Italian - The Epistles of Paul the Apostle to Seneca, with Seneca's to Paul

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Le epistole di Paolo Apostolo a Seneca, con quelle di Seneca a Paolo CAPITOLO 1 Annaeus Seneca a Paolo Saluto. 1 Suppongo, Paolo, che tu sia stato informato di quella conversazione avvenuta ieri tra me e il mio Lucilio, riguardante l'ipocrisia e altri argomenti; poiché c'erano alcuni dei tuoi discepoli in compagnia con noi; 2 Infatti, quando ci ritirammo nei giardini Sallustiani, attraverso i quali passavano anche loro, e avrebbero voluto prendere un'altra strada, dietro nostra persuasione si unirono a noi. 3 Desidero farti credere che desideriamo tanto la tua conversazione: 4 Siamo stati molto contenti del tuo libro di molte epistole, che hai scritto ad alcune città e capoluoghi di provincia, e contengono meravigliose istruzioni per la condotta morale: 5 Sentimenti di cui suppongo tu non sia stato l'autore, ma solo lo strumento per trasmetterli, sebbene a volte sia l'autore che lo strumento. 6 Poiché tale è la sublimità di quelle dottrine e la loro grandezza, che suppongo che l'età di un uomo sia appena sufficiente per essere istruito e perfezionato nella loro conoscenza. Auguro il tuo benessere, fratello mio. Addio. CAPITOLO 2 Paolo a Seneca Saluto. 1 Ho ricevuto ieri con piacere la tua lettera: alla quale avrei subito potuto rispondere, se fosse stato in casa il giovane, che intendevo mandarti: 2 Poiché tu sai quando e da chi, in quali stagioni e a chi devo consegnare tutto ciò che manderò. 3 Desidero quindi che non mi accuserete di negligenza, se aspetto una persona giusta. 4 Mi ritengo molto felice di avere il giudizio di una persona così preziosa, che tu ti diletti delle mie epistole: 5 Poiché tu non saresti ritenuto censore, filosofo, né tutore di un principe così grande e maestro di ogni cosa, se non fossi sincero. Ti auguro una prosperità duratura. CAPITOLO 3 Annaeus Seneca a Paolo Saluto. 1 Ho completato alcuni volumi e li ho divisi nelle loro parti proprie. 2 Ho deciso di leggerli a Cesare e, se si presenta l'occasione favorevole, anche tu sarai presente quando verranno letti; 3 Ma se ciò non può essere, vi fisserò e vi comunicherò il giorno in cui leggeremo insieme lo spettacolo. 4 Avevo deciso, se potevo con sicurezza, di sentire la tua opinione al riguardo, prima di pubblicarlo a Cesare, affinché potessi convincerti del mio affetto per te. Addio, carissimo Paolo. CAPITOLO 4 Paolo a Seneca Saluto. 1 Ogni volta che leggo le tue lettere, immagino che tu sia presente con me; né infatti penso altro se non che tu sei sempre con noi. 2 Appena dunque comincerete a venire, presto ci vedremo. Auguro a tutti voi prosperità.

CAPITOLO 5 Annaeus Seneca a Paolo Saluto. 1 Siamo molto preoccupati per la tua prolungata assenza da noi. 2Che cosa, o quali affari, ti impediscono di venire? 3 Se temi l'ira di Cesare, perché hai abbandonato la tua antica religione e hai fatto proseliti anche tra gli altri, devi sostenere che il tuo agire in questo modo non è stato causato da incostanza, ma da giudizio. Addio. CAPITOLO 6 Paolo a Seneca e Lucilio Saluto. 1 Quanto alle cose di cui mi avete scritto, non è opportuno che io dica qualcosa di scritto con penna e inchiostro: l'uno lascia segni e l'altro evidentemente dichiara le cose. 2 Soprattutto perché so che accanto a te, oltre a me, ci sono coloro che capiranno ciò che intendo. 3 Bisogna avere rispetto verso tutti gli uomini, tanto più quanto più sono propensi a cogliere occasioni di litigio. 4 E se mostriamo un carattere sottomesso, vinceremo efficacemente in tutti i punti, se lo sono coloro che sono capaci di vedere e riconoscere di aver avuto torto. Addio. CAPITOLO 7 Annaeus Seneca a Paolo Saluto. 1 Mi dichiaro estremamente contento di aver letto le tue lettere ai Galati, ai Corinzi e agli Acaia. 2 Poiché lo Spirito Santo ha trasmesso in loro, attraverso voi, sentimenti molto elevati, sublimi, meritevoli di ogni rispetto e al di là della vostra invenzione. 3 Vorrei quindi che, quando scrivi cose così straordinarie, non manchi un'eleganza di parole consona alla loro maestà. 4 E devo confessare a mio fratello, per non nascondervi subito nulla in modo disonesto e per essere infedele alla mia coscienza, che l'imperatore è estremamente soddisfatto dei sentimenti delle vostre epistole; 5 Infatti, quando ne sentì leggere l'inizio, dichiarò di essere rimasto sorpreso nel trovare tali nozioni in una persona che non aveva avuto un'istruzione regolare. 6 Al che risposi: Che gli dèi si servivano talvolta di persone meschine e innocenti per parlare, e gliene diedero un esempio in un meschino connazionale, chiamato Vatieno, il quale, mentre era nel paese di Reate, fece apparire due uomini a lui, chiamato Castore e Polluce, e ricevette una rivelazione dagli dei. Addio. CAPITOLO 8 Paolo a Seneca Saluto. 1 Anche se so che l'imperatore è sia un ammiratore che un sostenitore della nostra religione, permettimi tuttavia di consigliarti di non subire alcun danno, mostrandoci favore. 2 Penso davvero che tu abbia osato fare un tentativo molto pericoloso, quando hai voluto dichiarare all'imperatore ciò che è così contrario alla sua religione e al suo modo di adorare; visto che è un adoratore degli dei pagani. 3 Non so che cosa avevi in mente in particolare, quando gli hai parlato di questo; ma suppongo che tu l'abbia fatto per troppo rispetto nei miei confronti. 4 Ma desidero che per il futuro non facciate così; infatti avevi bisogno di stare attento, affinché, dimostrandomi il tuo affetto, non offendessi il tuo padrone: 5 La sua ira infatti non ci farà alcun male, se resta pagano; né il suo non adirarsi ci gioverà a nulla: 6 E se l'imperatrice si comporterà in modo degno del suo carattere, non si adirerà; ma se si comporta da donna, sarà offesa. Addio.


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