IDROPHILIA | La Zona Abitabile

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Mi guardavano curiose quelle donne che venivano tutte dalla fabbrica, lavoro duro che sembrava emanciparle come in Tempi Moderni di Chaplin. In questo clima di fiducia nell’industria, nel progresso e nella macchina, mia madre si chiedeva da chi mai avessi preso. La risposta la trovai in seguito tra i ricordi d’infanzia legati al nonno Giovanni, all’uomo magico. Una volta disegnò su un foglio, con una matita, un olivo e quell’immagine mi è più vera del reale, ancora oggi. I suoi riti legati alla terra e al calendario, mi destavano profondo stupore e meraviglia. Il canniccio di fiume con la foglia di giglio diventava la croce dai poteri sconosciuti che proteggeva il raccolto, la vigilia di Natale, non potevo entrare nella stalla, perché gli animali parlavano. Nel costruire queste visioni/oggetto evocative e arcane, Giovanni era alla ricerca di una vera e propria estetica che dimostrava nel suo modo di narrare, di ordinare meticolosamente gli elementi del suo lavoro e di tramandarmi il suo sapere, il suo “fare magie”. Nel 1997 mi sono diplomata in pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze, ho lavorato alcuni anni nel settore della grafica e ho partecipato a mostre collettive e personali, ho incontrato persone che amo profondamente e sono diventata mamma; al momento insegno. In perenne ricerca delle mie connessioni tra uomo e cosmo, indago nelle magie che scopro viaggiando tra natura, filosofia, antroposofia, ecologia, meccanica quantistica, teorie sistematiche, cibo e la Rete della Vita. 1 - FRANCESCO BOCCHINI - LA STORIA NATURALE Nato a Cesena nel 1969. La sua operatività si è concentrata su lamiera e ferri smaltati per produrre macchine di marchingegni elementari. Meccanismi, installazioni, teche e altro: lamiera di ferro dipinta a olio, un lavoro in equilibrio tra ironia, mistero e dramma. Dalla metà degli anni ’90 il suo lavoro è stato esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero, in gallerie private e in spazi pubblici. Vive e lavora a Gambettola (Cesena). [...] Riciclaggio, bricolage, catalogo, logica binaria, serialità, omologazione: ogni prototipo della moderna costruzione del senso è in queste opere documentato. Nella struttura dell’espositore – algida scaffalatura dell’esistente in forma di edulcorata, inerte reliquia, dove anche insetti e fiori, anche l’istante più incontaminato e più gratuito della vita biologica viene registrato in una rigorosa tassonomia. www.francescobocchini.com 2 - JUAN CARLOS CECI - SOLUZIONI È nato a Zaragoza nel 1967 e si è laureato in Psicologia Clinica presso l’Università di Bologna. Rilevante, per la sua esperienza artistica, è stata la visita, nei primi anni di formazione, di siti archeologici e chiese romaniche dell’Italia centrale che l’hanno condotto all’indagine delle relazioni

tra uomo e animale secondo un approccio tassonomico e con un sentimento claustrofobico dello spazio nel suo rapporto con la figura rappresentata. L’attraversamento dei paesaggi della Meseta aragonese e castigliana, per la loro inafferrabilità alla presa dello sguardo, hanno influenzato le sue opere dedicate al paesaggio. Tra le principali mostre: LANDINA, esperienze di Pittura en Plein Air a cura di Lorenza Boisi, Palazzotto di Orta San Giulio; Fisiologia del paesaggio, a cura di Daniele Capra, Museo di Anatomia Comparata, Bologna; Lost Ways, a cura di Luigi Meneghelli, Galleria Arte Boccanera, Trento; Osservatorio # 1, a cura di Alberto Zanchetta, Basilica Palladiana Vicenza. Attualmente, vive e lavora a San Marino. “[...] Qualcuno obietterà che un fossile non ha voce. Dipende dal punto di vista, dico io. C’è chi sa che le rupi hanno i visceri, che le pietre si liquefanno e la terra è a volte blu, altre verde o bianco latte. Io di fossili non ne capisco niente, però so che hanno una voce, sotto il gran naso. Ma devi avere pazienza, per sentirla bene. Metterti lì davanti e aspettare. Perché loro si perdono, in mezzo a strati di memorie e di idee. Li guardi, sembrano lontani.[...] Ho pensato che tutte le cose, le persone, l’arte, sono complicate. Sembrano facili da vedere, quando le hai lì davanti. Se vuoi vedere bene, però, ma davvero bene, prima devi ascoltarle. (Maria Chiara Monaldi)” 2 - JARA MARZULLI - MAREA Sono nata nel 1977 a Bari; già da piccolina realizzo ritratti veloci durante le ore scolastiche e il regalo più bello fu un cavalletto di campagna che mi permise di partecipare a estemporanee per esercitarmi nel cogliere il senso dell’atmosfera, delle variazioni tonali e del movimento, ricevendo risposte positive dal pubblico nei concorsi. I diplomi con il massimo dei voti delle Scuole d’Arte Liceo Artistico e Accademia di Belle Arti sono state conseguenze naturali e, applicandomi intensamente nelle tecniche disparate, intanto esplose ciò che mi attraeva passionalmente da sempre: cogliere l’aspetto misterioso dell’essere umano. Si rivela, nelle mie rappresentazioni pittoriche, il senso dell’appartenenza a una memoria lontana, infantile e femminile, nell’esprimere il concetto di ritualità nelle gestualità e nella ricerca costante del senso della corporeità e dell’intensità quasi psicologica dello sguardo. La vita score tra rivoli d’acqua, che attraversa la sostanza più lontana e l’essenza fondamentale dell’esistenza. Se si percepiscono all’improvviso i pesi e gli incastri dei corpi, un attimo dopo ci si accorge dello stato di sospensione e di leggerezza fluida delle membra che fanno da specchio alle storie di anime. www.jaramarzulli.it


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