Ilfattonisseno - gennaio 2015

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Alle imprese nissene “serve” la scuola

Imprenditoria & Società

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cuola, formazione, lavoro. Quali spunti è possibile cogliere dall’amministratore di un’impresa che punta sulla ricerca e su processi produttivi innovativi? E quali riflessioni può offrire il Dirigente dell’ufficio scolastico provinciale di Caltanissetta, che a marzo andrà in pensione da una scuola che ha conosciuto in lungo e in largo. Chi è oggi un imprenditore sul mondo del lavoro? Come è cambiata la scuola oggi in cerca di spazi di apprendimento che l’ancorino al mondo del lavoro? Ne abbiamo parlato con Marco Venturi, amministratore della Sidercem, istituto di ricerca e sperimentazione dei materiali da costruzione di infrastrutture e con Antonio Gruttadauria, provveditore agli studi di Caltanissetta.

di Alberto Sardo

M

arco Venturi, amministratore della Sidercem, istituto di ricerca e sperimentazione dei materiali da costruzione di infrastrutture, presidente di Confindustria Centro Sicilia, ci ha concesso un’intervista a largo raggio, partendo dal rapporto tra scuola e mondo del lavoro, arrivando a toccare i temi sensibili per lo sviluppo economico del territorio. “Oggi, in un tessuto imprenditoriale come quello di Caltanissetta, diventa difficile per la Scuola fare proposte formative perchè, diciamolo, quali sono le industrie del nostro territorio?”, si domanda Venturi, che però avverte: “l’im-

prenditore dev’essere ottimista, altrimenti chiude e manda a casa tutti, ma così non è, l’imprenditore è un ottimista”. E questa carica di ottimismo Marco Venturi la infonde ai giovani, che invita a impegnarsi e cogliere le opportunità di formazione in Italia e all’estero. Presidente Venturi, la vostra azienda fa sperimentazione e ricerca. Qual è la tipologia di persone che oggi possono aspirare a far parte di una realtà come la vostra? “Noi siamo un’azienda atipica. Siamo un istituto di ricerca e sperimentazione sui materiali delle costruzioni e facciamo molta formazione all’interno. Quindi a prescindere dal titolo di studio, se il ragazzo sia un laureato o un diplomato, la formazione la facciamo tutta all’interno, perchè è molto particolare il tipo di attività che svolgiamo”. Avete rapporti con il mondo della scuola e dell’università? “Abbiamo molti rapporti con le scuole superiori e le università. Cerchiamo sempre di svolgere attività

sotto forma di stage e corsi di formazione, lo abbiamo fatto con l’Istituto per Geometri o l’Istituto Mottura di Caltanissetta, con il Politecnico di Milano, le università di Palermo, Messina e Catania, con la Sapienza di Roma. Abbiamo ragazzi che vengono qui e i più fortunati in base agli sviluppi delle ricerche rimangono, ma gli altri poi vanno fuori e trovano una collocazione nel mercato del lavoro. La formazione permanente riguarda il nostro personale e abbiamo rapporti privilegiati con professori universitari di varie materie, chimica, geotecnica, tecnologia del calcestruzzo e acciaio e tanto altro. Non ci possiamo mai fermare sull’innovazione, la formazione e la ricerca.

Su l l a ricerca collaboriamo con le università seguendo le tesi di laurea degli studenti di ingegneria e geotecnica, seguendo ogni anno due o tre tesi sperimentali”.

Le aziende sane nissene possono trarre vantaggi dalla collaborazione con il mondo della scuola e dell’università

ne, le procedure di assunzione sono atipiche, devi farti conoscere da un punto di vista caratteriale. Gli stru-

menti di base non riguardano solo la tipologia di scuola. Un ragazzo che ha buona volontà e intende

farlo al meglio”. Prima c’era la scuola impermeabile all’azienda. Oggi il ruolo dell’impresa viene visto dalla scuola come un’opportunità. “I rapporti con la scuola devono essere importanti per le aziende. Oggi, in un tessuto imprenditoriale come quello di Caltanissetta, diventa però difficile per la scuola fare proposte formative perchè, diciamolo, quali sono le industrie del nostro territorio? Qual è la richiesta formativa delle aziende? Quali imprese sono rimaste nelle nostre zone industriali? Non c’è una specificità delle aziende che si caratterizzino ad esempio per la chimica o per l’agricoltura. Questo preoccupa la città, la provincia, la regione e il meridione”. “Oggi – prosegue Venturi - bisogna cambiare mentalità e fare un passo avanti. I soldi per il sud sono stati vanificati. Tolti i poli chimici, nelle altre aree non abbiamo più nulla. Di chi è la colpa? Io direi un po’ di tutti. Guardiamo l’area industriale nissena, Milazzo, Termini, Priolo, è la stessa cosa. Tolte le grandi aziende, chi ha avuto finanziamenti è poi fallito. Oggi le risorse sono sempre meno, gli imprenditori rimasti stringano la cinghia e pensino allo

Istruzione e Impresa, sinergia per il futuro Tra questi laureandi avete poi tenuto con voi qualcuno? Spesso i ragazzi sono rimasti qui a lavorare, anche con i corsi fatti al Mottura abbiamo preso due ragazzi. Prendiamo sempre dagli stage, dai corsi, che servono per farsi conoscere. In settori ad alto tasso di innovazio-

mettersi in mostra può trovare soddisfazioni. Se lo scopo della vita è solo lo stipendio a fine mese, allora culturalmente non ci appartiene. E’ la differenza che passa tra un lavoro e un posto. Da noi c’è una scala gerarchica, ma anche una grande famiglia. Qualsiasi lavoro fa ognuno, svolge un ruolo importante e deve

sviluppo e all’innovazione in azienda senza aspettare panacee da nessuno”. “Le scuole si possono aprire all’economia che c’è in città, se gli imprenditori sono disposti ad accoglierle. Penso che le aziende sane abbiano tutto l’interesse e il vantaggio a collaborare con scuole e università. Lì

hai l’humus per creare un legame per eventuali assunzioni e consentire ai giovani di formarsi”. Perchè ha criticato chi ha chiesto un intervento Pubblico per i danni subiti dai commercianti in centro storico? Il centro storico chiuso è una cosa interessantissima. Molte attività hanno chiuso per la crisi o perchè non si sono innovate al momento giusto. Ma sentire che per gli imprenditori locali dovrebbe intervenire il pubblico, non funziona. Se qualcuno vuole investire in centro storico investa. Una politica con la P maiuscola deve cercare di ripopolare il centro con coraggio. Per spopolarlo ci sono voluti 25 anni di edilizia selvaggia che ha riscritto la città. Oggi per ripopolare la città del centro, bisogna che ci sia qualcuno che la ami sul serio e che per vent’anni blocchi l’espansione in periferia e dia l’opportunità di

Puntiamo a una società meritocratica che garantisca tutti senza raccomandazioni e santi protettori riabitare il centro storico. Le scuole del centro hanno chiuso o rischiano di chiudere, sempre meno bambini e famiglie abitano in centro ed è chiaro che così finisce l’economia del centro”. Cosa dice agli studenti? “Agli studenti dico che bisogna studiare tanto e impegnarsi al massimo, indipendentemente da cosa e dove si studia. Dobbiamo puntare a una società meritocratica, che garantisca tutti, però è giusto che chi studia di più e si impegna di più vada avanti senza raccomandazioni e santi protettori. Un giovane se non trova un lavoro in questa città, non si abbatta, guardi fuori, i percorsi lavorativi non necessariamente partono sotto casa. Oggi c’è l’Europa, si apre un mondo, bisogna mettersi in discussione. Studiare fuori serve a conoscere altra gente, a prescindere dall’università. Ci si confronta con un mondo nuovo e oggi per qualsiasi mestiere devi relazionarti. La famiglia è importante, ma i figli devono crescere per conto loro”.


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