Heimatschutz/Patrimoine 1-2020: Finestra

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recita il messaggio centrale della Convenzione europea del paesaggio, ratificata dalla Confederazione nel 2013. La Convenzione definisce il paesaggio come una parte di territorio il cui carattere deriva dall’azione e dalla percezione delle popolazioni. I pregi e le qualità del paesaggio, che in quanto patrimonio naturale e culturale partecipa alla qualità della vita e allo sviluppo economico sostenibile, vanno considerati nel loro insieme. La Dichiarazione di Davos che il Consiglio federale ha presentato nel 2018, in occasione dell’Anno del patrimonio culturale, si attiene alla medesima prospettiva e sottolinea l’importanza della cultura per garantire la qualità dello spazio che abitiamo. Essa ci ricorda che costruire è sempre un atto culturale e rilancia la questione della responsabilità sociale e politica nei confronti dello spazio urbano. Questo non significa soltanto prendersi cura del patrimonio architettonico esistente, ma anche agire per creare un ambiente in cui ancora domani avremo voglia di vivere.

UNO SGUARDO SULLA NUOVA CPS

Non solo retorica È apprezzabile che negli ultimi anni la Confederazione si sia impegnata a livello europeo a favore dei valori della cultura della costruzione e del paesaggio. Non si può tuttavia negare la necessità di agire anche sul piano nazionale. Le autorità stesse sostengono che la metà degli habitat e un terzo delle specie del nostro paese sono a rischio. Questo è anche dovuto al fatto che tra il 1985 e il 2009 la superficie abitata fuori delle zone edificabili è aumentata di 18 600 ettari, un’area equivalente a quella delle città di Zurigo, Ginevra, Basilea e Berna. La responsabilità è almeno in parte da imputare alle Camere federali, che hanno minato la Legge sulla pianificazione del territorio agevolando l’edilizia fuori delle zone edificabili con ben 43 deroghe. Nella sua Strategia sulla cultura della costruzione, la Confederazione ha ammesso che la cultura della costruzione e la qualità della vita nelle aree abitate devono essere migliorate: «Oggi, nella gran parte dei progetti di costruzione in corso, si osserva una diminuzione della qualità. Gli aspetti tecnici e il profitto, calcolato a corto termine, sono spesso elementi a cui si conferisce maggiore importanza rispetto ai valori culturali, sociali ed economici che interessano il lungo periodo». Eppure se questo è vero, la colpa è proprio della Confederazione, che negli ultimi vent’anni ha quasi dimezzato il suo impegno finanziario a favore della conservazione dei beni culturali e della protezione dei siti caratteristici. Per promuovere e mantenere una cultura della costruzione di qualità e paesaggi di pregio, non basta la retorica: occorre agire. Insieme a numerose organizzazioni ambientaliste, Patrimonio svizzero ha lanciato due iniziative popolari per incoraggiare un cambio di rotta. Quella sul paesaggio è rivolta alla pianificazione del territorio e chiede un congelamento dell’area abitata fuori delle zone edificabili, che non vanno più sfruttate come se fossero terreni da costruzione a basso prezzo. Anche per la campagna aperta dovrà valere quanto vale già oggi per le zone abitative: in Svizzera le superfici edificate non devono più aumentare. L’«iniziativa biodiversità», invece, intende rafforzare la protezione della natura e del paesaggio, obbligando in ugual misura Confederazione e Cantoni a impegnarsi nel preservare gli elementi di pregio del paesaggio e della cultura architettonica. La consegna delle due iniziative, che avverrà in primavera, rilanciando il tema all’interno del dibattito politico costituirà un primo importante appuntamento di questo anno dedicato al paesaggio.

Matthias Stremlow dirige la Sezione Spazio rurale dell’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) che, a dispetto del nome, si occupa della politica svizzera del paesaggio nel suo insieme, dalla montagna alle città. Dopo oltre vent’anni dalla sua stesura nel 1997, la Concezione «Paesaggio svizzero» (CPS) deve essere aggiornata in modo da tenere conto delle nuove leggi e strategie federali. Sebbene già nella versione precedente il paesaggio fosse definito in senso allargato, questa è anche l’occasione di mettere maggiormente in pratica tale definizione: la vera novità consiste nel mettere in relazione il paesaggio con la pianificazione del territorio. Benché purtroppo sia spesso vista solo come uno strumento per la conservazione, la Legge sulla protezione della natura e del paesaggio serve anche a promuovere sviluppi positivi. Uno dei compiti di Stremlow e i dei suoi colleghi è infatti contribuire alla qualità della vita in Svizzera, assicurandosi che le politiche e gli interventi economici che influiscono sul territorio tengano il paesaggio in sufficiente considerazione. La Legge sulla pianificazione del territorio del 2013, invece, è volta a sgravare lo spazio non edificato dalla pressione cui è sottoposto, ma ciò si ripercuote anche sulle aree urbane, dove la gente desidera alberi, parchi e zone balneari. C’è poi la questione del clima, poiché gli spazi verdi aiutano a contrastare il surriscaldamento delle città. Stremlow osserva che negli ultimi decenni è emerso nella società un certo disagio di fronte all’azione livellatrice della globalizzazione. Oggi le persone desiderano un ritorno a un’identità regionale più forte. D’altronde le specificità dei nostri paesaggi sono un’espressione della pluralità elvetica di cui gli svizzeri vanno molto fieri. Ma per avere paesaggi di pregio è necessaria la partecipazione di tutta la società. La nuova CPS sostiene questa dinamica mostrando che cosa significa una gestione del paesaggio orientata alla qualità. Si tratta di un aspetto già presente nella CPS del 1997, un progetto allora unico nel suo genere in Europa e che ha fatto scuola, ma le qualità del paesaggio vi erano descritte in modo settoriale: traffico, turismo, agricoltura… Oggi c’è una visione più chiara del paesaggio come campo d’azione unitario. La CPS è il risultato di una collaborazione non solo con i vari dipartimenti federali, ma anche con le autorità cantonali e molti altri attori. La procedura di consultazione si è conclusa a metà settembre 2019 con reazioni molto positive e il Consiglio federale dovrebbe approvare il testo a breve.

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Pari trattamento per il patrimonio culturale e per quello naturale Matthias Stremlow dell’Ufficio federale dell’ambiente, ci presenta l’aggiornamento della Concezione «Paesaggio svizzero» di cui è responsabile. Marco Guetg, giornalista, Zurigo

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