Il Gallo nr. 22 del 15/10/2011

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Rifiuti: costi sempre più alti 15/28 OTTOBRE 2011

attualità

BIOSTABILIZZATORE DI POGGIARDO.

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a voce “rifiuti” rappresenta il capitolo più consistente nel Bilancio degli enti locali, sia in termini di spesa che di entrata. Non fa certamente eccezione quello del Comune di Poggiardo, sede peraltro di impianto di biostabilizzazione, il quale attualmente per i costi di raccolta, spazzamento e servizi aggiuntivi legati all’attività svolta dall’azienda “Lombardi Ecologia s.n.c.”, che si occupa della raccolta dei rifiuti nel bacino dell’Aro Le 6, e per i costi di smaltimento presenta una somma di 1 milione e 34mila euro in uscita. Costi che di anno in anno lievitano in maniera esponenziale: basti pensare che negli ultimi sei anni si è passati dai 25 € del 2005 ai 140 € attuali per tonnellata, praticamente sestuplicando. A ciò si aggiunga che fino al 2010 la Regione Puglia e la Protezione Civile hanno sempre coperto una parte della somma destinata allo smaltimento attraverso elargizioni all’Ato Le 2 per compensare il fatto che il sistema impiantisco non è mai entrato “a regime”. Da sottolineare inoltre che finora, attraverso la Tarsu, il costo per lo smaltimento coperto dai Comuni è stato solo parziale ma dal 2013, con l’autonomia impositiva in capo agli enti locali, diventerà del 100% con ulteriore aggravio per le tasche dei cittadini. Anche sul sistema di tassazione ci sarebbe tanto da dire, dal momento che il parametro dei metri quadrati delle abitazioni non appare certamente il più equo per stabilire la reale produzione di rifiuti di ciascun nucleo familiare. Sarebbe opportuno passare ad un sistema più elaborato che tenga conto di più fattori nella valutazione del contributo di ogni famiglia e che si ragioni non più in termini di tassa ma di tariffa. A questo proposito è auspicabile che la Tarsu venga progressivamente superata dalla Tia (Tassa di Igiene Ambientale) che ha come obiettivo quello di far pagare nel modo più preciso possibile agli utenti esattamente per quanto usufruiscono del servizio, secondo un calcolo che tiene in considerazione diversi coefficienti, alcuni fissi ed altri variabili quali ad esempio numero dei componenti, reddito, mq. Negli ultimi giorni, poi, al danno si è aggiunta anche la beffa poiché si è registrato l’ennesimo disservizio a causa dell’interruzione dell’attività svolta negli impianti di trattamento dei rifiuti, stavolta fortunatamente durato solo poche ore. Il problema è che non si è trattato certo di un’eccezione poiché più volte negli ultimi anni i lavoratori delle ditte interessate al trattamento dei rifiuti hanno deciso di scioperare per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi, dovuto alla morosità di diversi Comuni dell’Ato, problema che però non riguarda il Comune di Poggiardo il quale oltretutto paga

Intanto il ristoro ambientale continua ad essere ignorato e il Comune ricorre al TAR. L’assessore De Santis: “Non siamo disponibili a tirare a campare” la presenza dell’impianto sul proprio territorio con tutti i disagi che ne conseguono, dai cattivi odori al percolato derivante dal continuo transito degli autocompattatori. Disagi che dal 1° gennaio 2010 non sono stati nemmeno alleviati dal cosiddetto ristoro ambientale spettante in quanto ente sede del biostabilizzatore, inspiegabilmente negato anche nei primi cinque mesi quando era ancora operante il vecchio impianto della ditta “Sud Gas s.r.l”. L’Amministrazione Comunale, dopo aver constatato i continui rinvii, aveva notificato lo scorso 12 agosto all’Ato Le 2 una diffida stragiudiziale a convocare nel termine di trenta giorni un’assemblea per discutere, appunto, la determinazione del contributo socio ambientale. Decorsi invano i termini, la Giunta si è vista costretta ad impugnare dinanzi al Tar di Lecce il silenzio serbato dall’Ato Le 2, al fine di far fissare dal Tribunale stesso la convocazione dell’assemblea. “Non siamo disposti a tirare a campare”, spiega l’assessore Alessandro De Santis, “in attesa che si definiscano nuove competenze per quanto riguarda la gestione del ciclo dei rifiuti e magari si entri in una fase di commissariamento post Ato. Il Consorzio deve decidere entro il 31 dicembre prossimo. Appena insediati, siamo venuti a conoscenza non solo del mancato riconoscimento del ristoro ambientale dal momento dell’entrata in funzione del nuovo impianto avvenuta il 2 giugno 2010, argomentato attraverso il decreto legislativo del 2002 (secondo il quale il ristoro spetterebbe solo ai Comuni sede di discarica), ma anche di quello dei primi cinque mesi dello stesso anno ed il motivo di ciò rappresenta tuttora un mistero per noi. Tuttavia, poiché si sta elaborando il nuovo Piano regionale dei rifiuti solidi urbani, in sede di Conferenza programmatica in Regione abbiamo rivendicato le ragioni per cui il ristoro dovrebbe spettare anche ai Comuni sede di impianto ed abbiamo ricevuto rassicurazioni in tal senso, almeno dal momento in cui tale Piano entrerà in vigore. Per il pregresso, invece, restiamo in attesa di conoscere le determinazioni dell’Ato Le 2 tuttora silente a riguardo. Il nostro obiettivo principale però è quello della riduzione dei costi della raccolta e dello smaltimento, anche ponendo in essere forme differenti che tengano presente la necessità per ogni Ato di dotarsi dell’intera filiera di trattamento dei rifiuti e quindi di biostabilizzatore, impianto di compostaggio e discarica di servizio, lasciando ad esempio la possibilità che ogni singolo Comune gestisca direttamente l’aspetto della raccolta e dello spazzamento”. Carlo Quaranta

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Bio&Senza: a Tricase tutto per i celiaci, anche con i buoni Asl

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