X Inside Magazine NUMERO 3

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golamenti giusti. Vorrei ricordare che, diversamente da molti altri sport, il motocross è uno sport che richiede un ingente sforzo economico da parte delle famiglie, per fare una stagione occorrono circa 30'000 euro, cifra che corrisponde all’entrata annuale di una famiglia media italiana composta da 4 persone. Fondamentali sono le scelte e le regole giuste, come unire i campionati europei con quelli mondiali. Il successo proviene dai campionati europei perché sono importante vivaio di piloti. Le federazioni litigavano tra di loro per i campionati minori e non volevano fare campionati a zona; così per fare i campionati 65cc e 85cc era prevista una gara in Ucraina e una in Portogallo e, inoltre, i ragazzini dovevano andare a scuola. Il risultato? Non si facevano le gare. Ho quindi imposto alla federazione europea di dividere l’Europa in quattro zone con 5/6 gare di 65cc e 85cc per ciascuna e siamo passati da 280 piloti l’anno scorso a 570 quest’anno. Ovviamente per organizzare una gara occorrono dei soldi e di fronte alle persone che non comprendono come possa imporre una tassa di iscrizione, ho sempre risposto che un professionista guadagna i soldi dagli sponsor e dal tuo team, l’amatore o chi corre per divertimento deve pagare, come qualsiasi persona che vuole praticare sport. Con i soldi dell’iscrizione gli organizzatori riescono a coprire le

spese. Si tratta di appassionati che non agiscono per business e sono contenti se riescono ad organizzare una gara per i bambini. Così si riescono a fare le gare e ci sono i piloti. Il 2tempi era scomparso e abbiamo messo l’europeo 125 insieme al mondiale e ora abbiamo qui ad Arco 88/89 iscritti. Altro esempio: il campionato 2tempi era scomparso perché i giapponesi non volevano investire sullo sviluppo ed erano molto più concentrati sui 4tempi, però il 125 è la moto migliore per imparare a guidare bene, curvare, frenare ed accelerare e permette una netta riduzione dei costi. Ho seguito la logica, sono riuscito a non tagliare gli impieghi e oggi in Youthstream ci sono circa 140 persone che lavorano. Se avessi iniziato a tagliare io, avrebbero tagliato i team, avrebbero tagliato tutti e in tutto il paddock sarebbero spariti centinaia di posti di lavoro e naturalmente avremmo perso anche visibilità e sponsor se avessi dovuto tagliare anche i contatti con le televisioni e i media. È chiaro che i team sono in difficoltà, noi stessi siamo in difficoltà. Ci sono sempre difficoltà quando si cerca di crescere perché servono nuovi fondi. Comunque ogni anno i paddock sono pieni, i piloti sono presenti in pista e anche in questo momento difficile le cose non vanno poi male.” Cos’è cambiato in 30 anni della sua attività? Come è


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