Reporter Giornale 14 ottobre 2011

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14 ottobre 2011 - REPORTER

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Carta Canta 10 anni fa

A cura di Orlando Corradini orlandocorradini@libero.it

IPSE DIXIT Fatti, persone, dichiarazioni di dieci anni or sono

Afghanistan, guerra infinita

Ottobre 2001

Dieci anni fa Usa e l’Inghilterra iniziarono i bombardamenti dell’Afghanistan. Riportavano le cronache cittadine; “La guerra per la libertà e contro il terrorismo è cominciata”.Era la risposta americana al terrorismo di Al-Qaeda, ritenuta responsabile dell’abbattimento delle Torri Gemelle dell’11 settembre che ha provocato la morte di oltre 3.500 civili americani e stranieri. Fu il presidente americano Gorge W. Bush ad annunciare agli americani e per televisione l’inizio della guerra.“La guerra per la libertà e contro il terrorismo – diceva Bush – è cominciata. Sarà lunga, sarà dura ma vinceremo”. Contemporaneamente Tony Blair diceva agli inglesi:“La strage dell’11 settembre ha costituito il peggiore attacco terroristico mai avvenuto contro cittadini britannici”facendo riferimento ai 200 cittadini inglesi morti nell’attacco al World Trade Center. Precisava poi:“Ma anche se non ci fossero state le vittime inglesi sentiamo che è nostro interesse diretto proteggere le nostre esistenze dagli orrori del terrorismo”. Iniziava così una guerra che si prevedeva certa nei suoi obiettivi, sicura, nel breve tempo, di stroncare il terrorismo islamico e di portare la pace e la democrazia in un paese tormentato come l’Afghanistan.Queste le previsioni anche se subito in,America e nel mondo,si espanse la paura di cruenti attentati terroristici ad opera dell’organizzazione di Bin Laden. Una paura che,riconosciuta da Bush stesso quando, in occasione della comunicazione dell’attacco, diceva:“So che molti americani hanno paura”. Si diffuse in tutto il mondo occidentale. Anche a Reggio Emilia si vissero i sintomi di quella paura, le famose “cellule dormienti” di terroristi islamici pronte ad intervenire con atti terroristici potevano essere ovunque e quindi anche nella nostra città.

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Specchio Segreto Il Pd nel pallone I "casi": la vittoria di Delrio e l’uscita di Montermini

Ottobre 2011

Dieci anni sono passati da quell’evento e nonostante il coinvolgimento di altre nazioni, Italia compresa,la guerra in Afghanistan non ha certo raggiunto i suoi obiettivi. Gli Stati intervenuti, America inclusa, stanno cercando, ora, di trovare una uscita strategica capace di salvare quel poco di democrazia e stabilità creata a Kabul e di evitare che il ritiro diventi una clamorosa sconfitta.Dando per accettate, anche se non condivise da tutti, le ragioni dell’intervento è d’obbligo riflettere sulle motivazioni che l’hanno motivato. Michael Walzer, il più grande filosofo politico americano vivente, dopo aver detto: “Dieci anni fa io la appoggiai” oggi riflette: “Credevo che avremmo vinto subito e che l’Afghanistan si sarebbe stabilizzato e democratizzato.Invece è un Paese in preda alla corruzione, al tribalismo, alla guerriglia, alla droga e di cui non si può prevedere il futuro a lungo termine”. E le responsabilità? Precisa Walzer “Dell’amministrazione Bush che inizialmente ha rifiutato l’aiuto della Nato, che non è andata a fondo del conflitto, che non ha catturato Bin Laden, che ha sguarnito il Paese per combattere in Iraq, che, più tardi, ha sbagliato strategia e che ha consegnato ad Obama una eredità insostenibile.” E l’Italia? Berlusconi era amico di Bush e gli ha creduto con leggerezza.A noi italiani, come a noi molti reggiani, rimane la consapevolezza di come la guerra non sia, come dice anche la nostra Costituzione, lo strumento più efficace per sradicare il terrorismo e “vendicare” le sue vittime e, tanto meno, quando, con la scusa di “esportare” la democrazia, si vogliono conseguire interessi strategici.

Simone Montermini

Prima i festeggiamenti per la vittoria di Graziano Delrio nella corsa alla presidenza dell’Anci, poi una direzione nella quale il segretario provinciale Roberto Ferrari ha usato toni duri, del tutto inconsueti rispetto al suo standard abituale, nei confronti di Simone Montermini, accusato dal segretario di aver sbagliato tempi e modi nella sua uscita dalla direzione. Ma che succede nel Pd locale? C’è chi vede nella relazione del segretario Ferrari, che ha di fatto interrotto la discussione sul rimpasto di giunta, delegando tutto nelle mani del sindaco Delrio, la conferma dell’influenza esercitata sul partito dal terzetto formato da Andrea Rossi, Luca Vecchi e Giammaria Manghi, gli ultimi due tra i più seri candidati a sostituire rispettivamente Graziano Delrio e Sonia Masini una volta scaduti i mandati di Comune e Provincia. Altri,

Graziano Delrio

Roberto Ferrari

invece, vi leggono una sorta di deriva causata dal ribaltamento delle vecchie correnti: dopo la batosta, con relativa figuraccia, nella battaglia per l’Anci, rimediata da Massimo D’Alema e Pierluigi Bersani, sembrano spariti tutti i bersaniani da Reggio Emilia, nonostante il trionfo al congresso di un paio d’anni fa... Nel frattempo Montermini, che secondo i rumors avrebbe avvisato Ferrari dell’intenzione di andarsene dall’esecutivo sin dallo scorso giugno, ha incassato la reprimenda del segretario, non nascondendo il suo disappunto per la linea intrapresa dal Pd, specie in ambito economico, e starebbe meditando di lanciare un laboratorio politico, sempre restando nell’ambito del Pd, dal nome Riform-Misti. Se le dichiarazioni di Delrio, sostenute in pratica dalle parole di Ferrari, sembrano aver chiuso la discussione su un possibile

rimpasto di giunta, resta aperta la questione relativa all’assessorato allo sviluppo economico. Al momento la delega lasciata vacante dal dimissionario Graziano Grasselli è stata assorbita dal sindaco stesso. Vista la portata dell’impegno con l’Anci, e la concomitante crisi economica che attanaglia le imprese, è difficile che Delrio decida di mantenere per sé ancora a lungo questa delega. Ma è altrettanto improbabile che il sindaco dedica di aumentare la giunta inserendo un nuovo assessore (era circolato il nome di Luca Vecchi, ma sembra francamente una soluzione poco verosimile), molto più probabile che la delega venga affidata a qualcuno già presente nella squadra di governo. Tra i papabili ci sarebbe Mimmo Spadoni, assessore ai progetti speciali, che potrebbe farsi carico dell’assessorato in prima persona.

ALTRI SPECCHI SEGRETI SULLA POLITICA SUL SITO WWW.REPORTER.IT

CENTRO RECUPERO FAUNA SELVATICA LIPU CROCE ALATA

OASI IN CITTÀ PER I PENNUTI UN’

Il Centro di recupero faunistico “Croce Alata” della Lipu ha sempre bisogno della generosità e della sensibilità dei reggiani. È possibile donare contributi in denaro effettuando tramite versamento intestato a “Lipu - sezione di Reggio Emilia” Iban IT55D 02008 12814 000 100141794. Sono importanti anche le donazioni di materiale utile al ricovero degli uccelli, come vecchi giornali, scatolame di carne per animali, detergenti, garze, siringhe, sacchi di granaglie.

PER OFFRIRSI COME VOLONTARI O PER MAGGIORI INFORMAZIONI

telefonare al numero 347 8047298

LIPU. Centro Recupero Fauna Selvatica Croce Alata Viale Olimpia, 1/c 42100 Reggio Emilia - Tel 347 8047298 mail: croce.alata@libero.it IBAN IT55D 02008 12814 000 100141794 - intestato a LIPU sezione di Reggio Emilia


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