D.I.D. #00 - Crispin Jones

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un progetto di:


Il nome di questa rivista è DID (design is dead), essa si concentra sui nuovi modelli, i nuovi modi di fare design, se vogliamo, sulle nuove tecniche di sopravvivenza che alcuni designer hanno messo a punto. Queste pubblicazioni presentano il modo di lavorare di progettisti che hanno immaginato micro-sistemi economici e modelli sociali innovativi, così come proviamo a fare noi con DID e il sistema del book-ondemand, il quale ci garantisce di ridurre le spese fisse e, speriamo, di sopravvivere. DID si concentra non solo sul “come si fa”, ma anche sui motivi per cui quello descritto da ciascun designer è l’unico modo possibile di fare le cose.

tinyurl.com/designdead


Pagine per spo


onsor di DID 1


Pagine per spo


onsor di DID 2


Pagine per spo


onsor di DID 3


�00 CRISPIN JONES


INTRODUZIONE

Da Ivrea a Londra, passando per internet. Ho conosciuto Crispin Jones all’Interaction Design Institute Ivrea, quel crocevia internazionale a metà tra un monastero e un aeroporto, dove abbiamo insegnato e lavorato insieme. Crispin è il perfetto english-man: elegante, educato, freddo e ironico, con l’aggiunta, non necessariamente legata alla sua provenienza anglosassone, di essere dotato di un’intelligenza raffinata. Ama il cricket, il rugby, l’Arsenal e le scarpe bianche. Crispin è un designer del prodotto che proviene dalla scultura e conosce l’elettronica. Si occupa di orologi, telefonini, di mobili, di prodotti consolidati nell’immaginario della professione e in quello degli utenti, interpretati però in modo da creare un cortocircuito, un piccolo elettroshock non dannoso ma poco rassicurante. I suoi orologi non sono solo strumenti per misurare il tempo, quanto piuttosto oggetti per pensare al tempo. Le sue scrivanie sono cartomanti che ci predicono il futuro. I suoi telefoni ci spingono a ragionare su quanto questo strumento abbia condizionato il nostro comportamento. L’approccio progettuale di Crispin non è lontano dal cosiddetto critical design, con la sostanziale differenza, e per noi importante valore aggiunto, di puntare alla realizzazione di prodotti di massa (e non serie numerate), presenti sul mercato (e non nelle gallerie d’arte) e accessibili ad un pubblico vasto (e non solo ai collezionisti) Crispin è un one-man-band. In questo numero di DID proviamo a scoprire come funziona il suo modello professionale, da cosa innesca l’idea di un prodotto, a come viene realizzato e distribuito. Simone Muscolino


BIOGRAFIA Crispin Jones

Crispin jones è un designer con base a Londra, il suo lavoro guarda all’impatto della tecnologia sulle dinamiche sociali. Si è laureato presso il Royal College of Art con un Master in Computer Related Design nel 200, da allora ha lavorato per diverse aziende tra cui Casio Research, Philips Design e IDEO Londra. Crispin si dedica anche al lavoro indipendente e in partnership con Domenic Robson su progetti interattivi per clienti come BBC, Tate Modern, V&A e Science Museum. Al momento progetto e produce la sua serie di prodotti sotto i brand Tengu e Mr Jones Watches. Oltre ai lavori commerciali, la sua attività produce lavori sperientali. I progetti di Crispin Jones sono stati esibiti al Digital Arts Festival Tokyo (2003), al Salone del Mobile di Milano (2005 e 2007), al 100% Design Tokyo (2006), al Museo del Design di Zurigo (2007) e alla mostra “Design and the Elastic Mind” al MoMA di New York (2008) e hanno vinto premi quali Prix Ars Electronica (2002) e il Grand Prize al Japan Media Arts Festival (2003). Crispin Jones intrattiene buoni rapporti con la morte.

Nelle pagini seguenti qualche video dei suoi lavori.



Social Mobiles (2002) Crispin Jones with IDEO. is.gd/1salI

Progetto “An Invisible Force” in mostra al Prix Ars Electronica 2002. is.gd/1sbZ0


Progetto “Tovafono” sviluppato all’Interaction Design Institute Ivrea. is.gd/1sbC0

Intervista a Crispin per Ventura Broadcast. is.gd/1sbc6


Crispin, ci potresti dire qual è stato il tuo percorso professionale, da dove vieni e cosa fai?

is.gd/EZpX

Bene, di questi progetti parleremo in seguito. Intanto stavo controllando il tuo sito, sulla home page vedo due orologi, un poster di un concorso cui hai partecipato con Britta Boland e Stefano Mirti, un link ad un blog di un workshop che hai tenuto per la scuola NABA con Giorgia Lupi e Simone Muscolino... mi sembrano tre attivitĂ molto differenti tra loro, che ruolo gioca ciascuna di esse nella tua professione?


ONE MAN BAND

Un’intervista con Crispin Jones

Io ho iniziato studiando scultura perché avevo un interesse nelle arti, successivamente ho seguito un corso master al Royal College of Art di Londra chiamato Computer Related Design. Mi sono sempre sforzato nel cercare un incrocio tra i due campi, in realtà non ero né un artista, né tantomeno un designer. Più recentemente mi sono occupato con maggiore costanza della commercializzazione dei progetti, quindi aggiungerei la componente “business” in questo diagramma di Venn che sto descrivendo. Presso l’RCA, come progetto finale ho sviluppato “An Invisible Force”, un tavolo interattivo cui era possibile sottoporre delle domande. L’interazione tra l’utente e il tavolo era un po’ come quella tra un credente e un oracolo, il tavolo reagiva alle domande fornendo risposte prese dagli oroscopi. Dopo l’esperienza scolastica ho lavorato per Philips Design e part-time per IDEO London su progetti di ricerca. Successivamente ho continuato a fare progetti di ricerca e sperimentazione per poi trovare collaborazioni con altre aziende come la giapponese Elekit per sviluppare prodotti. Contemporaneamente lavoro su progetti personali come quello dei Mr Jones Watches dove riesco ad avere pieno controllo sulle diverse fasi del progetto. Proprio su questo aspetto mi sto concentrando attualmente.

Mmmh... stai guardando il sito vecchio. Utilizzo Mr-Jones.org per progetti un po’ strani e spesso datati, i miei siti principali sono MrJonesWatches.com and TenguTenguTengu.com. Ma per rispondere alla tua domanda posso dire che partecipo ai concorsi semplicemente per il piacere di lavorare a qualcosa di diverso


Interessante... se io cerco su Google il tuo nome, i siti che hai citato non compaiono. Non credi che questo sia un po’ strano? E’ un problema per te? o è una cosa voluta?

is.gd/voag

Beh... che ne dici di investire per aumentare il grado di appeal della tua personalità? Potresti diventare un personaggio, credi che funzionerebbe?


dalle attività di tutti i giorni, per non parlare del piacere di lavorare con persone straordinarie come Stefano e Britta. Insieme abbiamo anche lavorato per un concorso che prevedeva la riprogettazione delle monete inglesi, ma quel progetto non è mai andato online. Gli orologi rappresentano probabilmente l’attività cui dedico la maggior parte del mio tempo, insieme con il personaggio Tengu. Al momento è anche il progetto che mi interessa maggiormente, voglio dire non unicamente gli orologi, ma tutto lo sviluppo, dalla produzione in Cina alla vendita on-line dei miei prodotti.

Quella di nascondermi dietro una facciata un po’ oscura e misteriosa tipica del branding e delle marche è stata una decisione presa con cognizione. Esiste questa esigenza da parte dell’acquirente di credere che esista un’infrastruttura dietro il prodotto, cosicché se per esempio si dovesse rompere qualcuno lo può aggiustare... Io credo che il cliente abbia bisogno di credere e fidarsi dell’azienda prima di procedere con l’acquisto, specialmente se si tratta di orologi. Naturalmente il mio nome è contenuto in entrambi i prodotti in qualche maniera: Tengu è tecnicamente chiamato “Mr Jones’s Tengu” e gli orologi vanno sotto il brand “Mr Jones Watches”, quindi direi di essere facilmente identificabile con entrambi i prodotti. Infine non credo che sarebbe sostenibile un sistema che si basa sul culto della mia personalità per vendere oggetti...

Odio il cliché del “designer come personalità”, credo che non abbia alcun senso. Io mantengo ancora quest’idea romantica di progettare i miei prodotti e proporli nel mondo, ovunque possano essere apprezzati dalle persone. Mi piacerebbe che i miei prodotti venissero venduti per le loro qualità e non per quelle del progettista. Se parliamo in termini di “personalità” come strumento per vendere design, allora credo che uno come Philippe Starck, che ha immenso successo per quello che riguarda il marketing, poi risulta poco incisivo per l’aspetto più prettamente di


Vuoi dire che preferisci esporti attraverso i tuoi prodotti piuttosto che in prima persona? E allora cosa dicono Tengu e gli orologi di te?

is.gd/voo3

Siamo abituati ad un sistema in cui la fama del designer o quella del produttore aggiungono valore al prodotto, dove sta il valore aggiunto nei tuoi prodotti?


design.

Io non sono Van Gogh, per cui quei prodotti non dicono molto di me, voglio dire, non è il loro scopo centrale. Alla fine sono semplicemente dei prodotti, loro rispondono ad una necessità e soprattutto richiamano l’attenzione e la sensibilità culturale di persone che considero intelligenti e interessate in quel genere di cose. Sono progettate per esprimere la personalità di chi li acquista. Per esempio indossare un orologio che dice “remember you will die” comunica che sono una persona intelligente e abbastanza sofisticata da apprezzare l’ironia del messaggio. Ovviamente non sarei del tutto sincero se dicessi che niente di me è espresso nei prodotti che progetto. Credo che ciò che unisce la maggior parte dei miei lavori è questo senso inquisitorio che mette in discussione il prodotto stesso o la sua funzione. Io credo che gli orologi che ho disegnato potrebbero essere intesi come una risposta alla domanda “che altro potrebbe fare un orologio a parte dire l’ora?”. Il discorso per Tengu è un po’ diverso, la domanda che lo ha generato potrebbe essere “E’ possibile creare aggeggi elettronici che abbiano un certo charm?”

Io credo che il valore aggiunto sia degli orologi che di Tengu stia nel progetto. Gli orologi sono una reinterpretazione ironica e divertente dell’orologio tradizionale oltre che un mezzo per comunicare delle idee di design critico, mentre Tengu ha un suo fascino giocoso! La tua affermazione non è completa però, noi siamo abituati anche a designer e produttori che aggiungono un valore molto semplice: la qualità. Questa è una caratteristica che richiede tempo per emergere, ci vuole tempo per affermare il proprio nome e reputazione. Io spero che col tempo i prodotti che produco rappresentino questa qualità. Certo, nome e reputazione possono anche essere utilizzati per mere ragioni di marketing. Ormai siamo abituati a questo tipo di “designerbranding” dove un nome viene piazzato su un prodotto come simbolo di qualità. Io credo che le persone si siano giustamente stufate di questo


Ok, quindi abbiamo Mr Jones che non è un personaggio mediatico che progetta orologi made in China... mmmh... questo è effettivamente diverso da un sistema che vede un eccentrico Marcel Wanders progettare sedie made in Italy.

is.gd/voOR

Certo, ora la comunicazione è molto più semplice e meno costosa, anche a grande distanza.


approccio e infatti è una delle cose che cerco di evitare.

Vedi, quello che adotto io è un sistema interessante per i designer e prevede un investimento iniziale molto contenuto. In passato questo non era possibile, non potevo andare da un’azienda per produrre una mia linea di orologi perché il mio ordine sarebbe stato troppo piccolo, capisci? L’investimento di tempo e soldi sarebbe dovuto essere molto più grande per avere senso finanziariamente parlando. Una delle cose che trovo entusiasmante della tecnologia è che essa è diventata uno strumento di democratizzazione dal potenziale enorme. Mi spiego meglio: 100 anni fa era già possibile mandare messaggi a tutto il mondo attraverso il telegrafo, non così facilmente come le e-mail, ma tutto sommato molto velocemente. L’unico grosso problema era che il telegrafo era molto costoso. Ora viviamo in un mondo dove un gran numero di persone possiede un computer, o ha i soldi necessari per acquistarne uno. Questo da la possibilità a tutte queste persone di mandare messaggi a chiunque pressoché gratis.

Esatto, e anche le tecnologie per produrre lo sono. Quindi ora posso accordarmi direttamente con un’azienda, produrre i miei progetti e avere gli oggetti pronti. Ovviamente tutto questo non è una novità, ma, come detto, in passato sarebbe stato tutto molto costoso. Inoltre avrei dovuto aspettare molto prima che il mio talento potesse essere riconosciuto da qualche imprenditore, avrei dovuto competere tra molti altri designer per farmi notare e far sì che mi venisse data una possibilità. La situazione attuale è perfetta: finalmente posso lavorare in completa autonomia! Non devo rispondere a nessuno e siccome i costi sono contenuti non ho bisogno di investitori, che poi sicuramente avrebbero qualcosa da dire e interferirebbero nel processo. Io credo che molte persone inizieranno a seguire questo modello di lavoro in futuro, dopo tutto quello che ti serve è un computer, un po’ di idee e qualche soldo


Non hai paura di aver creato dei prodotti che richiedono continua attenzione e sforzi da parte tua?

Devo dire che ho visto i tuoi orologi diverse volte su riviste o siti che trattano di design, immagino che siano la tua prima fonte di guadagno, giusto?

is.gd/vs8E

Quindi aiutami a capire... dove progetti i tuoi prodotti?


da investire.

Infatti sto cercando di rendere la mia attività sostenibile, se gli orologi cresceranno in termini di affari allora non vorrei dover lavorare su ognuno di essi come sto facendo ora. Di sicuro nei prossimi 10 anni non vorrei ritrovarmi ancora qui seduto di fronte al computer ad usare Adobe Illustrator® per disegnare ogni dettaglio di ciascun modello. Con i Mr Jones Watches sto definendo un’area, un territorio, un linguaggio progettuale. Ho già preparato tutta la prossima serie di orologi, che sarà la terza, la quarta serie invece dovrebbe essere una collaborazione con altre persone, probabilmente non designer.

Non proprio. Gli orologi sono il progetto che richiede la maggior parte del mio tempo, ma poi è Tengu che mi fa guadagnare, forse perché ha un pubblico più grande. Gli orologi più Tengu rappresentano circa l’85% del mio reddito, il resto viene dalla mia attività nell’insegnamento e lavori freelance cui mi dedico con Dominic Robson sotto il brand di Robson & Jones. Si tratta soprattutto di progettazione e produzione di pezzi interattivi per musei. Per me avere un’azienda è in parte uno strumento per imparare. Non sapevo nulla di come si gestissero gli affari prima di iniziare, mi interessava solo produrre pezzi unici. Quella era un’attività che non aveva alcun business model e che non potevo sostenere oltre. Quindi ho solo aggiunto una parte al mio modo di lavorare: fare qualcosa di intelligente, che abbia un valore estetico e infine che possa essere inserito in un modello economico che qualcuno possa comprare.

A Londra, sul tavolo in cucina del mio appartamento. Ho costi di gestione bassissimi, uso una stanza e mezza per il mio lavoro e come magazzino. Proprio ora mi è arrivata una scorta di Tengu! Mi piacerebbe trasferirmi ad un certo punto visto che l’appartamento è piccolo. Ho


E dove produci i tuoi oggetti?

Ma tu sai parlare cinese?

is.gd/wnDS

E come avviene distribuzione e vendita?

Sto di nuovo guardando il sito degli orologi, visto che mi piacciono abbastanza. Il sistema che li genera come lo hai descritto aggiunge qualcosa al prodotto. Ho notato che hai alcune edizioni limitate. Per un attimo ho creduto di dover aggiungere il tuo nome alla lunga lista di designer che speculano sul limited edition, sorprendentemente però il prezzo non è molto diverso dagli altri orologi. Com’è questa storia?


anche una piccola macchina per il taglio a controllo numerico che è incredibilmente utile per fare pezzi di prova, anche se è estremamente lenta. Aggiungici una stampante, un computer connesso a internet e posso dire di non aver bisogno di nient’altro.

Come ti ho detto, di solito li produco in Cina. Ho provato a fare qualche esperimento per produrre dei gioielli qui in Inghilterra in aggiunta alla collezione di orologi, ma avrebbero avuto un prezzo troppo alto e francamente non ero del tutto contento della qualità quindi il tutto si è fermato lì. Io preferisco fare cose che io stesso posso comprare e personalmente non comprerei un orologio che costa migliaia di euro. Naturalmente ci sono dei vincoli da rispettare: bisogna produrre in Cina e non in Europa, semplicemente perché i costi iniziali qui sono molto più alti. Pensa che lo stesso servizio che in Cina costa 700$, in Svizzera ne costa 9500$. Ma la qualità rimane ottima.

No, ma la cosa più importante è che so parlare Solidworks® (software di modellazione 3D) e Adobe Illustrator® e ci si capisce perfettamente.

Approssimativamente il 70% degli orologi sono venduti online attraverso il mio sito MrJonesWatches.com, Tengu invece vende di più nei negozi, anche questi online. Ho partecipato ad alcune fiere e probabilmente ne farò altre, ma in generale i venditori migliori sono quelli che mi contattano direttamente, magari perché hanno letto dei miei prodotti su blog.

Beh i modelli in edizione limitata sono semplicemente delle prove, se


E il prezzo dei tuoi prodotti, come lo decidi? Sai il tuo è tutto sommato un design di concetto e quel genere di design funziona su logiche curiose... voglio dire, tra gallerie e aste poi finisce sempre che i prezzi siano basati su fattori altri, non dal valore materiale dell’oggetto...

is.gd/woEk

PerchĂŠ hai un questionario sul tuo sito?

Ma tu partecipi agli eventi di design?


poi vendono bene li produco in una versione leggermente diversa per la mia collezione permanente. Ad ogni modo il prezzo deve essere lo stesso, se abbasso il prezzo, poi chi ha comprato l’edizione limitata si sente imbrogliato.

Io uso formule convenzionali per stabilire i prezzi, quella principale ci dice che se moltiplichiamo per 7 il costo di produzione otteniamo approssimativamente il prezzo di vendita. Io, avendo costi di gestione molto bassi, riesco a stare al di sotto del fattore 7 appena citato. Determinare i prezzi può essere anche un processo emozionale. Quando ho iniziato a prezzare gli orologi avevo letteralmente paura di proporre un prezzo troppo alto e così mi sono tenuto basso, ma col tempo ho poi alzato la cifra anche perché le fabbriche cinesi lavorano in dollari americani e i prezzi sul sito sono in sterline inglesi così ho dovuto alzare i prezzi per compensare le variazioni tra le due valute. Il prezzo attuale mi sembra quello giusto. Per Tengu ho dovuto cambiare produttore per poter vendere il prodotto a prezzi più contenuti ed aumentare i margini di guadagno.

L’ho pubblicato un po’ di tempo fa, il suo scopo è cercare di capire chi comprava i miei orologi. Sai, quando vendi online non sai chi è la tua clientela, puoi solo conoscere il Paese di provenienza. Ho sottoposto un questionario ha tutti gli acquirenti precedenti e anche ai visitatori del sito. Ho registrato le informazioni, anche se non in maniera completa, ma devo confessare che non so ancora come utilizzerò tutto questo nel processo di progettazione, a parte per decisioni molto ovvie per esempio il fatto che un numero di utenti ha richiesto modelli da donna.

Non molto spesso.


Qualche volta ti ho incrociato anche al salone... cosa ci facevi?

Mi sembra di capire che non ti piaccia molto questo genere di eventi...

Ok, ma quando partecipi cosa mostri? Cosa fai?

is.gd/wpRg

Ah, quindi in un mondo di comunicazione di massa, nuovi media, sms e email tu usi ancora i “pizzini� come strumento di informazione? Non ti sembra una contraddizione?

E con la pubblicitĂ come te la cavi?


In effetti a volte partecipo. Quando lo faccio di solito vado per vendere.

Già... mi sembra che il mondo del design sia un po’ troppo ghettizzato. Preferisco produrre cose che abbiano un apprezzamento un po’ più ampio. Mi pare un grosso fallimento quando si progettano cose che piacciono solo ad un pubblico di designer. E poi, preferisco investire il mio tempo nello sviluppare nuovi prodotti.

Beh la prima cosa che faccio è immaginare un modo per non dover passare una settimana accanto ai miei progetti. Per il London Design Festival del 2008 ho assunto qualcuno che mettesse di nascosto informazioni sui Mr Jones Watches nelle tasche dei passanti, come se fossero dei borseggiatori, ma al contrario. Ricordo che il tutto ha funzionato bene, le persone erano incuriosite e l’informazione è arrivata a destinazione...

Bella allusione! Ovviamente non uso solo i “pizzini”, mi manca il coraggio per farlo anche se credo che potrebbe essere un sistema abbastanza efficace. Mantengo buoni rapporti con i vari blog e comunico l’uscita di nuovi orologi attraverso di questi solitamente, mi piacerebbe fare lo stesso con le riviste, ma purtroppo loro hanno dei tempi lunghissimi. In verità cerco di capire come le persone scoprono i Tengu e gli orologi, anche per questo ho creato il questionario, alla fine sono piuttosto convenzionale nel modo di gestire gli affari.

Nella mia vita professionale ho pagato solo una volta per una pubblicità, si trattava di un inserzione sul sito Dezeen e non credo che questo abbia


Quante persone lavorano per te?

E’ una domanda rilevante questa?

is.gd/wy4c

Un’ultima domanda: tu credi che il design sia morto?


aumentato le vendite. Le persone sono sospettose nei confronti delle pubblicità , non credo che quello sia un modo efficiente per attirare l’attenzione delle persone.

Zero, solo me stesso!

Credo proprio di no.

Direi piuttosto il contrario! Sono convinto che con le opportunitĂ che ci sono ora per i designer di produrre, il design stia attraversando un periodo molto positivo


Pagine per inserzionista-d


designer di questo numero


MR JONES WATCHES

Svizzero? No... AngloCinese L’orologio da polso è probabilmente l’unico esempio di tecnologia da indossare che sia effettivamente entrato nella vita di tutti i giorni. Da ormai più di un secolo l’orologio ha trovato posto allacciato al polso delle persone, non solo per riferire l’orario, ma anche - e forse soprattutto - per comunicare agli altri status e ambizioni del proprietario. L’aura di valori e significati che aleggia attorno agli orologi da polso delle persone fanno entrare di diritto quest’oggetto nella categoria degli oggetti speciali da ostentare e scegliere con cura al momento dell’acquisto. D’altronde anche James Bond nel corso della sua carriera ne ha cambiati parecchi passando da Rolex a Seiko, a Omega e mostrando i vari usi impropri che uno può fare di orologi opportunamente modificati. Non solo per deviare proiettili e strozzare nemici, ma anche per slacciare vestiti di belle signore. Ma lasciamo perdere gli orologi speciali dell’agente segreto più famoso del mondo e



concentriamoci su quelli del designer con licenza di produrre -in Cina-, Crispin Jones. In effetti anche gli orologi del designer inglese sono speciali, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto comunicativo dell’oggetto. No, niente radio-trasmittenti nascoste nel gioiello da polso, qui stiamo parlando di comunicazione indiretta verso chiunque osservi l’orologio. Crispin Jones ha iniziato a sperimentare con gli orologi da polso nel 2005, quando ha prodotto una serie di sette esemplari che investigavano la possibilità di utilizzare questo oggetto come mezzo per comunicare e sorprendere in maniera inusuale e scherzosa. Tra questi sette modelli ce n’era uno che risultava particolarmente poco appetibile per un possibile sviluppo verso il mercato. Il messaggio che questo orologio presentava sul display era “Remember you will die”, “Ricordati che morirai”. In effetti, non doveva proprio sembrare un oggetto che uno vuole comprare e allacciarsi al polso per fare conquiste e migliorare il proprio posizionamento sulla scala sociale. Ma Crispin decide di sviluppare proprio quel modello, convinto del fatto

is.gd/ERHe


pubblicità modello “The New Decider”. con l’ex arbitro David Elleray

pubblicità modello “Loves me”. con Heather Heber-Percy, fondatrice dell’agenzia matrimoniale The County Register


che se l’orologio fosse fabbricato meglio e con un aspetto diverso, allora avrebbe avuto successo. Il primo cambiamento evidente è il passaggio dalla tecnologia digitale dei primi prototipi a quella analogica delle produzioni attuali. Il messaggio “Remember you will die” diventa un elemento funzionale trovando posto sulle lancette. A questo modello se ne aggiungono molti altri, divisi in edizioni limitate, speciali e collezioni permanenti. I diversi modelli sono molto usercentered, così troviamo l’orologio per gli indecisi che ti aiuta a prendere decisioni, quello che invece regola la tua giornata suggerendo le azioni da compiere o quello Mantra che alternando frasi con accezioni negative e positive rende l’utente umile più sicuro di sé e quello arrogante un po’ meno certo della sua impudenza. La produzione avviene in Cina, dove un’azienda locale accetta ordini di quantità ridotte rispetto ai concorrenti Europei e offre prezzi molto competitivi pur mantenendo una qualità produttiva alta, la distribuzione, in pieno stile Jones, trova luogo su internet attraverso il sito mrjoneswatches.com creato e gestito direttamente da Crispin. In questo caso Crispin jones si è anche occupato della promozione, producendo una serie di immagini che giocano sul concetto su cui è basato ciascun orologio. Le serie si succedono e la prossima sarà la terza e la quarta è già in fase di ideazione. Ovviamente, la speranza di noi tutti è di vedere il prossimo James Bond indossare un MrJonesWatch. Magari non proprio quello che gli ricorda che dovrà morire.



TENGU

I coristi via USB Il panorama dei gingilli USB non si contraddistingue certo per utilità e rilevanza, tuttavia alcuni di questi prodotti, risultano molto divertenti e capaci di regalare attimi di ilarità + qualche punto popolarità in ufficio e tra gli amici. Tra questi prodotti citerei: l’”Humping Dog”, grazioso cane robotico che si accoppia con la tua porta Usb (disponibile su tokyozakka.com), l’”USB Panic Button” (acquistabile su firebox. com), pulsante di emergenza per i fannulloni che fa comparire istantaneamente un documento di lavoro sul tuo monitor, e infine, per l’appunto, Tengu! I Tengu sono delle figure appartenenti alla tradizione giapponese, i quali, secondo le credenze popolari sono soliti fare degli scherzetti molto simpatici: mangiarsi le persone, appiccare incendi e rapire i poveri monaci buddisti. Il Tengu di Mr Jones è, ovviamente, una cosa diversa da quella descritta sopra. Questo si presenta come un dispositivo che reagisce ai suoni. Semplicemente collegandolo alla presa USB del nostro computer e soffiando gentilmente sul viso di Tengu, lui si sveglia, o meglio si accende,



e inizia a muovere la sua bocca fatta di LED in armonia con i suoni circostanti creando un bell’effetto playback. Tengu nasce da una collaborazione tra il designer Crispin Jones e un’azienda giapponese chiamata Solid Alliance che si è accattivata la simpatia di Crispin grazie ai suoi prodotti “Sushi USB”, chè una memoria USB a forma di sushi, e il “Ghost Radar”. Il “Ghost Radar” è un altro apparecchio USB capace di rilevare cambiamenti nel campo elettromagnetico circostante ed è quindi in grado di localizzare i fantasmi presenti nell’ambiente, almeno così dicono dalla Solid Alliance, ma non prendeteli troppo sul serio quelli là. “Un’azienda capace di mettere sul mercato un prodotto come Ghost Radar, dev’essere per forza un’azienda speciale” dice Crispin, che così inizia a lavorare su un proposta per il partner giapponese. Bozzetti, modellini, prototipi ed espermenti vari fino ad arrivare alla forma definitva di un fantasma bianco stilizzato con cavo USB al seguito. Il prodotto è incredibilmente semplice da utilizzare: niente software di installazione e soprattutto niente interfaccia, basta un soffio e si parte

Il Sushi USB di Solid Alliance


Scatole di Tengu nello studio/casa/magazzino di Crispin


con i vocalizi che neanche Claudio Villa. Ma Crispin non è solo un designer che traccia linee e scrive codici, lui si diverte anche ad immaginare business models alternativi. CosÏ, ad un certo punto, decide di fare a meno di Solid Alliance e inizia a produrre il Tengu in Cina, per poi distribuirlo sul suo sito (tengutengutengu.com). In pratica tutta la filiera di produzione e distribuzione viene gestita direttamente da Crispin Jones. Dal codice software al prodotto, dal packaging al sito di vendita on-line, tutto è progettato e gestito direttamente dalla camera di Crispin con evidenti benefici economici e pieno controllo su tutto il processo.

is.gd/CEgc


Modelli preliminari di Tengu




EXTRA

mrjonesinspiration.blogspot.com Questa è una sezione del libro che il designer è libero di usare a sua discrezione. Crispin Jones vuole urilizzare il materiale del suo blog personale, dove raccoglie tutte le notizie e immagini che lo incuriosiscono e da cui trae ispirazione. Ecco un’elaborazione fatta con il software gratuito Shape Collage 2.1 Next Blog»

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28.6.09

About Me

Lady GaGa I'm loving these images of Lady GaGa's Glastonbury outfits, I like the oddly nostalgic 80s‐futuristic look (well it looks that way to me...). I especially like the tessellation on the synthaxe.

Name: mister.jones Location: London View my complete profile

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