Il Fatto Nisseno aprile 2017

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ISTITUZIONI

FUMETTI

SPETTACOLO

Il colonnello Luigi Macchia: come opera la GdF nissena

“Racconti animati” per divertirsi e imparare

Alessandra Falci: “io innamorata pazza del palcoscenico”

di D. Polizzi

di M. Sardo

di I. Baiunco

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RESS

Aprile 2017

Mensile di approfondimento Direzione Editoriale: Michele Spena

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redazione: Viale della Regione, 6 Caltanissetta

- Tel/Fax: 0934 594864

ISSN: 2039/7070

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Anno VII Num. 51

Poste Italiane S.p.A. - Sped. in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 conv. N. 46 art. 1 comma 1. Sud /CL

- Stampa: STS S.p.A. Zona industriale Vª Strada, Catania - Reg. Tribunale di Caltanissetta n° 224 del 24/02/2011

L’intervista L’editoriale di M. Spena

Tra bufale e mass media in crisi

L’allegoria della cattiveria gratuita

Le nuove sfide della comunicazione

Intervista all’esperto Bruno Mastroianni. “Oggi abbiamo bisogno di un giornalismo affidabile che sappia dire le cose in poche battute”. Gli scontri e gli odi sui social network: “Dobbiamo riscoprire il gusto di pensarla diversamente e argomentare sui motivi della divergenza”. di V. Martines

a pagina 6

D

La violenza,

espressione gratuita della senzazione di inadeguatezza

Yvan Sagnet, un eroe qualunque

Il giovane camerunense che si è ribellato alla schiavitù del caporalato

di M. Benanti

a pagina 28

scrivi alla redazione: lettere@ilfattonisseno.it

www.ilfattonisseno.it

urante i riti della Settimana Santa concentrati sul martirio del Cristo, ci siamo forse distratti dall’osservare le figure dei carnefici, altrettanto significanti nella prospettiva di redenzione che il Cristianesimo si offre. Durante la processione del Giovedì Santo, nelle vare della “Veronica”, del “Cireneo” e della “Prima Caduta” si scorge un personaggio terribile con un flagello, verosimilmente un giudeo appartenente al popolo, senza alcun ruolo istituzionale, che si accanisce su nostro Signore Gesù Cristo con una violenza inaudita quanto gratuita. Quanta rabbia in quello sguardo, quanta energia cinetica esprimono i muscoli del braccio che brandisce il flagello. I Biangardi sono perfettamente riusciti ad interpretare il perverso personaggio che rappresenta l’allegoria della cattiveria gratuita. Persino i centurioni romani, non credenti, hanno manifestato un sentimento di spietato distacco, completamente immersi nel ruolo di carnefici a loro “delegato” dal potere di Roma. Invece il fustigatore, non ha un vero reale motivo. Gesù non gli ha fatto niente, anzi, gli ha offerto liberamente una prospettiva senza nulla imporgli, ma a ben vedere la sua rabbia trova origine nella sua frustrazione, nella sua scarsa autostima. Al posto di Gesù Cristo potrebbe starci chiunque, qualunque vittima in condizioni di non difendersi, qualunque uomo isolato dalla altrui cecità e prepotenza, facile preda dell’infamia. Ma quanto è attuale questa figura? Pensiamo a quanti “massacrano” il prossimo sul web celandosi dietro nomi inventati, a quanti “mascariano” con le parole “mezze dette”, a quanti occupando posti di potere trattano il prossimo con spietato cinismo, ma anche ai bulli, ai maleducati ed a tutti i coloro che si fanno “forti” nell’esercitare la prepotenza, approfittando della debolezza, o perché no, anche dell’educazione della vittima di turno. Il messaggio di Gesù Cristo è eterno e la redenzione è sempre possibile. Che il “fustigatore” rappresenti in futuro solo un lontano ricordo di un cattivo sentimento superato.


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