Fate questo in memoria di me

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L’EBBREZZA DELL’EUCARISTIA NELLA SPIRITUALITÀ DEI PADRI DELLA CHIESA di Mons. Pietro Meloni (II APPENDICE)

Alle origini del cristianesimo l’annunzio della risurrezione di GesĂč suscitava nei credenti un ardente desiderio di essere accolti nella comunitĂ  cristiana attraverso il «Battesimo» per poter partecipare al banchetto dell’«Eucaristia». La sete di unirsi a Cristo risorto fece scoprire la necessitĂ  di un cammino di preparazione alla «prima comunione» attraverso l’ascolto della «Parola»: poi nella notte di Pasqua gli «illuminati» erano immersi nel «Battesimo di Cristo» e volgevano lo sguardo alla mensa dell’Eucaristia: «Tu cominciasti a vedere ciĂČ che prima non vedevi 
 i tuoi occhi si aprirono 
 cominciasti a vedere la luce dei sacramenti» (Ambrogio). Sant’Ambrogio, rivolgendo queste parole ai fedeli della sua comunitĂ , mostra che nella Chiesa milanese del IV secolo, come nelle altre comunitĂ  cristiane, la «candida famiglia dei battezzati» accoglieva il «sacramento celeste» in un’atmosfera di ringraziamento che nella gioia eucaristica faceva pregustare «la gioia della risurrezione»: «noi mangiamo il corpo di Cristo per poter essere partecipi della vita eterna» (Sacr. 3,2,15 e 5, 3, 14; Su Luca 10,49). L’ebbrezza della gioia era il frutto del «desiderio» col quale i credenti avevano atteso il convito dell’Eucaristia. Il vescovo, che li aveva accolti nel Battesimo con l’esortazione Fate questo in memoria di me

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