Cannabis terapeutica: Emilia Romagna saccheggiata
Una nuova polemica è esplosa in merito alla cannabis ad uso terapeutico in Emilia Romagna: è dallo scorso Giugno che i pazienti che ne necessitano devono sudare sette camicie per recuperarne briciole in tutta la regione. Nelle farmacie i telefoni squillano continuamente, i pazienti interrogano gli addetti e fioccano le proteste perché la quantità di farmaco non è sufficiente per le necessità di tutti. I farmacisti preparatori sono così costretti a passare gran parte del tempo al telefono invece di poter prestare i loro servizi a pazienti e malati. Ci sono farmacie che aspettano consegne da più di 8 kg di cannabis terapeutica, tra Gennaio e Marzo di quest’anno è stato effettuato un ordine di 10 kg dalla Regione Emilia ma, ad oggi, ne è arrivato solo uno. La cannabis italiana è coltivata dall’Istituto Farmaceutico Militare di Firenze, che centellina le consegne alle varie realtà locali, chi ne chiede 2 kg ne riceve 500 gr e intanto i pazienti soffrono e i sintomi delle malattie non danno loro tregua. Ma quali sono le cause di questi problemi? Il punto è che, pur essendo la Regione Emilia uno degli enti che più dispone di cannabis ad uso terapico, oltre la metà delle sue scorte finisce altrove: chi soffre di i neuropatia, atassia e anoressia necessita di un’adeguata terapia del dolore e l’unico supporto pratico ed efficace in questo senso è la cannabis terapeutica, quindi, da ogni regione