha ripreso dopo la dodicesima giornata. Grazie alla pausa del campionato, in sole due settimane di allenamenti a

porte chiuse, lo ha riconsegnato ai tifosi in una veste nuova, candida e pulita. E se la vittoria contro l’Hellas (meritata) è arrivata sul filo di lana (Lazarevic al 92’), quella contro il Livorno ha sancito che il Chievo è tornato a fare il Chievo. Lo dimostra non solo il gioco, ma la mentalità molto più offensiva e la consapevolezza di non lasciare mai nulla al caso.

Ennesimo miracolo? Può darsi. Sta di fatto che l’impresa della salvezza, comun-

que, non sarà facile. Rispetto allo scorso torneo quest’anno c’è più grinta da parte di tutti. Nessuno è disposto a mollare, neanche di un centimetro (vedi Sassuolo). Non c’è nessuna squadra penalizzata (vedi Siena a meno 6 l’anno scorso), e tutti lottano alla pari per restare a galla.

Da qui alla pausa natalizia mancano tre partite. Sassuolo e Torino fuori. Sampdoria in casa.

Sarà in grado “Il Genio” di esaudire i tre desideri?

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Sport & Benessere A cura di Diego Cordioli

La Fondazione Marcantonio Bentegodi La

Fondazione

Bentegodi,

dal

1868

al

2006

Istituzione

Comunale ,

Stella

d’O-

ro al Merito Spor tivo CONI 1967 e Collare d’Oro al Merito Spor tivo CONI 2002, educa

allo spor t, attraver so ben 10 discipline: atletica leggera, ginnastica ar tistica maschi-

le e femminile , ginnastica ritmica, nuoto, pallanuoto, pesistica, scherma, tuffi e tennistavolo.

di Susanna Barcotto Credo che oggi, più che mai, si possa affermare con convinzione assoluta che lo sport concorra alla formazione della personalità delle giovani generazioni, ponendo le basi, già dall’ambiente scolastico, per un’apertura a valori fondamentali ed universali quali: il rispetto, la socializzazione, l’amicizia, la sana competizione, la tolleranza e la ricerca di significati che vanno oltre gli aspetti materiali della nostra esistenza, così come attraverso lo sport può accrescere la consapevolezza dell’importanza di allenare il proprio corpo per trarne beneficio anche nello stato di salute e dell’equilibrio psico-fisico generale.

Se poi lo sport diventa agonismo, lasciatemi sottolineare l’importanza dei principi fondamentali da cui si è generata ogni tipo di disciplina sportiva, dove l’atleta merita grande considerazione e rispetto quando pratica l’attività in maniera disinteressata e per pura passione, seguendo con umiltà e dedizione i consigli impartiti da chi ha esperienza per trasmetterli, e preferisce anche una sconfitta alla vittoria sleale.

Verona, nel rispettare i principi della lealtà sportiva, ha avuto un precursore fermamente convinto e fervente, Marcantonio Bentegodi, consigliere comunale e membro del Consiglio Provinciale della Sanità, considerato anche uno dei pionieri dello sport nell’ Italia del XIX secolo.

Il “Bentegodi”, fondò nel lontano 1868 la “Società di Ginnastica e Scherma” e, a testimonianza di quanto credesse nella diffusione

delle attività sportive tra i giovani, lasciò in eredità un quarto del suo patrimonio personale a sostegno dell’insegnamento della ginnastica e della scherma, dalle quali trovarono, successivamente, identità e sviluppo altre discipline quali l’atletica, la lotta libera, il pugilato, il sollevamento pesi ed altre ancora, che solo più tardi avrebbero assunto una loro precisa connotazione a livello agonistico.

La società veronese è un’ istituzione comunale trasformata in Fondazione nel 2006; oggi vede ai vertici il Presidente Silvio Cametti e il Direttore Generale Stefano Bianchini. La Fondazione Bentegodi annovera tra i suoi atleti, del passato e del presente, protagonisti assoluti dello sport, di fama nazionale ed internazionale, coordinati da preparatori di sezione di grande spessore. Lo staff tecnico è oggi composto da 52 istruttori tecnici, oltre a 18 membri dedicati alle attività promozionali e di avviamento, coordinati da 9 responsabili di sezione che gli esperti delle singole discipline conosceranno sicuramente: Stefano Stanzial (atletica legge-

ra), Laura Tommasetti (Ginnastica Artistica Femminile), Michele Maggio (Ginnastica Artistica Maschile), Marina Castellani (Ginnastica Ritmica), Emiliano Brembilla (nuoto), Inina Natalia (pallanuoto), Claudio Toninel (pesistica), Andrea Piubello(scherma), Riccardo Giacometti (Tuffi) e Carlo Savalli (tennistavolo).

Il 2012, che sta giungendo al termine, è stato già definito un anno eccezionale, perché ha visto la Fondazione Bentegodi protagonista nello sport veronese, nonostante le discipline non si possano definire di forte interesse mediatico; oltre al consolidamento delle sezioni storiche si è raggiunto l’obiettivo dell’iscrizione alla Fisdir (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale) e dell’apertura della sezione Tennistavolo.

In questo primo numero non mi è possibile raccontarvi nel dettaglio tutte le attività e dovendo gestire un appuntamento continuativo con voi, inizio ad intraprendere questo percorso conoscitivo partendo dalla più antica delle discipline sportive agonistiche: l’atletica leggera.

L’Atletica Leggera, intesa come un insieme di discipline sportive che possiamo suddividere in: corse, concorsi (lanci e salti), corsa su strada, marcia e corsa campestre, diventa protagonista di eventi che vengono, di solito, organizzati attorno a una pista ad anello della lunghezza di 400 m, sulla quale si svolgono le gare di corsa. Le gare di lanci e salti invece, si sviluppano sul campo al racchiuso dalla pista. Molte delle discipline dell’atletica leggera hanno origini antiche, e si tenevano in forma competitiva già nell’antica Grecia, con la prima Olimpiade che si svolse nel lontanissimo 776 a.C. L’atletica leggera venne inserita nei Giochi Olimpici fin dall’edizione del 1896, e da allora fa parte del programma olimpico.

In Italia, l’attività dell’atletica leggera è regolata dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera (www.fidal.it).

La sezione della Fondazione Bentegodi svolge attività agonistica e promozionale presso il Campo Consolini, Via Ascari e collabora nel settore promozionale con le seguenti Società:

Selva Bovolone, San Martino B. Albergo, Intrepida Madonna di Campagna, Pindemonte (Zona Bo.go Trento).

Sul sito al link www.fondazionebentegodi.it potrete trovare tutti i corsi ed i relativi costi per la prossima stagione che avrà inizio a Gennaio 2014.

Nel 2013 la disciplina ha avuto un anno intenso di avvenimenti agonistici, con 170 atleti tesserati che hanno partecipato alle attività di tutte le 20 specialità della disciplina, con un totale di 1053 atleti gara, impegnati in 119 manifestazioni di carattere provinciale, regionale, nazionale ed internazionale.

Per ora è tutto, e non mi resta che augurarvi di trascorrere delle Buone Festività in attesa di rileggerci a gennaio 2014, con altri approfondimenti sulle varie discipline, oltre che iniziare anche a riportare i risultati conseguiti dagli atleti della Fondazione Bentegodi e spingervi ad incuriosirvi sempre più verso questo affascinante mondo dello sport, che si insegna da piccoli e contribuisce a crescere e diventare grandi uomini.

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Notizie dal Garda

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A cura di Diego Cordioli

Attenti al lago: lo studio della Comunità del Garda Il lago di Garda è dietro l’angolo, non solo per la distanza, ma anche come area di grande dimensione, di forza turistica, d’influenza generale, di prestigio internazionale; influisce sul clima, sull’ambiente, sull’aria che respiriamo, sull’acqua che irriga l’agricoltura… di Toni Ventura Ecco perché è importante lo studio fatto e diretto dalla Comunità del Garda, finanziato dall’Unione Europea per quasi 3 milioni di Euro, sulla situazione delle sue acque e del clima.

L’obiettivo, è stato quello di studiare quali saranno gli effetti dei cambiamenti climatici sui quattro laghi centro europei: oltre al Garda che è capofila del progetto, il lago Balaton in Ungheria, il Neusiedl in Austria, il lago Charzykowskie in Polonia.

Allo studio hanno partecipato istituti di ricerca e università delle quattro nazioni e i risultati sono preoccupanti anche per tutti i territori vicini e sono proiettati al 2100.

A quell’epoca, e non certo improvvisamente, ci saranno

precipitazioni estive dimezzate, il numero di giornate torride passerà dalle dieci attuali a settantacinque, aumenteranno le alghe tossiche infettando il bacino e deteriorando la qualità delle acque.

Il riscaldamento globale, unito ai fattori inquinanti già presenti per gli eccessi edificatori sulle sponde, trasformerà lo stesso clima che da mite diventerà più fortemente mediterraneo, con tutti i cambiamenti che potranno seguire.

Va ricordato che il Garda è anche la più grande riserva di acqua dolce, quindi potabile, di tutto il Paese e le sue modificazioni hanno quindi un’importanza non solo turistica.

Non è certo una situazione determinata solo dagli eccessi di sfruttamento del territorio che peraltro esercita la

sua influenza negativa.

Negli ultimi vent’anni si è dimezzato l’apporto dei ghiacciai che alimentano fiumi e torrenti per il lago, in futuro i livelli delle acque potrebbero scendere di molto, aumentando l’avvento di emergenze idriche, soprattutto per l’agricoltura e l’energia. La temperatura salirà di quattro gradi d’inverno e di cinque d’estate sul lago e di conseguenza ancor più nel territori ad esso vicini e ci saranno conseguenze, per ora imprevedibili, su flora, fauna, ambiente.

Il Garda tenderà quindi a mutare in peggio se non si agisce con rimedi preventivi.

Non potendo agire sul sistema generale, sull’andamento climatico del mondo, bisognerà farlo con la massima tutela locale, con il rigore e la prudenza, non dimentican-

do che, concentrate in una stagione, il Garda attira oltre venti milioni di presenze turistiche e muove un fatturato di oltre 4 miliardi di euro.

Occorre una politica unitaria di largo respiro, sottratta ai campanilismi locali, alle ambizioni comunali, agli interessi edificatori e che tuteli il territorio.

La Comunità del Garda, a seguito degli studi effettuati, ha proposto un “contratto di lago” che impegni tutti i comuni a comportamenti virtuosi, rendendoli consapevoli che non si deve inquinare chiedendo poi allo Stato i soldi per disinquinare.

Solo una prudente politica unitaria può costituire un rimedio, non totale, ma utile, e una difesa dalla più grande offensiva dei mutamenti climatici che sono da affrontare a livello globale.

Foto di Giovanna Frau

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Notizie dalla Provincia A cura di Diego Cordioli

I mercatini natalizi nel veronese I

principali

da

veronese:

mercatini Peschiera,

natalizi

e

bancarelle

Castelnuovo,

Garda

a

Verona

città,

e

Lazise ,

un

Villafranca

ricco

e

calendario

sul

Gar-

natalizio.

Una fiabesca atmosfera natalizia a Verona Verona, città patrimonio dell’UNESCO e da sempre punto di incontro per cultura e tradizioni, si trasforma e si veste di luci, suoni e colori del Natale. L’ingresso della città sarà illuminato da centinaia di luci, proseguendo per tutte le vie del centro storico, ed arrivando nella splendida Piazza Bra, con lo sfondo dell’Arena romana e l’imponente stella di Natale che appoggia le sue ali sulla piazza.

Dal 22 Novembre al22 Dicembre, Piazza dei Signori (conosciuta anche come Piazza Dante) ospita per il quinto anno consecutivo, le caratteristiche casette in legno del “Christkindlmarkt”; circa 60 espositori propongono prodotti tipici tradizionali artigianali, quali: addobbi in vetro, legno e ceramica, tante idee regalo nonché specialità gastronomiche e deliziosi dolci natalizi. Visitare il Mercatino di Natale di Verona significa tuffarsi nella magica tradizione del Natale Veronese; immergersi quindi in un’atmosfera fiabesca, dove Giulietta e Romeo, in questa città dell’Amore, possono baciarsi sotto il vischio tenuto con mano ferma dal Dante.

Luogo: Piazza dei Signori (conosciuta anche come Piazza Dante) Luogo: Cortile Mercato Vecchio Luogo: Cortile del Tribunale Giorni della manifestazione: dal 22 Novembre al 22 Dicembre Orari di apertura: dalla Domenica al Giovedì: ore 10.00-21.30 Venerdì, Sabato/Prefestivi: ore 10.00-23.00 Per informazioni: http://www.nataleinpiazza.it/2013/

La 28^ Fiera di Natale a Villafranca Dal 6 dicembre al 6 gennaio Villafranca ospita un ricco calendario di manifestazioni natalizie: concerti, spettacoli in piazza Giovanni XXIII e lungo le vie del centro storico, rassegna di presepi e mostre a tema. La settimana che precede il Natale è dedicata alla Fiera con le bancarelle lungo la caratteristica via Pace, sull’esempio di quello che succede nel Sud Tirolo.

Per informazioni: http://www.comune.villafranca.vr.it

Natale e beneficenza a Peschiera del Garda

Dal 30 novembre al 15 dicembre, a Peschiera, si tiene il: “Mercatino di Natale per la ricerca sulla fibrosi cistica”, nella sala di Porta Verona. L’orario di visita è dalle 9 alle 12.30 e dalle14.30 alle 19.30. La bancarella è realizzata a cura della Fondazione ricerca fibrosi cistica.

Per informazioni: http://www.peschieradelgarda.org/

LANTERNE VOLANTI

Prezzi esplosivi per fine anno Se vuoi divertirti passa a:

Castel d’Azzano

da:

HOBBY SPORT Caccia-Pesca

Via Mascagni, 43 - tel. 045/512741 www.fuochiartificialiverona.it

Le bancarelle a Castelnuovo del Garda Dal 9 al 20 dicembre, presso la Scuola dell’Infanzia XI aprile 1848 di Castelnuovo del Garda, dalle ore 15.20 alle 16 si possono visitare le Bancarelle di Natale, allestite in collaborazione con ABEO Onlus Verona. E nella frazione di Castelnuovo, Oliosi l’8, il 15 e il 22 dicembre c’è il Mercatino di Natale, nella Chiesa Parrocchiale.

Per informazioni: http://www.comune.castelnuovodelgarda.vr.it

Natale tra gli olivi a Garda Il “Mercatino di Natale” rientra tra le manifestazioni previste per la 15ma edizione di “Natale tra gli Olivi”. Il mercatino è visitabile dal 29 Novembre 2013 al 06 Gennaio 2014, con il seguente orario apertura: venerdì dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 15.00 alle 20.00; sabato, domenica, festivi e prefestivi dalle ore 10.00 alle 20.00.

Per informazioni: http://www.comunedigarda.it/

Mercatino di Natale a Lazise

Lungo le vie del centro storico di Lazise, dal 7 dicembre 2013 al 6 gennaio 2014 si tiene il “Mercatino di Natale”, inaugurato lo scorso 7 dicembre in Piazza Vittorio Emanuele II. Per informazioni: http://www.comune.lazise.vr.it

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Notizie dalla Provincia

A cura di Diego Cordioli

Bussolengo

Il servizio di raccolta differenziata dei rifiuti Se si abbandonano rifiuti di qualsiasi genere sul suolo pubblico o privato, non si ritira in tempo il bidoncino dell’umido o non si rispetta il regolamento della raccolta differenziata, si può rischiare una munta di 300 euro. di Luca Belligoli E’ quanto prevede l’ultima ordinanza emessa dal Sindaco Maria Paola Boscaini in materia di gestione del servizio di raccolta differenziata.

Il Sindaco ha rilevato che nel centro storico la situazione in tema di rifiuti è nettamente peggiorata. Anche in luoghi isolati e lungo le strade è frequente il rinvenimento di rifiuti abbandonati. Un fenomeno che fa aumentare i costi a carico del bilancio comunale oltre a creare problemi di natura ambientale ed igienico sanitaria. A ciò si aggiunge la scarsa attenzione alle regole previste dal regola-

mento per la raccolta rifiuti. Il Sindaco nell’ordinanza ricorda che per il rifiuto secco si deve usare il sacchetto semitrasparente. Il rifiuto umido deve essere posizionato nel bidone antirandagismo dalle 21 del giorno antecedente alla raccolta e ritirato entro le 13 del giorno della raccolta stessa. Per smaltire la plastica si devono usare i sacchetti semitrasparenti. La carta non può essere conferita in sacchi di plastica ma in cartoni o legata con lo spago.

Pannolini e pannoloni, cerate per incontinenti devono essere conferiti nei sacchetti rossi semitrasparenti (che sono gratuiti). L’ordinanza riguarda anche

le utenze non domestiche che devono recuperare i bidoni entro mezz’ora dallo svuotamento. Tra i divieti che sono stati ribaditi dall’ordinanza sindacale c’è quello di conferire i rifiuti sia pure differenziati in sacchetti e bidoni diversi da quelli previsti.

Nel caso si verifichino situazioni di insalubrità igienico-sanitarie di emanazione, cattivi odori, intralcio alla pubblica circolazione o contro il pubblico decoro, il responsabile del servizio di tutela ambientale potrà dare disposizioni che il bidone o il sacchetto sia posizionato in altro luogo, in modo da non arrecare danno. Il mancato rispetto delle disposizioni sarà sanzionato.

Il gioco d’azzardo e l’omicidio stradale Maggioranza

ed

opposizione

presentano

assieme

in

Consiglio

Comunale

la

mozione

contro

il

gio-

co d’azzardo e l’istituzione del reato di omicidio stradale, nel bicentenario dell’Arma dei Carabinieri. di Luca Belligoli Il consigliere d’opposizione Stefano Ceschi (Lista Ceschi) e il consigliere di maggioranza Ugo Piccoli (Città Solidale), che riveste anche il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale, hanno presentato assieme la mozione per l’adesione al Manifesto dei Sindaci a contrasto del gioco d’azzardo. La mozione sottoscritta da Ceschi e Piccoli è tra le delibere all’Ordine del Giorno che sono state discusse martedì 26 novembre dalle 19.30 in Consiglio Comunale.

La delibera impegna il Sindaco a provvedere alla sottoscrizione del Manifesto dei Sindaci a contrasto del gioco d’azzardo e a sostenere tutte le iniziative e le attività finalizzate alla promozione di interventi educativi e d’informazione, culturali, formativi e regolativi per la prevenzione della dipendenza dal gioco d’azzardo.

Nel documento si evidenzia che nel Veneto per il gioco d’azzardo si spendono 503 milioni di euro con una spesa per abitante di 103,55 euro all’anno, considerati

tutti gli abitanti, compresi bambini e neonati. Il gioco d’azzardo è la terza industria italiana, con il 4% del Pil nazionale, 5.000 aziende, 120.000 addetti, 400.000 slot machine, 6.181 punti gioco autorizzati, oltre il 15% del mercato europeo e oltre il 4,4% del mercato mondiale, il 23% del mercato mondiale del gioco online. Nel 2011 sono stati giocati 79.814 miliardi di euro, 70.262 miliardi nei primi 10 mesi del 2012, il 12% della spesa delle famiglie italiane.

Sono 15 milioni i giocatori abituali, 2 milioni quelli a rischio patologico, circa 800.000 i giocatori già malati. Sono necessari 5-6 miliardi l’anno per curare i dipendenti dal gioco, mentre le tasse incassate dallo Stato sono solo 8 miliardi.

Nella proposta di delibera si evidenzia che il gioco d’azzardo è un mercato tanto ricco e diffuso in modo così capillare da richiamare la presenza delle mafie anche nel gioco legale, come dimostrano le numerose indagini delle direzioni distrettuali antimafia in tutta Italia.

Il settore dove si concentrano i clan è comunque quello delle

slot, perché la maggiore produttività, e la loro diffusione capillare consente anche un presidio generalizzato del territorio, finanche “militare”: fatto che allarma e desta enorme preoccupazione alle Amministrazioni locali.

La presenza di punti di gioco attira anche la criminalità spicciola, con furti, scippi e minacce, portando insicurezza e degrado nei paesi e nelle città.

Il sistema normativo vigente e di controllo è totalmente insufficiente a disciplinare e a sanzionare situazioni che presentano già enormi costi sociali.

Quindi si sostiene che occorre una nuova legge quadro nazionale sul gioco d’azzardo, occorrono inoltre leggi regionali specifiche. Ma anche che sia necessario conferire ai Sindaci potere di programmazione, controllo e ordinanza. Ed inoltre sia indispensabile mettersi in rete con altre Amministrazioni e altri territori, con le Asl, le Prefetture e le Questure, per costruire un fronte ampio di informazione, formazione e contrasto a questo tipo di

gioco che si sta rivelando una vera emergenza sociale. Pertanto è indispensabile costruire reti in ogni territorio coinvolgendo parrocchie, scuole, associazioni, volontari, polizia locale e forze dell’ordine per attivare iniziative culturali e formative, attività di controllo e di prevenzione finalizzate a recuperare i valori insostituibili della cultura per conoscere e comprendere. Occorre anche modificare la legislazione vigente in modo che venga dato ai Sindaci e alle Giunte comunali un reale potere di controllo sulla diffusione e utilizzo dei numerosi strumenti di gioco sul proprio territorio, non solo per ragioni di ordine pubblico e di sicurezza, ma in virtù della responsabilità sanitaria che compete ai Sindaci consentendo loro di costruire “un sistema di prevenzione sociale” riconosciuto dalla Corte Costituzionale (sentenza n.300/2011) e dal Tar Lombardia, Brescia (Sez. II Sentenza n.1484 del 31 agosto 2012). È necessario che i Comuni possano decidere la

distribuzione e la collocazione delle sale gioco e delle slot machine nei territori, definendo le distanze ritenute più idonee dai punti sensibili, e stabilendo l’orario di apertura e di chiusura delle sale gioco e dei bar e altri locali ove siano collocate slot machine e altri apparecchi per il gioco. Infine si rileva la necessità che vengano interpellati preventivamente dai Questori per l’installazione di nuovi giochi.

Sono state presentate altre due mozioni da rappresentanti della maggioranza e dell’opposizione.

I capogruppi Giovanni Amantia (Popolo delle Libertà) per l’opposizione e Alessandro Pasetto(C’è Futuro) per la maggioranza hanno presentato la mozione per istituire il reato di omicidio stradale. Sempre Amantia ma questa volta assieme a Enrico Vassanelli (Città Solidale) per la maggioranza, ha presentato la proposta di delibera avente per oggetto:“Vicinanza di Bussolengo all’Arma dei Carabinieri in occasione del 200° anniversario della fondazione”.

Notizie dalla Provincia

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AAcura curadidiDiego DiegoCordioli Cordioli

Povegliano Veronese

Fine Anno tempo di bilanci e di auguri La fine dell’anno è sempre tempo di bilanci. Nonostante le difficoltà economiche dovute principalmente alla costante diminuzione di trasferimenti pubblici siamo riusciti a fare cose impor tanti… di Fabrizio Sambugar La fine dell’anno è sempre tempo di bilanci. Nonostante le difficoltà economiche dovute principalmente alla costante diminuzione di trasferimenti pubblici siamo riusciti a FARE cose importanti, come il fondo speciale per dare un lavoro ad alcuni disoccupati del nostro paese, i numerosi contributi dati alle scuole (nido, materna, progetti per scuole elementari e medie, borse di studio per i nostri alunni migliori), e dati per il mantenimento degli impianti sportivi comunali, così come i fondi dedicati al sociale e all’assistenza domiciliare. Non solo, quest’anno

numerose opere pubbliche importanti sono state concluse come la nostra bellissima scuola, simbolo di una battaglia di legalità che ha visto citare il nostro paese come esempio a livello nazionale ed è stata premiata anche ad un concorso di architettura. C’è stata poi la

ristrutturazione con adeguamento antisismico della palestra con i nuovi spogliatoi che saranno inaugurati il prossimo 21 Dicembre alle ore 11:00.

Ed anche la rotonda di via San Giovanni. Mentre è di prossima ultimazione il centro diurno sono stati fatti importanti

passi in avanti per il PAT (con l’approvazione in regione del documento preliminare e la valutazione ambientale strategica). E’ stato dato l’incarico per predisporre il piano comunale per l’illuminazione pubblica, fondamentale per l’ammodernamento ed il contenimento della spesa; infine è stata richiesta a titolo gratuito l’area attualmente occupata dalla base militare in località Torneghiso.

In tema di sicurezza è partito il progetto Rangers, cioè il pattugliamento di edifici ed aree pubbliche, un progetto che si affianca a quello di alcuni imprenditori del paese e che ci si aspetta possa essere deterrente per reati e atti vandalici. A

differenza di altre realtà sono rimaste invariate le aliquote sul prelievo fiscale che incidono sulla maggioranza delle famiglie: IMU prima casa e IRPEF comunale sono infatti rimaste le stesse. Abbiamo infine fatto ulteriori passi per la valorizzazione della nostra piazza con il successo del mercatino a km 0 e il ritorno del mercato del paese nella sua sede naturale in centro paese.

Il sindaco e tutta l’amministrazione formulano a voi i migliori auguri affinchè le prossime festività siano liete e portino serenità. Sia il prossimo anno il tempo della speranza e di un futuro finalmente positivo.

Quinzano

Grande Presepio Artistico Automatico Viene aper to per tradizione ai visitatori la notte di Natale il Grande Presepio Ar tistico della Venerabile Pieve realizzato dal Gr uppo Amici del Presepio, giunto quest’anno alla 32^ edizione del Natale a Quinzano. di Tiziano Rigo E’ entrato da qualche anno nell’itinerario nazionale dei presepi d’Italia e nella “Strada dei Presepi” del Veneto. Visitarlo è come entrare in un ancor più grande Presepio costituito dallo stesso paese, con le luci appese sulle strade, con le sue vecchie case, i suoi vicoli stretti, le sue piccole corti dove ancora oggi c’è sempre qualcuno che si ferma a parlare volentieri anche con chi è solo di passaggio.

Nella sua struttura di oltre 100 metri quadri, il Grande Presepio Automatico è visibile da tre diverse posizioni e si ripropone anche quest’anno rinnovato e abbellito di novità interessanti, di movimenti ed effetti speciali: il trascorrere dei giorni, gli angeli che volano nel cielo per annunciare la nascita di Gesù, la pioggia e la neve

che cadono nella notte santa, i pastori in cammino verso la natività del Bambino Gesù… giochi d’acqua e fontane che zampillano nei vari movimenti danno all’insieme una piacevole visione.

Nello scorcio ricavato al di sotto della grande struttura, alla portata dei bambini, si può ammirare un paesaggio in grotta dove troviamo anche qui dei movimenti e dei giochi di luci che migliorano sempre di più la grande scena della Natività.

Natale a Quinzano, con la collaborazione della Seconda Circoscrizione del Comune di Verona, vuol dire anche visitare la mostra fotografica del concorso “Presepi in Famiglia” e una serie di piccole realizzazioni partecipanti al concorso “Presepi in Diorama” esposti nella capanna di ingresso.Vi sono poi esposti in alcune vetrine più di

100 presepi provenienti da varie parti del mondo e costruiti con i più vari materiali e nelle più svariate forme. Da qualche anno poi il Natale a Quinzano si arricchisce della Rassegna Corale della Stella che si terrà nella serata del 5 Gennaio 2014 con tre corali in concerto e il gruppo di ragazzi/giovani che hanno

cantato per le vie del Borgo per annunciare la nascita di Gesù.

Il “Sito Internet” del Natale a Quinzano è sempre visitabile all’indirizzo http://www.quinzanoverona.it o digitando “Presepio Quinzano”sui motori di ricerca.

Anche quest’anno crediamo di essere riusciti a preparare qual-

che cosa di piacevole per tutti coloro che sono attratti dal presepio e dalla nascita del Messia e desiderano venire a Quinzano per vedere le realizzazioni che ricordiamo sono aperte dalla Notte di Natale alla terza domenica di Gennaio 2014, tutti i giorni, dalle ore 8.00 alle ore 18.30.

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Notizie dalla Provincia

A cura di Diego Cordioli

Valeggio sul Mincio

“Il Patto per le Città” di Confesercenti I to

Sindaci “Il

Patto

e

gli

per

le

di Federico Zenari “Il Patto per le Città” nasce per iniziativa di Confesercenti Veneto in occasione della programmazione delle risorse dell’Unione Europea per il periodo 2014-2020. Il progetto vuole dare indicazioni e risposte concrete per gestire in modo più unitario e coordinato le aree centrali di città e paesi. La collaborazione stretta tra pubblico e privato è alla base del rilancio di cui i centri città necessitano per non diventare luoghi abbandonati, privi di attività commerciali

amministratori Città”,

si

dei

trovano

e di abitanti.L’incontro a Valeggio sul Mincio sarà il primo confronto pubblico sul progetto della Confesercenti Veneto, utile per prepararsi alla nuova programmazione dei fondi europei 2014-2020, favorire lo scambio di idee tra Regione e commercianti e consentire ad altri Sindaci e amministratori del Veneto di sottoscrivere il patto. Il meeting inizierà presso Villa Sigurtà alle 10.30 con la registrazione dei partecipanti e terminerà alle 12.45 con una degustazione a base dei famosi tortellini di Valeggio.

Comuni

a Valeggio

del sul

Veneto,

che

(VR)

giovedì

Mincio

hanno 19

sottoscrit-

dicembre

2013.

Benessere Cibo L’Assessorato Politiche Sociali del Comune di Valeggio sul Mincio e la condotta locale di Slow Food hanno deciso di realizzare il progetto “Benessere Cibo” al fine di sensibilizzare i cittadini e, in modo particolare, le famiglie e gli anziani sui temi della corretta alimentazione e di un sano stile di vita. Il nuovo progetto, che vuole essere uno spazio di scienza, cultura, educazione e informazione sul benessere legato all’alimentazione, è stato presentato lo scorso 7 dicembre presso il Centro Famiglia & Giovani di Valeggio. Il progetto vede il coinvolgimento di molte realtà di Valeggio: dalle scuole all’istituto alberghiero, dai ristoratori ai pastifici, dalla Coldiretti ai gruppi di acquisto solidale. Lo scopo di “Benessere Cibo” è promuovere la conoscenza e la pratica degli aspetti nutrizionali, salutistici, culturali e comportamentali relativi al cibo.

Mozzecane

La ludoteca il “Borgo dei Piccoli” L’Amministrazione zi

rivolti

alla

di

fascia

Mozzecane 0-11

anni

ha

mediante

deciso l’aper tura

di di

potenziare un

nuovo

i

propri

centro

ser vi-

multifunziona-

le collocato all’interno degli spazi inizialmente pensati per l’Asilo Nido comunale integrato.

di Umberto Bertezzolo Il progetto, unico nel suo genere, nasce da un lungo lavoro di confronto pubblico-privato che ha visto impegnati, sin dall’anno 2012, gli Uffici del Settore Servizi alla Persona in un percorso avviato con un concorso d’idee, aperto a realtà Cooperative già conosciute ed apprezzate dalla cittadinanza, e poi proseguito con un progressivo adattamento dei progetti elaborati alle reali esigenze riscontrate sul territorio. Da questo cammino, e dalla fantasia degli operatori della

Cooperativa “Tangram” di Valeggio S/M, è nato il “Borgo dei Piccoli”, offerta educativa variegata che si sviluppa in una molteplicità di attività fondate sull’idea di creare una realtà nella quale genitori, nonni, figli e nipoti si possano ritrovare per sperimentare, in modo guidato, il gioco e lo stare assieme come momento di crescita reciproca.

Tale idea, alternativa al concetto di “accudimento” tipico delle tradizionali strutture per minori che prevedono una delega alla cura da parte del genitore ad un soggetto terzo, vuole porsi sul territorio

non come soluzione sostitutiva delle realtà private già presenti, bensì come modalità innovativa utile a far fronte a sempre nuove esigenze di crescita genitoriale, di socializzazione tra pari e di sperimentazione del gioco quale momento di relazione. Nel “Borgo” i servizi abitano in “vicoli”, identificati con differenti colori, ognuno dei quali identifica uno “Spazio” (Spazio famiglia 0/9 mesi, Spazio famiglia 1/3 anni, Spazio bambini 1/3 anni) o una “Ludoteca” (Ludoteca 0/3 anni, Ludoteca 3/6 anni, Ludoteca 6/11 anni), entrambe facilmente accessibili sia dal punto di vista temporale, grazie all’alta flessibilità d’orario che spazia dal mattino al pomeriggio, che economico, in virtù di un contributo comunale di circa 16.000 annui che permette l’applicazione all’utenza di tariffe convenienti. “La scelta di non investire risorse pubbliche sulla nascita di un nuovo Asilo Nido”, spiega il

Responsabile del Settore Servizi alla Persona Dott. Umberto Bertezzolo, “è stata fortemente sostenuta a livello tecnico in quanto l’attuale contesto rileva una generalizzata difficoltà socio-economica delle famiglie a seguito di frequenti perdite di lavoro che si traducono, oltre che in un complessivo impoverimento, anche in una progressiva riduzione delle necessità di delega nella gestione dei figli”. Il Sindaco Piccinini aggiunge: “i dati raccolti dai nostri uffici mostrano una consistente diminuzione delle richieste di accesso agli Asili e un aumento delle morosità nel pagamento delle rette senza, tuttavia, rilevare una sostanziale riduzione del bisogno educativo delle famiglie. In questo quadro, pertanto, aprire un Nido integrato tradizionale avrebbe significato non solo investire soldi pubblici in un progetto non più così necessario ma, anche, porsi in concorrenza

a realtà private locali, già presenti ed apprezzate, con conseguenti possibili ripercussioni negative a livello occupazionale”. L’Amministrazione Comunale ha previsto un avvio graduale di questa nuova esperienza che vede partire dal mese di Novembre il già conosciuto “Spazio Famiglia 1-3” affiancato, dal mese di gennaio p.v, dal nuovo “Spazio Famiglia 0-9 mesi”. Le ludoteche e il Cirigioco , servizio di post-orario per i bambini iscritti alla Scuola dell’infanzia, inizieranno invece ad operare in via sperimentale, per un periodo di circa dieci giorni, nel periodo natalizio per poi diventare pienamente operative a partire dal prossimo mese di marzo 2014. In questo periodo, inoltre, la Cooperativa “Tangram” ed il Comune di Mozzecane hanno previsto l’organizzazione anche di uno speciale evento animativo dedicato a tutte le famiglie per la notte di San Silvestro.

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Notizie dalla Provincia A cura di Nadia Puttini

San Giovanni Lupatoto

La magia del Natale si accende di luce Lo scorso 8 dicembre, in piazza Umberto I è stato acceso il grande albero di Natale, con attività a tema per i più piccoli. Cioccolata, vin brulè e prodotti da forno hanno riscaldato l’attesa. i calendari 2014 dedicati a “I veci botegheri a San Giovanni”. Il gruppo Alpini, invece, ha preparato cioccolata calda e vin brulè, che sono stati accompagnati da prodotti da forno offerti dalla Melegatti.

Tra gli appuntamenti natalizi messi in cantiere dall’amministrazione comunale – con il cartellone di iniziative e concerti chiamato “Aspettando Natale” – c’è poi stata la Santa Lucia in biblioteca (l’11 dicembre, con letture dalle 17 alle 18), a cui si è affiancata la tra-

di Adriana Vallisari

La magia del Natale si accende di luce, per l’accensione dell’albero di Natale.

Dalle ore 17 alle 18, si sono susseguite diverse attività sotto l’albero, per entrare nell’atmosfera natalizia: i bambini hanno consegnato le proprie letterine a Santa Lucia e hanno partecipato all’angolo di lavoretti natalizi in pasta di sale, realizzati in collaborazione con l’asilo nido “La Tartaruga”. Il Comitato Radici ha presentato

dizionale Santa Lucia della Pro Loco. Sempre l’11 dicembre, la Santa più amata dai bambini è partita con il gastaldo dalla chiesa di San Giovanni Battista alle ore 20, attraversando il centro fino a raggiungere la torre dell’acquedotto.

Inoltre, nelle sale della biblioteca, dal 3 al 17 dicembre c’è stata la consueta esposizione di libri per bambini sul tema del Natale. Dal 18 al 31 dicembre, in orario di apertura, i bambini potranno ritirare i libri e portarli a casa per le vacanze natalizie.

Gli appuntamenti di “Aspettando Natale” Dal

3

tacoli,

dicembre per

al

vivere

di Adriana Vallisari Si è aperto lo scorso 3 dicembre l’ampio cartellone di “Aspettando Natale”. La rassegna promossa dall’assessorato alla cultura del Comune di San Giovanni Lupatoto propone anche quest’anno numerosi appuntamenti culturali per le feste. Il tutto con un’impronta solidale, visto che durante le serate si potrà offrire un contributo a favore dell’associazione “Noi per Lorenzo”, che sostiene la ricerca contro l’atassia-teleangectasia, malattia rara di cui soffre un giovane ragazzo di Vago di Lavagno.

«Abbiamo voluto proporre anche quest’anno una rasse-

12 le

gennaio festività

tanti a

gna ricca di musica, arte e letteratura, per vivere assieme i valori più autentici del Natale e per riappropriarci del suo significato originale, andando oltre le spinte consumistiche e dando una mano alla solidarietà – dice l’assessore alla cultura Marco Taietta –. Avremo il piacere di offrire alla comunità tanti appuntamenti di qualità, proponendoli in tutti i quartieri della nostra città, dal centro a Pozzo e Raldon».

La rassegna è organizzata dall’assessorato alla cultura, in collaborazione con il Centro per l’avviamento musicale e la Pro Loco, con il contributo di Lupatotina Gas Vendite. «Non è facile, di questi tempi, proporre una rassegna così varia, a ingresso gratuito: sono tutti concerti di livello che meritano di essere visti, ognuno per la propria caratteristica», sottolinea il maestro Federico Fuggini, direttore artistico della rassegna.

Oltre ai diversi appuntamenti

San

appuntamenti Giovanni

gratuiti

con

Lupatoto

con

musicali, ci sarà spazio anche per le mostre, all’interno della sala civica “Castellani” del centro culturale. Il 14 e 15 dicembre sarà visitabile la collettiva di pittura e scultura, a cura del circolo “Maritain”; dal 21 al 26 dicembre, con pausa nel giorno di Natale, saranno invece in

la

cultura

uno

mostra le opere pittoriche di Vinicio Faccincani.

Non mancheranno poi i libri, con le esposizioni a tema natalizio in biblioteca e le presentazioni di nuovi volumi (ad esempio lo scorso 5 dicembre, a Pozzo, sulla storia della Comunità Cenacolo).

e

stampo

gli

spet-

solidale .

Un’altra data è stata l’11 dicembre, con l’arrivo di Santa Lucia sia in biblioteca che per le strade del paese, grazie alla Pro Loco. Oltre un mese di appuntamenti per il Natale lupatotino, che si chiuderà ufficialmente con un concerto il 12 gennaio 2014.

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N OT I Z I A R I O D I I N F O R M A Z I O N E D E L C O M P R E N S O R I O V I L L A F R A N C H E S E DICEMBRE 2013 - ANNO II

R e g i s t ra z i o n e a l Tr i b u n a l e d i Ve ro n a n . 1 8 3 8

La “Città dello Sport” non si farà

Pubblichiamo

di

seguito

il

comunicato

dell’Assessore

allo

spor t

Rober to

Dall’O-

ca e del Sindaco Mario Faccioli e la lettera inviata loro dalla Società AC Chievo Verona.

L’Assessore allo Sport, Roberto Dall’Oca Il Sindaco, Mario Faccioli “Prendiamo atto con profondo rammarico che la Società AC Chievo Verona ha comunicato la sua indisponibilità a realizzare il progetto del Centro Sportivo denominato “Città dello Sport” nell’area del parco del Tione.

Le motivazioni, come si evince nella nota allegata inviata dalla società, sono puramente di carattere economico, visto che l’investimento avrebbe richiesto un finanziamento importante in un momento congiunturale difficile come l’attuale.

Villafranca con questa rinuncia perde, purtroppo, un’opportunità sociale ed economica unica costruita, amministrativamente, in tanti anni.

L’intervento prevedeva un parco attrezzato e piantumato di 80.000 mq, due palestre e la presenza sul territorio di una società di serie A senza costo per la comunità. Questo progetto è stato spesso ostacolato, con azioni di carattere politico e soprattutto personali facendo venire meno la difesa dell’interesse pubblico per il bene comune.

Adesso, con lo stesso impegno e la

stessa forza profusa in questi anni, ci adopereremo per realizzare il sogno che ci eravamo prefissi: il parco urbano e le palestre.Valuteremo nei prossimi giorni le strategie alternative che abbiamo pensato e cercheremo nel più breve tempo possibile di dare una risposta forte.

Un grazie a quanti hanno collaborato fattivamente e creduto a questo progetto che rimarrà agli atti come un esempio di buona amministrazione che non si è potuto e voluto completare.”

28

Notizie dall’Arma

12 13

Attività della Compagnia Carabinieri di Villafranca

Criminalità: i Carabinieri rispondono

Gli interventi della Compagnia Carabinieri di Villafranca Recuperata un’auto rubata

A Povegliano, i ladri dell’auto sono stati sorpresi ed intercettati dai Carabinieri ed è stata recuperata l’autovettura rubata a Sona a inizio novembre.

L’intervento dei Carabinieri è stato avviato grazie alla tempestiva segnalazione di un residente che, lo scorso 29 novembre, notava uno sconosciuto scavalcare ed introdursi in un giardino di un’abitazione privata di via Dante a Povegliano; intuendo si trattasse di un ladro, il residente allertava subito il “112” della centrale operativa della Compagnia di Villafranca, alla quale riusciva inoltre a fornire indicazioni sul mezzo (una Bmw serie 3 nera), utilizzato dal malvivente, che si era reso conto di essere stato scoperto, per fuggire. Sul posto venivano immediatamente inviate pattuglie da Vigasio, Villafranca, Castel d’Azzano e Sommacampagna, nel tentativo di intercettare l’autovettura segnalata; pochi minuti dopo, la pattuglia del nucleo radiomobile di Villafranca, la prima a giungere a Povegliano, intercettava la Bmw all’altezza di via Balladoro di Povegliano. I malviventi, alla vista dei Carabinieri, a tutta velocità si davano alla fuga per le vie del centro; nel corso dell’inseguimento, giunti alla periferia del centro urbano, ancora “tallonati” dai militari, decidevano di abbandonare il veicolo per darsi alla fuga a piedi nei campi circostanti ed approfittare del buio. Le ricerche dei due, continuate per tutta la serata, hanno dato esito negativo. E’ stata recuperata invece l’autovettura dei malviventi, risultata rubata a Sona ai primi di novembre; a bordo dell’auto, sono stati rivenuti e sequestrati attrezzi da scasso tra i quali: una mazza, un piede di porco ed addirittura un’ascia, nonché una targa rubata a Montichiari (Bs). Tutti gli attrezzi sono stati presi in custodia dai militari del nucleo operativo della Compagnia per i rilievi tecnici alla ricerca di tracce biologiche, per riuscire a risalire ai ladri.

Furto in un bar a Nogara

Nogara: furto con scasso al bar, intera banda bloccata dai carabinieri; 5 arresti.

Si sono concluse alle prime ore della mattina del 14 novembre scorso le operazioni di recupero della refurtiva e di identificazione dei 5 malviventi che, nottetempo, si erano introdotti all’interno del “Bon bon bar” di via Maso di Nogara, all’interno del quale avevano forzato le slot machine, portando via il denaro contenuto.

La pattuglia del nucleo radiomobile della Compagnia di Villafranca di Verona, transitando all’altezza della stazione ferroviaria di Nogara, notava la presenza di tre giovani fermi come in posizione di attesa; nel momento che i militari invertivano la marcia per procedere al controllo dei soggetti, questi ultimi venivano raggiunti da altri tre individui. L’intero gruppetto dei cinque veniva dunque raggiunto dalla pattuglia e venivano identificati in: D.M.D. 38 anni, E.G.V. 18 anni, P.M.L. 19 anni, C.I. 21 anni e C.J. 24 anni, tutti cittadini rumeni senza fissa dimora in Italia. I cinque, alcuni dei quali gravati da alcuni precedenti penali per furto e danneggiamento, giustificavano la loro presenza con il fatto di doversi recare in stazione ferroviaria ad attendere un treno e di trovarsi lì dopo una serata passata in compagnia di amici e parenti. Poco dopo, lasciati andare i cinque, la pattuglia riprendeva la perlustrazione tra Nogara e Sorgà, ma proprio in quel frangente la centrale operativa di Villafranca riceveva la notizia che presso il “Bon bon bar” di Nogara era stato da poco commesso un furto con scasso. La pattuglia del radiomobile veniva immediatamente inviata sul posto ma dei ladri alcuna traccia; pochi minuti dopo tuttavia, visionando le telecamere di videosorveglianza del bar, i militari notavano e riconoscevano alcuni dei ladri tra gli individui fermati e controllati precedentemente in via Vittorio Emanuele. Venivano nel frattempo inviate in zona, in ausilio al nucleo radiomobile, le pattuglie delle stazioni di Vigasio e Nogara. I cinque venivano rintracciati e bloccati poco distanti da dove erano stati controllati in precedenza e dunque ammanettati. Condotti in caserma a Nogara, venivano dichiarati in stato di arresto per furto aggravato in concorso e danneggiamento. Nel frattempo i Carabinieri, passando al setaccio l’area dove i cinque erano stati individuati, all’interno di un cesto della spazzatura vicino alla stazione ferroviaria, recuperavano un sacco contenente le monete trafugate, per un totale di euro 585, in seguito consegnati al titolare del bar. Sono stati rinvenuti e recuperati inoltre gli arnesi da scasso, tra cui in piede di porco e due scalpelli, utilizzati per forzare gli infissi e le slot machine I cinque rumeni sono comparsi innanzi al giudice monocratico del Tribunale di Verona per il processo per direttissima.

S.O.S. droga a Trevenzuolo

A Trevenzuolo, traffico di stupefacenti. L’ operazione congiunta dei Carabinieri delle compagnie di Villafranca e Verona, ha portato al sequestro di oltre 20 chili di eroina Si è conclusa lo scorso 12 novembre, con l’arresto di tre persone, l’operazione congiunta alla quale hanno partecipato i Carabinieri di Villafranca, Verona ed Isola della scala. Nel corso dell’attività, terminata con l’irruzione in un’abitazione di Trevenzuolo, sono stati recuperati e sequestrati oltre 20 chili di eroina.

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L’arma Azzurra A cura del Col. Marco Maistrello

La Festa della Madonna di Loreto In so

occasione 10

dicembre,

della

ricorrenza alle

ore

della

10:30, presso

Festività la

della

Cattedrale

Madonna del

di

Duomo

Loreto, di Villafranca

lo

scorha

avu-

to luogo la celebrazione della Santa Messa, Officiata dal Vescovo di Verona, Monsignor Giuseppe Zenti. del Ten. Col. Fulvio Franzinelli L’evento è stato presenziato dal Comandante del 3° Stormo e Presidio Aeronautico di Verona, Colonnello Marco Maistrello, alla presenza di numerose autorità civili e militari, tra cui il Sindaco di Villafranca Mario Faccioli e il già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Generale di Squadra Aerea Basilio Cottone.

Alla celebrazione erano presenti anche i Comandanti degli altri Enti del Presidio Aeronautico di Verona: Direttore dell’Infermeria Principale di Villafranca Colonnello Dario Di Blasio, Vice Comandante del 1° Reparto Genio A.M. di Milano Colonnello Pasquale Bizzarro con il Comandante del 27° Gruppo Genio Campale Tenente Colonnello Giovanni Colmayer, nonché il Comandante del 112° Deposito Sussidiario di Sanguinetto Tenente Colonnello Marco Metrano.

Inoltre, dando maggiore lustro e solennità alla cerimonia, sono intervenuti i Labari delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma ed il Gonfalone della città di Villafranca.

Il discorso del Col. Marco Maistrello

“Monsignor Zenti, autorità civili, militari e religiose voglio porgere il mio saluto e il mio ringraziamento per aver voluto festeggiare insieme a noi la solenne ricorrenza della Beata Vergine Lauretana.

Anche oggi come da 93 anni la celebrazione della Madonna di Loreto richiama tutti gli uomini e le donne in azzurro ad un importante momento di raccoglimento e di riflessione sul nostro quotidiano impegno umano, sociale e professionale al servizio della collettività, nella consapevolezza che le difficoltà da affrontare giornalmente in ogni ambito lavorativo, richiedono grande impegno, coerenza ed anche coraggio.

In questi momenti il pensiero va a coloro che prima di noi hanno prestato servizio in Aeronautica ed in molti casi hanno sacrificato il bene più prezioso per la patria.

In questi 93 anni la fisionomia dell’Aeronautica Militare è profondamente cambiata, si è passati da una fase pioneristica alla situazione dei nostri giorni con un’aeronautica militare altamente tecnologica ed impegnata in diversi settori, chiamata sempre più spesso a fornire il suo contributo lontano dai nostri cieli, in aree dove popolazioni meno fortunate necessitano del contributo della comunità internazionale per il mantenimento della pace ed il rafforzamento dei valori di giustizia.

Ma nonostante i profondi cambiamenti che hanno interessato l’Arma Azzurra in quest’arco di tempo, sono rimasti immutati la devozione ed il profondo sentimento di reverenza con cui ci rivolgiamo alla Madonna di Loreto affinché Ella, con infinita bontà materna, ci assista sempre nello svolgimento del nostro operato, ci faccia volare sempre più in alto con i nostri sentimenti e diffonda la Sua protezione celeste su tutta l’Aeronautica Militare e sulle nostre famiglie.”

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PUNTI di DISTRIBUZIONE del GIORNALE NEL COMUNE DI VILLAFRANCA Municipio di Villafranca - corso Garibaldi, 24 Municipio di Dossobuono - Via Europa, 28 Distretto A.S.L.22 - via Ospedale, 5 Casa di Riposo “Morelli-Bugna” - via Rinaldo da Villafranca, 16 Uffici INPS - via Marconi, 18 Staz. di servizio AGIP di Bernabeni - via Mantova Edicole di Villafranca centro Stazioni FS di Villafranca di Verona

MBE - Mail Boxes Etc. - via Napoleone III, 6 Liceo Enrico Medi - via Magenta, 9 Ospedale “Magalini” - via Ospedale, 2 Centro Sociale CIRICUPE - via Rinaldo da Villafranca, 9 Supermercati Martinelli - via Don Fumano, 3 / Viale del Lavoro, 1 Piscine Comunali - via Olimpia, 1 IperFamila di Dossobuono - via Borgobello Edicole di Dossobuono, Quaderni, Pizzoletta, Rosegaferro, Alpo

NUOVI PUNTI di DISTRIBUZIONE del GIORNALE IN PROVINCIA DI VERONA Vigasio Castel d’Azzano Sona Negrar Bussolengo Affi Custoza

Comune Comune Biblioteca comunale Comune Tabacchi e giornali Comune Ospedale Rep. Ortopedia Centro Comm. Ramonda Centro Comm. Affi Via G. Logo - Comune C.tro Sociale via Urbani III - Negozio Cornici

Sommacampagna Castelnuovo San Giovanni Lup. Bovolone Buttapietra Isola D.S

Comune Via G. Matteotti - Asl Guardia medica Comune P.zza Libertà 4 - Biblioteca Comunale Comune Comune Comune Comune

NUOVI PUNTI di DISTRIBUZIONE del GIORNALE A VERONA Ponte Catena Saval Chievo

Corte Pancaldo - Galleria via Marin Faliero 47 - Farmacia Via Berardi, 80 - Bar La Pantalona via Fava 2/B - CEMS -Centro Analisi Borgo Nuovo via Rinaldo da Villafranca, 16 - La Bottega Del Pane Borgo Milano F.lli Cervi - Banca via S. Marco 55 - Tabacchi e Giornali Stadio via Col. Galliano - Piscine Comunali via Negrelli, 65 - Prodet via Trainotti 5 - Fondazione Bentegodi Palazzina Masprone San Massimo via Trevisani - Farmacia via Urbani III - Negozio Cornici Santa Lucia via Girardi, 11 - Pasticceria Olmo Golosine via Tanaro 28 - Centro Sportivo via Pò, 8 - Cartoleria Martini via Prina, 2 - Gelateria Oasi via Golosine, 29 - Tielle via Murari Bra, 55 - Fresco Mio Borgo Roma Strada Le Grazie, 15 - Università Scienze Matematiche Strada Le Grazie, 15 - Piscine Le Grazie Piazzale Ludovico Scuro - Bar Astor - Ortofrutta Piazza Zara, 24 - Negozio del Buon Gusto via Bozzini - Galleria Ospedale Basso Acquar via Avesani - Distributore Metano via Avesani, 31 - AMIA Veronetta via S.Francesco, 20 - Biblioteca Frinzi via S.Francesco, 22 - Università Lettere e Lingue via C. Montanari, 9 - Università di Giurisprudenza Porto S. Pancrazio Lungadige Galtarossa - Acque Veronesi Lungadige Galtarossa - AGSM Cittadella via Franceschine, 10 - Uffici Provinciali

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Corte Zanconati - Tribunale Corso Porta Nuova 96 - C.C.I.A.A. Piazza Renato Simoni, 4 - Alpigusto via della Valverde, 46 - SIGMA Stazione ITIS Marconi Piazza Bra - Municipio via Cappello, 43 - Biblioteca Civica Piazza Duomo, 13 - Biblioteca Capitolare Corso Cavour, 6 - INAIL via Costa, 5 - Libreria Giuridica via Ca Dì Cozzi, 43 - Bar Famila Centro Commerciale via Fogazzaro, 3 - Biblioteca via Santini, 5 - Centro Polis. Avesani via Tommaseo, 20 - Cartoleria Idealandia via Mameli, 152 - Parafarmacia Viver Bene via Nuiva - Comune Piazza Vitt.Veneto, 22 - Farmacia Martari Ospedale Corso Portoni Borsari, 57 Corso Porta Nuova, 107 C Piazzale Olimpia, 26 - Zona Stadio Via Galvani, 3 - A.c. ChievoVerona S.r.l.

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N OT I Z I A R I O D I I N F O R M A Z I O N E D E L C O M P R E N S O R I O V I L L A F R A N C H E S E

Registrazione al Tribunale di Verona n. 2984/12 Registrazione al Tribunale di Verona n. 2984/12 Società editrice: Pirite S.r.l.

Si ringraziano per il contributo gratuito: Editore: DiegoPirite Cordioli Avv. Aventino Frau, dott. Enrico dott.ssa Società editrice: S.r.l.

Si ringraziano perButtitta, il contributo gratuito:Anna Lisa Tiberio, Direttore responsabile: Elisa Zanola avv. Giorgia Dongili, Frau, avv. Davide Paolo Nadia PutEditore: Diego Cordioli Avv. Aventino Nicola diAmadei, Ciomma,dott. dott.ssa AnnaGarzotti, Lisa Tiberio, Redazione: via Napoleone III, 6 Villafranca di Verona tini, Enrico Prada, Nicola Di Ciomma, Luigi Facincani, Stefania Direttore responsabile: Elisa Zanola dott. Paolo Garzotti, dott. Enrico Buttitta, Antonio Buttitta, Luisa Turchi,Vasciarelli, Gianfranco Cell. 393.9413610 Leonardo LucaFacincani, Belligoli,Nadia Compagnia Carabinieri di Redazione: via Napoleone III, 6 - Villafranca di Verona Iovino, GiorgioOliosi, Gioco,Andrea AntonioTosoni, Gioco, Luigi Puttini, Roberto Dall’Oca, redazione@pirite.net; direzione@pirite.net Villafranca, Com.Carabinieri Angelo Competiello, Cell. 393.9413610 Mario Faccioli, La Compagnia di Villafranca,Rico Ten. Bresaola.

Col. Fulvio Franzinelli, grafica@ilgiornaledeiveronesi.it redazione@pirite.net; direzione@pirite.net Col. Marco Maistrello, Rico Bresaola, Luisa Pachera, Professor Claudio Pardini, Susanna Stampa: Centro Stampa Editoriale S.r.l.

Grisignano di Zocco (VI) grafica@ilgiornaledeiveronesi.it Barcotto, Toni Ventura, Giovanna Frau, Adriana Vallisari, Professor Maurizio Zumerle, Stampa: Centro Stampa Editoriale S.r.l. Grisignano di Zocco (VI) Luca Belligoli, Fabrizio Sambugar, Tiziano Rigo, Federico Zenari, Umberto Bertezzolo.

Numero chiuso in redazione il 15/11/2013

stampato in 30.000 copie

Numero chiuso in redazione il 16/12/2013

“Patrisio, i filò en tempo de guera” Care amiche, cari amici, il freddo, un po’ in ritardo, ma è arrivato. Come e dove si poteva nella “Villafranca de na’ ‘olta” , tenere un minimo di relazioni sociali quando in campagna, e non solo, non c’era neanche di che alimentare il fuoco per far da mangiare? Ce lo racconterà, con la sua storia, Luigi Cordioli di Rosegaferro detto “Patrisio”. Luigi, classe 1921, è il primo dei due figli di Patrizio e Rosa Tabarelli e appartiene ad una famiglia che da sempre lavora la terra. Il nonno paterno Gaetano era “el capo omeni” (responsabile dei braccianti e che giornalmente indicava loro il lavoro da svolgere) della campagna del “Brosol” dei Morelli Bugna, e anche suo padre lavorava nella stessa azienda. Luigi trascorre la sua infanzia e la sua giovinezza a Rosegaferro, andando a scuola ed aiutando sin dalla tenera età il nonno ed il padre nel duro lavoro dei campi. Di quel periodo ricorda ancora bene come la grande depressione degli anni ‘30 avesse ridotto in miseria anche il mondo agricolo. Il valore delle “galete” (i bozzoli dei bachi da seta che erano la maggior fonte di reddito) precipitò, in proporzione, da cento a dieci lire e così chi aveva contratto debiti con le banche non riuscì più farvi fronte perdendo in questo modo anche il poco che aveva. Vale la pena ricordare che nel nostro territorio erano appena terminati i lavori per la realizzazione della rete di irrigazione (entrata in funzione nel ‘29) e per la quale tutti i proprietari dei campi erano stati obbligati a contribuire. Allora Rosegaferro non contava più di trecento anime e d’inverno gli unici posti meno freddi erano le stalle. Era proprio lì che si sono tenuti i filò, almeno fino a tutti gli anni ’50 e oltre. Luigi li ricorda tutti con strabiliante memoria. Ne cito alcuni; il primo, il suo, quello di corte Sansenata, e poi verso il fondo del paese (al Palazzo dove una volta c’era la chiesa ed il camposanto) c’era la stalla del “Puli” e quasi di fronte quella dei “Magiari” e andando avanti quella “dei Grilo” e quella “dei Belesini” di fronte a quella di “Gimara”, ed ancora quella del Ghetto di “ Bepo e Bigio Sarte”, dei “Polentini” e della “Vianella” , che non era una stalla vera e propria ma un locale dove solo d’inverno venivano messe un paio di mucche e qualche pecora proprio per riscaldarlo.

In fondo, al “Palaso”, quella dei “Stianini” ed in fine “en Borgo Milan quela de Rico Bastian”. Le stalle allora erano generalmente molto piccole (della dimensione di un locale) con pochi animali, tutt’al più al più un asino, un paio di mucche e una pecora, ed era dopo cena che si animavano.Al filò per primi arrivavano tutti i bambini della corte con qualche anziano che a turno, per tenerli buoni dopo averli sistemati in un angolo e acceso una lanterna, raccontava loro “fole”, fino a che non si addormentavano. Poi arrivavano gli adulti, le donne con fuso e arcolaio per filare la lana oppure con i “ferri” per fare calzettoni o maglioni e per ultimi gli uomini per un po’ di meritato riposo.Tutti erano lì per scambiarsi le “noe” (le novità) del paese e non solo. Luigi ricorda altrettanto bene anche un altro periodo della sua vita, quello del tempo di guerra, dalla visita di leva alla chiamata alle armi. Il 14 gennaio ‘41 parte da un Rosegaferro coperto di neve per andare a Bolzano dove è incorporato nel 4° reggimento Genio. Dopo i tre mesi di CAR viene destinato alla Sezione Staccata del Reggimento a Verona. Luigi abituato a ben altre fatiche si fa presto “benvolere” dal suo capitano Lorenzo Bossi fatto che, per gli imperscrutabili disegni del destino, salverà la vita ad entrambi. Erano tempi difficili per la popolazione civile: la fame era tanta ed è appunto per disposizione del capitano che quasi ogni sera Luigi aspetta un ragazzetto (il più grande di tre orfanelli) per consegnargli una pagnotta. La sera prima del fatidico 8 settembre del ‘43 il caso vuole che assieme al solito ragazzo se ne presenti anche un altro. Luigi ha una sola pagnotta, la divide e ne fa mezza per uno. Nella notte scoppia il putiferio; ordini, contrordini, grida, ed alla mattina, mentre il Reggimento di Artiglieria del colonnello Spiazzi resiste nella caserma Passalacqua, Luigi con altri militari (più di cinquecento) si ritrova nel vallo tra Porta Palio e San Zeno guardato a vista da sentinelle tedesche.Al trascorrere delle ore si capisce che sono tutti prigionieri e si sparge anche la voce che sarebbero stati portati in Germania.Verso le dieci di mattina, mentre ancora riecheggiano in città gli spari dei combattimenti, una folla incuriosita di donne e bambini si affaccia al vallo, a stento trattenuta dalle armi spianate delle sentinelle.Tra quei ragazzi, Luigi vede il ragazzo sconosciuto della sera prima, riesce a chiedergli se può procurargli un paio di pantaloni ed una camicia. Il ragazzo sparisce e dopo neanche dieci minuti torna con un fagotto sotto il braccio, con quanto richiesto. Nella confusione e coperto dai commilitoni, Luigi si leva la divisa, indossa gli abiti civili e pensa al modo di allontanarsi senza essere visto dalle sentinelle. Rischia la vita ma la rischia anche a rimanere. In un angolo del vallo si intravede una porticina che sembra chiusa. Luigi nota uno che vi si infila furtivamente. Non ci pensa due volte, si avvicina, aspetta il momento propizio ed appena il tedesco più vicino si gira, entra.Vi trova altri tre militari, indietro non può tornare ed allora avanti nel tunnel buio e maleodorante fino a che non sbuca nei pressi di Piazza Isolo. Una brava signora lo aiuta a ripulirsi alla meglio e poi Luigi si confonde nella folla, recupera la bicicletta che aveva da amici in Piazza Erbe e via di corsa a casa. Si nasconde per alcuni giorni durante i quali trova il coraggio di correre un altro grande rischio. Il suo capitano è stato arrestato a Mantova con un altro ufficiale ed è tenuto agli arresti proprio a Villafranca all’albergo Il Sole.Tramite un amico gli manda a dire che gli servono due vestiti, uno per lui e uno per un altro collega. Luigi se li procura, glieli porta ed aiuta i due ufficiali ad uscire da una porta sul retro dell’albergo e a raggiungere la stazione e anche la salvezza, non prima di aver fatto loro tagliare i baffi “par cambiar i conotati”. Qualche giorno dopo, per evitare rappresaglie alla propria famiglia, si consegna e accetta di “spolettare” bombe al deposito munizioni di Monte Mamaor dove rimane fino alla fine della guerra. Nel frattempo, ereditati dalla nonna materna sei campi, appena può torna, da padrone, a lavorare quella terra a cui è tanto attaccato. Incomincia con “ ‘na museta e ‘na vacheta” e, data l’esiguità della proprietà, deve ancora andare a lavorare a giornata. Dopo qualche anno il duro lavoro dà i suoi frutti, compra altri campi e nel ‘48, si sposa con Rosalia Cordioli che gli darà Lucio e Rosanna. Luigi lavora la terra per molti anni, passa dal “museto” al Landini e ai più moderni trattori, ma passa anche il tempo ed alla fine visto che “Lucio el fa ed dotor e la Rosanna la sa fato la so famea” decide che i campi è ora di darli in affitto. L’era la “ Villafranca de ‘na ‘olta: non so oggi quanti metterebbero a rischio la propria vita per aiutare un amico, ma “l’è anca quela de ancò”: Luigi “Patrisio” ancora oggi “automunito” non riesce a rinunciare ad andare ogni tanto a fare un giro nei suoi campi, almeno una volta alla settimana, e nemmeno, una volta al mese,“a far el filò” dai Tabarelli con amici nuovi e vecchi (pochi ormai) che condividono con lui la passione per il lavoro nei campi.

Rico Bresaola