RESS ISSN: 2039/7070
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Gennaio Mensile di approfondimento Direzione Editoriale: Michele Spena
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redazione: Viale della Regione, 6 Caltanissetta
2016 Anno VI Num. 42
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L’editoriale
La fabbrica della speranza
I
primi due mesi dell’anno sono tempo di marketing per la scuola: la “campagna delle iscrizioni” propone al territorio, ai giovani e alle famiglie, l’“offerta formativa” di ogni tipo di Istituto, i programmi di studio, i progetti, i laboratori, tutta l’informazione che può orientare la scelta della scuola superiore (ma anche delle medie e delle elementari). Una scelta che decide l’orientamento della formazione culturale e poi professionale delle giovani generazioni, ma che decide anche la vita e la morte delle scuole, costrette nella morsa dei parametri del minimo/massimo di alunni per conservare la propria autonomia di gestione, e soprattutto i propri organici, il numero dei propri posti di lavoro. C’è qualcosa di dissonante in questa logica, che ha introdotto nel pianeta-educazione l’impostazione aziendalistica dell’economia, come già era successo nella Sanità pubblica, con esiti che spesso contrastano con il diritto alla salute dei cittadini, con l’esigenza di distribuire i servizi su tutto il territorio, con la certezza dei diritti di chi deve essere assunto e sa che la scelta dei manager è diventata discrezionale. Così come oggi nella scuola, con la legge 107/2015, la cosidetta “buona scuola”. La scuola è il terreno strategico in cui si forma l’identità di un Paese, non soltanto rispetto al livello culturale e alle competenze dei cittadini del prossimo futuro, ma soprattutto rispetto ai livelli della cittadinanza responsabile e dell’impegno civile, delle qualità morali e dell’etica pubblica. La scuola non può essere, e finora in Italia non è mai stata, nemmeno con la dittatura e la riforma Gentile, un sistema autoreferenziale, o un laboratorio “tecnico” di formazione di competenze e di misurazione di standard funzionali (vedi prove INVALSI). La scuola è il laboratorio della democrazia di un Paese che vuole costruire il proprio futuro sulle radici solide di una cultura unica al mondo, un patrimonio che deve ritornare “in progress”, su cui fondare lo sviluppo di una nuova generazione di italiani che abbiano la possibilità di esprimersi, di realizzare i propri sogni, di investire i propri talenti, con un imprinting creativo, non subalterno. La scuola in Italia può essere, deve essere, la fabbrica della speranza e l’azienda della libertà.
Speciale Scuola Un viaggio nella scuola nissena per orientare studenti e genitori verso la scelta più opportuna
Gli istituti superiori di Caltanissetta illustrano la loro offerta formativa
Università
Atavico il divario tra Nord e Sud. Caltanissetta: riparte con slancio grazie al distretto biomedico di R. Fuschi e A. Sardo
pagine 8/10
Scuola e Fondi Europei
Cospicui aiuti dall’Europa per la scuola siciliana. Gli ostacoli della burocrazia, luci ed ombre di M. Benanti
a pagina 32
Ambiente
Incubo ecoreati: ultima frontiera.
La Procura di Caltanissetta impegnata in prima linea
----------- di Fiorella Falci -----------
L’intervista con il Provveditore
Filippo Ciancio
“La mia scuola guarda al futuro”
L
’ombra tenebrosa degli “ecoreati” si staglia pericolosa sui territori nisseni. Misfatti criminali che sporcano l’ambiente e minacciano la salute dei cittadini. Determinanti, nel disegnare un quadro molto preoccupante, anche le omissioni delle Amministrazioni pubbliche che sono poco vigili. Enorme la mole di lavoro che si trova a fronteggiare la magistratura come ci racconta il pubblico ministero Luigi Leghissa, aggregato alla direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Caltanissetta. Le pene più severe sono un’arma importante come illustra il Procuratore Generale Sergio Lari. di V. Martines
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A
bbiamo incontrato il dirigente tecnico con funzioni ispettive a capo di due presidi organizzativi quello di Caltanissetta ed Enna che ha descritto l’evoluzione del “pianeta” in cui coabitano docenti e studenti: dall’avvio della riforma della “Buona Scuola” di Renzi, all’avvento della tecnologia, passando per il nuovo ruolo dei presidi, ma senza dimenticare la disciplina.
a pagina 6
www.ilfattonisseno.it
di F. Palmigiano
a pagina 13