MoveOut Magazine 24

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OTTOBRE 2011 NO.24

Special Jason Derulo intervista

Capitale del biologico

per il Medioevo

Presenta Biophilia www.moveout.it


SI RINGRAZIA L’EDITORE PER LO SPAZIO CONCESSO






Move out ottobre 2011

Editoriale

Questo numero lo dedichiamo a Bjork, eclettica artista islandese, con il suo progetto Biophilia. Una sperimentazione in cinque capitoli! Il secondo special vede protagonista Jeson Derulo, giovane americano che, con un singolo dopo l’altro è sempre in vetta alle classifiche ed ora lancia il nuovo album “Future History” Move Out lo ha intervistato in esclusiva. Un calendario in fermento quello dei live a Milano, da Bruno Mars ad Avril Lavigne, ai Baseball, ai Negramaro. Abbiamo visitato Varese Ligure La valle del Bio a due passi dal mare. Vi raccontiamo di un immenso territorio immerso nel verde. E ancora personaggi che hanno impresso la storia con le loro azioni. Una sempre ricchissima guida agli eventi del mese: mostre, concerti, serate in discoteca, Dj set, Buona lettura!

www.moveout.it aut. Trib di Alba n° 48/09 del 23-01-09 Editore I.Com Multimedia s.n.c. via. D. Chiesa 4, 12051 Alba tel. (+39) 0173 59 0564 Cell: (+39) 347 6006099 www.icommultimedia.eu info@icommultimedia.eu Direttori PierMario Mignone (Direttore Responsabile) Guido Mignone (Direttore Generale) Joanna (Asia) Tupta (Direttore Creativo) Grafica I.Com Multimedia Redazione Alberto Debenedetti, Luigi Ferrando, Guido Mignone, PierMario Mignone, Alessia Mangiapane, Ivan Nossa Collaboratori Arcigay, IED, Giulio Rossello, Raffaello D’Ambrosio, Grafimated Cartoon / Scuola del Fumetto Palermo, Rivista Mono

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Cover - Björk

sommario 08 Cover 10 Dance & Live 17 Play 22 Cinema 27 Calendar / Guide 60 Special 64 Lifestyle 70 Cities 74 Fashion & Design 78 For Her&Him 80 Gay & Lesbian La redazione non è responsabile delle eventuali variazioni alla programmazione degli eventi inseriti nel calendario, che sono stati comunicati direttamente dai locali o reperiti da fonti di dominio pubblico. La redazione non è responsabile del contenuto delle inserzioni pubblicitarie. Nessuna parte di questo magazine, comprese le inserzioni pubblicitarie, può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’Editore.


MoveOut Cover

k r ö j k B r Bojgeö o s o i z bi m a ù i tto p alizzato

Il pr scipl inare mai re e int erdi

ato, ai realizz linare m terdiscip siva su iTunes. in e so lu izio un più amb rystalline” in esc licazioni, progetto “C um, app idattici. d ilia, il suo el primo singolo e uno studio alb h ri p a io in B senta o e sem iale d prend Björk pre licazione mond rti dal viv ori, inventori, che com imediale ati, conce bb ritt e con la pu un progetto mult cali personalizz oni, scienziati, sc ria esplorazion è rdina licazi ti musi o p n ra e p a st m e i Biophilia a v d ru n o ri u d to web, st iluppato sicali per creare ueste re quelle nuovo si llaborato con sv particola ispirazione da q mu co o siche – in de rumenti ic fi n st e i m re d rz p to ri o ’a fo Björk ha o ll e tt ett endo da i e produ niverso e delle su cnologia. Il prog lora part musicist sp ’u te e ll e la le d e e le li ra ra tu dia multime o la musica, la na e fenomeni natu li an re musica s’incontr u tt ru st i tra . relazion l cosmico rrivare a fino ad a

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Biophilia comprende cinque elementi: I. ALBUM: Le canzoni di Biophilia saranno pubblicate verso la seconda metà dell’anno su un tradizionale studio album da 10 tracce, e saranno disponibili sia in formato digitale sia in formato standard. I brani saranno anche inclusi all’interno delle relative Biophilia Apps, ma con una struttura più semplificata e adatta a scopi didattici e ludici, e mixati da Damian Taylor e Björk. II. APPS: Le Biophilia Apps sono un set di dieci applicazioni, una per ogni canzone, disponibili tramite la ”App Madre” centrale Cosmogony (etichetta One Little Indian). Questa piattaforma fungerà da galassia tridimensionale dove le app iniziali appaiono come costellazioni, mentre le altre saranno aggiunte in seguito e a intervalli regolari. Ogni app ha un suo tema specifico (collegato alla relativa canzone) e unisce un elemento naturale a una caratteristica musicologica. III. CONCERTI LIVE: I concerti di Biophilia hanno debuttato il 30 giugno al Manchester International Festival e continueranno in un tour mondiale di tre anni con soggiorni di sei settimane in otto città diverse. In ogni città Björk si esibirà con Biophilia due volte a settimana, utilizzando le app per suonare dal vivo un set di strumenti musicali costruiti su misura ed evocare un’atmosfera che porta lo spettatore a sentirsi all’interno dell’app stessa. Per il resto della settimana le sedi dei concerti ospiteranno una serie d’incontri musico-didattici in collaborazione con le scuole locali.

Björk ha commissionato inoltre una serie di originalissimi strumenti musicali che la accompagneranno durante il tour dal vivo. Il team che ha creato questi strumenti comprende un inventore inglese, un costruttore di organi islandese e un laureato del MIT Media Lab. Qualche esempio di queste creazioni: quattro arpe da tre metri attivate da un pendolo, nelle quali il movimento oscillatorio pizzica e fa suonare le corde, illustrando l’argomento della forza di gravità trattato in alcune canzoni... IV. DOCUMENTARIO: La Pulse Films sta realizzando un documentario di 90 minuti sul progetto Biophilia. Il film esplorerà il processo creativo di Björk mentre unisce i diversi elementi del progetto. La vedremo durante le prove per il live show, in studio a lavorare sull’album, e scopriremo, attraverso materiale girato, interviste e dimostrazioni, l’origine e la realizzazione del progetto. Ci addentreremo anche nell’affascinante relazione tra musica e mondo naturale. L’apice del film sarà la presentazione del suo progetto: il debutto della live performance di Biophilia. Il documentario sarà trasmesso più avanti nel corso della campagna Biophilia. V. SITO WEB www.bjork.com è stato rinnovato appositamente per Biophilia e rilanciato utilizzando l’ultimissima tecnologia HTML5. Il sito ora offre livelli eccezionali di animazione e interattività e fornisce un’esperienza totalmente diversa da qualunque altro sito di un’artista. Comprende una straordinaria e coinvolgente galassia in 3D con versioni che possono essere sfruttate su quasi tutti i congegni, e che costituirà il fulcro per tutte le informazioni su Biophilia. move out 2011


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Torna X factor

Stavolta in tv la musica cambia davvero: prende il via giovedì 20 ottobre su Sky Uno in prima serata, prodotta da FremantleMedia Italia, la quinta edizione di X Factor, il talent show più seguito al mondo, in una versione inedita in Italia e aderente al format originale inglese, con al centro dello show più musica e più storie, al servizio del talento. Sarà un X Factor innovativo sotto molti punti di vista. E anche le modalità di accesso a dirette, notizie, highlights e nuove proposizioni dei contenuti avverranno, per la prima volta in Italia, davvero a tutto tondo. La prima novità è l’Alta Definizione. Proprio nel giorno del debutto di X Factor, infatti, Sky Uno diventerà HD, 24 ore su 24, allungando ancora la lista dei canali Sky in Alta Definizione e diventando il primo grande canale italiano di intrattenimento in HD. La seconda riguarda il numero di puntate di prime time in palinsesto: saranno 12 e, come nella versione originale del format, i primi 4 appuntamenti saranno dedicati alle selezioni. Queste quattro puntate sono il racconto di una maratona durata quattro mesi che, partendo da 50.000 candidati, ha portato alla scelta dei 12 talenti che saliranno sul palco di X Factor. Dal 17 novembre, sempre di giovedì dalle 21.10, parte la sfida live: 8 puntate in diretta che vedranno giudici e concorrenti impegnati in un duello all’ultimo brano, fino alla finale del 5 gennaio 2012. LA GIURIA La terza novità è la giuria: l’edi-

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zione di X Factor targata Sky schiererà un’autentica supergiuria che raggruppa il meglio delle precedenti edizioni e che combina il talento di una mattatrice dello spettacolo e della tv come Simona Ventura, con le doti di due grandi protagonisti della musica italiana, Morgan ed Elio, e la sorprendente genuinità e creatività di Arisa. La conduzione è affidata ad Alessandro Cattelan, che porterà sul palco la competenza musicale e affiancherà gli aspiranti talenti con una verve originale e di stampo “british”. COSA VEDEREMO LE AUDIZIONI Le prime due puntate - in onda il 20 e 27 ottobre alle 21.10racconteranno le Audizioni, ovvero i provini dei 220 candidati promossi durante gli affollatissimi pre-casting di Roma e Milano e le successive audizioni che hanno fatto tappa a Trento, Forlì e Milano davanti al grande pubblico di teatri e palazzetti. Lì i candidati hanno dato vita a un vero e proprio live show, con esibizioni su base musicale e non più a cappella, vivendo in diretta l’atteso e temuto momento del verdetto della giuria. Una prova d’esame da subito impegnativa per i concorrenti e soprattutto una delle

tante novità di questa edizione di X Factor targata Sky. Una versione del talent che mira a far risaltare al massimo le doti musicali dei candidati e la loro capacità di “tenere il palco”. I numerosissimi spettatori che hanno affollato le audizioni sono stati il vero e proprio quinto giudice in campo, chiamati ad esprimersi in una fase molto delicata del programma: tra applausi, standing ovation e qualche inevitabile disaccordo con la giuria, gli spettatori hanno partecipato attivamente al processo di selezione dei 113 aspiranti talenti che hanno meritato di passare il turno. BOOT CAMP – CAMPO RECLUTE La stadio successivo di selezioni è avvenuto durante i Boot Camp – Campo reclute, fase a cui sarà dedicato il terzo episodio in onda il 3 novembre alle 21.10. Tutto si svolge al Teatro della Luna di Milano (da dove andrà poi in onda il live dello show), lì i candidati si sono esibiti a cappella cantando tutti lo stesso brano, senza musica, senza pubblico, potendo contare solo sulla propria voce. Un contesto che mette in risalto la tensione dell’ultima selezione e che rappresenta un confronto diretto, ad armi pari,


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con pochi minuti a disposizione per influenzare il voto dei giudici. Simona Ventura, Morgan, Elio e Arisa hanno avuto il duro compito di scegliere con, un giudizio immediato e inflessibile, i 24 migliori talenti, 6 per ciascuna delle categorie in gara. Sono infatti quattro le categorie in cui sono divisi i concorrenti: Under 24 uomini, Under 24 donne, Over 25 e Gruppi vocali, ciascuna capitanata da un giudice che,come sempre, avrà il compito di dimostrare che tra i “suoi” c’è il vero performer dotato di “x factor”. Solo al termine dei Boot Camp ciascun giudice saprà quale squadra gli verrà assegnata, e sarà allora che dovrà scegliere quali talenti fin lì selezionati vorrà schierare per vincere la gara di X Factor.

HOME VISIT – LA SCELTA FINALE L’ultimo step di selezioni che gli aspiranti concorrenti dovranno affrontare è l’Home Visit – La scelta finale. In questa fase, in onda il 10 novembre alle 21.10 con il quarto episodio, verranno presentati i finalisti e gli abbinamenti giudicecategoria. Questa fase si svolge in quattro diverse località, una per ogni giurato chiamato a scegliere tra i 6 talenti fino a quel momento selezionati per la propria categoria. Ogni giudice sarà affiancato da un vocal coach: Paola Folli per Simona Ventura, Andrea Alberto Tafuri affiancherà Elio, Diego Calvetti e Giuseppe Barbera rispettivamente con Morgan e Arisa. Solo 3 concorrenti per ciascuna categoria potranno però essere schierati sul palco

di X Factor. Lo splendido mare di Capri ha fatto da cornice alla scelta di Simona Ventura, mentre Arisa ha convocato la sua squadra nel cuore delle Dolomiti, a Bolzano. Morgan e Elio, hanno preferito restare immersi nel ritmo delle proprie città, rispettivamente Monza e Milano, per concentrarsi al massimo sui talenti e definire il proprio team. In tutta questa prima fase del programma, che termina con la scelta dei 12 concorrenti in gara, ci sarà la costante presenza di Alessandro Cattelan. Il conduttore di X Factor sarà sempre accanto ai ragazzi, per supportarli e raccogliere a caldo, nel dietro le quinte, le emozioni di chi ce l’ha fatta e di chi è stato invece escluso a un passo dal traguardo. move out 2011

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Che fine ha fatto D’Angelo? Da molti anni si aspetta un seguito ai due capolavori “Brown Sugar” e “Voodoo” del più talentuoso artista afro-americano degli ultimi 20 anni La cosa che mi fa più tristezza – in assoluto – è il talento sprecato, quando ce ne sarebbe un gran bisogno. L’attuale scena black (ma permettetemi di osservare che la cosa riguarda un po’ tutta la musica contemporanea), manca terribilmente di artisti ispirati e innovativi come Michael Eugene Archer, in arte D’Angelo, conosciuto per le sue straordinarie capacità compositive, come produtto-

re e come voce emozionante e spirituale. E poi anche per quel suo fisico statuario da adone nero. Ebbene oramai a più di 10 anni dall’uscita di un disco clamoroso come “Voodoo”, per il quale possiamo sprecare l’epiteto di autentico capolavoro, nonostante svariati annunci, pubblicazioni di improbabili greatest hits, annunciate collaborazioni con artisti del calibro di Prince, Erykah Badu, QTip, QuestLove (dei Roots) e tanti altri che costituiscono il massimo del nu-soul e del funk contemporaneo, ebbene nonostante tutto questo nulla di concreto è stato pubblicato e nemmeno si sente il profumo della cosa nell’aria, sebbene l’ultima indiscrezione riportava la data di uscita del lavoro che dovrebbe chiamarsi “Jason River” proprio per questo autunno. Nessun concerto, esibizione, a parte qualche sporadico duetto. In compenso D’Angelo fa parlare

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Dance & Live MoveOut regolarmente di sé da oramai 10 anni a questa parte per i suoi problemi con le droghe, l’alcool e la giustizia, l’ultima volta l’anno scorso quando fu arrestato per avere chiesto, in un’alba frastornata, ad una poliziotta travestita da prostituta un rapporto di sesso orale offrendo 40 dollari in cambio. Ora, se date un’occhiata alla foto qui sopra, si fatica a credere che un uomo così si riduca a comprare del sesso, un po’ come si fatica a credere che lo facciano calciatori, manager, uomini di successo insomma. Ma gli abissi di solitudine che possono procurare un’improvvisa notorietà e una sensibilità indiscutibile come la sua, sono spesso accompagnati da una

fragilità descritta anche nelle tormentate confessioni che alcune sue canzoni rappresentano, tenuto conto che anche lui – come molti artisti neri – proviene da una famiglia di predicatori pentecostali, inclini da una parte al peccato e dall’altra a devastanti sensi di colpa. Per esempio una delle sue canzoni più significative “The Devil’s Pie” dice “Tutti in fila, tutti in fila per una fetta della torta del diavolo”, poi passa in rassegna tutte le perversioni, invidie, violenze che ha attorno a sé, concludendo però con una frase tanto auto-punitiva quanto commovente: “Chi sono io per giudicare, quando anche io sento eccitazione per tutto quello che disprezzo?”.

Come tanti grandi artisti, anche D’Angelo purtroppo non riesce proprio ad uscire a questo vortice e paradigma, come Sly Stone che ora vive intossicato in una roulotte di Los Angeles o come Gil Scott Heron recentemente scomparso. O nel mondo a noi più vicino la povera Amy Winehouse che era troppo soul per la nostra epoca. Il binomio talento-autodistruzione continua a sconcertarci e ad essere un esempio destabilizzante per molti giovani ma ci auguriamo che questa volta qualcuno scompagini le carte e ci sorprenda con una nuova gemma e una nuova faccia sorridente e vitale. Bobby Soul

FUNK-IN-ITALIA NEWS Riprende il festival di Funk-in-Italia che, dopo il successo dello scorso anno, avrà nuovamente luogo nel centro storico di Bologna presso il locale Arterìa. Hanno aperto le danze i Sex Fm, lo scorso 15 Ottobre, seguiranno la blaxpoitation in salsa partenopea Sbirrofunk (12 Novembre) e i divertenti e variopinti toscani Elefunk (17 Dicembre). Mentre altri nomi sono attesi per il 2012, fra i quali The Soul., Ridillo e Bonomia Sound Machine. Intanto Funk-in-Italia conta di portare una nutrita pattuglia di gente groovosa al prossimo Medimex di Bari, questa notizia però non è ancora confermata ma vi si terrà aggiornati. Diamo il benvenuto nella nostra piccola ma agguerrita pattuglia in espasione a A cura di Funk in Italia

Fun-K Lab Quintet, altro gruppo napoletano. Il progetto Fun-K Lab nasce nell’anno 2005 ed ha come obiettivo quello di metter in atto una sperimentazione musicale basata su variegate influenze derivanti dal Funk degli anni 70 (Herbie Hancok, Tower Of Power, James Brown), miscelandolo con sonorità jazz e rock sia classiche che contemporanee (Miles Davis, John Scofield, Medesky Martin & Wood). I Fun-K Lab ricercano un sound originale componendo vari brani nello stile di una vera e propria jam band. Grande è lo spazio

lasciato alla contaminazione e all’improvvisazione strumentale. Frutto di una tenace collaborazione tra i vari elementi è il primo demo autoprodotto (Son ‘o’ Funk), registrato nel mese di ottobre del 2008. A brevissimo uscirà il primo album ufficiale e conseguente tour, ogni info qui: http://www.myspace.com/fklab Lo staff di Funk-in-Italia move out 2011

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Insalata mista di live In questi mesi a Milano la scena live è davvero in gran fermento. C’è solo l’imbarazzo della scelta: dal jazz, alle star internazionali, ai rocker, dai palazzetti ai teatri. Moveout è adato in esplorazione e vi racconta alcuni dei più belli dell’ultimo mese.

Foto Paola Mombrini ©

The Baseballs

A Milano per un live ai Magazzini Generali, la giovane band di Berlino ci fa divertire al ritmo di Elvis Martedì 27 Settembre The baseballs arrivano a Milano per il loro prima live in Italia. Dopo aver riscosso grande successo con il primo album Strike! In diversi paesi europei stanno ora promuovendo il secondo “Stars ‘n Stripes” che sembra promettere molto bene. La loro ricetta è semplice, rifare brani attuali di successo in chiave anni ’50, con sound rockabilly e un’immagine alla Happy Days, per chi si ricorda il bellissimo telefilm. Ai Magazzin la serata è da tutto esaurito, si vedono camicie a quadri, pantaloni a sigaretta e ciuffi ribelli. Davvero una bella atmosfera. E loro non deludono. Quasi due ore di divertimento puro. Il terzetto di Berlino è accompagnato da quattro musicisti che oltre a saper suonare sanno anche intrattenere il pubblico giocando e scherzando con la band. Loro tre sono in forma, il cantante adorato dalle ragazzine, il biondino che con quel

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viso da furbetto dirige i giochi e gli scherzi sul palco e il più robustello che con la sua voce profonda ci regala veri spunti alla Elvis. Dopo poche canzoni ci ritroviamo in mezzo ad una festa, con i ragazzi che fanno cantare e ballare il pubblico. Sono molto coinvolgenti e d’altronde questo tipo di musica aiuta. Invitano due fan sul palco a cantare con loro, fanno brani a cappella, inventano balletti e coretti per il pubblico, si rotolano sul palco e fanno persino cantare la band! I brani li conoscono tutti quindi si


Dance & Live MoveOut canta a squarciagola. California girls, Paparazzi, Angels, Umbrella, Born this way, Candy Shop, Hot ‘n Cold, Quit playing games, Hello e tanti altri rendendo omaggio alle star del momento, da Lady Gaga a Katy Perry, da Robbie Williams a Rihanna. Non si risparmiano di certo, finendo il concerto sudati e felici perché il pubblico di Milano ha risposto con entusiasmo. Da non perdere quando torneranno se vi volete divertire. Vestitevi comodi.

Avril Lavigne

Malgrado la giovanissima età è già una rockstar navigata. Sala sul palco sicure, decisa. Imbraccia la chitarra e sfodera la voce potente. Si susseguono una hit dopo l’altra le canzoni che l’hanno resa famosa negli ultimi 5 anni. Il pubblico è giovanissimo. La media credo sia intorno ai 15 anni. Si vedono tante teste rosa fosforescente e biondo platino. I fan veri la imitano in tutto e per tutto. Il palcoscenico è semplice, grandi tendoni viola e sfondo nero. Un’ora e 40 di rock, con un angolino

per i lenti dove lei sale sul piano e fa cadere qualche lacrimuccia ai fan che qui cantano tutti in coro. Molto apprezzato anche il suo nuovo singolo “Wish you were here”.

Bruno Mars

Questo ragazzetto ci sa fare. Quasi due ore

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Negramaro

Vengono a Milano per 3 date al Forum di Assago. Vengono a riscuotere il meritato successo di tanti anni di lavoro e di amore per la musica. Il pub-

blico è in estasi e canta tutte le canzoni, dalla prima all’ultima , con rabbia e sentimento. Giuliano, e tutta la band, non perdono un colpo. Sembra si sia ripreso molto bene dai pro-

blico risponde senza indugi e riempio le tre serate. Quasi tre ore di concerto. L’intervento di un attore ad ogni serata, per avvicinare il pubblico al teatro come affermano gli stessi Negramaro. Mercoledì 12 a Milano c’era Paolo Rossi. La vera festa però inizia e finisce con la loro musica. Il pub-

blemi alle corde vocali. Pochi fronzoli sul palco e tanto rock. Tra vecchi successi e i brani del nuovo disco il concerto scorre veloce. Ultima sorpresa è Victoria cabello che alla fine esce pimpante da una tuta da astronauta. E alla fine, malgrado le quasi 3 ore, rimane la voglia di sentirli ancora. Ivan Nossa

Foto Paola Mombrini ©

di rock/soul/ pop. Una voce molto bella, che non sbaglia mai. Tanta allegria e simpatia. Un gruppo di 4 elementi più una sezione fiati di tre ragazzi molto bravi anche a coreografare con balletti i successi di Bruno. Per finire un vocalist/rapper che lo aiuta a divertire il pubblico. Malgrado sia in circolazione solo da un paio d’anni le sue hit sono già molte da “Grenade” che dice essere la sua canzone di cui va più orgoglioso, a “Just the way you are”, da “Millionaire” a “The lazy song”. Non mancano omaggi alla musica black americana anni 50/60 che dice essere la sua ispirazione. Il pubblco canta e balla senza sosta. Lui sa coinvolgerli. Chitarrina al collo e camicia a quadri è scatenato. Introduce la canzoni con aneddoti divertenti, chiede al pubblico di partecipare, dedica le canzoni. Astutamente sostituisce in una canzone “sei bellissima” a “you’re beautiful” e la gente apprezza urlando sempre più. Alle spalle un videowall che si muove e crea effetti di luce ed immagini molto belli. Il finale, con Bruno al piano, è da cantare tutti in coro.


&LUNATIK

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Chiara Canzian Il mio sangue Genere: pop

Etichetta: Blu Notte / Artist first

Data: 2011

La giovane Chiara è già al suo secondo disco. Nel frattempo sembra aver fatto grandi passi avanti. E’ passato un Sanremo, una partecipazione al megaconcerto “Amiche per l’Abruzzo” e tante altre importanti esperienze che l’hanno portata ad essere artista più matura e consapevole del proprio percorso musicale. Questa strada ha portato Chiara a comporre interamente, musiche e testi, un album intenso e a tratti complesso come “Il mio sangue”. Troviamo anche qualche collaborazione importante Emanuele Lele Spedicato (Negramaro) che ha partecipato alla composizione di un paio di musiche e Pierluigi Ferrantini (Velvet) autore di un testo e di “Parla con me” ed infine Nicola Manzan. Un susseguirsi di racconti e di emozioni che nascono dall’anima della cantautrice. Una voce delicata. Il secondo singolo “Scrivi d’oro” ha già avuto diversi riscontri positivi da radio e critica, un brano lieve, un soffio tra musica e parole. Come lieve sembra essere questa artista, delicata nell’anima e dirompente nei sentimenti che descrive in musica. Precauzioni per l’uso: da ascoltare con l’anima ivan@moveout.it

Superheavy Superheavy Genere: rock

Etichetta: Universal

Data: 2011

Questo Gruppo quantomeno originale è formato da Mick Jagger - Damian Marley - A.R. Rahman - Dave Stewart - Joss Stone. L’idea parte dal fondatore degli Eurythmics, Stewart, che chiama subito Mick Jagger e decidono assieme di coinvolgere la grinta soul di Joss Stone ed il tocco reggae di Marley. Si aggiunge poi anche Rahman, un compositore indiano due volte premio oscar. Stewart definisce i SuperHeavy “l’esperimento di un alchimista pazzo” ed è abbastanza vero se pensiamo quali generi e storie diverse convivono in un solo progetto musicale. L’album viene registrato a Los Angeles dove gli artisti si sono incontrati ed hanno scritto tutte le canzoni in 6 giorni. Un disco piacevole, ti coinvolge grazie ai diversi stili ed esperimenti. Il toasting di Damian Marley riesce a rendere moderne anche le canzoni più tradizionali. La voce di Joss è unica, di quelle che ti prendono l’anima e ben si sposa con la voce rock di Mick Jagger che sa esaltare qualsiasi cosa canti. Potrebbe anche cantare gli ingredienti dei Tortellini e renderli rock. In una canzone, “Satyameva Jayate”, canta persino in Urdu, la lingua più diffusa in India. Difficile inquadrare questo lavoro in un genere, alla fine rock è la parola più azzeccata perché dice tutto e nulla. Perché rappresenta un mondo al quale queste persone sicuramente appartengono. Il disco è forte, energetico, vario; le di ballad rese speciali dalle voci che danno il meglio unendosi. Divertente. Precauzioni per l’uso: per chi non si accontenta di un genere musicale ivan@moveout.it

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Ryan Adams Ashes & Fire

Genere: Country Rock

Etichetta: Columbia/Sony

Data: 2011

Di tanto in tanto, tra le molte, forse troppe, uscite discografiche ci si imbatte in un lavoro che ha la capacità di colpirci e lasciare il segno. Così succede con questo nuovo album di Ryan Adams. Canzoni country/rock, quello che noi definiremmo il genere dei cantautori. Canzoni acustiche, delicate nella melodia, irruenti nell’emotività, che riescono a trasmettere forti sensazione, a dipingere paesaggi, a raccontare storie ed emozioni. Meravigliosa la ballata “Coming Home”, dalle vivaci aperture acustiche, che si avvale di Norah Jones come seconda voce; impetuosa la ballata “Save me” che travolge l’ascoltatore. Ryan ci regala brani dalle tinte più rockeggianti come il brano d’apertura “Dirty rain” e momenti di estrema introspezione come “I love you but I don’t know what to say” accompagnata da un pianoforte languido, rarefatto e pungente. Merito ad un artista che malgrado i numerosi successi ed i moltissimi album prodotti riesce sempre a creare qualcosa di unico, di appassionante, che non passa inosservato. A dimostrazione che non è la smaniosa ricerca della novità a fare grande un disco ma la capacità nel rendere eccezionale quello che già possediamo: la musica. Precauzioni per l’uso: per chi crede ancora alle grandi canzoni ivan@moveout.it

Marco Mengoni Solo 2.0

Genere: Pop /Rock

Etichetta: Sony

Data: 2011

Marco ormai lo conoscono tutti, due anni dopo X Factor è una voce inconfondibile. Quasi quasi diventa una vera star a dimostrazione che i talent show servono ai giovani artisti di talento. Il nuovo disco diventa quindi molto importante. A questo punto o la va o la spacca. Il primo vero album per marco, un disco di inediti dove è anche autore. Non basta ascoltarlo una volta sola. Meglio due, anzi tre. La voce di Marco ti arriva subito all’anima ma per fortuna il disco non è spudoratamente commerciale ed alcune canzoni hanno bisogno di attenzione. Di cura. Poi magicamente ti prendono e ti invitano a volare con la voce di Marco. Un bel lavoro. La voce straordinaria, unica, che sa emozionare è sempre l’arma vincente. Ottimo il lavoro dei produttori e degli autori che hanno voluto vestire gli acuti del giovane talento con canzoni dove musica e testi sono di grande impatto e non fannosolo da contorno. Un bel disco, prima prova superata. Precauzioni per l’uso: da usare senza limitazione alcuna perché da brivido non nascono solo in America ivan@moveout.it move out 2011

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The Baker Brothers Time to testify Genere: Funk /soul /jazz

Etichetta: Record Kicks

Data: 2011

Gratis

2 Vinili 45 GIRI I Baker Brothers sono ormai dei veterani, con un seguito ed un esperienza live invidiabili. ai primi che scrivono una Hanno già 7 album alle spalle, un discreto sucmail con il tema cesso e fan sparsi in tutto il mondo. Per chi non “The Baker Brothers” li conoscesse ancora ora è arrivato il momento, redazione@moveout.it infatti dal 2010 è iniziata la loro collaborazione con l’etichetta milanese Record Kicks. Esce ora “Time to testify”, un nuovo album, che ha tutte le caratteristiche per consacrare la band londinese ai vertici del nu funk/ soul mondiale. Il primo singolo “Make your move” ha un ritmo incalzante, ti entra nelle orecchie e non ti molla più. Troviamo poi anche diversi brani strumentali con inclinazioni jazz tra cui la bellissima “Genki Strut” e canzoni dalle sfumature modern soul come l’emozionante “Once I had a friend”. Insomma c’e n’è un po’ per tutti i gusti per chi ama o vuole imparare a conoscere quel sound londinese oggi chiamato jazz da dancefloor. E si dice che dal vivo promettano scintille. Due le date italiane da non perdere che trovate nel nostro calendario eventi live. Precauzioni per l’uso: per chi non resiste quando sente profumo di Londra ivan@moveout.it

Filippo Cosentino Lanes

Genere: pop/jazz

Etichetta: GREEN PRODUCTION

Data: 20/10/11

E’ uscito giovedì 20 ottobre il primo disco solista di Filippo Cosentino. Significativo sin dal titolo: “Lanes”, che in inglese significa corsie, si riferisce ai molteplici stili musicali che Cosentino sperimenta: dal jazz, al rock, al pop, al blues, sono il riflesso di una carriera che non si limitata ad un genere, ma spazia e viene valorizzata dalle contaminazioni. Collaborazioni d’eccellenza impreziosiscono il lavoro: Fabrizio Bosso alla tromba e Davide Beatino al basso aiutano a rendere i singoli Lanes e Smokin’jazz brani da comprare, ascoltare e studiare per la semplicità e l’immediatezza della composizione e la facilità di pensiero dei musicisti – tutti di altissimo livello – che suonano nel cd. Altri tre brani in chitarra sola danno la misura del valore artistico di Cosentino: risentiamo le atmosfere di Metheny e questo fa onore al giovane Filippo che dimostra di conoscere bene la propria cultura musicale ma anche di saperla innovare, come dimostrano gli arrangiamenti proposti: loop, basso funk, tromba a volte simile a un flicorno altre invece graffiante e incisiva. Se si vuole sapere come cambia il jazz italiano – giovane ma di classe – necessita acquistare il disco distribuito da iTunes, Believed Digital e presto su Mondadori. Seguirà un tour nazionale...non vediamo l’ora! A.M.

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Don Turbolento Attack

Genere: pop

Data: 22/11/11

Un disco potente e maturo. Non solo funk sintetico, ma una visione totale dell’elettronica. In chiave pop. A tre anni dall’omonimo esordio, i Don Turbolento tornano con “Attack”. Un lavoro che in dieci tracce verifica l’evoluzione di suono e scrittura compiuta dal duo bresciano negli ultimi tempi. Non più party band da dancefloor come agli esordi, ma compagine in grado di accostare all’indole wave anni ottanta che li contraddistingue sin dalla line up (solo batteria e synth) una gamma di influenze rivisitate con spirito personale ed energico. A partire dall’iniziale What I can, col suo drumming drittissimo e una brevilinea divagazione analogica finale, si capisce subito che i Don Turbolento non sono più la classica band che si affida solo a un bpm tirato al massimo. E difatti “Attack” sorprende per la quantità di soluzioni che Dario Bertolotti e Giovanni Battagliola riescono ad escogitare, lavorando sui dettagli e lasciando libero negli arrangiamenti un estro mai sazio di nuove influenze rivisitate. Importante il lavoro sugli incastri vocali, che arricchisce il cantato spesso urgente; ancor più fondamentale quello sulle ritmiche e sui synth, entrambi fautori di un sound più impattante che in precedenza, pur non tralasciando l’aurea pop dell’esordio. MO

La Miss

Follia Amatoriale Genere: R’n’B/ Soul

Etichetta: Trumen Recods

Data: 14/10/11

A due anni di distanza dall’album di esordio “Il profumo della pioggia”, LaMiss torna sulla scena con un nuovo album di 11 tracce dal titolo “Follia Amatoriale”: un sequel che cambia completamente le atmosfere intimiste e casalinghe del precedente lavoro per uscire nelle strade della sua citta’ Treviso e cantare a squarciagola con in mano “pistole ad acqua”. LaMiss e’ l’unica artista in Italia a sfruttare le potenzialita’ della propria lingua per musicare e scrivere testi R&B e NuSoul, un esame duro ma gia’ ampiamente superato con il primo album ed ora in cerca di conferma e miglioramento con il secondo. La maturazione artistica e personale fanno di “Follia Amatoriale” un album con un sound piu’ incisivo, brani piu’ coinvolgenti e tecnicamente piu’ complessi evidenziano le doti cantautorali della giovane Luana. LaMiss e’ in grado di scrivere e cantare dolci ballad come “Fuori Tempo” e “Treno in partenza”, ma altresi coinvolgere l’ascoltatore con sonorita’ piu’ aggressive come: “Matusseiffuori” e “Cosa ti prende” che vantano la collaborazione di due suoi cari amici: Nottini Lemon, artista spalla dell’icona italiana Donatella Rettore, e la rapper Baby K ormai trai i big della scena italiana. “Insomnia di un supereroe” invece vede la partecipazione del rapper AMIR. LaMiss, oltre a lavorare nuovamente con il team di produzione del suo stretto collaboratore Irko, che ha curato il mixaggio dell’intero album, sbarca oltre oceano e si affida al talento internazionale di 88-keys, beatmaker per artisti come Redman, Kanye West, Musiq Soulchild, Talib Kweli, Mos Def , Macy Gray ..e tanti altri. Oltre a lui, B-Money (produttore di 50 Cent, Jay Z e Jennifer Lopez) ed il team di produzioni Invicible. MO move out 2011

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MoveOut Cinema

a cura di PierMario Mignone

Visioni

Come pre-visioni. Del futuro L’immensa quantità di dati circolanti sul web senza interruzione sono anche una sterminata fonte di informazioni che se ordinate e confrontate con metodi statistici possono diventare una indicazione sistematica di tendenze, in ogni settore, quindi uno strumento di pre-visione. Ci aveva già pensato Isaac Asimov con il suo ciclo delle Fondazioni e il concetto di psicostoria (i comportamenti umani analizzati e definiti con criteri matematici), altra fantascienza lo aveva affiancato (Glenn Cooper con la sua trilogia su morti, anime e destino per anticipare il futuro, Robert Harris che in “L’indice della paura” immagina un software per la pre-conoscenza dei mercati). Il cinema ovviamente ha rilanciato sul tema con “Minority Report” di Spielberg, “Segnali dal futuro” con Nick Cage e “I guardiani del destino” con Matt Damon, ma ora il trend si materializza con un progetto su scala planetaria, del tutto automatizzato, per

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raccogliere e schedare tramite speciali algoritmi, tutto ciò che on-line, social networks e motori di ricerca può contribuire alla formulazione delle leggi sociologiche che sono alla base del comportamento umano, creando dei modelli interpretativi che partendo dal presente possano ipotizzare il futuro. In fisica è prassi parlare di dinamica dei fluidi

stan, mettendo insieme una sterminata quantità di infor-

C’è chi scuote la testa perplesso dall’accostamento di fenomeni naturali con fatti sociali, per cui eventi politici come crisi di governi e rivoluzioni, turbolenze finanziarie e andamenti economici traumatici, siano riducibili a modelli sistemici come uragani e buchi nell’ozono. Ma non si può mai dire. Rimane pur sempre la sfera di cristallo e il mazzo di carte delle fattucchiere. nel cosmo, applicabili non solo ai fenomeni naturali, - i getti nelle galassie come il flusso del traffico -, siamo su questa linea. l progetto sperimentale partirà la prossima primavera, durerà tre anni ed è sostenuto dall’Intelligence Advanced Research Project Activity, non a caso correlato ai servizi segreti Usa. Il progetto pare che sia lo sviluppo di uno precedente elaborato dal Pentagono dopo l’11 settembre per prevenire altri possibili attacchi di terroristi, come fa la Darpa in Afgani-

mazioni telefoniche, e-mail, visti, viaggi, movimenti di carte di credito e quant’altro. Altri, come la Google se ne sono serviti per studiare possibili pandemie, o, come hanno fatto i laboratori della Hewlett-Packard, per precalcolare gli incassi dei film di Hollywood, servendosi di Twitter: le applicazioni attuali si moltiplicano e l’affidabilità aumenta. E’ la vecchia statistica iperaggiornata grazie a spaventose potenze di calcolo inimmaginabili in passato.


a cura di PierMario Mignone

Cinema MoveOut

Re-Visioni

I cinquant’anni di

“Colazione da Tiffany” Uno scrittore à-la-mode, graffiante e provocatore come Truman Capote, quello di “A sangue freddo”, un’attrice che era l’essenza della finezza e dell’eleganza, quella che proviene dall’intelligenza e dalla discrezione, come Audrey Hepburn, (vi ricordate di Sabrina, di “Vacanze romane”, di Natasha in “Guerra e pace”, della monaca nel film di Zinnemann? Inimitata, alla faccia dello stesso Capote che le avrebbe preferito Marilyn Monroe. Se il tutto, storia e personaggi, viene confezionato da Blake Edwards, un mago della commedia hollywoodiana (basta rievocare la “Pantera rosa”?), allora il salto nella leggenda è spiegato. Il regista ridefinisce il personaggio di Holly Golightly, scandalosa squillo di alto rango in un personaggio delicato non sporcato dalla sua storia di vita, che separa la sua condotta amorale in qualcosa che si libera con leggerezza in una positiva serenità esistenziale. Non serve un grosso intrigo narrativo: il pretesto è un palazzone dai molteplici e singolari inquilini e l’in-

I momenti più memorabili sono quelli di Audrey Hepburn quando sul davanzale della finestra intona “Moon River, canzone per la quale Henry Mancini ebbe un meritato Oscar, e quando, vestita da Givenchy, se ne va bighellonando per le strade di New York. Un Oscar se lo sarebbe meritato pure lei, ma la giuria le preferì Sofia Loren per “La ciociara”. La storia no.

contro della prostituta texana che sogna di sposare un miliardario, con uno scrittore newyorkese, di fatto inattivo da tempo (un George Peppard al meglio della sua espressività). L’attesa, con le valigie sempre pronte per un utopico viaggio

verso nuove occasioni, lascia anche spazio ad un nascente amore travagliato come la turbolenza avventurosa delle loro vite e imprevedibili colpi di scena. Attesa surrogata intanto dal fascino dei diamanti che sfavillano dalla vetrina della gioielleria Tiffany, anch’essa ormai un nome leggendario, dove Holly si sofferma estatica ogni mattina, il suo “breakfast time”. Edwards affianca al registro dalla sophisticated comedy, oltre che sentimentale, frequenti notazioni burlesche e satiriche, centrate sulla moda e sulle consuetudini dei “wild parties” (che anche da noi stanno avendo una repubblicana notorietà), stoccate sul carrierismo opportunista e desolate realtà umane dietro le mille luci della città. Però con garbo e humour, da “cocktail generation”. E un finale, con gatto e amante, ritrovati entrambi tra i vicoli sotto la pioggia (citazione da “La dolce vita”?), un abbraccio a tre, forse felice. move out 2011

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MoveOut Cinema

a cura di PierMario Mignone

Percorsi di Popoli

Di disegnatori e favolieri Un paio di numeri fa si era fatto notare come dopo l’ubriacatura iniziale del 3D ci fosse stata una battuta d’arresto nella crescita del mercato che sembrava ritornare al tradizionale 2D: meno costoso per il biglietto, ancor di meno per la produzione, tornava ad incassare di più. Un paio di numeri fa si era fatto notare come dopo l’ubriacatura iniziale del 3D ci fosse stata una battuta d’arresto nella crescita del mercato che sembrava ritornare al tradizionale 2D: meno costoso per il biglietto, ancor di meno per la produzione, tornava ad incassare di più. Inoltre le storie in 3D sfornate a ritmo frenetico erano piene di effetti ma povere di veri contenuti ed emozioni, e la saturazione dell’offerta e dell’effettistica hanno piuttosto svuotato le sale (vale anche per il primo 3D italiano di Enzo Greggio) senza rifarsi in Blu-Ray poiché anche il 3D domestico è stato un discreto flop. Non che ci sia una inversione di tendenza produttiva: nomi di prestigio internazionale sono entusiasti della nuova tecnica, - Steven Spielberg con il suo “Tin Tin”, e Wim Wenders con la sua svolta documentaristica tridimensionale. E’ nel campo dei cartoni che il 2D sta riguadagnando favori ed interessi diffusi. Già il ricorso alla

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tecnica della “performance capture”, iniziata con l’attore Andrew Serkis in tuta con sensori per creare la figura di Gollum (da “Avatar” a “Tin Tin” si gira così ormai) con il suo tecnologismo iperrealistico rende indistinguibile la realtà dalla sua elaborazione fantastica, il cinema con attori “veri” da quello con i disegni animati e sembra limitare fortemente l’impatto con l’immaginazione, che per il cartoon e i più piccoli spettatori è essenziale. Lo raccomanda persino il grande David Grossman che nel suo recente libro “Storie per una buona notte” esalta il superiore valore favolistico ed immaginistico della stessa lettura. Non per nulla c’è nella produzione mondiale una forte resistenza alla tecniche computerizzate e al tridimensionale: il celebre maestro giapponese di “anime” Hayao Miyazaki e l’originalissimo franco-canadese Sylvain Chomet ne sono due tra i testimonial di alta classe. Che non restano però una retroguardia minoritaria, perché


Cinema MoveOut

Le petit Nicolas di René Goscinny e Jean-Jacques Sempé.

Porco Rosso di Hayao Miyazaki

all’ultimo Cartoon Forum di Sopot, in Polonia, centinaia di creativi del disegno europeo hanno presentato e acclamato una vasta produzione di cartoni 2D a segnare con forza un recupero di tendenza, un desiderio di tradizionale evocatività fantastica. Buona parte di quella produzione finirà probabilmente da qualche parte in tv, ma ricordatene qualche titolo

Grossman sulla lettura di storie ai bambini: “La realtà che i bambini spesso vedono rigida, limitante e arbitraria, comincia a disfarsi, a diluirsi in correnti fantastiche, leggendarie, oniriche. A un tratto tutto è possibile. E anche se la storia verte su argomenti concreti e familiari al bambino, spesso irradia la possibilità di un’altra esistenza, di un diverso modo di essere e rapportarsi con il mondo” (A. Mondadori edit., traduz. di A. Shomroni) per non perderli del tutto: “Le avventure di Gloria Scott”, “Oscar & Hoo”, “The Long, Long Holiday” . Una conferma

della tendenza al recupero del caro vecchio disegno come via per l’immaginazione inventiva dello spettatore, per il quale la storia vale più dello stordimento degli effetti, dovrebbe arrivare dal prossimo MipComJunior a Cannes. Le produzioni annunciate sono di grande interesse: si parla di cartoon da “The Enormous Crocodile” di Roald Dahl con gli incantevoli e delicati disegni di Quentin Blake e della versione animata di “Le Petit Nicolas” di René Goscinny e Jean-Jacques Sempé. Lunga vita al “dessin animè” move out 2011

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MoveOut Cinema

REPUBBLICA DI SAN MARINO RIMINI

RAVENNA LUGO

BOLOGNA

FERRARA

APPENNINO BOLOGNESE

MODENA

REGGIO EMILIA

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Events MoveOut

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MoveOut Events

Unione di Comuni Colline di Langa e del Barolo

Meravigliosa terra ricca di 28 42

2009 Move 2010 2011 move out Luglio Out / Agosto


Events MoveOut

storia e sapori.

langabarolo.it Lugliomove Move / Agosto Out 2009 out 2010 2011

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MoveOut Special Cities

Jason Derulo,

Intervistiamo il giovane americano che con un singolo dopo l’altro è sempre in vetta alle classifiche ed ora lancia il nuovo album “Future History” Rilassato, simpatico, chiacchierone. Questi i primi tre aggettivi che mi vengono in mente dopo aver incontrato Jason. Un ragazzo giovane, preso dalla sua musica, dal successo, dai soldi. Un ragazzo che giustamente sa anche che a 20 anni ci si deve anche divertire. Sicuramente aiutato dall’aspetto fisico credo che le ragazze siano probabilmente l’70 % delle persone che acquistano i suoi dischi e lo seguono ai concerti. Il resto sono dj e amanti dei club e della musica da ballare. E lui lo sa molto bene, sempre in forma e ben vestito, nulla lasciato al caso. A fine otto-

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Lifestyle MoveOut

chi lo ferma più? bre esce il nuovo disco, dopo aver venduto milioni di dischi col primo album che portava il suo nome. Ciao Jason, partiamo dall’album nuovo, cosa ci puoi dire? Si chiama “Future History”. Quando ho registrato il mio primo album avevo 19 anni, ora ne ho 21. La prospettiva è completamente diversa. Vedo e dico le cose in modo più diretto. E’ un lavoro tagliente, a volte sexy, a volte emozionale. Alcune canzoni le ho registrate mentre ero ubriaco (risata generale ndr). Ho l’età da college, e negli Stati Uniti quella è l’età in cui ti devi ubriacare. Ci sono diversi tipi di musica in questo album, dalla dance all’r&b al pop. Ci sono molte influenze diverse. In alcuni momenti diventa molto emotivo, ci sono canzoni che mi fanno piangere. Ho capito che devo mettere me stesso nelle canzoni che scrivo, probabilmente le canterò per tutta la vita per cui devo essere innamorato delle mie canzoni. Mi piace ogni melodia, ogni testo. Sono io. Quanto ci hai messo a finirlo? Circa 4 mesi. Come scrivi le tue canzoni? E’ diverso ogni volta. Ho dei concetti, delle idea e da move out 2011

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MoveOut Special Lifestyle li parto. Solitamente le idee mi vengono fuori dallo studio. A volte parto da un’idea e poi viene il beat, a volte parto da una melodia. A volta da un testo e poi ci faccio tipo 10 melodie e scelgo quella che si adatta di più al testo e a me stesso. Cerco di non tenere nulla dentro. Quali sono gli artisti che ti hanno ispirato? Le influenze sono molte: Prince, Madonna, Elvis, Michael Jackson. Nel jazz Ella Fitzgerald. Amo anche il gospel e il soul. Ti piacerebbe lavorare con qualche artista? Si ci sono molti artisti con cui mi piacerebbe lavorare. Deve arrivare la canzone giusta e la situazione giusta. Prince ad esempio. Poi chi lo sa, come diceva la mia canzona “Sky‘s the limit”. Scrivi anche per altri cantanti, qual è la differenza? Quando scrivo per me stesso mi sento più libero, quando scrivo per qualcun altro cerco di immedesimarmi in quella persona per qualche momento. Sei stato scoperto sul web, tramite myspace e youtube, quanto è importante per i giovani artisti essere in internet? Non sono stato scoperto così, è una storia che hanno inventato per pubblicizzare questi siti. Mi hanno scoperto come autore di canzoni, perché scrivevo per altri e il mio nome ha cominciato a circolare. Comunque penso sia molto importante, è il futuro. Anche io con la mia etichetta metto sotto contratto artisti scoperti in internet. Purtroppo non sono bravissimo col web.

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Quindi hai già la tua etichetta? Si, e una società di publishing e società di management? Altro? Si una società immobiliare. Hai iniziato cantando o ballando? Ballando. Mi piaceva andare alle feste e ballare, mi chiamavano MC Hammer. Avresti immaginato tutto questo qualche anno fa? No, ma ho sempre desiderato far conoscere le mie canzoni, la mia arte. Ma non mi sento arrivato, altrimenti sarei finito. Non puoi mai raggiungere la perfezione, ma la ricerca della perfezione è quello che spinge un’artista a migliorarsi. Cosa ne pensi del download illegale, o del fatto che ormai molti usufruiscono di musica tramite youtube? Credo che se uno ha i soldi per farlo dovrebbe comprarsi i dischi legalmente. Se non può allora va bene anche ascoltarli online, l’importante è che la mia musica arrivi a più persone possibile. Sai qualcosa della musica italiana? Veramente no. Ho chiesto ieri. Come ti sembra l’Italia? Beh non ho visto molto, ieri sera sono stato a una bellissima cena, non potevo desiderare di più. Ma non ho visto nient’altro. Farai shopping? Purtroppo parto subito per la Germania! Grazie in bocca al lupo per l’album nuovo! Grazie a te un saluto ai lettori di Moveout


Lifestyle MoveOut

LA TUA ISCRIZIONE AL FAI SALVA L’ARTE E LA NATURA ITALIANE

ph. Cammarata FAI - Giardino della Kolymbetra Valle dei Templi, Agrigento - Concessione della Regione Siciliana, 1999

Il tuo amore per l’arte, il paesaggio e la natura italiani è prezioso per l’Italia. La tua iscrizione al FAI rappresenta un contributo concreto per aiutarci a proseguire nel nostro instancabile lavoro di tutela del patrimonio artistico e paesaggistico italiano che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità. Un compito infinito che non ammette soste e che ha bisogno dell’aiuto di tutti. Anche del tuo. Il FAI ha salvato 45 Beni naturalistici e artistici di cui 21 aperti al pubblico di straordinario valore in cui vengono organizzati eventi, concerti, mostre e iniziative sportive. Ti aspettiamo!

Il FAI è una fondazione no profit che opera grazie al sostegno di istituzioni, cittadini e aziende per la tutela dell’arte, della natura e del paesaggio italiani. Per informazioni e iscrizioni: 02 4676 15260/05/09 - aderenti@fondoambiente.it - www.fondoambiente.it Per donazioni: ccp n. 11711207 intestato a FAI oppure con carta di credito, assegno o bonifico bancario

www.fondoambiente.it move out 2011

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MoveOut Lifestyle

TUTTI PAZZI PER… Il MEDIOEVO?! Ipad, notbook, ebooks? Materiali tecnologici per abiti luccicanti in stile “domopack”? Se pensate che questo sia il tempo dei cyber cultori, vi sbagliate di grosso! Arco e frecce, alla Guglielmo Tell si alternano a lunghi abiti da cerimonia della nobiltà Settecentesca. Vivi… la Storia-mania!

Rievocazione dell’assedio di Gradara del 1446 Autore Cristian Guidi

Chiudi gli occhi e accendi l’immaginazione… Niente tv, niente automobili, niente I Phone. «Un Incubo!» Direbbe qualcuno… forse, o forse no? Che si rivestano i panni di giovani aristocratici in lunghi e sfarzosi abiti in stile Ottocento, o strane palandrane corredate da fionde, arco o frecce di epoca medioevale, poco importa. L’importante è fare della Storia la propria occupazione per il tempo libero! Questa la nuova

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tendenza, tutta italiana, di rivivere per qualche ora in prima persona, le gesta di antichi condottieri. Antichi C’è chi impazza per la “Medio Evo Mania”. Soprattutto over 40 (ma anche trentenni!) che vestono ogni settimana i panni di antichi ed eroici cavalieri o condottieri.

castelli, piazze rinascimentali, borghi medievali. Questi i luoghi preferiti dai cultori della “Storia - mania”. Una vera e propria passione che non si limita alle tradizionali feste organizzate per attirare turisti nei piccoli (e grandi) centri italiani, ma ad una vera e propria passione per la storia che porta alla cura di ogni minimo dettaglio. Dal luogo prescelto al costume indossato. Ogni ornamento deve essere perfetto, bandendo


Lifestyle MoveOut ogni anacronismo e possibilmente indossando davvero monili dell’epoca prescelta. Il fiorir di manifestazioni, legate ad un periodo storico piuttosto che un altro, non fanno che testimoniare l’interesse che in molti nutrono per le vicende, gli scontri, le rivoluzioni o semplicemente le tradizioni e le abitudini del passato. Ma andiamo con ordine (temporale). Prima di tutto c’è chi impazza per la “Medio Evo Mania”. Soprattutto over 40 (ma anche trentenni!) che vestono ogni settimana i panni di antichi ed eroici cavalieri o condottieri. Tra squilli di trombe e rulli di tamburi, il Medioevo torna a rivivere negli antichi borghi della nostra penisola, che ogni estate si animano con eventi e rievocazioni dal sapore antico. Da una parte

Gruppo storico “Nobiltà Sabauda” di Rivoli

Rievocazione della Battaglia di Varna del 1444 Autore Daggerstab

le manifestazioni vantano un lungo passato e crescono di anno in anno, tanto che ormai Ci si veste come veri signori, si combatte come loro e, inevitabilmente, si cucina e si banchetta come loro. L’ultima moda in fatto di rievocazioni, non a caso, è proprio la cucina medievale.

non c’è regione che non abbia la propria giostra di cavalieri o la propria rievocazione in costume. Dall’altra, la tendenza è quella di ritrovarsi, con periodicità settimanale o mensile, in apposite serate per inscenare particolari gesta del passato. In barba a una tradizione storiografica che lo etichetta come periodo “dei secoli bui”, il Medioevo ritorna a galla nella sua dimensione più ludica e festosa. Giostre, tornei, palii, cantastorie e giullari. Una vera e propria mania, quella per la tradizione medievale, che permette per qualche ora di scappare dalle brutture del nostro tempo. L’attenzione ai minimi dettagli è una costante: dagli abiti alle armature, dalle bardature dei cavalli, fino ai regolamenti delle giostre e alle pietanze dei move out 2011

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MoveOut Lifestyle

Gruppo storico “Nobiltà Sabauda” di Rivoli

banchetti. Le manifestazioni medievali, insomma, si moltiplicano e contemporaneamente cambiano volto, passando da una dimensione più popolare e folcloristica, a una più culturale e talvolta fra pochi intimi, dove l’intento non è più solo quello di divertirsi, ma anche di conoscere e recuperare ogni aspetto di quel lontano passato. Ci si veste come veri signori, si combatte come loro e, inevitabilmente, si cucina e si banchetta come loro. L’ultima moda in fatto di rievocazioni, non a caso, è proprio la cucina medievale, recuperata e reinterpretata in chiave più o meno moderna. Ma se il Medio Evo è il periodo preferito per le feste, c’è chi predilige un’epoca più sfarzosa e, per così dire, “snob”. Tra le epoche preferite ritroviamo infatti lo sfarzo nobiliare e

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borghese del Settecento e Ottocento Italiano. Ne sono una testimonianza le centinaia di persone organizzate in molti gruppi di appassionati più o meno strutturati, che si dedicano ai fasti della nobiltà Sabuauda o Borbonica. Gruppi organizzati in circa quaranta persone in splendidi (e costosissimi) abiti, molto curati nei particolari, realizzati nel massimo rispetto del rigore storico. Si ritrovano per

Solo in suggestivi palazzi d’epoca, appositamente affittati per l’occasione, è possibile lasciarsi completamente andare, e dimenticarsi della propria realtà.

spettacoli di teatro, danze e sfilate in occasione di eventi culturali, rievocazioni storiche, fiere e sagre popolari, e cercano di ricreare, attraverso la ricostruzione di situazioni quotidiane, il modo di vivere e le atmosfere del passato. Ma è solo in suggestivi palazzi d’epoca, appositamente affittati per l’occasione, che è possibile lasciarsi completamente andare, dimenticarsi della propria realtà, per e vivere la magia del momento storico in tutto il suo splendore. Gli ambienti e le persone diventano teatro di scene di vita quotidiana popolare, borghese e aristocratica, che si alternano fra il sogno e i ricordi dei libri letti da ragazzi. Uno spettacolo unico da provare! Alessia Mangiapane

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Lifestyle MoveOut

Cocktail of the Month Halloween What: Cocktail

Coc How:

Bourbon (60 ml), Succo di arancia (90 ml), Limone (1/2 frutto), Ginger ale

Where:

cocktail bar, pub

For Who:

Per il dopo cena del notte di Halloween

Traduzioni professionali in tutte le lingue Asseverazioni in tribunale Corsi Business English interpreti

Tel. 0363/304652 • info@linguapiu.com • www.linguapiu.com move out 2011 67


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Philippe Petit

viaggiatore dell’aria

Piccolo, pestifero, con i capelli rossi ed una insana attitudine per il pericolo ed i luoghi sopraelevati. Ecco in breve la descrizione di Philippe Petit, artista della corda, performer, icona della disobbedienza e dell’equilibrio. Francese, con uno dei nomi più francesi che ci siano Philippe è un ragazzino difficile, continuamente espulso da una scuola all’altra e dagli interessi vari e particolari, camminare sulla corda, usare il motociclo, il triciclo, domare tori selvaggi, arrampicare, saltare e ballare sospeso a fili tesi più in alto possibile. Se si riesce a camminare

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su un filo appoggiato a terra si può pensare di essere ca-

paci di farlo pure sospesi sul vuoto…ecco appunto pensarlo…Petit con una tecnica che necessità in parti uguali di tecnica e concentrazione riesce a farlo a qualsiasi altezza ed evidentemente senza rete. All’inizio degli anni 70, mentre aspetta dal dentista legge della costruzione a NYC delle torri gemelle e ne rimane stregato, per


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molti anni aspetta che crescano piano dopo piano, con l’idea sempre più precisa di trasformarle nella sua prima ineguagliabile performance artistica. Camminare sospeso su un filo tra le due torri. Intrufolandosi tra il personale, usando un arco ed una freccia per traghettare il cavo da una

all’altra delle due torri, incanta il mondo intero rimanendo sospeso e camminando a più di quattrocento metri d’altezza. Quello che è stato definito il crimine artistico del secolo, finisce in commissariato, dove Petit deve spiegare il suo assurdo gesto. Ma è un po come spiegare perchè gli

uccelli volano e i cavalli corrono. Petit, consacrato come artista sulla scena mondiale, continua, a volte chiedendo il permesso a volte no a camminare su fili oggi come allora. É caduto una sola volta nella sua carriera e durante un allenamento ma le ferite non hanno saputo cambiare questo ragazzo terribile che ora gira il mondo tra performances e collaborazioni con altri artisti famosi, che scrive libri e recita la sua parte nel ruolo di se stesso in film e documentari. Ora le torri non ci sono più, crollate a causa della cattiveria umana ma quel filo che le univa resta una metafora bella, una cucitura tra il sogno e la realtà. Benvenuto Petit e meno male che al mondo non sono tutti con I piedi per terra. Luigi Ferrando move out 2011

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VARESE LIGURE… CAPITALE DEL BIOLOGICO! La valle del Bio a due passi dal mare. Un immenso territorio immerso nel verde. Poche auto, aria buona. Energia pulita per alimentare la vita quotidiana. Coltivazioni sane come quelle di una volta. I prodotti della terra biologici e certificati. Non è un’utopia … a Varese Ligure.

Varese Ligure Borgo Rotondo Autore William Domenichini

Ai piedi del Valico delle Cento Croci, che collega l’entroterra di Chiavari al territorio Parmense c’è un paesino caratteristico nell’entroterra ligure, a due passi dal mare. Un antico centro in provincia di La Spezia, uno come molti altri. O forse no. Fuori dai circuiti turistici tradizionali, ma assolutamente dentro il sacro

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confine che parla la lingua del turismo eco-sostenibile. Varese Ligure è, dopo GenoFuori dai circuiti turistici tradizionali, ma assolutamente dentro il sacro confine che parla la lingua del turismo ecosostenibile.

va, il comune più esteso della Liguria. Si trova nel cuore di un vasto territorio immerso nel verde e le risorse naturali di questo comprensorio sono state valorizzate da interventi all’avanguardia su territorio e ambiente. Dalle spiccate tradizioni agricole, è attivo da molto tempo nel campo delle energie rinnovabili e


Cities MoveOut

Come se non bastasse, oggi Varese Ligure si dedica anche alle fonti rinnovabili. Grazie all’installazione di quattro generatori eolici, produce 6,5 milioni di Kw l’anno ed altri 23mila sono prodotti grazie ad un sistema fotovoltaico. in quello delle produzioni biologiche, impegno che ha permesso di conquistare importanti riconoscimenti a livello europeo e nazionale. E’ stato, infatti, il primo Comune in Europa ad avere ottenuto nel 1999, la certificazione ambientale ISO-14001, rilasciata dal Rina (Registro Navale Italiano) e la registrazione EMAS da parte del Comitato Ecolabel-Ecoaudit che hanno accertato significativi processi di efficienza ambientale, verificato l’assenza di agenti inquinanti, (ossido di carbonio, inquinamento acustico ed elettromagnetico), garantito la qualità dei servizi urbani, (gestione dei rifiuti, trattamento delle acque, servizi alle imprese, trasporti, tutela del paesaggio) e riconosciuto la valenza turistica del territorio. Grazie all’ambiente incontaminato e all’intraprendenza di un piccolo gruppo di produttori agricoli, ora Varese Ligure è considerata il capoluogo della “Valle del Biologico”. Quasi ai confini della Toscana, è diventata famosa perché già da anni i contadini della zona hanno bandito

Generatori eolici Autore Daameriva

Negli ultimi anni molte aziende si sono dedicate all’allevamento biologico del bestiame: il 70% delle aziende zootecniche della vallata hanno ottenuto la certificazione bio. l’uso di qualsiasi prodotto chimico nella coltivazione dei campi, come anche nella cura degli animali. Una scelta che ha portato decine di aziende agro-zootecniche a dar vita al “Consorzio Valle del biologico”, per promuovere e valorizzare i prodotti caratteristici, “buoni e sani”, che provengono da queste terre.

Attualmente, sul territorio operano più di 600 aziende nei settori dell’agricoltura e della zootecnia. Negli ultimi anni molte aziende si sono dedicate all’allevamento biologico del bestiame: il 70% delle aziende zootecniche della vallata hanno ottenuto la certificazione bio. Oltre all’attività zootecnica sono presenti aziende agricole specializzate nella produzione di frutti del sottobosco (lamponi, mirtilli, ribes, ecc.) di miele, di prodotti orticoli, di farina di mais e di castagne, di vino, di olio. Sul territorio della Comunità Montana move out 2011

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MoveOut Cities

La svettante torre del Piccinino del castello Fieschi nel centro di Varese Ligure Autore William Domenichini

operano due Cooperative, una per la trasformazione del latte in formaggi e derivati biologici, una per la vendita di carne biologica e derivati. Nelle coltivazioni non si fa uso di antiparassitari chimici, e negli allevamenti gli animali hanno a disposizione ampie superfici all’aperto. Vengono nutriti con mangimi prodotti sul posto o selezionati e vengono curati con rimedi omeopatici, per ridurre al

Centro di Varese Ligure Autore: Val Di Vara

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minimo la possibilità di far passare sostanze chimiche nella carne, nelle uova o nel latte. L’adozione di politiche ambientali all’avanguardia, ha contribuito a proporre Varese Ligure come una nuova e valida alternativa turistica che offre al visitatore la possibilità di scoprire il fascino e la suggestione di testimonianze storiche ed artistiche uniche nel loro genere, e di addentrarsi

Nelle coltivazioni non si fa uso di antiparassitari chimici, e negli allevamenti gli animali hanno a disposizione ampie superfici all’aperto. Vengono nutriti con mangimi prodotti sul posto o selezionati e vengono curati con rimedi omeopatici, per ridurre al minimo la possibilità di far passare sostanze chimiche nella carne, nelle uova o nel latte. nell’importante patrimonio naturalistico della “Valle del biologico”. Come se non bastasse, oggi Varese Ligure si dedica anche alle fonti rinnovabili. Grazie all’installazione di quattro generatori eolici, produce 6,5 milioni di Kw l’anno ed altri 23mila sono prodotti grazie ad un sistema fotovoltaico. La somma delle installazioni consente di ridurre le emissioni di 9mila600 kg di Co2. Il solo impianto eolico fa risparmiare 4mila680 tonnellate di Co2, 3mila tonnellate di carbone, Mille800 di petrolio e Mille100 di gas naturale. E’ anche grazie a questo che il borgo di circa 2mila400 abitanti ha vinto il premio della Unione Europea “Promote 100”, riservato al “Comune rurale europeo che ha eseguito il più completo e originale progetto di sviluppo sostenibile”. Aria pulita, energia sostenibile, cibo buono e sano. Però… niente male davvero. Alessia Mangiapane


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WIM WENDERS

Artista incline al mito e dai diversi interessi, ma sempre mediati dal cinema. Fu tra i rifondatori del cinema tedesco negli anni ‘70, con lo sguardo su un quotidiano squallido se non insignificante, dove i personaggi fanno difficoltà a comunicare.

Però, meno tedesco di altri, come Herzog e Fassbinder, proprio per il suo sogno americano, l’archetipo così frequentato dalla sua fantasia, oggetto referenziale per cantarne la fine, nel desolato e pur splendido nella sua visualità “Paris,Texas” e la chitarra straziata di Ry Cooder, e al contempo il suo trasferimento nella leggenda. I suoi film esprimono dei “falsi movimenti” (da Peter

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Handke), una mobilità da road movie necessaria per esplorare e definire le origini, da “Nel corso del tempo” a “Alice nelle città” , parlano di andate spesso con ritorno, inevitabile nella sua Berlino vista dalle sue guglie nel cielo che ci sta sopra a racchiudere un universo complesso, angelico ma decaduto, però umano. L’America l’ha rivista anche come fotografo, con splen-

dida e struggente nostalgia per un’età perduta, forse solo in parte, in musica con le note di Leonard Coen e David Bowie nel disincanto di “The Land of Plenty”, o attraverso i ritmi caraibici di “Buena Vista


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Social Club”, nella rivisitazione dei generi letterari fondanti, come in “L’amico americano” e “Hammett” , con riflessioni profonde su natura e valore del cinema stesso in “Lo stato delle cose” e “Fino alla fine del mondo”, dopo il peculiare gesto di amore per l’amico regista che muore in “Nick’s Movie”. Per congedarsene con “Don’t Come Knocking”

del 2005, vero atto d’addio per un cinema e un’America ormai scomparsi. Non tutto è oro nella produzione di Wenders, il cui punto più basso, patetico e manierato almeno, è probabilmente nella sua prestazione di testimonial di una nota casa di moda. Non cede però il suo senso visivo dell’immagine, già riconfermato nel film con Antonioni,

anzi punta sulle nuove frontiere date dal 3D: “Pina” (in sala dal 4 novembre) è un grande omaggio all’arte visionaria del teatro-danza di Pina Bausch. Dopo venti anni di rimandi, e proprio alla morte di Pina appena iniziate le riprese, la tridimensionalità dà a Wenders le possibilità che gli mancavano: “non si trattava solo di profondità; i corpi avevano acquistato volume e spessore. Non erano più semplici forme, ma esseri pulsanti e vivi”. Naturale che il prossimo progetto di Wenders sia quindi un documentario 3D sull’architettura, arte tridimensionale per eccellenza, convinto che siamo appena all’inizio dell’utilizzo espressivo di questa rivoluzione visiva. Poi forse la fiction: è una nuova partenza per un artista che vuole rimanere giovane, e non solo “updated”. pmm move out 2011

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Manicure: è l’epoca delle dita affilate! Riviste, cinema, gossip e soprattutto televisione sono i principali strumenti di diffusione mediatica del settore moda. Molte donne sognano una pelle levigata e capelli folti e lucenti, che spesso però sono frutto di un accurato utilizzo di luci, obiettivi e giuste inquadrature che riescono a rendere sulle riviste la visione glam desiderata. Analizziamo un fenomeno che negli ultimi anni è andato degenerando sulle mani di signore e signorine: la manicure! Cosa buona e giusta, che tutte dovrebbero provare almeno una volta nella vita, ma che da qualche anno è diventata una nail-mania, un sacrificio incontrollato per la ricerca dell’unghia perfetta. Quante donne, vedendo le immagini patinate di giornali e tv, sognano di essere

come una diva fasciata in un bellissimo abito da sera, con la chioma ben definita, il trucco perfetto e splendide unghie sempre curate e smaltate? Così le ritroviamo tutte a comprare quelle stravaganti “clippine” di plastica, posticce più che mai, finte fintissime. Nella speranza che scomparissero per scomodità siamo stati ad aspettare. Inutilmente. Le clip si sono evolute in agglomerati di materiale plastico da modellare a piacimento: parlo della ricostruzione unghie. Come una pozione magica, questo strumento di salvataggio per unghie disperate diventa strumento di perdizione. Da esclusivo e costoso vizio per le signore benestanti, da peculiarità di certi saloni estetici a hobby ‘fai-da-te’ per l’intero

universo femminile. Il problema arriva quando questa moda vuol farsi passare per arte: gli smalti diventano espressioni futuriste, si arricchiscono di incrostazioni di brillantini e perline, piccoli adesivi e decorazioni di ogni tipo. Le forme variano dall’ovale al taglio spigoloso, dritto o diagonale, fino ad arrivare a vere e proprie sculture di silicone che variano dalle composizioni floreali ai cesti di frutta. Tutto lì, su quei pochi millimetri. Colori, forme oggetti, sporgenze brillanti.. a volte richieste anche per la pedicure! Fabio BONACCORSO, diplomato del Corso in Fashion and Textile Design IED Torino - a.a.’10/11.

Cammei contemporanei IED Torino ha inaugurato lo scorso 6 settembre 2011, nella storica cornice di Palazzo Madama, la mostra delle creazioni degli studenti del secondo e del terzo anno del Corso triennale post-diploma in Design del Gioiello e dell’Accessorio ‘10/11: ventuno gioielli che propongono una lettura contemporanea del cammeo evidenziandone il forte potenziale creativo. A partire da uno studio degli esemplari custoditi a Palazzo Madama, gli studenti hanno lavorato con l’obiettivo di reinterpretare, attraverso l’utilizzo di nuovi materiali e di un linguaggio contemporaneo, una tradizione antica, preziosa, ma ancora vincolata a forme e soggetti classici, per dar vita a cammei contemporanei ambientati in uno scenario di storia e tradizione. La forma, le dimensioni, le cornici, la preziosità dei materiali e delle tecniche, il rapporto con il corpo di chi li indossa e con lo spazio che li accoglie sono stati gli elementi presi in esame per rinnovare, senza stravolgere, la valenza storica ed estetica dei cammei. La mostra sarà visitabile fino al prossimo 4 dicembre 2011 presso Palazzo Madama. Foto: Progetto cammeo di Barbara GULLINO, diplomata del Corso in Design del Gioiello e dell’Accessorio a.a. ‘10/11

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scarpa%20sf%20white-thumb2 MoveOut For Gay & Her Lesbian & Him a cura di Luigi Ferrando

Scarpe tatuate

Discendente da una lunga stirpe di calzolai Olga Berluti ha saputo creare prodotti al di sopra di ogni possibile giudizio, sopra le mode, sopra gli stili, con materiali e tecniche nello stesso tempo estremamente antichi ed estremamente moderni.

I suoi modelli da uomo sono desideratissimi e possono essere personalizzati come ogni oggetto su misura che si rispetti. Olga ci ha proposto scarpe anticate, con tagli e cuciture degni della migliore arte contemporanea, con incisi antichi codici miniati, con velature che rendono il cuoio antico e morbido ma la sua ultima grande novità sarà apprezzata solo dai Dandy più esotici e raffinati. Si tratta di scarpe tatuate, con disegni personalizzabili come ad esempio i segni dello zodiaco. Probabilmente l’unica forma di tatuaggio che ci si può mettere addosso senza stufarsi!

Macchinetta fotografica

L’ultima macchinetta fotografica compatta che ho avuto tra le mani era rosa metallizzata e si rifiutava di scattare se il soggetto non sorrideva, aveva scene reimpostate tipo cuccioli sulla neve e fuochi artificiali sulla spiaggia ed un sacco di amenità inutili oltre ad uno sproposito di pixel…veramente fastidiosa… per chi è stufo di queste macchinette giocattolo e vuole tornare ad una compatta vecchio stile, semplice ed elegante ci ha pensato Fuji con la sua splendida X10. Una macchina tutta d’un pezzo, tutta nera, con un vero mirino ottico e lo zoom, udite udite sul barilotto dell’obbiettivo invece che su piccoli tastini di plastica. Lenti pregiate e molto luminose, un autofocus veloce e la possibilità di prendere il controllo di tutte le funzioni con la modalità manuale. Un gusto retrò che non stufa e 12 milioni di pixel ben sfruttati, oltre alla possibilità di simulare i vecchi toni delle pellicole Fuji, Velia, Provia ed il bianco e nero. Un gioiellino ad un costo ragionevole.

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Mikro man

For Gay Her & Lesbian & Him MoveOut

Mikro man è uno splendido progetto dell’artista Sam Buxton che alla ricerca di un biglietto da visita speciale e diverso da tutti gli altri è riuscito a fare ciò che neanche gli origami più intricati sono in grado di rappresentare.

Utilizzando una sottilissima lamina di acciaio inox, incisa con un procedimento chimico tipico delle realizzazioni dei circuiti stampati, è riuscito a racchiudere un mondo intero in un pezzo di acciaio grosso come una carta di credito. Quando si prende in mano Mikro man si ha davanti ha se una sottile lamiera fittamente intagliata, come un pizzo o un antico merletto, staccando le varie parti e sollevandole ecco che il micromondo prende vita di dettagli intricatissimi, giungle di fiori ed animali misteriosi, uffici, case intere, come per magia si staccano dal fondo e conquistano la terza dimensione. Mikro man è un oggetto di design elegante e raffinato, un regalo di gran stile e se proprio non vi piace, piegato tiene pochissimo spazio.

Anello

Prima o poi arriverà il giorno che lei ti chiederà un diamante…

o meglio non te lo chiederà proprio in modo diretto ma metterà in scena tutta una serie di strategie tipicamente femminili il cui scopo è quello di prendere possesso della pietra sberluccicosa. Si sa i diamanti sono i migliori amici delle ragazze. Come rispondere in modo dignitoso a questa richiesta subliminale ma pressante? Un tempo mi ricordo una pubblicità che diceva: è troppo un mese di stipendio per qualcosa che dura tutta una vita? Ho rivisto la stessa pubblicità di recente e riportava: sono troppi due mesi di stipendio per qualcosa che dura tutta una vita? E credo che nel caso di molti due mesi davvero non bastino. Ci ha pensato Due Punti Milano incastrando un piccolissimo ma autentico diamantino in un anello di colorato silicone, disponibile in moltissimi colori in modo da adattarsi a tutte le occasioni del giorno. Il vantaggio indubitabile è che per comprarlo ci vuole molto, molto meno di un mese di lavoro. Piccola controindicazione, accertatevi che la vostra fidanzata sia dotata di senso dell’umorismo e sia una per cui le dimensioni non sono importanti. move out 2011

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MoveOut Gay & Lesbian

a cura di Arcygay.it

Gender Bender 2011 Bologna Gender Bender è il festival internazionale che presenta al pubblico italiano gli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea, legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale. Il Festival è interdisciplinare ed è organizzato da Arcigay “Il Cassero” di Bologna. L’edizione 2011 Con una posa da navigata Donna di Mondo, un’Italia pensosa getta uno sguardo incerto al nuovo che avanza. L’occasione è di quelle che capitano raramente nella vita: festeggiare i 150 anni in un momento in cui c’è poco

nigel charnock

da far festa. Alle spalle i fasti di un palcoscenico ormai polveroso e un Grand Tour che da tempo la snobba, deviando verso altre e più brillanti destinazioni. Appoggiata ad una specchiera, svuotati i saloni, deposti i calici, la Gran Dama di buone letture Và col pensiero al motto del Principe di Salina, interrogandosi

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se davvero valga la pena di continuare a credere che tutto cambia affinché nulla cambi. La Traviata Norma omaggia le oltraggiose e stoiche eroine del melodramma – e l’omonimo spettacolo messo in scena 35 anni fa dal teorico della liberazione gay Mario Mieli – per trovare una chiave di lettura dell’Italia di oggi, un Paese continuamente in bilico tra melodramma di accatto e figure illuminate.


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Gender Bender 2011 Bologna

Il programma di quest’anno è un Baedeker, una serie di appunti di viaggio raccolti – con sguardo lucido – da artisti che sanno adottare un punto di vista libero e spregiudicato su un Belpaese in ritirata verso i lidi sicuri del consenso, cercando di capirlo e, forse, di riprenderne la fuga. Gender Bender è La Traviata Norma, perché a volte solo traviando vecchie regole e stanche consuetudini è possibile trovare un nuovo slancio e delle risposte inattese. Daniele Del Pozzo

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Gay prides & International events

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Guide MoveOut

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