HIGECO ENERGY E IL DIGITAL ENERGY EFFICIENCY REPORT

DIGITAL ENERGY EFFICIENCY REPORT L’efficienza nel comparto industriale alla prova della flessibilità del mercato elettrico

Luglio 2020

energystrategy.it

Indice Introduzione Executive summary

3 5

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

33

2. Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

79

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

121

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

173

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

231

6. Gli scenari attesi: le previsioni sul mercato dell’efficienza energetica

299

Gruppo di lavoro La School of Management L'Energy & Strategy Group Le imprese Partner

309 311 312 313

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Introduzione Il settore dell’efficienza energetica a livello industriale, visto in questo Digital Energy Efficiency Report 2020 sia nelle sue componenti hardware che software ha, come tantissimi altri purtroppo, subito il contraccolpo della pandemia di COVID 19. Secondo le stime degli operatori – che come sempre sono i protagonisti della survey annuale di Energy & Strategy che rappresenta la base di lavoro di questo Rapporto di Ricerca – si potrebbe dover attendere fino al 2023 (e addirittura oltre) per tornare a vedere livelli di investimenti sopra i 2,5 miliardi di €, ossia quanto fatto nel corso del 2019.

Eppure già questi 2,5 miliardi di € devono rappresentare un “campanello d’allarme” per il comparto dell’efficienza energetica. Il volume d’affari fatto registrare nel 2019, infatti, e quindi in

assenza di fenomeni disruptive come il COVID-19, segnava un misero +1,9% rispetto all’anno precedente. Un ulteriore frenata rispetto al +4,1% del 2018 e un balzo in negativo molto significativo rispetto al +12% del 2017, anno in cui era culminato un triennio di crescita tumultuosa.

La frenata degli investimenti (con addirittura per il primo anno un segno negativo, -0.9%, per la componente hardware) è legata al mancato “cambio di passo” del comparto dell’efficienza energetica industriale in Italia. Se è vero infatti che, inevitabilmente, una serie di tecnologie che avevano rappresentato i “motori” della crescita (sistemi di illuminazione, sistemi di combustione, cogenerazione, …) hanno iniziato a mostrare i primi segni di saturazione del mercato interno,

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Introduzione è altrettanto vero che le “nuove” soluzioni, soprattutto quelle più complesse aventi a che fare con i diversi processi produttivi e con i correlati sistemi di gestione dell’energia non hanno saputo esprimere appieno il loro potenziale.

Le ragioni sono almeno tre e tutte tra di loro correlate: (i) un quadro normativo – relativo soprattutto ai Certificati Bianchi – poco chiaro ed una tempistica di ottenimento, via via cresciuta sia per durata che per incertezza, per l’incapacità del sistema di controllo e verifica dei progetti di “stare al passo” con l’avanzare delle soluzioni tecnologiche proposte; (ii) una difficoltà da parte degli operatori dell’efficienza energetica nel cogliere le nuove opportunità legate alla digitalizzazione dei processi e al nuovo “mercato” della flessibilità; (iii) una crescita del numero e della “maturità” degli operatori dell’efficienza energetica che si è un po’ arrestata, con un crescente divario tra pochi e grandi player (interessati

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© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

ancora dall’onda lunga del processo di M&A partito un paio di anni fa) e soggetti economici più piccoli e poco capaci di integrare le “nuove” soluzioni di cui sopra.

E’ possibile invertire la rotta? Le risposta è positiva ed anzi proprio alle possibili “ricette” – molte delle quali parlano direttamente al policy maker – è dedicato ampio spazio, nonostante il COVID-19, in questo Rapporto, che sprona anche gli operatori ad esplorare nuove vie, come quella dell’efficienza nei trasporti, cui è dedicato un approfondimento.

Sono tanti quindi i temi di dibattito di questo Digital Energy Report 2020, che raggiunge ancora la nostra community nel formato digital cui ci ha costretto la pandemia, ma che comunque non ha impedito ai tanti partner di questo Rapporto di supportarne con costanza e tenacia la realizzazione. A loro, così come

a tutti coloro che partecipano ai nostri eventi e si sentono parte della nostra community, va il nostro grazie ed il rin-

Umberto Bertelè

School of Management - Politecnico di Milano

novato impegno a mantenere alta l’attenzione sulle tematiche dell’efficienza energetica.

Vittorio Chiesa

Direttore Energy & Strategy Group

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Executive Summary Il Digital Energy Efficiency Report 2020 è, come ormai da diversi anni, l’appuntamento dove condividere con la nostra community i risultati della survey (con oltre 150 imprese e operatori coinvolti in questa edizione) sull’efficienza energetica nel settore industriale. Per il secondo anno consecutivo, e con ancora maggiore integrazione, Energy & Strategy ha fatto luce sugli investimenti connessi sia alla parte hardware che alla parte software dell’efficienza energetica. Ma sono tanti i temi di approfondimento, dalla consueta analisi del profilo e delle caratteristiche delle ESCo che servono il nostro mercato, al quadro sulla normativa, dagli approfondimenti sul tema della flessibilità (con

le potenzialità connesse per gli operatori di affacciarsi ad un nuovo mercato) a quello sull’efficienza dei trasporti, quest’ultima una novità assoluta nei nostri Rapporti di ricerca.

Senza dimenticare, e come si potrebbe peraltro, di analizzare a fondo l’impatto – presente e atteso – del COVID 19 in questo comparto.

Insomma, tanti temi dei quali in questo summary si potrà solo riportare le principali evidenze, lasciando al lettore – secondo i propri interessi – la possibilità di sfogliare (anche se solo digitalmente) le pagine di questo corposo Digital Energy Efficiency Report 2020.

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Executive Summary Il mercato dell’efficienza energetica industriale in Italia: la fotografia del 2019 e le prospettive post-COVID

menti è stato effettuato in tecnologie software per il controllo ed monitoraggio delle prestazioni dei cicli produttivi.

Gli investimenti effettuati in efficienza energetica nel comparto industriale, nel 2019, equivalgono a circa 2,6 mld €. Di questi, oltre il 90% sono riferiti ad investimenti in tecnologie hardware, mentre circa il 7,5% degli investi-

Complessivamente, gli investimenti in efficienza energetica hanno registrato una crescita dell’ 1,9% rispetto al 2018 con un trend negli ultimi 5 anni che deve far suonare più di un campanello d’allarme nel comparto.

Crescita percentuale investimenti (anno su anno) 14,0%

12,0%

12% 10,7%

10,0%

8,0%

8,2%

6,0%

4,1%

4,0%

2,0%

1,9%

0,0%

8

2015

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

2016

2017

2018

2019

Osservando esclusivamente gli investimenti in tecnologie hardware, si riscontra una contrazione, seppur lieve, degli investimenti rispetto all’anno passato. La crescita globale è dettata quindi dagli investimenti in tecnologie software (ed in piccola parte dall’avvio dei progetti pilota UVAM) che segnano un + 34% di investimenti rispetto al 2018, sfiorando complessiva-

mente i 200 mln €. Dato, quest’ultimo, a testimonianza di come il settore industriale, e gli imprenditori, diano sempre una maggior importanza al controllo ed il monitoraggio dei dati, ma anche probabilmente «influenzato» dalla decadenza della legge 102/2014 riguardo all’obbligo della diagnosi energetica.

Rispetto al 2018, si registra una crescita

Trend investimenti 2018-19 600

482

500

459

Investimenti [mln €]

443 396

400

390

386 312 304

300

217

231

218 207

200

193 189

170 143

100 49

52

0 Interventi sul processo produttivo

Variazione %

18%

Cogenerazione

-13%

Sistemi di combustione efficiente

- 19%

Illuminazione

HVAC 2018

-3%

Motori elettrici

Inverter

-5%

-2%

Aria compressa

Refrigerazione

2019

6%

16%

6%

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Executive Summary significativa degli interventi sul processo produttivo (+18%), trend ormai consolidato nell’ultimo triennio. Da sottolineare come, al 2019, gli investimenti sul processo produttivo, per il primo anno, si posizionano al primo posto.

10

Rilevante anche la crescita degli investimenti in sistemi di aria compressa che registrano un volume di affari di 170 mln €, con una crescita del 16% rispetto al 2018.

rispetto al 2018. Contrazione tuttavia limitata rispetto al dato del 2018, anno in cui gli investimenti si erano ridotti del 24% rispetto all’anno precedente.

La cogenerazione rimane comunque un comparto in sofferenza dall’entrata in vigore del Decreto Energivori, soprattutto per gli impianti di grande taglia.

Infine, anche gli investimenti in sistemi di combustione efficiente hanno visto un forte calo nel 2019, con una decrescita pari al 19%

In lieve crescita gli investimenti in sistemi HVAC e refrigerazione, i quali registrano un +6% rispetto al dato del 2018. Pressoché stabili invece gli investimenti in interventi di relamping (illuminazione) ed inverter, mentre in lieve calo (-5%) gli investimenti in motori elettrici. Continua infine la contrazione degli investimenti in cogenerazione, i quali registrano un -13%

Un’ulteriore chiave di lettura per interpretare i trend relativi agli investimenti concerne il grado di maturità e le motivazioni che spingono ad effettuare un investimento. Le tecnologie con un maggior grado di maturità tipicamente vengono installate per sostituzione (ad eccezione dell’illuminazione) e mostrano una contrazione degli investimenti, a testimonianza di un mercato

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

nologie software focalizzate sull’efficientamento energetico, circa 90 mln € (46%) sono stati effettuati in software dedicati esclusivamente al monitoraggio energetico. A seguire la sensoristica di base con il 20% degli investimenti e i sistemi SCADA (12%). Ancora marginali gli investimenti in sistemi MES/MOM e ERP. Da sottolineare, infine, come oltre il 10% degli investimenti è stato de-

saturo. Di contro, le tecnologie con un minor grado di maturità, in particolare gli interventi di processo, vengono installate per ridurre in maniera significativa i consumi, e mostrano un trend degli investimenti in crescita o perlomeno stabile (ad eccezione dei sistemi di combustione efficiente) Dei 196 mln € di investimenti in tec-

Investimenti software

20% 46%

12% 5% 10%

Sensoristica di base

MES/MOM

SCADA

ERP

7%

Cloud computing Software energetici

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Executive Summary dicato a sistemi di cloud computing.

Su questo quadro, già certo non tra i più rosei, si è innestato il COVID 19, con un impatto estremamente significativo sugli investimenti.

Ci si attende, infatti, per il 2020 – ed ovviamente nella ipotesi, che è anche un auspicio, che la Fase 2 la Fase 3 non subiscano ulteriori battute di arresto – un calo degli investimenti in efficienza energetica di oltre il 25%, con una conseguente riduzione del fatturato per gli operatori del comparto dell’efficienza energetica superiore al 20%.

Sulla base dei dati raccolti circa l’anno di prevista “ripresa” è stato possibile disegnare due scenari previsionali: • Scenario «tendenziale»: Valutazione della contrazione degli investimenti dovuti all’epidemia e conseguente ripresa degli investimenti a ripartire

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dal 2021 non recuperando la quota di investimenti mancata • Scenario «full recovery»: Valutazione della contrazione degli investimenti dovuti all’epidemia e conseguente ripresa degli investimenti a ripartire dal 2021 ipotizzando di recuperare la quota di investimenti non effettuata nel 2020.

Nello scenario tendenziale si ipotizza una contrazione degli investimenti nel 2020 pari al 25% rispetto al 2019.

Nel 2021, di contro, ci si aspetta una forte crescita degli investimenti (rebound effect) tuttavia inferiore rispetto alla contrazione dell’anno precedente e comunque limitata al 2021. Infine, per gli anni seguenti si prevede una crescita molto contenuta, simile alla crescita verificatasi nell’ultimo biennio Nello scenario full recovery, invece, per

gli anni successivi al 2021, si prevede comunque una crescita sostenuta degli investimenti, con percentuali di crescita più vicine a quelle del triennio 2014-17 piuttosto che rispetto ai valori registrati nell’ultimo biennio.

Come si vede dal grafico, tuttavia, solo

dal 2023 (nello scenario full recovery) e ben oltre il 2025 in quello “tendenziale” si ritornerà su valori di investimento prossimi a quelli fatti registrare nel 2020. Una battuta di arresto non semplice quindi da assorbire per il comparto e rispetto alla quale è ragionevole attendersi un periodo di difficol-

Gli scenari per il 2020-23 2800

2743

Investimenti [mln €]

2600

2400 2345 2200

2000

1800 2019

2020

2021 tendenziale

2022

2023

full recovery

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Executive Summary tà da parte degli operatori.

mettere di portarsi nello scenario di full recovery sia quanto mai auspicabile. Il quadro normativo, però, non pare essere al momento favorevole, ed anzi – soprattutto con riferimento ai Certificati Bianchi (e lasciando alla lettura del Rapporto gli altri temi) – merita qualche riflessione.

Il quadro normativo: la necessità (anzi l’urgenza) di mettere mano ai Certificati Bianchi E’ evidente da quanto appena detto che un intervento normativo di rilancio del comparto, che possa ad esempio per-

Innanzitutto i risparmi conseguiti da

Trend TEE e tep riconosciuti da nuovi progetti 1.800.000

1 0,9

0,87

0,8

1.400.000

0,7

TEE emessi

1.200.000

0,6

1.000.000

0,5

0,5

800.000

0,4

600.000

0,32

0,3 0,24

400.000

0,2 0,09

200.000

0,06 2014

2015

TEE riconosciuti da nuovi progetti

14

0,1 0

-

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2016

2017

2018

2019

Risparmi conseguiti nuovi progetti (Mtep)

Risparmi conseguiti [Mtep]

1.600.000

nuovi progetti sono in continuo calo dal 2016, facendo registrare un risparmio di 0,06 Mtep nel 2019, circa un quarto del valore previsto nel 2021. Calo che è derivante dal numero di TEE riconosciuti da nuovi progetti.

Nel 2019, poi, sono stati riconosciuti 2.906.000 TEE, circa 927.000 titoli in meno rispetto all’anno scorso con una riduzione del 24%, contrazione però minore dell’anno scorso che era pari al 34%. Da sottolineare anche come in soli 2 anni, il numero di TEE riconosciuti si sia praticamente dimezzato. Il minor numero di TEE riconosciuti ha comportato uno squilibrio sul mercato, con gravi conseguenze verso i soggetti obbligati i quali hanno riscontrato sempre più difficoltà nell’adempimento degli obblighi previsti dalla normativa.

Dopo il decreto correttivo del 2017,

il quale ha introdotto la possibilità di acquistare Titoli di Efficienza Energetica direttamente dal GSE, i distributori hanno adempiuto ai loro obblighi sfruttando questa possibilità. Nel 2018 (ultimo dato disponibile), dei 3,54 milioni di TEE annullati, 1,7 non derivano da progetti di efficienza energetica pari al 48% dei titoli annullati ed al 30% degli obblighi imposti. In pratica, i TEE annullati nel 2018 derivanti da progetti di efficienza energetica risultano la metà rispetto al 2017 ed un terzo rispetto al 2016.

Una possibile causa della progressiva riduzione del numero di TEE, riguarda l’esito dei procedimenti riconosciuti dal GSE. Infatti, degli oltre 5.000 procedimenti conclusi nel 2019, relativi ai Certificati Bianchi, il 97% si è concluso con un esito negativo (dato influenzato anche dal peso di una singola maxi

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Executive Summary

9

80% 7,75

65%

6,75

7

MTEE

Copertura 70%

8

6

Obblighi

9,51

60% 5,51

64%

90% 80% 70% 60%

59%

5,34

5,57

50%

5 40% 4 30%

3

20%

2

10%

1 0

0% 2013

2014

2015

revoca). Percentuale significativamente superiore rispetto ai procedimenti riguardanti altri incentivi.

Seppur le cause che hanno portato ad un rallentamento degli investimenti in efficienza energetica siano molteplici, non si può negare come la crisi del meccanismo dei certificati bianchi abbia avuto una forte influenza negati-

16

Copertura obblighi

Obblighi e coperture

10

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2016

2017

2018

va.

Comparando infatti il trend percentuali degli investimenti nell’ultimo quinquennio, con il numero di TEE riconosciuti nello stesso periodo, si osserva un andamento molto simile, con una forte crescita nel triennio 2015-17 seguita da una contrazione nel biennio successivo.

Trend percentuale investimenti

TEE emessi [migliaia]

TEE riconosciuti 7000

14,0%

6000

12,0%

5000

10,0%

4000

8,0%

3000

6,0%

2000

4,0%

1000

2,0% 0,0%

0 2015

2016

2017

2018

2019

Secondo l’opinione degli operatori di mercato uno dei principali motivi che ha innescato la crisi del mercato dei Titoli di Efficienza Energetica risiede nella lentezza delle procedure burocratiche, e di conseguenza, nel riconoscimento dei progetti. Del numero di progetti presentati nel 2019, gli operatori sostengono che solo una piccola quota delle procedure riferite a nuovi progetti è stata convalidata nell’arco dell’anno.

2015

2016

2017

2018

2019

Un altro punto evidenziato dagli operatori riguarda la non ammissibilità di alcune tipologie di interventi, come determinati interventi sul processo produttivo per i quali non è previsto l’accesso all’incentivo, anche a causa di un’oggettiva difficoltà nel definire dei valori di baseline. In quest’ottica, i dati raccolti attraverso le diagnosi energetiche potrebbero sicuramente facilitare la possibilità di «standardizzare» questi interventi www.energystrategy.it

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Executive Summary Infine, un altro fattore che ha portato ad una diminuzione della liquidità del mercato risulta la non cumulabilità dei TEE con gli incentivi previsti dal Piano Impresa 4.0. Novità introdotta nell’ultimo anno, dal momento che fino all’anno scorso era prevista la cumulabilità, seppur parziale, con il Piano Industria 4.0. È quindi lecito prevedere che solo una riforma che sia in grado di rilanciare il meccanismo, risolvendo le problematiche di cui sopra, sia in grado di risollevare il trend degli investimenti in efficienza energetica nel comparto industriale La survey sull’efficienza energetica industriale in Italia Le soluzioni hardware Il 69% del campione analizzato dichiara

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di aver implementato investimenti in soluzioni hardware nel corso dell’ultimo anno (2019). Tale percentuale aumenta se si guarda alle grandi aziende (80%, -8% rispetto al 2018), mentre diminuisce se si guarda alle PMI (56%, -27% rispetto al 2018). Assumendo la prospettiva dei soggetti non obbligati ad eseguire la diagnosi energetica, emerge come questi siano meno propensi ad effettuare investimenti in soluzioni hardware. La loro percentuale si attesta infatti al 40% rispetto al 74% relativo ai soggetti obbligati.

Oltre 6 aziende su 10 hanno effettuato interventi sul processo produttivo. Rilevante anche la percentuale di aziende che hanno effettuato interventi di relamping. Nell’intorno del 20% le aziende che hanno effettuato interventi in cogenerazione e sistemi di combustione efficiente, a testimonianza del

trend negativo relativo agli investimenti in queste tecnologie.

Il risparmio energetico annuo medio ottenuto da delle aziende che hanno effettuato investimenti in soluzioni har-

dware nel 2019 è pari a 11%.

Le barriere più rilevanti, in continuità con lo scenario relativo al 2018, sono quelle relative agli eccessivi tempi di ritorno ed all’incertezza del quadro

70% 62% 60%

56%

50% 42% 40%

37% 33%

30%

27% 21%

21%

20%

19%

10%

8%

0% Interventi sul processo produttivo

Illuminazione

Motori elettrici Aria compressa

Servizi ausiliari

Inverter

HVAC

Processo produttivo

Refrigerazione

Cogenerazione

Sistemi di combustione efficiente

Altro

Servizi generali

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Executive Summary normativo. mentre la barriera con bassa criticità risulta quella relativa alla scarsa consapevolezza del top management ed alla difficoltà di accesso al capitale di terzi, segno della accresciuta consapevolezza del mercato.

Delle soluzioni software rappresentate nella piramide, secondo lo standard ISA-95, si mostra quante di queste siano effettivamente utilizzate dalle aziende rispondenti la survey 2020 ai fini del monitoraggio di dati energetici.

Le soluzioni software

È evidente come sensoristica di base e

Barriere agli investimenti in soluzioni hardware 2019 e 2018 Incertezza sulle prestazioni tecnologiche delle soluzioni installate

2,4 2,3

Incertezza del quadro normativo (obblighi, schemi di incentivazione, etc...)

3,3 3,1 2,5 2,5

Interazione critica con il processo produttivo 2,2 2,2

Scarsa consapevolezza del top management Difficoltà di accesso al capitale di terzi

2,2 2,3

Difficoltà di accesso al capitale proprio

2,3

2018 2019

2,6 3,5 3,5

Tempi di ritorno eccessivi 0

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1

2

3

4

5

SCADA siano in maggioranza utilizzati per il monitoraggio di dati energetici, rispettivamente il 71% e l’80% sono utilizzati ai fini del monitoraggio energetico. Ampio spazio di miglioramento vi è invece ai livelli superiori della piramide, infatti ad esempio solamente il 28% degli ERP è utilizzato per moIT

74 %

28 %

Cloud

ERP MES/MOM

nitorare dati energetici.

Il 44% del campione analizzato dichiara di aver implementato investimenti in soluzioni software nel corso dell’ultimo anno (2019). Tale percentuale non subisce forti variazioni se si considera la vista per PMI e grandi aziende,

26 %

72 %

55 % n%

45 %

80 %

SCADA

n%

20 %

% di software utilizzati per il monitoraggio di dati energetici % di software non utilizzati per il monitoraggio di dati energetici

PLC, sensori, RFID reader, attuatori, HMI 71 %

29 %

OT

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Executive Summary infatti rispettivamente il 46% ed il 41% di esse ha effettuato investimenti in soluzioni software nel corso del 2019.

Il risparmio energetico annuo medio ottenuto da delle aziende che utilizzano le soluzioni software per il monitoraggio dei dati energetici è pari a

70%

5%.

Nel grafico sottostante è presentato uno spaccato degli investimenti per soluzione software associata all’energy management effettuati nel 2019, dalle aziende rispondenti alla survey 2020.

70% 61%

60% 50% 40%

27%

30% 20%

21% 12%

10% 0%

Software dedicato all'energia*

Sensoristica di base**

SCADA

Cloud Computing

MES/MOM***

9%

ERP

6% Altro

(*) In «software dedicato all’energia» rientrano anche gli investimenti effettuati in SGE (Sistema di Gestione dell’Energia) (**) In «sensoristica di base» rientrano le soluzioni software presenti alla base della piramide presentata nelle slide precedenti, ovvero: sensori, attuatori, PLC, RFID reader e HMI. (***) MES e MOM si considerano in modo indistinto poiché il MOM è un’evoluzione del sistema IT che gestisce la funzione produttiva, ovvero il MES.

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Ben il 70% delle aziende rispondenti la survey 2020 hanno effettuato investimenti in software dedicati all’energia, oltre il 60% delle aziende ha effettuato investimenti in sensoristica di base associata all’energy management.

La fotografia delle ESCo

Nel corso del 2019 le ESCo certificate sono aumentate dell’1% rispetto al 2018. Interessante sottolineare come la crescita dell’ultimo anno in termini di soggetti certificati sia rallentata rispetto all’anno precedente, segno che il mercato ha raggiunto un certo livello di maturità.

ESCo certificate 373

375 369

370

# ESCo certificate

365

1%

360 355 350

347

6%

345 340 335 330 2017

2018

2019 www.energystrategy.it

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Executive Summary

Dalla survey condotta emerge chiaramente come la maggior parte degli operatori opera sia in ambito industriale che nel settore civile (70% degli intervistati). Il 20% delle ESCo opera in ambito industriale, mentre solo il 10% opera esclusivamente nel comparto civile. Rispetto ai dati registrati durante il corso del 2019, si evidenzia un calo di interesse nei confronti del settore industriale, segno di un mercato già maturo, ed un incremento dei player coinvolti in interventi riguardanti entrambi i settori sopra citati. Al contrario, la ripartizione di fatturato in ciascuno dei due settori suggerisce uno sbilanciamento verso il settore industriale, che occupa oltre la metà dei ricavi per circa 6 intervistati su 10. Per la totalità del campione, infatti, il fatturato del comparto industriale pesa mediamente il 53%, mentre il civile invece il 47%.

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I servizi offerti in ambito industriale hanno riguardato, per il 94% dei player, interventi di consulenza ed audit energetici sulla scia dell’obbligo di diagnosi energetica da effettuarsi entro fine 2019, mentre meno della metà si occupa di gestione di incentivi, attività che risente di un mercato sempre meno attivo. Importante anche il monitoraggio, servizio offerto da quasi il 90% delle ESCo. La forma contrattuale maggiormente utilizzata rimane l’EPC (56%), che nella maggior parte dei casi viene applicata con il rischio finanziario a carico delle ESCo. Risulta rilevante (22%) la percentuale di contratti effettuati con formula «chiavi in mano», mentre rimane ancora marginale il noleggio operativo ed i contratti di consulenza, seppur in crescita rispetto all'anno scorso.

Forma contrattuale

17%

Rischio finanziario condiviso 10%

5% 56%

22%

EPC

Rischio finanziario sostenuto dal cliente 10%

Rischio finanziario sostenuto dalla ESCo 80%

Contratto "chiavi in mano"

Leasing/Noleggio operativo

Consulenza

Il mercato della flessibilità

scenza dei progetti pilota.

Nonostante i progetti pilota per le UVAM siano iniziati solamente un anno fa, la tematica è ben conosciuta all’interno del settore industriale. Dal sondaggio condotto, infatti, risulta come più di 8 aziende su 10 siano a cono-

A fronte di una elevata consapevolezza, tuttavia, sono assai meno diffusi gli asset necessari per offrire flessibilità al mercato.

Infatti, all’interno del campione interwww.energystrategy.it

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Executive Summary vistato, poco meno del 50% dispone di un impianto di cogenerazione (46%), potenzialmente disponibile per offrire flessibilità tramite i progetti pilota UVAM. Mediamente, però, solo il 9% della potenza nominale del cogeneratore può essere utilizzata per offrire flessibilità alla rete. Interessante evidenziare come nel 79% dei casi gli impianti sono gestiti internamente all’azienda, nel 12% sono gestiti da una ESCo e solamente nel 9% dei casi da un technology provider.

La barriera più rilevante per la partecipazione alle UVAM è l’interazione critica col processo produttivo. Gli industriali, infatti, hanno evidenziato il timore di influenzare negativamente la produttività dell’azienda nell’ipotesi di fornire flessibilità alla rete.

Non è dunque un caso che nonostante più dell’80% del campione si è mostra-

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to a conoscenza dei progetti pilota, solamente il 7% attualmente partecipa attivamente. Il 70% dei partecipanti ai progetti pilota, offre servizi di flessibilità attraverso un cogeneratore, mentre il 30% attraverso parti del processo produttivo.

Nel 40% dei casi la piattaforma per la gestione dell’unità di flessibilità è in capo ad una utility, nel 40% dei casi è gestita da un software provider, mentre nel restante nel 40% dei casi è gestita internamente (in quest’ultimo caso senza supporto di una piattaforma specifica). Complessivamente, in 3 casi su 5, la gestione dell’unità è esterna all’azienda.

Nel testo del Rapporto è possibile trovare due case study estesi, realizzati nel settore della carta e in quello alimentare, ove si è analizzata la possibilità

SETTORE

PRESENZA COGENERATORE

PARTECIPAZIONE UVAM

TECNOLOGIA UTILIZZATA

Cartario

80%

CHP*

Chimico

69%

CHP*

Alimentare e bevande

63%

CHP

Vetro e ceramica

55%

Processo produttivo

Gomma e plastica

38%

Processo produttivo, CHP

Tessile

33%

-

Automotive

25%

-

Metallurgico

9%

Processo produttivo, CHP

di impiegare una unità cogenerativa al servizio del mercato della flessibilità.

Le simulazioni effettuate hanno evidenziato come, anche in assenza del corrispettivo fisso, la partecipazione ai progetti pilota tramite un’unita di co-

generazione possa garantire un flusso di cassa addizionale positivo, seppur non particolarmente significativo.

Dalle analisi risulta anche che il parametro che influenza maggiormente la remuneratività sia il prezzo di ven-

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27

dita all’MSD. Un impianto localizzato nel sud del Paese, infatti, ha un flusso di cassa significativamente maggiore rispetto ad un impianto localizzato nel nord. A tal proposito, il prevedibile aumento dei prezzi di mercato nei prossimi anni, dettato da una maggior penetrazione delle fonti di energia rinnovabili, potrebbe aumentare in maniera consistente gli introiti derivanti dalla partecipazione ai progetti attraendo un sempre maggior numero di attori.

L’efficienza energetica nei trasporti ed il ruolo della PA Chiude questo Executive Summary un approfondimento, qui riportato per sommi capi, relativo alle potenzialità di efficientamento energetico in un comparto, quello del trasporto e più specificatamente del trasporto pubblico, dove ancora molto poco si è fatto. Il potenziale, di mercato da un lato, ma anche

28

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

di innovazione dall’altro, con la possibilità di mettere a punto nuovi modelli di audit dedicati, sembra essere interessante. Una opportunità, magari, di rilancio per il periodo post-Covid.

Il settore dei trasporti in Italia conta per il 32,4%* del consumo energetico nazionale. Circa l’83% dei consumi nel settore dei trasporti è dovuto al trasporto stradale (sia trasporto merci sia trasporto passeggeri). La restante parte è dovuta soprattutto all’aviazione internazionale ed interna, alla navigazione ad al trasporto ferroviario.

Nel settore dei trasporti, negli ultimi 10 anni, si è registrata una riduzione di circa il 10% dei consumi totali di energia finale.

La distribuzione dei fabbisogni per combustibile evidenzia che la quasi totalità dei consumi per il trasporto

(91,8%) proviene dall’utilizzo di prodotti petroliferi, seguono le FER (3,7%), gas naturale (2,8%) e l’energia elettrica prodotta da fonti fossili (1,6%).

Trasporto a lunga percorrenza

TPL

Analizzando i consumi energetici del trasporto pubblico locale, la quota del TPL (Trasporto Pubblico Locale) rappresenta circa l’1% del totale con

Mezzo di trasporto

Milioni di passeggeri per km

Stima consumi (ktep)*

Trasporto privato

755.127

31.435**

Autovetture e autoarticolati

722.894

30.272

Motociclette

32.233

1.163

Trasporto ferroviario

55.239

537,1

Treni

54.420

533

Tramvie extraurbane

819

4,1

Trasporto collettivo extraurbano

91.744

1.863

Bus e filovie

17.778

361

Bus competenza statale (a privati)

73.966

1.502

Trasporto collettivo urbano

18.086

308

Bus e filovie

11.221

228

Tramvie urbane

1.404

7

Metropolitane

5.461

73

Totale

920.126

34.143

(* )90% autovetture e 10% autoarticolati, in base al numero di veicoli presenti in Italia www.energystrategy.it

29

308 ktep, mentre il trasporto a lunga percorrenza rappresenta circa il 14% con consumi pari a 2.400 ktep. In Italia il settore del trasporto pubblico locale impiega circa 124.00 addetti, in 930 aziende, cuba un fatturato annuo pari a circa 12 miliardi di euro (ricavi da traffico e contributi pubblici) e traServizio urbano

sporta circa 5,4 miliardi di passeggeri all’anno (oltre 15 milioni al giorno).

Negli ultimi anni si sta assistendo ad una graduale sostituzione dei veicoli più obsoleti con mezzi a più basse emissioni. Tuttavia, la quota di autobus che utilizzano combustibili ad alto livello di emissioni, rimane la maggiore Servizio extraurbano < Euro 4

10%

12% 11% 22%

Euro 4 e 5

42% 61%

18%

Motorizzazione 24%

EEV Euro 6

1%

1% 1%

< Euro 4 27%

Alimentazione

Diesel 71%

99%

Metano (CNG) Elettrico Ibrido

30

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

sia in ambito urbano che extraurbano.

Sono diverse, inoltre, le potenzialità di intervento, che riguardano non solo i veicoli, ma anche – e soprattutto – le infrastrutture. . Il totale degli investimenti stanziati al 2033 è pari a 22,7 miliarDavide Chiaroni

di di euro, di cui il 60% destinato allo sviluppo per le infrastrutture metropolitane, tranviarie e per il trasporto rapido di massa. Ci si aspetta che per effetto degli investimenti stanziati, nel prossimo quinquennio, sarà possibile la creazione di 110.000 unità lavorative annue.

Federico Frattini

Responsabile della Ricerca

Responsabile della Ricerca

Edoardo Bosco

Fabiola Bordignon

Alessio Nasca

Lucrezia Sgambaro

Project Manager

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31

Lo stato dellâ&#x20AC;&#x2122;arte degli investimenti nel settore industriale Partner

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33

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Obiettivi del capitolo • L’obiettivo di questo capitolo è quello di fornire un quadro complessivo dello stato dell’arte degli investimenti in efficienza energetica, con particolare riferimento a: • Ripartizione degli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale, con variazioni rispetto allo scorso anno, suddivisi per tecnologia e per ambito d’intervento • Aggiornamento del contesto normativo, delineato a livello nazionale, con un focus sul meccanismo incentivante dei Certificati Bianchi e piano transizione 4.0.

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Indice capitolo

Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale Il contesto normativo

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1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale: Metodologia • Con l’obiettivo di introdurre l’analisi che verrà approfondita nello svolgimento del capitolo, è necessario suddividere gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale in 3 categorie: • Gli investimenti in tecnologie hardware, ovvero gli impianti che permettono di ridurre il consumo di energia (cogenerazione, pompe di calore, ecc.)

• Gli investimenti in tecnologie software, ovvero le soluzioni che tramite il monitoraggio e la gestione delle prestazioni dei macchinari (sensori, MES, ERP, ecc.) consentono di ottenere sia un’ottimizzazione della produttiva sia un risparmio dei consumi di energia • Gli investimenti in soluzioni che consentono di offrire flessibilità alla rete, anche grazie all’avvio dei progetti pilota per le UVAM Investimenti in tecnologie hardware Impianti Investimenti in tecnologie software Comparto industriale

Soluzioni digital

Investimenti in efficienza energetica

Investimenti in soluzioni di «flessibilità» Flessibilità

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Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale: La visione d’assieme •

Gli investimenti effettuati in efficienza energetica nel comparto industriale, nel 2019, equivalgono a circa 2,6 mld €.

INDUSTRIA

•

TOTALE

Tecnologie hardware

Tecnologie software

Flessibilità

Investimenti (mln €)

2.410

196

2*

2.608

Investimenti (%)

92,4%

7,5%

0,1%

100%

Di questi, oltre il 90% sono riferiti ad investimenti in tecnologie hardware, mentre circa il 7,5% degli investimenti è stato effettuato in tecnologie software per il controllo ed monitoraggio delle prestazioni dei cicli produttivi. Di scarsa rilevanza gli investimenti in infrastrutture per offrire flessibilità tramite i progetti pilota UVAM

(*) Dato rielaborato tramite i dati forniti nell’ Electricity Market Report

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1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale: Il trend rispetto al 2018 • Complessivamente, gli investimenti in efficienza energetica hanno registrato una crescita dell’ 1,9% rispetto al 2018. Seppur in crescita, però, si conferma di un rallentamento degli investimenti in nel settore industriale, già osservata nel corso del 2018.

INDUSTRIA TOTALE

Tecnologie hardware

Tecnologie software

Flessibilità

Investimenti 2019 (mln €)

2.410

196

2

2.608

Investimenti 2018 (mln €)

2.430

129

0

2.559

Trend (%)

-0,9%

34%

-

1,9%

• Osservando esclusivamente gli investimenti in tecnologie hardware, si riscontra una contrazione, seppur lieve, degli investimenti rispetto all’anno passato. La crescita globale è dettata quindi dagli investimenti in tecnologie software (ed in piccola parte dall’avvio dei progetti pilota UVAM) che segnano un + 34% di investimenti rispetto al 2018, sfiorando complessivamente i 200 mln €.

• Dato, quest’ultimo, a testimonianza di come il settore industriale, e gli imprenditori, diano sempre una maggior importanza al controllo ed il monitoraggio dei dati, ma anche probabilmente «influenzato» dalla decadenza della legge 102/2014 riguardo all’obbligo della diagnosi energetica.

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Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale: Il trend di crescita dell’ultimo quinquennio •

Più in generale, osservando il trend degli ultimi 5 anni, dopo un triennio di crescita sostenuta, si denota un forte rallentamento degli investimenti nel settore industriale a partire dal 2018, passando dal +12% del 2017 all‘1,9% dell’ultimo anno.

Crescita percentuale investimenti (anno su anno) 14,0%

12,0%

12% 10,7%

10,0%

8,0%

8,2%

6,0%

4,1%

4,0%

2,0%

1,9%

0,0% 2015

2016

2017

2018

2019

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39

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale: Le tecnologie hardware • I 2.406 mln € di investimenti effettuati in tecnologie hardware nel 2019, si ripartiscono come mostrato in figura.

Investimenti per tecnologie 600

Investimenti [mln €]

500

482

390

400

386

304

300

231

207

200

189

170

100 52 0 Interventi sul processo produttivo

40

Cogenerazione

Sistemi di combustione efficiente

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Illuminazione

HVAC

Motori elettrici

Inverter

Aria compressa

Refrigerazione

Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale: Le tecnologie hardware • Oltre il 20% degli investimenti in tecnologie hardware sono riconducibili ad interventi sul processo produttivo, pari ad un volume di affari di 482 mln €.

•

Poco meno di 400 mln € gli investimenti effettuati sia in impianti di cogenerazione sia in sistemi di combustione efficienti, i quali complessivamente rappresentano il 16% degli investimenti ciascuno.

•

A seguire, gli investimenti in illuminazione, 304 mln € (13%), sistemi HVAC, motori elettrici, inverter e sistemi di aria compressa, tecnologie che rappresentano tra il 7% ed il 10% degli investimenti totali.

•

Fanalino di coda, gli investimenti in refrigerazione, i quali rappresentano circa il 2% del totale degli investimenti.

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41

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Box 1: Le tecnologie di efficienza energetica nel comparto industriale

DESCRIZIONE

TECNOLOGIA

42

Aria compressa

Un sistema ad aria compressa è costituito da diversi componenti: macchina di compressione, serbatoio, sistema di trattamento aria, rete di distribuzione e terminali.

Gli interventi di efficientamento energetico realizzati possono essere di natura «hard» (la sostituzione di dispositivi con altri più efficienti o l’aggiunta di dispositivi che rendono l’intero sistema più efficiente) o di natura «soft» (la riprogettazione del layout dell’impianto o l’utilizzo di sistemi di controllo avanzati).

Sistemi di combustione efficiente

I sistemi di combustione efficiente sono soluzioni, applicate al processo di combustione, che utilizzano bruciatori in grado di recuperare parte del calore contenuto nei fumi di combustione prima che questi vengano espulsi dall’impianto. È possibile classificarli in base alle modalità di recupero del calore: bruciatori auto-recuperativi, che utilizzano scambiatori di calore controcorrente, e bruciatori rigenerativi, che recuperano calore con masse rigeneranti.

Motori elettrici

Il motore elettrico è un dispositivo che, ricevendo in input una potenza di tipo elettrico, restituisce in output una potenza di tipo meccanico. I motori elettrici sono classificati secondo diverse classi di rendimento energetico IE, stabilite dalla norma internazionale IEC 6003430:2008.

Inverter

L’inverter è un dispositivo che permette di modulare la frequenza di alimentazione di un motore elettrico (e quindi la sua velocità) in funzione delle effettive esigenze di carico. Le prestazioni energetiche degli inverter sono valutate in termini di tasso di risparmio energetico conseguibile a seguito dell’adozione dell’inverter su motore elettrico.

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TECNOLOGIA

DESCRIZIONE

HVAC

Con il termine HVAC (Heating, Ventilation, Air Conditioning) si intende un sistema in grado di energia termica utilizzata sia per il riscaldamento sia per il raffrescamento di ambienti chiusi (stabilimenti, uffici, ecc). Le tecnologie più diffuse per il sistemi HVAC sono le pompe di calore.

Cogenerazione

Con il termine cogenerazione si intende la produzione combinata di energia elettrica e di energia termica.

Le tecnologie attualmente disponibili sono classificate in base alla taglia: impianti a vapore, turbine a gas, cicli combinati e motori a combustione interna con una potenza elettrica maggiore a 1MW; motori a combustione interna, microturbine a gas e motori Sterling con una potenza elettrica inferiore a 1MW.

Illuminazione

Le principali soluzioni applicate in ambito residenziale sono le lampade a fluorescenza, che presentano due possibili configurazioni: tubolari e compatte. Stanno iniziando a diffondersi in maniera significativa sul mercato anche le lampade a stato solido, in particolare le tecnologie LED.

Interventi sul processo produttivo

Gli interventi volti ad incrementare l’efficienza energetica del processo produttivo di un’azienda manifatturiera.

Refrigerazione

Un sistema di refrigerazione basato sul «classico» ciclo frigorifero è costituito principalmente da compressore, evaporatore, condensatore, pompe ed ausiliari.

Anche in questo caso gli interventi di efficientamento energetico realizzati possono essere di natura «hard» (la sostituzione di dispositivi con altri più efficienti) o di natura «soft» (la riprogettazione del layout dell’impianto o l’utilizzo di sistemi di controllo avanzati).

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1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale: Le tecnologie hardware; il trend • Rispetto al 2018, si registra una contrazione degli investimenti in cogenerazione e sistemi di combustione efficiente. Di contro crescono gli investimenti in aria compressa e nel processo produttivo.

Variazioni poco rilevanti per le altre tecnologie analizzate.

Trend investimenti 2018-19 600

482

500

459

Investimenti [mln €]

443 396

400

390

386 312 304

300

217

231

218 207

200

193 189

170 143

100 49

52

0 Interventi sul processo produttivo

Variazione %

44

18%

Cogenerazione

-13%

Sistemi di combustione efficiente

- 19%

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Illuminazione

HVAC 2018

-3%

Motori elettrici

Inverter

-5%

-2%

Aria compressa

Refrigerazione

2019

6%

16%

6%

Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale: Le tecnologie hardware; il trend •

Rispetto al 2018, si registra una crescita significativa degli interventi sul processo produttivo (+18%), trend ormai consolidato nell’ultimo triennio. Da sottolineare come, al 2019, gli investimenti sul processo produttivo, per il primo anno, si posizionano al primo posto.

•

Rilevante anche la crescita degli investimenti in sistemi di aria compressa che registrano un volume di affari di 170 mln €, con una crescita del 16% rispetto al 2018.

•

In lieve crescita gli investimenti in sistemi HVAC e refrigerazione, i quali registrano un +6% rispetto al dato del 2018.

•

Pressoché stabili invece gli investimenti in interventi di relamping (illuminazione) ed inverter, mentre in lieve calo (-5%) gli investimenti in motori elettrici.

•

Continua invece la contrazione degli investimenti in cogenerazione, i quali registrano un -13% rispetto al 2018. Contrazione tuttavia limitata rispetto al dato del 2018, anno in cui gli investimenti si erano ridotti del 24% rispetto all’anno precedente. La cogenerazione rimane comunque un comparto in sofferenza dall’entrata in vigore del Decreto Energivori, soprattutto per gli impianti di grande taglia. Infine, anche gli investimenti in sistemi di combustione efficiente hanno visto un forte calo nel 2019, con una decrescita pari al 19%

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45

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale: Grado di maturità tecnologica e tipologia di intervento • Un’ulteriore chiave di lettura per interpretare i trend relativi agli investimenti concerne il grado di maturità e le motivazioni che spingono ad effettuare un investimento.

• Le tecnologie con un maggior grado di maturità tipicamente vengono installate per sostituzione (ad eccezione dell’illuminazione) e mostrano una contrazione degli investimenti, a testimonianza di un mercato saturo.

• Di contro, le tecnologie con un minor grado di maturità, in particolare gli interventi di processo, vengono installate per ridurre in maniera significativa i consumi, e mostrano un trend degli investimenti in crescita o perlomeno stabile (ad eccezione dei sistemi di combustione efficiente) Prevalenza tipologia di intervento

Grado di maturità tecnologica

Sostituzione

• Interventi sul processo produttivo

46

• Refrigerazione • Aria compressa • Sistemi di combustione efficiente

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• • • • •

Motori elettrici Inverter Cogenerazione Illuminazione HVAC

Efficientamento

• • • •

Motori elettrici Inverter Cogenerazione HVAC

• Refrigerazione • Aria compressa • Sistemi di combustione efficiente • Aria compressa • Illuminazione

Box 2: Il power quality nel settore dell’efficienza energetica •

Tipicamente, la maggior parte degli interventi di efficienza energetica sono focalizzati sull’implementazione di tecnologie che portano ad una riduzione dei consumi termici piuttosto che di natura elettrica.

Tendenza che deriva, in primis, dal maggior consumo di energia termica rispetto alla richiesta di energia elettrica (ad eccezione del settore metallurgico), ma soprattutto dalla maggior riduzione in termini di consumi energetici, fino al 40%, rispetto ad interventi volti a ridurre il consumo elettrico.

•

In quest’ottica si comprende come interventi di efficienza energetica di natura elettrica, ad eccezione di motori elettrici ed inverter i quali però rientrano più come interventi di sostituzione, ed in particolare il tema della power quality non siano mai stati considerati come di primaria importanza nel panorama dell’efficienza energetica. Nonostante la premessa, negli ultimi anni si sta assistendo ad un sempre maggior interesse, soprattutto nel comparto industriale, alla componente elettrica dei consumi e ad implementare misure che ne migliorino l’efficienza. Interessamento dovuto sia alla maturità raggiunta nel comparto, dal punto di vista del livello di efficienza energetica raggiunta (ad eccezione dei processi produttivi) che non garantisce più quei risparmi possibili fino a qualche anno fa, ma anche ad una maggior conoscenza della tematica da parte degli attori coinvolti.

•

Trend che trova una conferma anche nella crescita del mercato del settore power quality, stimato intorno ai 10-15 milioni di € nel 2019. Mercato che in valori assoluti, appare ancora marginale rispetto a tecnologie più tradizionali, ma che mostra una crescita percentuale intorno alla doppia cifra, e che si prevede sarà sempre più rilevante negli anni futuri.

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47

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

• Nello specifico, gli interventi di power quality legati all’efficienza energetica, hanno l’obiettivo principale di identificare ed eventualmente ridurre l’extra consumo di energia elettrica derivante dal delta di tensione presente tra la tensione di rete (leggermente superiore) e la tensione nominale, tramite la riduzione del coefficiente di dissipazione.

• Interventi, che permettono di conseguire un risparmio in termini di consumi elettrici tra il 5 ed il 7% dei consumi totali, a fronte di un investimento iniziale marginale e con un payback time che si attesta sui 3 anni, anche grazie alle forme di incentivazione a cui si può accedere (come i TEE).

• Da sottolineare anche come gli interventi di power quality permettono di conseguire una riduzione dei consumi più significativa in ambito industriale – consumi e tensione di connessione maggiore, ma in termini di risparmio economico, risultano parimenti attrattivi anche nel settore civile, dove il costo dell’elettricità è mediamente superiore rispetto al settore industriale

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Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale: Le tecnologie hardware; servizi ausiliari, generali e di processo •

Gli investimenti in tecnologie hardware possono essere suddivisi a loro volta in 3 tipologie di interventi.

•

Il 58% degli investimenti sono stati effettuati in servizi ausiliari al processo, il 22% in servizi generali di building, mentre il 20% sono riconducibili ad interventi sul processo produttivo.

Ripartizione investimenti

Ambito d’intervento

Soluzioni hardware

Servizi generali di building

• HVAC • Illuminazione

Servizi ausiliari al processo

• Sistemi di combustione efficiente • Cogenerazione • Motori elettrici • Inverter • Aria compressa • Refrigerazione

Processo produttivo

• Interventi sul processo produttivo

20%

22%

Servizi ausiliari

58%

Processo produttivo

Servizi generali

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1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale: Le tecnologie hardware; servizi ausiliari, generali e di processo • Rispetto al 2018, si riscontra un calo, seppur lieve, degli investimenti in servizi ausiliari a favore degli investimenti nel processo produttivo, i quali nel 2019 contano per il 20% degli investimenti totali. Pressoché costante invece la quota percentuale di investimenti nei servizi generali di building.

2018

2019

16%

22%

20%

62%

Servizi ausiliari

50

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22%

Servizi generali

Processo produttivo

58%

Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale: Le tecnologie software •

Nella figura sottostante si rappresentano le principali soluzioni software applicate nel comparto industriale. A questi, nell’analisi si considerano anche i software dedicati esclusivamente al monitoraggio delle prestazioni energetiche.

IT Cloud Computing

OT

Cloud Computing: l’infrastruttura può essere di proprietà di un’unica azienda (“private cloud”) oppure può essere di proprietà di un’azienda che offre servizi cloud (“public cloud”). Una applicazione del cloud computing è il Cloud Manufacturing. I servizi di Cloud Computing possono essere inoltre offerti alle aziende secondo tre modalità: SaaS, PaaS, IaaS

ERP

Enterprise Resource Planning è il software di gestione che integra e coordina tutte le attività dell’azienda in ottica di efficienza e redditività

MES/MOM

Manufacturing Execution System (MES): IT system che gestisce la funzione produttiva. Manufacturing Operations Management (MOM): evoluzione del MES

SCADA

SCADA è un sistema informatico distribuito per il monitoraggio e la supervisione di sistemi fisici

PLC, sensori, RFID reader, attuatori, HMI

Il PLC è un computer che elabora i segnali digitali e analogici provenienti da sensori e diretti agli attuatori

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1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale: Le tecnologie software • Dei 196 mln € di investimenti in tecnologie software focalizzate sull’efficientamento energetico, circa 90 mln € (46%) sono stati effettuati in software dedicati esclusivamente al monitoraggio energetico. A seguire la sensoristica di base con il 20% degli investimenti e i sistemi SCADA (12%). Ancora marginali gli investimenti in sistemi MES/MOM e ERP. • Da sottolineare invece, come oltre il 10% degli investimenti è stato dedicato a sistemi di cloud computing.

Investimenti software

20% 46%

12% 5% 10%

Sensoristica di base

MES/MOM

SCADA

ERP

7%

Cloud computing Software energetici

(1) In «sensoristica di base» rientrano le soluzioni software presenti alla base della piramide presentata nelle slide precedenti, ovvero: sensori, attuatori, PLC, RFID reader e HMI. (2) MES e MOM si considerano in modo indistinto poiché il MOM è un’evoluzione del sistema IT che gestisce la funzione produttiva, ovvero il MES.

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Indice capitolo

Gli investimenti in efficienza energetica nel settore industriale Il contesto normativo

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1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Obiettivi della sezione • L’obiettivo della sezione è di fornire un overview sul contesto normativo inerente la mercato dell’efficienza energetica nel comparto industriale. Più specificatamente verranno presentati: • L’aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) dopo l’approvazione da parte della commissione Europea • Un’analisi approfondita sul meccanismo dei certificati bianchi evidenziando quali sono i fattori che hanno portato alla crisi del meccanismo e quali sono le possibili soluzione per rilanciarlo • L’aggiornamento del Piano Industria 4.0, modificatosi in Piano transizione 4.0 dopo l’approvazione dell’ultima legge di Bilancio.

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Gli obiettivi del PNIEC: Testo definitivo •

A dicembre 2019 è stata approvato il testo definitivo del PNIEC che traccia gli obiettivi in termini di generazione da fonti rinnovabili ed efficienza energetica. Rispetto alla versione precedente, i cambiamenti in termini di obiettivi di efficienza energetica sono minimi.

•

Se infatti, il target di consumi di energia finale al 2030 è il medesimo (104 Mtep), è stato rivisto al ribasso, il punto di partenza (116 Mtep invece che 116,9 al 2020).

•

Complessivamente, il risparmio cumulato nel periodo 2021-2030, a parità di obiettivi, sarà minore di 0,5 Mtep (variazione dell’1%)

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55

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Gli obiettivi del PNIEC: Gli strumenti incentivanti • Per raggiungere gli obiettivi fissati, si prevede un contributo più o meno significativo attraverso determinati strumenti regolatori (alcuni in vigore già oggi).

• Complessivamente, le misure previste dovrebbero portare ad un risparmio di 57,44 Mtep, valore superiore di 6 Mtep rispetto agli obiettivi minimi prefissati

56

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Gli obiettivi del PNIEC: Gli strumenti incentivanti •

Tra le misure evidenziate all’interno del documento, il contributo più significativo deriverà dallo shift modale (settore trasporti), dal meccanismo dei certificati bianchi e dalle detrazioni fiscali, i quali contribuiscono per circa il 20% ciascuno dei risparmi complessivi.

Risparmi (%)

Principale settore di applicazione

Strumenti regolatori

Risparmi (Mtep)

Rinnovo veicoli TPL

0,2

0,5%

Trasporti

Shift modale

13

22,5%

Trasporti

Ecobonus

7,15

12,5%

Residenziale

Detrazioni fiscali

11

19%

Residenziale

PREPAC

0,06

< 1%

Terziario

Conto termico

3,85

7%

Terziario

Piano impresa 4.0

2,75

4,5%

Industria

Certificati Bianchi

12,3

21,5%

Industria

Fondo efficienza energetica

4,1

7%

Trasversale

Fondi strutturali

1,6

3%

Trasversale

PIF*

1,43

2,5%

Trasversale

TOTALE

57,44

100%

(*)Piano di Informazione e Formazione www.energystrategy.it

57

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Gli obiettivi del PNIEC: La suddivisione per settore • Il maggior contributo in termini di riduzione dei consumi deriva dal settore residenziale (18 Mtep), seguito dal terziario e dai trasporti. Meno significativo il contributo del comparto industriale, dove è prevista una riduzione dei consumi di circa 5,5 Mtep.

Ripartizione per settore economico dei risparmi oggetto dell’obiettivo 2030 (Mtep)

14,5

5,5 51

13

18

Residenziale

58

Terziario

Industria

Trasporti

Totale

Settore

Ripartizione (%)

Residenziale Terziario Industria Trasporti

35% 25% 11% 29%

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Gli obiettivi del PNIEC: Il settore industriale â&#x20AC;˘

Le misure principali, previste dal PNIEC, per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica nel settore industriale, sono il meccanismo dei certificati bianchi ed il piano impresa 4.0 (trattato nel capitolo 2)

}

2,75 Mtep

}

12,3 Mtep

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59

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Il meccanismo dei Certificati Bianchi: gli obiettivi del PNIEC • Nello specifico, il PNIEC prevede un risparmio derivante da nuovi progetti di efficienza energetica che regista un tasso di crescita medio annuo del 29,3%. In pratica, i risparmi conseguiti dal meccanismo dei certificati bianchi, riferiti ai soli nuovi progetti di efficienza energetica, dovranno decuplicare nell’arco di 10 anni, con un incremento annuo di 0,22 Mtep.

Risparmi annuali di energia finale attesi da nuovi interventi promossi con il meccanismo dei Certificati Bianchi (Mtep)

60

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Box 3: La Riforma dei Certificati Bianchi •

Il meccanismo dei Titoli di Efficienza Energetica è stato modificato dal decreto ministeriale 2018, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 10 luglio 2018, che ha introdotto le seguenti modifiche:

Nuova definizione del consumo di baseline

Consumo di baseline: Consumo di energia primaria del sistema tecnologico assunto come punto di riferimento ai fini del calcolo dei risparmi addizionali per i quali sono riconosciuti i Certificati Bianchi. Il consumo di baseline è pari al valore del consumo antecedente alla realizzazione del progetto di efficienza energetica. Nel caso di nuovi impianti, edifici o siti comunque denominati per i quali non esistono valore di consumi energetici antecedenti all’intervento, il consumo di baseline è pari al consumo di riferimento.

Valore massimo di riconoscimento

A decorrere dalle sessioni di cui al precedente periodo che siano successive al 1 giugno 2018, e fino alle sessioni valide per l’adempimento agli obblighi nazionali fissati per il 2020, il valore massimo di riconoscimento è posto pari a 250 € per ogni Certificato Bianco.

Emissione TEE a favore dei soggetti obbligati

I soggetti obbligati potranno ottenere TEE (non derivanti dalla realizzazione di progetti di efficienza energetica) emessi dal GSE al valore di 260 €/TEE nel momento in cui abbiano già a portfolio il 30% del totale dei titoli dovuti.

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61

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

• Il Decreto Certificati Bianchi prevedeva inoltre la pubblicazione di Linee Guida di supporto al meccanismo dei TEE. Il GSE, in collaborazione con ENEA e RSE, ha pubblicato suddette Linee Guida che sono state approvate dal Decreto Direttoriale del 30 aprile 2019.

• Le Linee Guida approvate si compongono di due parti. La prima, composta dall’Allegato 1, ha l’obiettivo di promuovere l’individuazione, la definizione e la presentazione di progetti nell’ambito del meccanismo dei Certificati Bianchi; la seconda parte, composta dall’Allegato 2, individua le tipologie di progetti di efficienza energetica ammissibili.

• L’allegato 1 delle Linee Guida si può suddividere in tre sezioni, di seguito descritte: • La prima parte riporta informazioni di supporto, utili nella presentazione al GSE delle richieste di accesso agli incentivi, si tratta di informazioni quali: soggetti ammissibili, progetti ammissibili, procedura di valutazione dei progetti; • La seconda parte descrive il processo produttivo di sei distinti settori produttivi (cartario, vetrario, di lavorazione delle materie plastiche, della ceramica, di produzione di energia termica e frigorifera, il servizio idrico integrato) presentando le tecnologie impiegate nel processo produttivo e gli interventi di efficienza energetica realizzabili in ciascun settore; • La terza ed ultima parte presenta un elenco non esaustivo degli interventi di efficienza energetica non ammissibili.

62

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•

Il 28 maggio 2019, l’ARERA con la delibera 209/2019/R/efr ha approvato la modalità di attuazione dei Titoli di Efficienza Energetica non derivanti da progetti di efficienza energetica, oggetto del decreto direttoriale 9 maggio 2019 recante le linee guida per l’emissione dei Certificati Bianchi non derivanti da progetti di efficienza energetica.

•

La delibera ha inoltre introdotto una modifica alle regole di determinazione del contributo tariffario da corrispondere ai distributori adempienti agli obblighi di risparmio energetico, relativamente al trattamento degli scambi di TEE che avvengono tramite bilaterali al fine di assicurare loro maggiore rappresentatività.

•

In particolare, la delibera approvata dall’ARERA prevede che a partire dall’anno d’obbligo 2019, la media dei prezzi degli scambi sul mercato e dei bilaterali sia ponderata utilizzando per questi ultimi la sola quantità di titoli scambiati a un prezzo inferiore a 250 €/TEE. Oggi invece, vengono considerati, ai fini del calcolo del contributo tariffario, tutti i certificati bianchi oggetto di bilaterali, indipendentemente dal prezzo.

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63

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Il meccanismo dei Certificati Bianchi: Situazione attuale e obiettivi del PNIEC: il confronto • Ai fini del raggiungimento degli obiettivi del PNIEC, si riscontrano 2 principali problematiche. Innanzitutto si evince come i risparmi conseguiti da nuovi progetti sono in continuo calo dal 2016, facendo registrare un risparmio di 0,06 Mtep nel 2019, circa un quarto del valore previsto nel 2021. Calo che è derivante dal numero di TEE riconosciuti da nuovi progetti.

Trend TEE e tep riconosciuti da nuovi progetti 1.800.000

0,9

0,87

0,8

1.400.000

0,7

TEE emessi

1.200.000

0,6

1.000.000

0,5

0,5

800.000

0,4

600.000

0,32

0,3 0,24

400.000

0,2 0,09

200.000

0,06

0

2014

2015

TEE riconosciuti da nuovi progetti

64

0,1

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2016

2017

2018

2019

Risparmi conseguiti nuovi progetti (Mtep)

Risparmi conseguiti [Mtep]

1.600.000

1

Il meccanismo dei Certificati Bianchi: Situazione attuale e obiettivi del PNIEC: il confronto â&#x20AC;˘

Preoccupante anche la continua diminuzione del peso dei nuovi progetti rispetto al totale di risparmi conseguiti Nuovi progetti (Mtep)

Totali (Mtep)

% nuovi progetti

0,87

2,7

32,2%

0,32

1,73

18,5%

0,5

1,93

25,9%

0,24

1,92

12,5%

0,09

1,31

6,9%

0,06

0,96

6%

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65

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Box 4: Investimenti in efficienza energetica e Certificati Bianchi • Seppur le cause che hanno portato ad un rallentamento degli investimenti in efficienza energetica siano molteplici, non si può negare come la crisi del meccanismo dei certificati bianchi abbia avuto una forte influenza negativa.

• Comparando infatti il trend percentuali degli investimenti nell’ultimo quinquennio, con il numero di TEE riconosciuti nello stesso periodo, si osserva un andamento molto simile, con una forte crescita nel triennio 2015-17 seguita da una contrazione nel biennio successivo.

• È quindi lecito prevedere che una riforma che sia in grado di rilanciare il meccanismo, sia in grado di risollevare almeno parzialmente il trend degli investimenti in efficienza energetica nel comparto industriale Trend percentuale investimenti

TEE emessi [migliaia]

TEE riconosciuti 7000

14,0%

6000

12,0%

5000

10,0%

4000

8,0%

3000

6,0%

2000

4,0%

1000

2,0% 0,0%

0 2015

66

2016

2017

2018

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

2019

2015

2016

2017

2018

2019

Il meccanismo dei Certificati Bianchi: Situazione attuale e obiettivi del PNIEC: confronto •

In seconda istanza, il PNIEC prevede per il 2030, un risparmio derivante da certificati bianchi di 12,3 Mtep. Allo stesso tempo, prevede però un risparmio, sempre per l’anno 2030, derivante dal settore industriale pari solamente a 5,5 Mtep.

•

Ciò sottende, anche presupponendo che l’intero risparmio del settore industriale derivi dal meccanismo dei certificati bianchi (ipotesi non veritiera in quanto anche il piano industria 4.0 è indirizzato verso il settore industriale), che più del 50% dei risparmi ottenuti dai certificati bianchi non derivi dal settore industriale. % progetti presentati nel settore industriale rispetto al totale 100%

80% 62,4% 60%

66,3%

56,1%

40%

20%

0% 2017

•

2018

2019

Il trend degli ultimi 3 anni, tuttavia, mostra come la percentuale dei progetti presentati in ambito industriale rispetto al totale sia in continua crescita www.energystrategy.it

67

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Box 4: Investimenti in efficienza energetica e Certificati Bianchi • Nonostante l’introduzione del decreto correttivo, continua la contrazione del mercato dei TEE. Nel 2019, infatti, sono stati riconosciuti 2.906.000 TEE, circa 927.000 titoli in meno rispetto all’anno scorso con una riduzione del 24%, contrazione però minore dell’anno scorso che era pari al 34%.

• Da sottolineare anche come in soli 2 anni, il numero di TEE riconosciuti si è praticamente dimezzato.

TEE riconosciuti

Rapporto TEE emessi rispetto al 2015 140%

7000 6000

Migliaia

5000

5517

5808

120%

5029

100% 3833

4000

76% 58%

60%

2000

40%

1000

20% 0%

0 2015

68

115%

80% 2906

3000

110% 100%

2016

2017

2018

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2019

2015

2016

2017

2018

2019

Il meccanismo dei Certificati Bianchi: I soggetti obbligati •

Il minor numero di TEE riconosciuti ha comportato uno squilibrio sul mercato, con gravi conseguenze verso i soggetti obbligati i quali hanno riscontrato sempre più difficoltà nell’adempimento degli obblighi previsti dalla normativa.

9

80% 7,75

65%

6,75

7

MTEE

Copertura 70%

8

6

Obblighi

9,51

60% 5,51

64%

90% 80% 70% 60%

59%

5,34

5,57

50%

5 40% 4 30%

3

20%

2

10%

1 0

0% 2013

•

Copertura obblighi

Obblighi e coperture

10

2014

2015

2016

2017

2018

Comparando gli anni 2013 e 2018, quando il numero di TEE da annullare per i soggetti obbligati erano simili, si osserva come nel 2018 la percentuale di copertura sia significativamente minore (-16%), di poco superiore al minimo previsto dalla normativa (la quale prevede di annullare nell’anno corrente almeno il 60% degli obblighi) www.energystrategy.it

69

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Il meccanismo dei Certificati Bianchi: L’impatto del decreto correttivo • Inoltre, è da sottolineare come il decreto correttivo del 2017, il quale ha introdotto la possibilità di acquistare Titoli di Efficienza Energetica direttamente dal GSE, abbia aiutato i distributori ad adempiere gli obblighi, comportando però un ulteriore riduzione dei TEE connessi a progetti di efficienza energetica.

TEE annullati

6

5,6 4,74

5 4,4

4,67

Acquistati dal GSE

4

MTEE

Interventi effettuati

3,49

3,54

}

3

2

1,7 MTEE

1

0 2013

2014

2015

2016

2017

2018

• Nel 2018, dei 3,54 milioni di TEE annullati, 1,7 non derivano da progetti di efficienza energetica pari al 48% dei titoli annullati ed al 30% degli obblighi imposti. In pratica, i TEE annullati nel 2018 derivanti da progetti di efficienza energetica risultano la metà rispetto al 2017 ed un terzo rispetto al 2016.

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Il meccanismo dei Certificati Bianchi: Controlli e verifiche del GSE •

Una possibile causa della progressiva riduzione del numero di TEE, riguarda l’esito dei procedimenti riconosciuti dal GSE. Infatti, degli oltre 5.000 procedimenti conclusi nel 2019, relativi ai certificati bianchi, il 97% si è concluso con un esito negativo (dato influenzato anche dal peso di una singola maxi revoca). Percentuale significativamente superiore rispetto ai procedimenti riguardanti altri incentivi.

•

Meno critica la situazione per i TEE riconosciuti per impianti CAR, dove soltanto l’1% dei procedimenti conclusi ha avuto esito negativo. In questo caso si riscontra invece una quota rilevante (50%) di esiti parzialmente negativi la quale, secondo il GSE, è riconducibile «alla complessità degli impianti cogenerativi nonché alla numerosità delle misure e dei parametri da prendere in considerazione ai fini della determinazione dell’incentivo». www.energystrategy.it

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1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Il meccanismo dei Certificati Bianchi: La visione degli operatori • Secondo l’opinione degli operatori di mercato uno dei principali motivi che ha innescato la crisi del mercato dei Titoli di Efficienza Energetica risiede nella lentezza delle procedure burocratiche, e di conseguenza, nel riconoscimento dei progetti. Del numero di progetti presentati nel 2019, gli operatori sostengono che solo una piccola quota delle procedure riferite a nuovi progetti è stata convalidata nell’arco dell’anno.

• Lo stesso GSE sostiene come «in riferimento ai progetti di efficienza energetica presentati con metodologia standardizzata (RVC-S) l’attività si è incentrata prevalentemente sull’avanzamento e conclusione degli oltre 5.000 procedimenti residui avviati nel 2018» • Un altro punto evidenziato dagli operatori riguarda la non ammissibilità di alcune tipologie di interventi, come determinati interventi sul processo produttivo per i quali non è previsto l’accesso all’incentivo, anche a causa di un’oggettiva difficoltà nel definire dei valori di baseline. In quest’ottica, i dati raccolti attraverso le diagnosi energetiche potrebbero sicuramente facilitare la possibilità di «standardizzare» questi interventi • Infine, un altro fattore che ha portato ad una diminuzione della liquidità del mercato risulta la non cumulabilità dei TEE con gli incentivi previsti dal Piano Impresa 4.0. Novità introdotta nell’ultimo anno, dal momento che fino all’anno scorso era prevista la cumulabilità, seppur parziale, con il Piano Industria 4.0

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Il meccanismo dei Certificati Bianchi: Le linee guida del PNIEC •

Alla luce delle criticità emerse relative al meccanismo dei Certificati Bianchi, appare, ad oggi, improbabile poter centrare gli obiettivi previsti dal PNIEC.

•

A tal proposito, all’interno del Piano, viene valutata la possibilità di riformare il meccanismo attraverso alcune misure volte a rilanciare il meccanismo

Infine, si sta anche valutando la possibilità di mettere in atto una riforma profonda del meccanismo. Tra i principali punti in fase di analisi vi è il possibile ampliamento della platea dei soggetti obbligati e l’eventuale modifica/integrazione del meccanismo del mercato dei titoli con altri complementari. Sul lato degli interventi ammissibili sarà fondamentale la più efficace promozione degli interventi nei settori civile e trasporti, anche tramite lo sviluppo delle misure comportamentali. Infine, come emerso dalle consultazioni, maggiore supporto sarà dedicato alla fase di formazione e informazione tramite la diffusione, per i vari settori e i vari interventi, di guide, banche dati con baseline predefinite e best practice approvate. Inoltre, sarà dedicata maggiore attenzione al supporto nei confronti degli operatori. Aspetti, questi ultimi, rilevanti al fine del necessario miglioramento della qualità dei progetti presentati, a beneficio anche del carico amministrativo sostenuto dal GSE

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73

1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Il meccanismo dei Certificati Bianchi: Le proposte degli operatori • In maniera simile, gli operatori stessi sono abbastanza scettici riguardo alla possibilità di centrare gli obiettivi del PNIEC senza una revisione profonda del meccanismo.

• Tra le proposte presentate dagli operatori, le principali riguardano: • Ampliamento dei progetti ammissibili nel settore industriale • Ampliamento dei progetti ammissibili in altri comparti, come il settore dei trasporti • Rimodulare gli obblighi annui per i soggetti obbligati, riducendo la necessità di ricorrere all’acquisto di TEE non collegati a progetti di efficienza energetica.

• Rimodulazione del concetto di baseline. A tal proposito, l’interpretazione italiana appare più restrittiva rispetto a quella Europea, in quanto fa riferimento al concetto di tecnologia «installabile. Di contro la direttiva Europea definisce il concetto di baseline come «business as usual»

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Piano Transizione 4.0 •

Il Piano Transizione 4.0 è la nuova politica industriale del Paese, inclusiva, attenta alla sostenibilità, con una maggiore attenzione all'innovazione, agli investimenti «green».

•

Il Piano Transizione 4.0 nasce dall’analisi dei risultati di alcune delle misure cardine del Piano Industria 4.0, super e iper ammortamento e credito d’imposta ricerca e sviluppo. Queste misure infatti avevano come beneficiari prevalenti aziende di medio-grande dimensione che rappresentavano, per entrambe le misure, oltre il 60% del totale della platea dei beneficiari di queste due misure d’incentivazione.

• Il Piano Transizione 4.0 ha dunque l’obiettivo di ampliare la platea di imprese beneficiarie e con questo obiettivo sono state riviste le seguenti misure:

•

•

Super e iper ammortamento,

•

Credito d’imposta ricerca e sviluppo,

•

Credito d’imposta formazione.

Nel seguito verranno presentate le modifiche introdotte alla misura del super e iper ammortamento poiché si tratta della misura a maggior impatto sugli investimenti effettuati dal comparto industriale in soluzioni hardware e software.

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1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Piano Transizione 4.0: super ed iper ammortamento • Sia la misura del super ammortamento sia quella dell’iper ammortamento sono state convertite in credito d’imposta. Si tratta dunque di una detrazione e non più di una deduzione.

• Il super ammortamento prevede le aliquote d’imposta riportate in tabella, inoltre il super ammortamento in beni immateriali è stato inoltre svincolato dall’acquisto di beni materiali connessi all’industria 4.0 (ovvero i beni oggetto di iper ammortamento).

Super ammortamento

Aliquota credito d’imposta

Beni materiali fino a 2 mln €

6%

Beni immateriali fino a 700 mila €

15%

• L’iper ammortamento prevede le seguenti aliquote d’imposta: Iper ammortamento

Aliquota credito d’imposta

Beni materiali connessi all’industria 4.0 fino a 2,5 mln €

40%

Beni materiali connessi all’industria 4.0 oltre 2,5 mln € e fino a 10 mln €

20%

• Suddette misure si applicano ad investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive effettuati tra il 1 gennaio ed il 31 dicembre 2020. Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione in 5 aliquote annuali di uguale importo (tre nel caso di beni immateriali) a decorrere dall’anno successivo a quello di entrata in funzione dei beni.

• Con la conversione di Super ed iper ammortamento in credito d’imposta è venuta meno la cumulabilità di suddetti incentivi con i Certificati Bianchi.

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Box 4: gli obiettivi del Piano Industria 4.0 previsti dal PNIEC •

Il Piano Industria 4.0 è una delle misure principali previste dal PNIEC per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica nel settore industriale.

•

Nello specifico, il PNIEC prevede un risparmio incrementale annuo pari a 0,05 Mtep ed un risparmio cumulato al 2030 pari a 2,8 Mtep, ipotizzando che le misure del Piano Industria 4.0, seppur con modifiche parziali, rimangano attive sino al 2030. La promozione degli interventi necessari per raggiungere tale risparmio cumulato al 2030 comporteranno per lo Stato un impegno di spesa di 0,5 miliardi di euro nel periodo 2021 – 2030.

Risparmi annuali di energia finale attesi da nuovi interventi promossi con il meccanismo del Piano Industria 4.0 (Mtep)

0,5

0,45 0,4 0,35 0,3 0,25 0,2 0,15 0,1 0,05

2021

2022

2023

2024

2025

2026

2027

2028

2029

2030

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1. Lo stato dell’arte degli investimenti nel settore industriale

Messaggi chiave • Complessivamente, gli investimenti in efficienza energetica nel comparto industriale nel 2019 sono stati di 2.610 mln €. Nonostante gli investimenti siano cresciuti rispetto al 2018, si registra un tasso di crescita inferiore al 2% segno inequivocabile di un mercato che è entrato in stagnazione nell’ultimo biennio, con numeri ben lontani rispetto a quelli registrati solamente pochi anni fa (crescita a doppia cifra percentuale) • Frenata che ha colpito soprattutto gli investimenti nelle componenti hardware, con tecnologie come la cogenerazione e i sistemi di combustione efficiente che hanno segnato un pesante -20% rispetto al 2018. Da segnalare invece la crescita, ormai confermata da un paio di anni, degli investimenti in tecnologie di processo, con un volume di investimenti che registra un +16% rispetto al 2018.

• Di contro, crescono in maniera significativa gli investimenti in tecnologie software, seppur rappresentino meno del 10% degli investimenti totali, per il monitoraggio delle prestazioni energetiche, anche in questo caso a conferma di una sempre maggior digitalizzazione del comparto manifatturiero italiano.

Crescita che tuttavia è stata trainata dalla decorrenza della legge 102/2014 sull’obbligo di diagnosi energetica per i soggetti energivori.

• Stagnazione del mercato che ha origini da molteplici cause di cui la principale va ricercata nella crisi del meccanismo dei certificati bianchi. Nonostante infatti l’attuazione del decreto correttivo (2017), il numero di TEE riconosciuti è drasticamente diminuito anche nel 2019, alimentando lo scetticismo degli operatori industriali e la sfiducia da parte dei soggetti obbligati e delle ESCo.

78

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Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali Partner

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79

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

Obiettivi del capitolo • Il presente Capitolo si pone i seguenti obiettivi: • Nella prima sezione si presenta il campione d’analisi dell’annuale survey diretta agli Energy Manager, in primis in termini di settore delle aziende rispondenti, • Nella seconda sezione si analizzano i risultati dell’annuale survey diretta agli Energy Manager riguardanti gli investimenti in soluzioni hardware associate all’energy management, • Nella terza sezione si analizzano i risultati dell’annuale survey diretta agli Energy Manager riguardanti gli investimenti in soluzioni software associate all’energy management, • Infine, nella quarta sezione si analizzano i risultati dell’annuale survey diretta agli Energy Manager riguardanti gli impatti del COVID 19 sugli investimenti attesi in efficienza energetica.

80

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Obiettivi e metodologia • Il presente capitolo si pone diversi obiettivi.

• In primis, raccogliere dati riguardo agli investimenti in soluzioni hardware e software relative all’«energy management» nel settore industriale effettuati nel corso del 2019, • In secondo luogo, sarà valutato l’utilizzo delle soluzioni digital per il monitoraggio/ottimizzazione dei dati energetici, • Verranno poi identificate le barriere agli investimenti in «energy management» riscontrate nel comparto industriale, • Infine, sarà valutata la propensione all’investimento attesa nei prossimi anni del comparto industriale in soluzioni di efficientamento energetico.

• Tra gennaio e maggio 2020, un questionario è stato diffuso tra oltre 300 Energy Manager dichiarati dalla Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia (FIRE) ottenendo circa 145 risposte.

• Il questionario è stato indirizzato ad otto settori industriali: metallurgico, chimico, automotive, alimentare, della carta, della gomma e della plastica, tessile, del vetro e ceramica.

• Le risposte ottenute costituiscono il campione di indagine utilizzato per la survey di cui si dà riscontro in questo capitolo.

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2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

La composizione del campione: Settori manifatturieri oggetto di analisi • Di seguito è riportato il campione di analisi analizzato. In particolare sono presenti 8 settori industriali.

Il maggiormente rappresentato è il settore metallurgico, che ricopre il 20% del campione, seguito dal settore chimico e petrolchimico e dal settore della carta e della stampa, che ricoprono rispettivamente il 19% ed il 13% del campione.

25%

20%

15%

10%

20%

19% 13%

5%

11%

12% 9%

8% 4%

4%

0% Industria alimentare e bevande

82

Industria chimica e petrolchimica

Industria della carta e della stampa

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Industria gomma e plastica

Industria metallurgica

Industria tessile

Industria automotive

Industria vetro e ceramica

Altro

Box 1: I consumi dei settori manifatturieri • Osservando la ripartizione tra consumi termici ed elettrici dei principali settori manifatturieri italiani, si evidenzia come la maggior parte dei consumi sia di natura termica, ad eccezione del comparto gomma e plastica.

• Inoltre, se in alcuni settori, come il metallurgico e l’alimentare il differenziale è contenuto, in altri, il consumo termico risulta 2 o 3 volte superiore al consumo di energia elettrica ATECO 2007

N° AZIENDE ITALIANE

CONSUMI ELETTRICI (GWh/anno)

CONSUMI TERMICI *(GWh/anno)

CONSUMI TOTALI (GWh/anno)

C24

3.417

21.436

21.736

43.172

Chimico e petrolchimico

C19 – C20

4.768

14.463

27.908

42.371

Alimentare e bevande

C10 – C11

56.750

12.532

19.787

32.319

Cartario

C17

3.763

8.480

23.334

31.814

Gomma e plastica

C22

9.859

7.696

6.656

14.352

Tessile

C23

13.808

4.107

8.142

12.249

Automotive

C29

2.267

3.566

6.667

10.233

C23.1 – C23.4

5.111

4.532

24.198

28.730

Settore Metallurgico

Vetro e ceramica (*)*Dati al 2018

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83

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

La composizione del campione: PMI e Grandi Imprese, Energivore e non Energivore • Il campione di analisi risulta essere costituito per il 55% da Grandi Imprese e per il 68% da imprese energivore.

Ripartizione imprese energivore e non energivore

Ripartizione PMI e Grandi Imprese

32% 45%

55% 68%

Grandi Imprese

84

PMI

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

Energivore

Non energivore

La composizione del campione: I soggetti obbligati • Le due viste precedenti possono essere analizzate dal punto di vista di soggetti che presentano l’obbligo di diagnosi energetica previsto dal Decreto Legislativo n°102 del 2014, che risultano essere l’85% del campione, e soggetti non obbligati, il restante 15%.

• L’unione delle due prospettive mostra infatti come tutte le Grandi Imprese siano soggette all’obbligo, siano esse energivore o meno, mentre delle PMI solo quelle energivore rientrano nell’obbligo.

Le PMI non energivore (15%) sono dunque le uniche ad essere escluse dall’obbligo di diagnosi energetica.

Obbligo diagnosi

40% 35%

15%

30% 25% 20% 85%

37%

31%

15% 10%

17%

15%

5%

Soggetti obbligati Soggetti non obbligati

0% Grandi Imprese Energivore

Grandi Imprese Non Energivore

PMI Energivore

PMI Non Energivore

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85

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

I risultati dell’indagine: Approccio alla gestione dell’energia • Nel grafico sottostante si mostra l’approccio all’energia delle aziende appartenetti al campione. Ben il 63% delle aziende rispondenti dispone di software di monitoraggio e gestione dei consumi.

• Interessante notare come più del 50% delle aziende dichiara di avere una figura altamente specializzata nella gestione dell’energia (EGE)

60% 50% 40% 30%

63% 52%

20%

37%

35%

10%

16%

0% Software di monitoraggio e gestione consumi

86

Presenza Energy Manager (EGE Certificato)

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

Sistema di gestione dell'energia (SGE) certificato ISO 50001

Linee guida interne per la gestione dei consumi

Altro

I risultati dell’indagine: Approccio alla gestione dell’energia PMI e Grandi Imprese • Nel grafico sottostante si mostra l’approccio all’energia delle aziende appartenenti al campione, distinguendo tra PMI e grandi aziende. Si nota come tra le grandi aziende sia maggiormente diffuso il software di monitoraggio e gestione dei consumi, presente nel 68% delle grandi aziende. Anche tra le PMI, il software di monitoraggio e gestione dei consumi è la soluzione per la gestione dell’energia adottata dalla maggior parte delle PMI rispondenti la survey, seppur in misura minore, infatti tale software è presente in 5 PMI su 10.

80% 70%

68% 63%

60% 50%

50% 41%

40%

32%

30%

34% 35%

Grandi imprese

29%

PMI

22%

20%

15%

10% 0% Software di monitoraggio e gestione consumi

Presenza Energy Manager (EGE Certificato)

Sistema di gestione Linee guida interne dell'energia (SGE) per la gestione dei certificato ISO 50001 consumi

Altro

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87

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

I risultati dell’indagine: gli investimenti in soluzioni hardware PMI e Grandi Imprese • Il 69% del campione analizzato dichiara di aver implementato investimenti in soluzioni hardware nel corso dell’ultimo anno (2019). Tale percentuale aumenta se si guarda alle grandi aziende (80%, -8% rispetto al 2018), mentre diminuisce se si guarda alle PMI (56%, -27% rispetto al 2018).

Grandi aziende 2018 Investimenti soluzioni hardware

2019

12%

20% 88%

80%

31%

69%

2018

PMI

2019

17% 83%

Ha effettuato investimenti Non ha effettuato investimenti

88

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

44%

56%

I risultati dell’indagine: gli investimenti in soluzioni hardware Soggetti obbligati • Assumendo la prospettiva dei soggetti non obbligati ad eseguire la diagnosi energetica, emerge come questi siano meno propensi ad effettuare investimenti in soluzioni hardware. La loro percentuale si attesta infatti al 40% rispetto al 74% relativo ai soggetti obbligati. Dato che dimostra il primo impatto positivo della ricorrenza dell’obbligo di diagnosi, anche se il pieno impatto positivo dell’obbligo di diagnosi avrebbe dovuto essere evidente, al netto delle conseguenze della crisi sanitaria del 2020, solo nel 2020, ovvero l’anno successivo all’implementazione della diagnosi.

Obbligo di diagnosi energetica 2018 Investimenti soluzioni hardware

2019

9%

26% 91%

15%

74%

Non soggetti all’obbligo 85%

2018

2019

40% 60%

60%

40%

Ha effettuato investimenti Non ha effettuato investimenti

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89

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

I risultati dell’indagine: gli investimenti in soluzioni hardware Servizi ausiliari, generali e processo produttivo • Dall’analisi del questionario emerge come oltre 6 aziende su 10 abbiano effettuato interventi sul processo produttivo. Rilevante anche la percentuale di aziende che hanno effettuato interventi di relamping.

• Nell’intorno del 20% le aziende che hanno effettuato interventi in cogenerazione e sistemi di combustione efficiente, a testimonianza del trend negativo relativo agli investimenti in queste tecnologie.

70% 62% 60%

56%

50% 42% 40%

37% 33%

30%

27% 21%

21%

20%

19%

10%

8%

0% Interventi sul processo produttivo

Illuminazione

Motori elettrici Aria compressa

Servizi ausiliari

90

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

Inverter

HVAC

Processo produttivo

Refrigerazione

Servizi generali

Cogenerazione

Sistemi di combustione efficiente

Altro

I risultati dell’indagine: gli investimenti in soluzioni hardware Risparmi energetici annui • Ben il 44% delle aziende che hanno effettuato investimenti in soluzioni hardware nel 2019 ha beneficiato di un risparmio energetico annuo molto ridotto, compreso tra lo 0% e 5%. Solamente il 6% delle aziende che hanno effettuato investimenti in soluzioni hardware nel 2019 ha beneficiato di un risparmio energetico annuo elevato, pari a 25% - 30%.

Risparmi energetici annui 50%

44%

Risparmi medi annui

40% 30%

25%

20%

15%

10%

6%

6%

4%

0% 0% - 5%

5% - 10%

10% - 15%

15% - 20%

20% - 25%

25% - 30%

Risparmi conseguiti

• Il risparmio energetico annuo medio ottenuto da delle aziende che hanno effettuato investimenti in soluzioni hardware nel 2019 è pari a 11%.

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91

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

Box 2: L’accesso agli incentivi • Il 44% delle aziende che hanno effettuato investimenti in soluzioni hardware nel 2019 hanno avuto accesso ai Certificati Bianchi. Seguiti da iper e superammortamento rispettivamente con 24% e 15%.

• Elevata percentuale per le aziende che non hanno avuto accesso ad alcun incentivo: si tratta del 37% delle aziende che hanno effettuato investimenti in soluzioni hardware nel 2019.

Certificati bianchi

44%

Iperammortamento

24%

Superammortamento

15%

Altro

7%

Non ho avuto accesso ad incentivi

37% 0%

92

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

10%

20%

30%

40%

50%

I risultati dell’indagine: gli investimenti in soluzioni hardware Le barriere agli investimenti • Le barriere più rilevanti, in continuità con lo scenario relativo al 2018, sono quelle relative agli eccessivi tempi di ritorno ed all’incertezza del quadro normativo. Mentre la barriera con bassa criticità risulta quella relativa alla scarsa consapevolezza del top management ed alla difficoltà di accesso al capitale di terzi.

Barriere agli investimenti in soluzioni hardware 2019 e 2018 Incertezza sulle prestazioni tecnologiche delle soluzioni installate

2,4 2,3

Incertezza del quadro normativo (obblighi, schemi di incentivazione, etc...)

3,3 3,1 2,5 2,5

Interazione critica con il processo produttivo 2,2 2,2

Scarsa consapevolezza del top management Difficoltà di accesso al capitale di terzi

2,2 2,3

Difficoltà di accesso al capitale proprio

2,3

2018 2019

2,6 3,5 3,5

Tempi di ritorno eccessivi 0

1

2

3

4

5

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93

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

I risultati dell’indagine: gli investimenti in soluzioni hardware Le barriere agli investimenti - PMI e grandi aziende • Analizzando la differenza tra Grandi aziende e PMI si denota come per le Grandi aziende l’incertezza del quadro normativo risulta essere molto più limitante e si evidenzia come nelle PMI la difficoltà di accesso al capitale proprio sia una barriera molto più rilevante rispetto a quanto rilevato nella grandi aziende. Sia per le PMI sia per le Grandi aziende i tempi di ritorno eccessivi sono la barriera più rilevante.

Barrire agli investimenti in soluzioni hardware 2019 Incertezza sulle prestazioni tecnologiche delle soluzioni installate

2,1

2,4

Incertezza del quadro normativo (obblighi, schemi di incentivazione, etc...)

2,8 2,6 2,3

Interazione critica con il processo produttivo

2,1 2,3

Scarsa consapevolezza del top management Difficoltà di accesso al capitale di terzi

2,2 2,5

Difficoltà di accesso al capitale proprio

2,4

Grandi Aziende PMI

2,8 3,6 3,4

Tempi di ritorno eccessivi 0

94

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

3,3

1

2

3

4

5

I risultati dell’indagine: le soluzioni software - Monitoraggio di dati energetici • Nella piramide sottostante si rappresentano le soluzioni software applicate nel comparto industriale.

ISA-95 è uno standard internazionale utilizzato per lo sviluppo di una interfaccia automatizzata tra sistemi aziendali e sistemi di controllo e rappresenta tutte le tecnologie della piramide sottostante tranne il cloud computing.

• Delle soluzioni software rappresentate in piramide, si mostrerà la diffusione delle soluzioni software utilizzate per monitorare dati energetici e quante delle soluzioni software installate sono effettivamente utilizzate dalle aziende rispondenti la survey 2020 ai fini del monitoraggio di dati energetici.

IT Cloud Computing

OT

Cloud Computing: l’infrastruttura può essere di proprietà di un’unica azienda (“private cloud”) oppure può essere di proprietà di un’azienda che offre servizi cloud (“public cloud”). Una applicazione del cloud computing è il Cloud Manufacturing. I servizi di Cloud Computing possono essere inoltre offerti alle aziende secondo tre modalità: SaaS, PaaS, IaaS

ERP

Enterprise Resource Planning è il software di gestione che integra e coordina tutte le attività dell’azienda in ottica di efficienza e redditività

MES/MOM

Manufacturing Execution System (MES): IT system che gestisce la funzione produttiva. Manufacturing Operations Management (MOM): evoluzione del MES

SCADA

SCADA è un sistema informatico distribuito per il monitoraggio e la supervisione di sistemi fisici

PLC, sensori, RFID reader, attuatori, HMI

Il PLC è un computer che elabora i segnali digitali e analogici provenienti da sensori e diretti agli attuatori

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95

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

I risultati dell’indagine: le soluzioni software - Diffusione delle soluzioni software utilizzate per monitorare dati energetici • Nel seguente grafico si mostra la diffusione in termini percentuali delle soluzioni software utilizzate per il monitoraggio di dati energetici. È evidente come sensori, attuatori, PLC e SCADA siano le soluzioni software maggiormente utilizzate per il monitoraggio di dati energetici.

Cloud

Cloud Computing ERP

ERP MOM

MES/MOM

SCADA

23%

MES

13% 1% 12%

SCADA

43%

HMI RFID PLC, sensori, RFID reader, attuatori, HMI

Sensori

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

9%

PLC Attuatori

96

21%

75% 44% 81%

I risultati dell’indagine: le soluzioni software - Utilizzo delle soluzioni software per il monitoraggio di dati energetici • Delle soluzioni software rappresentate in piramide, si mostra quante di queste sono effettivamente utilizzate dalle aziende rispondenti la survey 2020 ai fini del monitoraggio di dati energetici.

• È evidente come sensoristica di base e SCADA siano in maggioranza utilizzati per il monitoraggio di dati energetici, rispettivamente il 71% e l’80% sono utilizzati ai fini del monitoraggio energetico. Ampio spazio di miglioramento vi è invece ai livelli superiori della piramide, infatti ad esempio solamente il 28% degli ERP è utilizzato per monitorare dati energetici.

IT

74 %

28 %

Cloud

ERP MES/MOM

26 %

72 %

55 % n%

45 %

80 %

SCADA

n%

20 %

% di software utilizzati per il monitoraggio di dati energetici % di software non utilizzati per il monitoraggio di dati energetici

PLC, sensori, RFID reader, attuatori, HMI 71 %

29 %

OT

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97

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

I risultati dell’indagine: le soluzioni software Software dedicati all’energia • Oltre alle soluzioni software rappresentate in piramide, si riporta la possibilità di installare anche un software dedicato al monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici. Nel seguito si mostrerà la diffusione di questa tipologia di software tra le aziende rispondenti la survey 2020.

IT Cloud Computing

MES/MOM

SCADA

OT

98

PLC, sensori, RFID reader, attuatori, HMI

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

Software dedicato all’energia

ERP

Software dedicati all’energia Software dedicati all’energia: si tratta di un software ad hoc dedicato al monitoraggio ed all’ottimizzazione dei dati energetici, basati su tecnologie di big data analytics e artificial intelligence

I risultati dell’indagine: le soluzioni software Software dedicati all’energia • Oltre alle soluzioni software rappresentate in piramide, si riporta la possibilità di installare anche un software dedicato al monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici.

• Da sottolineare come la diffusione di questa tipologia di software tra le aziende rispondenti, sia pari al 63% del campione.

IT Cloud Computing

Software dedicato all’energia

37 %

ERP MES/MOM

SCADA

OT

PLC, sensori, RFID reader, attuatori, HMI

n%

% adozione di software dedicati all’energia

n%

% assenza di software dedicati all’energia

63 %

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99

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

I risultati dell’indagine: le soluzioni software Risparmi energetici annui • Ben il 49% delle aziende che utilizza le soluzioni software per il monitoraggio dei dati energetici ha beneficiato di un risparmio energetico annuo molto ridotto, compreso tra lo 0% e 5%. 21% le aziende che riportano l’assenza risparmi energetici annui. Solamente l’1% delle aziende ha beneficiato di un risparmio energetico annuo piuttosto elevato, pari a 15% - 20%.

Risparmi energetici annui 60% 50%

49%

Risparmi medi annui

40% 30%

21%

18%

20% 10%

5%

0% 0% - 5%

5% - 10%

10% - 15%

5% 1%

0%

0%

15% - 20%

20% - 25%

25% - 30%

Non so

Nessun risparmio

Risparmi conseguiti

• Il risparmio energetico annuo medio ottenuto da delle aziende che utilizzano le soluzioni software per il monitoraggio dei dati energetici è pari a 5%.

100

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

I risultati dell’indagine: le soluzioni software Risparmi energetici annui • I risparmi energetici annui addizionali indotti dalla soluzione software fanno riferimento a buone pratiche di gestione dei consumi. Il risparmio energetico annuo addizionale connesso all’implementazione di soluzioni software arriva al 10 – 15% nel 5% del campione. Quasi 5 aziende su 10 però riportano un risparmio addizionale dato dalle soluzioni software molto ridotto, tra 0% e 5%. È tuttavia necessario evidenziare che le soluzioni software, seppur caratterizzate da ridotti risparmi addizionali, sono necessarie per abilitare gli investimenti in soluzioni hardware maggiormente efficienti.

Risparmi energetici annui 60% 50%

49%

Risparmi medi annui

40% 30%

21%

18%

20% 10%

5%

5% 1%

0%

0%

15% - 20%

20% - 25%

25% - 30%

0% 0% - 5%

5% - 10%

10% - 15%

Non so

Nessun risparmio

Risparmi conseguiti

• Il risparmio energetico annuo medio ottenuto da delle aziende che utilizzano le soluzioni software per il monitoraggio dei dati energetici è pari a 5%. www.energystrategy.it

101

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

I risultati dell’indagine: gli investimenti in soluzioni software PMI e Grandi Imprese • Il 44% del campione analizzato dichiara di aver implementato investimenti in soluzioni software nel corso dell’ultimo anno (2019). Tale percentuale non subisce forti variazioni se si considera la vista per PMI e grandi aziende, infatti rispettivamente il 46% ed il 41% di esse ha effettuato investimenti in soluzioni software nel corso del 2019.

Grandi aziende Investimenti efficienza energetica

46% 64%

56%

44%

PMI

59%

Ha effettuato investimenti Non ha effettuato investimenti

102

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

41%

I risultati dell’indagine: gli investimenti in soluzioni software Soggetti obbligati • Assumendo la prospettiva dei soggetti obbligati ad eseguire la diagnosi energetica, emerge come questi siano più propensi ad effettuare investimenti in efficienza energetica. La loro percentuale si attesta infatti al 67% rispetto al 50% relativo ai soggetti non obbligati.

Obbligo di diagnosi energetica Investimenti efficienza energetica

43% 67%

56%

44%

Non soggetti all’obbligo

50%

50%

Ha effettuato investimenti Non ha effettuato investimenti

www.energystrategy.it

103

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

I risultati dell’indagine: gli investimenti in soluzioni software I driver agli investimenti in soluzioni software • Il 69% delle aziende rispondenti evidenzia come il driver preponderante negli investimenti in soluzioni software sia la possibilità di ridurre i consumi energetici.

• Meno rilevanti invece la presenza di un quadro normativo favorevole (29%), la necessità di non perdere competitività rispetto ai competitor (23%) e la ricorrenza di diagnosi (21%).

Possibilità di ridurre i consumi energetici

69%

Quadro normativo favorevole

29%

Non perdere competitività rispetto ai competitor

23%

Ricorrenza obbligo di diagnosi (d. lgs. 102/2014)

20%

Altro

14% 0%

104

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

I risultati dell’indagine: gli investimenti in soluzioni software Vista per tecnologia • Nel grafico sottostante è presentato uno spaccato degli investimenti per soluzione software associata all’energy management effettuati nel 2019, dalle aziende rispondenti alla survey 2020.

• Ben il 70% delle aziende rispondenti la survey 2020 hanno effettuato investimenti in software dedicati all’energia, oltre il 60% delle aziende ha effettuato investimenti in sensoristica di base associata all’energy management.

70%

70% 61%

60% 50% 40%

27%

30% 20%

21% 12%

10% 0%

Software dedicato all'energia*

Sensoristica di base**

SCADA

Cloud Computing

MES/MOM***

9%

ERP

6% Altro

(*) In «software dedicato all’energia» rientrano anche gli investimenti effettuati in SGE (Sistema di Gestione dell’Energia) (**) In «sensoristica di base» rientrano le soluzioni software presenti alla base della piramide presentata nelle slide precedenti, ovvero: sensori, attuatori, PLC, RFID reader e HMI. (***) MES e MOM si considerano in modo indistinto poiché il MOM è un’evoluzione del sistema IT che gestisce la funzione produttiva, ovvero il MES. www.energystrategy.it

105

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

I risultati dell’indagine: gli investimenti in soluzioni software I fornitori e gestori della soluzione software • Dall’analisi emerge come le aziende si rivolgano, per l’acquisto di tecnologie software, principalmente ai fornitori di software specializzati ed i fornitori di hardware specializzati, rispettivamente al 66% ed al 47%.

• Di contro, la soluzione software è gestita internamente nella maggior parte dei casi (83%). Solo nel 17% dei casi la soluzione software è gestita dal fornitore.

Fornitore della soluzione software 70%

Gestore della soluzione software

66%

60% 50%

17% 47%

40%

83% 28%

30%

19%

20% 9%

10%

L’azienda stessa

9%

Il fornitore

0% Fornitore di Fornitore di software hardware specializzato specializzato

106

Studi di ingegneria

Facility Management

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Utility

ESCo

Box 3: L’accesso ad incentivi • Il 23% delle aziende che hanno effettuato investimenti in soluzioni software nel 2019 hanno avuto accesso all’iper ammortamento. Seguito da super ammortamento e Certificati Bianchi entrambi con 14%.

• Elevata percentuale per le aziende che non hanno avuto accesso ad alcun incentivo: si tratta del 60% delle aziende che hanno effettuato investimenti in soluzioni hardware nel 2019.

Iperammortamento

23%

Superammortamento

14%

Certificati bianchi

14%

Non ho avuto accesso ad incentivi

60%

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

www.energystrategy.it

107

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

I risultati dell’indagine: gli investimenti in soluzioni software Le barriere agli investimenti • Cinque delle sette barriere agli investimenti in soluzioni software associate all’energy management risultano essere caratterizzate da una criticità non elevata, con valori oscillanti tra 2,2 e 2,5. Criticità che si rivela più elevata per le barriere relative agli eccessivi tempi di ritorno e all’incertezza del quadro normativo.

Barriere agli investimenti in soluzioni software 2019 Incertezza sulle prestazioni tecnologiche delle soluzioni installate

2,5

Incertezza del quadro normativo (obblighi, schemi di incentivazione, etc...)

2,7

Interazione critica con il processo produttivo

2,5

Scarsa consapevolezza del top management

2,3

Difficoltà di accesso al capitale di terzi

2,2

Difficoltà di accesso al capitale proprio

2,5

Tempi di ritorno eccessivi

3,2 0

108

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

1

2

3

4

5

I risultati dell’indagine: gli investimenti in soluzioni software Le barriere agli investimenti - PMI e Grandi Imprese • In linea con quanto riscontrato per le soluzioni hardware, sia per le PMI sia per le Grandi aziende i tempi di ritorno eccessivi sono la barriera più rilevante. Si denota come per le Grandi aziende, l’incertezza del quadro normativo risulta essere più limitante e si evidenzia come nelle PMI l’incertezza sulle prestazioni tecnologiche delle soluzioni installate sia una barriera più rilevante rispetto a quanto rilevato nella grandi aziende.

Barriere agli investimenti in soluzioni software 2019

Incertezza sulle prestazioni tecnologiche delle soluzioni installate

2,4 2,6

Incertezza del quadro normativo (obblighi, schemi di incentivazione, etc...)

2,8 2,6 2,5 2,4

Interazione critica con il processo produttivo Scarsa consapevolezza del top management

2,3 2,2

Difficoltà di accesso al capitale di terzi

2,1 2,4 2,6 2,4

Difficoltà di accesso al capitale proprio

3,3 3,1

Tempi di ritorno eccessivi 0

1

Grandi Aziende

2

3

4

5

PMI www.energystrategy.it

109

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

I risultati dell’indagine: i messaggi chiave • L’analisi del questionario rivolto alle aziende ha confermato il trend negativo degli investimenti in efficienza energetica rispetto al 2018. Minor propensione agli investimenti, soprattutto per le aziende non soggette a obbligo di diagnosi (40% del campione rispetto al 60% del 2018) e per le PMI (56% del campione rispetto all’83% del 2018), categorie che spesso coincidono.

• Dei soggetti che hanno investito in soluzioni hardware, da sottolineare il trend di crescita degli interventi sul processo produttivo, comparto dove oltre 6 aziende su 10 hanno effettuato investimenti.

Elevata anche la percentuale di aziende, 56%, che hanno effettuato investimenti in illuminazione. Da sottolineare invece la bassa percentuale di aziende (21%), in linea con il dato registrato l’anno scorso, che hanno effettuato investimenti in cogenerazione.

• Considerando le barriere agli investimenti in soluzioni hardware, si denota come la barriere più rilevante, in continuità con lo scenario relativo al 2018, sia quella relativa agli eccessivi tempi di ritorno, sia per le Grandi aziende sia per le PMI. Analizzando la differenza tra Grandi aziende e PMI si denota come per le Grandi aziende l’incertezza del quadro normativo risulta essere molto più limitante e si evidenzia come nelle PMI la difficoltà di accesso al capitale proprio sia una barriera molto più rilevante rispetto a quanto rilevato nella grandi aziende.

• Il risparmio energetico annuo derivante dagli investimenti in soluzioni hardware è molto ridotto, compreso tra 0% e 5%, per ben il 44% delle aziende che hanno effettuato investimenti in soluzioni hardware nel 2019. Solamente il 6% delle aziende che hanno effettuato investimenti in soluzioni hardware nel 2019 ha beneficiato di un risparmio energetico annuo elevato, pari a 25% - 30%.

110

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I risultati dell’indagine: i messaggi chiave • Relativamente alle soluzioni software, contrariamente a quanto rilevato per le soluzioni hardware, si denota un’elevata percentuale di aziende che hanno sostenuto investimenti soprattutto tra le grandi aziende (64%) e aziende soggette all’obbligo di diagnosi (67%). Numeri che molto probabilmente hanno risentito della decorrenza all’obbligo di diagnosi energetica definita dalla legge 102/2014.

• Dei soggetti che hanno investito in soluzioni software, si evidenzia come ben 7 aziende su 10 abbiano investito in un software dedicato all’energia e oltre 6 aziende su 10 abbiano investito in sensoristica di base. Meno rilevanti gli investimenti effettuati ad esempio in SCADA e Cloud Computing, bassa percentuale di aziende che vi ha investito, rispettivamente pari a 27% e 21%.

• Considerando le barriere agli investimenti in soluzioni software, in linea con quanto riscontrato per le soluzioni hardware, sia per le PMI sia per le Grandi aziende i tempi di ritorno eccessivi sono la barriera più rilevante. Si denota come per le Grandi aziende, l’incertezza del quadro normativo risulta essere più limitante e si evidenzia come nelle PMI l’incertezza sulle prestazioni tecnologiche delle soluzioni installate sia una barriera più rilevante rispetto a quanto rilevato nella grandi aziende.

• Esaminando l’utilizzo delle soluzioni software per il monitoraggio di dati energetici, si rileva che oltre l’80% di sensoristica di base e SCADA, installati nelle aziende rispondenti la survey, siano utilizzati per il monitoraggio di dati energetici. Ampio spazio di miglioramento vi è invece ai livelli superiori della piramide, infatti ad esempio solamente il 28% degli ERP installati nelle aziende rispondenti la survey è utilizzato per monitorare dati energetici. Considerando i software dedicati all’energia, ovvero software ad hoc dedicati al monitoraggio ed all’ottimizzazione dei dati energetici, si può notare come essi siano presenti in oltre 6 aziende su 10. www.energystrategy.it

111

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

I risultati dell’indagine: i messaggi chiave • Quasi 5 aziende su 10 che utilizzano le soluzioni software per il monitoraggio dei dati energetici ha beneficiato di un risparmio energetico annuo molto ridotto, compreso tra lo 0% e 5%. 21% le aziende che riportano l’assenza risparmi energetici annui. Solamente l’1% delle aziende ha beneficiato di un risparmio energetico annuo piuttosto elevato, pari a 15% - 20%.

• I risparmi energetici annui addizionali indotti dall’utilizzo della soluzione software per il monitoraggio di dati energetici, fanno riferimento a buone pratiche di gestione dei consumi. È tuttavia necessario evidenziare che le soluzioni software, seppur caratterizzate da ridotti risparmi addizionali, sono necessarie per abilitare gli investimenti in soluzioni hardware maggiormente efficienti.

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Indice capitolo

Lâ&#x20AC;&#x2122;impatto del COVID 19 sugli investimenti in efficienza energetica

www.energystrategy.it

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2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

Obiettivo e metodologia della sezione • La presente sezione ha l’obiettivo di analizzare i risultati dell’annuale survey diretta agli Energy Manager riguardanti gli impatti del COVID 19 sugli investimenti attesi in efficienza energetica.

•

a tal fine è stato suddiviso il campione d’analisi dell’annuale survey diretta agli Energy Manager in: • Aziende che hanno investito, nel corso del 2019, sia in soluzioni hardware sia in soluzioni software, • Aziende che hanno investito, nel corso del 2019, solamente in soluzioni hardware, • Aziende che hanno investito, nel corso del 2019, solamente in soluzioni software, • Aziende che non hanno effettuato investimenti in efficienza energetica nel corso del 2019.

• Per ogni cluster sono state analizzate due variabili: • L’impatto del COVID 19 sugli investimenti in efficienza energetica del prossimo anno, • L’anno in cui si prevede di riportare gli investimenti in efficienza energetica almeno a livelli tendenziali,

114

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Metodologia • Nel grafico sottostante si mostra la ripartizione del campione rispondente la survey 2020 a seconda della tipologia di investimento effettuata nel 2019: • Il 35% del campione ha investito sia in soluzioni hardware sia in soluzioni software nel 2019, • Il 35% del campione ha investito solamente in soluzioni hardware nel 2019, • Il 9% del campione ha investito solamente in soluzioni software nel 2019, • Il 21% del campione non ha effettuato investimenti nel 2019.

Investimenti del settore industriale

21% 35% 9% 35%

Investimenti in soluzione HW e SW

Investimenti in soluzioni SW

Investimenti in soluzioni HW

Nessun investimento effettuato www.energystrategy.it

115

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

L’impatto del COVID 19: La visione di chi ha effettuato investimenti in HW e SW nel 2019 • Il 31% delle aziende rispondenti la survey 2020 che ha effettuato investimenti sia in soluzioni hardware sia in soluzioni software nel 2019 riporta che gli investimenti in soluzioni hardware e software caleranno del 20% nel 2020.

• Il 65% delle aziende vede nel 2021 l’anno in cui gli investimenti in soluzioni hardware e software torneranno a livelli tendenziali (pre-COVID). Solamente l’8% delle aziende ritiene che gli investimenti in soluzioni hardware e software torneranno a livelli tendenziali (pre-COVID) dopo il 2023.

Anno in cui gli investimenti in soluzioni hardware torneranno almeno a livelli tendenziali

Calo degli investimenti in soluzioni hardware nel 2020 11%

4%

8%

4%

4%

23%

8%

8%

23% 65%

11% 31%

Non caleranno 40%

116

10% 50%

20% Oltre il 50%

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

30% Non ancora definito

2021

2022

2023

Dopo il 2023

L’impatto del COVID 19: La visione di chi ha effettuato investimenti in HW nel 2019 • Il 34% delle aziende rispondenti la survey 2020 che ha effettuato investimenti in soluzioni hardware nel 2019 riporta che gli investimenti in soluzioni hardware non caleranno nel 2020 oppure caleranno solamente del 10%. Visione opposta invece quella del 23% delle aziende che riportano investimenti in soluzioni hardware in calo di oltre il 50% nel 2020.

• L’88% delle aziende identifica nel biennio 2021-2022 il periodo in cui gli investimenti in soluzioni hardware torneranno a livelli tendenziali (pre-COVID).

Anno in cui gli investimenti in soluzioni hardware torneranno almeno a livelli tendenziali

Calo degli investimenti in soluzioni hardware nel 2020

19%

8%

15%

4%

19%

54%

34%

23% 4% 8%

Non caleranno 40%

10% 50%

4%

8%

20% Oltre il 50%

30%

2021

2022

2023

Dopo il 2023

Non ancora definito www.energystrategy.it

117

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

L’impatto del COVID 19: La visione di chi ha effettuato investimenti in SW nel 2019 • Il 29% delle aziende rispondenti la survey 2020 che ha effettuato investimenti in soluzioni software nel 2019 riporta che gli investimenti in soluzioni software non caleranno nel 2020. Visione opposta invece quella del 14% delle aziende che riportano investimenti in soluzioni software in calo di oltre il 50% nel 2020.

• Il 57% delle aziende vede nel 2021 l’anno in cui gli investimenti in soluzioni software torneranno a livelli tendenziali (pre-COVID).

Anno in cui gli investimenti in soluzioni hardware torneranno almeno a livelli tendenziali

Calo degli investimenti in soluzioni hardware nel 2020

0%

29%

29%

43% 57% 14%

14% 14%

0%

0%

Non caleranno 40%

118

10% 50%

20% Oltre il 50%

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30% Non ancora definito

2021

2022

2023

Dopo il 2023

L’impatto del COVID 19: La visione di chi non ha effettuato investimenti nel 2019 • Il 28% delle aziende rispondenti la survey 2020 che non ha effettuato investimenti nel 2019 riporta che gli investimenti in soluzioni hardware e software caleranno di oltre il 50% nel 2020.

• Il 57% delle aziende vede nel 2021 l’anno in cui gli investimenti in soluzioni hardware e software torneranno a livelli tendenziali (pre-COVID).

Anno in cui gli investimenti in soluzioni hardware torneranno almeno a livelli tendenziali

Calo degli investimenti in soluzioni hardware nel 2020 0% 13%

6%

20%

13%

28%

6%

31%

57%

13%

13%

0%

Non caleranno 40%

10% 50%

20% Oltre il 50%

30%

2021

2022

2023

Dopo il 2023

Non ancora definito www.energystrategy.it

119

2.Il quadro della domanda: la visione degli operatori industriali

L’impatto del COVID 19: Visione d’assieme • Il 32% delle aziende rispondenti la survey 2020 riporta che gli investimenti in efficienza energetica nel 2020 non caleranno o subiranno un calo contenuto pari a 10%. Visione opposta invece, quella del 19% del campione che prevede un calo degli investimenti in efficienza energetica nel 2020 pari ad oltre 50%.

• Se si guarda all’anno previsto di ritorno degli investimenti in efficienza energetica almeno a livelli tendenziali si nota come il 2021 sia l’anno indicato da quasi il 60% del campione. Solamente il 10% del campione vede nel 2023, ed anni successivi, l’anno di ripresa.

Anno in cui gli investimenti in soluzioni hardware torneranno almeno a livelli tendenziali

Calo degli investimenti in soluzioni hardware nel 2020

13%

5%

12%

19%

5%

20%

59%

31% 7% 5%

Non caleranno 40%

120

10% 50%

15%

9%

20% Oltre il 50%

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30% Non ancora definito

2021

2022

2023

Dopo il 2023

Il quadro dellâ&#x20AC;&#x2122;offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica Partner

3

Con il patrocinio di Logotype

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BRAND IDENTITY GUIDELINES

Release | 3 APRILE 2020

2

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121

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

Obiettivi del capitolo • Il presente Capitolo si pone i seguenti obiettivi: • Nella prima sezione si fornisce un’analisi di dettaglio degli operatori attivi nella fornitura dei servizi di efficienza energetica, con un focus sulle ESCo • Nella seconda sezione si analizzano le operazioni di acquisizione avvenute nel corso dell’ultimo triennio ed effettuare un confronto con gli M&A passati • Nella terza sezione viene fornita un’analisi di dettaglio della figura dell’EGE evidenziando i settori di intervento, l’attività professionale e la tipologia di clienti

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Il quadro dell’offerta: Metodologia • Si procederà nella definizione del ruolo delle ESCo delle utility e degli EGE nel quadro dell’offerta in campo di energy management, al fine di comprendere le soluzioni tecnologiche da esse fornite, le modalità di fornitura dei servizi di flessibilità e le barriere che limitano la presenza delle ESCo e delle Utilities nel mercato dell’efficienza energetica industriale.

• Come per il capitolo precedente, la fonte principale che sarà utilizzata per identificare suddette informazioni sarà un questionario diretto ad oltre 350 ESCo e utility attivi nel mercato. I dati raccolti verranno poi integrati attraverso analisi desk e interviste dirette con gli operatori.

Questionario ESCo e Utilities

Analisi Database

Interviste dirette

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3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

Il quadro dell’offerta: Metodologia • Attraverso l’analisi dei database a disposizione e del questionario rivolto ai fornitori di servizi di efficientamento energetico si procederà all’aggiornamento dei dati relativi alle ESCO svolgendo uno studio dettagliato dei seguenti campi:

124

Numero ESCo certificate

Modalità di interazione col cliente

Attività svolte

Forme contrattuali

Settori di intervento

Flessibilità

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Il campione: ESCo certificare ai sensi UNI 11352 • Nel corso del 2019 le ESCo certificate sono aumentate dell’1% rispetto al 2018.

• Interessante sottolineare come la crescita dell’ultimo anno in termini di soggetti certificati sia rallentata rispetto all’anno precedente, segno che il mercato ha raggiunto un certo livello di maturità.

ESCo certificate 373

375 369

370

# ESCo certificate

365

1%

360 355 350

347

6%

345 340 335 330 2017

2018

2019

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3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

I settori di intervento: Civile ed industriale • Dalla survey condotta emerge chiaramente come la maggior parte del campione operi sia in ambito industriale che nel settore civile (70% degli intervistati). Il 20% delle ESCo opera in ambito industriale, mentre solo il 10% opera esclusivamente nel comparto civile. Rispetto ai dati registrati durante il corso del 2019, si evidenzia un calo di interesse nei confronti del settore industriale, segno di un mercato già maturo, ed un incremento dei player coinvolti in interventi riguardanti entrambi i settori sopra citati.

Settori di intervento 2019

Settori di intervento 2018

20%

23%

10% 62%

15%

Industriale

126

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

70%

Civile

Entrambi

Le ESCo nel settore civile e industriale: La suddivisione del fatturato â&#x20AC;˘ Al contrario, la ripartizione di fatturato in ciascuno dei due settori suggerisce uno sbilanciamento verso il settore industriale, che occupa oltre la metĂ dei ricavi per circa 6 intervistati su 10. Per la totalitĂ del campione, infatti, il fatturato del comparto industriale pesa mediamente il 53%, mentre il civile invece il 47%.

Peso di ciascun settore sul fatturato totale 45%

43%

40% 36%

36%

35% 29%

30% 25%

21%

21%

20% 15% 10%

7%

7%

5% 0% Industriale 0-25%

Civile 25-50%

50-75%

75-100%

Civile

Industriale

47%

53% www.energystrategy.it

127

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

Le ESCo nel settore industriale: I settori di intervento • Nel comparto industriale, la ripartizione tra i diversi settori è abbastanza omogenea e il campione intervistato si occupa di effettuare interventi in modo trasversale ai diversi ambiti: in particolare, il 72% degli intervistati effettuano interventi afferenti ai settori metallurgico, chimico e all’industria della gomma e plastica. I due settori meno coinvolti risultano essere il tessile e l’automotive, che interessano rispettivamente il 56% delle ESCo esaminate.

Settori di intervento nel comparto industriale

Settori di intervento 2019

80%

72%

70%

72%

72%

67% 61%

60%

20%

56%

56%

50%

10% 70%

40%

33%

30% 20% 10% 0%

Industriale

128

Civile

Entrambi

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Industria cartaria

Industria tessile

Industria automotive

Industria gomma e plastica

Industria Industria Industria alimentare e chimica e metallurgica bevande petrolchimica

altro

Le ESCo nel settore industriale: Gli ambiti di intervento • Meno di una ESCo su due dichiara di effettuare interventi sul processo produttivo, a conferma dell’esclusività di questo settore, che a causa delle alte competenze tecniche richieste causa il coinvolgimento di un numero di operatori più contenuto. Più di tre quarti del campione si occupa di servizi generali, mentre la quasi totalità effettua interventi sui servizi ausiliari al processo produttivo.

Ambito di intervento nel settore industriale

Servizi generali di building

78%

Servizi ausiliari al processo produttivo

89%

Interventi sul processo produttivo

39%

0%

20%

40%

60%

80%

100%

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129

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

Le ESCo nel settore industriale: I servizi offerti • I servizi offerti hanno riguardato, per il 94% dei player, interventi di consulenza ed audit energetici sulla scia dell’obbligo di diagnosi energetica da effettuarsi entro fine 2019, mentre meno della metà si occupa di gestione di incentivi, attività che risente di un mercato sempre meno attivo. Importante anche il monitoraggio, servizio offerto da quasi il 90% delle ESCo.

Tipologia di servizi offerti 100%

94%

94%

89%

90% 80% 67%

70%

67%

60% 50%

44%

40% 30%

22%

20% 10% 0% Audit energetici

130

Consulenza

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Progettazione Realizzazione Monitoraggio

Gestione incentivi (TEE)

Altro

Le ESCo nel settore industriale: Le forme contrattuali • Dalla survey emerge che la forma contrattuale maggiormente utilizzata rimane l’EPC (56%), che nella maggior parte dei casi viene applicata con il rischio finanziario a carico delle ESCo. Risulta rilevante (22%) la percentuale di contratti effettuati con formula «chiavi in mano», mentre rimane ancora marginale il noleggio operativo ed i contratti di consulenza, seppur in crescita rispetto all'anno scorso.

Forma contrattuale

17%

Rischio finanziario condiviso 10%

5% 56%

22%

EPC

Rischio finanziario sostenuto dal cliente 10%

Rischio finanziario sostenuto dalla ESCo 80%

Contratto "chiavi in mano"

Leasing/Noleggio operativo

Consulenza www.energystrategy.it

131

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

Le ESCo nel settore industriale: Le interazioni coi clienti • Il trend che riguarda l’approccio e l’interazione con i clienti denota una spinta verso la ricerca di nuove collaborazioni: durante il corso del 2019, per i due terzi del campione, i contratti stipulati riguardano in maggioranza nuovi clienti. Di contro, solamente il 17% degli intervistati ha dichiarato di aver stipulato più dell’80% dei contratti con clienti con cui avevano avuto precedenti contatti.

Interazione con i clienti 45% 39%

40% 35%

28%

30% 25% 20%

17%

17%

15% 10% 5%

0%

0% 0-20%

132

20-40%

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40-60%

60-80%

80-100%

Le ESCo nel settore civile: Gli ambiti di intervento • Tutte le ESCo operanti nel settore civile dichiarano di effettuare interventi in ambito terziario, mentre circa la metà del campione, si occupa di operazioni afferenti la pubblica amministrazione ed il residenziale.

Rispetto allo scorso anno, è chiaro uno spostamento verso l’ambito terziario a discapito di una lieve riduzione del numero di ESCo operanti nel comparto residenziale

Settori di intervento in ambito civile 2018 100%

Settori di intervento in ambito civile 2019 100%

88%

100%

80%

80% 63% 60%

60%

50%

40%

40%

20%

20%

0% Terziario

PA

Residenziale

50%

54%

0% Terziario

PA

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Residenziale

133

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

Le ESCo nel settore civile: Suddivisione per fatturato • All’interno del comparto civile, gli interventi nei settori PA e residenziale risultano avere un peso relativo minore sul fatturato degli attori coinvolti: rispettivamente il 47 ed il 43% degli intervistati, infatti, dichiara che i settori pubblica amministrazione e residenziale non hanno alcun impatto sul fatturato.

• Inoltre, pochi operatori cubano un fatturato maggiore del 75% in un unico comparto, a dimostrazione del fatto che si tratti di player attivi a tutto tondo e non specializzati in un determinato settore.

13

7

50-75%

13

7

25-50%

13

20

14

0-25%

60

20

29

47

43

PA

Residenziale

75-100%

0%

Terziario

134

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14

Le ESCo nel settore civile: Suddivisione per fatturato â&#x20AC;˘ Il quadro complessivo ÂŤpesatoÂť indica che in media il fatturato di una ESCo si ripartisce per il 46% sul settore terziario, per il 29% su progetti afferenti la pubblica amministrazione e per il 25% sul comparto residenziale.

Settore

Media pesata

Terziario

46%

PA

29%

Residenziale

25%

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135

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

Le ESCo nel settore civile: Le tecnologie installate • Le tecnologie implementate dal maggior numero di ESCo sono l’illuminazione (69%) - la cui diffusione è legata ai bassi investimenti iniziali -, le pompe di calore (56%), ed i BEMS (63%), in crescita rispetto allo scorso anno.

• Tra le tecnologie di efficienza energetica implementate, un ruolo marginale è ricoperto dal solare termico e dalle chiusure vetrate, al contrario un operatore su tre dichiara di effettuare interventi sull’involucro, i quali, seppur onerosi in termini di investimenti, hanno risentito dell’effetto positivo della cessione del credito d’imposta.

Tecnologie 80% 69%

70%

63%

60%

56%

50% 38%

40% 31%

31%

30% 20%

19%

19%

10% 0% Solare termico

136

Illuminazione

Superfici opache Chiusure vetrate

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Caldaie a Pompe di calore Building Energy Cogenerazione condensazione Management System

Le ESCo nel settore civile: Le tipologie di servizi offerti • Come per le ESCo operanti nel settore industriale, i servizi di audit energetico, consulenza e monitoraggio sono quelli maggiormente richiesti anche nel settore civile. Più rilevante, rispetto al settore industriale, il numero di ESCo che si occupa della gestione incentivi (in questo caso però con un’accezione più larga rispetto alla sola gestione dei TEE).

Tipologia di servizi offerti 100% 90%

88%

80%

81%

70%

75%

81% 69%

60%

50%

50% 40% 30%

19%

20% 10% 0% Audit energetici

Consulenza

Progettazione Realizzazione

Monitoraggio

Gestione incentivi

Altro

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3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

Le ESCo nel settore civile: Le forme contrattuali • La forma contrattuale più utilizzata si conferma essere l’EPC (54%), la quale nella maggior parte dei casi viene applicata con il rischio finanziario a carico delle ESCo. Rispetto al settore industriale, risulta meno rilevanti i contratti turnkey e la consulenza, con invece un quota maggiore di contratti di tipo servizio energia.

Forma contrattuale

Rischio finanziario sostenuto dalle ESCo 89%

13% 13% 56%

6% 12%

Rischio finanziario condiviso 11%

EPC

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Contratto "chiavi in mano"

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Leasing/Noleggio operativo

Servizio energia

Consulenza

Le ESCo nel settore civile: Le interazioni col cliente • Dal grafico si nota come, anche nel settore civile, oltre il 60% degli operatori stia allargando la platea delle proprie interazioni, rivolgendosi per la maggior parte a nuovi clienti. Un’ESCo su cinque, invece, ha dichiarato di aver stipulato più dell’80% dei contratti con clienti con cui avevano avuto precedenti contatti.

Interazione con cliente 50% 44%

45% 40% 35% 30% 25% 20%

19%

15%

19% 13%

10%

6%

5% 0% 0-20%

20-40%

40-60%

60-80%

80-100%

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139

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

I modelli di business delle ESCo: La composizione del fatturato in base al tipo di attività • Il quadro complessivo «pesato» indica che in media il fatturato di una ESCo si ripartisce per il 31% su servizi in modalità ESCo (EPC), per il 46% su progetti di efficienza energetica e consulenza e per

Peso dell’attività sul fatturato

il 23% su compravendita di TEE.

76-100%

5

10

51-75%

15

25

26-50%

10

10

25

60

50

45

10

5

25

1-25%

0%

Servizi in modalità ESCo

140

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Progetti di efficienza energetica e consulenza

5

Gestione TEE

I modelli di business delle ESCo: La composizione del fatturato in base al tipo di attività • É interessante notare che circa la metà del fatturato totale sia collegata ai progetti di efficienza energetica e di consulenza, a causa della scadenza dell’obbligo di diagnosi energetica, e che il business legato ai Titoli di Efficienza Energetica sia responsabile di un quinto del fatturato totale delle ESCo.

Attività

Media pesata sul fatturato totale

Servizi in modalità ESCo

31%

Progetti di efficienza energetica e consulenza Gestione TEE

46% 23%

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141

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

I modelli di business delle ESCo: La composizione del business in base al tipo di attività • Paragonando il peso di ciascuna attività nel 2019 con gli anni precedenti si nota una significativa variazione nella ripartizione del fatturato totale tra i diversi servizi offerti dalle ESCo ed uno spostamento delle attività.

• I servizi in modalità ESCo, che avevano segnato una crescita nei primi due anni, sono nuovamente in calo e occupano in media il 31% del fatturato totale.

• Nelle altre due attività si registrano trend opposti: al significativo calo dal 30% al 23%, registrato nel business dei TEE attribuibile ad un mercato sempre più statico, si contrappone la crescita dei progetti di efficienza energetica e consulenza, spinti dalla scadenza quadriennale dell’obbligo di diagnosi energetica, passati dal 40% del 2017 al 46% nel 2019.

Media pesata sul fatturato totale Attività

2017

2018

2019

Servizi in modalità ESCo

30%

35%

31%

40%

42%

46%

30%

23%

23%

Progetti di efficienza energetica e consulenza Gestione TEE

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Box 1: Efficienza e flessibilità - La visione degli operatori • Il 35% degli operatori intervistati afferma di proporre soluzioni atte ad abilitare i propri clienti all’offerta di servizi ancillari a beneficio del sistema elettrico: tra quelli non contenuti all’interno del progetto pilota UVAM, 8 su 10 permettono di offrire interrompibilità, 6 su 10, invece, abilitano alla partecipazione all’MSD.

Tipologia di servizio 86%

90% Fornitura servizi ancillari

80% 70% 60%

35%

57%

50% 40%

65%

30% 20% 10% Si

No

0%

Partecipazione all'MSD

Interrompibilità

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143

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

Box 1: Efficienza e flessibilità - La visione degli operatori • I settori coinvolti in queste due tipologie di servizi sono l’industria alimentare, metallurgica e chimica (86%).

Settore merceologico Industria metallurgica

75%

Industria chimica e farmaceutica

69%

Industria alimentare e bevande

75%

Industria gomma e plastica

75% 56%

Industria automotive Industria tessile

63% 69%

Industria cartaria altro 0%

144

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

31% 20%

40%

60%

80%

Box 1: Efficienza e flessibilità - La visione degli operatori Progetto UVAM • Oltre il 40% delle società intervistate dichiara di aver fornito ai propri clienti servizi per abilitarli alla partecipazione al progetto UVAM. Nel 66% dei casi si trattava di clienti con cui esistevano collaborazioni passate.

• I comparti maggiormente coinvolti dai progetti pilota sono il settore chimico, alimentare, cartario e metallurgico Partecipazione al Progetto UVAM* Nuovi clienti 43% 57%

Clienti fidelizzati

Si

No

*n.b.:composizione del campione

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145

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

Box 1: Efficienza e flessibilità - le barriere all’offerta di servizi • Secondo l’opinione degli operatori, le maggiori criticità per la partecipazione ai progetti pilota sono l’interazione critica col processo produttivo e l’incertezza del quadro normativo. Significativa anche la scarsa consapevolezza della tematica all’interno del comparto industriale.

Barriere alla partecipazione all'offerta di servizi di flessibilità Scarsa consapevolezza della tematica

3,2

Incertezza sulle prestazioni tecnologiche delle soluzioni installate

2,1

Incertezza del quadro normativo (obblighi, schemi di incentivazione, etc...)

3,5

Interazione critica con il processo produttivo

3,5

Scarsa consapevolezza del top management

3,2 0

146

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

1

2

3

4

5

Box 2: L’impatto del COVID 19 • Più di quattro player su dieci ritengono che l’attuale crisi sanitaria causerà una riduzione degli investimenti in efficienza energetica minore del 25%, il 21% considera invece che l’impatto sia più significativo (tra 25 e 50%) ed altrettanti ritengono non sia quantificabile.

Percentuale riduzione investimenti in efficienza 45%

43%

40% 35% 30% 25%

21%

21%

20% 14%

15% 10% 5%

0%

0% 0-25%

25-50%

50-75%

75-100%

Non quantificabile

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147

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

• L’impatto dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento è stato sostanziale nel settore industriale ed in particolare, dalle risposte ottenute nella survey condotta, per il 79% degli operatori, le attività più colpite sono l’automotive e l’industria metallurgica, seguite dall’industria tessile. Come prevedibile, basso l’impatto sull’industria alimentare e chimica.

Settori coinvolti 90% 79%

80% 70%

79%

64%

60% 50% 40% 29%

30% 20%

29%

14%

14% 7%

10%

0%

0% Industria cartaria Industria tessile

148

Industria automotive

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Industria gomma e plastica

Industria alimentare e bevande

Industria chimica e petrolchimica

Industria metallurgica

Vetro e ceramica

altro

Indice capitolo

I processi di M&A La figura dellâ&#x20AC;&#x2122;EGE nel mercato dellâ&#x20AC;&#x2122;efficienza energetica

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149

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

I processi di M&A: Due differenti prospettive • In questa sezione si riporta la situazione delle operazioni di M&A con riferimento al periodo 2017primi mesi 2020.

• Dall’analisi condotta emerge che l’interesse da parte delle ESCo nel valutare la possibilità di interagire acquisendo altre società o di considerare eventuali fusioni può avvenire secondo due prospettive.

• Prospettiva pair-to-pair: le ESCo acquisiscono società della loro stessa categoria al fine di sfruttare complementarità a livello di competenze tecniche o di ricettività sul mercato; • Prospettiva outward: le ESCo vengono acquisite da società appartenenti a diverse categorie quali fornitori/produttori tecnologici, utility o newcomer del mercato dell’efficienza energetica (startup o imprese focalizzati su business diversi da quello dell’energia in tutte le sue possibili declinazioni).

Prospettiva pair-to-pair

Prospettiva outward Fornitore/produttore tecnologico

ESCo 1

ESCo 2

ESCo

New corner

150

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Utility

I processi di M&A: Metodologia di valutazione â&#x20AC;˘ Nel complesso sono state valutate 23 operazioni avvenute tra il 2017 e i primi mesi del 2020. â&#x20AC;˘ I parametri che sono stati oggetto di valutazione sono i seguenti:

1

Azienda target ed acquirente

2

Anno di contrattualizzazione dellâ&#x20AC;&#x2122;acquisizione

3

Prospettiva di interazione (pair-to-pair od outward)

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151

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

I processi di M&A: Tipologia di operazioni • Nella tabella riportata di seguito sono indicate le 23 operazioni di M&A, relative al periodo tra il 2017 e i primi mesi del 2020, delle quali si evidenzia la prospettiva di interazione tra la società target e il relativo acquirente.

TARGET

152

ACQUIRENTE

DATA

PROSPETTIVA

PHP

Elettra investimenti

Mag 2017

outward

Utility-ESCo

Restiani

Ambienta

Lug 2017

outward

Fondo private equity- ESCo

Casa delle nuove energie

E.ON

Set 2017

outward

Utility-ESCo

S.E.I

X3Energy

2017

outward

Utility-ESCo

Wisave

Terni Energia

2017

outward

Technology provider-ESCo

Comat Energia

Edison

Mar 2017

outward

Utility-ESCo

Arcoservizi

Cmb

Nov 2017

outward

Società di costruzioni-ESCo

Energon

Edison Fenice

Dic 2017

Pair-to-pair

ESCo-ESCo

Nesco

Dolomiti Energia

2017

outward

Utility-ESCo

Bartucci

Alperia

Mar 2018

outward

Utility-ESCo

Seaside

Italgas

Mar 2018

outward

Utility-ESCo

Avvenia

Terna

Mar 2018

outward

TSO-ESCo

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I processi di M&A: Tipologia di operazioni

TARGET

ACQUIRENTE

DATA

PROSPETTIVA

TEP

SNAM

Mag 2018

outward

Utility-ESCo

Gemmo (City green light srl)

FIEE

Mag 2018

outward

Fondo private equity- ESCo

Zephyro

Edison Fenice

Lug 2018

Pair-to-pair

ESCo-ESCo

Comat servizi energetici

FIEE

2018

outward

Fondo private equity- ESCo

Selettra

FIEE

Apr 2018

outward

Fondo private equity- ESCo

Yousave

Enel X

Lug 2018

outward

Utility-ESCo

Energy Team

Falck Renewables

Ott 2018

outward

Utility-ESCo

SEA S.p.A.

Eni

Feb 2019

outward

Utility-ESCo

Sorgenia

Universal Sun

Mar 2019

outward

Utility-ESCo

Esco Biogas s.r.l.

Elettra Investimenti (Alea Energia)

Mar 2019

outward

Utility-ESCo

Evolvere

ENI gas e luce

Gen 2020

outward

Utility-ESCo

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153

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

I processi di M&A : Dimensione relativa degli operatori coinvolti • L’analisi condotta porta alla definizione di una matrice che consenta di valutare la dimensione relativa

Fatturato >100 mln €

Soggetti acquirenti

4

2

18

7

Fatturato <100 mln €

degli operatori coinvolti nelle operazioni di fusione ed acquisizione.

5

5

9

9

Fatturato < 3 mln €

Fatturato > 3 mln € periodo 2014-2020

ESCO target

periodo 2017-2020

• Le righe della matrice rappresentano i soggetti acquirenti, ossia tutti gli operatori che, nell’analisi effettuata, hanno portato a termine un’operazione di acquisizione di una ESCo nell’arco temporale compreso tra il 2014 e i primi mesi del 2020. Sono stati considerati di piccole dimensioni i soggetti con fatturato annuo minore di 100 mln €.

• Le colonne invece contengono le ESCo target, quindi le società fornitrici di servizi di efficienza energetica che sono state acquisite nell’arco temporale compreso tra il 2014 ed i primi mesi del 2020. In questo caso, essendo le dimensioni delle ESCo nettamente inferiori rispetto ai soggetti acquirenti, sono state definite «grandi» le società fornitrici di efficienza energetica con fatturato maggiore di 3 mln €.

154

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I processi di M&A: Messaggi chiave • È possibile osservare dalla tabella precedente che il numero di operazioni avvenute durante il 2019 è in calo rispetto al biennio precedente e che la prospettiva outward risulta essere la modalità di interazione largamente preponderante (91% dei casi).

• L’interesse per efficienza energetica non appare più circoscritto a una ristretta cerchia di soggetti: infatti la platea di soggetti acquirenti risulta, nell’ultimo triennio, composta da utility, ESCo e Facility Management, fondi di private equity, società di costruzioni, fornitori tecnologici e da società coinvolte nella trasmissione dell’energia elettrica o nella distribuzione del gas.

•

Durante il corso del 2018, i soggetti acquirenti sono risultati essere per il 50% utility e si è assistito ad un incremento della partecipazione (30% dei casi) di fondi di equity. Nel corso dello scorso anno, invece le operazioni di M&A hanno riguardato esclusivamente utility

• La visione aggregata delle operazioni di fusione ed acquisizione, riferita al periodo 2014-2020, suggerisce che la metà dei casi interessa soggetti acquirenti di grandi dimensioni e società fornitrici di efficienza energetica con fatturato maggiore di 3 mln €. Questa prospettiva non rispecchia quella dell’ultimo triennio, durante il quale la maggioranza delle acquisizioni riguarda ESCo target di grandi dimensioni e acquirenti con fatturato inferiore a 100 mln €.

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155

Indice capitolo

I processi di M&A La figura dellâ&#x20AC;&#x2122;EGE nel mercato dellâ&#x20AC;&#x2122;efficienza energetica

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157

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

La figura dell’EGE nel mercato dell’efficienza energetica: Survey 2020 • In maniera simile al questionario ESCo, è stato condotta una survey raccogliendo le prospettive di oltre 80 Esperti di Gestione dell’Energia riguardo al mercato dell’efficienza energetica.

158

1

I principali settori d’intervento

2

Ambito di esercizio dell’attività professionale

3

Tipologia di clienti e servizi offerti

4

Opinioni sul quadro normativo e attuale crisi sanitaria

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La figura dell’EGE: Gli ambiti di intervento • Dall’analisi del questionario emerge come più di 8 EGE su 10 operino in ambito industriale. Rilevante anche il numero di EGE che operano nel terziario, circa 7 su 10, mentre risulta più bassa la quota riferita alla Pubblica Amministrazione (meno un EGE su due opera in tale ambito).

Settori di intervento 90%

83%

80%

74%

70% 60% 50%

45%

40% 30% 20% 10% 0%

5% Industriale

Terziario

Pubblica amministrazione

Altro

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159

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

BOX 3: i soggetti certificati • Dei circa 80 EGE intervistati, il 35% si è certificato nel 2016. Più in generale, il numero EGE certificati è iniziato a crescere dal 2013 in poi, con un picco nel biennio 2015-16 con quasi il 50% delle certificazioni totali. # EGE certificati 40% 35%

35% 30% 25% 20% 14%

15% 10%

10% 5%

9%

8% 5% 3%

8%

4% 2%

0% 2010

160

2011

2012

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2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

La figura dell’EGE: Gli ambiti di intervento nel comparto industriale • Focalizzandosi sul settore industriale si osserva che il comparto dove operano il maggior numero di EGE è il settore della gomma e plastica (62% degli intervistati). A seguire, l’industria metallurgica, alimentare e chimica, settori dove opera circa un EGE su due. Di contro, risulta meno richiesta la figura dell’EGE nel comparto vetro e ceramica, tessile e automotive ma soprattutto nell’industria cartaria (solamente il 15% degli intervistati).

Settori di intervento nel comparto industriale 70% 62% 60% 53% 49%

50% 40%

40% 30%

25%

20%

24%

25%

Automotive

Vetro e ceramica

15%

10% 0% Gomma e plastica

Cartaria

Tessile

Chimica e petrolchimica

Metallurgica

Alimentare

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161

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

La figura dell’EGE: Attività professionale • Tipicamente un Esperto di Gestione dell’Energia può esercitare la sua professione con 3 differenti approcci: • Come figura interna ad un’azienda (solitamente operante nel settore industriale) • Come libero professionista • Come figura all’interno di un’azienda fornitrice di servizi di efficienza energetica (ESCo, Utility, ecc.)

• Il 52% dei rispondenti dichiara di svolgere il ruolo di EGE come libero professionista, il 37% di esercitare la sua professione all’interno di un’azienda fornitrice di servizi di efficienza energetica, mentre solamente l’11% opera all’interno di un altro tipo di azienda.

Attività professionale 11%

37%

Libero professionista

162

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52%

Presso un’azienda fornitrice di servizi di efficienza energetica

Presso un altro tipo di azienda

Gli EGE operanti in un’azienda: Gli Energy Manager • Nonostante la figura dell’Esperto di Gestione dell’Energia non coincide, obbligatoriamente, con la nomina ad Energy Manager, quasi il 50% degli intervistati ha dichiarato di ricoprire anche la carica di Energy Manager all’interno della azienda in cui operano.

• Interessante sottolineare come il 67% degli EGE che ricoprono la carica di Energy Manager, abbiano deciso di qualificarsi su base volontaria. Solamente un terzo del campione opera in un’azienda soggetta all’obbligo del decreto legge 10/91.

EGE ed Energy Manager

28% 53% 19%

Nomina volontaria

Obbligo normativo

No

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163

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

Gli EGE operanti come liberi professionisti: Le attività • L’attività principale svolta dagli EGE liberi professionisti è l’audit energetico e/o consulenza, attività che ha visto coinvolto l’80% degli intervistati. Circa la metà del campione ha dichiarato di aver supportato i propri clienti nel monitoraggio e controllo delle prestazioni energetiche (56%) e nella progettazione delle soluzioni implementate (56%).

• Meno rilevante il supporto relativo alla gestione TEE (33%) e nella realizzazione e installazione delle soluzioni (23%).

Tipologia di servizi offerti 90% 80%

80%

70% 60%

56%

56%

50% 40%

33%

30%

23%

20% 10%

10% 0% Consulenza e audit energetico

164

Progettazione e studi di fattibilità

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Realizzazione

Monitoraggio

Gestione TEE

Gestione altre pratiche

Gli EGE operanti come liberi professionisti: Le tipologie di clienti • Circa il 35% delle aziende che richiedono supporto ad un EGE libero professionista possono essere inquadrate come grandi aziende dal momento che hanno un fatturato superiore ai 50 mln €. Complessivamente, però, solo l’8% ha un fatturato superiore ai 200 mln €. Il 42% del campione ha una dimensione compresa tra i 10 e i 50 mln €, mentre il 23% ha un fatturato inferiore ai 10 mln €.

• Utilizzando come valore sogli per suddividere tra PMI e Grandi Aziende un fatturato di 50 mln €, si osserva come il 66% delle aziende che si rivolgono ad un EGE esterno siano PMI.

Dimensione aziendale 8%

23%

27% 42%

0-10 mln €

10-50 mln €

50-200 mln €

> 200 mln €

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165

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

Gli EGE operanti in un’azienda di servizi di efficienza energetica: Tipologia di azienda • Poco più del 65% degli EGE che esercitano la loro professione in un’azienda fornitrice di servizi di efficienza energetica, lavorano in una ESCo. Circa il 30% e ripartito egualmente tra utility e studi di progettazione mentre solo il 4% esercita la professione in imprese di facility management.

Azienda 4% 16%

14% 66%

ESCo

166

Utility

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Studi di progettazione

Facility management

La visione degli EGE: Il mercato dellâ&#x20AC;&#x2122;efficienza energetica â&#x20AC;˘ Per il 49% del campione intervistato, gli investimenti in efficienza energetica sono rimasti stabili nel 2019, per il 10% hanno avuto una contrazione rispetto al 2018, mentre per il 41% risultano in crescita. â&#x20AC;˘ Numeri che confermano come anche la categoria degli EGE abbia riscontrato un forte rallentamento negli investimenti ed interventi in efficienza energetica (trend negativo o stabile per il del 60% degli intervistati)

Trend mercato efficienza energetica

10%

49%

41%

Costante

Crescita

Contrazione

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167

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

La visione degli EGE: Il contesto normativo - i certificati bianchi • Il 55% degli intervistati ha dichiarato che il decreto correttivo sui Certificati Bianchi non ha avuto nessun impatto significativo, mentre il 40% ha evidenziato come abbia avuto un impatto negativo sugli investimenti. Di contro, solo il 5% ha riscontrato un aumento degli investimenti derivante dalle modifiche applicate al meccanismo.

L'impatto del Decreto TEE 5%

40%

Nessun impatto significativo

168

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55%

Negativo

Positivo

BOX 4: L’impatto del COVID 19 • Anche la categoria degli EGE evidenzia come l’impatto dell’attuale emergenza sanitaria sugli investimenti in efficienza energetica sarà significativa. Il 48% del campione, infatti, sostiene che il calo degli investimenti sarà pari o superiore al 50% rispetto al 2019.

• Di contro, solamente il 13% pensa che il calo sarà relativamente limitato (pari o inferiore al 10%).

Calo degli investimenti nel 2020 13% 37%

14%

11%

14% 11%

10%

20%

30%

40%

50%

Oltre il 50%

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169

3. Il quadro dell’offerta: la visione dei fornitori di servizi di efficienza energetica

• 8 EGE su 10 sostengono che l’industria automotive sarà tra i comparti maggiormente colpiti. Il 35-45% ritiene che anche l’industria tessile e metallurgica risentiranno significativamente della crisi, mentre meno colpiti, i settori vetro e ceramica, gomma e plastica e carta.

• Prevedibilmente, i comparti alimentare e chimico saranno quelli che risentiranno meno della crisi sanitaria.

Impatto sui settori industriali 90% 80%

77%

70% 60% 50%

45%

40% 30%

35% 23%

20%

26% 20% 10%

10%

6%

0% Gomma e plastica

170

Cartaria

Tessile

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Chimica e petrolchimica

Metallurgica

Alimentare

Automotive

Vetro e ceramica

Messaggi chiave • Il forte rallentamento degli investimenti in efficienza energetica nel comparto industriale verificatosi nell’ultimo biennio ha avuto un impatto anche sui modelli di business delle ESCo, le quali operano sempre più frequentemente anche in settori differenti dal comparto industriale. Nel 2019, infatti, solamente il 20% degli operatori ha dichiarato di operare nel comparto industriale.

• Relativamente agli interventi nel settore industriale, si registra una crescita degli operatori che effettuano interventi sul processo produttivo, quasi il 40% del campione, laddove fino a pochi anni fa era un settore presidiato da pochi operatori altamente specializzati.

• La decadenza della legge 102/2014 rispetto all’obbligo di diagnosi energetica è stato un fattore che ha profondamente influenzato il mercato dell’efficienza energetica nel 2019. Gli operatori, infatti, hanno dichiarato come circa il 46% del fatturato è derivato da progetti di consulenza (+ 6% rispetto al 2017).

• Invece, nonostante il decreto correttivo approvato a fine 2017, il mercato dei Titoli di Efficienza Energetica non ha avuto la ripresa che legislatori e operatori auspicavano. Nel 2019, il mercato ha contato solamente per il 23% del fatturato degli operatori (-7% rispetto al 2017 ed in linea con il 2018).

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171

Efficienza e flessibilità : contesto, evoluzione ed analisi di case study Partner

4

Con il patrocinio di Logotype

Designed by

for FALCK RENEWABLES

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BRAND IDENTITY GUIDELINES

Release | 3 APRILE 2020

2

BRAND IDENTITY GUIDELINES

Release | 3 APRILE 2020

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173

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

Obiettivi del capitolo • Il presente Capitolo si pone i seguenti obiettivi: • Nella prima sezione si si analizzano i risultati dell’annuale survey diretta agli Energy Manager riguardanti la conoscenza e la diffusione dei progetti pilota UVAM all’interno del comparto industriale • Nella seconda sezione si presentano 2 case study dove viene analizzata la sostenibilità economica derivante dalla possibilità di partecipare ai progetti pilota UVAM, relativamente alla tecnologia della cogenerazione • Nella terza sezione si analizza l’evoluzione del mercato del fotovoltaico nel comparto industriale

174

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I progetti pilota UVAM nel settore industriale: Partecipazione • Nonostante i progetti pilota per le UVAM siano iniziati solamente un anno fa, la tematica è ben conosciuta all’interno del settore industriale. Dal sondaggio condotto, infatti, risulta come più di 8 aziende su 10 siano a conoscenza dei progetti pilota.

Conoscenza progetti pilota 19%

81%

Si

No

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4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I progetti pilota UVAM nel settore industriale: Consapevolezza •

Ad eccezione del comparto automotive e tessile, dove meno del 60% degli intervistati sono a conoscenza dei progetti pilota, la tematica è largamente conosciuta nel settore industriale.

•

Di particolare interesse risulta nei comparti alimentare, chimico e del vetro e ceramica dove oltre il 90% del campione ha dichiarato di essere a conoscenza dei progetti pilota.

100%

Conoscenza progetti pilota

100%

100%

92%

90% 80%

80%

80% 75%

70% 60%

60%

50%

50% 40% 30% 20% 10% 0% Industria alimentare

176

Industria automotive

Industria chimica e Industria cartaria Industria gomma e petrolchimica plastica

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Industria metallurgica

Industria tessile

Industria vetro e ceramica

I progetti pilota UVAM nel settore industriale: Potenziale • All’interno del campione intervistato, poco meno del 50% dispone di un impianto di cogenerazione (46%), potenzialmente disponibile per offrire flessibilità tramite i progetti pilota UVAM. • Mediamente, circa il 9% della potenza nominale del cogeneratore può essere utilizzata per offrire flessibilità alla rete.

• Interessante evidenziare come nel 79% dei casi gli impianti sono gestiti internamente all’azienda, nel 12% sono gestiti da una ESCo e solamente nel 9% dei casi da un technology provider.

Gestore impianto

Presenza di unità cogenerativa

12% 9% 46% 79%

54%

si

no

Interna

Technology provider

ESCo

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177

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I progetti pilota UVAM nel settore industriale: Barriere •

Dalla survey emerge come la barriera più rilevante per la partecipazione alle UVAM sia l’interazione critica col processo produttivo. Gli industriali, infatti, hanno evidenziato il timore di influenzare negativamente la produttività dell’azienda nell’ipotesi di fornire flessibilità alla rete.

•

Di minor impatto risultano le altre barriere, in ottica di una possibile partecipazione ai progetti pilota UVAM.

Barriere partecipazione a UVAM Incertezza prestazioni tecnologiche

2,46

Incertezza quadro normativo

2,75

Interazione critica col processo produttivo

3,38

Scarsa consapevolezza della tematica

2,38

Tempi di ritorno eccessivi

2,83

0

178

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1

2

3

4

5

I progetti pilota UVAM nel settore industriale: Partecipazione • Nonostante più dell’80% del campione si è mostrato a conoscenza dei progetti pilota, solamente il 7% attualmente partecipa attivamente.

• Il 70% dei partecipanti ai progetti pilota, offre servizi di flessibilità attraverso un cogeneratore, mentre il 30% attraverso parti del processo produttivo.

Tecnologie utilizzate

Partecipazione progetti pilota 7% 30%

70% 93%

si

no

cogenerazione

processo produttivo

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179

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I progetti pilota UVAM nel settore industriale: Partecipazione •

Delle 10 aziende che hanno dichiarato di partecipare ai progetti pilota UVAM, 7 utilizzano un’unità cogenerativa per fornire servizi di flessibilità, mentre 3 utilizzano componenti del processo produttivo

SETTORE

180

PRESENZA COGENERATORE

PARTECIPAZIONE UVAM

TECNOLOGIA UTILIZZATA

Cartario

80%

CHP*

Chimico

69%

CHP*

Alimentare e bevande

63%

CHP

Vetro e ceramica

55%

Processo produttivo

Gomma e plastica

38%

Processo produttivo, CHP

Tessile

33%

-

Automotive

25%

-

Metallurgico

9%

Processo produttivo, CHP

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I progetti pilota UVAM nel settore industriale: Partecipazione • Nel 40% dei casi la piattaforma per la gestione dell’unità di flessibilità è in capo ad un utility, nel 40% dei casi è gestita da un software provider, mentre nel restante nel 40% dei casi è gestita internamente (in quest’ultimo caso senza supporto di una piattaforma specifica).

• Complessivamente, in 3 casi su 5, la gestione dell’unità è esterna all’azienda.

Gestore piattaforma UVAM

40%

40%

20%

Utility

Software provider

Interamente

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181

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

Box 1: Il quadro normativo sulla flessibilità - I progetti pilota UVAM: i servizi •

Con la delibera ARERA 422/2018/R/eel si definiscono le modalità per la creazione, qualificazione e gestione di unità virtuali abilitate miste (UVAM), aggregati di utenti che hanno diritto di partecipare al mercato di dispacciamento (MSD). Il progetto si inserisce nell’ambito dei progetti pilota, di cui alla deliberazione 300/2017/R/eel, finalizzati alla riforma del mercato dei servizi di dispacciamento e all’ampliamento dei soggetti abilitati alla fornitura di risorse.

•

Per una trattazione più dettagliata delle caratteristiche e degli output del progetto pilota, si rimanda all’Energy Market Report 2019.

•

I servizi che si possono fornire tramite i progetti pilota UVAM sono: • Risoluzione di congestioni. Per ovviare al superamento di limiti di transito sulla rete a valle della programmazione MGP/MI • Riserva terziaria rotante. Per il ripristino della riserva terziaria pronta e della riserva secondaria dell’aggregato • Bilanciamento. Per ovviare a disequilibri tra domanda e offerta • Riserva terziaria di sostituzione. Per ricostituire la banda di riserva secondaria

182

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Box 1: Il quadro normativo sulla flessibilità - I progetti pilota UVAM: i requisiti tecnici Requisiti tecnici per le UVAM in funzione della tipologia di servizio

Servizi di dispacciamento

Modalità di regolazione In incremento

In decremento

Sia in incremento sia in decremento

Potenza Massima Abilitata

≥1 MW

-2 kW

≥1 MW

Potenza Minima Abilitata

2 kW

≥1 MW

≥ 1 MW

Risoluzione di congestioni Riserva terziaria rotante

• Si attiva entro 15’ • Deve essere sostenuta per almeno 120’

Bilanciamento Riserva terziaria di sostituzione

• Si attiva entro 120’ • Deve essere sostenuta per almeno 480’ -

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183

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

Box 1: Il quadro normativo sulla flessibilità - I progetti pilota UVAM: i meccanismi di remunerazione •

Ai vincoli tecnici si affiancano dei vincoli in merito alla disponibilità in relazione ai due differenti meccanismi di remunerazione per i partecipanti al progetto pilota UVAM: • Partecipazione ad MSD: remunerazione in funzione delle offerte accettate (energia dispacciata) seguendo le logiche di mercato degli altri partecipanti, dove viene trattato come se fosse un impianto tradizionale (remunerazione pay-as-bid).

• Approvvigionamento a termine, garantisce: •

Analogamente all’impianto tradizionale, una remunerazione in funzione delle offerte accettate (pay-as-bid)

•

Un corrispettivo fisso in funzione della potenza disponibile nella finestra temporale dalle 14 alle 20 dei giorni feriali

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BENECIFI

VINCOLI

Requisiti in merito alla disponibilità per le UVAM in funzione della meccanismo di partecipazione al MSD

Partecipazione ad MSD

Approvvigionamento a termine

Disponibilità

Non vincolata

Almeno 2h consecutive nella fascia oraria 14.00-20.00 dal lunedì al venerdì

Obbligo di offerta

Nessuno

Almeno il 70% dei giorni soggetti a disponibilità

Partecipazione ad MSD

Approvvigionamento a termine

Corrispettivo fisso

Nessuno

15.000€/MW/anno (disponibilità 2h) 30.000€/MW/anno (disponibilità 4h)

Corrispettivo variabile (in caso di attivazione delle risorse e limitatamente alle quantità accettate)

Prezzo offerto su MSD

Prezzo offerto su MSD (strike price = 400€/MWh)

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185

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

Box 1: Il quadro normativo sulla flessibilità Caratteristiche del Progetto Pilota UVAM •

Nella trattazione seguente si intende valutare i casi studio secondo le caratteristiche necessarie per fornire servizi di risoluzione congestioni, riserva terziaria rotante e bilanciamento con modalità a salire, sia per quanto riguarda il caso studio considerato stand-alone, sia in partecipazione ad una UVAM.

•

I vincoli di cui si terrà di conto sono i seguenti:

Vincolo Capacità di modulazione minima di 1 MW Attivazione entro 15’ Mantenimento della potenza per almeno 120’ Disponibilità minima di almeno 2h consecutive nella fascia oraria dal lunedì al venerdì Obbligo di offerta per almeno il 70% dei giorni soggetti a disponibilità

186

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Partecipazione MSD Approvvigionamento stand-alone a termine stand-alone

Inclusione in UVAM

I case study • Nelle slide seguenti verrà analizzata la sostenibilità economica di un impianto di cogenerazione che partecipa ad un progetto pilota UVAM, in 2 diversi comparti industriali (comparti dove è maggiormente diffusa la presenza di unità cogenerative).

Industria cartaria

Industria alimentare

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187

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I case study: Metodologia di analisi: input e output •

L’ultima parte dell’analisi sarà focalizzata sulla costruzione di un modello di calcolo in cui, noti gli investimenti, i costi ed i ricavi associati all’offerta di servizi di flessibilità, si effettuerà un’analisi costi-benefici:

Domanda Fabbisogno elettrico per la produzione industriale Caratteristica del CHP Curve di produzione elettrica, ore di funzionamento e capacità residua disponibile per offrire flessibilità

Prezzi di mercato MSD Prezzi dell’MSD zona di riferimento a salire per l’anno 2019, valori tipici dell’offerta e percentuali di chiamata Costi in bolletta Prezzi di acquisto e vendita di gas naturale ed energia elettrica Investimenti Costi iniziali legati alla connessione con TERNA ed extra costi legati ad investimenti sulle tecnologie di flessibilità

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Energia MSD Energia fornita per il servizio di flessibilità sul mercato MSD

Economics Economics associati alla partecipazione al mercato di dispacciamento ed all’eventuale incremento della vendita in rete

Box 2: Le tecnologie di cogenerazione - Diffusione • Nel caso della cogenerazione nel settore industriale, sono diffuse più largamente due tecnologie: • le turbine a gas a ciclo combinato con recupero di calore, che corrispondono alla tecnologia con maggior capacità di generazione elettrica installata • i motori a combustione interna, che risultano la tecnologia maggiormente utilizzata in termini di numero di unità.

Percentuale sul totale (1737 unità)

Capacità media di generazione (MW)

Altro

1,1

Altro

M.T.G.

1,7

M.T.G.

M.C.I.

89,4

M.C.I.

T.V.Cd

0,3

T.V.Cd

T.V.Cp

0,3

T.V.Cp

T.G.

3,5

T.G.

C.C.

3,7

C.C.

Rapporto energia elettrica/termica Altro

15

0,68

M.T.G.

0,17

0,57

M.C.I.

1

1,3

T.V.Cd

37

T.V.Cp

15

T.G.

8 162

0,7 0,3 0,64

C.C.

2,06

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189

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

Box 2: Le tecnologie di cogenerazione - Principi di funzionamento •

Nei cogeneratori con motore a combustione interna (MCI) il rapporto tra potenza termica ed elettrica (H/P) è pressoché fisso, determinato dalle caratteristiche del cogeneratore.

•

Se è variata la potenza elettrica, varia necessariamente la produzione di calore; dunque nella regolazione a salire è necessario dissipare il calore.

•

Nel ciclo combinato – caso di turbina a vapore con derivazione – è possibile regolare il rapporto tra calore ed elettricità prodotti (H/P), a discapito di una variazione del rendimento complessivo. Non è tuttavia sempre necessario dissipare il calore nel caso di regolazione a salire.

190

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Box 2: Le tecnologie di cogenerazione Dimensionamento e flessibilità • Il dimensionamento e l’esercizio tipici dei cogeneratori nell’industria manifatturiera sono basati sul fabbisogno termico della produzione.

Fabbisogno e produzione termici 3500 3000 2500 2000 1500 1000 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 fabbisogno termico

produz. calore CHP

potenza di picco

minimo tecnico

Fabbisogno e produzione elettrici 4000 3500 3000

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a scendere e a salire

191

Fabbisogno e produzione termici 3500 3000 4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study 2500 2000

•

1500 come minimo di esercizio la generazione del fabbisogno termico, e come massimo la Ipotizzando

potenza di picco del cogeneratore stesso, può tecnicamente esser concessa flessibilità: 1000

• A salire, nel caso stia11 operando potenza 0 1in 2cui3il cogeneratore 4 5 6 7 8 non 9 10 12 13 14alla 15 16 17 18 massima.

19 20 21 22 23 • A scendere in caso l’industria a disposizione una tecnologia dicalore backup fabbisognoabbia termico produz.

CHPper la produzione del vettore termico. potenza di picco minimo tecnico • Dal punto di vista della convenienza economica al momento i prezzi MSD risultano convenienti per fornire un servizio a salire, pratica sulla quale si concentrerà il presente studio.

Fabbisogno e produzione elettrici 4000 3500

a scendere e a salire

3000 2500

a scendere

2000 1500 1000 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23

192

fabbisogno elettrico

produz. elettricità CHP

potenza di picco

minimo tecnico

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I case study: Prezzi di mercato MSD - area di mercato Nord • Se si considera ad esempio l’area di mercato NORD la valorizzazione del servizio a salire è generalmente più alta di quella del servizio a scendere, il quale rimane solitamente sotto i 50 €/MWh. A tal proposito, in entrambi i case studi si utilizzeranno i prezzi medi a salire.

Prezzi medi orari del mercato MSD zona NORD – Valori per i servizi a scendere (Acquisto) e a salire (Vendita) 600

500

NORD - Prezzo Medio a SALIRE 2019: 75,88 €/MWh NORD - Prezzo Medio a SCENDERE 2019: 29,38 €/MWh

Prezzo (€/MWh)

400

300

200

100

0 0

1000

2000

3000

4000

NORD_PrezzoMedioVendita

5000

6000

7000

8000

9000

Ore dell’anno

NORD_PrezzoMedioAcquisto

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193

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I case study: Costi di investimento •

I costi Capex ed Opex per la partecipazione al MSD sono differenti tra una partecipazione stand-alone (in cui l’industria partecipa in autonomia) ed altresì l’adesione ad un UVAM, la quale ha sì maggiori costi fissi, ma questi possono considerarsi già coperti dal BSP. Capex ed Opex Partecipazione mediante UVAM

Partecipazione stand-alone Router Connessione 6.000 €

Router Connessione 6.000 €

Sostenuto dal BSP

Unità periferica di monitoraggio (UPM) 1.000 €

Unità periferica di monitoraggio (UPM) 1.000 €/POD

DIFFERENZIALE

Connessione a Terna 12.000 €/anno

Connessione aggregato a Terna 12.000 €/anno

Sostenuto dal BSP

Concentratore 2.000 €

Sostenuto dal BSP

Connessione POD-aggregatore 200 €/anno/POD

DIFFERENZIALE

Piattaforma di gestione 45.000 €/anno

Sostenuto dal BSP

•

Nella valorizzazione annuale dell’attività di partecipazione al MSD si confrontano:

• SPESE: il surplus dei costi di gas naturale (e all’annesso costo della CO2) legato alla fornitura del servizio «a salire»; • RICAVI: i ricavi fissi dalle aste di approvvigionamento a termine (proporzionale al numero dei giorni tra il lunedì ed il venerdì in cui è disponibile la flessibilità a salire nelle ore dalle 14 alle 20) e variabili dal mercato MSD (in funzione del prezzo di vendita).

194

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I case study: L’industria cartaria - Domanda - fabbisogno elettrico • Il fabbisogno elettrico annuale è di 12.580 MWh con un picco di domanda che si verifica nel mese di settembre. Di contro il fabbisogno diminuisca drasticamente nelle 2 settimane centrali di agosto ed il periodo natalizio.

• Il consumo di energia elettrico medio orario è pari a 1.436 kWh con una variazione significativa tra i giorni feriali e festivi.

Fabbisogno elettrico 4500 4000

Fabbisogno [kWh]

3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0

GEN

FEB

MAR

APR

MAG

GIU

LUG

AGO

SET

OTT

NOV

www.energystrategy.it

DIC

195

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I case study: L’industria cartaria - Caratteristiche del CHP - curva di produzione elettrica •

Il cogeneratore presente nello stabilimento è stato dimensionato in base alla curva di profilo dei consumi elettrici. La potenza elettrica nominale del cogeneratore è pari a 2.000 kW. Curva oraria Profilo di consumo

4500

Profilo di generazione CHP

4000

Profilo orario [kWh]

3500 3000 2500 2000 1500 1000 500 0

Ora

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I case study: L’industria cartaria - Caratteristiche del CHP ore di funzionamento • Tipicamente un unità cogenerativa viene attivata quando opera ad almeno al 50% del carico. Nel caso specifico, il cogeneratore opera per 5.634 ore, pari al 64% del tempo delle ore presenti in un anno.

L’energia generata dal cogeneratore annuale è di 10.538 MWh necessaria a coprire l’83,8% del fabbisogno elettrico.

• Considerando che delle 8760 ore presenti in un anno, per 3.126 il cogeneratore è spento, e per altrettante 2.675 ore opera a pieno carico, le rimanenti ore disponibili per offrire servizi di flessibilità sono 2.959 Caratteristiche CHP Potenza nominale CHP [kW]

2.000

Energia generata [MWh]

10.538

Fabbisogno coperto [%]

83,8 %

Ore di funzionamento

5.634

Ore di funzionamento a pieno carico

2.675

Ore disponibili per offrire flessibilità

2.959

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197

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I case study: L’industria cartaria - Caratteristiche del CHPcurva residua disponibile •

Dal profilo di potenza disponibile si osserva come nel mese di massima richiesta di energia elettrica, settembre, il cogeneratore opera a pieno carico, non potendo di conseguenza allocare ulteriore potenza per offrire flessibilità.

Potenza disponibile 1200

Potenza disponibile [kW]

1000

800

600

400

200

0

GEN

198

FEB

MAR

APR

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MAG

GIU

LUG

AGO

SET

OTT

NOV

DIC

I case study: L’industria cartaria - Caratteristiche del CHP flessibilità disponibile • La potenza media oraria disponibile per offrire flessibilità è di 148 kW se considerata rispetto alle ore di funzionamento del cogeneratore, pari al 7,4% della potenza nominale. Se invece considerata rispetto alle ore in cui il cogeneratore è in grado di offrire flessibilità (2.959), la flessibilità media oraria sale a 281 kW, equivalente al 14% della potenza nominale.

Flessibilità disponibile Ore di funzionamento

Ore di funzionamento [%]

2.675

46%

0

0

1.462

26%

0-200

0-10%

728

13%

200-400

10-20%

325

6%

400-600

20-30%

274

5%

600-800

30-40%

168

3%

800-1.000

40-50% -

Flessibilità [kW]

Flessibilità [%]

• Per quasi il 50% del tempo in cui è acceso, il cogeneratore non ha capacità residua per offrire flessibilità. Nel restante 50% delle ore, il cogeneratore è in grado di offrire una quota di flessibilità variabile tra lo 0 ed il 50% della sua potenza nominale. Tuttavia per meno del 10% delle ore, tale quota supera il 30% della capacità nominale. www.energystrategy.it

199

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I case study: L’industria cartaria - Vincoli tecnici •

Il caso considerato non è in grado di erogare una potenza minima di 1 MW, mentre riesce a soddisfare gli altri requisiti necessari per poter offrire servizi di flessibilità alla rete

•

È dunque possibile sia la partecipazione all’MSD sia l’approvvigionamento a termine, purché incluso in una UVAM gestita da un BSP. Vincolo Potenza minima abilitata di 1 MW Attivazione entro 15’ Mantenimento della potenza per almeno 120’ Disponibilità minima di almeno 2h consecutive nella fascia oraria dal lunedì al venerdì Obbligo di offerta per almeno il 70% dei giorni soggetti a disponibilità Partecipazione MSD stand-alone Approvvigionamento a termine stand-alone Partecipazione MSD in UVAM Approvvigionamento a termine in UVAM

200

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Industria cartaria

I case study: L’industria cartaria - Energia ceduta al mercato MSD Zona CSUD • Si considerano valori di offerta tra 80 €/MWh e 160 €/MWh ed una probabilità di chiamata – quando il valore dell’offerta è inferiore al prezzo orario di mercato dell’anno 2019, zona NORD – dall’1% al 10%.

• Naturalmente, all’aumentare del la probabilità di chiamata ed al diminuire del valore dell’offerta, aumenta il quantitativo di energia ceduta.

Valori di energia ceduta in MSD al variare della percentuale di chiamata e della soglia di offerta 70.000

Energia a MSD (kWh/anno)

60.000 50.000 40.000 30.000 20.000 10.000 0 0%

5%

10%

Tasso di chiamata 80 €/MWh

120 €/MWh

160 €/MWh

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201

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I case study: L’industria cartaria - Partecipazione a MSD zona CSUD •

Analizzando l’inclusione del caso studio in una UVAM, con la modalità partecipazione all’MSD, non si prevede una remunerazione fissa. I ricavi, perciò, derivano esclusivamente dall’energia venduta all’MSD. Allo stesso tempo, i costi sostenuti nel caso di aggregazione in UVAM sono marginali, pari a 1.000 € per l’UPM (più 200 €/anno per la connessione POD). Interessante osservare, dato il prezzo medio di vendita molto elevato nella zona CSUD (166 €/MWh) che sulla remunerazione finale influisce in maniera più significativa il tasso di chiamata rispetto al prezzo minimo di accettazione.

Flusso di cassa aggiuntivo al variare della soglia di offerta e della percentuale di chiamata 8.000 7.000

Cashflow (€/anno)

6.000 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 0 0%

5%

10%

Tasso di chiamata 80 €/MWh

202

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120 €/MWh

160 €/MWh

I case study: L’industria cartaria - Energia ceduta al mercato MSD Zona Nord • Effettuando le medesime simulazioni ipotizzando che l’unità sia installata nell’area di mercato Nord si osserva come la variabile che influisce di più sia il prezzo soglia, invece che il tasso di chiamata. Questo perché il prezzo medio di vendita all’MSD nella zona Nord risulta significativamente inferiore rispetto alla zona Csud (85 € rispetto ai 166 €).

• Infatti, nel caso in cui, l’operatore decidesse di accettare offerte solo superiori ai 160 €, il tasso di chiamata risulta praticamente ininfluente, rispetto all’energia movimentata

Valori di energia ceduta in MSD al variare della percentuale di chiamata e della soglia di offerta

Energia a MSD (kWh/anno)

60.000 50.000 40.000 30.000 20.000 10.000 0 0%

5%

10%

Tasso di chiamata 80 €/MWh

120 €/MWh

160 €/MWh

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4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I case study: L’industria cartaria - Partecipazione a MSD zona Nord •

Differenza tra i prezzi delle 2 zone che influenza significativamente anche la remunerazione derivanti dalla vendita di energia.

•

Si osserva infatti, come solamente con un tasso di chiamata del 10% ed un prezzo soglia di 80 €/ MWh, i flussi di cassa risultano superiori ai 600 €. Di contro, con un tasso di chiamata dell’1% o un prezzo soglia superiore ai 160 €/MWh, i ricavi derivanti non sono sufficienti a coprire i costi, generando un flusso di cassa negativo.

Flusso di cassa aggiuntivo al variare della soglia di offerta e della percentuale di chiamata 800

Cashflow (€/anno)

600

400

200

0

-200 0%

5%

10%

Tasso di chiamata

204

80 €/MWh

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120 €/MWh

160 €/MWh

I case study: L’industria cartaria - Messaggi chiave • I risultati dello studio evidenziano come un cogeneratore che sia in grado di supplire a poco più dell’80% del fabbisogno elettrico di un’industria cartaria, sia in grado di offrire una quota potenza alla rete per circa 3.000 ore anno (53% delle ore di funzionamento).

• Energia disponibile che tuttavia varia in funzione della stagione ma anche della specifica ora. Complessivamente, l’unità è in grado di fornire, mediamente, una quota di potenza pari al 14% della potenza nominale per le 2.959 ore in cui non opera a pieno regime (ore in cui non è in grado di fornire flessibilità alla rete).

• Dal momento che il cogeneratore non è in grado di fornire almeno un MW per ogni ora in cui ha potenza disponibile, l’unità non può partecipare individualmente al progetto pilota ma deve essere inquadrata all’interno di una UVAM gestita da un BSP. • In questa specifica configurazione, i costi di investimento a carico del soggetto proprietario dell’unità sono limitati (con la condizione che il 30% dei ricavi siano poi in capo al BSP). Di conseguenza, anche in mancanza di un corrispettivo fisso, l’investimento risulta sostenibile in quasi tutte le configurazioni analizzate.

• L’investimento risulta non conveniente nel caso in cui l’unità sia installata nell’area di mercato NORD con un tasso di chiamata inferiore al 5% o con un tasso di chiamata pari al 5% ed un prezzo soglia pari o superiore a 120 €/MWh

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205

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I case study: L’industria alimentare - Domanda: fabbisogno elettrico •

Il secondo case study presentato, riguarda un’industria alimentare per la produzione e conserva di prodotti surgelati, caratterizzata da un elevato profilo di consumo elettrico.

•

Peculiarità dello stabilimento, è la presenza di un impianto ibrido, con un unità cogenerativa accoppiata ad un impianto fotovoltaico.

Fabbisogno elettrico

206

Fabbisogno elettrico stabilimento [MWh]

11.595

Energia prodotta da fotovoltaico [MWh]

1.058

Fabbisogno elettrico stabilimento con FV [MWh]

10.550

Energia venduta in rete [MWh]

13

% di autoconsumo fotovoltaico

98%

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I case study: L’industria alimentare - Domanda: fabbisogno elettrico • Il fabbisogno elettrico annuale è di 10.550 MWh con un picco di domanda che si verifica tra Maggio e Giugno. Di contro il fabbisogno diminuisca drasticamente nelle 2 settimane centrali di agosto ed il periodo natalizio.

• Il consumo di energia elettrico medio orario è pari a 1.204 kWh.

Fabbisogno elettrico stabilimento con FV 4000 3500 3000 2500 2000 1500 1000 500

1 125 249 373 497 621 745 869 993 1117 1241 1365 1489 1613 1737 1861 1985 2109 2233 2357 2481 2605 2729 2853 2977 3101 3225 3349 3473 3597 3721 3845 3969 4093 4217 4341 4465 4589 4713 4837 4961 5085 5209 5333 5457 5581 5705 5829 5953 6077 6201 6325 6449 6573 6697 6821 6945 7069 7193 7317 7441 7565 7689 7813 7937 8061 8185 8309 8433 8557 8681

0

GEN

FEB

MAR

APR

MAG

GIU

LUG

AGO

SET

OTT

NOV

www.energystrategy.it

DIC

207

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I case study: L’industria alimentare - Caratteristiche del CHP ore di funzionamento •

Tipicamente un unità cogenerativa viene attivata quando opera ad almeno al 50% del carico. Nel caso specifico, il cogeneratore opera per 6.055 ore, pari al 69% del tempo delle ore presenti in un anno.

L’energia generata dal cogeneratore annuale è di 6.175 MWh necessaria a coprire il 58,5% del fabbisogno elettrico.

•

Considerando che delle 8760 ore presenti in un anno, per 2.705 il cogeneratore è spento, e per altrettante 3.346 ore opera a pieno carico, le rimanenti ore disponibili per offrire servizi di flessibilità sono 2.709 Caratteristiche CHP

208

Potenza nominale CHP [kW]

1.140

Energia generata [MWh]

6.175

Fabbisogno coperto [%]

58,5 %

Ore di funzionamento

6.055

Ore di funzionamento a pieno carico

3.346

Ore disponibili per offrire flessibilità

2.709

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I case study: L’industria alimentare - Caratteristiche del CHP curva residua disponibile • Dal profilo di potenza disponibile si osserva come nel mese di massima richiesta di energia elettrica, maggio, il cogeneratore opera spesso a pieno carico, riducendo di conseguenza la potenza disponibile per offrire flessibilità.

• La presenza del fotovoltaico, tuttavia, riduce il fabbisogno dello stabilimento nelle ore centrali della giornata abilitando così una maggior potenza disponibile da parte del cogeneratore.

Potenza disponibile 600

Potenza disponibile [kW]

500

400

300

200

100

0

GEN

FEB

MAR

APR

MAG

GIU

LUG

AGO

SET

OTT

NOV

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DIC

209

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I case study: L’industria alimentare - Caratteristiche del CHP flessibilità disponibile •

La potenza media oraria disponibile per offrire flessibilità è di 120 kW se considerata rispetto alle ore di funzionamento del cogeneratore, pari all‘11,8% della potenza nominale. Se invece considerata rispetto alle ore in cui il cogeneratore è in grado di offrire flessibilità (2.709), la flessibilità media oraria sale a 268 kW, equivalente al 23,5% della potenza nominale.

Flessibilità disponibile

•

Ore di funzionamento

Ore di funzionamento [%]

3.346

55%

0

0

682

11%

0-114

0-10%

598

10%

114-228

10-20%

435

7%

228-342

20-30%

407

7%

342-456

30-40%

587

10%

456-570

40-50% -

Flessibilità [kW]

Flessibilità [%]

Per più 50% del tempo in cui è acceso, il cogeneratore non ha capacità residua per offrire flessibilità.

Nel restante 45% delle ore, il cogeneratore è in grado di offrire una quota di flessibilità variabile tra lo 0 ed il 50% della sua potenza nominale. Da sottolineare come per il 10% delle ore, tale quota supera il 40% della capacità nominale.

210

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I case study: L’industria alimentare - Vincoli tecnici • Il caso considerato non è in grado di erogare una potenza minima di 1 MW, mentre riesce a soddisfare gli altri requisiti necessari per poter offrire servizi di flessibilità alla rete • È dunque possibile sia la partecipazione all’MSD sia l’approvvigionamento a termine, purché incluso in una UVAM gestita da un BSP. Vincolo

Industria cartaria

Potenza minima abilitata di 1 MW Attivazione entro 15’ Mantenimento della potenza per almeno 120’ Disponibilità minima di almeno 2h consecutive nella fascia oraria dal lunedì al venerdì Obbligo di offerta per almeno il 70% dei giorni soggetti a disponibilità Partecipazione MSD stand-alone Approvvigionamento a termine stand-alone Partecipazione MSD in UVAM Approvvigionamento a termine in UVAM

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211

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I case study: L’industria alimentare - Energia ceduta al mercato MSD Zona CSUD •

Si considerano valori di offerta tra 80 €/MWh e 160 €/MWh ed una probabilità di chiamata – quando il valore dell’offerta è inferiore al prezzo orario di mercato dell’anno 2019, zona NORD – dall’1% al 10%.

•

Naturalmente, all’aumentare del la probabilità di chiamata ed al diminuire del valore dell’offerta, aumenta il quantitativo di energia ceduta.

Valori di energia ceduta in MSD al variare della percentuale di chiamata e della soglia di offerta 50.000

Energia a MSD (kWh/anno)

45.000 40.000 35.000 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0 0%

5%

10%

Tasso di chiamata 80 €/MWh

212

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120 €/MWh

160 €/MWh

I case study: L’industria alimentare - Partecipazione a MSD zona CSUD • Analizzando l’inclusione del caso studio in una UVAM, con la modalità partecipazione all’MSD, non si prevede una remunerazione fissa. I ricavi, perciò, derivano esclusivamente dall’energia venduta all’MSD. Allo stesso tempo, i costi sostenuti nel caso di aggregazione in UVAM sono marginali, pari a 1.000 € per l’UPM (più 200 €/anno per la connessione POD). Interessante osservare, dato il prezzo medio di vendita molto elevato nella zona CSUD (166 €/MWh) che sulla remunerazione finale influisce in maniera più significativa il tasso di chiamata rispetto al prezzo minimo di accettazione.

Flusso di cassa aggiuntivo al variare della soglia di offerta e della percentuale di chiamata 7.000

Cashflow (€/anno)

6.000 5.000 4.000 3.000 2.000 1.000 0 0%

5%

10%

Tasso di chiamata 80 €/MWh

120 €/MWh

160 €/MWh

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213

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I case study: L’industria alimentare - Energia ceduta al mercato MSD Zona Nord •

Effettuando le medesime simulazioni ipotizzando che l’unità sia installata nell’area di mercato Nord si osserva come la variabile che influisce di più sia il prezzo soglia, invece che il tasso di chiamata.

Questo perché il prezzo medio di vendita all’MSD nella zona Nord risulta significativamente inferiore rispetto alla zona Csud (85 € rispetto ai 166 €).

•

Infatti, nel caso in cui, l’operatore decidesse di accettare offerte solo superiori ai 160 €, il tasso di chiamata risulta praticamente ininfluente, rispetto all’energia movimentata Valori di energia ceduta in MSD al variare della percentuale di chiamata e della soglia di offerta 45.000

Energia a MSD (kWh/anno)

40.000 35.000 30.000 25.000 20.000 15.000 10.000 5.000 0 0%

5%

Tasso di chiamata 80 €/MWh

214

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120 €/MWh

160 €/MWh

10%

I case study: L’industria alimentare - Partecipazione a MSD zona Nord • Differenza tra i prezzi delle 2 zone che influenza significativamente anche la remunerazione derivanti dalla vendita di energia.

• Si osserva infatti, come solamente con un tasso di chiamata del 10% ed un prezzo soglia di 80 €/ MWh, i flussi di cassa risultano superiori ai 600 €. Di contro, con un tasso di chiamata dell’1% o un prezzo soglia superiore ai 160 €/MWh, i ricavi derivanti non sono sufficienti a coprire i costi, generando un flusso di cassa negativo.

Flusso di cassa aggiuntivo al variare della soglia di offerta e della percentuale di chiamata 600

Cashflow (€/anno)

400

200

0

-200 0%

5%

10%

Tasso di chiamata 80 €/MWh

120 €/MWh

160 €/MWh

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215

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

I case study: L’industria alimentare - Messaggi chiave •

I risultati dello studio evidenziano come un cogeneratore che sia in grado di supplire a poco meno dell’60% del fabbisogno elettrico di un’industria cartaria, sia in grado di offrire una quota potenza alla rete per circa 2.700 ore anno (45% delle ore di funzionamento).

•

Energia disponibile che tuttavia varia in funzione della stagione ma anche della specifica ora. Complessivamente, l’unità è in grado di fornire, mediamente, una quota di potenza pari al 24% della potenza nominale per le 2.705 ore in cui non opera a pieno regime (ore in cui non è in grado di fornire flessibilità alla rete).

•

Dal momento che il cogeneratore non è in grado di fornire almeno un MW per ogni ora in cui ha potenza disponibile, l’unità non può partecipare individualmente al progetto pilota ma deve essere inquadrata all’interno di una UVAM gestita da un BSP.

•

In questa specifica configurazione, i costi di investimento a carico del soggetto proprietario dell’unità sono limitati (con la condizione che il 30% dei ricavi siano poi in capo al BSP). Di conseguenza, anche in mancanza di un corrispettivo fisso, l’investimento risulta sostenibile in quasi tutte le configurazioni analizzate.

•

L’investimento risulta non conveniente nel caso in cui l’unità sia installata nell’area di mercato NORD con un tasso di chiamata inferiore al 5% o con un tasso di chiamata pari al 5% ed un prezzo soglia pari o superiore a 160 €/MWh

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I case study: Analisi dei risultati • I 2 case study analizzati evidenziano come l’utilizzo di un’unità cogenerativa per offrire flessibilità alla rete sia in grado di garantire un flusso di cassa aggiuntivo, a determinate condizioni.

• Il fattore che influenza maggiormente la sostenibilità economica, è il prezzo di vendita all’MSD. In quest’ottica un unità installata nell’area di mercato CSUD, dove i prezzi medi sono significativamente più alti, garantisce un flusso di cassa positivo indipendentemente dal tasso di chiamata e dal prezzo soglia fissato.

• Di contro, un’unità cogenerativa installata nell’area di mercato NORD, risulta economicamente vantaggiosa solamente con un prezzo soglia di offerta basso (80 €/MWh) e con un tasso di chiamata del 10%. Nelle altre configurazioni, il flusso di cassa risulta irrilevante se non, in alcuni casi, negativo.

• Comparando i 2 casi, è interessante sottolineare come gli economics siano molto simili, nonostante l’unità installata nel secondo caso copra un fabbisogno significativamente minore rispetto al primo, e di conseguenza, avendo meno potenza disponibile per offrire flessibilità. Tuttavia, la presenza di un impianto fotovoltaico, che riduce il fabbisogno durante le ore centrali della giornata, abilita una maggior disponibilità di potenza da parte dell’unità cogenerativa.

• Va infine considerato come nei casi analizzati, non sia stato preso in considerazione il corrispettivo fisso garantito da Terna, che aumenterebbe la remuneratività dei casi. Corrispettivo che, tuttavia, seppur oggi presente non è certo che sia presente anche nei prossimi anni.

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217

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

Messaggi chiave • Nonostante i progetti pilota UVAM siano attivi da un anno, hanno avuto un impatto molto rilevante nel settore industriale, testimoniato dal fatto che oltre l’80% delle industrie è a conoscenza del meccanismo.

• E’ tuttavia da segnalare che ad oggi meno del 10% partecipa attivamente ai progetti pilota.

•

La tecnologia maggiormente diffusa per offrire flessibilità alla rete, tramite i progetti pilota, è la cogenerazione, utilizzata nel 70% dei casi. Come logica conseguenza, i comparti dove la tecnologia di cogenerazione è più diffusa (carta, chimico e alimentare), risultano anche i comparti con più progetti attivi. Il restante 30% è coperto da tecnologie specifiche del processo produttivo.

•

Le simulazioni effettuate hanno evidenziato come, anche in assenza del corrispettivo fisso, la partecipazione ai progetti pilota tramite un’unita di cogenerazione possa garantire un flusso di cassa addizionale positivo, seppur non particolarmente significativo, nella maggior parte delle configurazioni analizzate.

•

Dalle analisi risulta anche che il parametro che influenza maggiormente la remuneratività sia il prezzo di vendita all’MSD. Un impianto localizzato nel sud del paese, infatti, ha un flusso di cassa significativamente maggiore rispetto ad un impianto localizzato nel nord. A tal proposito, il prevedibile aumento dei prezzi di mercato nei prossimi anni, dettato da una maggior penetrazione delle fonti di energia rinnovabili, potrebbe aumentare in maniera consistente gli introiti derivanti dalla partecipazione ai progetti attraendo un sempre maggior numero di attori.

218

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Indice capitolo

Il mercato del fotovoltaico nel settore industriale

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219

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

Il fotovoltaico nel settore industriale: Il parco installato • Secondo il rapporto del GSE, al 31/12/18, la capacità fotovoltaica installata nel settore industriale è di 9.812 MW pari al 49% della potenza complessiva installata. Il settore industriale è perciò il comparto con la maggior potenza installata, nonostante in termini di numero di impianti installati copre una quota appena superiore al 4% (circa 33.500 impianti).

# impianti installati 90,0%

Potenza installata 60,0%

81,5%

80,0%

48,8%

50,0% 70,0% 60,0%

40,0%

50,0% 30,0%

40,0%

22,4% 20,0%

30,0%

12,9%

20,0% 10,0%

11,0%

0,0%

220

10,0%

4,1%

3,5% Agricoltura

15,9%

Domestico

Industria

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Terziario

0,0% Agricoltura

Domestico

Industria

Terziario

Il fotovoltaico nel settore industriale: La suddivisione per taglia •

All’interno del settore industriale, sono considerati sia gli impianti predisposti a soddisfare il fabbisogno energetico dell’industria, sia gli impianti adibiti esclusivamente alla produzione di energia. Al fine di considerare i 2 segmenti in maniera distinta, gli impianti con potenza maggiore di 1 MW sono stati considerati come impianti funzionali alla produzione di energia.

• Considerando solamente gli impianti utilizzati per coprire il fabbisogno energetico, pari a circa il 65% dell’installato nel settore industriale, la potenza installata rispetto al parco complessivo equivale al 31,9%.

Potenza installata per taglia nel settore industriale 60% 49%

50% 40% 30% 20%

18%

14%

16%

10% 2% 0%

<20 kW

20-200 kW

200-1000 kW

1000-5000 kW

>5000 kW

Taglia media [kW]

Potenza installata [%

20-1000

65

6.408

autoconsumo

>1000

35

3.404

produzione di energia

Potenza installata [MW]

Funzione

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221

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

Il fotovoltaico nel settore industriale: La suddivisione per taglia degli impianti di autoconsumo •

Considerando esclusivamente gli impianti utilizzati per soddisfare i fabbisogni energetici, si osserva come il 75% della potenza sia distribuita tra impianti con una taglia compresa tra i 200 ed i 1000 kW. La potenza installata degli impianti con una taglia compresa tra 20 e 200 kW è pari al 22%, mentre solamente il 3% della potenza appartiene ad impianti con una taglia inferiore ai 20 kW.

Potenza impianti per autoconsumo

Potenza impianti per autoconsumo [MW] 6000

3% 4829

5000

Potenza installata [MW]

22%

75%

4000 3000 2000 1408

-

1000 197

200-1000 kW

222

20-200 kW

< 20 kW

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0 <20 kW

20-200 kW

200-1000 kW

Il fotovoltaico nel settore industriale: Il mercato del 2019 potenza installata

â&#x20AC;˘ Basandosi sulle informazioni fornite da Terna riguardo agli impianti connessi nel 2019, si denota una crescita della potenza installata in tutte le fasce di taglia, tipiche del settore industriale, ad eccezione della fascia 500-1.000 kW. â&#x20AC;˘ Complessivamente la potenza installata nel 2019, nella fascia 20-1.000 kW è stata di 221 MW pari ad un incremento del 22,1% rispetto alle installazione del 2018 Nuova potenza installata [MW] 100

92,6

Potenza installata [MW]

90 80

75,8

70

63,4

60 45

50 40

42,4

34,4

30

18,4

20

16,2

10 0

20-100 kW

100-200 kW 2018

Taglia media [kW]

200-500 kW

500-1000 kW

2019

Variazione % 2018-2019

20-1000 100-200 kW

18% 24%

200-500 kW 500 kW-1000 kW

33% -14% www.energystrategy.it

223

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

Il fotovoltaico nel settore industriale: Il mercato del 2019 potenza installata •

Al fine di identificare la potenza installata nel 2019 esclusivamente nel comparto industriale, è stato considerata la percentuale di installato nel settore industriale (al 2018) nelle 2 fasce di potenza.

• Ipotizzando di mantenere la medesima proporzione per le installazioni effettuate nel 2019, è stata stimata la capacità installata nel settore industriale •

Complessivamente, nel 2019 sono stati installati 98,5 MW di potenza fotovoltaica per autoconsumo nel settore industriale.

Potenza installata industria [MW]

45,0

40,1

Potenza installata [MW]

40,0 35,0

32,4

30,0 25,0 20,0

15,8

15,0

10,2

10,0 5,0 0,0

20-100 kW

100-200 kW

200-500 kW

500-1000 kW

Titolo asse

-

224

Taglia media [kW]

Capacità installata industria [%]

20-1000 200-1.000 kW

35% 60-65%

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Il fotovoltaico nel settore industriale: La sostenibilità economica costo della tecnologia • Il principale fattore che ha portato sempre un maggior interesse da parte del settore industriale nell’investire in impianti fotovoltaici è stata la progressiva riduzione dei costi.

• Nel 2019, il costo degli impianti nella fascia 20-200 kW ha registrato una riduzione del 10%, mentre per gli impianti nella fascia 200-1.000 kW la riduzione è stata del 15% per un costo al kW installato di 1.100 €.

Costo della tecnologia [€/kW] 1.600 1.500

Costo [€/kWk]

1.400 1.300 1.200 1.100 1.000 900 800 2018

2019 20-200 kW

200-1000 kW

• Nel 2019, il mercato del fotovoltaico nel settore industriale ha registrato un volume di affari pari a 120 mln di €. Di questi, 65 derivanti da impianti con potenza compresa tra 20-200 kW e 55 da impianti con potenza compresa tra 200-1.000 kW www.energystrategy.it

225

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

Il fotovoltaico nel settore industriale: La sostenibilità economica l’autoconsumo •

Oltre alla riduzione progressiva dei costi, un altro fattore che influisce sulla sostenibilità economica dell’investimento è la quota di autconsumo. Con una quota di autoconsumo che sia pari o superiore all’85% si ha un ritorno dell’investimento in 5 anni, circa la metà rispetto ad un impianto che ha una quota di autoconsumo del 50% (valore che varia in base alla localizzazione dell’impianto).

Sostenibilità economica autoconsumo 90%

Quota autoconsumo [%]

80% 70% 60% 50% 40% 30% 4

5

6

7

8

9

10

11

Payback time [anni]

•

Tempi di ritorno dell’investimento che variano per la differenza tra il prezzo medio di acquisto dell’energia (circa 140 €/MWh per le industrie non energivore e 125-130 €/MWh per le energivore) ed il PUN (prezzo a cui viene venduta la quota non autoconsumata) che nel 2019 era di circa 52 €/MWh.

226

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Il fotovoltaico nel settore industriale: Lâ&#x20AC;&#x2122;autoconsumo nel settore industriale â&#x20AC;˘ La quota di autoconsumo nel settore industriale, epurati gli impianti per la sola produzione di energia, risulta assieme al terziario la piĂš alta tra i vari settori, con un valore pari al 42%. Nonostante la quota di energia autoconsumata media sia ancora inferiore al 50%, si riscontra un progressivo aumento negli ultimi 5 anni, a testimonianza di come gli impianti installati di recente siano stato dimensionati in modo da incrementare la quota di autoconsumo.

Quota autoconsumo nel settore industriale 45%

42%

40%

Quota autoconsumo [%]

35%

37% 32%

36%

33%

30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% 2014

2015

2016

2017

2018

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227

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

Il fotovoltaico nel settore industriale: I modelli di business •

Il crescente interesse da parte del settore industriale nel fotovoltaico, ha portato una buona parte degli operatori di efficienza energetica, ad includere nella platea di tecnologie offerte anche il fotovoltaico.

•

Con l’ingresso delle ESCo nel settore fotovoltaico, si è riscontrata anche un evoluzione dei modelli di business con cui gli impianti fotovoltaici vengono offerti ai clienti. Nonostante la vendita «chiavi in mano» rimanga ancora la tipologia di forma contrattuale maggiormente utilizzata nel 2019 (85% dei casi), si denota una crescita di forme contrattuali tipiche delle ESCo, come il servizio energia o il noleggio operativo.

I modelli di business nel fotovoltaico 15%

85%

Turnkey

228

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Modello ESCo

Il fotovoltaico nel settore industriale: I modelli di business • Tipicamente il turnkey è sempre stata la formula prevalente anche per la relativa semplicità della tecnologia, la quale non richiede elevate competenze tecniche per la gestione e l’ottimizzazione delle perfomance, a differenza di tecnologie più complesse come la cogenerazione. Tuttavia, la maggior consapevolezza relativa al concetto di autoconsumo, sta spingendo il settore industriale a rivolgersi sempre più di frequente ad operatori specializzati, non solo per il dimensionamento ma anche per la gestione degli impianti in modo da massimizzare la quota di autoconsumo

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229

4. Efficienza e flessibilità: contesto, evoluzione ed analisi di case study

Messaggi chiave •

Focalizzandoci sul comparto industriale, la nuova capacità installata fotovoltaica, in ottica autoconsumo, è stata di circa 100 MW (14% del totale), dei quali quasi il 50% rientranti nella fascia 200-500 kW. Più in generale si è riscontrata una crescita di tutte le fasce di taglia tipiche del comparto industriale (20-1.000 kW), ad eccezioni degli impianti compresi tra i 500 e i 1.000 kW.

•

Le nuove installazioni hanno generato un valore di mercato pari a 120 mln €, suddivisi quasi egualmente tra le fasce 20-200 kW e 200 kW-1.000 kW.

•

Dall’analisi condotta, infine, si evidenzia un sempre maggior interesse da parte del comparto industriale nella tecnologia fotovoltaica. Interesse che ha portato un sempre maggior numero di player operanti nel settore dell’efficienza energetica, ad offrire il fotovoltaico tra le soluzioni proposte. Come conseguenza, si è riscontrato anche un evoluzione dei modelli di business con una percentuale crescente di impianti venduti in modalità ESCo, nonostante il turnkey rimanga di gran lunga la forma contrattuale più diffusa (85% delle installazioni).

230

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Lâ&#x20AC;&#x2122;efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico Partner

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231

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Obiettivi del capitolo • Il seguente capitolo è dedicato al settore dei trasporti con particolare riferimento al trasporto pubblico locale (TPL).

• Nella prima sezione del capitolo si analizzano quali sono gli obiettivi del PNIEC afferenti al settore dei trasporti e quali siano le principali misure che vengono proposte.

• Nella seconda sezione del capitolo si analizza il settore del trasporto pubblico locale, presentando un quadro generale su investimenti e le misure di efficientamento energetico maggiormente adottate.

• Nella terza sezione del capitolo si presenta un’analisi che illustra l’iter per effettuare una diagnosi energetica nel settore del trasporto pubblico locale.

232

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PNIEC: Gli obiettivi generali • All’interno del PNIEC sono diversi gli obiettivi fissati al 2030 per i vari ambiti: • Riduzione delle emissioni a effetto serra di almeno il 40% a livello EU rispetto al 1990 (-33% rispetto al 2005). L’obiettivo è ripartito tra i settori ETS (industrie energetiche, settori industriali energivori e aviazione) e non ETS (trasporti, residenziale, terziario, industria non ricadente nel settore ETS, agricoltura e rifiuti) che dovranno registrare rispettivamente un -43% e un -30% rispetto all’anno 2005.

• Incrementare la quota di energia prodotta da FER nei consumi finali lordi di energia del 30%.

• Riduzione dei consumi pari al 43% dell’energia primaria e al 39,7% dell’energia finale rispetto allo scenario di riferimento PRIMES 2007. L’obiettivo di efficienza energetica si traduce in un consumo interno lordo al 2030 pari a 132 Mtep ed un consumo finale di energia pari a 103,8 Mtep.

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233

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

PNIEC: Gli obiettivi nel settore dei trasporti •

Facendo specifico riferimento al settore dei trasporti si pone l’obbiettivo su:

Riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (2030 rispetto al 2005) del 30% per i settori non ETS.

Incrementare la quota di energia prodotta da FER nei consumi finali lordi di energia del 10% al 2020 e del 22% al 2030.

Incrementare i risparmi su consumi finali tramite regimi obbligatori di efficienza energetica dello 0,8% (media dei consumi di energia finale negli anni 2016, 2017 e 2018) annuo al 2030.

234

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Gli obiettivi nel settore dei trasporti: Emissioni a effetto serra • All’interno del documento viene fissata una riduzione delle emissioni di 46 MtCO2eq (-36,8%) al 2030 rispetto ai valori del 2005, dovuto alla graduale sostituzione del parco veicolare, ad uno sviluppo della mobilità condivisa/pubblica e alla progressiva diffusione di mezzi caratterizzati da consumi energetici ridotti e da emissioni di CO2 molto basse o pari a 0.

• Di seguito si riportano la traiettoria delle emissioni nel settore NON ETS e la riduzione percentuale delle emissioni nel settore dei trasporti:

Mton CO2eq

300

35%

26,4%

250

25,6%

24%

200

20%

150

0

10%

8% 0% 2005

25% 15%

100 50

30% 20%

19,2%

16%

40%

5% 0%

2010

2015

2020

2025

2030

Titolo asse NON ETS

NON ETS - Scenario BASE

NON ETS - Scenario PNIEC

TRASPORTI

TRASPORTI - Scenario BASE

TRASPORTI - Scenario PNIEC

% riduzione emissioni (Trasporti)

36,8%

350

Note: i. Lo scenario BASE descrive un’evoluzione del sistema energetico con politiche e misure correnti. ii. Lo scenario PNIEC quantifica gli obiettivi strategici contenuti all’interno del PNIEC. www.energystrategy.it

235

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Gli obiettivi nel settore dei trasporti: Emissioni a effetto serra •

Analizzando gli obiettivi fissati con lo scenario BASE e lo scenario PNIEC, il contributo del settore dei trasporti relativamente al settore non ETS contribuirà per una riduzione delle emissioni rispettivamente pari al -37,6% ed al -40%.

•

Analogamente, valutando gli obiettivi per il totale delle emissioni nazionali, con lo scenario BASE e lo scenario PNIEC, il contributo del settore dei trasporti consentirà una riduzione rispettivamente pari al 16,2% ed al 23,3%.

Valori 2005 – Italia

Obiettivi 2030

Obiettivi 2030 – Sc. BASE

[Mton CO2eq]

EU

Italia

[Mton CO2eq]

% Rid.

[Mton CO2eq]

% Rid.

Totale

581

-40%

-40%

384

-36%

328

-43,5%

ETS

248

-43%

-43%

137

-45%

109

-56%

Non ETS

330

-30%

-33%

245

-26%

216

-34,5%

Trasporti (non ETS)

125

-

-

93

-25,6%

79

-36,8%

Note: i. i Lo scenario BASE descrive un’evoluzione del sistema energetico con politiche e misure correnti. ii. Lo scenario PNIEC quantifica gli obiettivi strategici contenuti all’interno del PNIEC.

236

Obiettivi 2030 –Sc. PNIEC

Emissioni effetto serra

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Gli obiettivi nel settore dei trasporti: Quota FER â&#x20AC;˘ La direttiva europea RED II fissa un target specifico per la quota FER nel settore dei trasporti pari al 14% (obbligo per i fornitori di carburante ed energia elettrica). Con il PNIEC si prevede che il settore dei trasporti superi la soglia del 14%, aumentando lâ&#x20AC;&#x2122;obbligo in capo ai fornitori di carburanti e di energia elettrica per i trasporti fino ad arrivare a una quota del 22%. â&#x20AC;˘ Di seguito sono riportate la traiettoria della quota FER e dei consumi finali lordi di energia nel set-

25%

34

22,0% 20,1% 20%

33 32 31 30 29 28

4,6%

27

5,7% 5,6% 4,8% 4,3%

6,5%

5,5%

6,7%

7,8%

8,9%

9,9%

11,0%

12,1%

13,2%

14,4%

15,8%

17,2%

18,6%

15% 10% 5% 0%

Consumi finali lordi nei trasporti rilevati (Mtep) - RED II

Consumi finali lordi nei trasporti previsti (Mtep) - RED II

Quota FER elettrica rilevata

Quota FER elettrica prevista

2030

2029

2028

2027

2026

2025

2024

2023

2022

2021

2020

2019

2018

2017

2016

2015

2014

2013

2012

26

www.energystrategy.it

Quota di copertura dei consumi da FER [%]

35

2011

Consumi lordi [Mtep]

tore dei trasporti:

237

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Gli obiettivi nel settore dei trasporti: Quota FER •

Il ruolo delle FER nei trasporti è significativo nel calcolo del target rinnovabile complessivo. Il mix ottimale per il raggiungimento del target appare dato dai contributi orientativi delle diverse tipologie di carburanti ottenuti da fonti rinnovabili, come di seguito riportato.

2.055

1.668

3.367

4.151

2.114

6.050

2.000

ktep

1.500

1.616

1.530

1.000

788

700703

500 0

1.390 1.260

1.344

265 18

234 8

239 18

2016

710 305 220

655 504 342

710

2025

2030

470

8 2017

2022

Biocarburanti avanzati

Biocarburanti double counting non avanzati

Biocarburanti single counting

Quota rinnovabile dell'energia elettrica su strada

Quota rinnovabile dell'energia elettrica su rotaia

Note: I valori riportati tengono conto dei criteri di calcolo (fattori moltiplicativi) definiti dalla Direttiva RED II.

238

1.140

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

Gli obiettivi nel settore dei trasporti: Quota FER • Mantenendo un’evoluzione del sistema energetico con le misure e politiche vigenti non si riuscirà a raggiungere gli obiettivi fissati al 2030.

• Il settore dei trasporti, con lo scenario BASE e lo scenario PNIEC, contribuirà per una quota FER nei consumi finali lordi pari rispettivamente al 7,4% ed al 7% (i valori sono indicati al netto dei fattori moltiplicativi).

Consumo di energia

Lordo EU

Italia

Totale

32%

Finale lorda nei trasporti

14%

Obiettivi 2030 –Sc. PNIEC

Obiettivi 2030 – Sc. BASE

Obiettivi 2030

Lordo

FER

FER

[Mtep]

[Mtep]

%

[Mtep]

[Mtep]

%

30%

119

25,2

21,2%

111,4

33,4

30%

22%

29,9**

3,4* (1,88)

11,3%

27,5**

6,0* (2,33)

22%

(*) I valori tengono conto dei criteri di calcolo definiti dalla Direttiva RED II, tra parentesi si riporta il valore al netto dei fattori moltiplicativi. (**) DISCLAIMER: i valori riportati sono riferiti a dati forniti da GSE e RSE (PNIEC, dicembre 2019) Note i. Lo scenario BASE descrive un’evoluzione del sistema energetico con politiche e misure correnti. ii. Lo scenario PNIEC quantifica gli obiettivi strategici contenuti all’interno del PNIEC.

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239

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Gli obiettivi nel settore dei trasporti: Efficienza energetica •

Gli obiettivi in termini di efficienza energetica nel settore dei trasporti costituiscono la quota più rilevante dopo il settore residenziale, con una riduzione dei consumi pari a 2,6 Mtep per l’anno 2030 (nella quota è incluso anche il trasporto privato).

•

Gli interventi di maggiore interesse riguardano quelli afferenti lo spostamento della mobilità passeggeri privata verso la mobilità collettiva e/o smart mobility, del trasporto merci da gomma a rotaia e all’efficientamento dei veicoli.

10

8

2,6 1

Mtep

6

2

9,3

2,4

4

3,3

0 Residenziale

240

Terziario

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

Industria

Trasporti

Totale

Gli obiettivi nel settore dei trasporti: Efficienza energetica • Il settore dei trasporti, con lo scenario BASE e lo scenario PNIEC, contribuirà per una quota di riduzione dei consumi di energia (rispetto allo scenario PRIMES 2007) rispettivamente per il 32,1% ed il 37%.

Consumo di energia

Valori PRIMES 2007*

Obiettivi 2030 (vs PRIMES 2007)

Obiettivi 2030 Sc. BASE

Obiettivi 2030 Sc. PNIEC

[Mtep]

EU

Italia

[Mtep]

% Rid.

[Mtep]

% Rid.

Primaria

231

-32,5%

-43%

135,7

41,3%

124,7

46%

Secondaria

172

-

-39,7%

113,8

34%

103,8

39,7%

Trasporti

56

-

-

38,0**

32,1%

35,3**

37%

(*) Fonte: European Energy and Trasport; Trends to 2030 – update 2007 (**) DISCLAIMER: i valori riportati sono riferiti a dati forniti da RSE (PNIEC, dicembre 2019) e risultano in contrasto con i dati mostrati precedentemente Note i. Lo scenario BASE descrive un’evoluzione del sistema energetico con politiche e misure correnti. ii. Lo scenario PNIEC quantifica gli obiettivi strategici contenuti all’interno del PNIEC.

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241

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Le misure per conseguire gli obiettivi •

Sono molte le misure nazionali e locali attive nel settore dei trasporti e finalizzate alla riduzione dei consumi e delle emissioni e ad incrementare la quota FER. Nelle prossime slide sono elencate, per ambito, le misure principali che contribuiranno al conseguimento degli obiettivi di efficienza energetica e di decarbonizzazione.

•

Per i trasporti si attribuisce rilievo prioritario alle politiche per il rinnovo dei veicoli per il trasporto pubblico e privato, il contenimento del fabbisogno di mobilità e l’incremento della mobilità collettiva, in particolare su rotaia, compreso lo spostamento del trasporto merci da gomma a ferro.

•

La seguente tabella riporta le principali misure previste per il raggiungimento degli obiettivi del PNIEC, nel settore «trasporti».

Ambito

Misura

Tipo di strumento

Emissioni

Divieto progressivo di circolazione per autovetture più inquinanti

Regolatorio

Incentivi al biometano e altri biocarburanti

Economico

Obbligo biocarburanti e altre FER in recepimento alla RED II

Regolatorio

Riduzione emissioni GHG dei carburanti al 6% al 2020

Regolatorio

Certificazione della sostenibilità dei biocarburanti

Regolatorio

FER

242

© ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

Le misure per conseguire gli obiettivi • La seguente tabella riporta le principali misure previste per il raggiungimento degli obiettivi del PNIEC, nel settore «trasporti».

Ambito

Efficienza energetica

Tipo di strumento

Misura Piano Nazionale Insfrastrutturale per la Ricarica dei veicoli alimentati a energia Elettrica – PNIRE

Programmatico

Potenziamento infrastrutture (trasporto ferroviario di massa)

Programmatico

Potenziamento infrastrutture (sistemi di trasporto rapido di massa)

Economico

Piani Urbani per la Mobilità Sostenibile – PUMS

Programmatico

Rinnovo veicoli pubblici per trasporto persone (rinnovo del parco adibito al trasporto pubblico)

Economico

Rinnovo veicoli pubblici per trasporto persone (rinnovo convogli ferroviari)

Economico

Rinnovo veicoli pubblici per trasporto persone (obbligo di acquisto di veicoli a combustibili alternativi per la PA)

Regolatorio

Rinnovo veicoli privati per trasporto persone (misure regolatorie)

Regolatorio

Rinnovo veicoli privati per trasporto persone (punti di rifornimento di combustibili alternativi DAFI)

Programma-

Rinnovo veicoli privati per trasporto persone (incentivi all’acquisto di veicoli più efficienti e a minori emissioni climalteranti)

Economico

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243

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Le misure per conseguire gli obiettivi

Misura

Ambito

Efficienza energetica

Shift modale nell’ambito del trasporto delle persone (misure per mobility management)

Programmatico

Shift modale nel trasporto delle merci

Programmatico

Shift modale nell’ambito del trasporto merci – (Marebonus)

Economico

Shift modale nell’ambito del trasporto merci – (Ferrobonus)

Economico

Rinnovo veicoli per trasporto merci

244

Tipo di strumento

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Programmatico

Le misure per conseguire gli obiettivi: Emissioni a effetto serra • Divieto progressivo di circolazione per autovetture più inquinanti: • Con la Legge 190/2014 viene stabilito il divieto progressivo di circolazione per i veicoli a motore categoria M2 ed M3 alimentati a benzina e gasolio (Euro 0) dal 1° gennaio 2019 e previsione di divieto della circolazione dei veicoli a motore categoria M2 e M3 alimentati a benzina e gasolio (Euro 0 ed Euro 1) nei contratti di servizio dal 1° gennaio 2018.

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245

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Le misure per conseguire gli obiettivi: Quota FER • Incentivi al biometano e altri biocarburanti avanzati: •

Per il periodo 2018-2022 si istituisce un sistema di ritiro del biometano prodotto, con rilascio di certificati di immissione in consumo (CIC) per la durata di dieci anni. Si prevede che tale sistema di incentivazione arrivi a coprire con biometano la domanda prevista di metano nei trasporti stradali pari a circa 1,1 mld di m³ l'anno.

• Riduzione emissioni GHG dei carburanti al 6% al 2020: •

Nel 2020 i fornitori di carburanti dovranno rispettare un obiettivo di risparmio, in termini di emissioni GHG sul totale dei carburanti immessi in consumo in quell'anno, rispetto a un valore di riferimento pari al 6%.

• Obbligo biocarburanti e altre FER in recepimento alla RED II: •

È prevista l’emanazione di un decreto legislativo in recepimento alla Direttiva Europea RED II che vada ad aggiornare le quote obbligatorie di immissione in consumo fino al 2030 dei biocarburanti normali e avanzati; introdurre target differenziati per benzina, diesel ed eventualmente metano; introdurre l'idrogeno da fonti rinnovabili ed eventualmente i combustibili da carbonio riciclato nell'elenco dei biocarburanti e carburanti utilizzabili ai fini dell'obbligo; facilitare l’utilizzo dei biocarburanti puri.

246

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Le misure per conseguire gli obiettivi: Quota FER • Di seguito si riporta il contributo delle rinnovabili nel settore trasporti previsto al 2030, secondo i criteri di calcolo definiti dalla Direttiva RED II. L’obiettivo della penetrazione delle FER al 2030 è vincolato al 22%.

Biocarburanti di prima generazione: si prevede, in linea con la Direttiva, un contributo che permetta di raggiungere una quota di consumi pari a circa 0,7 Mtep.

Biocarburanti avanzati: si prevede, attraverso il meccanismo di incentivazione del biometano e degli altri biocarburanti, di superare l’obiettivo specifico imposta dalla Direttiva. Attraverso l’utilizzo di biometano si raggiungerà un decremento di circa 0,8 Mtep (75%) e attraverso gli altri biocarburanti avanzati di 0,26 Mtep (25%).

Elettricità da FER consumata nel settore stradale: attraverso una diffusione complessiva di circa 6 milioni di veicoli elettrici, di cui 4 milioni elettrici puri (BEV), ci si aspetta che essi peseranno per circa 0,404 Mtep (circa 11% quota obiettivo di penetrazione FER). Inoltre sarà rilevante il contributo dei veicoli elettrici specificamente per il trasporto pubblico.

Elettricità da FER consumata nel settore trasporti su rotaia: attraverso una serie di misure volte a elettrificare un maggior numero di tratte ferroviarie ci si aspetta che tali consumi peseranno per circa 0,313 Mtep.

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247

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Le misure per conseguire gli obiettivi: Efficienza energetica – Trasporto merci • Rinnovo dei veicoli •

Con il D.M. MIT 122/2018 sono stati previsti incentivi per l'acquisto di veicoli commerciali con motorizzazione alternativa adibiti a trasporto merci.

• Shift modale •

Il Marebonus prevede l’erogazione di incentivi alle imprese di trasporto merci su gomma per l’adozione di modalità di trasporto combinato strada-mare, attraverso la creazione di nuovi servizi marittimi e il miglioramento di quelli già esistenti. Il risparmio di energia primaria stimato per il 2018 è pari a 0,073 Mtep, equivalenti a 0,058 Mtep di energia finale.

•

Il Ferrobonus prevede l’erogazione di incentivi alle imprese di trasporto merci su gomma per l’adozione di modalità di trasporto combinato strada-rotaia.

•

Lo sconto pedaggio prevede l’erogazione, fino al 2021, di 100 milioni di euro per ogni anno. Questo strumento di incentivazione è finalizzato a ridurre il costo del trasporto ferroviario e renderlo più competitivo rispetto al tutto gomma.

248

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Box 1: Le misure per conseguire gli obiettivi - Efficienza energetica – Trasporto merci • Attraverso il Marebonus ed il Ferrobonus viene incentivata una distribuzione su medie e lunghe distanze effettuata su ferro e nave ed una distribuzione locale effettuata su gomma con mezzi a basso impatto ambientale.

• Si è stimato che, per effetto delle misure previste per favorire lo shift modale nell’ambito del trasporto delle merci, si otterrà un risparmio cumulato al 2030 pari a circa 13 Mtep di energia finale.

1,4

1,45

1,45

1,45

1,45

1,45

1,45

1,45

1,45

2023

2024

2025

2026

2027

2028

2029

2030

Mtep

1,2 1 0,96 0,8 0,6 0,4

0,48 2021

2022

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249

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Le misure per conseguire gli obiettivi: Efficienza energetica – Trasporto persone (pubblico) • Rinnovo veicoli pubblici •

Con la Legge di Stabilità 2017 il Governo ha varato un ingente piano di finanziamenti per il rinnovo del parco rotabile su gomma adibito al trasporto pubblico locale per il periodo 2019-2033, trattasi in particolare di bus elettrici e a metano per l'integrazione e la sostituzione del parco bus esistente.

•

Viene posto l’obbligo per l’acquisto di veicoli a combustibili alternativi per la PA prevedendo che, al momento della sostituzione del rispettivo parco autovetture, autobus e mezzi di servizio di pubblica utilità, vi sia l’obbligo all'acquisto di almeno il 30% entro il 2022, il 50% entro il 2025 e l’85% entro il 2030 di veicoli elettrici e veicoli ibridi con ricarica esterna, a metano e a idrogeno, nonché elettrici o metano nel caso degli autobus.

• Potenziamento delle infrastrutture •

Per le ferrovie regionali si intende promuovere l’elettrificazione delle tratte e il raddoppio dei binari delle maggiori tratte a binario unico.

•

Con la Legge di Bilancio 2017, con riferimento ai sistemi di trasporto rapido di massa è previsto l'istituzione di un fondo, con una dotazione di 1.900 mln€ per l'anno 2017, di 3.150 mln€ per l'anno 2018, di 3.500 mln€ per l'anno 2019 e di 3.000 mln€ per ciascuno degli anni dal 2020 al 2032, per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale.

250

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Le misure per conseguire gli obiettivi: Efficienza energetica – Trasporto persone (pubblico) • Si è stimato che, per effetto delle misure previste per il rinnovo dei veicoli pubblici adibiti al trasporto persone, si otterrà un risparmio cumulato al 2030 pari a 0,2 Mtep di energia finale.

0,03

0,031 0,028

0,025

0,025 0,022

Mtep

0,02 0,019 0,015

0,016 0,013

0,01

0,01 0,007

0,005 0,004 0 2021

2022

2023

2024

2025

2026

2027

2028

2029

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2030

251

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Box 2: Le misure per conseguire gli obiettivi - Efficienza energetica – Trasporto persone (privato) • Rinnovo veicoli privati •

Con la Legge di Stabilità 2019, sono stati introdotti incentivi per l'acquisto di veicoli più efficienti e con minori emissioni climalteranti. Le prime misure, con effetto da marzo 2019 a dicembre 2021, consistono nella concessione di un contributo a chi acquista un veicolo (categoria M1) con prezzo inferiore a 50.000 euro e con emissioni di CO2 inferiori a 70 g/km (limite nel quale rientrano i veicoli elettrici puri e ibridi).

•

In modo simile sono previsti anche disincentivi, sotto forma di imposta, per l’acquisto di nuovi veicoli con emissioni di CO2 superiori a predefinite soglie oltre i 160gCO2/km.

252

Range di emissioni [gCO2/km]

Ammontare del bonus con rottamazione

Ammontare del bonus con rottamazione

Ammontare del malus

0 – 20

6.000 €

4.000 €

-

21 – 70

2.500 €

1.500 €

-

161 – 175

-

-

1.100 €

176 – 200

-

-

1.600 €

201 – 250

-

-

2.000 €

> 250

-

-

2.500 €

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Il settore dei trasporti: Consumi energetici • Il settore dei trasporti in Italia conta per il 32,4%* del consumo energetico nazionale. Circa l’83% dei consumi nel settore dei trasporti è dovuto al trasporto stradale (sia trasporto merci sia trasporto passeggeri). La restante parte è dovuta soprattutto all’aviazione internazionale ed interna, alla navigazione ad al trasporto ferroviario.

• Nel settore dei trasporti, negli ultimi 10 anni, si è registrata una riduzione di circa il 10% dei consumi totali di energia finale.

Consumi nel settore dei trasporti (ktep)

Tipologia

2015

2016

2017

Trasporti stradali

33.609

32.964

31.654

Trasporti ferroviari

461

484

508

Altri trasporti (filovie, funivie, ecc)

454

452

465

Navigazione

932

959

869

Aviazione internazionale

3.166

3.296

3.419

Aviazione interna

697

710

780

Condotte

221

246

250

TOTALE

39.541

39.110

37.945

• Nonostante la stragrande maggioranza dei trasporti avvenga su gomma, negli ultimi anni, sta crescendo il contributo del trasporto ferroviario. Tale crescita, seppur lieve, ha comportato una leggera riduzione dei consumi del trasporto su gomma. (*) Fonte: Enea e GSE www.energystrategy.it

253

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Il settore dei trasporti: Consumi energetici •

La distribuzione dei fabbisogni per combustibile evidenzia che la quasi totalità dei consumi per il trasporto (91,8%) proviene dall’utilizzo di prodotti petroliferi, seguono le FER (3,7%), gas naturale (2,8%) e l’energia elettrica prodotta da fonti fossili (1,6%).

Consumi per combustibile – 2017 (ktep)

Trasporti su Aviazione Tipologia strada internazionale alimentazione

Navigazione interna

Trasporti ferroviari

Condotte

Altro

Totale

Prodotti petroliferi

29.738

3.419

780

869

34

-

-

34.840

Gas

847

-

-

-

-

217

-

1.064

Biocombustibili

1.062

-

-

-

-

-

-

1.062

Elettricità

7

-

-

-

474

33

465

979

da fonti rinnovabili

2

-

-

-

162

11

159

334

da fonti non rinnovabili

5

-

-

-

312

2

306

625

Totale

31.654

3.419

780

869

508

250

465

37.945

Fonte: Enea e GSE

254

Aviazione interna

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Il settore dei trasporti: Consumi energetici • Per poter identificare i consumi energetici nel trasporto pubblico, risulta necessario calcolare il consumo energetico specifico per ogni mezzo di trasporto (il trasporto marittimo e aereo non sono stati inclusi nell’analisi).

Mezzo di trasporto

Consumo energetico (MJ/persona*km)

Tram

0,21

Treno

0,41

Metropolitana

0,56

Bus

0,85

Motocicletta

1,51

Macchina

1,65

Camion

2,62

• I mezzi di trasporto alimentati da energia elettrica hanno mediamente un consumo energetico minore rispetto ai mezzi a combustione interna. Uno dei principali fattori che influenza il consumo è dato dal numero di passeggeri trasportati (i bus hanno un consumo specifico di circa la metà rispetto alle auto).

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255

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Il settore dei trasporti: Consumi energetici •

Moltiplicando il consumo specifico per mezzo di trasporto per il numero di passeggeri per chilometro, con riferimento ai dati del 2018, è possibile stimare il consumo per ogni tipologia di mezzo di trasporto.

Mezzo di trasporto

Milioni di passeggeri per km

Stima consumi (ktep)*

Trasporto privato

755.127

31.435**

Autovetture e autoarticolati

722.894

30.272

Motociclette

32.233

1.163

Trasporto ferroviario

55.239

537,1

Treni

54.420

533

Tramvie extraurbane

819

4,1

Trasporto collettivo extraurbano

91.744

1.863

Bus e filovie

17.778

361

Bus competenza statale (a privati)

73.966

1.502

Trasporto collettivo urbano

18.086

308

Bus e filovie

11.221

228

Tramvie urbane

1.404

7

Metropolitane

5.461

73

Totale

920.126

34.143

(*)L’errore statistico, rispetto alle stime fornite da Enea (dove la somma dei consumi del trasporto stradale, ferroviario ed altri trasporti era pari a 32.627 ktep) è minore del 5%. (**) 90% autovetture e 10% autoarticolati, in base al numero di veicoli presenti in Italia

256

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Il settore dei trasporti: Il trasporto pubblico • Il trasporto pubblico può essere suddiviso in 2 principali categorie, che a loro volta includono differenti mezzi di trasporto. Il trasporto pubblico locale (TPL) che riguarda gli spostamenti all’interno di una città o di un’area metropolitana ed il trasporto a lunga percorrenza che invece riguarda il trasporto di passeggeri a livello statale.

Trasporto pubblico locale

Su tracciato vincolato

Su strada

Trasporto a lunga percorrenza

Tramvie Tram, metropolitana Autobus Filobus

Su tracciato vincolato

Treno

Su strada

Autobus

Su acqua

Traghetto

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257

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Trasporto Pubblico: Consumi energetici •

Analizzando i consumi energetici del trasporto pubblico, la quota del TPL rappresenta circa l’1% del totale con 308 ktep, mentre il trasporto a lunga percorrenza rappresenta circa il 14% con consumi pari a 2.400 ktep.

Trasporto a lunga percorrenza

TPL

258

Mezzo di trasporto

Milioni di passeggeri per km

Stima consumi (ktep)*

Trasporto privato

755.127

31.435**

Autovetture e autoarticolati

722.894

30.272

Motociclette

32.233

1.163

Trasporto ferroviario

55.239

537,1

Treni

54.420

533

Tramvie extraurbane

819

4,1

Trasporto collettivo extraurbano

91.744

1.863

Bus e filovie

17.778

361

Bus competenza statale (a privati)

73.966

1.502

Trasporto collettivo urbano

18.086

308

Bus e filovie

11.221

228

Tramvie urbane

1.404

7

Metropolitane

5.461

73

Totale

920.126

34.143

(* )90% autovetture e 10% autoarticolati, in base al numero di veicoli presenti in Italia © ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

Trasporto Pubblico Locale: I numeri • In Italia il settore del trasporto pubblico locale impiega circa 124.00 addetti, in 930 aziende, cuba un fatturato annuo pari a circa 12 miliardi di euro (ricavi da traffico e contributi pubblici) e trasporta circa 5,4 miliardi di passeggeri all’anno (oltre 15 milioni al giorno).

• In tabella si riportano i principali numeri del trasporto pubblico locale e regionale, comprensivi di tutte le modalità di trasporto: autobus, tram, metropolitane, impianti a fune, ferrovie locali.

Dati intero settore N° aziende

930

N° addetti

124.300

Passeggeri trasportati

Circa 5,4 miliardi

N° mezzi

Oltre 50.000

km percorsi Fatturato

Circa 1,9 miliardi di vetture – km Oltre 220 milioni di treni – km Circa 12 miliardi di euro

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259

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Trasporto Pubblico Locale: Rete infrastrutturale •

Analizzando le diverse tipologie di trasporto, si evidenzia come negli ultimi anni vi sia stato un leggero aumento delle quote di percorrenza totali (+0,8%). Circa il 90% della percorrenza complessiva si riferisce al trasporto con autobus, sia urbani che extraurbani. Il trasporto metropolitano è quello che negli ultimi anni, grazie ai continui sviluppi della rete, mostra maggiori incrementi percentuali rispetto alla percorrenza.

2015 Tipologia trasporto

Percorrenze [milioni di km]

Autobus urbani

2015-17

%

Percorrenze [milioni di km]

%

Trend %

698,9

36,6%

684,86

35,6%

-2%

Autobus extraurbani

1.047,7

54,9%

1.049,5

54,5%

+0,2%

Metropolitane

122,1

6,4%

149,8

7,8%

+19%

Tramvie

37,8

2%

39,0

2%

+3%

Funicolari

0,97

0,05%

0,98

0,05%

+1%

Totale

1.907,6

100%

1.924,2

100%

+0,8%

Ferrovie locali (treno – km)

44,0

-

42,3

-

-

181,7

-

Ferrovie regionali (treno – km) Fonte: ASSTRA, CDP

260

2017

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Trasporto Pubblico Locale: Rete infrastrutturale • La distribuzione dell’offerta è prevalentemente concentrata sui trasporti su gomma e solo una minima parte è coperta con i trasporti su ferro (meno del 10%). A causa di questo sbilanciamento vi è uno sviluppo delle infrastrutture del trasporto su ferro che non risultano ancora adeguate.

• Confrontando lo sviluppo della rete infrastrutturale nazionale per i tracciati su ferro, con i principali paesi europei, appare ancora più evidente tale gap.

2.0132.038

2.000 Rete infrastrutturale [km]

1.695 1.432

1.500

1.000 755 500

698

672

648

361

240

672

342

610 238

261

Regno Unito

Spagna

0 Francia

Germania Metropolitane

Italia Tramvie

Ferrovie suburbane

Fonte: CDP (dati riferiti al 2017)

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261

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Trasporto Pubblico Locale: Rete infrastrutturale •

Analizzando lo sviluppo delle rete infrastrutturale in funzione della popolazione, espresso in milione di abitanti, si nota come la Germania risulti essere il paese con i più elevati valori e l’Italia mantenga l’ultima posizione tra i paesi analizzati.

35

31

32

Rete infrastrutturale [km/milione abitanti]

30

26

25

22

20 15

12

11

10

10

10,08

5,61

3,73

5

10,45

5

9,49 4

4

Regno Unito

Spagna

0 Francia

Germania Metropolitane

262

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Italia Tramvie

Ferrovie suburbane

Trasporto Pubblico Locale: Il parco autobus • Il parco autobus utilizzato nel trasporto pubblico conta circa 49.000 unità, e sebbene si siano registrati lievi miglioramenti sul fronte delle emissioni, rimane tuttavia caratterizzato da un’elevata età media raggiungendo i 12,3 anni (rispetto ai 7 della media europea).

13 12,5 12

11,6

Anni

11,5

10,4

12,1

12,3

11,4

11,2

11

11 10,5

12,4

12,2

10,5

10 9,5 9 2009

2010

2011

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

Fonte: CDP (dati riferiti al 2017)

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263

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Trasporto Pubblico Locale: Il parco autobus •

Negli ultimi anni si sta assistendo ad una graduale sostituzione dei veicoli più obsoleti con mezzi a più basse emissioni. Tuttavia, la quota di autobus che utilizzano combustibili ad alto livello di emissioni, rimane la maggiore sia in ambito urbano che extraurbano.

Servizio urbano

Servizio extraurbano < Euro 4

10%

12% 11% 22%

Euro 4 e 5

42% 61%

18%

Motorizzazione 24%

EEV Euro 6

1%

1% 1%

< Euro 4 27%

Alimentazione

Diesel 71%

99%

Metano (CNG) Elettrico Ibrido

264

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Trasporto Pubblico Locale nella PA: I numeri â&#x20AC;˘ Delle 930 aziende operanti nel settore del trasporto pubblico, 112 aziende (12%) sono partecipate da almeno unâ&#x20AC;&#x2122;amministrazione pubblica (statale, regionale o comunale). Nonostante i servizi di trasporto pubblico siano erogati da un numero considerevole di aziende, la gran parte del servizio viene offerto dalle aziende a partecipazione pubblica.

Fatturato

Passeggeri trasportati 10%

15% 85%

10,2 miliardi di euro

Addetti

Percorrenza 17%

90%

4,88 miliardi di passeggeri

Azienda TPL non partecipata

13% 83%

87%

1,77 miliardi di km

108.600 addetti

Azienda TPL partecipata

Fonte: CDP

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265

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Trasporto Pubblico Locale nella PA: I numeri •

La struttura del settore è inoltre abbastanza polverizzata, con i primi 20 operatori che generano circa il 52,5%* del fatturato totale del settore. Le aziende che gestiscono il TPL nelle grandi città, Roma e Milano in testa rappresentano il 20% circa del mercato.

A.T.M. ATAC

GTT COTRAL ENTE AUTONOMO VOLTURNO AVM VENEZIA TPER

ACTV A.N.M. A.M.T. FERROVIE DEL SUD E SERVIZI AUTOMOBILISTICI BUSITALIA-SITA NORD SOCIETA' UNICA ABBRUZZESE DI TRASPORTO CTT NORD CONSORZIO TRASPORTI AZIENDE PUGLIESI FERROVIENORD AMAT PALERMO TRENTINO TRASPORTI ESERCIZIO SICUREZZA TRASPORTI AUTOLINEE START ROMAGNA 0

(*) Fonte: CDP (i dati si riferiscono ai fatturati 2016)

266

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100

200

300

Milioni €

400

500

600

700

800

900

1.000

Trasporto Pubblico Locale nella PA: I numeri â&#x20AC;˘ Va evidenziato come il numero delle aziende a partecipazione pubblica si sia fortemente ridotto nel corso dellâ&#x20AC;&#x2122;ultimo decennio, principalmente a causa di fusioni e aggregazioni, che hanno portato il numero delle aziende a contrarsi dalle 160 nel 2010 alle 112 nel 2019 (-30%).

180 160

160

140

N° aziende

120

117

114

112

2017

2018

2019

100 80 60 40 20 0 2010

Fonte: ASSTRA, IFEL, Intesa SanPaolo

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267

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Trasporto Pubblico Locale: Interventi di efficienza energetica •

Si riporta il dettaglio degli interventi di efficienza energetica realizzabili nel settore dei trasporti e delle migliori tecnologie disponibili per ottenere una riduzione dei consumi. Tali interventi sono inoltre incentivabili attraverso il meccanismo dei certificati bianchi.

ID

Interventi

Vita utile

1

Acquisto flotte di mezzi di trasporto a trazione elettrica, gas naturale, GNL, GPL, ibride o a idrogeno

10 anni

2

Efficientamento energetico di mezzi di trasporto alimentati a combustibili fossili ivi compreso il trasporto navale

7 anni

3

Adozione di sistemi di segnalazione e gestione efficienti

3 anni

4

Adozione di sistemi di analisi dati sui consumi di singoli impianti, utenze e veicoli

3 anni

5

Adozione iniziative finalizzate all’utilizzo di veicoli a basse emissioni

3 anni

Fonte: Enea e GSE

268

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Trasporto Pubblico Locale nella PA: Interventi di efficienza energetica • Con riferimento alle misure di efficientamento energetico per i trasporti su gomma e su ferro, si riporta di seguito un elenco esteso degli interventi realizzabili, si illustra inoltre metodologia di valutazione (PC e PS), nell’ambito dei certificati bianchi, e la corrispondenza con gli interventi individuati nella slide precedente.

Modalità di trasporto

Intervento Tipo di progetto (PC e/o PS)

Riferimento ID

Acquisto flotte di mezzi di trasporto passeggeri su strada a trazione elettrica, gas naturale, GNL, GPL, ibride o a idrogeno

PC, PS

1

Acquisto flotte di veicoli pesanti per il trasporto merci su strada a trazione elettrica, gas naturale, GNL, GPL, ibride o a idrogeno

PC

1

PC

3

Acquisto di carrelli elevatori più efficienti a trazione elettrica per la movimentazione merci

PC

1

Acquisto flotte di treni più efficienti per il trasporto ferroviario passeggeri e/o merci nazionale

Intervento

Trasporto su gomma Sistemi predittivi per l’efficientamento dello stile di guida

PC

1

Trasporto su ferro Acquisto flotte di treni per il trasporto passeggeri regionale a trazione elettrica, gas naturale, GNL, GPL, ibride o a idrogeno

PC

1

Acquisto flotte di mezzi su rotaia (tram, metro) per il Trasporto Pubblico Locale (TPL)

PC

1

Interventi riconducibili all’adozione di misure comportamentali

PC

3, 4, 5

-

Nota: PC – Progetto a Consuntivo, PS – Progetto Standardizzato

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269

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Trasporto Pubblico Locale: Interventi di efficienza energetica •

È possibile valutare la presenza di ulteriori interventi di efficienza energetica (come riportato all’interno del DM 11 Gennaio 2017) che non riguardano direttamente la modalità di trasporto ma il settore dei trasporti in generale e consistono nell’efficientamento degli impianti ausiliari di mezzi di trasporto (illuminazione, sistemi di pompaggio, impianti di climatizzazione, recupero del calore, etc.).

•

Le principali voci di consumo afferenti ai servizi generali dei mezzi riguardando essenzialmente l’illuminazione e il condizionamento.

•

Per quanto riguarda i sistemi di illuminazione, l’indirizzo è quello di adottare la tecnologia LED quale sistema più efficace per ridurne i relativi consumi, nonché impiegare sensori di luce diurna per la riduzione del flusso luminoso di tali lampade qualora non sia necessario il loro apporto all’interno del mezzo.

•

Per quanto riguarda il sistema di condizionamento, alcune delle soluzioni ad oggi frequentemente adottate consistono ad esempio nel limitare le aree servite dall’impianto di condizionamento, utilizzare sistemi radianti per il riscaldamento degli spazi più grandi, adottare sistemi di rigenerazione che permettano di preriscaldare l’aria in ingresso con l’aria in uscita dal mezzo, migliorare l’efficienza dei sistemi di generazione del freddo, impiegare sistemi di ventilazione naturale.

270

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Trasporto pubblico locale: Gli investimenti â&#x20AC;˘ La maggior parte degli investimenti che si realizzeranno nel settore del trasporto pubblico locale sono destinati al rinnovo del parco mezzi, alle infrastrutture, al materiale rotabile ferroviario e alle flotte navali adibite al trasporto locale. Le risorse stanziate complessivamente a livello nazionale, fino al 2033, sono pari a circa 22,7 miliardi di euro e sono cosĂŹ distribuite: circa 6,3 miliardi di euro, tra il 2018 e il 2033, per lâ&#x20AC;&#x2122;acquisto di nuovi autobus, diesel, a metano ed elettrici con le relative infrastrutture di supporto (colonnine per le ricariche);

2,4 miliardi di euro distribuiti tra il 2017 e il 2022 per il rinnovo del parco treni;

372 milioni di euro tra il 2017 e il 2033 per la flotta navale adibita al trasporto pubblico locale;

13,6 miliardi di euro tra il 2018 e il 2025 per le infrastrutture metropolitane, tranviarie e per il trasporto rapido di massa.

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271

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Trasporto pubblico locale: Gli investimenti •

La quantità di risorse destinate al settore risultano essere distribuite su un orizzonte pluriennale, ma la quota maggiore risulta essere allocata nei primi anni con lo scopo di fornire un forte stimolo. Si stima che la quantità di risorse medie, nel quinquennio 2019 – 2023, sarà pari a circa 2,8 miliardi di euro annui.

Fonte: «Luci e ombre della mobilità urbana in Italia: ripartire dal trasporto pubblico», CDP 2019

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Trasporto pubblico locale: Gli investimenti • Si stima che con gli investimenti realizzabili nel quinquennio 2019 – 2023, si generebbe un valore aggiunto addizionale di circa 4,3 miliardi di euro annui (0,2% del PIL), per un totale di unità di lavoro aggiuntive pari a circa 110 mila annue (0,5% dell’occupazione totale).

• Di seguito si riporta il dettaglio per tipologia di investimento per il quinquennio di riferimento:

Rinnovo parco autobus e infrastrutture

Altro materiale rotabile Rinnovo parco autobus e infrastrutture Totale investimenti TPL

Spesa annua prevista [mln €]

Impatto su valore aggiunto [mln €]

Unità lavorative aggiuntive

Diesel e metano

245

218

5.000

Elettrico

159

125

2.800

Colonnine

70

89

2.000

Flotta navale

21

28

650

Parco treni

391

494

11.700

-

1.927

3.328

87.900

2.814

4.282

110.050

Fonte: Stime CDP

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5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Trasporto pubblico locale: Gli investimenti – su gomma •

Si riportano di seguito le principali informazioni dei fondi che prevedono contributi per gli investimenti del trasporto su gomma: Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile

•

Il piano prevede l’utilizzo di contributi pari a 200 milioni di euro per il 2019 e 250 milioni per ciascun anno fino al 2033, per un valore complessivo pari a 3,7 miliardi di euro.

•

I contributi sono destinati al rinnovo del parco autobus del TPL. Per i primi tre anni di ogni quinquennio fino al 50% del contributo è destinato alla predisposizione dell’infrastruttura di supporto ai mezzi ad alimentazione alternativa.

•

Per l’acquisto di mezzi il piano fissa una quota di finanziamento statale a seconda della tipologia di veicolo e del servizio.

•

274

Tipologia

Servizio urbano

Servizio extraurbano

Elettrici

80%

0%

Idrogeno

80%

80%

Metano (CNG e LNG)

60%

80%

Diesel Euro VI e/o ibrido

0%

50%

Il contributo per l’acquisto di autobus diesel e/o ibridi (50%) è limitato al primo quinquennio.

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Trasporto pubblico locale: Gli investimenti – su gomma • Si riportano di seguito le principali informazioni dei fondi che prevedono contributi per gli investimenti del trasporto su gomma: Piano Operativo Fondo sviluppo e coesione infrastrutturale 2014 - 2040 • Il fondo dispone l’utilizzo di 200 milioni di euro per il rinnovo del parco rotabile su gomma; l’80% della dotazione è destinata alle aree del Mezzogiorno e il 20% alle aree del Centro-Nord.

• Con due addendum al piano, datati dicembre 2017 e febbraio 2018, sono stanziati ulteriori fondi per il rinnovo del materiale rotabile dedicato al TPL, per tutte le modalità: ferrovie urbane, metropolitane, sistemi tranviari, filoviari e autobus su gomma, pari rispettivamente a circa 455 e 66 milioni di euro.

Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese • Il fondo dispone l’utilizzo di circa 300 milioni di euro, dal 2018 al 2025, per il rinnovo del materiale rotabile.

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275

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Trasporto pubblico locale: Gli investimenti – su gomma •

Si riportano di seguito le principali informazioni dei fondi che prevedono contributi per gli investimenti del trasporto su gomma: Legge di Bilancio 2016

•

Con il DM 25/2017 sono stati allocati 150 milioni di euro per il triennio 2017-2019 alla Regioni per il rinnovo del parco autobus.

2017

2018

2019

405 milioni

276

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2022

2033 3.700 milioni

Trasporto pubblico locale: Gli investimenti – su ferro • Si riportano di seguito le principali informazioni dei fondi che prevedono contributi per gli investimenti del trasporto su ferro: Legge di Bilancio 2016 • Il fondo per gli investimenti ha previsto di stanziare 640 milioni di euro ripartiti tra il 2019 e il 2022, rispettivamente 210 milioni per ciascuno degli anni 2019 e 2020, 130 milioni per il 2021 e 90 milioni per il 2022. I fondi sono destinati esclusivamente per l’acquisto di materiale rotabile ferroviario e relativi equipaggiamenti.

Piano Operativo Fondo sviluppo e coesione infrastrutturale 2014 - 2040 • Il fondo dispone l’utilizzo di 800 milioni di euro per il rinnovo del parco rotabile su ferroviario; l’80% della dotazione è destinata alle aree del Mezzogiorno e il 20% alle aree del Centro-Nord.

2017

2018

2019

2020

2021

2022

640 milioni 405 milioni

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277

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Trasporto pubblico locale: Gli investimenti – flotta navale •

Si riportano di seguito le principali informazioni dei fondi che prevedono contributi per gli investimenti del trasporto su acqua: Legge di Bilancio 2016

•

Il fondo per gli investimenti ha previsto di stanziare 262,6 milioni di euro ripartiti tra il 2017 e il 2030.

Le risorse sono destinate all’acquisto di unità navali utilizzate per i servizi di TPL ovvero regionale marittimo, lagunare, lacuale e fluviale oggetto di obblighi di servizio pubblico.

2030

2017 262,6 milioni

278

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Box 3: case study ATM • L’Azienda Trasporti Milanesi è una società per azioni di proprietà del Comune di Milano che amministra e gestisce il trasporto pubblico della città. Il servizio erogato si articola su 46 comuni per un'area di 657 km² (al 2019) con numerose linee automobilistiche urbane, suburbane ed interurbane. Nel 2018 ha trasportato oltre 789 milioni di passeggeri.

• Nel suo portfolio, l’azienda gestisce:

131 linee automobilistiche

19 linee tranviarie

4 linee filoviarie

4 linee metropolitane

• Il parco autobus è composto da circa 1.400 veicoli ed è caratterizzato da una età media pari a 9 anni.

Nel 2017 il parco veicolare era composto dal 97% di mezzi alimentati a diesel; nel 2020 si prevede di raggiungere una configurazione con 60% diesel, 25% ibrido e 15% elettrico; nel 2028 80% elettrico e 20% ibrido e nel 2030 si prevede che il 100% degli autobus saranno elettrici. Si stima che attraverso la sostituzione di un veicolo tradizionale con uno di tipologia ibrida si possa raggiungere una riduzione nei consumi pari al 30%, percentuale che risulta essere ulteriormente incrementata nel passaggio verso la configurazione full electric.

• Il parco tram è composto da circa 500 veicoli, distribuiti su 19 linee che si articolo su 180 km di rete tramviaria. Il parco filobus è invece composto da circa 140 veicoli, distribuiti su 4 linee che si articolano su quasi 40 km di rete filoviaria. www.energystrategy.it

279

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Box 3: case study ATM •

La rete metropolitana di Milano, servita da oltre 170 treni, si compone di quattro linee (una quinta è in fase di costruzione) che coprono una rete complessiva di 96,8 km, che rappresenta il 40% dell’infrastruttura metropolitana nazionale. Si riporta di seguito il dettaglio dello sviluppo infrastrutturale suddiviso tra le 5 linee metropolitane.

40

km

30 20 10 0 M1

M2

M3

M4*

M5

Linea metropolitana

•

A partire dal maggio 2015 sono stati introdotti sulle linee M1 ed M2, 30 nuovi treni che hanno sostituito rispettivamente 20 e 10 vecchi convogli. Si stima che attraverso la sostituzione di un vecchio convoglio, operante con sistemi aerostatici, con convogli moderni, caratterizzanti dalla presenze di elettronica di controllo e inverter, si possa raggiungere una riduzione nei consumi energetici in un range del 10 – 30%.

280

(*) In fase di costruzione © ENERGY & STRATEGY GROUP–2020

Box 3: case study ATM • Nel 2018, il valore degli investimenti realizzati per interventi di efficienza energetica hanno raggiunto oltre i 170 milioni di euro, dimostrando il forte trend di crescita rispetto agli ultimi 3 anni. La quota maggiore degli investimenti è allocata al rinnovo del parco mezzi che nel 2018 ha totalizzato oltre 150 milioni di euro, facendo registrare un +25% rispetto all’anno precedente. All’interno delle rinnovo del parco mezzi sono distinti: 98 milioni di euro per i nuovi treni, 2 milioni di euro per i nuovi filobus, 33 milioni di euro per i nuovi autobus (elettrici ed ibridi), 19 milioni di euro al revamping e alla manutenzione straordinaria delle vetture.

• Particolare rilevanza hanno avuto anche gli investimenti in nuove tecnologie con oltre 8 milioni di euro, specificamente con l’introduzione del sistema di pagamento dei biglietti con carte contactless direttamente al tornello, una modalità innovativa e quasi unica nel panorama mondiale.

Investimenti realizzati

180 160

Milioni di €

140

Nuove tecnologie per il pagamento e la mobilità

120

Ammodernamento e potenziamento impianti e infrastrutture

100 80

152,3

60 40 20

120,9

Manutenzione straordinaria degli stabili Rinnovo della flotta

60

0 2016

2017

2018

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281

Indice capitolo

La diagnosi energetica nel settore dei trasporti

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283

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Diagnosi energetica nel settore trasporti: Normativa • Con il D.Lgs. 102/2014, che recepisce quanto emanato dalla Direttiva europea 2012/27, si introduce un quadro di misure per la promozione ed il miglioramento dell’efficienza energetica che concorrono al conseguimento dell'obiettivo minimo nazionale di risparmio energetico, entro il 2020, pari a 25,5 Mtoe dei consumi di energia primaria, conteggiati a partire dal 2010.

• Il regime obbligatorio di efficienza è costituito dal meccanismo dei certificati bianchi, che dovrà garantire il conseguimento di un risparmio energetico al 31 dicembre 2020 non inferiore al 60% dell'obiettivo di risparmio energetico nazionale. Il restante volume di risparmi di energia è ottenuto attraverso le misure di incentivazione degli interventi di incremento dell'efficienza energetica vigenti.

• Il Decreto determinava, per il sistema produttivo italiano, l’impegno di effettuare una Diagnosi Energetica (DE) entro il 5 dicembre 2015 e successivamente ogni 4 anni.

• Inoltre, in tale contesto il decreto definisce il ruolo dell’ENEA come supporto dei Ministeri nella gestione delle diagnosi energetiche, della verifica e controllo del corretto adempimento agli obblighi previsti per i soggetti obbligati. A partire dal 2014, ENEA ha avviato la produzione di documentazione di supporto alle aziende per adempiere agli obblighi di tale decreto.

284

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Diagnosi energetica nel settore trasporti: Normativa • Con specifico riferimento al settore dei trasporti la Norma UNI CEI EN 16247-4 (2014) determina i requisiti, la metodologia e la reportistica specifiche per le diagnosi energetiche.

• Come riportato all’interno della norma, per «trasporto» si intende un qualsiasi spostamento di persone o merci da un punto A ad un punto B (sono però da escludersi le movimentazioni all’interno degli impianti e dei nodi della rete di trasporto).

• La diagnosi energetica sui trasporti è dovuta sia per servizi resi a terzi che per attività in conto proprio, a prescindere dall’ambito territoriale entro cui il trasporto viene realizzato e dalla modalità utilizzata. Sulla base di tali principi devono effettuare l’analisi energetica sui trasporti le imprese, se rispondenti ai criteri minimi, che realizzano servizi di trasporto.

• La normativa individua gli aspetti fondamentali che la diagnosi deve analizzare: I. la pianificazione, la logistica e l’istradamento dei veicoli; II. le caratteristiche dei veicoli; III. risorse umane e conducenti.

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285

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Box 4: I Certificati Bianchi nel Settore trasporti • Negli ultimi anni si è assistito ad una netta riduzione dei TEE totali riconosciuti, passando dagli oltre 5,5 milioni di titoli nel 2016 ai poco meno di 3 milioni nel 2019.

• Nonostante i numeri dei TEE totali siano in diminuzione, si registra invece un trend in aumento per i titoli riconosciuti per interventi nel settore dei trasporti passando dai 28.300 del 2016 ai circa 160.000 del 2018.

2,5

7.000.000

TEE Riconosciuti

5.000.000

1,93

2,0

1,92

1,5

4.000.000

1,3

3.000.000

0,95

2.000.000 1.000.000

0,5

0,5%

0,5%

5,5%

4,0%

0

0,0 2016

2017 TEE - Totali

286

1,0

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TEE - Trasporti

2018 Risparmi certificati - Totali (asse dx)

2019

Risparmi certificati [Mtep]

6.000.000

Diagnosi energetica nel settore trasporti: Struttura • Per rendere più semplice la metodologia da seguire, il Mise ha emanato un documento* che raccomanda e definisce la struttura energetica che dovrebbe essere seguita per redigere un rapporto di diagnosi energetica conforme per il settore dei trasporti.

• In figura si presenta il dettaglio della struttura da seguire con la suddivisione per i 4 livelli identificati:

Attività di trasporto

Veicolo 1

Funzione trasporto passeggeri

Funzione trasporto merci

Livello 1 Funzione Trasporto

Rete autobus

Rete metropolitana

Rete …

Livello 2 Rete di trasporto

Linea A

Linea B

Linea n

Livello 3 Linea di trasporto

Veicolo n

Livello 4 Fattore di produzione

Veicolo 2

(*) «Chiarimenti in materia di diagnosi energetica nelle imprese ai sensi dell’articolo 8 del D.Lgs. 102/2014» www.energystrategy.it

287

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Diagnosi energetica nel settore trasporti: Struttura • Si riporta il dettaglio per ciascuno dei 4 livelli:

Livello 1 Funzione Trasporto

Livello 2 Rete di trasporto

Livello 3 Linea di trasporto

Livello 4 Fattore di produzione

288

È l’insieme di oggetto e motivazione del trasporto (merci, passeggeri, rifiuti, ecc.).

È la struttura omogenea di offerta attraverso cui viene realizzata una funzione di trasporto.

È il collegamento tra un punto A ed un punto B, con o senza fermate intermedie, realizzato con frequenza più o meno regolare.

È l’insieme di veicoli e dei loro particolari componenti o dispositivi ausiliari e dei conducenti.

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Diagnosi energetica nel settore trasporti: Criteri generali di analisi • Una volta definita la funzione del trasporto, nella fase preliminare (a livello di rete) sono da esaminarsi i consumi complessivi annui di tutti i vettori energetici utilizzati per le attività di trasporto, i relativi valori di produzione e le caratteristiche intrinseche dei fattori di produzione e dell’organizzazione del servizio ovvero: I. la composizione della flotta per tipologia, classe dimensionale, alimentazione, età, classe di omologazione, ecc.; II. lo stato di manutenzione dei veicoli; III. i livelli di competenza sull’uso razionale dell’energia degli operatori; IV. i livelli medi di load factor.

• La diagnosi di dettaglio è volta a determinare il livello di efficienza dei tre fattori “interni” (ovvero che ricadono sotto il controllo dell’impresa) che determinano i consumi del processo, ossia: I. organizzazione del trasporto; II. mezzi di trasporto e componenti ausiliari (pneumatici, impianti di condizionamento, ecc.); III. comportamenti degli operatori.

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289

5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Diagnosi energetica nel settore trasporti: Criteri generali di analisi • Come previsto dalla normativa, le imprese multi-sito soggette all’obbligo devono effettuare la diagnosi su un numero di siti proporzionati e sufficientemente rappresentativi per consentire di tracciare un quadro fedele della prestazione energetica globale dell’impresa e di individuare in modo affidabile le opportunità di miglioramento più significative.

• Il settore dei trasporti è considerato un settore terziario ed in questo caso le Linee Guida ENEA* prevedono le seguenti possibilità nella scelta dei siti da sottoporre a diagnosi energetica: • siti obbligati; • siti clusterizzabili; • siti escludibili su condizione.

(*) «La diagnosi energetica nel trasporto pubblico locale: Linee Guida»

290

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Diagnosi energetica nel settore trasporti: Criteri generali di analisi â&#x20AC;˘ Tutti i siti, che presentano un consumo energetico superiore ai 1.000 tep debbono essere oggetto di diagnosi energetica mentre quelli che hanno un consumo inferiore a 100 tep sono esclusi dallâ&#x20AC;&#x2122;obbligo di diagnosi fino ad un numero massimo di siti che copre il 20% del consumo totale dellâ&#x20AC;&#x2122;impresa. â&#x20AC;˘ I siti con consumi energetici compresi tra i 100 ed i 1.000 tep possono essere scelti attraverso la seguente clusterizzazione.

Cluster [tep]

% siti Diagnosi Energetica

Intervallo di campionamento

> 1.000

600 - 1000

300 - 599

100% obbligati

35% obbligati

20% obbligati

100 - 299

10% obbligati

< 100

Esclusi su condizione

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5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Diagnosi energetica nel settore trasporti: Documentazione • Di seguito si riportano i principali documenti messi a disposizione dall’ENEA e che possono essere utilizzati per la diagnosi energetica.

File di clusterizzazione • È un documento necessario per comunicare i siti, di competenza dell’azienda, significativi individuati per la diagnosi energetica.

Foglio di calcolo di riepilogo • È uno strumento che serve a guidare nella raccolta dei dati e delle informazioni necessarie alla redazione del rapporto di diagnosi. Al suo interno sono riportate le principali informazioni di un sito riguardo i consumi energetici e i parametri che incidono su di essi.

• Il foglio di calcolo è costituito da una tabella per ogni vettore energetico: energia elettrica, gas naturale, gasolio e GPL. • Le tabelle sono suddivise in attività principali e attività ausiliarie. Le attività principali comprendono i consumi per trazione delle diverse modalità di trasporto mentre le attività ausiliarie comprendono ad esempio consumi di gallerie e stazioni.

Rapporto di Diagnosi • È il documento che racchiude i dati generali sia dell’azienda che del sito produttivo, i dati energetici raccolti, la descrizione del processo produttivo, la metodologia di raccolta dati, la strategia di monitoraggio dei consumi e gli interventi di efficientamento corredati da un’analisi tecnico-economica.

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Diagnosi energetica nel settore trasporti: Sito reale • Il sito reale è il luogo nel quale si svolgono le attività complementari al trasporto, ad esso fanno riferimento più aree produttive: I. officina di manutenzione; II. deposito; III. aree di pertinenza esterne; IV. uffici.

• Ogni area a sua volta contiene degli impianti che in alcuni casi possono essere comuni con altre aree (illuminazione, riscaldamento, ecc.). Risulta quindi necessario, se possibile, suddividere i consumi dell’impianto per ciascuna area.

• All’interno di ciascun sito reale sono distinte due categorie di attività: generali e ausiliarie. Alla prima categoria fanno riferimento le attività di illuminazione, riscaldamento e raffrescamento, alla seconda invece appartengono le attività di manutenzione, lavaggio, aspirazione fumi, aria compressa, depurazione ecc.

• I dati relativi a queste attività vanno riportati in apposite tabelle, per ciascun vettore energetico, all’interno del foglio di riepilogo.

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5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Diagnosi energetica nel settore trasporti: Sito virtuale • Il sito virtuale comprende il trasporto stesso e tutti i siti collegati al sistema rete di trasporto. Esso è composto da: I. veicoli che effettuano il trasporto pubblico; II. stazioni/fermate/paline elettroniche; III. gallerie; IV. infrastruttura elettrica.

• Le informazioni, per effettuare la diagnosi, vengono raccolte partendo dal livello di dettaglio più basso (es. livello 4), in base alla loro reperibilità, e aggregate man mano che si sale di livello.

• La metodologia da seguire è la stessa per qualsiasi tipologia di rete di trasporto (autobus urbani ed extraurbani, tram-filobus, metropolitana/treni urbani, treni suburbani, funicolare, battelli e mobilità alternativa).

• Nelle prossime slide si presentano le informazioni che vengono richieste per ciascun livello, prendendo a titolo di esempio la rete degli autobus urbani.

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Diagnosi energetica nel settore trasporti: Autobus Urbani • Nel livello 4 vanno inseriti i dati per ogni autobus urbano appartenente alla flotta, altrimenti è possibile aggregare i dati degli autobus di uguale modello.

• È possibile inserire i dati in base alla tipologia di alimentazione, classe di emissione o dimensione del veicolo al fine di effettuare future valutazioni confrontando le prestazioni energetiche dei differenti veicoli.

• A questo livello vengono richieste le informazioni di 3 macro aree: Dati anagrafici N° veicoli

Modello

Alimentazione

Classe di emissione (Euro…)

Lunghezza (m)

Anno immatricolazione

Potenza motore (kW)

Cambio A/SA/M

Impianto AC

Tip. Motore elettrico di trazione

Pot. Motore elettrico di trazione (kW)

Tipologia sistema di accumulo

Capacità totale batterie (Ah)

Posti veicolo

Consumo carburante (unità specifica)

Consumo carburante (tep)

Consumo pompaggio metano

Consumo pompaggio metano (tep)

Dati di produzione e di consumo Posti km

Percorrenza totale (km)

km a vuoto*

Indicatori Consumo specifico (l/km – kg/km – kWh/km)

Consumo specifico

tep/posti km

Consumo specifico con pompaggio metano (teppomp/km)

teppomp/posti km

(*) Solo se disponibili

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5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Diagnosi energetica nel settore trasporti: Autobus Urbani • Nel livello 3 sono trattate le singole linee servite dal trasporto pubblico. I dati da inserire per ogni linea si ottengono aggregando i dati presenti nel livello 4 degli autobus urbani circolanti nella linea considerata nell’anno di riferimento.

• Emergono delle criticità nel caso in cui i veicoli durante l’anno di riferimento servano diverse linee urbane, rendendo complessa l’aggregazione dati. Per questo motivo i dati di consumo a livello di linea sono da inserire solo se disponibili.

• A questo livello vengono richieste le informazioni di 3 macro aree: Dati anagrafici Velocità commerciale (km/h)

Linea esercita

Lunghezza linea (km)

N° fermate

Dati di produzione e di consumo Percorrenza totale (km)

N° posti equivalenti

Posti km*

km a vuoto*

Consumo energia elettrica (kWh)

Consumo gasolio (l)

Consumo metano (kg)

Consumo GPL (l)

N° viaggiatori* Consumo benzina (l)

Indicatori* tep/km

(*) Solo se disponibili

296

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tep/posti km

Pax per km* Consumo totale (tep)

Diagnosi energetica nel settore trasporti: Autobus Urbani • Nel livello 2 vengono aggregati i dati dell’intera flotta di autobus urbani. Nel caso di criticità nel livello 3, è possibile aggregare i dati direttamente dal livello 4.

• A questo livello vengono richieste le informazioni di 4 macro aree: Dati anagrafici Velocità commerciale (km/h)

km rete

N° linee

N° fermate

Dati di produzione e di consumo infrastrutture Posti km energia elettrica

Posti km gasolio

Posti km metano

Posti km GPL

Posti km benzina

Posti km

km percorsi energia elettrica

km percorsi gasolio

km percorsi metano

km percorsi GPL

km percorsi benzina

Percorrenza totale (km)

N° posti equivalenti

km a vuoto*

Pax per km*

Consumo illuminazione

Consumo metano (kg)

Consumo GPL (l)

Consumo benzina (l)

Dati di consumo veicoli Consumo energia elettrica (kWh)

Consumo gasolio (l)

Consumo tota- Consumo pomle carburante paggio metano (kWh) (tep)

Consumo totale carburante (tep)

Indicatori tep/km

tep/posti km

teppomp/km

teppomp/posti km

kWhinfrastr./km rete

(*) Solo se disponibili

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5. L’efficienza energetica nella PA ed il ruolo del trasporto pubblico

Messaggi chiave • Gli obiettivi strategici contenuti all’interno del PNIEC fissano importanti target al 2030 per il settore dei trasporti nei diversi ambiti: riduzione dei consumi energetici (-0,8%/anno), riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (-30% rispetto a valori 2005) e della maggiore penetrazione delle FER nella produzione di energia (22%).

• Il raggiungimento dei valori target al 2030, passerà attraverso l’implementazione delle numerose misure identificate all’interno del documento, cercando di promuovere (principalmente) uno shift modale nei trasporti, il potenziamento delle infrastrutture ed il rinnovo del parco veicolare.

• In Italia il settore dei trasporti rappresenta oltre il 30% del consumo energetico nazionale, di cui più dell’80% dovuto al trasporto stradale, mentre il TPL rappresenta solo una quota pari all’1% circa.

Le aziende a partecipazione pubblica nel settore del TPL, benché siano solamente il 12% delle aziende del settore, coprono le quote maggiori in termini di fatturato (85%) e passeggeri trasportati (90%), inoltre l’elevata concentrazione è sottolineata dal fatto che i maggiori 20 player cubano più del 50% del fatturato dell’intero settore.

• Negli ultimi anni si sta assistendo ad un graduale sviluppo della rete infrastrutturale del TPL, promosso dalle numerose misure di investimenti. Nonostante tale crescita, l’Italia rimane ultimo per sviluppo della propria rete infrastrutturale tra i principali paesi europei. Il totale degli investimenti stanziati al 2033 è pari a 22,7 miliardi di euro, di cui il 60% destinato allo sviluppo per le infrastrutture metropolitane, tranviarie e per il trasporto rapido di massa. Ci si aspetta che per effetto degli investimenti stanziati, nel prossimo quinquennio, sarà possibile la creazione di 110.000 unità lavorative annue.

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Gli scenari attesi: le previsioni sul mercato dellâ&#x20AC;&#x2122;efficienza energetica Partner

6

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Release | 3 APRILE 2020

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299

6. Gli scenari attesi: le previsioni sul mercato dell’efficienza energetica

Obiettivi del capitolo • Il seguente capitolo si pone tali obiettivi: • Nella prima sezione del capitolo si analizzano quali sono stati i fattori impattanti che hanno caratterizzato il mercato dell’efficienza energetica nel 2019. In secondo luogo si procederà a identificare i possibili scenari di evoluzione del mercato nel prossimo triennio.

• Nella seconda sezione del capitolo si descriverà l’andamento dei 2 scenari precedentemente identificati evidenziando quali sono i fattori che influenzano entrambi gli scenari proposti.

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I fattori caratteristici del 2019 • Nella tabella sottostante vengono evidenziati i principali fattori che hanno caratterizzato l’andamento degli investimenti in efficienza energetica nel 2019.

+

• Impatto positivo della ricorrenza di obbligo di diagnosi • Incremento della consapevolezza riguardante i consumi energetici delle aziende soggette a obbligo di diagnosi • Ampio margine di miglioramento dell’efficienza energetica del processo produttivo

-

• Impatto negativo sugli interventi in efficienza energetica del decreto energivori • Impatto negativo della «stagnazione» mercato dei TEE, si evidenzia la necessità di rifondare il meccanismo per rispondere agli obblighi fissati dal PNIEC e rilanciare il mercato dell’efficienza energetica • Mercato relativo a tecnologie quali motori elettrici, inverter ormai arrivato a «maturità»

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6. Gli scenari attesi: le previsioni sul mercato dell’efficienza energetica

L’impatto del COVID 19: Investimenti in efficienza energetica • Mediamente, il calo degli investimenti in efficienza energetica nel 2020, è stimato intorno al 25% rispetto al 2019 • Se si guarda all’anno previsto di ritorno degli investimenti in efficienza energetica almeno a livelli tendenziali si nota come il 2021 sia l’anno indicato da quasi il 60% del campione. Solamente il 10% del campione vede nel 2023, ed anni successivi, l’anno di ripresa.

Anno in cui gli investimenti in efficienza energetica torneranno almeno a livelli tendenziali

Calo degli investimenti in efficienza energetica nel 2020

13%

5%

12% 20%

19% 7%

Non caleranno 10%

302

5%

9%

20% 30%

31%

5%

59%

15%

40%

Oltre il 50%

2021

2023

50%

Non ancora definito

2022

Dopo il 2023

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L’impatto del COVID 19: Fatturato nel comparto industriale • Dalle aziende rispondenti la survey 2020 emerge che la maggioranza delle aziende prevede un impatto negativo sul fatturato a causa della crisi sanitaria in atto, infatti il 63% delle aziende prevede un calo del fatturato compreso tra il 10% ed il 30%. Solamente l’8% stima un impatto nullo della crisi sanitaria in atto e ben il 19% non è ancora in grado di effettuare una stima dell’impatto della pandemia COVID-19 sul fatturato del 2020.

• Mediamente, il calo del fatturato nel 2020, è stimato intorno al 20% rispetto al 2019 Calo del fatturato nel 2020 8%

19% 2%

23%

9% 19%

21%

Non in calo 10%

20%

40%

30%

50%

Non ancora definito

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6. Gli scenari attesi: le previsioni sul mercato dell’efficienza energetica

Le previsioni di mercato dell’Energy Efficiency Report 2020: Gli scenari di mercato • Grazie all’analisi dei fattori che hanno influenzato l’ammontare degli investimenti in efficienza energetica realizzati nell’ultimo anno, è possibile ipotizzare due diversi scenari di sviluppo, in linea con gli scenari ipotizzati lo scorso anno: • Scenario «tendenziale»: Valutazione della contrazione degli investimenti dovuti all’epidemia e conseguente ripresa degli investimenti a ripartire dal 2021 non recuperando la quota di investimenti mancata • Scenario «full recovery»: Valutazione della contrazione degli investimenti dovuti all’epidemia e conseguente ripresa degli investimenti a ripartire dal 2021 ipotizzando di recuperare la quota di investimenti non effettuata nel 2020.

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Gli scenari di mercato per il periodo 2020 – 2023: Lo scenario tendenziale • Nello scenario tendenziale si ipotizza una contrazione degli investimenti nel 2020 pari al 25% rispetto al 2019. Nel 2021, di contro, ci si aspetta una forte crescita degli investimenti (rebound effect) tuttavia inferiore rispetto alla contrazione dell’anno precedente e comunque limitata al 2021. Infine, per gli anni seguenti si prevede una crescita molto contenuta, simile alla crescita verificatasi nell’ultimo biennio.

Scenario tendenziale 2800

Investimenti [mln €]

2600

2610

2400 2299

2345

2254 2200

1960

2000

1800 2019

2020

2021

2022

2023

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6. Gli scenari attesi: le previsioni sul mercato dell’efficienza energetica

Gli scenari di mercato per il periodo 2020 – 2023: Lo scenario full recovery • Nello scenario full recovery si ipotizza una contrazione degli investimenti nel 2020 pari al 25% rispetto al 2019. Nel 2021, di contro, ci si aspetta una forte crescita degli investimenti (rebound effect), maggiore rispetto a quella prevista nello scenario tendenziale. Inoltre, per gli anni successivi, si prevede comunque una crescita sostenuta degli investimenti, con percentuali di crescita più vicine a quelle del triennio 2014-17 piuttosto che rispetto ai valori registrati nell’ultimo biennio.

Scenario full recovery 2800 2743

2600

2610

Investimenti [mln €]

2540

2400 2352

2200

2000 1960

1800 2019

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2020

2021

2022

2023

Gli scenari di mercato per il periodo 2020 – 2023: I 2 scenari a confronto • Secondo le stime fornite, il differenziale tra i 2 scenari, al 2023, sarà di circa 400 mln € (15% del totale). In quest’ottica, l’aspetto che influenzerà maggiormente la direzione che gli investimenti seguiranno, sarà l’evoluzione del contesto normativo.

• Ad oggi, gli strumenti di incentivazione per interventi di efficienza energetica, perlomeno nel settore industriale, non stanno fornendo un contributo rilevante alla crescita del volume di affari. Tuttavia, una riforma degli strumenti regolatori, in primis il meccanismo dei certificati bianchi, potrebbe certamente stimolare la ripresa degli investimenti seguendo la direzione tracciata dallo scenario full recovery.

Gli scenari per il 2020-23 2800

2743

Investimenti [mln €]

2600

2400 2345 2200

2000

1800 2019

2020

2021 tendenziale

2022

2023

full recovery

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Gruppo di lavoro Vittorio Chiesa - Direttore Energy & Strategy Group Davide Chiaroni - Responsabile della Ricerca Simone Franzò - Responsabile della Ricerca Federico Frattini - Responsabile della Ricerca Edoardo Bosco - Project Manager Fabiola Bordignon Alessio Nasca Lucrezia Sgambaro Cristian Pulitano Antonio Lobosco Paola Boccardo Francesca Capella Andrea Di Lieto Marco Guiducci Josip Kotlar

Luca Manelli Davide Perego Anna Temporin Camilla Troglio Andrea Urbinati

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La School of Management La School of Management del Politecnico di Milano è stata costituita nel 2003.

Essa accoglie le molteplici attività di ricerca, formazione e alta consulenza, nel campo del management, dell’economia e dell’industrial engineering, che il Politecnico porta avanti attraverso le sue diverse strutture interne e consortili.

Fanno parte della Scuola: il Dipartimento di Ingegneria Gestionale, i Corsi Undergraduate e il PhD Program di Ingegneria Gestionale e il MIP, la Business School del Politecnico di Milano che, in particolare, si focalizza sulla formazione executive e

sui programmi Master.

La Scuola può contare su un corpo docente di più di duecento tra professori, lettori, ricercatori, tutor e staff e ogni anno vede oltre seicento matricole entrare nel programma undergraduate.

La School of Management ha ricevuto, nel 2007, il prestigioso accreditamento EQUIS, creato nel 1997 come primo standard globale per l’auditing e l’accreditamento di istituti al di fuori dei confini nazionali, tenendo conto e valorizzando le differenze culturali e normative dei vari Paesi.

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La School of Management e L'Energy & Strategy Group

L’Energy & Strategy Group L’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano è composto da docenti e ricercatori del Dipartimento di Ingegneria Gestionale e si avvale delle competenze tecnicoscientifiche di altri Dipartimenti, tra cui in particolare il Dipartimento di Energia.

L’Energy & Strategy Group si pone l’obiettivo di istituire un Osservatorio permanente sui mercati e sulle filiere industriali delle energie rinnovabili, dell'efficienza energetica e della sostenibilità ambientale d'impresa in Italia, con l’intento di censirne gli operatori,

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analizzarne strategie di business, scelte tecnologiche e dinamiche competitive, e di studiare il ruolo del sistema normativo e di incentivazione.

L’Energy & Strategy Group presenta i risultati dei propri studi attraverso: • rapporti di ricerca “verticali”, che si occupano di una specifica fonte di energia rinnovabile (solare, biomasse, eolico, geotermia, ecc.); • rapporti di ricerca “trasversali”, che affrontano il tema da una prospettiva integrata (efficienza energetica dell’edificio, sostenibilità dei processi industriali, ecc.).

Le Imprese Partner ACEA ALPERIA BARTUCCI ALPIQ ENERGIA ITALIA ASSOEGE AVVENIA CGT - Compagnia Generale Trattori EDISON ENEL X ENERGY INTELLIGENCE ENGIE

ENI EVOGY FALCK RENEWABLES HIGECO ENERGY ICOPOWER METRON MCE â&#x20AC;&#x201C; Mostra Convegno Expocomfort SIRAM VEOLIA VESTA

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Le Imprese Partner Acea è una delle principali multiutility italiane.

Quotata in Borsa nel 1999, è attiva nella gestione e nello sviluppo di reti e servizi nei business dell’acqua, dell’energia e dell’ambiente. Tra le attività: servizio idrico integrato (acquedotto, fognatura e depurazione), distribuzione di energia elettrica, illuminazione pubblica e artistica, vendita di energia elettrica e gas, produzione di energia, trattamento e valorizzazione dei rifiuti.

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Acea è il primo operatore nazionale nel settore idrico con circa 9 milioni di abitanti serviti nel Lazio, Toscana, Umbria e Campania; tra i principali player italiani nell'energia con circa 6 TWh di elettricità venduta e nelle reti con circa 10 TWh di elettricità distribuita nella città di Roma. È uno dei primi operatori in Italia nel settore ambiente, con oltre un milione di tonnellate di rifiuti trattati.

Alperia Bartucci SpA nasce a fine febbraio 2018 attraverso l’acquisizione del 60% da parte del Gruppo Alperia delle azioni di Bartucci SpA. L’operazione permette ad Alperia di proseguire nel suo piano strategico di sviluppo e diversificazione, arricchendosi di una delle migliori expertise per la progettazione e la realizzazione di interventi di efficienza energetica. Bartucci SpA, E.S.Co. certificata UNI CEI 11352, ISO 9001 e ISO14001 attiva dal 2001, è leader nel panorama dell’efficienza energetica con oltre 2 milioni di TEE ottenuti negli ultimi anni e oltre 400 progetti di efficientamento (alcuni dei quali svolti in modalità Energy Performance Contract).

Alperia Bartucci SpA mira alla continua innovazione con un team dedicato di Ricerca & Sviluppo, il cui compito è ideare, progettare e realizzare soluzioni tecniche innovative da proporre sul mercato con nuovi business model. Mettendo a disposizione l’esperienza acquisita in quasi 20 anni di sviluppo e progettazione di interventi di efficienza energetica con l’obiettivo quotidiano di promuovere innovazione, risparmio energetico e riduzione degli impatti ambientali, Alperia Bartucci SpA offre supporto in tutte le fasi di realizzazione di un progetto: dall’individuazione dell’intervento alla definizione di un business plan, dalla scelta del fornitore della tecnologia all’implementazione del progetto, dal

monitoraggio delle prestazioni energetiche alla valorizzazione dei dati energetici, dall’ottimizzazione dei processi e delle strutture fino all’efficienza comportamentale.

Alperia Bartucci SpA risponde alle diverse esigenze degli stakeholder del mercato rivolgendosi a tutte le realtà industriali (dalla grande industria energivora alla piccola media impresa) e al settore civile, proponendo in modalità ESCo soluzioni innovative e all’avanguardia in un’ottica di gestione integrata e completa.

Alperia SpA, il primo provider energetico dell’Alto Adige, è una delle realtà più dinamiche e rilevanti a livello nazionale nel settore della green energy.

La società opera come multiutility integrata ed è a capo di un Gruppo in espansione che copre a 360° tutto il comparto dei servizi energetici: dalla produzione e vendita di energia da fonti rinnovabili alla gestione della rete elettrica e dei sistemi di teleriscaldamento, dallo sviluppo innovativo di soluzioni tecnologiche per la messa a punto della banda ultralarga, alle più avanzate soluzioni per la mobilità elettrica, dalla progettazione e realizzazione di nuove centrali a fonte rinnovabile, fino all’efficientamento e l’IOT (Internet of Things) con progetti per le Smart City del futuro nel segno della digitalizzazione e della sicurezza ambientale.

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Le Imprese Partner Costituito nel 2009 dalla fusione di due delle più storiche compagnie elettriche svizzere (Atel ed EOS), Alpiq - quotata alla Borsa Valori di Zurigo (SIX) - è oggi uno dei gruppi presenti in trenta paesi europei, tra cui l’Italia, capace di gestire “in house” l’intera catena di valore dell’energia: dalla produzione, trading e vendita di elettricità e gas sino alla fornitura di una vasta gamma di innovativi servizi, sia tecnici che digital, tra cui la mobilità elettrica e l’efficienza energetica.

Alpiq, che nel 2019 ha generato un fatturato di 3.7 miliardi di Euro con un organico di circa 1.200 dipendenti in Europa, di cui circa un centinaio in Italia, possiede un portafoglio produttivo diversificato e altamente flessibile con una capacità installata di 5.200 MW, di cui circa 760 MW nel nostro paese, tra centrali termoelettriche e cogenerative, parchi eolici, fotovoltaici e impianti mini-idro.

Nell’ambio del commercio energetico Alpiq è presente sulle principali borse e sui più significativi mercati europei. Commercializza la capacità delle

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proprie centrali e contratti di approvvigionamento, negoziando prodotti standard e strutturati e ricoprendo in Italia un ruolo primario nella gestione dei portafogli energetici che permette ad Alpiq di rispondere con soluzioni ritagliate su misura alle più diversificate esigenze dei propri clienti.

Alpiq opera nel mercato dei servizi energetici con progetti e realizzazioni di efficienza energetica.

Grazie a un'ampia offerta di soluzioni innovative e tecnologiche che hanno il vantaggio di ottimizzare e ridurre i consumi energetici delle industrie, l’efficienza energetica viene implementata con tecnici specializzati che si occupano di effettuare accurate diagnosi energetiche e studi di fattibilità anche a livello di processi produttivi, mettere a punto progetti su misura, gestire certificati bianchi e finanziare tali progetti attraverso lo strumento contrattuale dell’Energy Performance Contract (EPC). Nel corso degli ultimi anni ai classici servizi energetici Alpiq sta investendo molto nell’aggiunta di servizi Digital all’efficienza energetica di “base”.

ASSOEGE è nata nel 2012, per volontà di alcuni EGE certificati che hanno percepito l'esigenza di unire le forze per far conoscere e valorizzare la nostra figura professionale. Da allora molte cose sono successe e la nostra associazione, unica in Italia che si occupa in maniera esclusiva degli EGE certificati, ha guadagnato sempre più spazio e importanza nel mondo dell'efficienza energetica.

ASSOEGE associa gli esperti in gestione dell’energia (EGE), la cui competenza è stata certificata secondo la norma UNI CEI 11339:2009 da un soggetto terzo, secondo una procedura validata da ACCREDIA. La figura dell’esperto in gestione dell’energia è stata introdotta dal D.Lgs. 115/2008, quale “soggetto che ha le conoscenze, l’esperienza e la capacità necessarie per gestire l’uso dell’energia in modo efficiente”, che ha rimandato ad una norma tecnica (la UNI CEI 11339:2009) la relativa procedura di certificazione.

L’obiettivo di ASSOEGE, è ben chiarito dallo Statuto: 1.valorizzare e promuovere le figure degli Esperti nella Gestione dell’ Energia (EGE) certificati ai sensi della norma UNI CEI 11339:2009 da parte terza accreditata; 2.creare e mantenere un network tra gli associati con finalità di confronto e diffusione di informazioni di carattere tecnico, scientifico e normativo nel settore di interesse; la diffusione delle informazioni al di fuori del network tra gli associati sarà subordinata all’autorizzazione scritta del titolare delle informazio-

ni stesse 3.favorire e diffondere lo sviluppo della cultura dell’efficienza energetica presso istituzioni ed imprese, nazionali, comunitarie e internazionali; 4.promuovere un dialogo istituzionale con i referenti delle politiche energetiche a livello nazionale e locale; 5.favorire la definizione di accordi di interesse comune tra gli associati ed altre organizzazioni ed enti, pubblici e privati; 6.implementare e diffondere ogni tipologia di strumento, sia di carattere intellettuale che tecnico, atto a perseguire obiettivi di Efficienza Energetica quali, in via non esaustiva, diagnosi energetiche, benchmark, sistemi di rilevazione ed analisi, contratti legati a indici di performance, etc; 7.tutelare, in ogni sede, gli interessi professionali, economici e tecnici degli EGE associati, potendone anche assumere la rappresentanza; 8.concorrere all’analisi e alla soluzione delle problematiche inerenti l’Oggetto Sociale, con particolare attenzione alle riforme legislative, nazionali e comunitarie, e della regolamentazione del settore dell’efficienza energetica.

Gli EGE associati operano come professionisti o all’interno di società di servizi energetici ed energy manager di importanti gruppi nazionali attivi nei settori industriale, terziario, commerciale e dei servizi pubblici locali.

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Le Imprese Partner AVVENIA è una società di consulenza strategica italiana accreditata come ESCO e certificata UNI CEI 11352, leader nel settore dell’efficienza energetica, con più di un 1,7 milioni di TEE ottenuti in 20 settori industriali.

La mission di AVVENIA è la razionalizzazione dei consumi energetici aumentando la produttività e diminuendo i costi legati all’energia. Strategia operativa Win-Win e possibilità di finanziamento degli interventi sono alcune delle chiavi di successo. Scegliere AVVENIA permette di rispondere alle dinamiche di mercato e aumentare la competitività.

AVVENIA è stata anche pioniera e leader nell’efficientamento dei consumi delle strutture edilizie, migliorando inoltre il comfort ambientale.

Le promesse fondamentali che AVVENIA fa al mercato sono: quelle di aumentare i volumi e qualità di prodotti e servizi, migliorare la competitività abbattendo i consumi ed ottenere incentivi trovando le giuste risorse finanziarie.

Il metodo di AVVENIA si basa sul calcolo dell’indice IP - Indice Prestazionale.

L’IP mette in relazione l’input dei consumi energetici e l’output delle destinazioni d’uso dei consumi stessi. Questo metodo permette di: • Verificare i costi; • Verificare il grado di efficienza della realtà azien-

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dale; • Impostare confronti con best practice di settore; • Programmare obbiettivi di miglioramento della competitività; I servizi di AVVENIA sono: • Diagnosi Energetica; • Modelli di simulazione dei processi e delle strutture; • Piano di monitoraggio e software di diagnostica; • Progettazione di interventi di miglioramento; • Realizzazione intervento in modalità EPC; • Certificati Bianchi.

Nel 2017 AVVENIA entra a far parte del gruppo Terna, grande operatore di reti dell’energia in Italia, tra i primi a livello europeo e attore guida della transizione energetica in atto in Europa e nel mondo.

Inoltre, tale operazione strategica consente a Terna di arricchire l’offerta di soluzioni energetiche integrate per il mercato e, facendo leva sul know-how di AVVENIA, di proporsi come Energy Solution Provider. Un sistema energetico è efficiente quando soddisfa la domanda di produzione utilizzando la minor quantità possibile di energia, le aziende più competitive si possono candidare come volano dello sviluppo economico del paese. Innovare è innanzitutto un tema culturale. Non sprechiamo le nostre energie e orientiamole nella giusta direzione.

CGT, dealer Caterpillar dal 1934, è un’organizzazione di progettazione e servizi che propone soluzioni integrate di vendita, noleggio e assistenza in ambito sia energia sia movimento terra. Con oltre 900 persone e 28 filiali dirette, CGT garantisce una presenza capillare e altamente professionale in tutta Italia ed è in grado di seguire i propri clienti ovunque, anche all’estero.

CGT Energia è la divisione CGT dedicata alla progettazione, realizzazione e manutenzione di impianti per la produzione energetica che assicurano la maggior efficienza con il minor costo possibile per kW prodotto. Si avvale di un team altamente specializzato e dedicato di oltre 250 persone, garantendo così tempestività d’intervento per qualsiasi emergenza, sia in Italia, sia all’estero.

CGT Energia è un partner commerciale e tecnico di riferimento in Italia nell’offerta di soluzioni “chiavi in mano” - progettazione, realizzazione e manutenzione - di impianti di cogenerazione a gas metano (sia in container sia con realizzazioni ad hoc) e a biogas (in container).

Grazie all’esperienza maturata in questi anni, CGT accompagna i propri clienti facendosi carico dell’intero progetto e offrendo soluzioni su misura, in grado di rispondere nel modo migliore a tutte le esigenze, grazie alla consulenza continuativa e all’assistenza personalizzata garantite durante tutte le fasi del progetto, anche dopo la messa in servizio.

L’ampia gamma di gruppi elettrogeni Cat propone una fascia di potenza installata dai 400 ekW ai 10.000 ekW, con rendimenti elettrici dal 42% al 45%, rendimenti termici dal 42% al 46% e un rendimento com-

plessivo d’impianto che supera il 90%.

L’insieme dell’offerta CGT solleva il cliente da qualsiasi incombenza connessa alla realizzazione e alla gestione dell’impianto. È la “Cogenerazione Zero Pensieri”, che si esprime attraverso una serie di servizi a valore aggiunto: • varie forme di leasing e/o noleggio operativo • progettazione ed espletamento dell’iter autorizzativo • realizzazione chiavi in mano • gestione e conduzione quotidiana dell’impianto CGT è in grado di proporre servizi integrati completi come la conduzione quotidiana dell’impianto di cogenerazione con la presenza di tecnici specializzati, la supervisione e il telecontrollo a distanza, la reportistica periodica che il sistema “Energy Report” di CGT rende disponibile all’utente o al supervisor che digitalizza i processi produttivi, governando la flessibilità del sistema di cogenerazione in base alle esigenze di produzione del sito industriale. Le prestazioni e i valori economici nel tempo sono garantiti, in modo da assicurare al cliente i benefici indicati in fase di analisi di fattibilità per l’intera vita dell’impianto.

Le soluzioni proposte da CGT si integrano in un sistema di Smart Energy che, partendo dallo studio delle reali esigenze e da un’accurata selezione delle tecnologie necessarie per soddisfare in maniera efficace le necessità, unite alla qualità e personalizzazione dei servizi offerti, fanno di CGT il partner ideale per massimizzare gli investimenti e ottenere un ritorno economico in tempi minimi, sempre nel rispetto dell’efficienza e della sostenibilità ambientale. www.energystrategy.it

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Le Imprese Partner Edison è la più antica società europea nel settore dell’energia, con oltre 135 anni di storia. È attiva nella produzione e vendita di energia elettrica e nell’approvvigionamento, esplorazione e produzione di idrocarburi. Edison ha un parco di produzione di energia elettrica sostenibile che comprende impianti idroelettrici, eolici, solari e impianti termoelettrici altamente efficienti e flessibili grazie alla tecnologia del ciclo combinato a gas.

Edison, inoltre, è impegnata nella diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento di gas per la transizione e la sicurezza del sistema energetico nazionale. La società ha allo studio la realizzazione di nuove infrastrutture per l’importazione di

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gas verso l’Italia e l’Europa e, attraverso le proprie controllate, ne gestisce il trasporto, la distribuzione e lo stoccaggio.

Ogni giorno, in 10 paesi del mondo, 5.000 persone dedicano la propria passione per soddisfare i clienti. Edison vende energia elettrica e gas naturale alle famiglie e alle imprese, fornendo alle persone soluzioni intelligenti per aumentare il comfort della vita a casa e in ufficio.

Edison propone anche soluzioni innovative e su misura per un uso efficiente delle risorse energetiche ed è attiva nel settore dei servizi ambientali.

Oggi Edison continua a crescere per costruire insieme un futuro di energia sostenibile.

Enel X è la società del Gruppo Enel dedicata allo sviluppo di prodotti innovativi e soluzioni digitali nei settori in cui l’energia mostra il maggior potenziale di trasformazione: abitazioni, imprese, città e mobilità elettrica. Guidata da Francesco Venturini, Enel X ha l’ambizione di assistere i propri clienti nella decarbonizzazione e nell’uso più efficiente dell’energia attraverso l’elettrificazione e la digitalizzazione.

Creando nuovo valore attraverso l’offerta di nuovi prodotti e servizi. L’azienda opera in più di 20 paesi del mondo in cinque continenti, una dimensione globale che si fonde con la capacità di lavorare nei mercati locali per intercettare al meglio le esigenze dei clienti.

Attraverso una piattaforma di servizi aperta e flessibile, Enel X guida la rivoluzione energetica grazie ad una strategia di business integrata e flessibile, in grado di connettere ecosistemi urbani, distretti industriali, filiere produttive, esigenze di mobilità e singoli individui. Offre soluzioni rivolte a grandi clienti con una particolare attenzione verso servizi flessibili come consulenza, tecnologie legate all’efficienza energetica, generazione distribuita e realizzazione di soluzioni off-grid e Demand Response. Offre inoltre servizi integrati alle Pubbliche Amministrazioni e alle municipalità, e soluzioni per la connettività come l'offerta wholesale di servizi di fibra ottica. Si rivolge inoltre ai clienti residenziali con servizi come l'installazione e la manutenzione di avanzate soluzioni tecnologiche per case intelligenti, capaci di risparmiare sempre più energia e offrire maggiore benessere.

Infine, nel settore della e-mobility Enel X copre tutte le tipologie di clienti con l'obiettivo di diventare

leader tecnologico nel settore per promuovere una mobilità elettrica sempre più diffusa ed efficiente, attraverso uno sviluppo capillare delle colonnine di ricarica e del Vehicle-Grid-Integration, in piena ottica smart cities.

Enel X è strutturata in sei linee di business: • e-Industries: offre soluzioni rivolte a grandi clienti con una particolare attenzione verso servizi flessibili (servizi di consulenza, tecnologie legate all’efficienza energetica, la generazione distribuita e la realizzazione di soluzioni off-grid e il Demand Response); • e-Mobility: copre tutte le tipologie di clienti con l'obiettivo di diventare leader tecnologico nel settore per promuovere una mobilità elettrica sempre più diffusa ed efficiente con infrastrutture di ricarica, Vehicle-to-Grid (V2G) e servizi di second life delle batterie; • e-Home: dedicata ai clienti residenziali con servizi come l'installazione, la manutenzione di avanzate soluzioni tecnologiche per la casa; per case più intelligenti, capaci di risparmiare sempre più energia e offrire maggiore benessere; • e-City: offre servizi integrati alle Pubbliche Amministrazioni e alle municipalità, e soluzioni per la connettività come l'offerta wholesale di servizi di fibra ottica.

• UBB: offre soluzione di connettività attraverso la fibra essendo un operatore puro di wholesale in America Latina; • Financial services: offre soluzioni di pagamento istantanei e digitali, integrabili all’interno del portafoglio di servizi di Enel, a tutti i tipi di clienti. www.energystrategy.it

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Le Imprese Partner ENERGY INTELLIGENCE Energy Intelligence, nata dall’incontro di due percorsi imprenditoriali nei settori Energia ed ICT, fornisce servizi ad alto valore aggiunto nel campo dell’efficienza energetica e della produzione di energia da fonti rinnovabili perseguendo obiettivi di sviluppo sostenibile.

Attraverso la digitalizzazione intelligente dei flussi energetici la società supporta le imprese e le organizzazioni a migliorare la conoscenza dei fabbisogni energetici e l’efficienza degli impianti e dei processi e le accompagna verso l’adozione del modello cosiddetto PROSUMER (contemporaneamente produttori e consumatori di energia) tenendo costantemente sotto controllo le nuove complessità e i nuovi flussi energetici legati all’autoproduzione, all’accumulo e alla mobilità elettrica.

FOTOVOLTAICO - Con una piattaforma tecnologica in continua espansione ed una esperienza maturata nella gestione di un portafoglio composto da oltre 500 MWp su 900 impianti, Energy Intelligence è uno dei maggiori operatori italiani di Global Services fotovoltaico. Oltre a progettare e realizzare nuovi impianti, offre servizi di Asset e Risk Management, di manutenzione dinamica (O&M) e di revamping di impianti in esercizio.

EFFICIENZA ENERGETICA - Energy Intelligence offre consulenza e servizi per la riduzione dei consumi energetici in ambienti industriali e building

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complessi. A partire dal monitoraggio dei flussi energetici e dal controllo delle prestazioni degli impianti vengono individuati, progettati e realizzati interventi di efficienza orientati al risparmio, all’indipendenza energetica e agli obiettivi di sostenibilità. Attraverso il servizio di Energy Management vengono rilevati ed analizzati i miglioramenti progressivamente conseguiti e verificati i tempi di rientro degli investimenti.

ENERGY INTELLIGENCE PLATFORM – E’ l’asset fondamentale di Energy Intelligence, una soluzione proprietaria disponibile in Cloud a supporto dell’utilizzo intelligente dell’energia. L’architettura IoT permette di gestire un portafoglio di impianti interconnessi al sistema: grazie al monitoraggio continuativo dei dati di produzione e di consumo di energia il sistema fornisce indicatori prestazionali ed economici (KPI), report periodici ed alert utili alla individuazione degli investimenti possibili e al processo di gestione e manutenzione efficiente.

LABORATORIO DI SPERIMENTAZIONE - Energy Intelligence può contare su un proprio laboratorio di sperimentazione sul fotovoltaico realizzato con il patrocinio delle Istituzioni e dell’Università. Dal laboratorio, uno tra i pochi in Italia, è nata la tecnologia per il controllo e l’analisi dei flussi energetici.

Nel laboratorio viene portato avanti un costante percorso di innovazione, testando nuove tecnologie e nuovi metodi di diagnostica avanzata.

ENGIE è un player mondiale dell’energia a basso impatto ambientale e dei servizi. La sua mission è accelerare la transizione verso un’economia carbon neutral, con soluzioni che riducono il consumo di energia e rispettano l’ambiente. Questa mission unisce azienda, collaboratori, clienti e azionisti, riuscendo a conciliare risultati economici con un impatto positivo sul pianeta e le persone che lo abitano.

In Italia, ENGIE propone offerte integrate sull’intera catena del valore dell’energia, dalla generazione centralizzata e decentralizzata all’energy management, dalla fornitura ai servizi, con particolare attenzione alla sostenibilità, innovazione e alle so-

luzioni di efficienza energetica e di gestione integrata.

Con oltre 3.800 dipendenti in più di 60 uffici sull’intero territorio nazionale, ENGIE è il primo operatore nei servizi energetici, il secondo nella vendita del gas (mercato all’ingrosso), il terzo operatore nel teleriscaldamento e nella pubblica illuminazione.

ENGIE è presente in tutti i segmenti, dal residenziale al terziario, pubblico e privato, fino alla piccola e grande industria. In Italia ENGIE opera anche come ESCo nello sviluppo di progetti di efficientamento energetico proponendo soluzioni innovative e sostenibili dal punto di vista tecnologico, ambientale e finanziario.

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Le Imprese Partner Eni è una società integrata dell’energia con oltre 30.000 dipendenti in 67 Paesi del mondo.

Come impresa integrata dell’energia, Eni punta a contribuire al conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, sostenendo una transizione energetica socialmente equa, che risponda con soluzioni concrete, rapide ed economicamente sostenibili alla sfida di contrastare il cambiamento climatico favorendo l’accesso alle risorse energetiche in maniera efficiente e sostenibile, per tutti.

Per giocare un ruolo di leadership nel processo di transizione energetica verso un futuro low-carbon, la compagnia ha adottato una strategia che prevede, oltre alla riduzione delle emissioni GHG dirette, lo sviluppo del business delle rinnovabili e di nuovi business improntati alla circolarità, l’impegno in ricerca

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e innovazione tecnologica e un portafoglio resiliente di idrocarburi in cui il gas avrà un ruolo importante, in virtù della minor intensità carbonica e delle possibilità di integrazione con le fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica.

Entro il 2023, Eni punta a ottenere 3GW di capacità installata di generazione elettrica da fonti rinnovabili, 15GW entro il 2030 e oltre 55GW entro il 2050. Le energie rinnovabili sono una delle leve fondamentali su cui la compagnia basa la propria strategia di decarbonizzazione che prevede, entro il 2050, di ridurre dell’80% le emissioni nette Scope 1, 2 e 3 e diminuire del 55% l’intensità emissiva netta dei prodotti energetici venduti rispetto al 2018, raggiungendo circa l’85% di componente gas nella produzione upstream. La graduale evoluzione del business permetterà di vendere il 100% di prodotti decarbonizzati.

Evogy è un Energy Service Provider digitale, ovvero un innovativo provider di servizi «data driven» per l’energy management e il demand response.

Formato da un team di esperti dell’energia e delle tecnologie digitali, Evogy fonde perfettamente le competenze necessarie per il nuovo mercato della digital energy.

Attraverso l’utilizzo delle tecnologie IoT e dell’intelligenza artificiale, tramite modelli basati su machine learning, Evogy si propone come partner per i grandi player del settore industriale e terziario, offrendo servizi volti all’ottimizzazione della gestione e dei consumi energetici.

L’obiettivo finale di Evogy è quello di realizzare un sistema di gestione intelligente (tramite elaborazione dei dati con algoritmi di machine learning), automatica e dinamica (attraverso l’utilizzo della tecnologia IoT) degli impianti energivori, ottimizzandone il funzionamento e efficientandone i consumi, fino a farli diventare impianti “attivi” cioè in grado di sfruttarne la potenza disponibile e scambiarla, in forma aggregata, direttamente con il sistema elettrico nazionale (Terna).

SIMON, LA PIATTAFORMA IOT/AI DI EVOGY SIMON è la piattaforma integrata di Evogy per la business intelligence sull’energia.

Simon abilita il monitoraggio dei parametri ener-

getici e ambientali, il controllo, la regolazione e la gestione delle tecnologie dell'edificio e degli impianti di climatizzazione (BACS - Building Automation and Control System - e BEMS – Building Energy Management Systems – integrati in un unico sistema).

Basato su una piattaforma IoT in cloud e attraverso una suite di algoritmi di intelligenza artificiale, SIMON attua una gestione di efficientamento e ottimizzazione del comfort e delle performance energetiche dei buildings in chiave: • Dinamica, perché fatta in tempo reale tramite telecontrollo da remoto • efficiente, perché legata alle variazioni ambientali e operative dell'impianto • intelligente, perché comandata da algoritmi che apprendono in autonomia il setup “ottimo” • economicamente vantaggiosa, perché in grado in grado di far funzionare gli impianti in risposta ai segnali di prezzo provenienti dai mercati dell’energia e dei servizi • attiva, perché in grado di sfruttare la potenza disponibile degli impianti (flessibilità) e offrire, in forma aggregata, un contributo alla regolazione dei mercati energetici, ricevendone una remunerazione per la loro disponibilità (flexibility management)

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Le Imprese Partner Falck Renewables S.p.A., quotata al segmento STAR della Borsa Italiana, sviluppa, progetta, costruisce e gestisce impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili - eoliche, solari, biomasse – con una capacità installata di 1133 MW in Italia, Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Norvegia, Svezia e Spagna.

L’approccio del Gruppo è teso a cogliere le opportunità della transizione energetica, intersezione tra generazione rinnovabile, elettrificazione, riduzione e flessibilizzazione dei consumi, elementi necessari per raggiungere la carbon e climate neutrality.

Falck Renewables si pone come abilitatore di soluzioni di sostenibilità energetica, mettendo al servi2 zio dei clienti competenze trasversali, perfezionate anche grazie alla gestione dei propri asset di generazione.

Le attività si sviluppano, da un lato, attraverso partnership con chi ha interesse nei green asset e vuole investire in capacità rinnovabile, dall’altro, con attività al fianco dei consumatori energivori, industrial & commercial.

Grazie alla costituzione, nel 2019, di una divisione dedicata, Falck Renewables – Next Solutions, il Gruppo ha incrementato il proprio perimetro di attività nel settore dei servizi, focalizzandosi su tre macro-aree. La prima riguarda la progettazione, realizzazione e gestione di progetti in formula ESCo, finalizzati alla produzione di energia distribuita e ri-

BRAND IDENTITY GUIDELINES

NEWABLES

BRAND IDENTITY GUIDELINES

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Release | 3 APRILE 2020

Release | 3 APRILE 2020

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duzione del consumo di energia primaria a parità di servizi finali, assumendo su di sé la responsabilità di investimento e di risultato. La seconda si occupa di dispacciamento di asset propri e di terzi, contratti di fornitura di energia a lungo termine (Corporate PPA), servizi di portfolio management, sviluppo di soluzioni avanzate di gestione della domanda (UVAM, interrompibilità), stoccaggio e servizi di rete per gli impianti di produzione di energia. Infine, il monitoraggio, il controllo e la gestione del consumo energetico attraverso prodotti e servizi digitali dedicati all’efficienza energetica.

Grande importanza ricopre la capacità di innovazione: nella digitalizzazione, grazie a una digital factory interna, che guida il processo di evoluzione 4.0, all’impiego di tecnologie finalizzate all’eccellenza operativa nella generazione rinnovabile e alle nuove soluzioni hardware, software e IoT per la gestione smart dell’energia e dell’efficienza energetica.

Infine, nelle tecnologie energetiche, con l’impiego crescente di stoccaggio elettrochimico integrato negli impianti di generazione - e dei suoi clienti -, ma soprattutto integrato con l’attività di energy management e di soluzioni di gestione energetica.

Falck Renewables è inoltre impegnata a costruire un rapporto serio e duraturo con il territorio nel quale opera e con coloro che lo vivono, facendosi portatrice dei valori dei Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite.

Higeco Energy S.r.l. è un’azienda parte del gruppo Higeco Group con esperienza decennale nell’ambito del monitoraggio e del telecontrollo nel settore industriale. Dal 2008 progetta e realizza hardware e software che vengono utilizzati in tutto il mondo per raccogliere e consultare da remoto i dati acquisiti negli ambiti più diversi: dalle rinnovabili,all’automazione industriale, alla gestione energetica.

Higeco Energy nasce per mettere questa grande competenza al servizio delle aziende che cercano strumenti e servizi altamente specializzati per l’energy management e la gestione delle soluzioni microgrid e smartgrid.

Vogliamo essere un’azienda leader nel trasformare l’inefficienza nel consumo di energia in un’opportunità di guadagno per le aziende e guida nella transizione da “altamente energivoro” ad “altamente efficiente” fornendo una sempre crescente gamma di servizi a sostegno di un futuro ambientalmente compatibile.

L’azienda opera a livello internazionale fornendo le proprie soluzioni direttamente ai clienti o alle società che gestiscono per loro conto le forniture energetiche integrando il rilevamento di consumi sia elettrici sia di altri vettori come acqua, aria compressa, gas integrandole con dati provenienti dalle macchine di produzione presenti in campo e aggregando queste informazioni nella piattaforma

in cloud di energy management X-Spector.

X-Spector si presenta come un vero e proprio software gestionale altamente personalizzabile.

La struttura modulare a plug-in è pensata per integrare in unico strumento le funzioni di monitoraggio, analisi dati, reportistica avanzata, gestione delle operazioni di manutenzione preventiva e correttiva, inventario, documenti e protocollo, allert e indicazioni di performance rispetto ai KPI desiderati.

In ambito gestione dell’energia Higeco Energy propone un potente e flessibile sistema EMS (Energy Management System),in grado di monitorare e controllare automaticamente, tramite Control Policies configurabili, i flussi di energia in una microgrid (Impianto PV, Batteria, Generatore Diesel, Rete, Carichi Industriali.).

Questo innovativo prodotto, nasce dall’esperienza diretta e pluriennale che Higeco Energy ha acquisito grazie alla fornitura di sistemi PPC (Power Plant Controller) per la regolazione di frequenza (potenza attiva) e tensione (potenza reattiva) di impianti fotovoltaici.

Ci configuriamo,quindi, come il partner ideale per tutti i progetti che richiedono sia l’utilizzo di dispositivi hardware ad alte prestazioni per il monitoraggio e il controllo di impianti, sia la disponibilità di una piattaforma integrata cloud-based per la gestione dei dati e delle attività operative.

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Le Imprese Partner Icopower è una società operante sul mercato italiano dal 2014, che produce sistemi per l’efficientamento elettrico di clienti commerciali ed industriali.

Attraverso diverse linee di prodotti specificamente dedicate al risparmio energetico, Icopower permette di intervenire in aziende in tutti i settori produttivi: • Industriale (Fonderie, Cartiere, Metalmeccaniche, Alimentare) • Commerciale (GDO, Supermercati, Grandi Magazzini, Punti Vendita ) • Terziario (Alberghi, Ospedali, Cliniche, RSA) Con oltre 1.000 installazioni all’attivo in diversi paesi, Icopower è in grado di gestire tutte le possibili variabili tecniche presso il cliente finale.

Icopower propone diverse tipologie di prodotti: • Ottimizzatori di Voltaggio • Rifasatori • Efficientamento dei sistemi di Aria Compressa • Macchinari per la risoluzione dei problemi di power quality (microinterruzioni, armoniche etc) • Sistemi di monitoraggio Tutti i prodotti Icopower sono 100% Made in Italy.

La nostra Vision: In un momento di profonda trasformazione dell’economia mondiale ciascuno deve avere un ruolo attivo e di responsabilità personale. Lo sviluppo non potrà portare risultati se non abbinato alla SOSTENIBILITA’, che passa attraverso l’utilizzo consapevole ed intelligente dell’Energia. In Icopower siamo profondamente convinti che l’Efficienza Energetica rappresenti uno dei pilastri fondamentali dello scenario futuro, per l’Italia e per il mondo intero.

La nostra Mission, quindi, è quella di fornire, attraver-

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so servizi, soluzioni e sistemi innovativi, la possibilità di ridurre i propri sprechi in ambito energetico, anche valorizzando ciò che oggi è scarto, usufruendo di soluzioni tecnico – economiche innovative e vantaggiose. Nel compiere la nostra Mission, analizziamo la situazione caratteristica di ogni singola realtà, attraverso accurate fasi di audit, per poter così costruire una proposta studiata ad hoc per ognuno.

Icopower è presente sul territorio italiano, operando direttamente ed attraverso partner tecnico/commerciali esclusivi, ed in altre aree del mondo, dove propone i propri servizi con modelli di business adatti alla realtà locale.

Siamo già presenti ed operativi in • Kenya (Sede Icopower) • Ghana • Egitto • Seychelles • Giordania • Emirati Arabi Uniti • Francia (Sede Icopower) • Svizzera • Romania • Bulgaria • Polonia • Panama • Santo Domingo • Honduras • India Il sistema Icopower, seppur adattato in alcuni dettagli alla realtà locale, è applicabile ovunque ci sia un consumo di corrente elettrica.

METRON affronta dal 2013 il mondo dell’efficienza energetica ed è oggi in grado di rivoluzionare l’approccio delle industrie all’energia sfruttando e correlando i dati di energetici, di produzione e di altra natura con dati esogeni, col fine di operare piani strategici di abbattimento dei consumi.

La sempre crescente complessità dei processi industriali, la necessità di sistemi energetici interamente distribuiti e di soluzioni sempre più efficienti in termini di performance stanno trasformando il rapporto con l’energia.

L’accesso a nuove tecniche di raccolta ed elaborazione del dato rende ora però accessibile il percorso di digitalizzazione industriale degli stabilimenti e quindi la gestione dinamica dell’energia, il cui costo, che risente tuttora di grande incertezza, resta tra le voci principali.

In questo contesto di mercato incerto, complesso ed ultra competitivo è nata nel 2013 METRON che ha adottato un risolutivo ed innovativo approccio focalizzato sull’analisi e l’elaborazione dei Big Data tramite Data Science. Alla fine del 2017 la ESCo L’Énergie, ora METRON Italia, specializzata in servizi energetici nel settore industriale, si è fusa in METRON e il fondatore Ignace de Francqueville, che ora è vicepresidente del gruppo, ha portato l’esperienza e l’abilità necessarie a rafforzare l’operatività

in Energy Intelligence.

METRON ha sviluppato una piattaforma ad Intelligenza Artificiale per l’ottimizzazione energetica per stimolare le industrie a diventare dinamiche in termini energetici. Sfruttando le molteplici fonti di dati generati nei sistemi industriali e collezionati esternamente (contatori, PLC, dati meteorologici, mercato energetico, SCADA,…), l’Energy Virtual Assistance EVA di METRON utilizza le più innovative tecniche di Machine Learning e le basi di conoscenza dedicata per indentificare in tempo reale e in ottica predittiva opportunità di risparmio energetico, per connettersi con i sistemi decentralizzati di produzione e consumo di energia e per gestire l’energia dinamicamente.

Ottimizzazioni avanzate su misura del contesto operativo e operate anche direttamente dalla piattaforma assicurano evidenti risparmi energetici e ingenti risparmi economici.

Grazie ad una forte esperienza di gruppo con più di 100 aziende nel mondo delle industrie ad alto consumo, come i settori agroalimentare, siderurgico, di lavorazione del vetro e della carta, METRON propone alle industrie e agli Energy Manager italiani una consolidata abilità nella digitalizzazione, nel monitoraggio dei processi industriali e nell’ottimizzazione degli stabilimenti tramite analisi avanzate di Data Science.

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Le Imprese Partner MCE – Mostra Convegno Expocomfort è la più importante fiera internazionale biennale dedicata ai settori dell’impiantistica civile, industriale e della climatizzazione (riscaldamento, condizionamento dell’aria, refrigerazione, tecnica sanitaria, trattamento acqua, ambiente bagno, componentistica, energie rinnovabili), che fanno dell’efficienza energetica e della riduzione di consumi energetici il loro driver principale.

Ideata nel 1960 come prima mostra specializzata in Italia, MCE è da oltre 50 anni leader di settore grazie alle comprovate capacità di seguire l’evoluzione dei mercati di riferimento creando momenti di incontro, confronto e dibattito tecnico, culturale e politico.

Un ruolo leader e di indirizzo testimoniato anche dai numeri dell’ultima edizione nel 2018: in scena 2.388 aziende, in rappresentanza di 54 paesi, 162.165 i visitatori professionali dei quali 41.351 esteri, provenienti da 142 paesi. Una presenza internazionale che continua a crescere, edizione dopo edizione, a testimonianza della valenza di MCE quale luogo privilegiato per nuove opportunità di business, un

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palcoscenico per visitatori ed espositori dove presentare know-how e sviluppare mercato.

MCE è organizzata da Reed Exhibitions, l’organizzatore leader mondiale di eventi, con oltre 500 manifestazioni in 30 Paesi e una rete di 30 uffici. Nel 2019 Reed ha riunito oltre 7 milioni di professionisti da tutto il mondo generando un giro d’affari di miliardi di dollari.

Reed organizza una vasta gamma di eventi, incluse manifestazioni fieristiche riservate ai professionisti e al pubblico, conferenze e incontri dedicati a 43 settori industriali tra cui: aerospaziale & aeronautico, automobilistico, bellezza & cosmesi, edilizia & costruzioni, elettronica, energia, petrolifero & gas, ingegneria, manifatturiero, alimentare & hospitality, articoli regalo, sanità, interior design, IT & telecomunicazioni, gioielleria, scienze naturali & farmaceutico, macchine industriali, marketing, servizi e training professionale, formazione medica, stampa & grafica, sicurezza, sport & tempo libero, viaggi.

Reed Exhibitions è parte di RELX Group plc, leader mondiale nella fornitura di soluzioni informative per molti settori professionali.

Siram Veolia, sostenibilità e ottimizzazione delle risorse ambientali Siram Veolia è un gruppo solido e innovativo che offre soluzioni sostenibili per la gestione e l’ottimizzazione delle risorse ambientali, accompagnando Enti Pubblici e Imprese nella transizione verso un’economia circolare. Primo operatore in Italia nei servizi di efficienza energetica, attraverso un’offerta complementare e sinergica, il gruppo oggi integra anche la gestione del ciclo integrato delle acque e dei rifiuti speciali.

Siram, presente in Italia da oltre 100 anni, opera su 130 presidi con un team di 3.000 professionisti. Dal 2014 appartiene al 100% al Gruppo internazionale Veolia, leader mondiale nella gestione ottimizzata delle risorse ambientali (178.780 collaboratori). La valorizzazione delle risorse territoriali e il respiro internazionale ne costituiscono i cardini fondamentali.

Il Gruppo sviluppa soluzioni tecnologiche all’avanguardia sia attraverso azioni di scouting tecnologico locale, partnership con Università e Istituti di ricerca, sia collaborando con un network internazionale di risorse provenienti dalle diverse aree di eccellenza del Gruppo Veolia nel mondo. Una delle punte di eccellenza è Hubgrade, il centro di monitoraggio intelligente dove gli esperti del gruppo ridisegnano insieme ai clienti la strategia di efficienza delle risorse. Grazie ad Hubgrade vengono gestiti e analizzati in tempo reale i dati riguardanti tutti i vettori energe-

tici, ma anche acqua e rifiuti, di edifici e processi industriali; si tratta quindi di una soluzione perfetta per il mercato terziario, della pubblica amministrazione e dell’industria. Il team costituito da analisti, esperti di energia e system integrator, grazie agli smart meter e software di business intelligence & analytics, agisce in modo rapido e mirato, garantendo un miglioramento della performance.

I 4 Smart Monitoring Center gestiti da Siram sul territorio italiano ad oggi sono connessi ad oltre 1.200 siti per un totale di 7.600 misure rilevate in real-time.

Avere consapevolezza dei propri consumi e razionalizzarli, è il primo passo di un percorso efficiente e sostenibile.

Nell’ultimo anno il Gruppo Siram ha gestito 2.900 MW di potenza termica calda e le attività di Energy management hanno permesso la riduzione di emissioni di anidride carbonica di oltre 99.000 t eq CO2; inoltre ha gestito oltre 400 impianti di depurazione che hanno servito circa 3 milioni di abitanti; infine ha raccolto, movimentato e smaltito 1.600 ton di rifiuti speciali ospedalieri e 138.000 ton di rifiuti liquidi trattati. Attraverso un impegno costante in tale direzione, il Gruppo intende confermare e sviluppare il suo ruolo di risorsa per il Paese, rispettando e valorizzando le risorse del territorio in cui opera.

La nostra mission è trasformare la complessità in semplicità grazie a Persone e Innovazione! www.siram.it

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Le Imprese Partner VeSTA è una società di ingegneria e consulenza tecnica che opera da oltre dieci anni nei settori dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili di energia; dal 2017, la società è anche una ESCo certificata e a partire dall’anno 2019 ha avviato un programma di installazione di microcogeneratori e di impianti fotovoltaici mediante contratti EPC, in nicchie di mercato ad alta redditività, grazie alla collaborazione con partner finanziari e FIA. Nel settore dei servizi per l’efficienza energetica, il punto di forza della società è la capacità di integrare le competenze tecniche con un profonda conoscenza della legislazione e della normativa fiscale, grazie alla quale VeSTA consente ai suoi clienti di ridurre i tempi di pay back time e aumentare la redditività di ogni investimento: il risparmio economico generato dal saving energetico non è più il parametro prevalente che determina la decisione di investimento del cliente, che viene influenzata soprattutto da forme di sgravio fiscale, incentivazione certa e benefici economici associati ai fattori correlati

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agli interventi di efficientamento ma non direttamente riconducibili ad essi.

Iper e superammortamento, Sabatini ter, detrazioni fiscali e loro cessione, conto termico, titoli di efficienza energetica, incentivi regionali, nazionali e comunitari, oneri sociali ed imposte compensabili, canoni delle piattaforme cloud per la gestione, il monitoraggio ed il controllo da remoto dei dati energetici e di produzione, costo dei sensori e dei meter, analisi e costi per la gestione della cybersicurezza dei sistemi interconnessi, sgravi per investimenti in start-up innovative appartenenti al settore, investimento versus “as a service agreement”, sono elementi comunemente padroneggiati da tutti gli operatori di settore, che però non vengono quasi mai ottimizzati nell’interesse del cliente finale: VeSTA offre un servizio integrato e scalabile che valorizza tutti questi elementi per far conseguire al partner la massima redditività, di cui chiede come remunerazione una parte a buon fine, con logiche di margin sharing.

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Copyright 2015 © Politecnico di Milano - Dipartimento di Ingegneria Gestionale Collana Quaderni AIP Registrazione n. 433 del 29 giugno 1996 - Tribunale di Milano Direttore Responsabile: Umberto Bertelè Progetto grafico e impaginazione: Ntounas Stefano Stampa: Tipografia Galli & C. s.r.l.

ISBN: 978 88 6493 054 1

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