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INCOGNITE POST EMERGENZA PANDEMICA E RITORNO ALLA STABILITÀ

COSA CI ASPETTA IN FUTURO?

Uno dei principali problemi post pandemia, ma potremmo dire anche post, seppure ancora in atto, guerra Ucraina sono i prezzi delle materie prime, il prezzo degli energetici, il prezzo del carrello della spesa, insomma potremmo identificare tutto in una sola parola, inflazione.

L’analisi del meccanismo dell’inflazione è un aspetto piuttosto delicato e non è certo questo il nostro scopo, ma vorremmo portare il lettore ad analizzare alcuni aspetti chiave per capire cosa ci aspetta il futuro e capire se e quando potremmo pensare al ritorno verso la stabilità. Entrando nel dettaglio si può evidenziare che per tutto l’anno 2020 e circa fino a metà anno 2021 le imprese sono riuscite a farsi carico dei costi energetici che stavano aumentando, ma ad un certo punto non sono più riuscite a contrastare l’incremento dei costi energetici e delle materie prime. Le imprese che operano in un contesto italiano, a fronte di un maggior costo di produzione, possono anche provare ad alzare i prezzi perché anche la concorrenza deve fare i conti con gli aumenti energetici, ma se il contesto è europeo i costi non possono essere alzati più di tanto perché il confronto potrebbe essere fatto con paesi che non hanno risentito dell’aumento dei costi energetici e che non hanno sentito la necessità di incrementare il prezzo finale del prodotto e una concorrenza con questi paesi consegue direttamente verso una bassa, se non nulla, marginalità. Imprese che, di fronte ad un aumento generale dei costi, e che vedono diminuire la loro marginalità, non possono nemmeno aumentare i salari andando a innescare una forte riduzione del potere di acquisto delle famiglie, aspetto tangibile in questi ultimi mesi.

C’è da dire che durante la fase post-pandemica si è registrato un aumento dell’occupazione, tra l’altro aspetto che alcune nostre imprese hanno toccato con mano nella ricerca di personale da aggiungere al proprio organico. Una maggiore occupazione garantisce una maggiore stabilità e propensione alla spesa per i consumi finali, infatti i dati ci indicano come la predilezione alla spesa sia in deciso aumento, non ancora ai valori pre-pandamia, ma pressoché vicini ai parametri del 2019 e comunque in un trend ascendente. Un’occhiata all’indice del “clima di fiducia dei consumatori” che è un indicatore sintetico mensile finalizzato alla valutazione dell’ottimismo o del pessimismo dei consumatori, possiamo riscontrare sull’industria e sul fatturato industriale un netto e costante aumento, ormai da due anni a questa parte, mentre per il piccolo consumatore, al momento, non abbiamo ancora raggiunto un buon clima di fiducia. Ma essendo preponderante il clima di fiducia delle imprese il risultato è pienamente soddisfacente con un incremento verso l’ottimismo pronosticato anche per i mesi a venire.

Un ultimo dato evidente è che oggi non siamo in una situazione di rischio, ma piuttosto viviamo una situazione di incertezza, aspetto dal quale è molto difficile tutelarsi.

È semplice tutelarsi in una situazione di rischio perché conoscendo il rischio possiamo prendere le opportune precauzioni limitando il più possibile le esposizioni e le conseguenze, mentre in una situazione di incertezza le azioni di manovra sono molto più ambigue, il non conoscere cosa ci prospetterà il futuro ci mette in difficoltà a fare proiezioni su lunghi periodi temporali e contribuisce a trasformare l’incertezza in rischio.

In una condizione di incertezza è sicuramente difficile muoversi, l’essere esposti continuamente e costantemente a poche informazione - per lo più allarmistiche - rende difficile un qualsiasi processo razionale delle informazioni a favore di meccanismi di difesa istintivi, probabilmente la strada migliore da percorre è quella della ricerca di informazioni, valutare pareri idee e spunti di riflessione anche all’interno della propria attività, ma questa potrebbe essere l’occasione per organizzarsi su più fronti per far fronte a quello che potenzialmente potrebbe accadere domani.

L’organizzazione e la preparazione alla veloce modifica e all’adattamento ci metterà sempre in condizione di saper rispondere alle nuove condizioni che il mercato ci proporrà.

Evidente situazione dell’incertezza che stiamo attraversando ne è anche la vicenda del superbonus/cessione del credito analizzata nell’articolo di pag. 14.

All’adattamento le nostre aziende e le nostre attività in questi ultimi anni si sono necessariamente dovute abituare e l’abitudine non è iniziata con la crisi sanitaria, certo quella l’ha incrementata, ma la necessità di adattamento ad un mercato in continua evoluzione è stato necessario ormai da un decennio e questa palestra è stata e sarà utile ad affrontare il prossimo futuro che sarà imprevisto, ma anche ricco di proposte, iniziative e opportunità, che partiranno dal settore energetico fino ad arrivare al settore impiantistico-tecnologico.