IAO MAG n.4

NUMERO 4

4/2020

Dicembre 2020

IAO MAGAZINE periodico trimestrale della Italian Academy of Osseointegration a cura del Gruppo di lavoro IAO YOUNG

Giù il sipario, su il sipario!

Editoriale del Gruppo di lavoro IAO Young

“Quanto è magico entrare in un teatro e vedere spegnersi le luci, non so perché. C’è un silenzio profondo, ed ecco che il sipario inizia ad aprirsi.”

Le parole del regista David Lynch, Premio Oscar alla carriera 2020, descrivono alla perfezione l’atmosfera che si prova quando si spengono le luci e ci si prepara ad immergersi in un nuovo spettacolo, con tutte le aspettative che ne conseguono.

La fine di questo strano 2020 coincide anche con la fine del biennio di carica del Presidente Alfonso Caiazzo e del suo consiglio direttivo.

Questa “stagione” si chiude in modo inaspettato, senza eventi in presenza e con un nuovo modo di approcciare la nostra vita societaria attraverso collegamenti a distanza.

Questi due anni sono stati ricchi di successi, di innovazioni, di coraggio e di impegno da parte del Direttivo, da parte dei Soci e da parte dei giovani della Società. La nostra gratitudine va al Presidente uscente per il supporto che ha sempre dato ai più giovani, considerati il motore e il futuro della IAO. Ma se un sipario è appena calato sulla stagione passata, un sipario sta per sollevarsi su un nuovo atto. La fine di una Presidenza coincide naturalmente con l’inizio di una nuova e gennaio 2021 ci vedrà subito impegnati nel primo congresso della Presidenza Zucchelli.

Il Direttivo entrante composto dal Presidente Giovanni Zucchelli, dal Vicepresidente Roberto Pistilli, dai Presidenti Eletti Massimo Simion ed Eriberto Bressan, dal Tesoriere Danilo Di Stefano e dai Consiglieri Luca De Stavola e Luigi Canullo, sta lavorando alacremente per pianificare una stagione ancora condizionata dall’emergenza sanitaria ma con un occhio volto anche ai prossimi anni, in modo da creare una progettualità che dia

solidità sempre maggiore a IAO. La nuova Commissione Giovani e il nuovo Gruppo di Lavoro allo stesso modo hanno iniziato a organizzare le attività che seguiranno il programma ufficiale della Società dando spazio ai Soci Attivi più giovani.

In quest’ottica nasce una nuova realtà all’interno della società: IAO NextGen. Sotto la gestione della Commissione Giovani, IAO NextGen vuole coinvolgere i più giovani già parte di IAO Young, insieme a quei Soci Attivi che vorranno iniziare un percorso come futuri opinion leader e figure di spicco della Società.

NextGen sarà un laboratorio in continua espansione e un aggregatore di tutte le iniziative che hanno avuto grande successo negli scorsi anni come impara da un maestro, i contest di ricerca e casi clinici, webinars, case presentations, pagine social e attività “live” come Winter IAO. Già al congresso Bologna 2021 avrà luogo il primo evento NextGen, il confronto clinico tra i vincitori dei Contest di Salerno e Milano.

Anche il programma culturale del 2021 vedrà diverse iniziative NextGen sia con relatori Soci Attivi che con ospiti internazionali.

Un sipario si chiude anche sulle attività dell’attuale Gruppo di lavoro Young. Vogliamo approfittare delle ultime righe di questo editoriale per ringraziare la Società per le possibilità e la fiducia che ci ha sempre concesso durante questi primi anni ed ora, come da programma, è giunto il momento di salutarci. Alcuni di noi continueranno l’attività nel nuovo Gruppo di lavoro, altri saranno impegnati nelle nuove Commissioni ma tutti continueremo a frequentare con entusiasmo le numerose attività della Società. Un nuovo

Gruppo di lavoro entrerà in carica nel 2021, al quale facciamo il più grande in bocca al lupo, come lo facciamo al nuovo Presidente, al nuovo Consigio Direttivo e alle nuove Commissioni.

Anche se siamo ai saluti per la fine di questo lungo percorso e di questo difficile, strano anno, vogliamo salutarvi senza tristezza cercando di allontanare sentimenti su qualcosa che finisce ma fantasticando su un nuovo ed eccitante inizio e per questo diciamo: “SU IL SIPARIO!”.

Live like a Young, live like a NextGen

Federico Rivara Tommaso Ghedini Guido Galletti Riccardo Guazzo Luca Sbricoli Valentina Borgia

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Dicembre 2020

ARE <7-MM LONG IMPLANTS IN NATIVE BONE AS EFFECTIVE AS LONGER IMPLANTS IN AUGMENTED BONE FOR THE REHABILITATION OF POSTERIOR ATROPHIC JAWS? A SYSTEMATIC REVIEW AND META-ANALYSIS

LITERATURE CORNER

Iezzi G, Perrotti V, Felice P, Barausse C, Piattelli A, Del Fabbro M. Clin Implant Dent Relat Res. 2020 Oct;22(5):552-566.

In caso di mascellari atrofici, la rigenerazione

di lunghezza standard posizionati in osso

follow-up, mentre nessuna differenza è

ossea si è dimostrata una tecnica in grado di

rigenerato. La ricerca è stata svolta seguendo

emersa al follow-up di cinque anni.

consentire la riabilitazione implanto-protesica

le raccomandazioni PRISMA. Sono stati

Punti di forza della presente revisione sono

in modo sufficientemente accurato e

analizzati tre database, includendo solo studi

stati, rispetto a precedenti review, un database

predicibile. La letteratura scientifica riporta

randomizzati controllati (RCT) e studi

più ampio e una standardizzazione della misura

tipicamente percentuali di successo superiori

controllati prospettici (CCT) pubblicati fino al

di osso nativo residuo che doveva essere

al 90%.

primo maggio 2020 con almeno un anno di

paragonabile tra i gruppi test e controllo. Il take

Tuttavia, esistono alcuni punti “controversi”

follow-up e 10 pazienti inclusi per gruppo.

home message di questa revisione è che

nell’uso di queste tecniche. Il primo è

Sono stati inclusi solo studi che presentassero

impianti di una lunghezza inferiore ai 7 mm e in

rappresentato da un aumento dei costi e della

impianti inseriti in zone posteriori parzialmente

particolare di 5-6 mm possono rappresentare

durata di trattamento; altri sono rappresentati

edentule con un’altezza residua tra i 4 e gli 8

un trattamento altrettanto predicibile quanto

dal rischio di infezione, fallimento della

mm di osso. Gli impianti short sono stati

gli impianti di lunghezza standard in osso

rigenerazione, sinusiti post-operatorie,

inseriti in osso nativo, mentre gli impianti

rigenerato. Per quanto riguarda gli impianti

limitato guadagno osseo e il fatto che siano

standard sono stati inseriti in osso rigenerato

ultra-short (più corti di 5 mm) sono necessari

tecniche strettamente legate all’abilità

tramite tecniche di rialzo di seno per via

ulteriori studi per confermare i risultati.

dell’operatore.

laterale o crestale o tramite tecniche inlay.

Non bisogna comunque dimenticare quelli che

Attualmente l’incremento delle conoscenze

Non sono stati applicati limiti sul numero di

possono essere i limiti degli impianti corti: una

nel campo della morfologia implantare, delle

impianti inseriti per paziente, protocollo di

ridotta estetica (anche se nelle zone posteriori

superfici e microstrutture ha reso possibile ed

carico e tempo di inserimento implantare

questo è un problema relativo) e una curva di

ha incentivato l’uso di impianti a lunghezza

(simultaneo alla rigenerazione o differito).

apprendimento, che nel caso dell’inserimento

ridotta. Via via nel corso degli ultimi anni l’uso

Dagli iniziali 173.716 articoli il processo di

di impianti ultra-short può essere impegnativa.

di impianti corti è stato presentato come una

esclusione ha portato ad includere nell’ analisi

possibile alternativa all’impiego di impianti di

quantitativa (meta-analisi) 13 lavori pubblicati

lunghezza standard in osso rigenerato.

tra il 2017 e il 2019 di cui 11 giudicati a rischio

In letteratura manca ancora un consenso su

di BIAS moderato e di cui soltanto due

quanto corto deve essere un impianto per

giudicati ad alto rischio di BIAS.

essere considerato short. Negli anni varie

Per comparare i gruppi, tre sono stati gli

lunghezze sono state proposte: <10 mm, < 8

outcomes presi in considerazione: il marginal

mm, fino ad arrivare a < 6 mm.

bone level, la sopravvivenza implantare e il

Iezzi et al. in questo lavoro pubblicato sul

numero di complicanze. Per quanto riguarda il

CIDDR considerano il valore di 7 mm la linea

marginal bone level l’analisi statistica ha

di demarcazione tra una lunghezza standard e

mostrato, ad ogni follow-up analizzato (1, 3 e

un impianto short, e una misura <5mm come

5 anni), un riassorbimento osseo

impianto ultra-short. Obiettivo di questa

statisticamente ridotto intorno agli impianti

revisione sistematica con meta-analisi è stato

short, rispetto agli impianti standard. Al

quello di analizzare l’attuale evidenza scientifica

contrario, per quanto riguarda la sopravvivenza

nell’uso di impianti corti (< 7 mm) inseriti

implantare non sono emerse differenze

nell’osso nativo di mascellari posteriori atrofici

significative tra i due gruppi. Un minor numero

rispetto a impianti

di complicanze ha interessato il gruppo degli impianti short sia a un anno, sia a tre anni di

Articolo commentato da PAOLO PESCE

Dottore in Odontoiatria e Protesi Dentaria, Università degli Studi di Genova. Dottore di Ricerca Università degli studi di Genova. Ricercatore a tempo determinato. Socio Attivo dell’Italian Academy of Osseointegration. Autiore di pubblicazioni su riviste peer-review. Svolge la libera professione a Genova.

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Dicembre 2020 CLINICAL CORNER

ESCISSIONE CHIRURGICA DI SCIALOLITIASI DEL DOTTO ESCRETORE DELLA GHIANDOLA SOTTOMANDIBOLARE

Il caso presentato illustra la storia clinica di un paziente maschio di 58 anni riferito all’unità di Chirurgia Orale della Clinica Odontoiatrica dell’Ospedale San Paolo di Milano (ASST Santi Paolo e Carlo) in seguito al manifestarsi di una tumefazione in prossimità della regione sottomandibolare.

Il paziente, in buone condizioni di salute generale, evidenzia all’esame obiettivo edema della porzione di sinistra del pavimento orale con aumentata consistenza dei tessuti alla palpazione bimanuale.

In corrispondenza degli elementi 3.6 e 3.7 si apprezza una massa tondeggiante mobile rispetto ai piani sottostanti di consistenza duro elastica e moderatamente dolente. (Fig. 1) L’esame radiografico permette di osservare una formazione ovalare radiopaca con asse Fig. 1

maggiore di circa 2 cm. La successiva tomografia computerizzata dell’arcata dentaria avvalora l’ipotesi diagnostica di scialolitiasi del dotto escretore della ghiandola sottomandibolare sinistra. (Fig.2) Vista la ben definita posizione della lesione si decide di procedere dopo infiltrazione di

Quest’ultimo nel suo decorso dal corpo ghiandolare alla caruncola sottolinguale viene appunto incrociato dal nervo linguale che nel suo terzo medio si porta da una posizione Fig. 3

riassorbibile e la mucosa del pavimento orale.

(Fig.7) Il paziente viene posto sotto copertura antibiotica mediante somministrazione di 1g di amoxicillina con acido clavulanico ogni 8 ore per i successivi 6 giorni, terapia antisettica con sciacqui a base di clorexidina 0,2% per 3 volte Fig. 7

Fig. 4

laterale prossima al corpo mandibolare ad una posizione mediale passando al di sotto del dotto. L’incisione di quest’ultimo determina l’abbondante fuoriuscita del liquido salivare incarcerato, dell’essudato infiammatorio associato e l’individuazione del calcolo al suo interno (Fig.5). La sua escissione è seguita dalla detersione del campo operatorio con soluzione salina ed all’incannulamento della porzione distale mediante un drenaggio

al dì per 2 settimane e terapia antidolorifica con ibuprofene 600 mg in compresse secondo necessità. Il drenaggio viene rimosso a 9 giorni dal posizionamento contestualmente alle suture. Al successivo controllo eseguito ad 1 mese si è potuto constatare la pervietà del nuovo dotto escretore con il ripristino della normale clearence salivare. (Fig.8).

Fig. 8

Fig. 5

Fig. 2

(Fig.6). Al di sopra del tubo di gomma vengono suturate rispettivamente la parete del dotto precedentemente interrotta con sutura anestetico locale con un’ incisione lineare del piano mucoso del pavimento dove quest’ultimo appare più rilevato.

La successiva fase di dissezione per via smussa dei tessuti prossimi alla lesione permette di identificare ed isolare il nervo linguale (Fig.3) e successivamente il dotto di Wharton (Fig.4)

Fig. 6

Caso clinico presentato da PIETRO FUSARI

Laureato in Odontoiatria e Protesi Dentaria, e Specializzato in Chirurgia Odontostomatologica presso l'Università degli Studi di Milano. Responsabile Unità di Chirurgia Orale, Clinica Odontoiatrica, Dipartimento Testa Collo, ASST Ospedale dei Santi Paolo e Carlo. Professore a contratto in Discipline Odontostomatologiche presso l'Università Degli Studi di Milano. Socio attivo dell'Italian Academy of Osseointegration (IAO)

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