CarpFishingMagazine_37_MaratonaEndine&Guardialfiera

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abbastanza intensamente), dalla confusione dei pescatori (ci vengono in pochissimi qui) e... dai Canadair che si abbassano sul lago per raccogliere l’acqua e spegnere gli incendi. A proposito, attenzione: le storie di sub raccolti dai Canadair e poi gettati tra le fiamme, si sa, sono solo leggende metropolitane, ma facciamo in modo che a finire così non siano Mariposa e carpisti... perché in questo caso non c’è giubbetto di salvataggio che tenga!

Big dal fiume

Quanto agli spot, ci piace concludere con quello che Ivan Ricciuti ci ha descritto come lo “spot delle grosse”, cioè la zona in cui si immette il Biferno. A prima vista notiamo subito che non c’è grande profondità, tanto che la postazione 23 al trofeo Cfi, cioè quella più esterna e vicina al Biferno, è stata eliminata per volontà dei partecipanti. «Un grosso errore», ci confessa Ivan, «perché l’acqua è sì bassa, ma non dobbiamo dimenticare che le catture più belle sono state

fatte proprio lì. Parlo di carpe catturate, non solo viste. Si può pescare a lunga distanza, verso il letto sommerso del fiume, oppure contro i numerosi ostacoli affioranti. In primavera io non ho dubbi: è questa la zona più prolifica di tutto il lago; e non potrebbe essere altrimenti, perché le carpe vengono a fregare tutte qui. E anche nelle altre stagioni le chance sono molto alte». Troviamo conferma alle sue parole grazie anche alla prestazione dei carpisti che si trovavano alla postazione 22, la più vicina a questa zona: dopo una prima notte avara di catture, hanno passato la seconda notte in piedi, svegliati da una partenza dietro l’altra. Il segreto è stato trovare il “passaggio” delle carpe a grande distanza da riva. E non sono serviti nemmeno quintali di esche: è bastato uno stringer di Pva.

Accettate la sfida?

Ritorniamo a questo punto a ciò che abbiamo detto all’inizio. Molti storceranno il naso davanti al lago che abbiamo appena descritto. C’è chi è abituato a consi-

derare carpe di 7-8 chili solo piccole prede e non possiamo dargli torto: d’altronde, c’è chi abita in ambienti più “fortunati” di altri. Ma poniamoci una domanda: qual è il senso della nostra passione? A nostro avviso le carpe grosse sono sì importanti, ma non fanno di un pescatore un grande carpista. Al contrario, il vero carpista è colui che cerca la più grossa nello specchio d’acqua che ha lì davanti. È colui che ama la sfida, e il Lago di Guardialfiera è un puzzle come pochi. C’è chi sostiene di essere riuscito a selezionare la taglia delle carpe utilizzando palline grandi o altre strategie miracolose: lo invitiamo a provare questo spot. E c’è chi sostiene di avere le boilie che gli fanno catturare solo le grosse: prego, si accomodi al Liscione. C’è anche chi dice di amare la pesca solitaria, nel fango, dove le sensazioni del pescatore vengono portate agli estremi. Venite signori, Guardialfiera è a portata di mano. Aiutateci, voi che ne avete le capacità, a trovare l’ago nel pagliaio: è un’impresa, ma insieme possiamo farcela!

PER NON DORMIRE: creare un tappeto di esche con il rocket è il modo migliore per attirare i branchi e quindi... non chiudere occhio per tutta la notte.

Il Liscione ti entra dentro, lasciandoti l’ossessione di catturare la “bella”

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