il Fatto Nisseno - Agosto-Settembre 2016

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L’INTERVISTA

EVENTI

Storia antica dei fuorilegge che vogliono diventare “legge”

Un incontro immaginario con Napoleone Colajanni

Dal 7 al 9 ottobre il meeting diocesano sul lavoro

di G. Tona

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di F. Falcone

di F. Falci

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RESS

FREE P

Mensile di approfondimento

Agosto-Settembre 2016 Anno VI Num. 46

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 conv. N. 46 art. 1 comma 1. Sud /CL

Direzione Editoriale: Michele Spena - redazione: Viale della Regione, 6 Caltanissetta - Tel: 0934 594864 / Fax: 0934 1935990 - Stampa: STS S.p.A. Zona industriale Vª Strada, Catania - Reg. Tribunale di Caltanissetta n° 224 del 24/02/2011

Sport

Verso Tokyo 2020: Mirco già al lavoro per la terza Olimpiade

Vito

Margherita “Andiamo a ... governare”, la verve del nuovo vicesindaco: passione e progetti per una sfida titanica di D. Polizzi

a pagina 31

Scienza

John Robert Brucato: cosmo e stelle, che passione

di A. Sardo a pagina 14

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ISSN: 2039/7070

Fatti contro la mafia


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Fatti & Palazzo del Carmine

I Fatti di Etico

“Rivoluzione del personale”

Lo struggente ricordo della cartolina

Felice Dierna

pigia lo START

L

’assessore Felice Dierna prova a rimettere in moto la vecchia sgangherata macchina comunale. Quella che parte, quando parte, a singhiozzo e si lascia dietro una nuvola di fumo; quello stesso che nonostante i divieti invade i corridoi del comune e le stanze adiacenti l’aula consiliaree delle commissioni consiliari. Dierna scommette sulla quella rivoluzione del personale

di Palazzo del Carmine che non è mai partita. L’assessore vuole riprendere quel vecchio bandolo della matassa sfuggito di mano al primo cittadino che proprio subito dopo il suo insediamento a Palazzo del Carmine aveva preannunciato, la rivoluzione del personale interno e la riorganizzazione della macchi-

Tra le priorità la riorganizzazione delle direzioni e del personale na amministrativa come tra primi adempimenti da deliberare. Dierna si sbraccia e da qualche giorno fa spola con la Regione per risolvere il problema del personale precario che è direttamente connesso con la riorganizzazione interna del personale. Di recente la giunta comunale di

Palazzo del Carmine ha deliberato il fabbisogno del personale con i concorsi da bandire, in relazione alla fuoriuscita dei dipendenti, alcuni dei quali hanno lasciato per dimissioni volontarie ed altri per raggiunti limiti di età. I posti da occupare sono poco più di una settantina tra amministrativi, personale tecnico, vigili urbani, dirigenti e giornalisti. Concorsi che non si faranno, alme-

no a breve; questo per dare un pò di serenità ai giovani disoccupati. Si faranno forse quando si registrerà una ulteriore fuga di pensionati dal comune. La fuga degli anni scorsi servirà a recuperare le spese che il comune dovrebbe sostenere per la stabilizzazione de precari, tra personale Puc ed ex Asu. Complessivamente i comunali sarebbero 464 compresi 56 lavoratori precari in attesa di stabilizzazione. Punto centrale dell’assessore Felice Dierna resta la riorganizzazione interna della struttura comunale che deve necessariamente passare attraverso la stabilizzazione dei lavoratori: un processo che era stato già avviato dalla precedente amministrazione e che successivamente ha subito uno stop improvviso per la nota vicenda che ha riguardato il concorso interno, riservato in via esclusiva ai precari per cui si è già espresso il Consiglio di Giustizia Amministrativa. Parentesi chiusa dunque. Adesso si apre quella del personale precario e della riorganizzazione del personale: “Il mio obiettivo, intanto è quella di portare i precari del comune allo stesso livello dei lavoratori stabilizzati, aumentando a 36 ore l’attività lavorativa, ma per fare questo ed evitare inutili aspettative, dovremo necessariamente fare i conti con la dotazione di bilancio e vedere se con la fuoriuscita del personale andato in quiescenza e quello che tra non molto dovrebbe lasciare il comune, i quattrini saranno sufficienti a pagare gli stipendi. Intanto è arrivata la proroga per tutti i precari il cui contratto era in scadenza per la fine del mese di settembre. Abbiamo ottenuto una proroga per cui il contratto di tutti i precari scadrà alla fine del mese di novembre; abbiamo due mesi di tempo per decidere la strada più agevole da percorrere, ma in ogni caso non consentiremo che i lavoratori, risorsa

di Salvatore Mingoia

importante per il nostro comune, siano mandati alla sbaraglio, con il rischio di perdere il posto di lavoro. Per quanto riguarda invece la rimodulazione della macchina amministrativa anche li c’è molto da fare. Inizieremo a breve con la riorganizzazione delle direzioni e poi del personale;l’idea è quella di istituire una direzione per ogni servizio con le relative posizioni organizzative. Attualmente mancano alcune posizione organizzative per cui spesso taluni servizi stentano a decollare in termini di efficienza”. E’ il caso dell’ufficio anagrafe stato civile dove di recente, la continua rotazione del personale, spesso inadeguato, ha generato caos e proteste da parte degli utenti, questo a causa dell’assenza per ferie del dirigente e della mancata nomina di una posizione organizzativa con la specifica destinazione all’anagrafe e stato civile. L’idea in definitiva dell’assessore Felice Dierna è quella di dare vita ad una struttura piramidale; con un vertice ed una base adeguata alle esigenze dei vari servizi.

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Direttore responsabile Marco Benanti

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Ivana Baiunco Rita Cinardi Etico Fiorella Falci Filippo Falcone Roberta Fuschi Annalisa Giunta Franco Infurna Lello Lombardo Valerio Martines Andrea Milazzo Salvatore Mingoia Fabiola Palmigiano Donatello Polizzi Alberto Sardo Giuseppe Taibi Giovanbattista Tona

Disegno grafico e Impaginazione Antonio Talluto

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L’ANTOLOGIA

ambiamo spesso e con sempre maggiore frequenza i nostri sistemi di comunicazione ma non ci accorgiamo che ormai sono loro che cambiano noi, il nostro linguaggio e le nostre abitudini. Nella comunicazione ma ovviamente in ogni ambito della nostra vita ci sono oggetti caduti completamente nel dimenticatoio; ci sono oggetti caduti quasi completamente in disuso, quasi fossero diventati dei reperti prei-

ne della promessa mantenuta Era un sorriso regalato. Oggi i postini regalano solo brutte notizie, purtroppo. C’erano panorami in quelle cartoline, spaccati di natura, paesi puliti e vivi, un paese migliore, un’ispirazione ad un sogno. Oggi non si dice più mandami una cartolina, oggi si dice, quando lo si dice, mandami una foto, fatti un selfie; un pensiero scontato, quasi insignificante inviato a decine di

storici. Uno di questi è la cartolina, appena qualche decennio fa immancabile mom e nto di un viaggio o di una gita. Una penna bic, un francobollo con le lire ed una scritta sul retro di un panorama incantevole. Una dedica a parenti ed amici, con qualche licenza poetica sull’indirizzo in cui spesso il numero civico e cap erano un optional. Era sufficiente il nome e cognome, se non il soprannome e la cartolina giungeva a destinazione, eccome se giungeva! Oggi sarebbe impensabile. Oggi smartphone e tablet hanno modificato completamente il modo di rapportarsi con gli altri. Il panorama incantevole si trasforma in un dettaglio sfumato di secondo piano, la scena è tutta per il nostro faccione in posa. Dove siamo e cosa facciamo lo devono sapere tutti, gli amici e gli amici degli amici. E riecheggia la solita frase di quando un amico o un parente partiva: “Mandami una cartolina” e poi la cartolina arrivava e quando si incrociava il postino sottocasa si chiedeva “c’è posta per me?” Auspicando la consegna dei saluti da… con la soddisfazio-

p e r s on e , senza una personalizzazione romantica e una dedica strettamente personale. E’ un’altra cosa, è un’altra vita; ma non è una cartolina. Ormai le cartoline si trovano solo in località con forte propensione turistica e nelle città d’arte e i produttori devono ricorrere a nuove tipologie di cartoline: glitterate, frastagliate, profumate. Più che prodotto postale la cartolina dovrebbe essere rilanciata come un vero e proprio souvenir di una località. Questi umili ma preziosi documenti sono infatti utili per ricostruire i volti antichi, spesso scomparsi, di piazze, città e paesi, ma anche usi e costumi regionali. Solo un vacanziero su venti invia una cartolina e la metà della nostra popolazione non ne ha mai inviato una! Stamattina me ne mando una da Caltanissetta, ma il ricordo di una raggiante Caltanissetta mi sa che non lo troverò più neanche in cartolina.


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Ornamenti A

vrei dovuto scrivere un altro pezzo, quello che leggerete è stato consegnato prima degli evneti degli ultimi giorni dalle paventate dimissioni di massa alla presentazione della mozione di sfiducia sino ad arrivare al consiglio comunale ultimo, quello degli atti in procura per intenderci. Avrei dovuto prendere carta e penna (io sono all’antica) e interrogarmi sul valore alto delle istituzioni e sui temi del dibattito politico, perché un dibattito si crea su posizioni politiche non sul nulla come spesso accade. Tuttavia considerato che il tempo è una cosa preziosa ha preferito fare un regalo al consiglio, consegnare una tra le più brutte pagine a cui ho assistito all’oblio. Che sia la volta buona si dice, quando dopo numerosi tentativi si riesce nel proprio intento, una sorta di liberazione, un augurio, un’auspico affinché non si ripeta più l’infausto precedente di non essere riusciti nello scopo. Allora che sia la volta buona è un battito d’ali verso la rinascita. Mai come adesso, che sia la volta buona, si staglia perfettamente a ciò che sta accadendo al Municipio. Due anni e tre mesi di amministrazione Ruvolo, due rimpasti e si spera che questo sia l’ultimo. È arrivata la politica, quella tanto desiderata da più parti, quella che con l’esperienza dovrebbe dare una sterzata alle cose. Certo è che il momento non è dei migliori anche per chi arriva armato di forza e coraggio. L’emergenza rifiuti tema delicato e scottante, pare che si vada verso il “bando ponte” e niente più proroghe ad oltranza; con tutti i se e tutti i ma, non si sa se la Tari non aumenterà. Ho fatto pure la rima. Per non parlare dei finanziamenti persi, delle opere di compensazione dei lavori della 640, che non arriveranno mai per come dovrebbero, altro mistero al pari di Ustica che faranno passare come un grande obbiettivo raggiunto, niente di vero. Su tutto ci sta la burocrazia, che tiene in ostaggio la politica, che a sua volta si è fatta volontariamente imprigionare, con la larvata implicita minaccia che, se i burocrati si metto-

no di traverso la macchina si ferma ancor di più di come già lo è. È una burocrazia che è stata anche disorientata in questi due anni, coinvolta senza ragione nelle scelte politiche, precipue della politica. La presenza dei dirigenti durante ogni giunta è la cartina di tornasole di un sitema nato malato. La politica decide ed indiriz-

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di Ivana Baiunco vitreo volto verso l’infinito, dinnanzi al consiglio comunale durate una seduta, quella che ha salutato le nuove arrivate del polo civico Giada Ambra e Patrizia Giugno ed alcontempo allo sgretolamento di una maggioranza che si sapeva avrebbe tenuto il tempo di un’estate. Perde pezzi Giovanni Ruvolo e chi pensava che il rimpasto

siglio dopo l’approvazione dell’atto di indirizzo sulla comunicazione, soddisfatto di mezzo sfregio fatto ad un documento che doveva essere più completo :”Vedi questi sono gli effetti di una giunta politica” bene se sono questi gli effetti della politca c’è da pensarci. Ma nessuno ha la bacchetta magica, ci vuole tempo per sistemare

può dare u n’a p e r t u r a di credito alla nuova giunta. Nonostante la speranza sia stata rubata da tanto tempo, questa città ha bisogno di sperare ancora. Dopo uno degli ultimi consigli comunali a tarda notte ci siamo fermati al bar con alcuni

il pregresso e per guardare al futuro, certo è che il futuro dovrebbe essere tracciato semplicemente applicando il programma elettorale. Appena insediata la nuova giunta, mi sono ritrovata al supermercato a difendere i neo assessori, da una signora che mi ha fermata alla cassa dicendogliene di ogni ed invitandomi a scrivere che se ne sarebbero dovuti andare tutti a casa. Beh ho risposto alla signora in questione che prima di giudicare dobbiamo lasciarli fare almeno un pò, e dunque tranne in casi eccezionali dove la mano freme e la scrittura chiama, magari fino a gennaio si

colleghi e un paio di consiglieri comunali commentando, come spesso accade, il risultato del consiglio, una discussione abbastanza animata su un argomento come la comunicazione istituzionale, che non ha il valore degli investimenti sul territorio, per carità, e allora uno dei due colleghi ci ha riportato alla ragione chiosando laconico “Mentre la città affonda!” È vero mai come adesso ci si rende conto che si va verso il baratro una strada però apparentemente ammantata di petali rosa che poi invece conduce al dirupo. Faticoso per chi fa il mio mestiere raccontarlo.

Che sia la volta buona! za, la burocrazia attua nella maniera migliore possibile. Ma quando si arriva compeltamente asciutti, senza nessuna nozione di gestione amministrativa ed i rudimenti della politica, e una dose di tracotanza che farebbe atterrire anche l’ultimo degli imperatori romani, questo accade, ovvero lo spettacolo al quale abbiamo assistito negli ultimi due anni; parole, promesse, pochi fatti concreti ed un dignitoso disastro. “Il tempo darà ragione a chi ha lavorato, non ci dobbimao fare schiacciare dalle difficoltà” così il sindaco Giovanni Ruvolo in piedi con il sorriso a mezza bocca, lo sguardo

sarebbe servito a consolidarla, la sua maggioranza, si è fatto i conti male o ha gestito male le trattative allargate e magari i burattinai di un rimpasto politico vestito da salvazione, per qualche piccola vendetta personale, non hanno forzato la mano verso chi avrebbe potuto assicurare i numeri alla maggioranza. “Che si vada a cercare i voti ora” sarà il mantra che sentiremo ripetere dai 17 consiglieri di opposizione che cercheranno in tutti i modi di mettere in difficoltà la giunta ad ogni delibera, ad ogni piè sospinto. Ma poco male, come ha detto un assessore politico alla fine di un con-


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Fatti contro la mafia

per non dimenticare

Storia & Cultura

Il brigante Massaroni, Napoleone e lo Stato Pontificio

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ià nel 1970 Carlo Alberto Dalla Chiesa, forte della sua esperienza come comandante della Compagnia dei Carabinieri di Corleone, aveva spiegato in una relazione al Parlamento perché era pericolosa la mafia. Perché, dopo avere conquistato le aie nelle sperdute campagne, voleva conquistare spazi anche nelle istituzioni. Dalla Chiesa aveva raccontato allora le storie di quei “pecorai” della valle dello Jato, disprezzati e sottovalutati nella loro pericolosità, che poi negli anni “90 (dieci anni dopo averlo ucciso mentre era Prefetto di Palermo) avrebbero realizzato i più clamorosi attentati a giudici, giornalisti, cittadini incolumi e opere d’arte, mentre facevano affari nelle piazze finanziarie più importanti e mentre esigevano rispetto dai politici ai quali avevano portato voti. Una diagnosi, quella di Dalla Chiesa, basata su investigazioni e riflessioni approfondite. Ma confermata anche dalla storia di tutte le forme della criminalità. È probabile che il generale conoscesse bene le vicende del brigantaggio nell’Italia preunitaria e chissà, forse, aveva letto delle gesta di Alessandro Massaroni, un contadino di Vallecorsa, piccolo paese agricolo oggi in provincia di Frosinone. Massaroni era nato nel 1790 quando il suo paese faceva parte dello Stato Pontificio. Doveva essere ancora bambino, mentre nelle montagne che separavano Vallecorsa e il vicino paese di Sonnino cominciarono ad imperversare banditi, anche provenienti dalla Calabria. Uno di questi, Pietro Giuliani, prese talmente sul serio la sua capacità di controllare il territorio, che dai suoi si faceva chiamare “Pietro I, imperatore delle montagne, re dei boschi, protettore dei coscritti”. Il fenomeno si era cominciato a manifestare quando le truppe napoleoniche avevano occupato i territori della Santa Sede. Nel 1798 il Papa Pio VI era stato deposto e imprigionato e i francesi ave-

di Giovanbattista Tona vano proclamato la Repubblica. Una Repubblica che imponeva la leva obbligatoria ai giovani delle campagne laziali, mandandoli al fronte per sette anni. Per sfuggire a questa e ad altre imposizioni, in molti si sottraevano al potere statale e organizzavano bande alla macchia. Chi però credeva che al ritorno dei Papi le insofferenze verso l’autorità sarebbero finite rimase deluso.

ferocia delle sue azioni violente. A differenza del suo precedessore che morì prigioniero nella fortezza di Valence, Papa Pio VII riuscì a tornare a Roma e a riprendere di nuovo il governo dello Stato Pontificio. E si trovò il territorio infestato dai briganti. Pio VII pensò bene di chiudere una triste parentesi con un gesto di misericordia ed emanò un editto che prometteva l’amnistia a tutti coloro che si fossero

un tornaconto. Presto scoperto, fu fucilato alle spalle e il suo cadavere, fatto a pezzi, fu esposto a pubblico ludibrio. Massaroni superò il suo maestro e avviò una più serrata trattativa per avere garanzie dallo Stato Pontificio. Chiedeva molto di più di un misero grado di caporale, ma frattanto vicende come quelle di Tambucci avevano fatto scottare i sostenitori dell’arruolamento dei

scivolò su una questione di soldi; assillato dai debiti, falsificò la firma del cardinale Consalvi per coprire le sue cambiali con il credito del Segretario di Stato, ma venne scoperto e fu costretto a fuggire proprio in quella Francia dove si trovavano i nemici del suo Governo. Mentre la Santa Sede allentava la morsa, Massaroni riuscì ad approfittare ancor meglio della morbidezza delle

Storia antica (e anche moderna) dei fuorilegge che vogliono diventare “legge” E fu proprio un Cardinale, Giuseppe Doria, a dovere emettere nel 1801 il primo editto contro il brigantaggio che, nato contro i francesi, si era mostrato per quello che era. Le bande avevano la pretesa di comandare, commettere reati impunemente e fare i propri interessi, senza essere “disturbati” dalle autorità, e non temevano nemmeno le istituzioni pontificie alle quali pure formalmente veniva tributata devozione. Ma l’epoca era turbolenta e i francesi che avevano lasciato Roma alle truppe di Napoli, consentendo così il rientro del nuovo Papa Pio VII, nel 1809 andarono ad arrestare anche lui e ricominciarono a dominare la città e le campagne pontificie. Briganti e banditi che non avevano ceduto le loro armi ai cardinali, al ritorno dei nemici della Chiesa trovarono motivo per continuare a tenerle e anzi a fare di peggio. Frattanto Alessandro Massaroni era cresciuto e si era “arruolato” nella banda di un disertore di buona famiglia, Pasquale Tambucci detto “il matto”, così chiamato per l’imprevedibilità e la

presentati alle autorità per prestare obbedienza al Papa. Non tutti i briganti si fidarono e tanti restarono sulle montagne. Massaroni e Tambucci fecero sapere che erano disponibili a presentarsi ma prospettarono che, per le condizioni createsi nella zona, essi erano indispensabili per garantire allo Stato Pontificio il controllo del territorio e la cattura degli altri briganti che, diversamente da loro, erano rimasti latitanti. Chi meglio di loro conosceva le montagne? Chi meglio di loro poteva prevedere le mosse dei briganti? I funzionari del Papa dovettero convincersi presto, visto che, dopo non molto tempo dall’amnistia, Tambucci divenne caporale delle guardie a disposizione del Tribunale di Ceccano, con regolare stipendio e con armi fornite dall’amministrazione pontificia. Ma la parabola di Tambucci lo precipitò presto verso una sorte ignominiosa. Convinto di avere avuto ogni licenza, mentre comandava le guardie, faceva affari con gli altri briganti, passava loro notizie riservate e li tutelava dalle azioni militari tutte le volte che gli offrivano

briganti. Frattanto era diventato governatore di Roma monsignor Tiberio Pacca, un prelato con straordinarie doti di poliziotto, solido assertore della linea della fermezza che portò avanti con decisione e con notevoli risultati. Ma neanche Massaroni intendeva fermarsi, tanto più che da tempo era il capo indiscusso di una banda sempre più numerosa e sanguinaria. Convinto che con una mossa clamorosa la sua controparte governativa avrebbe accettato le sue condizioni, sequestrò 24 persone dal Collegio di Terracina e si asserragliò con gli ostaggi in un convento. Altro che antifrancese! Il brigante allora doveva considerarsi un avversario del Papato? Cominciarono allora le congetture politiche e non mancò chi disse che, nonostante lo avesse tenuto nascosto, Massaroni era un rivoluzionario affiliato alla Massoneria. Ma quello che voleva il brigante aveva poco a che fare con la politica e la religione. Nel 1820 il temibile Monsignor Pacca

truppe del Regno delle due Sicilie alleate del Papa, alle quali promise di acciuffare tutti i disertori napoletani e di fare azioni di disturbo contro le truppe austriache, in cambio di amnistia piena, lauta paga giornaliera e grado militare. Gli conferirono addirittura il titolo di comandante del Corpo Franco delle montagne e, con questi onori, Massaroni si stabilì nel paese di Monte San Biagio, dove si arrogò ogni autorità, fino a pretendere di celebrare lui i matrimoni con un rito di sua integrale invenzione. Per defenestrarlo dovettero fargli una sorta di guerra di trincea, truppe papaline e truppe austriache insieme, con un assedio da conflitto tra Stati, fino a che il brigante non venne ucciso. Qualcuno dice che nel brigantaggio si possono intravedere fenomeni premafiosi, ma gli storici sulla questione si accapigliano. Certo da vicende come queste si capisce perché chi conquista le campagne e le periferie, poi cerca sempre di conquistare le istituzioni. Soprattutto se sa che nelle istituzioni qualcuno disposto a certi compromessi si riesce a trovare.


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Il Fatto Siciliano

PD “spento”

di Roberta Fuschi

Festa dell’Unità che non...unisce U

no spettro si aggira per la Villa Bellini: il ricordo lontano di un grande partito di massa. Il nuovo Pd cambia pelle e vive una crisi d’identità talmente profonda, che nemmeno un lifting di modernità può nascondere. E’ questo il dato saliente della Festa nazionale de “l’Unità” che per venti giorni ha scandito i pomeriggi catanesi. La prima kermesse nazionale organizzata in Sicilia lascia un po’ di amaro in bocca: scarsa partecipazione, penuria di militanti, organizzazione modesta. L’assenza più grave non è certamente quella dei piatti di tortellini rimpiazzati da camion di panini, segno del tempo in cui la nomenclatura del partito lascia il posto ai paninari degli anni 80. Alla Villa Bellini c’è lo stand del bingo, nessuno spazio per le associazioni e una sola area con i libri, soprattutto romanzi e quasi nessun classico del pensiero politico. Parafrasando l’ultimo libro di Emanuele Macaluso: è “la politica che non c’è”. Il libro dello storico dirigente del Pci è stato presentato alla kermesse. L’assenza dell’autore, per motivi di salute, è stata un’occasione mancata per il popolo della sinistra e per i giovani militanti dem. “Chi prende l’acqua da un pozzo, non dovrebbe dimenticare chi l’ha scavato”, si legge nella prefazione del libro dove si riporta un proverbio cinese caro a Macaluso. A occhio e croce ci sono troppi smemorati tra le fila democrat. “Il Pd renziano non ha una base politico-culturale definita, e come tutti i partiti personali ha un cerchio magico di fedelissimi e recluta un personale politico trasversale sul terreno della gestione del potere locale”. “Nel Pd ci sono anche persone e tanti giovani con un impegno politico serio, ma appaiono un corpo separato rispetto al concreto svolgersi della vicenda politica governata da Renzi e dai suoi soci”. “Quale sarà il domani di questo partito è davvero un’incognita, come un’incognita è il

destino dell’opposizione interna”. Questi passaggi salienti del testo di Macaluso fotografano benissimo lo stato di salute dei democrat, soprattutto siciliani, e sembrano una diapositiva della festa nazionale. Cerchi magici, sfide a distanza a colpi di dichiarazioni al vetriolo riempiono le giornate della kermesse. La guerra fredda tra Rosario Crocetta e Davide

Il sindaco Enzo Bianco, tentato dalla corsa alla Regione, è in prima fila ai dibattiti e mette in mostra il rapporto con il ministro Graziano Delrio, ma soprattutto tesse trame per tenere a bada i neo renziani di Articolo 4, che a Catania chiedono un assessore e la presidenza di diverse partecipate per porre fine al conflitto intestino alla maggioranza (l’ascia di guerra verrà seppellita a festa terminata con ben tre partecipate “donate” a tre esponenti del vecchio centrodestra et-

solitario e di contro un’esplosione di flash e selfie con la nuova guardia. Lo stand dell’università rumena del ras ennese Vladimiro Crisafulli, che pianta la sua bandierina ridendo in faccia alla rottamazione, sembra una riserva indiana. Mirello è l’ultimo dei Mohikani: in prima fila quando parla D’Alema e in disparte con i golden boy renziani (molti dei quali, per altro, ex dalemiani o bersaniani perché non si sa mai). Il momento più politico lo regala l’anomalo outsider del partito, il lider Maximo, che non solo dice qualcosa di sinistra, ma acchiappa consensi e applausi davanti a una

tempo “Massimo” ma dà una lezione a chi parla di festa de “l’Unità” come brand secondo i dettami della liturgia renziana. D’Alema, diventa così bersaglio del rottamatore fiorentino, mattatore dell’ultima giornata delle kermesse. Complice l’anomalia del doppio ruolo (premier e segretario del partito), però, il rottamatore prima di arrivare a Catania si concede una visita ad Agrigento per lanciare “il piano per la Sicilia”: un maxi finanziamento da 5 milioni e mezzo di euro per rimettere in sesto l’isola. Del resto, le regionali sono dietro l’angolo e la sfida si preannuncia all’ultima

Faraone tiene banco a giorni alterni. Il presidente non molla la presa: è deciso a ricandidarsi. Lo sfidante invoca le primarie e rimanda lo scontro finale. Che pure ci sarà. E nel frattempo si fa campagna acquisti, si creano legami e alleanze per tirare a campare.

neo). E’ tutto un fiorire di capannelli di fedelissimi attorno al ministro di turno questa festa de “L’Unità”. L’ampiezza dei cerchi magici è direttamente proporzionale all’influenza del big di turno. E così capita di scorgere l’ex segretario dem Pierluigi Bersani

platea finalmente piena che si spella le mani per applaudirlo. Baffino rovina la festa del “sì” lanciando il fronte del “no” al referendum nella tana del nemico. In più lo fa con un’eloquenza che è ormai merce rara nel partito degli hashtag alla #ciaone. Certo, è fuori

scheda. Gli Slogan e discorsi del premier colpiscono alla pancia e strizzano l’occhiolino al populismo. Ma per questo ci sono già i Cinque Stelle. Da un partito con cotanta storia invece ci si aspetterebbe bene altro: la politica. Che non c’è.


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I Fatti di Etico

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La Società per azioni del MEF, che ne è l’azionista unico, lavora al servizio escusivo della P.A.

a anni Etico ha l’onore e il piacere di dire la sua su fatti di politica e costume della nostra terra. Questa volta vuole porre l’attenzione su un argomento a molti sconosciuto ma che largamente e pesantemente incide nella vita della nostra società, quasi silenziosamente, ineluttabilmente, ma inesorabilmente cattivo e letale nei confronti di professionisti, commercianti e artigiani, cioè di coloro che nella nostra città rientrano ormai con certezza nella categoria dei nuovi poveri. Giusto qui dove è preponderante la presenza di amministrazioni e uffici pubblici rispetto alle aziende private. Non so a quanti di voi dica qualcosa il nome Consip. Non è una confettura e nemmeno una società di disbrigo pratiche, non è una società telefonica né tanto meno si occupa della gestione di condomini. Consip è un mostro burocratico voluto da quel giocondo di Romano Prodi. Consip è una società per azioni del Ministero dell’E-

conomia e delle Finanze (MEF), che ne è l’azionista unico ed opera, secondo i suoi indirizzi strategici, lavorando al servizio esclusivo della Pubblica Amministrazione. Questa società svolge attività di consulenza, assistenza e supporto nell’ambito degli acquisti di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche. In qualità di centrale di committenza nazionale, realizza il Programma di razionalizzazione degli acquisti nella PA. Sulla base di specifiche convenzioni, supporta singole amministrazioni su tutti gli aspetti del processo di approvvigionamento. Attraverso provvedimenti di legge o atti amministrativi, sviluppa ini-

ciamo in modo da risparmiare nelle spese degli enti pubblici che scialacquano, spendono e spandono e vi diciamo noi, cosa comprare, a quanto comprare facendo spendere il meno possibile. Un’idea geniale, direte voi,

CONSIP ziative che coinvolgono sia le proprie competenze nel procurement, sia la propria capacità di gestire progetti complessi e innovativi nell’ambito della Pubblica Amministrazione. Detta così, sembra una bella cosa, un bel progetto: fac-

in perfetta sintonia col giustizialismo automatico che scatta quando si parla di enti pubblici. E allora scatta la mission della Consip che attraverso il suo sito ufficiale fa sapere che: “Consip rende più efficiente e trasparente l’utilizzo delle risorse pubbliche, fornendo alle Amministrazioni strumenti e competenze per gestire i propri acquisti di beni e servizi, stimolando le Imprese al confronto competitivo con il sistema pubblico. Siamo e vogliamo

essere protagonisti dell’innovazione al servizio del Paese. Siamo e vogliamo essere riconosciuti come un’eccellenza. Un’eccellenza nelle persone, nei processi e nelle tecnologie. Eccellenza nei risultati”

e incessanti e ragionare con giudizio? Riecheggia di tanto in tanto la rimostranza di diversi operatori della sanità che lamentano forniture di scarsissime qualità: bisturi inservibi-

Mizzica, verrebbe da dire; questi sono davvero bravi, abbiamo risolto tutti i problemi dell’eccessiva spesa pubblica. E forti di continui richiami legislativi che hanno rafforzato questo progetto di centrale unica di acquisto ormai non c’è Comune o Ente di vario livello che non ricorre alla Consip per acquistare una penna o un foglio di carta evitando guai di natura penale e amministrativa terribili previsti dalle norme. Ma non c’è nessuna controindicazione in questa operazione di forzato risparmio? E’ tutto ok? Ne siamo sicuri? Vogliamo fare un minimo di analisi, insomma ne vogliamo parlare? Vogliamo evitare di cadere nel qualunquismo, di farci condizionare dai tagli, dalle “spendingreviù” continue

li, forbici scadenti, siringhe mal funzionanti, pannoloni da buttare. Non c’era occasione in cui i nostri politici, per dimostrare di tagliare gli sprechi portassero ad esempio il costo di una siringa a Milano e di un’altra simile a Palermo: una costava 10, l’altra 20. Scandalo! Ma ora abbiamo la Consip; unico bando, unica fornitura, prezzo basso e uguale per tutti: verissimo. Allo stesso tempo: morte di ogni fornitore o piccolo costruttore italiano, fornitura cinese o vietnamita, metà delle siringhe da buttar via, aumento ciclopico del fatturato dei grandi gruppi che si aggiudicano la commessa o che hanno comunque i requisiti richiesti da Consip. Altro esempio: manutenzione degli immobili o gestione o conduzione degli impianti. Prima l’ente di rife-

Risparmio o truffa letale?


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AVVISI LEGALI rimento si rivolgeva direttamente a ditte locali con le quali c’era un rapporto, diretto, consolidato di grande fiducia; come al solito c’era chi esagerava e qualche intervento risultava gonfiato. Alternativa: affidamento a grandi gruppi francesi o a cooperative di una ben identificata zona dell’Italia e di un preciso ambito politico con costi più bassi ma presenza nulla, interlocuzione utente-istituzione nulla, possibilità di contestazione nulla, fallimento delle maestranze locali, esclusi quei poveri cristi costretti a subire subappalti sottocosto pur di riuscire a sopravvivere. Serve urgentemente un geologo per verificare un dissesto e procedere a sondaggi. Prima incaricavi quello bravo, possibilmente conoscitore del problema e con quale stabilivi pagamenti per quantità e modalità convenienti ad entrambi le parti. Ora no, c’è chi, estremizzando, ma poi non tanto, l’interpretazione delle norme sugli incarichi e gli affidamenti di servizi e forniture, si rivolge alla Consip. Risultato: ti arriva un geologo incaricato da una ditta di

TRIBUNALE DI CALTANISSETTA Sezione Unica Civile

Avviso di vendita Esecuzione Immobiliare n. 218/1995 e 71/1997 R.G.Es.

Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF)

mo assistendo, impotenti ad una deriva assurda che va contro il merito e la qualità a vantaggio di gruppi di potere pazzeschi, così forti da poter fare legge e farsi approvare provvedimenti sempre più restrittivi e vincolanti a loro vantaggio. E Consip, che conta ben 300 dipen-

La CONSIP ha 300 dipendenti ed è diretta da un toscano, amico di Renzi, Luigi Marroni. Ha predisposto un bando di gara da 23,7 milioni di euro in tre anni per “Servizi professionali a supporto dell’attività” chissà dove, mai stata in Sicilia che affida ad un neolaureato sottopagato di andare a vedere di cosa si tratta, che affida i sondaggi, in rigoroso subappalto ad una ditta che chissà quali altri lavori abbia mai effettuato. Il costo è basso. Ma il problema è risolto? Siamo sicuri che abbiamo risparmiato? E potremmo continuare per ore citando lavori di artigianato, di forniture specifiche, di servizi e perfino di prestazioni professionali di medici, ingegneri, architetti, la cui professionalità non è sacrificata, è uccisa! Massacrata in nome del revisione del prezzo, dell’abbattimento dei costi, della razionalizzazione dei costi, con tanti saluti al merito e alla professionalità. Orbene, a me questo sistema sa di autentica dittatura economica; stia-

denti, un carrozzone informe diretto da un toscano, amico di Renzi, Luigi Marroni, ormai ha cosi tanto lavoro che necessita di esperti esterni. E’ notizia recente infatti che la centrale unica di acquisto ha predisposto un bando di gara per “servizi professionali a supporto dell’attività” della società. Sul piatto 23,7 milioni di euro in tre anni, quindi circa 8 milioni l’anno. La sorpresa, però, aumenta di intensità quando si vanno a leggere disciplinare di gara e capitolato tecnico. Si scopre che la società di consulenza in questione dovrà fare un pò di tutto. Nel disciplinare, per esempio, c’è scritto che l’attività a favore della Consip consisterà nei servizi di advisory strategico, di implementazione operativa delle iniziative e nella consulenza legale.

Ma come mai la Consip deve versare fino a 23,7 milioni di euro per affidare a una società esterna un’incredibile serie di attività? Anche perché, scendendo ancora più nel dettaglio delle attività oggetto della gara, il capitolato tecnico spiega che in riferimento all’advisory strategico la società aggiudicataria “dovrà garantire supporto” in particolare in tema “di posizionamento competitivo, in relazione ai possibili scenari alternativi, ai network da sviluppare/presidiare e agli interventi da realizzare a supporto del percorso evolutivo”. Poi dovranno essere garantite anche “valutazione e interpretazione delle performance operative”. Infine ci si dovrà occupare anche di “individuazione e sviluppo di nuovi ambiti di intervento, in termini sia di evoluzione/ estensione delle iniziative/progetti in corso, sia di individuazione di nuove iniziative/progetti”. A questo punto ci vuole poco a capire che siamo di fronte all’ennesima truffa nei confronti dei cittadini e fa specie che gli organi di informazione, ma anche chi fa opposizione politica, non puntino forte il dito contro questi abusi di potere che stanno mortificando una nazione e la parti più deboli e scarsamente rappresentate di essa. Etico non è populista, non è giustizialista, non vuole con questo difendere chi in passato ha approfittato delle crepe dell’Amministrazione Pubblica per arricchirsi illecitamente. Ma non è nemmeno dalla parte di chi vorrebbe arricchirsi di soldi e potere invocando trasparenza, risparmi e legalità.

Il professionista delegato Dott. Paolo Buono rende noto che in data 18.10.2016 alle ore 16:00 presso la sede dell’Associazione Professionale Attività Giudiziarie (A.P.A.G.) sita in Caltanissetta, Via Kennedy n. 46, piano secondo, procederà alla vendita senza incanto della piena proprietà del seguente bene immobile: LOTTO UNICO: “appartamento per civile abitazione, sito in Caltanissetta Via Ferdinando I° n. 89, posto al piano terzo scala “C”, con ingresso nel lato a sinistra uscendo dall’ascensore, censito al N.C.E.U. al foglio di mappa 117, particella 836 sub 41, zona censuaria 1, categoria A/2, classe 2^, consistenza 6,5 vani e rendita € 453,19”. APE: Classe G. Prezzo base € 91.125,00 Offerta minima di acquisto per la partecipazione alla vendita (pari al 75% del suddetto prezzo base): € 68.344,00. Le offerte di acquisto inferiori all’ammontare dell’offerta minima sopra indicata non sono efficaci. Offerte in bollo in busta chiusa da depositarsi presso la sede dell’A.P.A.G. entro le ore 12:00 del giorno precedente la vendita, con allegati assegni circolari non trasferibili intestati a “Dott. Buono Proc. Esec. N.218/1995 e 71/1997” di importo almeno pari al 10% del prezzo offerto a titolo di cauzione. Versamento saldo prezzo entro il termine indicato in offerta in ogni caso non superiore a giorni 120 dall’aggiudicazione. Bando integrale, ordinanza di vendita e disposizioni modificative, relazione di stima dell’immobile ed allegati, consultabili sul sito www.astegiudiziarie.it. Info: 0934/21469. Il professionista delegato Dott. Paolo Buono

TRIBUNALE DI CALTANISSETTA Procedura esecutiva immobiliare n. 10/2012 R.G. Estratto avviso di vendita Il professionista delegato dottore Giuseppe Giulio Catalano avvisa che il giorno 14 Novembre 2016, alle ore 15:30, presso il proprio studio sito a Mussomeli in via Garibaldi n.24, si procederà alla vendita senza incanto dei seguenti beni immobili: LOTTO UNO: piena proprietà, unità abitativa sita in Caltanissetta alla via Calamita nn. 1-5, piano terra e primo, distinta in catasto “N.C.E.U.” del comune di Caltanissetta al Fg. 302 particelle graffate nn. 415 sub 5, 417 sub 5 e 418 sub 7, vani 5,5, categoria A/4 ( abitazione di tipo popolare).Prezzo base fissato di € 9.872,00 (novemilaottocentosettandue /00); offerta minima per la partecipazione all’asta deve essere pari al 75% del prezzo base d’asta; aumenti minimi di €1.000,00. L’offerta di acquisto in bollo dovrà essere depositata in busta chiusa presso lo studio del professionista delegato alla vendita esclusivamente il giorno 12 Novembre del 2016 dalle ore 15:00 alle ore 17:00. Cauzione non inferiore a un decimo del prezzo offerto mediante assegno circolare non trasferibile intestato a” Dott. Giuseppe Giulio Catalano n.q. Procedura esecutiva n.10/2012 R.G”. Versamento residuo entro sessanta giorni dall’aggiudicazione. La deliberazione sull’ammissibilità delle offerte avverrà a discrezione del professionista delegato. Il giorno 14 Novembre 2016, presso il suo studio, dinanzi al sottoscritto professionista delegato e alla presenza degli offerenti si procederà all’apertura delle buste e all’esame delle offerte e all’eventuale aggiudicazione. L’avviso di vendita integrale, l’ordinanza di vendita e la relazione di stima dell’esperto (con i relativi allegati) sarà consultabile sul sito internet “www. astegiudiziarie.it “ . Per ogni informazione e/o per concordare un appuntamento per la visita all’immobile fare riferimento al professionista delegato/custode ( cellulare 338.5231686).

Dott. Giuseppe Giulio Catalano


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Fatti & Territorio di Fiorella Falci

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a Chiesa nissena apre un cantiere per il lavoro: tre giorni di progetti, presentazione di imprese, esperienze e testimonianze di chi ce l’ha fatta a costruire occasioni di sviluppo e confronto con esperti che propongono il “know-how” giusto per districarsi tra finanziamenti e nuove opportunità che le leggi offrono in alcuni settori strategici dell’economia. E’ il meeting “Il territorio è risorsa… la fatica della speranza”, promosso dalla Diocesi guidata da Mons. Mario Russotto attraverso la Consulta delle Aggregazioni Laicali, di cui è Segretaria Antonietta Puzzo (44 associazioni di laici che si impegnano da anni per la promozione umana) e l’Ufficio

rio diocesano negli ultimi anni, grazie al Progetto Policoro sostenuto dalla Caritas e dal Microcredito, che ha distribuito oltre due milioni di euro in prestiti con l’interesse simbolico dell’1% da parte delle quattro Banche di Credito Cooperativo che operano nei nostri comuni. Oltre cento giovani hanno trovato un’occupazione che li ha portati a mettersi in gioco, investendo nel proprio progetto fantasia e creatività, energie e coraggio, diventando imprenditori di se stessi nei settori più diversi dell’artigianato e dei servizi oltre che dell’agroalimentare di qualità. Queste imprese, che esporranno i propri risultati anche nella Mostra-

Direttore dell’Ufficio Pastorale del Lavoro della Conferenza Episcopale Italiana. Un’intera giornata sarà dedicata, sabato 8 ottobre, ad approfondire un modello di interventi economici focalizzati su due tipologie di territorio/ risorsa: quello urbanizzato, delle città, con i loro centri storici e le periferie, che possono essere riqualificati grazie ai finanziamenti della legge sull’housing sociale (diritto alla casa e diritto al lavoro) e il territorio della campagna, che può fruire di investimenti nuovi per l’agroalimentare di qualità, legato alle biodiversità, commercializzato anche telematicamente o promosso a km zero.

vo, Massimo Primavera, direttore di Coldiretti e Gianluca Miccichè, Assessore regionale al Lavoro. Una riflessione finale su “Economia e legalità” sarà il tema dell’ultima giornata del Meeting, protagonisti due magistrati di riferimento nazionale: Giuseppe Ayala e Gianbattista Tona, a confronto domenica mattina nell’Auditorium del Seminario. Momento importante del Meeting sarà il respiro spirituale del Giubileo del Lavoro, la sera di sabato 8 ottobre, con una Lectio biblica del Vescovo Mons. Russotto sul tema del lavoro nella Sacra Scrittura: “Dalla schiavitù alla dignità del lavoro”, dopo la processione dal Seminario alla Cattedrale

Estremamente significativo il momento di apertura del Meeting, anche questo dedicato ai giovani: la “Marcia dei Carusi”, venerdì 7 ottobre. Da S. Barbara, storico villaggio dei minatori, i ragazzi delle scuole medie e delle quinte elementari della città raggiungeranno a piedi, insieme agli Scout, il Memoriale dei Carusi a Gessolungo, icona della storia del lavoro del nostro territorio, visitato lo scorso anno dal Presidente Mattarella e che continua a rappresentare un simbolo della sofferenza del lavoro segnato dall’ingiustizia dello sfruttamento, oggi ancora presente nel mondo della globalizzazione che non ha saputo cancellare la vergogna del lavoro minorile.

Meeting Diocesano sul lavoro

Il territorio è risorsa... La fatica della Speranza della Pastorale Sociale e del Lavoro, di cui è responsabile Padre Michele Quattrocchi. Il Meeting è l’appuntamento biennale che i laici hanno deciso di costruire per concentrare l’attenzione sulle emergenze del territorio, e il lavoro è sicuramente la più importante ed urgente. Il lavoro che non c’è e che porta lontano intere generazioni, decimate da una nuova emigrazione che impoverisce di risorse umane e professionali le nostre comunità in tutta la Sicilia interna. Il lavoro che si riesce a creare e che è giusto condividere per innescare una reazione a catena capace finalmente di produrre sviluppo e “conversione” dalla cultura del “posto” alla cultura del lavoro. Il dato da cui si parte è una realtà positiva, ma poco conosciuta: 84 imprese piccole e medie sono nate nel territo-

Fiera del Lavoro accanto al Seminario, si confronteranno in una serie di incontri e testimonianze su come la dottrina sociale cristiana si può tradurre in costruzione concreta di un lavoro che non sia precariato, sfruttamento o speculazione ma impresa autonoma e innovazione tecnologica. E gli studenti delle scuole superiori avranno l’occasione di presentare i progetti di Alternanza Scuola-Lavoro su cui stanno lavorando, (dallo scorso anno obbligatori in tutti gli indirizzi di studio), e di interloquire sulle occasioni nuove che possono alimentare un’economia che vuole ripartire dalla valorizzazione delle risorse umane e dalla capacità di scoprire nuovi servizi utili e nuove risorse da trasformare in produzione e lavoro. A concludere questi due primi eventi del Meeting Mons. Fabiano Longoni,

Esistono imprese e professionalità nissene che hanno sperimentato in altre regioni italiane l’housing sociale e che porteranno questa loro esperienza al Meeting per proporne la realizzazione anche nel nostro territorio. Esperti e tecnici della Fondazione Social Housing, dell’imprenditoria agricola e artigianale, potranno interloquire con gli ordini professionali, le associazioni ambientaliste, i comitati di quartiere, le istituzioni economiche e gli uffici tecnici delle istituzioni del territorio, insieme ai giovani che siano interessati a concretizzare idee e progetti legati da un nuovo modello di sviluppo sostenibile, capace di fare sistema con tutte le attività che sul territorio, urbano e agricolo, possono operare. Presenze qualificate quelle di Alessandro Azzi, presidente nazionale delle Banche di Credito Cooperati-

e l’attraversamento della Porta Santa. Anche l’arte propone le sue interpretazioni dell’immaginario legato al lavoro: una mostra fotografica di Lillo Miccichè, inaugurata venerdì 7 ottobre nell’Auditorium del Seminario e il Musical inedito “Il cenciaiolo di Dio: Giacomo e Vincenzina Cusmano” che andrà in scena la sera del 7 al Teatro Rosso di San Secondo, con musiche originali di padre Vincenzo Giovino e regia di Pino Giambrone, coppia vincente di autori già protagonisti dei successi di “Edith Stein: la verità dell’amore”, “Rita, una rosa tra le spine” e “Madre Teresa”, ormai rappresentati in tutta Italia. Sabato pomeriggio nel chiostro della Biblioteca Comunale, gli studenti delle scuole superiori proporranno un Reading di testi sul tema del lavoro di tutte le letterature del mondo.

Tre giorni di riflessioni, di approfondimenti, di analisi e di progetti sulla speranza possibile di costruire lavoro produttivo nel nostro territorio, a partire dalle risorse che ci sono e dalle opportunità che non ci possiamo permettere di ignorare e di non mettere in campo. I laici delle Associazioni della Chiesa nissena propongono questo percorso a tutta la società civile e alle istituzioni di buona volontà, fuori da ogni logica di schieramento politico ma anche rigorosi nel misurare la capacità di proposta e di risposta di tutti i soggetti economici, sociali, culturali e istituzionali, e determinati nella volontà di essere promotori di sviluppo e costruttori di opportunità positive, con la speranza paziente e faticosa di chi pensa che un sogno fatto insieme può trasformare la realtà.


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Fatti & Post Scriptum Chi fu?

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Fu tra i parlamentari siciliani, una delle figure più conosciute e stimate della scena politica italiana a cavallo tra ‘800 e ‘900

ato a Castrogiovanni (odierna Enna) nel 1847, quando quel grosso centro faceva parte della Provincia di Caltanissetta, vi sarebbe morto nel 1921. Di famiglia borghese, era stato educato a rigorosi princìpi morali e a tendenze liberali. Giovinetto, nel 1862, era scappato da casa per unirsi ai volontari garibaldini che combattevano per l’annessione dello Stato Pontificio al neo Stato Italiano, così come avrebbe partecipato, qualche anno dopo, nel 1866, alla Terza guerra d’Indipendenza, periodo in cui fu arrestato e rischiò la fucilazione. Conclusa l’esperienza di volontario, intraprese a Napoli gli studi universitari in medicina, finiti i quali, nel 1871, si imbarcò come medico su una nave di emigrati italiani diretta nell’America del sud. Fu anche quello stretto contatto con la povera gente, che lo spinse ad impegnarsi nella vita politica del Paese. Rientrato in Sicilia, nel 1880, fu chiamato a far parte del Consiglio provinciale di Caltanissetta quale rappresentante di Castrogiovanni. Ne farà parte nuovamente dal 1914, ricoprendone anche la carica di presidente. Nel 1886 si era intanto presentato alle elezioni politiche, subentrando al socialista rivoluzionario Saverio Friscia nel collegio di Girgenti e iniziando, da quel momento, la sua lunga carriera politica, che lo avrebbe visto per quasi un trentennio tra i banchi del parlamento, nelle fila repubblicane. Fu, nel contempo, docente universitario e saggista tra i più letti del suo periodo. Le sue opere, che univano intelligentemente le denunce di un sistema politico corrotto alla scorrevolezza della prosa, furono spesso ristampate, anche all’estero. Famosa rimane la sua battaglia, nel 1895, per la moralizzazione del sistema bancario italiano (cosa quanto mai attuale) con la denuncia alla Camera dei deputati, della corruzione negli ambienti della Banca Romana. Considerato tra i maggiori studiosi ed interpreti del “meridionalismo”, ritenne che l’arretratezza del Sud andasse ricercata, non come sosteneva l’allora nascente corrente criminologica, che faceva capo all’antropologo Cesare Lombroso, nella “inferiorità congenita dei meridionali”, ma

semmai in un ritardo che andava colmato con seri interventi riformatori e con una classe politica all’altezza di quei compiti. Nota fu anche la sua avversione per un altro politico siciliano, il riberese Francesco Crispi - più volte presidente del Consiglio - soprattutto per la durissima repressione dei Fasci siciliani nel 1894, che il Colajanni, in molti suoi scritti, denunziò come il principale responsabile. Fu un pubblicista acuto e graffiante, caratteristiche a cui unì una rigorosa dirittura morale ed un sincero impegno civile, così nelle sue opere, come nei suoi discorsi parlamentari, che tendevano a evidenziare le ataviche caratteristiche deleterie del sistema politico italiano: corruttela, scandali, immoralità ecc. Questi erano - a detta dell’ennese - i peggiori vizi che minacciavano lo Stato e al superamento dei quali egli poneva la sua convinta fede repubblicana. Docente di Statistica e Sociologia nelle università di Messina, Palermo e Napoli, fu fondatore di diverse riviste e autore di innumerevoli articoli e saggi, molti dei quali, a distanza di così tanto tempo, conservano, ancor oggi, una grande attualità su temi come il divario nord-sud, le storture del nostro sistema politico, il problema della corruzione, lo scarso livello del ceto politico ecc. Napoleone Colajanni oggi non si meraviglierebbe certo dei molti limiti che ancora permangono nel nostro sistema politico nazionale - era lui stesso a sostenere che non esistano sistemi politici perfetti - si stupirebbe invece di come alcune forme di impunità, tipica caratteristica dei sistemi feudali, che egli tanto aveva combattuto, non siano venuti del tutto meno. Corrotti e corruttori, spesso, ancora oggi, se la cavano con poco (un solo esempio: i recenti scandali del sistema bancario italiano) di fronte ad un’opinione pubblica ormai assuefatta e intontita. E forse questa la Repubblica che il grande uomo politico siciliano sognava per il nostro Paese? Sicuramente no! Ma rimane la speranza che lo stato delle cose possa cambiare, anche rileggendo alcune delle sue bellissime pagine e seguendo soprattutto l’esempio della sua passione politica e civile.

Un’intervista immaginaria a

di Filippo Falcone

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Napoleone Colajanni

n. Calajanni, molti conosciamo i suoi scritti e le sue tante battaglie politiche per la Sicilia e per la stessa provincia di Caltanissetta, nel cui Consiglio provinciale per tanti anni ricoprì la carica di presidente, come vede oggi, da lassù, la nostra isola e il nostro stesso territorio? Mi pare, spiace dirlo, che le tante lotte da me portate avanti nel periodo del mio impegno parlamentare, sono ancora del tutto attuali. Sono abbastanza vecchio per ricordare che negli anni delle mie battaglie in Sicilia l’onestà era una valore, nel mondo contadino così come in quello zolfataro e persino in alcuni ambiti di quello borghese. Oggi vi è una degenerazione etica e culturale così forte

da far paura. La gente pare ormai svuotata, mentre la politica, a tutti i livelli, è ridotta a solo sistema di vuote parole e la democrazia a sola liturgia recitativa. La Sicilia poi è ormai una sorta di cloaca del potere, un mostro burocraticopolitico incontrollato, con una catastrofe socio-economica in atto. Lo stato di abbandono in cui versa una terra meravigliosa come la nostra, fa davvero male. Un’isola abitata da diavoli e fantasmi, con città e paesi sempre più svuotati. Una terra che si conferma terra d’impostura, a partire da quella mancata rivoluzione “crocettiana”, che ha sostituito il governatore da sedicente rivoluzionario a vacuo e continuo declamatore. Per quanto attiene la nostra provincia,

penso che non vi sia molto da dire: i dati di spopolamento si commentino da soli, con una classe politica che definire di anonimi gregari è assai generoso e ai quali del territorio non mi pare interessi molto. Vorrei che desse un giudizio più completo sul governatore Crocetta? Guardi, partiamo solo da una questione: la cosiddetta abolizione delle Provincie, annunciata in tv come una sorta di coniglio uscito dal cappello di un mago. Oggi ci si è fermati alla sola sostituzione alla guida delle Provincie di commissari straordinari da lui stesso nominati, senza alcuna pianificazione in merito e con i neonati Liberi Consorzi, molti dei quali vedono la luce già in dissesto. Si è trattato solo di una pro-


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Il politico e sociologo nisseno descrive e analizza il degrado della politica siciliana e nazionale di oggi

posta-burla, per eludere i veri grumi di malaffare che ancora ora si annidano alla Regione siciliana: sprechi, scandali, parassitismo, discariche e smaltimento di rifiuti in mani private ecc. Tutto ciò in un’Ars imbalsamata, che tiene il governo regionale in piedi in maniera artificiosa, solo per calcoli di bottega. Ma, quello che è più grave è che manca oggi in Sicilia una vera opinione pubblica, manca quel senso civico o anche il solo buon senso. Cito su tutti il caso “gettonopoli” nel Comune di Agrigento, balzato l’anno scorso agli onori della stampa e delle televisioni come vero e proprio scandalo nazionale. Ebbene, quasi tutti i consiglieri comunali che ne erano stati coinvolti sono stati rieletti. Questo per dire che oltre ad una buona classe politica in Sicilia oggi manca, in egual misura, una buona opinione pubblica. Ricordo che nel processo risorgimentale, da me vissuto in prima persona, furono alcune forze illuminate della società a portare in Sicilia, seppur con tutti i limiti ed errori che conosciamo, l’allora nuova cultura dell’unità nazionale, rendendosi veri protagonisti di quella fase. Oggi tutto questo manca. In questo quadro di apatia generale l’esperienza Crocetta & C. - ma più in generale quella della classe politica e parlamentare che rappresenta a più livelli la Sicilia - sguazza nell’arte del non far nulla. Descrive un quadro a tinte fosche della Sicilia? Vede in Sicilia, specie negli ultimi decenni, si tende a ridurre tutto a mera apparenza. Prenda, ad esempio, l’ultima ricorrenza della strage di Capaci, con l’ex ufficio di Giovanni Falcone, al Tribunale di Palermo, che diventa una sorta di museo. Si tende sempre, in Sicilia, a fare in modo che tutto si “musealizzi”, che tutto diventi anima morta, imbalsamata come quei corpi nelle cripte del convento dei Cappuccini a Palermo. Tutti sappiamo della grande opera antimafia del giudice Falcone, ma sappiamo anche che fu la stessa classe politica e dirigente di questo Paese, gli stessi vertici di quel Tribunale, spesso a diffamare, screditare, a voltarsi dall’altra parte, prima nei confronti di Falcone e poi di Paolo Borsellino. E tutti ricordiamo quegli stessi uomini di Stato, nei giorni dei funerali, puntualmente schierati insulsamente con le loro facce di pietra. Sono molte di quelle stesse figure che, in prima fila, sono ancora lì a commemorare, a rilasciare interviste, a spiegare come custodire l’immensa eredità di quei magistrati coraggiosi, in una retorica che francamente disturba. Sono magari, metaforicamente, gli stessi che hanno sottratto le ormai tristemente famose “agende rosse” di Paolo Borsellino dopo l’attentato. E’ insomma la metafora dell’eterno potere che riproduce se stesso e a cui fa da sponda un pluralismo quasi mai sinonimo di libera informazione. E il “Paese-Italia”, che pur è stato un altro suo cruccio contro la mala politica e la corruzione - basterebbe ricordare il caso dello scandalo della Banca Romana, che sfiorò anche la stessa corona sabauda - in che stato di salute lo trova? Parlar male della politica e dei politici, tanto per farlo, è una vecchia abitudine degli italiaci sin dai tempi dei Guelfi e

dei Ghibellini. Certo, oggi c’è in Italia l’idea ormai radicata che tutti i mali e i guasti del Paese provengano dalla cattiva politica. Questo solo in parte è vero, perché ormai la stessa politica è diventata una sorta di sottoprodotto dell’economia e dei suoi potentati. Vero è che certa politica sguazza ormai nella cronica corruzione italiana, senza che il senso etico sia un valore riconosciuto, ma vedo tuttavia un pericolo ancor maggiore: l’ignoranza che avanza in maniera galoppante. La gente sembra svuotata da tv e nuovi mezzi invasivi di informazione di massa. Non si legge più, non vedo un buon giornalismo, se non quello di “regime”, il sistema educativo - università in testa - è sempre più scadente. E se un popolo è ignorante, chi governa tenderà a lasciarlo sempre più nella sua ignoranza. In Italia se non si è capaci di rompere questa cappa e far emergere veramente gli interessi generali - specie quelli delle giovani generazioni, oggi emarginate del tutto, - penso che non si andrà da nessuna parte. Nell’Italia odierna si è come in una specie di limbo. In questa fase si subiscono solo le scelte che i gruppi dirigenti fanno sulla pelle dei cittadini: dalla politica, all’economia, alle banche. E’ molto più facile comandare su un popolo ignorante e passivo che su un popolo istruito, attivo e battagliero. Il pensatore politico inglese Stuart Mill riteneva che il più grande contrasto che si possa attuare contro certa classe politica corrotta fosse quello di farla sentire perennemente controllata e additata dagli onesti. Oggi in Italia questo non avviene, se non in termini solo qualunquistici. Vede una possibile via di uscita da questa situazione? “L’impresa è ardua e chiede un cauto ardir”, avrebbe detto il poeta. Dopo la morte delle ideologie, la politica è ormai un guscio vuoto, i partiti non esistono più, non esiste più un dibattito, e, di conseguenza, non esistono più margini di mediazione tra società civile e politica. I diversi interessi, quelli che contano, vengono a comporsi direttamente all’interno di gruppi di poteri e di interessi, attraverso cordate clientelari. Di fronte a questo quadro io mi auguro che la gente, in Sicilia e nell’Italia intera, spinga la classe politica e dirigente di questo Paese - dove oggi la democrazia è di fatto sospesa e, paradossalmente, decide chi non è eletto - a svegliarsi dal suo sonno letargico e a recuperare anni di ritardi e omissioni accumulati nell’indifferenza: scempi urbanistici, abusivismi, sprechi, incompiute, colate di cemento, corruzione generale. Penso che solo così il nostro Paese possa ritrovare i fasti delle antiche culture che lo videro in passato protagonista in molti ambiti. Per quanto riguarda la Sicilia penso invece che ancora oggi non sia affatto Europa. In questo quadro la strada maestra non può che essere una sola: una vera svolta della politica in senso morale. In Sicilia poi, terra di scrittori e pensatori, la strada della scommessa non può che essere quella della cultura, della rivalutazione del suo immenso patrimonio archeologico, artistico, museale, delle sue risorse naturali, perché finalmente, finito l’antico pianto greco, che ha da sempre connotato noi siciliani, si ritrovi l’orgoglio di appartenere a questa terra millenaria.

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Fatti & Palazzo

L’intervista

Normalizzare il settore rifiuti con lo stop alle proroghe, programmare la cura del verde pubblico, monitorare gli investimenti del settore idrico e tenere i rapporti con il “riottoso” consiglio comunale. Ecco le sfide per il nuovo assessore e vicesindaco della giunta Ruvolo

Vito Margherita

La politica come passione che fa accettare una sfida titanica di Alberto Sardo

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lasse 1983, Vito Margherita, vicesindaco di Caltanissetta, ha assunto deleghe importanti e delicate, legate all’attualità politica. Ambiente, rifiuti, rapporti con il consiglio comunale, acqua e verde pubblico cittadino. Con una laurea in medicina e una specializzazione in corso in igiene pubblica e medicina preventiva a Catania, Margherita ha accettato l’ingresso in Giunta. Un ritorno a Palazzo del Carmine dopo la parentesi in Consiglio comunale dal 2009 al 2014. Assessore Margherita, partiamo dalla raccolta differenziata. Qualcuno ha storto il naso quando si è incominciato a parlare di “obbligo”, controlli e multe. Era l’unico modo per porre seriamente la questione? “L’obbligo nasce dall’emergenza, stiamo facendo la differenziata a costo zero. È vero che per avere un ottimo sistema bisogna fare investimenti mentre noi la facciamo per adesso a coso zero e non ci aspettiamo miracoli. Mi sono insediato l’1 agosto e solo adesso abbiamo avuto i dati ufficiali che mostrano un incremento della differenziata dal 7,5 al 10%. È un piccolo passo e si può fare di più, ma non siano certamente al livello di quei sistemi di raccolta che ti danno percentuali alte. Queste cose però sono previste nel nuovo piano e daranno i frutti. La campana di comunicazione intanto era necessaria. Il nostro sistema è semplice e valorizza l’uso delle isole già esistenti al momento. L’ordinanza della regione prevedeva che la differenziata aumentasse del 3% entro agosto e un altro 3% entro novembre. Ma non è un risultato facile, a meno che non sei attrezzato, e sono convinto che tanti comuni non riusciranno a raggiungere questi incrementi. Siamo in un periodo in cui le discariche sono stracolme, il 90% dei rifiuti viene conferito in discarica in Sicilia ed è giusto che si inizi a investire per conferire

meno in discarica, riutilizzare i materiali post consumo. Stiamo cercando di adeguarci”. E sulle multe ai trasgressori? “Bisogna essere consequenziali, il Comune non vuole fare cassa con i verbali di multe ai cittadini. Quindi bisogna prima spiegare e informare. Essere aperti ai suggerimenti di chiunque. Abbiamo messo manifesti, spot TV, brochure inviate direttamente ai cittadini e abbiamo incontrato i comitati di quartiere. A Balate-Pinzelli c’era una sala strapiena, concessa dalla parrocchia San Marco. È questa la parte bella della politica: ascoltare e andare incontro alle richieste dei cittadini. Bisogna girare per la città e incontrare i comitati di quartiere, realtà bellissima che non tutte le città hanno. Con i verbali non vogliamo arricchire il Comune e i controlli sui cassonetti infatti non sono iniziati. Abbiamo convocato una conferenza di servizi in cui pianificare le modalità delle verifiche. Prima stiamo verificando i posti dove la differenziata porta a porta è prevista come Santa Barbara. All’inizio c’è stato un exploit, poi è diminuita e vorremmo capire perchè. È importante fare dei controlli sul deposito incondizionato di rifiuti ingombranti e abbiamo installato le telecamere dopo aver fatto una mappatura. Questa situazione non è più tollerabile”. Sugli ingombranti c’è stata un po’ di polemica. L’ordinanza dice che si possono lasciare il giovedì sera accanto i cassonetti. Nelle brochure si parla solo del Ccr di contrada Cammarella. “Basta girare la città per vedere che vi sono rifiuti ingombranti ovunque per le strade. Abbiamo il centro comunale di raccolta che abbiamo potenziato con il personale e che sta raccogliendo sempre più iscrizioni, la città capisce che è giusto fare la differenziata. Gli ingombranti si possono conferire

il giovedì sera vicino i cassonetti. È però più complicato se invece troviamo eternit, che non è più rimovibile da Caltambiente. La campagna di comunicazione in poche pagine deve descrive come fare la differenziata e quindi entra in gioco l’indirizzo politico. È vero che si possono lasciare il giovedì accanto i cassonetti però se io devo veicolare un messaggio devo invitare a utilizzare il centro di raccolta”. Si è parlato molto di termovalorizzatori, con un’ipotesi anche a Caltanissetta, in contrada Stretto. Come stanno le cose? “Io sono medico igienista e specializzando in medicina preventiva. Se devo dire la mia, a prescindere dalle idee dei governi, credo che non conferire in discarica sia la cosa importante. Ad oggi comunque non abbiamo nulla di ufficiale ed è prematuro prendere posizione. Non sono contrario a priori perché quelli di ultima generazione non sono pericolosi per emissioni ma devo anche dire che preferisco la raccolta differenziata”. L’altra sua delega sono i rapporti con il consiglio comunale. Dopo il rimpasto l’opposizione è più forte con 17 consiglieri su 30. “Questa città nel periodo storico in cui ci troviamo, e per il momento difficile, non si può permettere di parlare solo di maggioranza e opposizione ma si deve lavorare per ciò che serve, per ciò in cui non esistono i colori politici ma la coscienza di tutti. Alcune cose sono da fare a prescindere, servono alla città. Devo dire che in Consiglio ho trovato consiglieri molto responsabili, come nel caso dell’ufficio stampa. Un consiglio lungo finito con un documento unico di maggioranza e opposizione. E’ stata compresa l’importanza dell’ufficio stampa per un capoluogo, un esempio di un tema su cui tutti ci siamo ritrovati. Lavoriamo per migliorare la città e al momento il tema dei

numeri non mi appassiona. Posso dire che non credo oggi possa passare una mozione di sfiducia ma il Consiglio è sovrano e se ci sono i numeri l’amministrazione va a casa”. E il bilancio di previsione? È un altro banco di prova “Il bilancio va condiviso con il consiglio comunale. Diamoci dei punti cardine su cui vogliamo lavorare in questi tre anni e portiamoli avanti insieme”. Entrato lei in giunta, è uscita sua sorella Manuela dal Consiglio. Cosa le ha detto? “Manuela è in un momento della vita in cui ha altre priorità. Ha vinto un concorso per una scuola di specializzazione di medicina legale a Milano, il suo sogno. Quindi sono contento per lei, dall’altro lato sto male perché si allontana. Mi ha detto: “Sai a cosa vai incontro, sai gli impegni e il tempo che richiederà alla tua vita. Sai che anche se riuscirai a fare bene avrai le persone non sempre a favore, ti ritroverai molti contro”. Poi guardandomi: “ma tu ci sei portato”. Parliamo un po’ di acqua. Tra aumenti di tariffe e interruzioni dell’erogazione. “Mi sono insediato l’1 agosto e il primo atto è stato l’ordinanza sulla non potabilità per uso alimentare a Santa Barbara e all’Area industriale. Sono stato consigliere e ho seguito le problematiche che avvengono troppo spesso. Abbiamo Caltaqua e Siciliacque, e uno dei primi atti insieme al sindaco è stato la loro convocazione. È venuto anche il capo di gabinetto dell’assessore regionale Vania Contraffatto per capire il perchè di queste interruzioni nei periodi estivi, e come possano essere evitate. Servono investimenti e con piacere posso dire che nel “Patto per la Sicilia” ci sono investimenti per il rifacimento della rete idrica a Caltanissetta”. E le tariffe? Sono di gran lunga supe-

riori alla media nazionale “Se è vero che gli aumenti rientrano nei limiti della legge, è altrettanto vero che i cittadini pagano e non possono permettersi tutti i disservizi che si trovano ad affrontare. In tal senso bisogna valutare il piano di investimenti”. Verde pubblico. Avete affidato la gara per 70 mila euro per un anno, ma saranno sufficienti? “Ho dato direttiva all’ingegnere capo di predisporre un altro affidamento sul verde pubblico. Le somme che abbiamo non possono mai bastare, ma si può fare una programmazione ottimale. La giunta Ruvolo vuole mettere più risorse e bisogna migliorare la programmazione, sulla tempistica per le Ville e le aiuole soprattutto. La prima delibera di giunta è stata la convenzione con l’Esa che a costo zero ci dà la possibilità di usufruire dei loro dipendenti per 39 ore settimanali”. Capitolo Matteo Renzi. Lei è un “renziano” della prima ora. Poi sono arrivati quelli della seconda ora. Esistono ancora oggi queste distinzioni? “Penso che Renzi sia l’unico leader in Italia in questo momento. Il fatto che si avvicinino persone a questa azione politica non può che farmi piacere. Al referendum? “Voterò sì. Abbiamo aperto diversi comitati a favore del Si in città e provincia. Il referendum lo vinciamo”. Chiudiamo come abbiamo iniziato, con il servizio rifiuti. L’ultima proroga scade il 30 settembre. “E’ un servizio in proroga dal 2011. Questa amministrazione non è per le proroghe e abbiamo deciso di lavorare sul progetto di un anno in attesa del piano Aro che l’Urega deve bandire. Un progetto ponte o piano pre-Aro, quindi. Ricordo che in questo piano siamo riusciti a portare al 42% il porta a porta allo stesso prezzo attuale. Non aumenta la tassa con un servizio migliore”.


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Riflessioni & Società

AVVISI LEGALI

Il caso Fiasconaro e le vittime dell’ufficio del potere

di Andrea Milazzo

TRIBUNALE DI CALTANISSETTA Esecuzione Immobiliare n. 42/07 R.G.E Lotto unico – Comune di Caltanissetta (CL) Via dei Mille, 81. Locale uso magazzino di ca mq 124 al p. terra. Fg. 119, p.lla 780, sub. 65, zc 1, cat. C/2, cl. 2, rc Euro 307,39. Prezzo base: Euro 53.250,00 (Offerta Minima Euro 39.938,00) in caso di gara aumento minimo Euro 3.000,00. Vendita senza incanto: 09/09/2016 ore 18:00, innanzi al professionista delegato Avv. Gabriella Galante presso lo studio in Caltanissetta Via Veneto 35. Deposito offerte entro le ore 12:00 del 08/09/2016 presso suddetto studio. Maggiori info presso il delegato nonché custode giudiziario, previo appuntamento tel. 328/1655065 e su www.astegiudiziarie.it. (A304004).

TRIBUNALE DI CALTANISSETTA

Sezione Unica Civile Avviso di vendita Fallimento N. 19/2012 R.F.

I

l termine “Burocrazia”, è un neologismo formato dal francese bureau (ufficio) e dal greco Kràtos (pote-

re). Esso viene spesso utilizzato in senso astratto, purtroppo a ragione, non già per indicare il complesso apparato di pubblici funzionari frapposti tra il potere politico e la cittadinanza, ma per descrivere l’insieme di condotte e procedure che, con l’esercizio erroneo e talvolta distorto del potere, interrompono il rapporto tra la collettività ed il soddisfacimento dei fini economici, sociali, ed etici della stessa, garantiti dal diritto. La storia di burocrazia che raccontiamo si sta evolvendo in questi giorni. E’ la cronaca del caso Fiasconaro, eccellenza produttiva siciliana con sede a Castelbuono, pittoresco comune madonita. Abbiamo scelto questa vicenda, non perché unica, ma, al contrario, tipizzante mille altre storie quotidiane di aziende normali, che affrontano situazioni analoghe, e che per loro sfortuna non possiedono un blasone così noto da meritare l’attenzione dei media. Tra l’azienda Fiasconaro ed il paese di Castelbuono è presente una rara co-

niugazione tra eccellenze ambientali, urbanistiche e produzioni locali. Il centro ospita poco meno di novemila anime, a 423 metri di altezza, e fa parte del Parco delle Madonie. L’impianto architettonico principale risale al XIII secolo, caratterizzato dal Castello di Ventimiglia e della Chiesa di Maria Santissima Assunta. Incastonato come un brillante tra le Madonie ed il mare Tirreno, è spesso utilizzato come laboratorio di progettazione architettonica ed urbanistica per le interessanti fonti di ispirazione presenti nel proprio patrimonio territoriale. In questa originale location, sessantatre anni or sono, nel lontano 1953, Mario Fiasconaro, papà degli attuali imprenditori Fausto, Martino e Nicola, decide di fare il pasticciere, ed il gelatiere. Senza frigoriferi il gelato veniva preparato con la neve di quelle Madonie di cui Castelbuono era un po’ la porta. Il gelato aveva il sapore delle montagne della nostra Sicilia. Da lì inizia la

produzione di cannoli, profitteroles, cassatine, e nel frattempo i figli si impadronivano dell’arte del padre. Pluripremiato Nicola, ambasciatore delle eccellenze sicilane nel mondo. Nulla occorre aggiungere sul presente, perché noto alle belle cronache della nostra terra. I panettoni e le creme di Fiasconaro vengono inviate in ogni parte del mondo, e spesso la domanda supera copiosamente l’offerta. Ne avrebbero certo avuto di opportunità, i nostri autorevoli conterranei, per andare a produrre ovunque volessero le loro specialità. Ciò nonostante hanno scelto di legare il loro nome a Castelbuono ed alla Sicilia, occupando nell’azienda 120 persone più l’indotto, lasciando a chi percorre, a valle del centro abitato, la strada tra Palermo e Messina, di assaporare, con lo sguardo, quel pregiato connubio di dolcezze, traendo la consolante sensazione che non è detto che proprio tutto ciò che si comincia dalle nostre parti, deve per forza finir male. Alla sede di Castelbuono si aggiungono ben undici laboratori distaccati nel territorio siciliano, per lavorare in situ le eccellenza locali (Bronte per il pistac-

più pronta ad affrontare le sfide di un mercato che vede la domanda dei propri prodotti in costante aumento. In Piemonte avrebbe già ricevuto il benvenuto, persino dal presidente della Regione, mentre a casa propria, dopo oltre sessant’anni di matrimonio con il territorio, fin ad ora solo sembra aver preso solo porte in faccia. Gli imprenditori non sono stati scoraggiati dall’impossibilità tecnica di realizzare l’impianto. Castelbuono è infatti, dotata di un area artigianale ed industriale, perfettamente idonea a soddisfare i fabbisogni infrastrutturali, ma da anni in disuso ed in stato di degrado. Le possibilità di fruire della medesima sarebbero invece rallentate da ritardi decisionali del Consiglio Comunale, rispetto ai quali il primo cittadino del comune madonita, ha assicurato che è prossima la soluzione che, naturalmente, tutti noi auspichiamo. Ciò potrà verificarsi se l’ufficio del potere si metterà al servizio del padrone giusto: Il diritto di fare impresa sana, a vantaggio della società tutta. L’uso del potere non è distorto solo quando se ne fa abuso a vantaggio proprio o di altri, ma anche quando si ritiene che la realtà coincida con i documenti che la rappresentano, trasformando tutto in un mondo virtuale, anonimo, e privo di identità. Nel mondo virtuale della carta non vi sono eccellenze produttive e neanche idee geniali, ma solo omologazione e ricerca dell’atto amministrativo ineccepibile. Ma l’atto amministrativo non può considerarsi perfetto, soltanto se risulterà inoppugnabile nella forma, ma solo se spiegherà, nel pieno rispetto delle norme di legge, effetti positivi per la collettività. Troppo spesso, inoltre, la politica ab-

Il Curatore Fallimentare, dott. Paolo Buono, rende noto che in data 20/10/2016 alle ore 16:00 presso il proprio studio professionale sito in Caltanissetta Via Kennedy n. 46 piano secondo, avrà luogo la vendita senza incanto dei seguenti beni immobili: LOTTO UNICO: A - appartamento sito in San Cataldo, via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, piano quinto, censito al N.C.E.U. al foglio 51, particella 671, sub. 22, categoria A/2, classe 2, consistenza 6,5 vani; B- locale autorimessa sito in San Cataldo, via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, piano terra, censito al N.C.E.U. al foglio 51, particella 671, sub. 11, categoria C/6, classe 2, consistenza 16 mq; C- locale condominiale sito in San Cataldo, via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, piano terra, censito al N.C.E.U. al foglio 51, particella 671, sub. 2, categoria C/6, classe 2, consistenza 34 mq. Prezzo base per la vendita € 40.923,00 Offerta minima di acquisto per la partecipazione alla vendita (pari al 75% del suddetto prezzo base): € 30.692,00. Le offerte di acquisto inferiori all’ammontare dell’offerta minima sopra indicata non sono efficaci. Offerte in bollo in busta chiusa da depositarsi presso lo studio del Curatore entro le ore 12:00 del giorno precedente la vendita, con allegati assegni circolari non trasferibili intestati a “Dott. Paolo Buono Curatore Fall. 19/2012” di importo almeno pari al 10% del prezzo offerto a titolo di cauzione. Versamento saldo prezzo entro il termine indicato in offerta in ogni caso non superiore a giorni 120 dall’aggiudicazione. In presenza di più offerte si espleterà gara sulla base dell’offerta più alta, con rilancio minimo obbligatorio di € 2.500,00. Bando integrale, relazione di stima dell’immobile ed allegati, consultabili sul sito www. astegiudiziarie.it. Info: 0934/21469. Caltanissetta, 27.07.2016

TRIBUNALE DI CALTANISSETTA Vendita immobiliare esecuzione n. 44/2012 R.G.es. Il professionista delegato alla vendita, Dott. Paolo Buono, rende noto che in data 19/10/2016 alle ore 10:00 presso l’Associazione Professionale Attività Giudiziarie – APAG – con sede in Caltanissetta Via Kennedy n. 46 piano secondo, avrà luogo la vendita senza incanto, dei seguenti beni immobili: LOTTO 1: “Appartamento sito in Caltanissetta, via Re d’Italia n. 46, composto da 3,5 vani, posto al primo piano, mq 49,5 circa, censito al N.C.E.U. al fg. 296, part. 687, sub. 10, Cat. A/4, classe 2, rendita cat. € 108,82” APE: Classe G – Prezzo base € 12.344,00. Offerta minima di acquisto per la partecipazione alla vendita (pari al 75% del suddetto prezzo base): € 9.258,00. Le offerte di acquisto inferiori all’ammontare dell’offerta minima sopra indicata non saranno efficaci. LOTTO 2: “Porzione di fabbricato sito in Caltanissetta, via Suterese n. 38, composto da 2 vani, mq 32,4 circa, censito al N.C.E.U. al fg. 296, part. 677, sub. 2, Cat. A/5, classe 2, rendita cat. € 41,94”. – Prezzo base € 6.343,00. Offerta minima di acquisto per la partecipazione alla vendita (pari al 75% del suddetto prezzo base): € 4.758,00. Le offerte di acquisto inferiori all’ammontare dell’offerta minima sopra indicata non saranno efficaci Offerte in bollo in busta chiusa da depositarsi presso la sede dell’A.P.A.G. entro le ore 12:00 del giorno precedente la vendita, con allegati assegni circolari non trasferibili intestati a “Dott. Paolo Buono Proc.Es.Imm. 44/2012” di importo almeno pari al 10% del prezzo offerto a titolo di cauzione. Versamento saldo prezzo entro il termine indicato in offerta in ogni caso non superiore a giorni 120 dall’aggiudicazione. Bando integrale, ordinanza di vendita e disposizioni modificative, relazione di stima dell’immobile ed allegati, consultabili sul sito www.astegiudiziarie.it. Info: 0934/21469. Caltanissetta, 21.07.2016

chio e Modica per il cioccolato). Ma purtroppo, nel meraviglioso mare dell’armonia, il destino beffardo fa collidere la nave della poesia con la scoglio della burocrazia, e l’incantesimo rischia di spezzarsi. L’azienda annuncia di essere pronta a lasciare la Sicilia per trasferirsi a Velasca, comune piemontese di 1600 abitanti, dove potrebbe realizzare altri diecimila metri quadrati di impianti, ormai di indifferibile necessità per ingrandire l’attività e renderla sempre

dica al proprio potere decisionale delle scelte che determinano i destini dei territori, appiattendosi sulle decisioni dei propri burocrati, ritenendole comode e cautelative. Affinché non debba leggersi più di “casi Fiasconaro” è giunto il momento che i rapporti di forza tra i due poteri vengano ristabiliti, e che i rappresentanti eletti dai cittadini possano assumere, in piena autonomia, le decisioni più logiche e giuste a vantaggio della propria collettività.

Il Curatore Fallimentare Dott. Paolo Buono

Il Curatore Fallimentare Dott. Paolo Buono

TRIBUNALE DI CALTANISSETTA Esecuzione Immobiliare n. 118/13 R.G.E Lotto unico – Comune di Caltanissetta (CL) Via dei Mille, 81. Locale uso magazzino di ca mq 124 al p. terra. Fg. 119, p.lla 780, sub. 65, zc 1, cat. C/2, cl. 2, rc Euro 307,39. Prezzo base: Euro 53.250,00 (Offerta Minima Euro 39.938,00) in caso di gara aumento minimo Euro 3.000,00. Vendita senza incanto: 09/09/2016 ore 18:00, innanzi al professionista delegato Avv. Gabriella Galante presso lo studio in Caltanissetta Via Veneto 35. Deposito offerte entro le ore 12:00 del 08/09/2016 presso suddetto studio. Maggiori info presso il delegato nonché custode giudiziario, previo appuntamento tel. 328/1655065 e su www.astegiudiziarie.it. (A304004).


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L’intervista

John Robert Brucato è uno dei migliori astrofisici a livello mondiale. È membro board della Nasa e dell’Esa

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a sua testa non è tra le nuvole, ma molto oltre. Da “sapientone” mancato al Liceo Scientifico “Alessandro Volta” di Caltanissetta alle missioni con la Nasa. La passione per lo spazio cosmico, le stelle, la continua voglia di sapere, ricercare. Questa è la storia di uno di noi, l’avrebbe cantata Celentano. Di un “secchione” di provincia che sognava di essere il primo della classe, ma che primeggiava soltanto nelle materie scientifiche e in matematica. Poi si spalanca la porta della laurea in Fisica col massimo dei voti . E apriti cielo. Il paradiso all’improvviso per John Robert Brucato, cresciuto a Caltanissetta e oggi tra i migliori astrobiologi a livello mondiale, passando dagli studi sulla sonda Stardust della National Aeronautics and Space Administrations – per tutti

la mitica Nasa - al ruolo di responsabile della progettazione di un centro per la raccolta e l’analisi di materiale extraterrestre riportato a terra da missioni spaziali. “Fin da bambino sognavo di diventare un astronauta e di viaggiare nello spazio a bordo di una missione spaziale – racconta Brucato ai lettori del Fatto Nisseno –. Poi, crescendo, sono sempre stato affascinato dall’astronomia. Ho cercato di seguire la mia passione, quindi mi posso ritenere fortunato perché sono riuscito a fare quello che più desideravo fare fin da piccolo”. Tra laboratori e centri di ricerca, Brucato s’è occupato dello studio della composizione chimica e mineralogica delle meteoriti, delle polveri interplanetarie e dei grani della cometa Wild 2 riportati a Terra dalla sonda Stardust della

Nasa. E allora facciamoci raccontare il mondo che ci circonda e che lui esplora da osservatori privilegiati. “I piccoli corpi del Sistema Solare, come gli asteroidi e le comete, contengono pressoché inalterato il materiale primitivo da cui si è formato il nostro Sistema Solare. Riuscire a raccogliere e studiare frammenti di asteroidi e comete permette di capire le origini del Sistema Solare, quale è stata la composizione chimica nella nebulosa dal quale il sole e i pianeti si sono formati, permette di capire le trasformazioni che il materiale originario ha subìto durante i 4.5 miliardi di anni di vita del nostro Sistema Solare. Infine, questi corpi hanno certamente contribuito alla nascita della vita sulla Terra trasportando sul nostro pianeta, durante le prime fasi di formazione, l’acqua e

un giovane che sogna questa carriera? “I geni esistono, sono persone che sovvertono le conoscenze, ma sono pochi. La maggior parte delle persone che decide di intraprendere questo percorso sono persone normali appassionate di fisica e matematica. Il

si interagisce attraverso teleconferenze con i colleghi che si trovano all’estero, si fa il punto della situazione e si decide il lavoro da compiere. Oggi prevalentemente il lavoro si svolge al computer e nel mio caso anche in laboratorio”. La domanda, a questo

Astrobiologo nisseno Doc La sua passione, l’origine del cosmo la materia organica”. Una vita dedicata agli studi, fin quando arriva la prestigiosa esperienza come membro di board dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e della Nasa. Per John Robert Brucato inizia una nuova missione. “La Nasa e l’Agenzia Spaziale Europea nel selezionare le future missioni spaziali o nel programmare le proprie attività fanno affidamento a gruppi internazionali di consulenti scientifici che si riuniscono periodicamente. Si tratta di fatto di leggere una grande quantità di documenti e selezionare i progetti di missione migliori che voleranno nel futuro”. Eppure, la voglia di scoprire dell’astrobiologo di Caltanissetta è frenetica, non hai mai conosciuto il senso del tasto “stop”. “La ricerca, per fortuna, non ha una fine. Non appena si trova qualcosa di nuovo, ci accorgiamo che ci sono ancora tantissime scoperte che si devono fare. Tutto sta nell’avere i mezzi per poter proseguire a fare ricerca”. Eppure in Italia, le cronache sono piene di eccellenti ricercatori mortificati e sottopagati rispetto ad altri Stati, costringendo i nostri “cervelli” a fare scoperte fuori dai confini del Belpaese. A proposito: consigli per

consiglio che mi sento di dare ad un giovane è di seguire i propri desideri e le proprie inclinazioni. L’astrofisico è un lavoro che richiede impegno e dedizione che richiede tanta passione. Partecipare alla missione Stardust della Nasa mi ha permesso di analizzare per primo, insieme ad un gruppo selezionato di ricercatori provenienti da tutto il mondo, i campioni di polvere raccolti dalla cometa Wild 2 e riportati a terra. È stato incredibile avere tra le mani un pezzo di cometa proveniente dalle zone più remote del nostro sistema solare e avente un età di 4.5 miliardi di anni. Oggi l’astrofisica si fa non solo guardando al telescopio ma anche attraverso le osservazioni al microscopio di frammenti di comete o asteroidi”. Chi immagina che la giornata di un astrofisico sia interamente dedicata a guardare mappe stellari e tenere fra le mani giganteschi telescopi, ha preso un abbaglio. “Le nostre giornate sono spesso accompagnate da ore della notte trascorse al computer, quando tutti in casa dormono – rivela Brucato -. Oggi il lavoro di ricerca si fa in gruppo attraverso progetti internazionali. Quindi spesso durante la settimana

punto, sorge spontanea. Ma che cos’è la vita? Brucato risponde con un altro interrogativo, formato cartaceo. “A chi volesse avvicinarsi ai temi legati all’astrobiologia consiglio di leggere ‘Cos’è la vita?’ scritto da un grande fisico come Erwin Schroedinger, padre della meccanica quantistica. Prima che venisse scoperta la funzione fondamentale che il Dna possiede, Schroedinger aveva intuito che dovesse esistere una qualche molecola periodica in grado di contenere l’informazione genetica. Un libro che fa intuire quanto in avanti possono riuscire a vedere persone geniali come Schroedinger”. Fine dell’intervista, anzi no. Professore, la parola d’ordine di uno scienziato che indaga sul cosmo qual è? “Mi ha da sempre colpito, fin da quando ebbi modo di studiarlo al liceo, la frase pronunciata dal filosofo Immanuel Kant, ossia due cose riempiono l’animo di ammirazione sempre crescente: il cielo stellato sopra di noi e la legge morale in noi.” Credo che rappresenti molto bene lo spirito con cui una persona che fa scienza debba procedere nel suo lavoro quotidiano che lo spinge a conoscere i misteri della natura”.


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Economia & Società

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sistemi bancari – sostengono gli economisti Charles Calomiris e Stephen Haber – sono l’alleanza implicita tra governi e attori privati. Quell’alleanza opera secondo le logiche della politica, non dell’efficienza “. Questo paradigma che ha dominato anche l’industria bancaria italiana per oltre un secolo si sta indebolendo grazie alle spinte della BCE dalle quali sono discesi gli interventi del governo Renzi nell’ultimo anno. Una rivoluzione, dopo le aggregazioni del 2007 con la nascita di Intesa Sanpaolo e Unicredit, per incoraggiare le fusioni tra gli istituti di medie e di piccole dimensioni, ridurre il numero abnorme di sportelli e smuovere la cronica scarsa capacità del sistema di fare profitti. Nel novembre 2014, la creazione del Meccanismo unico di supervisione (Ssm) in seno alla Bce, che esercita vigilanza diretta su 14 banche italiane e può avocare a sé i “casi critici”, insieme al cambio di approccio in fatto di salvataggi – dai bail-out di stato, al bail-in in capo ai privati – hanno innescato il cambiamento. All’inizio del 2015 le prime die-

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di Marcello Curatolo

qualche filiale in meno ma nel rispetto delle persone senza licenziamenti di massa. Lavoriamo per avere una soluzione finale, ci sono le condizioni e vanno aiutati i processi di integrazione e fusione. Successivamente l’argomento è stato ripreso al Forum Ambrosetti di Cernobbio! “Le banche devono aggregarsi. Ci sono più poltrone e filiali che nel resto del mondo”. Farlo a Cernobbio ha una valenza maggiore: perché, quando lo ha detto il premier aveva davanti a sè alcuni dei volti più noti dell’economia e della finanza italiana; è a loro che si rivolge nel corso del suo intervento al Forum Ambrosetti. L’appuntamento sul Lago di Como serve così a invitare il settore a fare un passo che poche banche hanno voglia di fare. Troppe le incertezze regolamentari, troppa la paura che la Vigilanza chieda, in caso di aggregazione, più capitale a copertura delle sofferenze, come accaduto nel caso del Banco Popolare. Troppa scarsa, forse, anche la volontà nel mondo del credito di lasciare posizioni apicali, peraltro in rappresentanza di territori che vivono proprio grazie

setti è stato anche l’occasione, per fare il punto sullo stato di salute del settore. Gli indici sono impietosi: nonostante il lieve recupero registrato nelle ultime sedute, Piazza Affari è in rosso del 20% circa da inizio anno. Secondo Renzi, tuttavia, il calo segnato dalla Borsa, e dalle banche in particolare, dipende dalle sofferenze. Un fronte, questo, su cui potrà giocare un ruolo di rilievo il fondo Atlante. L’invito di Renzi alle aggregazioni bancarie trova (paradossalmente) consensi tra molti dei principali banchieri italiani. E’ vero: il consolidamento, inevitabilmente, porta con sé meno poltrone. Ma, se fatte bene, le aggregazioni possono generare efficienza in un sistema che fatica a essere redditizio. “Diversi istituti hanno profittabilità molto bassa e le aggregazioni devono migliorare la loro capacità di generare capitale”, dice Alessandro Profumo, ex presidente di Mps ed ex a.d. di Unicredit, ora presidente di Equita Sim. Il manager, a margine del forum Ambrosetti, sottolinea del resto anche la necessità di un cambio del sistema creditizio, che rimane “troppo

nostro paese, abbandonando attività ritenute non più core come il retail”. Ma dopo otto mesi di alta tensione con Europa e mercati, la strada per recuperare la fiducia degli investitori, del sistema finanziario internazionale e soprattutto per placare la furia speculativa dei mercati resta ancora lunga. Sul percorso restano ostacoli ben noti e discussi, come lo smaltimento degli oltre 200 miliardi di sofferenze che pesano sui bilanci bancari e soprattutto la lentezza del processo di concentrazione e consolidamento tra istituti, ma anche criticità strutturali che vanno ben oltre la solidità patrimoniale: per le banche, come per i mercati, la vera grande sfida che ha davanti il sistema finanziario – e non solo di quello italiano – è quella di inventarsi un nuovo modello di business, snello, flessibile e soprattutto ben focalizzato sui cambiamenti in atto nel mondo del risparmio, della finanza d’impresa e del mercato dei capitali. Quando una delle più grandi banche del mondo come il Santander annuncia l’intenzione di chiudere nel prossi-

cati: chiudere metà delle 30mila filiali bancarie sparse in Italia, come si stima necessario, significa licenziare non meno di 150mila lavoratori bancari, con costi sociali potenzialmente drammatici, Renzi ha esortato i banchieri a non sottovalutare la rischiosità di questo processo. Ma sulle strategie per affrontarlo resta ancora il buio. Le banche sostengono che la rigidità dei contratti del settore impedisce loro di chiudere filiali e ridurre il personale come vorrebbero azionisti e mercati. Da soli, banche e sindacati hanno serie difficoltà a metter in atto questo processo, la cui importanza è pari o persino superiore a quella degli Npl perché riguarda la competitività di lungo periodo. In quest’epoca di risorse scarse e di economia in affanno, fare politica industriale è difficle ma non impossibile: sostenere le banche e aiutarle a ristrutturarsi, significa aiutare le necessità di credito e di sviluppo per decine di settori industriali. Il Made in Italy è un sistema fatto di banche e di imprese, di tecnologia e di risorse per gli investimenti. Quan-

La Questione

bancaria

Cambiamenti epocali nei servizi delle banche. Aggregazioni, fusioni e mutamento dei modelli organizzativi

ci banche popolari sono state forzate a trasformarsi in società per azioni per decreto abbandonando un sistema di governo localistico e paralizzante per poi provare a fondersi: il primo test è il matrimonio annunciato tra Banco popolare e Banca popolare di Milano. Il 18 marzo a Bruxelles Renzi ha dichiarato: Il 2016 è l’anno in cui l’Italia deve sistemare definitivamente la propria questione bancaria…Noi ci stiamo lavorando da qualche settimana, pancia a terra, tutti i santi giorni, per avere una soluzione che rispetti le regole europee che non abbiano voluto noi ma che dobbiamo rispettare. Una soluzione che dia sicurezza ai correntisti, dia garanzia agli istituti di credito: salteranno poltrone, ci saranno meno banchieri e in prospettiva meno bancari perché non possono esserci 300mila bancari, con l’innovazione tecnologica. Ci sarà

al prestito bancario. Ma Renzi si scaglia anche contro l’intera “classe dirigente” che ha le sue colpe nell’aver provocato le difficoltà odierne del mercato bancario, ignorando nel corso degli anni i rischi connessi alla malagestio delle aziende bancarie. “ Lasciatemi essere provocatorio: c’è stata una grande sottovalutazione negli anni scorsi, non solo della politica ma anche del gruppo dirigente, dagli accademici ai giornalisti, agli imprenditori e dei banchieri stessi”. Anche se è “la politica la principale responsabile della cosa pubblica”. Così, mentre in Italia “ i politici hanno pensato di poter avere ancora un impatto fortissimo nelle banche”, nel resto di Europa si andava “ verso un modello diverso, più serio. Ogni riferimento ad alcune banche, dal Monte dei Paschi alle Popolari è puramente voluto”, è la chiosa del premier! Il forum Ambro-

bancocentrico, mentre vanno favoriti canali alternativi di finanziamento alle imprese”. D’accordo con la necessità di un cambio di passo anche Carlo Salvatori, banchiere di lungo corso, secondo cui in Italia ci sono troppe banche e troppo piccole, che hanno quindi difficoltà a stare sul mercato”. Il sistema dovrà insomma ripensare se stesso, come già sta accadendo, e puntare sulla “digitalizzazione così come sulla revisione del modello di business”. Sempre meno operazioni a basso valore aggiunto allo sportello che “hanno fatto vivere le banche in passato”, dice Salvatori, e sempre più spazio, invece, a “consulenza e all’offerta di prodotti innovativi”. Del resto il processo, quello del mutamento del modello organizzativo, sta coinvolgendo in pieno diverse banche, queste, hanno deciso, di “focalizzarsi sul corporate e investment banking nel

mo decennio quasi il 90% delle filiali per trasformarsi in banca digitale, è evidente che il problema della ristrutturazione delle banche e dei modelli bancari va affrontato in Italia con la stessa urgenza. Le banche italiane prestano molto e raccolgono poco, sono praticamente fuori da mercati redditizi come l’underwriting e il Corporate finance, guadagnano quasi esclusivamente dalle commissioni ai clienti e hanno costi operativi nettamente superiori a quelli dei concorrenti europei: con i tassi a zero destinati a comprimere le redditività dell’intermediazione, una profonda ristrutturazione dell’intera industria è un processo scontato. Non c’è dubbio infatti che l’enfasi messa da Matteo Renzi al Forum di Cernobbio sulla ristrutturazione delle banche rappresenti una sorta di chiamata collettiva alla realtà per banchieri e sinda-

do vuole, il governo ci riesce: nelle banche come nelle imprese del Made in Italy. Le azioni ben mirate sono spesso utili quanto il denaro per risollevare industrie in crisi profonda. La nautica da diporto ha ripreso il largo, per esempio, grazie a pochi incentivi fiscali e al rapporto costruttivo con il governo sulla promozione e gli investimenti: e quasi immediatamente , anche le banche hanno riaperto i rubinetti con grandi e piccoli cantieri come con tutta la filiera della componentistica. Quando si lavora insieme, ripartire si può. Per concludere cito quanto scritto da Henry Ford: Ritrovarsi insieme è un inizio, restare è un progresso, ma riuscire a lavorare insieme è un successo. Speriamo che coloro i quali si occuperanno della questione bancaria italiana non dimenticheranno quanto detto da Ford!!!


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Fatti & San Cataldo

AVVISI LEGALI TRIBUNALE DI CALTANISSETTA ESECUZIONE IMMOBILIARE N. 30/2013 R.G. Estratto avviso di vendita

Cresce la raccolta differenziata I

l raggiungimento del 19% nella raccolta differenziata ottenuto nell’agosto scorso a San Cataldo è stato salutato come un risultato superiore ad ogni aspettativa. Il dato è figlio non solo dell’impegno dei cittadini nel portare avanti la differenziata, ma anche della serie di incontri che l’amministrazione, in piena estate ha avuto con la cittadinanza per presentare il nuovo piano per la differenziata e sensibilizzare quanto più possibile sull’obbligo di diversificare la raccolta dei rifiuti. Il sindaco Giampiero Modaffari, in prima persona, assieme all’assessore comunale al territorio e ambiente Angelo La Rosa, s’è speso in un tour estivo di incontri davvero incredibile che ha fatto tappa nei quartieri cittadini, ma anche nelle società che operano a San Cataldo come la “Enrico Medi”, o la società operaia “Giuseppe Rizzo”, oppure la società di mutuo soccorso Cesare Battisti o la società agricola zolfatai Berta. Nonostante il gran caldo e un’estate che consigliava più il mare che incontri su tematiche legate ai rifiuti, l’amministrazione Modaffari ha portato avanti una serie di incontri, calendarizzati, per illustrare ai cittadini l’obbligo della differenziata della frazione secca e i sistemi di raccolta nelle varie zone della Città. Incontri che hanno fatto registrare presenza di pubblico, ma anche, e soprattutto, interesse da parte dei cittadini che hanno manifestato disponibilità a collaborare e a dare il proprio contributo all’incremento della differenziata. Un impegno che sarà successivamente premiato nel momento in cui, dovendo pagare la tassa sui rifiuti, i cittadini che hanno differenziato i rifiuti, vedranno defalcata dalla bolletta la percentuale di rifiuti differenziati. Chiarimenti, dibattiti, precisazioni, rilievi, anche critiche: sono stati questi gli ingredienti che hanno caratterizzato incontri nel corso dei quali i cittadini hanno avvertito la vicinanza delle istituzioni cittadine alle loro ragioni. In effetti, una cosa è emanare una semplice ordinanza con la quale viene disposto di differenziare i rifiuti, una cosa invece è calarsi nella realtà cittadina, parlare con gli stessi destinatari dell’ordinanza e fargli comprendere adeguatamente cosa devono fare per consentire il raggiungimento di risultati positivi per l’amministrazione comunale, ma anche per il loro portafogli in termini di costi della bolletta sui rifiuti. Un mese, quello di ago-

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Il professionista delegato Avv. Giancarlo Spiaggia avvisa che in data 25 novembre 2016 alle ore 18,30 presso il proprio studio sito in San Cataldo, via Caltanissetta n. 18, procederà alla vendita senza incanto, dei seguenti Lotti: LOTTO UNO: Piena proprietà di un appartamento adibito ad abitazione ubicato a Caltanissetta, in via Napoleone Colajanni n. 292, posto al primo piano, con circostante corte di pertinenza. Censito al C.F. del Comune di Caltanissetta, al foglio 122, particella 211, sub 5. Prezzo base: Euro 71.625,00. L’offerta minima efficace ai sensi dell’ art. 571 cpc non può essere inferiore al 75% del prezzo a base d’asta ovvero non inferiore a €. 53.718,75. Offerta in aumento, in caso di gara, non inferiore ad € 4.000,00. LOTTO DUE: Piena proprietà di un Magazzino ubicato a Caltanissetta, in via Napoleone Colajanni n. 292, posto al piano terra e facente parte del medesimo edificio. Censito al C.F. del Comune di Caltanissetta, al foglio 122, particella 211, sub 5. Prezzo base: Euro 48.375,00. L’offerta minima efficace ai sensi dell’ art. 571 cpc non può essere inferiore al 75% del prezzo a base d’asta ovvero non inferiore a €.36.281,25. Offerta in aumento, in caso di gara, non inferiore ad € 2.500,00. Deposito offerte di acquisto in bollo ed in busta chiusa entro le ore 12,00 del giorno precedente la data fissata per la vendita presso lo studio del professionista delegato, Avv. Giancarlo Spiaggia. Cauzione: 10% del prezzo offerto per il lotto al quale si intende partecipare, mediante assegno circolare non trasferibile intestati a “Avv. Giancarlo Spiaggia n.q. Procedura Esecutiva n. 30/13”. Versamento residuo prezzo entro il termine massimo di centoventi giorni da aggiudicazione. Bando integrale, ordinanza di vendita e relazione di stima degli immobili consultabili sul sito www.astegiudiziarie.it. Per ogni ulteriore informazione rivolgersi presso lo studio del professionista delegato, Avv. Giancarlo Spiaggia, ogni Lunedì e Giovedì dalle 16,30 alle 19,30. San Cataldo lì, 1° settembre 2016 Avv. Giancarlo Spiaggia

TRIBUNALE DI CALTANISSETTA PROC. ES. 73/2004 e 74/2004 R.G.ES.

sto, che ha segnato tappe importanti non solo nel raggiungimento della percentuale del 19% per la raccolta differenziata, ma anche per l’avvenuta inaugurazione di due centri di raccolta nel quartiere di Cristo Re, nell’ex mattatoio comunale, e in via Belvedere, nell’ex asilo nido. Due punti di raccolta che si sono uniti a quello di Via Stazione e che presto sono diventati altrettanti punti di riferimento per i cittadini che hanno potuto contribuire a far lievitare la percentuale di raccolta differenziata facendola arrivare al 19%. Un risultato che, ovviamente, ha incontrato la legittima soddisfazione dell’amministrazione comunale che, dopo aver profuso sforzi organizzativi e tecnici non indifferenti, ha raccolto un risultato importantissimo. Un dato, il 19% ad agosto, che appena due mesi prima era al 12% e che ha permesso di superare ampiamente le previsioni dell’ordinanza regionale sulla raccolta differenziata in base alla quale la città di San Cataldo avrebbe dovuto raggiungere il 15% entro il 31 agosto e il 18% entro il prossimo 30 novembre. Evidentemente, sulla scorta di questi dati, San Cataldo è risultata avanti nella percentuale di raccolta differenziata raggiunta. Nel mese di agosto San Cataldo ha prodotto rifiuti differenziati per 118 mila kg. Un dato anche questo in forte crescita considerato che il mese precedente i rifiuti differenziati raccolti erano stati per 85 mila kg. Dunque, una raccolta differenziata che a San Cataldo è risultata in significativa crescita se si considera che nell’agosto del 2015 la percentuale di differenziata era di appena il 7%. Inoltre, Da gennaio ad agosto sono stati conferiti 657 mila kg di rifiuti differenziati, 281 mila kg in più rispetto allo scorso anno. Il tutto nel contesto di un sistema di raccolta differenziata nel quale operano tre

punti di raccolta e che ha visto l’amministrazione comunale impegnata a 360 gradi nel promuovere la differenziata con risultati che, alla luce dei dati emersi e resi noti, appaiono positivi. “Con la differenziata siamo sulla strada giusta”, hanno sostenuto il sindaco Giampiero Modaffari e l’assessore comunale al territorio e ambiente Angelo La Rosa che, commentando l’avvenuto raggiungimento del 19% di percentuale per la Città di San Cataldo nel mese di agosto, hanno annunciato che ci si sta apprestando ad attivare gli altri due step più importanti ed impegnativi del programma straordinario di differenziata. Si tratta del “porta a porta” in centro storico (oltre tre mila utenze) e della raccolta a bordo strada nel resto della città. Sindaco ed assessore al territorio e ambiente hanno confermato che i cassonetti per l’umido fuori centro storico sono già arrivati e che quanto prima i cestelli per l’umido saranno distribuiti alle utenze del “porta a porta” assieme ai sacchetti biodegradabili per tutte le utenze della città. Il tutto senza dimenticare i cittadini che, nel raggiungimento di questi risultati, sono stati determinanti grazie alla loro collaborazione. “Alla fine – hanno ribadito l’assessore La Rosa e il sindaco Modaffari - sono veramente loro che stanno facendo la differenza con grande senso di responsabilità e civiltà; e i risultati che via via si raggiungono appartengono a loro; accompagniamo questi forti segnali di crescita con un maggior rispetto per la nostra Città, evitando di buttare per terra carte o abbandonare rifiuti e quant’altro possa contribuire a sporcare gestendo in modo adeguato i nostri cani e curando il decoro della nostra Città. La città è la casa di tutti: rispettiamola”.

Il Notaio Salvatore Pilato avvisa che il 10 novembre 2016, ore 10,30 e segg., nel suo ufficio secondario in Serradifalco, via Duca 6, si procederà alla vendita senza incanto dei seguenti immobili in Riesi: LOTTO 1) appartamento in via Cesare Balbo n.2, p. T-1-2, 5,5 vani, foglio 33, p.lle 421/4 e 422/4, prez-zo base E. 9.100,00, offerta minima efficace E. 6.825,00; LOT-TO 2) magazzino in via Cesare Balbo n.8, p. T-1, mq. 57, fo-glio 33, p.lla 564/1, prezzo base E. 2.700,00, offerta minima efficace E. 2.025,00; LOTTO 3) appartamento in via Oberdan n.4, p. 1-2-3, 3 vani, foglio 33, p.lla 460/5, prezzo base E. 6.000,00, offerta minima efficace E. 4.500,00. In presenza di più offerte il rilancio minimo è di E. 1.000,00 Per partecipare è necessario presentare offerta di acquisto e depositare cauzione pari al 10% del prezzo offerto, presso l’ufficio secondario del Notaio, entro le ore 12,30 del giorno precedente la vendita. Avviso integrale, CTU e ordinanza di delega su www.astegiudiziarie.it e www.asteimmobili.it; ulteriori informa-zioni presso l’ufficio secondario del Notaio, nonchè custode de-gli immobili staggiti.(Tel. 0934-932502, fax 0934-1930353, e-mail spilato@notariato.it). Il Notaio Delegato Salvatore Pilato

TRIBUNALE DI CALTANISSETTA Vendita immobiliare esecuzione n. 44/2012 R.G.es. Il professionista delegato alla vendita, Dott. Paolo Buono, rende noto che in data 19/10/2016 alle ore 10:00 presso l’Associazione Professionale Attività Giudiziarie – APAG – con sede in Caltanissetta Via Kennedy n. 46 piano secondo, avrà luogo la vendita senza incanto, dei seguenti beni immobili: LOTTO 1: “Appartamento sito in Caltanissetta, via Re d’Italia n. 46, composto da 3,5 vani, posto al primo piano, mq 49,5 circa, censito al N.C.E.U. al fg. 296, part. 687, sub. 10, Cat. A/4, classe 2, rendita cat. € 108,82” APE: Classe G – Prezzo base € 12.344,00. Offerta minima di acquisto per la partecipazione alla vendita (pari al 75% del suddetto prezzo base): € 9.258,00. Le offerte di acquisto inferiori all’ammontare dell’offerta minima sopra indicata non saranno efficaci. LOTTO 2: “Porzione di fabbricato sito in Caltanissetta, via Suterese n. 38, composto da 2 vani, mq 32,4 circa, censito al N.C.E.U. al fg. 296, part. 677, sub. 2, Cat. A/5, classe 2, rendita cat. € 41,94”. – Prezzo base € 6.343,00. Offerta minima di acquisto per la partecipazione alla vendita (pari al 75% del suddetto prezzo base): € 4.758,00. Le offerte di acquisto inferiori all’ammontare dell’offerta minima sopra indicata non saranno efficaci Offerte in bollo in busta chiusa da depositarsi presso la sede dell’A.P.A.G. entro le ore 12:00 del giorno precedente la vendita, con allegati assegni circolari non trasferibili intestati a “Dott. Paolo Buono Proc.Es.Imm. 44/2012” di importo almeno pari al 10% del prezzo offerto a titolo di cauzione. Versamento saldo prezzo entro il termine indicato in offerta in ogni caso non superiore a giorni 120 dall’aggiudicazione. Bando integrale, ordinanza di vendita e disposizioni modificative, relazione di stima dell’immobile ed allegati, consultabili sul sito www.astegiudiziarie.it. Info: 0934/21469. Il Curatore Fallimentare Dott. Paolo Buono


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Mediamente

AVVISI LEGALI di Jim Tatano

Giovanni Mulè Bertolo lo storico villalbese che amò Caltanissetta M

olti potranno dire che ci sarà campanilismo in quanto staranno per leggere, e forse è innegabile. Ma oltre a questo, ci sono ben altri motivi, quali la memoria, la difesa di un territorio che soffre di marginalità e la legittimità culturale di uno storico che col suo impegno civico, e per l’appunto, culturale, ha reso grandi servigi alla sua provincia. Stiamo parlando dello storico, insegnante, giornalista e politico villalbese Giovanni Mulè Bertòlo, e ne parliamo perché il prossimo anno sarà importante per la sua memoria, infatti ricorrerà il 100° anniversario della sua morte avvenuta a Caltanissetta il 12 gennaio 1917, e il 180° anniversario della nascita avvenuta a Villalba il 2 luglio 1837. L’illustre studioso era nato da Michele e Angela Bertolo (i nonni paterni erano originari della vicina Vallelunga, Stefano Mulè e Giuseppa Amenta, e furono tra i primi vallelunghesi a potersi insediare a Villalba) fu autore della più importate studio storico su Villalba “Memorie del Comune di Villalba”, e non solo. Purtroppo, la memoria non è mai abbastanza, infatti per fare alcuni esempi, la scheda di Wikipedia di Villalba non lo annovera tra le personalità legate al paese; l’interessante monografia “Giovanni Mulé Bertolo narratore di storia nissena” (Edizioni Lussografica, 1989) di Walter Guttadauria andrebbe riscoperta, principalmente tra i più giovani villalbesi che non la conoscono; a Villalba la scuola elementare è dedicata al fratello Stefano, ma nulla ricorda Giovanni, né una strada, né un edificio pubblico, praticamente nulla. Per comprendere meglio ricordiamo piuttosto cosa fece in vita Giovanni Mulé Bertolo, che ebbe l’onore di riceve una gran quantità di onorificenze e la cittadinanza onoraria di Caltanissetta. Dopo aver ottenuto il diploma di abilitazione notarile a Catania nel 1862, Mulè Bertolo, preferì dedicarsi alle lettere, e alcuni anni dopo scegliendo la via dell’insegnamento si trasferì definitivamente a Caltanissetta (senza mai dimenticare la sua Villalba) e presto iniziò a insegnare Storia, Geografia e Italiano presso la Regia Scuola Tecnica. In politica lo ritroviamo nelle file della Sinistra e nel mandamento di Villalba (che comprendeva anche Vallelunga e Marianopoli) fu eletto consigliere provinciale. Ed ebbe anche una particolare passione e un’ottima carriera giornalistica, infatti ben presto divenne direttore de «Il Messaggiere» che era l’organo di stampa ufficiale della Provincia. Fondò molti giornali, scrisse pure la monografia “Il giornalismo nella Provincia di Caltanissetta durante il secolo XIX”, e tra le sue fondazioni alcuni periodici satirici, una menzione particolare va a «Lo Scarafaggio» che riportava l’epigrafe, come

ricorda Guttadauria, «Se rider vuole chi si crede saggio, legga i portenti dello Scarafaggio» e per dimostrare il grande impegno per assicurare le uscite si informavano i “saggi” lettori che il giornale «Si pubblica, quando si compone; si compone, quando si scrive; si scrive, quando ci piace». Con il lavoro di cronista accrebbe

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sogno: far nascere una biblioteca che raccogliesse quanti più scritti, opuscoli, giornali e documenti di tutti gli scrittori e studiosi nisseni. Oggi il prezioso materiale è custodito presso la biblioteca «Scarabelli». Questo e molto altro riuscì a fare il villalbese. Lo slancio che Mulè inoltre riuscì a dare alla città fu potente e molto

TRIBUNALE DI CALTANISSETTA Avviso di vendita senza incanto Proc. esec. riuniteiunite nn. 78/2013 + 18/2015 RGE Il giorno 07/10/2016 alle ore 16,30 in Caltanissetta presso lo studio dell’avv. Anna Rosa Scalzo sarà celebrata la vendita senza incanto del seguente bene immobile in un LOTTO UNICO : APPARTAMENTO a piano terra, sito in Caltanissetta Via dei Mille n. 71, posto in edificio popolare, di superficie utile mq. 58, in catasto al foglio di mappa n. 119 particella n. 242 sub 1 Ctg catastale A/4, classe 2, consistenza 4,5 vani, rendita €. 139,91, su un unico livello. PREZZO BASE EURO 51.000,00 ( euro cinquantunomila/00) In caso di gara tra più offerenti la misura minima dell’aumento da apportare all’offerta più alta è di €. 3.000,00 OFFERTA MINIMA CONSENTITA PARI AD EURO 38.250,00 ( 75 % del prezzo base) . La descrizione del superiore lotto unico risulta meglio rappresentata nella relazione di stima del 01/10/2014 a firma del C.T.U. Ing. Giuseppe Arturo Riggi cui si rinvia. L’offerente potrà presentare offerta di acquisto in busta chiusa ed in regola con il bollo dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 17.00 alle ore 19.00 (preferibilmente previo appuntamento telefonico) presso lo studio del Professionista Delegato alle operazioni di vendita immobiliare sito in Caltanissetta via Libertà n. 114 sino alle ore 12,00 del 06/10/2016 ( giorno precedente quello fissato per la vendita). Le offerte di acquisto saranno esaminate il giorno 07/10/2016 alle ore 16,30 presso lo studio dell’avv. Anna Rosa Scalzo . All’offerta dovranno essere allegati – inseriti anch’essi in busta chiusa – una fotocopia del documento di identità dell’offerente, nonché a pena di inefficacia dell’offerta, assegno circolare non trasferibile intestato al Professionista Delegato per un importo pari al 10 % del prezzo offerto, a titolo di cauzione, che sarà trattenuta in caso di rifiuto dell’acquisto . Salvo quanto previsto dall’art. 571 cpc l’offerta presentata è irrevocabile, pertanto si procederà ad aggiudicazione al migliore offerente anche in caso di mancata sua presentazione alla data fissata per la vendita . In caso di aggiudicazione l’offerente è tenuto al versamento del saldo prezzo e degli oneri accessori ( che gli verranno quantificati dal Professionista Delegato) nel termine da lui indicato nell’offerta ( max 120 gg. ), ovvero in mancanza, non oltre 60 giorni dall’aggiudicazione . Il mancato pagamento del saldo prezzo determinerà la revoca dell’aggiudicazione e l’aggiudicatario perderà le somme versate a titolo di cauzione. Il GE in presenza di giustificati motivi e su istanza dell’aggiudicatario potrà disporre che il versamento del saldo prezzo avvenga ratealmente entro un termine non superiore ai 12 mesi.. Gli interessati hanno facoltà di visionare l’immobile prima della vendita contattando il Custode nominato, Avv. Anna Rosa Scalzo con studio in Caltanissetta Via Libertà n. 114. Ulteriori informazioni e documentazione quale l’ordinanza di delega delle operazioni di vendita o la perizia d’ufficio potranno essere acquisite in Cancelleria EE. II. Del Tribunale di Caltanissetta o presso lo studio del Delegato previo appuntamento telefonico ( ai seguenti recapiti 0934/554747 e 347/8562803 ) oppure sul sito internet www.astegiudiziarie.it .

TRIBUNALE DI CALTANISSETTA Esecuzione Immobiliare n. 107/2011

quello più complesso di storico, e in questa veste si adoperò per editare una prestigiosa storia di Caltanissetta dello

importante per l’intera provincia e ricordare questo intellettuale oggi significa essere consapevoli del fermen-

Per 40 anni si adoperò per il suo grande sogno: far nascere una biblioteca che raccogliesse quanti più scritti, opuscoli, giornali e documenti di tutti gli scrittori e studiosi nisseni. storico Camillo Genovese, ne scrive una lui stesso “Caltanissetta nei tempi che furono e nei tempi che sono”, e per 40 anni si adoperò per il suo grande

to culturale che ebbe un agglomerato importante “nei tempi che furono” per migliorare e accendere la fiamma dell’orgoglio “nei tempi che sono”.

Il cancelliere rende noto che all’udienza del 28/09/2016 alle ore 12,30 nella sala delle pubbliche udienze di questo Tribunale, avanti al Giudice dell’esecuzione, avrà luogo l’esame delle offerte di acquisto, ai sensi dell’art.572 c.p.c. per la vendita senza incanto dei seguenti beni immobili, siti in Mussomeli, c.da Castelluccio: a) appezzamento di terreno di sagoma irregolare, acclive, non coltivato, esteso, esclusa l’area occupata dai fabbricati, mq.1070; b) insistenti due corpi di fabbrica uno di mq. (6,30 x 4,60) con un servizio di mq. (2,10 x 2,10) e un altro di mq.10 entrambi prospicienti su una corte comune ov’é presente une cisterna interrata in cemen- to armato. Censiti, il terreno, nel catasto terreni del comune di Mussomeli, foglio 15, particelle 216 (vigneto, classe 2, are 4.00), 221 (vigneto, classe 3, are 1.60), 1242 (seminativo, classe 3, are 2.00) e al catasto dei fabbricati, foglio 15, particella 160 sub.2, aree urbana e i fabbricati, foglio 15 particella 913 p.t., cat.A/4, cI.1, vani 2, rendita catastale €.60,64. Con tutti i diritti, dipendenze, pertinenze, accessori e servitù attive e passive legalmente costituite. II prezzo base per il lotto unico é di €.19.295,00; offerta minima per la partecipazione all’asta pari al 75% del prezzo base d’asta; offerta minima in aumento €.1.000,00. A norma dell’art.571 c.p.c., ogni offerente dovrà presentare nella cancelleria dichiarazione in bollo, contenente l’indicazione del prezzo, del tempo e modo del pagamento e ogni altro elemento utile alla valutazione dell’offerta, che non è efficace a) se perviene oltre le ore 12.00 del giorno precedente alla vendita; b) se è inferiore al prezzo come sopra determinato; c) se l’offerente non presta cauzione, a mezzo assegno circolare non trasferibile intestato alla procedura esecutiva in misura non inferiore al decimo del prezzo proposto; l’offerta è irrevocabile salvo che siano decorsi 120 giorni dalla sua presentazione senza che sia stata accolta. L’offerta dev’essere depositata in busta chiusa all’esterno della quale sono annotati, a cura del cancelliere, il nome, previa identificazione di chi materialmente provvede al deposito, il nome del giudice dell’esecuzione e la data dell’udienza fissata per l’esame delle offerte; l’assegno circolare per cauzione dev’essere inserito nella busta; le buste sono aperte all’udienza fissata per l’esame delle offerte alla presenza degli offerenti. I beni vengono posti in vendita nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano, così come identificati, descritti e valutati dall’esperto in seno alla relazione agli atti. L’aggiudicatario dovrà versare la differenza del prezzo (detratta la cauzione di cui sopra) oltre oneri, diritti e spese di vendita per la registrazione e la trascrizione del decreto di trasferimento (pena la revoca dell’aggiudicazione) entro un termine massimo di 60 giorni dalla data di aggiudicazione; in mancanza, si provvederà a norma dell’art.587 c.p.c. Ove ricorrano giustificati motivi, il Giudice dell’esecuzione potrà disporre che il versamento del prezzo abbia luogo ratealmente, entro un termine non superiore a dodici mesi. Maggiori informazioni, anche relative alle generalità del debitore, possono essere fornite dalla cancelleria (ov’é possibile visionare la perizia di stima) Il Funzionario Ignazia Chiolo


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Fatti & Sport di Donatello Polizzi

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Il ventunenne pesista nisseno dopo il 7° posto di Rio 2016 è al lavoro per il prossimo appuntamento olimpico. L’obiettivo è un posto sul podio

Mirco

Scarantino

“Guardo alla 3° Olimpiade, mi sento troppo ... Tokyo” N on c’è due senza tre. L’antico adagio, per alcuni abusato luogo comune, calza a pennello per Mirco Scarantino, straordinario pesista nisseno di 21 anni, che quest’estate a Rio 2016 ha disputato la sua seconda Olimpiade, dopo Londra 2012. Neanche il tempo di rifiatare che è già il momento di guardare avanti, di puntare a Tokyo 2020. Con non comune caparbia e incrollabile forza di volontà, si prepara ad altri quattro anni di allenamenti e gare internazionali (mondiali ed europei) nella speranza di continuare a migliorare i suoi risultati olimpici: dopo il quattordicesimo posto in terra anglosassone ed il settimo in Sud America, inutile mascherare il desiderio di podio. Nel voler raccontare il viaggio sportivo dell’atleta nisseno alla volta dell’Oriente, segnato da altri 1460 giorni di sacrifici, dobbiamo partire da casa sua, da suo padre Giovanni Scarantino che ha partecipato come atleta a tre olimpiadi (Seul 1988, Barcellona 1992, Atlanta 1996) e poi anche a tre da allenatore, ma quella è un’altra storia. Un duello generazionale a cinque cerchi: inevitabile che l’allievo voglia perlomeno pareggiare il conto, senza precludersi la possibilità del sorpasso. Olimpiade, evento planetario contenitore di emozioni sportive indescrivibili. Gli atleti si preparano quattro anni, per afferrare un sogno, per raggiungere un traguardo che li consegna alla storia, talvolta alla leggenda. Sugli spalti o davanti agli schermi, spettatori e aman-

ti dello sport, cercano di respirare quel clima magico, si appassionano, tifano senza limiti nazionalistici, si lasciano trasportare da imprese quasi ai “limiti” dell’umano. Questo è il rapido compendio di una sola Olimpiade, pensiamo all’aumento esponenziale di suggestioni e trepidazioni, quando raccontiamo o tentiamo di raccontare, due, tre o più Olimpiadi. Lasciamo che Mirco ci sveli il dietro le quinte. Oltre i risultati, oltre le gare, oltre il peso del bilanciere. “Si sognano, preparano per anni, s’ i n s e g u o n o, si odiano, si amano. L’esperienza olimpica che ho vissuto a Rio, è una delle cose più belle della mia vita. Realizzare il sogno che ogni atleta coltiva, la meta che speriamo di raggiungere”. Le parole non disegnano adeguatamente le emozioni, non riescono a descrivere il caleidoscopio di sentimenti che segnano e imprimono nella memoria dei protagonisti giornate dai tratti indimenticabili. Mirco ci prova: “Da bambino dicevo sempre ai miei compagni di classe, ai

miei amici, ai miei genitori, un giorno farò le Olimpiadi”. Probabilmente in casa Scarantino, quella parola na-

guo. Io a Londra ero giovanissimo, appena 17 anni, ho capito davvero poco. Invece a Rio ho vissuto questa emozione a 360 gradi. Ho sempre detto a tutti, chi non ci passa non può capire, per comprendere in toto bisogna sperimentare un’emozione così forte. Vivere l’avvenimento sportivo planetario per eccellenza è indescrivibile. Io dividevo la camera con un grande personaggio, un grande atleta come Aldo Montano. Il vigoroso abbraccio prima della mia gara e sentirsi dare la giusta carica penso sia la cosa più bella. Condividere tutte le emozioni agonistiche, ma anche i momenti di socialità. Stare a contatto con tutti i campioni, farsi selfie, foto simpatiche, sapere che tutti insieme stiamo vivendo un’emozione bellissima ti da una carica bestiale”. Un arcobaleno di bandiere, nazionalità, usi, costumi e consuetudini: “Ogni mattina mi affac-

siti sempre in dosi maggiori. Mirco Scarantino è già al lavoro per Tokyo 2020: “Ho raggiunto il mio secondo sogno, ma ancora non si è avverato del tutto; voglio e posso migliorare. Sono partito da Londra chiudendo al quattordicesimo posto, passando al settimo di Rio che è stato un risultato meraviglioso, ma ho detto a tutti che Mirco guarda già avanti. Stiamo pensando a Tokyo 2020, il sogno sta ancora nel cassetto: per realizzarlo dovrò lavorare altri quattro anni per raggiungere quello a cui aspiro. Quella promessa che feci un giorno a mio padre, di potergli regalare a lui, ma sopratutto alla mia federazione, al mio gruppo sportivo della polizia, una medaglia olimpica. Per me Olimpiade è una parola che fa venire sempre i brividi”. Bisogna credere molto in se stessi, oltre ad essere circondati da gruppi di lavoro (federazione e tecnici) di spessore, per iniziare progetti che si

L’azzurro racconta le emozioni quotidiane vissute nel villaggio olimpico. Le esperienze condivise con tanti campioni a cominciare dal suo compagno di camera, Aldo Montano

sconde una piccola ossessione: “Questa parola in famiglia si sentiva spesso perché avendo un padre per ben tre volte olimpionico puoi solo prendere esempio”. Corsi e ricorsi storici, buon sangue non mente. Ci avventuriamo nella “quotidianità” olimpica: “Cosa si vive nel villaggio olimpico? Tutti mi fanno questa domanda. Necessario fare dei distin-

ciavo e vedevo il villaggio olimpico, le bandiere che sventolavano, il nostro tricolore attaccato al balcone. I miei occhi brillavano. Oggi gesto della quotidianità olimpica era strabiliante. Andare a pranzo, vedere la mensa, una sorta di grande centro commerciale, ammirare tutti i tipi di cucina, assaggiar un po’ di tutto; sono cose nuove e belle che ti rimangono per sempre stampate nella mente”. Qualcuno potrebbe pensare ad un punto d’arrivo ed invece l’adrenalina olimpica è una droga di cui neces-

dipanano per quattro anni. Mirco, la sua forza non la spende ed impegna solo impugnando il bilanciere, ma mantenendo alta e costante la concentrazione. Non solo fisico ma anche psiche. Sorretto anche dall’azzurro della nazionale e dall’orgoglio di rappresentare oltre che l’Italia, anche l’adorata Sicilia e l’amata Caltanissetta. Inevitabile pensando al futuro, ai progetti, ai sacrifici, anche alle insidie, che tutto riconduca ai cinque cerchi. L’oriente chiama: “Mi sento troppo….Tokyo!”.


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Fatti, Sport & dintorni di Francesco Paolo Anselmo

I

l mio solito lunghissimo viaggio verso Roma, tutto un pomeriggio di una domenica Ottobrina e tutta una notte, more solito, senza potere chiudere occhio, guardando il mondo variegato che c’è attorno a me su questo bus che oramai mi accompagna da mesi in questa mia avventura universitaria da giovanissimo studente universitario 60enne, giovani, vecchi, tantissimi extracomunitari, che dove vanno non so, ma tutti alla ricerca di un qualcosa. Ed io volo con la mia mente a questa avventura universitaria con i sogni ad occhi aperti che mi fanno sentire meno pesante questo viaggio. Ci sarà la lezione del prof Piccioni, giornalista della Gazzetta dello Sport, che mi sta trasmettendo tante emo-

1996, data troppo importante per me, a maggio nacque mio figlio Raffaele, a giugno morì mio padre ma con la soddisfazione che potè tenere in braccio suo nipote che portava il suo stesso nome, e con Raffaele sempre in braccio a me, sprofondato nel divano, ad agosto guardai le Olimpiadi . Ricordo che mentre stavo vedendo la gara di Pentatlon Moderno, sempre con Raffaele stretto a me, ricevetti la telefonata della zia Rosa che era andata ad Atlanta dai nipoti, e pensando, ora che non c’è più, alla sua frittata, “la froscia”, che mi preparava sempre e di cui andavo pazzo. Intanto sempre immerso nei miei sogni arrivo a Tiburtina che sono le 6, prendo il bus ed alle 6:45 sono davanti l’università, cappuccino,

e spero la prossima volta di parlarvi delle Olimpiadi della antica Grecia e del atleta di Taranto. Con de Coubertain l’atleta che doveva essere ricordato doveva essere un atleta moderno e questo sport metaforicamente viene raccontato con una storiella: un messaggero che dal campo di battaglia doveva portare un messaggio al re, al galoppo su un cavallo, durante il percorso dovette difendersi con la spada e la pistola, poi dovette attraversare un fiume nuotando e indi continuare il percorso correndo. Allora le gare non si svolgevano in una sola giornata e parliamo di una altra epoca, ma erano fatte da 5 prove. Allora non c’era il famoso combined, che è corsa e tiro fatte insieme e quin-

Cesare Toraldo

Valerio Piccioni

zioni, facendomi andare con la mente ai miei 14/15 anni , quando uscendo dall’ Oratorio con i miei amici, andavo a comprare il quotidiano sportivo per poi tenerlo nella tasca dietro i jeans come un trofeo, un riconoscimento, una identificazione, tanto diverso dai tanti miei amici, compagni di scuola ma forse compagni per niente, che ostentavano giornali politici, barbetta trasandata da quindicenne intellettualoide indossando l’eskimo o quelli vestiti tutto punto con i capelli ben tagliati cortissimi che ti guardavano con atteggiamento altezzoso. La volta scorsa il Prof chiuse la lezione dicendo che nella prossima avrebbe parlato delle Olimpiadi di Atlanta del 1996 e del pentathlon moderno.

crostata di mele , mi vado a sciacquare, dentifricio, profumo, mi cambio camicia e maglione e sono … si fa, per dire pronto per le lezioni . Alle 8.30 cominciano ad arrivare tutti, saluti, baci, “ come stai?”, “ come ti va?”, “sempre con questo viaggio massacrante, ma perché non prendi l’aereo?” arrivano un po’ dopo Ale e il maestro Fragale e mi si riempie il cuore. Entriamo nell’aula Celba, la mia voglia di dormire è tantissima, sono veramente stanco ma ecco entra il prof. con il suo spezzato senza cravatta, sempre garbato, compito, educato , gradevole ed inizia il suo racconto con quella tonalità di voce che ti fa andare indietro nei sogni, che ti accompagna. Comincia a raccontare di un episodio che fa sicuramente parte della sua vita professionale tanto da fare sembrare questo episodio come se non fosse mai esistito, perché era un qualcosa che faceva parte di lui, forse oltre la nuda cronaca, ma è sicuramente un episodio che gli sarà rimasto talmente nel cuore e riguarda una gara delle Olimpiadi di Atlanta del 1996. Ad un certo punto nella gara di Pentathlon moderno, dopo 4 prove, diciamo che, brevissima parentesi, per qualcuno sarà inutile, è ininfluente perché conoscitori della materia, il pentatlon moderno è cambiato rispetto al pentatlon dell’antica Grecia. Allora le gare dovevano ricordare le abilità che avevano gli antichi guerrieri e quindi: il Pancrazio, il salto il lungo, il giavellotto, il disco e la corsa finale,

ed essere lì, in quel campo dove Cesare Toraldo sarebbe partito in testa nella gara di corsa campestre. Naturalmente accadde quello che il pronostico equilibrato aveva già illustrato e cioè che Toraldo arrivò 8 ° .

Pentatleta nel mito, ma senza vittoria

di le gare, sostanzialmente, si risolvevano dopo 4 prove, che erano il tiro, la scherma, il nuoto e l’ equitazione, arrivando alla prova finale, con un italiano in testa che si chiamava Cesare Toraldo. Il campo di gara era molto lontano da Atlanta almeno 50-60 km e quindi alle 14:00 nel centro olimpico di Atlanta si diffuse il virus del Pentathlon Moderno . In Italia ci inventammo tutti esperti di Pentatlon Moderno e cominciammo a disquisire su questo sport e non solo di tiro, di atletica, di nuoto, volley, pallanuoto, basket etc e naturalmente qualcuno era più avanti mentre ad Atlanta ci fu sicuramente la corsa alla macchina, alla navetta che avrebbe dovuto portare al campo di gara, tutti i giornalisti, funzionari CONI dove si sarebbe svolta la prova finale di corsa campestre, tutti presi dalla frenesia di questa medaglia d’oro, che sicuramente avremmo vinto, tutti a parlare di questo futuro ingegnere e di cosa scrivere nei giornali,” titolo, sottotitolo, occhiello” e di che premio consegnargli una volta in Italia. Io che non essendo un grandissimo esperto di Pentathlon moderno maavevo gli strumenti e le conoscenze per capire che quel 1° posto non sarebbe rimasto tale ma vallo a spiegare ai miei amici, né tantomento a Raffaele che aveva tre mesi, per loro, oramai novelli tecnici di pentatlon moderno, la medaglia d’oro era sicura. Io volli assaporare quella finale in tv, pensando che sarei potuto andare con la zia Rosa

Naturalmente fu come se tutta quest’adrenalina in qualche modo si ammosciò, sia in me, che nei miei amici che in tv e nelle pagine dei giornali, i cui titoli, che erano stati prenotati, furono dirottati su altri argomenti, i più disparati. Comincio a tornare dal sogno e la voce del prof che mi aveva accompagnato, ora viene materializzata dalla sua figura, seduto davanti alla cattedra, sempre composto, con gli occhi azzurri incastonati nel volto pacioso e i capelli brizzolati e spettinati che gli danno un aria da ragazzino che racconta che resistette a non andare via subito dopo la gara, riuscendo a scrivere qualcosa. Quindi si attardò in questo campo che si era svuotato. Questo stadio era molto fuori Atlanta, che era una città, una non città, dove non capì mai quale fosse il centro e quale fosse la periferia, se esistesse un Centro o una periferia, diciamo quello per lui fu un piccolo trauma, perché un Europeo abituato al massimo a New York, dove c’è comunque una City, trovarsi in una città senza un Down Town sarà stato terribile. Ad un certo punto mentre sta per andare via, salendo le scale , volgendosi indietro, per guardare per l’ultima volta questo stadio che non era proprio uno stadio, ma era comunque un impianto da 10.000 spettatori e quindi in quel momento tutto naturalmente vuoto, notò in lontananza, un solo punto, un puntino che sembrava muoversi e incu-

riosito si avvicinò e a poco a poco quel puntino cominciò a materializzarsi in una persona. Intanto il suo discorso professionale era risolto, perché erano le 2 di notte in Italia, in un’epoca dove ancora non c’era Internet. Basta era finita la giornata per lui come giornalista, ma era incuriosito da quel puntino nel vuoto dello stadio, si avvicinò e vide che c’era un uomo appoggiato alla ringhiera, che stava rannicchiato e naturalmente in quel momento gli venne il pensiero che si stesse sentendo male, non lo aveva riconosciuto e gli venne spontaneo toccarlo, per vedere che cosa stesse succedendo? lui si voltò, era Cesare Toraldo e stava piangendo…….era solo, senza compagni, coach, giornalisti, manager che fino a poche ore prima facevano la calca attorno a lui ... ecco quella è diventata per me una delle immagini più belle delle Olimpiadi. Ora dei racconti che finora vi ho fatto, questa eredità mi è rimasta dentro e questo per dirvi che quella storia lì, purtroppo pochissimi giornali ne parlarono ed anche io che sono un divoratore di giornali sportivi e di storie di personaggi sportivi non ne sapevo nulla , penso che forse i giornali attraverso i giornalisti devono riuscire a mantenere un grado di livello di curiosità e non vincolarlo solo ai soliti noti. Questa è una delle sfide più grandi che il giornalismo ma in generale anche la comunicazione deve avere. Cesare Toraldo si è poi laureato in ingegneria ed ora è un affermato professionista.


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Recensioni

L

’amico editore mi ha chiesto di iniziare questa rubrica e ne sono particolarmente felice. Scriverò di un film sportivo, di un libro tecnico e vi darò indicazioni di siti sportivi. Naturalmente come video voglio iniziare con un film che mi ha sempre accompagnato nella mia vita di coach ed è “Hoosiers- Colpo vincente” con Gene Hackman nel ruolo di coach Daly.

Video Il film ci narra di un fatto realmente accaduto nell’Indiana nel 1954 con il Milan High School che vinse veramente il torneo dello stato di Indiana nel 1954, con Coach Norman Daly, coach talentuoso che fu radiato per avere malmenato un suo giocatore. Ora il suo vecchio amico Cletus, preside di un liceo di Hickory, paesello sperduto dell’Indiana, con soli 52 alunni, dove le abitazioni di campagna sono lontane le una dalla altra, ognuna con un canestro nel retro della casa, e dove tutti si chiamavano gridando: “Hoosiers”, lo contatta, dandogli la possibilità di allenare la

squadra del liceo, insegnando pure educazione civica. Coach Daly ha un inizio difficile, tutti lo guardano con diffidenza, non dandogli credito e criticando le sue scelte, prima fra tutte quello di giocare ad uomo e non a zona. E con i ragazzi che non hanno dimenticato il vecchio coach , morto prematuramente, e soprattutto per la mancanza di Jimmy il miglior giocatore della squadra. I giocatori non riescono a capire la sua filosofia (famoso il suo: si tira dopo 4 passaggi che ricorda Bobby Knight), e per non avere seguito questa sua filosofia mette a sedere un suo giocatore, giocando il finale di partita in 4!!!! Delizioso, grandioso!!!! Fino a che la cittadinanza, stanca di questo coach che non ascolta i loro consigli decide per il suo esonero che non avviene per l’intervento di Jimmy Chitwood che dichiara che sarebbe tornato a giocare solo se fosse rimasto coach Daly! Da qui l’inizio di nuovo cammino, la squadra diventa sempre più coesa, semplicemente meravigliosa la figura di “colpo in canna” assistente alcolizzato interpretato da un magistrale Dennis Hopper, che sarà in nomination per il premio oscar. La seconda parte per noi amanti di sport scorre via tutto di un fiato fino al tiro finale di Jimmy che decreta la vittoria nel fantastico palazzone di Indianapolis. Bellissima la metafora di coach Daly sulle misure del palazzo della finale che sono le stesse misure della palestra di Hickory e che scaccia la paura dalla mente dei ragazzi e il discorso finale prima della partita che coach Daly chiude dopo aver guardato i suoi ragazzi negli occhi con “Vi voglio bene ragazzi”. p.s.: da 30 anni il grido delle mie squadre è :”GO”

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di Marco Benanti

Libro

Andrea Di Caro

Il libro, che in realtà sono 2 tomi voluminosi ma che si leggono tutto di un fiato è “Tra un Time e l’altro” del prof. Ettore Zuccheri. Il 6 agosto del 2000 decido di lasciare il lavoro, volevo ritentare la mia strada di coach, era quella la mia vita, ma dopo tanto tempo senza allenare, senza aggiornarmi e senza leggere più un libro ero in difficoltà. Ero fermo al passing game e al Wheel offense di Sandro Gamba, volevo ancora di più e cominciai a cercare, a chiedere, a scrivere ad

Un tredicenne nisseno al campionato mondiale C

amici e casualmente mi capitò fra le mani un libro , anzi 2, di un idolo del mio passato, una bandiera della Virtus Bologna, un certo Ettore Zuccheri dal titolo mortifero, che se allora ci fosse stato il tiro da 3 pt sarebbe stato un grandissimo, che poi fu l’assistente storico di Dan Peterson , per poi diventare head coach e poi head coach della Fernet Tonic che portò in A, bologna allora, basket city aveva 3 squadre nella massima serie. Un libro di facile lettura, con molti fumetti di animali della giungla che rendono gradevole lo sfogliare i 2 libri. Si leggono come se stessimo facendo un cammino dentro una metafora che ti parla molto di didattica e di metodologia, condensati pure dagli schemi e da tutte le difese e dai contropiedi delle maggiori squadre, italiane, europee e NBA spiegate nei minimi particolari. Ma quello che ti incuriosisce è la filosofia di questo professore che ha deciso al culmine della carriera di lasciare il grande palcoscenico per dedicarsi solo all’insegnamento e questo lo si nota soprattutto nella didattica e nella metodologia con cui spiega ogni singolo fondamentale, ogni schema, ogni difesa.

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altanissetta e la passione per i motori. Un binomio quasi perfetto, tra grande tradizione e professionalità che stanno emergendo a livello internazionale. Storie di nisseni che “emergono” insomma. Ebbene tra queste storie c›è quella di un tredicenne che quest›anno porterà il nome della sua Caltanissetta al mondiale karting che farà tappa nel circuito South Garda Karting a Lonato in Lombardia in occasione al Rok Cup International Final 2016 in programma tra il 19 e il 22 ottobre. Lui si chiama Andrea Di Caro ed è già un astro nascente del panorama kartistico siciliano. Come consueto, la passione per le macchine e le corse gli è stata trasmessa dal padre, Totò Di Caro, 35enne nisseno che in macchina andava forte. Andava, sì perché dopo una serie di brillanti affermazioni di classe tra rally, slalom e salite ha preferito “appendere il casco al chiodo” per dedicare tempo e risorse alla crescita sportiva del figlio Andrea. “La mia esperienza sui kart è iniziata da giovanissimo – spiega Andrea-. Per il mio settimo compleanno i miei genitori mi hanno fatto il regalo più bello che potessi aspettarmi, ovvero il mio primo kart 60 mini. Con le lacrime agli occhi non sono riuscito ad aprir bocca, ma non vedevo l›ora di salirci e fare i primi giri. Da lì ho iniziato le mie prime esperienze agonistiche sui campi di gara nei week end. Dapprima girando da solo, poi iscrivendomi a qualche gara. All›inizio non è stato facile, sembrava fosse il kart a guidare me”. Andrea si riferisce al fatto che per la sua potenza e maneggevolezza il kart necessità una particolare preparazione fisica ma gara dopo gara, Andrea inizia a prenderci gusto passando alla categoria 125 Junior Rok. “Nel 2016 finalmente ho realizzato uno dei miei sogni,

ovvero partecipare al Campionato Regionale CSAI con il Team CM Motorsport di Maurizio Capuzzo. Sono partito penalizzato a causa del mio peso che superava i limiti regolamentari della categoria ed ovviamente non conoscevo nemmeno le piste, eppure ho fatto il podio in ogni gara. In queste fasi vivo il quotidiano supporto dei miei genitori e del team Capuzzo”. Al termine della stagione 2016 Andrea Di Caro si è laureato vice campione regionale della sua categoria. Adesso il g r a n

finale: “Concluderò la mia stagione con la partecipazione al Mondiale Rok nel circuito South Garda, non sto nella pelle – sottolinea Di Caro – ma non sarà per niente facile. Ad ogni modo essere lì sarà già una emozione grandissima e spero di far fare bella figura”. Quando non indossa casco e guanti, Andrea è uno studente modello, frequenterà il primo anno dell›istituto Mottura di Caltanissetta Liceo Scientifico e delle Scienze Applicate, ovviamente con indirizzo in meccanica e meccatronica, segue una dieta controllata che lo porta anche a “molti sacrifici culinari – spiega la madre Viviana – ma questo la dice lunga sugli obiettivi ed il senso di responsabilità che mette in quello che fa, e noi ne siamo orgogliosi”.


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Fatti & Passioni

di Annalisa Giunta

il civilista nisseno racconta la sua passione per il profondo blu e scherzosamente afferma: “In città mi sento un pesce fuor d’acqua”

“S

e chiudo gli occhi e mi lascio alle spalle i rumori assordanti della città riesco a sentire il suono delle onde e a ritrovare quella quiete interiore che solo il mare riesce a darmi” così Leonardo Guida, 48 anni, noto civilista nisseno, racconta il suo amore per il mare e la passione per la pesca in apnea e l’apnea. Una passione legata alle sue origini trapanesi, il nonno infatti subito dopo la Grande Guerra si trasferì a Caltanissetta dove mise su famiglia. “Più che una passione – afferma Leonardo Guida - io la definisco una ‘malattia’, qualcosa che mi prende molto dentro, a cui non potrei mai rinunciare. La punizione

più grande che mi potrebbero dare sarebbe quella di tenermi incatenato per non poter andare a mare. In città mi sento un pesce fuori dall’acqua così quando posso, lavoro permettendo, scappo per dirigermi nelle zone marittime e dopo aver indossato la muta, la maschera e snorkel, le pinne e la zavorra mi tuffo a mare dove ritrovo le mie origini e la serenità”. Nel 2008 dopo un percorso da apneista, ha conseguito il corso di istruttore seguendo la parte teorica a Lignano Sabbiadoro e quella propriamente tecnica a Sharm el Skeikh. Oggi istruttore di Apnea Academy, Leonardo Guida, ha accumulato numerose esperienze nel corso degli anni duranti i quali ha girato il mondo e ha conosciuto i più grandi

I suoi record: -60 metri in assetto costante, 5 minuti e 40” di apnea statica e 100 metri di apnea dinamica mondo a rana subacquea in profondità a -102 mt. E’ stato anche assistente nei campionati di Ilaria Molinari, una delle più forti apneiste italiane. “Da piccolo – ci racconta Leonardo - seguivo in barca mio zio Francesco, appassionato pescatore, lui ha fatto scattare in me la molla per la pesca in apnea, una passione che giorno dopo giorno è diventata sempre più forte e che non ho mai più abbandonato. Una disciplina che al pari delle altre

il suo barcaiolo nei campionati italiani di pesca in apnea. Credo che per gli amanti della pesca in apnea vivere a stretto contatto con il proprio beniamino sia la massima aspirazione; sotto questo aspetto posso ritenermi fortunato. Ringrazio Maurizio per avermi fatto crescere come uomo e come pescatore, per i momenti gioviali passati insieme, per avermi spalancato le porte di un mondo sconosciuto ai più, per avermi dato l’opportunità di conoscere persone meravigliose e per tutti

dove Alessia Zecchini non è riuscita a raggiungere il record mondiale in assetto costante con attrezzi monopinna a -102 metri a causa delle avverse condizioni atmosferiche e delle correnti in profondità che hanno limitato le sue prestazioni, mentre Chiara Obino ha migliorato il record di immersione in apnea in assetto costante con le due pinne staccando il cartellino testimone a - 82 metri di profondità così divenendo la campionessa del mondo di specialità.

L’avvocato che ama il mare

Leonardo Guida e l’ebbrezza dell’apnea personaggi dell’apnea tra cui Umberto Pelizzari, al quale è legato da una profonda amicizia, Stefano Tovaglieri tecnico della nazionale e il campione mondiale neozelandese William Trubridge che di recente ha conquistato il record del

richiede impegno fisico, mentale e un certo stile di vita: niente alcool, riposi adeguati, una sana alimentazione e un allenamento costante”. “L’apnea – aggiunge – è uno stile di vita che richiede concentrazione, saper controllare le emozioni e saper respirare. Non si diventa apneisti dall’oggi al domani, occorre un percorso”. -60 mt in assetto costante, 5 minuti e 40 di apnea statica e 100 metri di apnea dinamica i record che sinora ha raggiunto e che conta di migliorare anche se il suo obiettivo è quello di stare bene con se stesso e con gli altri. “L’apnea ti permette di scoprire – dichiara Leonardo Guida - un mondo diametralmente differente da quello terrestre, erroneamente definito come il mondo del silenzio: il mare ha una sua voce, piacevole da ascoltare. Una realtà che può riservarti sempre delle magnifiche esperienze. Chi si immerge con le bombole lo fa per guardare il mondo sottomarino, chi si immerge in apnea lo fa per guadarsi dentro. Nell’apnea infatti ti trovi sospeso nel blu, con un cavo guida che ti segna la strada per la profondità e la superficie, in questa circostanza non vedi il fondo, i pesci, ma l’aspetto interiore, ti scontri con le tue paure dal buio alla profondità, le paure ancestrali”. Per anni ha partecipato alle gare di pesca in apnea facendo da “angelo custode”, al livornese Maurizio Ramacciotti, con il quale ha vinto il campionato italiano nel 2006 a Bosa in Sardegna. “Potrei raccontare aneddoti di tutti i generi - afferma Leonardo, ricordando il sodalizio con il grande Ramacciotti - per ben 10 anni sono stato

Leonardo Guida e Chiara Ubino al Campionato Italiano di Apnea a Ustica

i consigli per la vita di tutti i giorni”. “Sinora – continua - ho partecipato a poche gare in campo apneistico. In molti infatti confidano in me, sulla mia affidabilità e la mia capacità di dare sicurezza in acqua come assistente di profondità così spesso e volentieri devo mettere da parte il mio spirito agonistico per dare assistenza a chi gareggia” E’ stato assistente in profondità lo scorso 16, 17 e 18 settembre a Ustica al “Campionato italiano di apnea”

Questo il consiglio che Leonardo Guida vuole dare a chi intende intraprendere questa disciplina: “L’apnea è uno sport per tutti da zero a 90 anni, è comunque un’attività rischiosa. Come dice il mio maestro Umberto Pelizzari non è in sé e per sè pericolosa la macchina ma come la si guida. Avere le opportune conoscenze e mettersi nelle mani di un valido istruttore sono le prime regole da rispettare così come rispettare il mare e conoscersi profondamente”.


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Comunicazione Istituzionale

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TCGrdi I o t u Istit io Rapisa Maar

L’ITCG Rapisardi

ed il ruolo del perito tecnico-commerciale oggi nel territorio

L

’ITCG, che da sempre ha formato figure professionali utili alla gestione settoriale di un’impresa, da alcuni anni deve guardare ad una formazione costituita da competenze gestionali, tecnologiche ed in particolare informatiche di ampio respiro. Competenze professionali e trasversali richieste ormai da tutti i settori lavorativi che operano nelle PMI , nel pubblico e nel privato. L’ITCG Mario Rapisardi di Caltanissetta con la molteplicità dei suoi indirizzi quali Economico con le articolazioni Amministrazione Finanza e Marketing , SIA ovvero Sistemi formativi aziendali che guardano allo studio degli ERP e Turistico, Tecnologico con Informatica e Telecomunicazioni e Costruzione Ambiente e Territorio si propone di offrire diverse opportunità agli studenti. Da quest’anno è attivo anche l’indirizzo Professionale per il Commercio e rilevante anche il servizio che l’istituto offre anche all’utenza del territorio sia con i corsi serali per lavoratori sia con l’ITS (Istruzione Tecnica Superiore) “ Efficienza Energetica” per gli studenti diplomati che intendono acquisire competenze specialistiche nel settore energetico con la possibilità di conseguire gratuitamente circa dieci abilitazioni professionali. L’Alternanza scuola-lavoro è certamente un punto di forza dell’istituto. Gli studenti, durante il periodo stage sono seguiti da un tutor scolastico e da un tutor aziendale che condivide il progetto formativo di indirizzo. L’obiettivo finale è quello di ampliare e rafforzare le competenze di indirizzo acquisite durante il corso di stu-

di e acquisire conoscenze integrate per ampliare le capacità di agire, di scegliere e di decidere consapevolmente, sia per l’inserimento nel mondo del lavoro, sia per l’eventuale

dell’impresa perché la complessità delle operazioni cresce notevolmente se si tratta di una grande azienda. Il nuovo tecnico registra, imputa, analizza, redige report ed elabora

internazionalizzazione, ed operanti in aree tecnologiche quali efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie per il made in Italy, tecnologie innovative per i beni e le

l’ENTE PARCO DELLE MADONIE, l’ASSOFORM - Emila Romagna e numerose altre realtà pubbliche e private costituiscono un patrimonio significativo e di notevole importanza per gli aspetti che caratterizzano l’interesse di tutti gli indirizzi che l’istituto ha in essere e in divenire come il Professionale per il Commercio . L’ITCG guarda anche con attenzione agli incubatori di idee che istruiscono gli allievi delle classi terminali allo sviluppo di idee imprenditoriali e ad enti di formazione per la stesura di progetti finanziabili anche a livello europeo. Questo istituto cerca in tutti i modi di offrire e presentare agli studenti realtà , metodi , strumenti e opportunità sia per la formazione specialistica sia lo sviluppo di tutte quelle capacità individuali o di team ormai

prosecuzione degli studi . Il favorire capacità organizzative e progettuali, nonché responsabilità e creatività, il raggiungere specifiche abilità operative stimola un percorso formativo aggiornato e interessante. Il prendere contatto con la realtà del mondo del lavoro li prepara alla conoscenza delle attività professionali evidenziando problematiche ma sviluppando anche metodi di apprendimento laboratoriali e progettuali. La realtà in cui si trova ad operare un perito commerciale o informatico, o un perito tecnico che opera nell’ambiente o nelle telecomunicazioni, si modifica al variare della dimensione

dati con l’ausilio di specifici software applicativi che gestisce sulla sua postazione informatica. L’informatica ha trasformato del tutto l’attività di raccolta, classificazione, elaborazione dei dati e ha modificato il ruolo stesso dell’addetto amministrativo, che non si limita più a registrare informazioni, ma in qualche modo contribuisce a leggere e interpretare i flussi dei dati e l’andamento dell’azienda grazie anche alle piattaforme ERP. Questo istituto ha impegnato tutte le risorse per sostenere questo tipo di formazione attraverso la collaborazione con imprese caratterizzate, ove possibile anche da un certo livello di

attività culturali e il turismo. Aziende come la PFE e CDS del territorio, la TELECOM, la GRIMALDI GROUP,

necessarie per un lavoro innovativo e ricco di competenze opportunamente sinergiche.

“Non solo stage all’ITG Rapisardi L’ITCG Mario Rapisardi di Caltanissetta, che da oltre 20 anni, si occupa di attività alternanza scuola-lavoro, ha visto crescere in maniera esponenziale la possibilità di organizzare e sviluppare per tutti gli studenti delle classi del triennio l’opportunità di vivere momenti formativi curati da esperti presso la sede dell’istituto, visite aziendali con momenti formativi concordati con il tutor aziendale sugli aspetti significativi di un’azienda quali la produzione, la gestione contabile, il marketing, l’automazione ecc. , stage curriculari ed extracurricula-

ri . Queste attività sono progettate e fortemente radicate nel territorio e i rapporti con i tutor aziendali ,gestiti dallo staff dei docenti, sono ormai consolidati al punto che le stesse realtà aziendali offrono l’opportunità agli allievi diplomati ulteriori esperienza di stage maggiormente qualificanti. L’istituto ha sviluppato nel tempo tutta la documentazione che deve necessariamente accompagnare queste esperienze e gli allievi vengono coinvolti direttamente nella stesura della parti che li interessano. Il tutto li rende responsabili e faci-

lità lo sviluppo di tutte quelle competenze trasversali professionali necessarie a relazionarsi in un team di lavoro, a riconoscere e rispettare il ruolo della leadership, a promuovere iniziative e prendere decisioni autonome con senso di responsabilità. I progetti di alternanza concretizzano l’attivazione di un percorso di formazione in grado di cogliere le specificità del contesto territoriale attraverso processi di integrazione tra il sistema d’istruzione ed il mondo del lavoro e divenire strumento di prevenzione dei fenomeni di disagio e dispersione scolastica.

L’istituto, che a prescindere dalle direttive ministeriali, considera da tempo l’opportunità dell’alternanza scuola-lavoro come un momento formativo laboratoriale e progettuale , ha avviato da qualche anno

queste attività a partire dalle classi seconde offrendo agli allievi opportunità di conoscenza del territorio e di come diventi necessario, per crescere economicamente, imparare ad osservare e valutare.


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Fatti & Giovani nisseni di Cinzia Daidone

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otografare e riprendere dettagli, squarci di paesaggi e momenti di vita è ormai un’abitudine dilagante che accomuna un po’ tutte le generazioni, che amano raccontare i propri viaggi ed esperienze attraverso le foto scattate e i video realizzati. L’idea di portare con sé un ricordo e condividerlo con gli altri viene resa possibile anche dall’evoluzione delle tecnologie nel mondo delle macchine fotografiche e delle videocamere, rispetto ai tempi in cui si usavano le vecchie cassette e rullini. La ricerca di un soggetto da fotografare, di una storia da raccontare attraverso un viaggio tra le coste siciliane, è così che due giovani nisseni Marco Spinelli e Camillo Campisi approdano alla realizzazione di un progetto dal titolo “Chiummu e Summu”. Due parole che celano una metafora, quella dell’equilibrio tra le parti, attraverso un chiaro riferimento al mondo della pesca e della vita nei porti, il tema che viene raccontato tramite immagini e video nel loro documentario. “Chiummu e summu significa piombo e galleggiante, che sarebbe il sughero – racconta così il videomaker Marco Spinelli come l’espressione utilizzata da un pescatore conosciuto a Cefalù li ha ispirati nella scelta del titolo - All’inizio del viaggio non abbiamo dato nessun titolo perché volevamo darlo alla fine del viaggio magari trovando qualche parola originale. Così è stato”. “La Sicilia ha degli aspetti sia negativi che positivi e da qui abbiamo dato un senso metaforico al titolo”, afferma il fotografo Camillo Campisi, che spiega anche com’è nata l’idea di iniziare questa avventura. “L’amicizia con Marco Spinelli è nata da poco, da un annetto quando

io salii a Milano – prosegue - abbiamo condiviso questa grande passione realizzando dei corti, dei lavori sempre di tipo fotografico o videografico

e da lì è nata l’idea di fare qualcosa di più importante assieme, come questo grandissimo viaggio. Abbiamo trovato un tema principale che era quello della pesca e dei pescherecci in Sicilia e allora assieme a Marco, con una tenda e la sua macchina partimmo in giro per la Sicilia. Quello che volevamo far capire alle persone era il nostro punto di vista della Sicilia, una terra bellissima”. L’Isola, i suoi porti, il lavoro dei pescatori, il fascino e l’odore del mare, sono stati dunque alcuni degli ingredienti fondamentali che hanno accompagnato e ispirato i due giovani nisseni in un viaggio durato circa 10 giorni, in cui hanno avuto la possibilità di conoscere tante persone disponibili nei loro confronti e soprattutto nei riguardi del loro progetto. “Possiamo dire che è stata un’avventura – spiega Marco Spinelli - perché non abbiamo organizzato

assolutamente nulla, abbiamo semplicemente fatto un itinerario di quelle che erano le tappe principali da visitare e siamo partiti. L’obiettivo era quello

“Chiummu e Summu”

Un documentario nisseno sulla pesca

di andare a riprendere qualcosa che poteva interessare, che poteva raccontare la Sicilia e le persone che vivono in Sicilia, in questo caso i pescatori”. Una volta individuato il tema dunque il loro viaggio comincia e la prima tappa scelta dai due nisseni è stato il porto di Marzamemi. “Siamo andati alla ricerca dei posti dove c’era più pesca – precisa Marco Spinelli, che elenca tutti i luoghi in cui sono stati - Marzamemi, Portopalo, Scoglitti, Punta Secca, Licata, Mazara del Vallo, Trapani, San Vito Lo Capo, Palermo, Porticello, Cefalù,

Milazzo, Messina e Giardini Naxos”. Un’esperienza che gli ha permesso di scoprire posti nuovi, di incontrare tante persone e incrociare così per caso le loro storie di vita, di tornare a casa con un bagaglio colmo di scatti, video, ma anche insegnamenti e ricordi. Non si sono messi in marcia con un vero e proprio programma, ma sicuramente non hanno dimenticato di mettere in valigia una grande determinazione e voglia di raccontare, questo gli ha permesso di portare a termine il loro viaggio. Il progetto “Chiummu e Summu”, che raccoglie al suo interno tutto il lavoro realizzato da Camillo e Marco durante questa loro avventura, è stato presentato attraverso una mostra in città, un evento che ha registrato numerose presenze. “Noi ci abbiamo provato – dichiara Marco Spinelli - le persone hanno risposto benissimo e noi siamo veramente contenti, adesso abbiamo moltissime idee in testa, già durante il viaggio sviluppavamo idee per il futuro. Quindi diciamo che è un buon inizio”. L’entusiasmo che li ha coinvolti nella realizzazione di “Chiummu e Summu” li proietta verso altre idee e nuovi possibili progetti da seguire, soddisfatto infatti anche il fotografo Camillo Campisi. “Diciamo che abbiamo avuto un bel riscontro dopo questa mostra e l’evento è andato più che bene – afferma Camillo - siamo stati infatti soddisfatti anche dalla

presenza di persone più grandi. Con Marco continuiamo a lavorare per altri progetti, per altri documentari, con la speranza che magari vedendo questo documentario altre persone possano aiutarci a dei progetti futuri”. Entrambi coltivano da sempre la propria passione, nata quasi per caso, entrambi infatti hanno ricevuto da giovanissimi in regalo l’oggetto che poi è diventato così importante nelle loro vite, nel caso di Marco la videocamera e nel caso di Camillo la macchina fotografica. “Per me fotografare è importante perché grazie alla fotografia riesco ad esprimermi – confessa Camillo Campisi - con la fotografia si vede il mio punto di vista, ciò che penso e ciò che vedo in quel momento. Sono stato avvantaggiato dalle altre esperienze perché ho capito l’approccio ai soggetti da fotografare: farli sentire a proprio agio, comunicare, parlare e fare uscire da quel soggetto qual è la sua storia, le sue passioni”. “Quello che interessa a me è raccontare qualcosa di interessante – afferma invece Marco Spinelli - ci sono miliardi di storie, anche il vecchietto che passeggia dietro casa può raccontarti tantissime cose poi sta a noi ovviamente attraverso il video e la fotografia rappresentarle con il nostro punto di vista. E’ quella la cosa più importante, comunicare tutto ciò che abbiamo visto attraverso ciò che ci piace fare, in questo caso la foto e il video, però è semplicemente un nostro punto di vista”. Marco Spinelli e Camillo Campisi questa estate hanno deciso di realizzare un viaggio completamente diverso dalla solita vacanza al mare, alla ricerca delle spiagge e del divertimento, come i loro coetanei, hanno scelto infatti di impegnarsi per portare a termine il loro obiettivo, unendo le loro abilità e conoscenze, da una parte quelle da fotografo di Camillo e dall’altra da videomaker di Marco.


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di Annalisa Giunta

Shouting premiato al Bookciack

Un “corto” vincente

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n caso di presunta malasanità, un argomento scottante e attuale. Una storia di confine che vede da un lato i medici che lavorano bene, che salvano vite, che non dormono la notte pur di riuscirci e dall’altro i casi di distrazione, le attese che potrebbero essere fatali, i medici che per un momento si dimenticano che il loro lavoro non è un lavoro qualsiasi, che dopo l’errore c’è una vita che finisce. E’ “Shouting”, il bookmovie della regista 27 enne nissena Denise Dacquì, vincitore della quinta edizione del concorso “Bookciack, azione! 2016” premiato lo scorso 30 agosto al lido di Venezia durante la 73° mostra internazionale del cinema, sezione indipendente. A consegnare il premio, di cui è stato iniziatore Ettore Scola, quest’anno Ascanio Celestini presidente della giuria. Una trasposizione cinematografica in tre minuti del romanzo “Tu non tacere” di Fulvio Ervas, che grazie alle immagini evoca le emozioni di una storia giocata sui limiti delle responsabilità e sulla riflessione di quanto precaria sia la nostra vita intesa in termini di “salute”.

Interpreti del corto sono Giuseppe Milazzo, Carlo Giaquinta, Gianluca Trapani, Andrea Cortese, Marco Arcoleo, Giuseppe Lobue e Annalisa Iozza. La fotografia è di Filippo Arlotta, le musiche di Bruno Falanga. “E’ stato molto emozionante e una grande soddisfazione – dichiara Denise Dacquì - aver vinto questo premio che sicuramente offre una visibilità non di poco conto perché si è al lido di Venezia a un passo dalla grande realtà del cinema. Spero la prossima volta, sempre se ci sarà, di far parte non della sezione indipendente ma di aver un riconoscimento maggiore”. Riconoscimenti per la regista nissena che sono arrivati, non solo dalla giura e in particolare

dalla regista Teresa Marchesi che si è voluta congratulare personalmente con Denise per la lettura del testo, ma anche dallo stesso autore del libro Ervas che l’ha contattata per complimentarsi. Protagonista del libro “Tu non tacere” è Lorenzo Vivian, studente di medicina, che si trova ad affrontare un dilemma: suo padre ha avuto un grave incidente stradale e ne è uscito paralizzato ma nella sua testa s’infila il dubbio che ciò dipenda da una responsabilità dei medici. Lorenzo lo sa che non è facile essere giovani, che quando cerchi risposte ti considerano un rompiscatole, ma è tenace, dubita come ogni mente scientifica, cerca, non molla e trascina persino il suo ex professore di scienze nella ricerca della verità. “Condensare un libro di 350 pagine, con una

trama complessa e con diversi intrecci, in tre minuti - afferma Denise - non è stato semplice. Una sfida con me stessa che

un giorno tra Caltanissetta e Serradifalco”. Un corto curato nei minimi dettagli dalla regista nissena che è riuscita a conquistare gli applausi del lido di Venezia. “Per l’aspetto propriamente cinematografico - dichiara la giovane regista - mi sono occupata della scenografia, definendo le immagini che secondo me potessero condensare tutte le 350 pagine e successivamente mi sono occupata di una prima stesura della sceneggiatura cercando di trasporla in maniera cinematografica rifacendomi a Stanley Kubrick e dandogli un taglio a metà tra il drammatico, il malinconico e l’horror”. “Leggendo la trama - prosegue - si è rafforzata in me ancora di più l’idea di Kubrick quando tra le pagine l’autore cita il grande scrittore dell’horror Stephen King, inserendo un micro nucleo narrativo dal finale annunciato: una giovane donna in fin di vita, Elisabetta, chiede al dottor Clown di esaudire un suo ultimo desiderio,

Il lavoro della regista Denise Dacquì, tratto dal romanzo “Tu non tacere” di Fulvio Erbas, racconta di un caso di presunta malasanità. La nissena si è ispitara a Stanley Kubrick ho accettato volentieri”. “Ho scelto il romanzo di Ervas – aggiunge - perché leggendo le pagine di “Tu non tacere” ho notato delle particolarità, degli aspetti che richiamavano la storia di un mio amico Andrea Cortese, che ha poi interpretato il ruolo del medico nel bookmovie. Anche lui infatti è uno studente di medicina, il padre è morto ed una delle sue passioni come il padre del protagonista del libro era pitturare, così ho deciso di parlare del concorso con Andrea, che tra l’altro si diletta a fare l’attore, che ha subito accettato la mia proposta . Da lì mi sono messa a lavoro per realizzare il bookmovie che abbiamo girato in

ricevere una storia tutta per lei dal re del brivido americano. Lorenzo estende la richiesta al professore ma infine si farà carico lui stesso, ispirato dal fratello minore, di comporre una storia delicata quanto funambolica. Un incontro tra cinema e letteratura che mi ha riportato alla mente “Shining” ecco perché ho scelto come titolo del bookmovie ‘Shouthing’ ossia urlare”. Tra i frame più significativi scelti dalla regista l’accostamento della macelleria alla medicina. “In un passo del libro – asserisce Denise - il professore di biologia afferma che ‘la carne è debole e proprio ciò ci spinge quasi ad amarla’. In

macelleria, infatti, nessuno si preoccupa della carne esposta che era vita passata. ‘Un’intima crudeltà ci accompagna anche quando cuciniamo’ prosegue il professore, da qui l’immagine della bistecca sul fuoco”. “In altri frame - prosegue - ci sono delle immagini in cui scorre del sangue dalle mani e poi è l’acqua a scorrere sulle mani ciò a significare colpa e discolpa rifacendosi alle responsabilità dei medici. Nel libro, infatti, uno dei problemi di Lorenzo è quello di affrontare il corso di medicina con le aspirazioni, i sogni, che devono essere rivisitati alla luce dell’evento drammatico legato alla prematura morte del padre. Un episodio che lo porta a mettersi in discussione, a fare un’autocritica per capire fino a che punto si sentirà in grado di affrontare situazioni difficili e di assumersi la responsabilità di scelte che accompagnano la professione medica. Si tratta di una storia di confine: il clown a metà tra il riso e la malinconia, i ricci funamboli che camminano su un equilibrio precario; il confine tra il sogno e la responsabilità che accompagna Lorenzo; un confine che poi si materializza nel corpo, nella salute e nella sanità”. Un prestigioso riconoscimento per Denise Dacquì, laureata in cinema al Dams di Bologna, che sinora ha realizzato altri tre cortometraggi tutti intrecciati alla narrativa: “L’uomo che non ha mai vissuto”, “La Putia” e “Il volto dell’anima”, quest’ultimo vincitore della sezione European short al Festival del Cinema di Jakarta. “La difficoltà di chi vuole intraprendere la professione nel mondo del cinema - afferma - è quella di trovare una casa produttrice che si occupi anche della distribuzione e che sia disposta a finanziare i progetti, sicuramente essere molto motivati e amare il proprio lavoro ti sprona a proseguire la strada intrapresa anche se possono esserci dei momenti di stasi”. Tra i sogni della giovane regista quello di tentare la strada del successo con i lungometraggi e di collaborare alla biennale di Venezia.


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