Luigi Filograno. It is not all roses

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i quaderni della galleria francesco foresta a cura di Ester M.V Annunziata, Alfredo Foresta

rassegna punto a sudestArte

luigi filograno it is not all roses

edizioni galleria francesco foresta


Ăˆ vietata la riporduzione, anche parziale ad uso interno o didattico, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, non autorizzata.

prima edizione giugno 2014

edizoni galleria francesco foresta lecce (italia) vico giambattista del tufo, 20 www.iarchitettura.com

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ISBN 978-88-940010-3-7 stampa: tipografia De Angelis, Galugnano Lecce

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grazie a chi ha deciso di dedicare tempo, di vivere e dare vita alla galleria francesco foresta

silvia metrangolo, emanuele perrone, giacomo potĂŹ, lucio risi tommaso santoro cayro

i quaderni della galleria francesco foresta

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Nell’ambito degli eventi di Lecce città candidata a capitale europea della cultura 2019 il gruppoforesta|costruzioni promuove e finanzia iArchitettura un progetto culturale di arte, architettura e design nella galleria francesco foresta.

I “quaderni della galleria francesco foresta” a cura di Ester M.V. Annunziata e Alfredo Foresta si propongono di raccogliere le attività e le esperienze svolte all’interno della galleria Rassegna punto a sudestArte A cura di Ester M.V Annunziata Lorenzo Madaro

Con il patrocinio di: Comune di Lecce Accademie delle Belle Arti di Lecce Lecce 2019

Personale di Luigi Filograno “It is not all roses Lecce 2 giugno - 22 giugno 2014 Galleria Francesco Foresta A cura di Lorenzo Madaro

Catalogo a cura di Ester M.V Annunziata Lorenzo Madaro

Coordinamento Ester M.V. Annunziata Tiziana Panareo

Organizzazione generale, progetto grafico e allestimento Silvia Metrangolo Giacomo Potì Lucio Risi Tommaso Santoro Cayro Partners: I MOVE PUGLIA.TV Lecce News24

Si ringraziano le associazioni: archiSTART, from zero, centro studi punto a sud est, osservatorio urbanistico Teknè

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indice

prefazione, Claudio Delli Santi lo spazio iArchitettura, Alfredo Foresta la Galleria Francesco Foresta, Ester Annunziata Luigi Filograno, Equilibri e non, Lorenzo Madaro a tu per tu con l’artista, Lorenzo Madaro intervista Luigi Filograno opere in mostra

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biografia

i quaderni della galleria francesco foresta

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Prefazione

Claudio Delli Santi, direttore dell’ Accademia delle Belle Arti di Lecce

Oggi più che mai in un periodo di grandi trasformazioni ed incertezze la cultura o meglio la formazione attraverso la cultura rappresenta una necessità imprescindibile per lo sviluppo di un paese e della sua comunità. Se poi alla cultura si aggiunge la cultura del progetto che solo un approccio umanistico legato alle arti può dare non si parla più di sviluppo di un paese ma diviene storia. L'arte e la cultura diventano strumento di evoluzione e di valorizzazione per il territorio con progetti che lo animano, capaci di captare nuovi segmenti di pubblico, di attirare l’attenzione del visitatore. Già cinquecento anni fa Lorenzo il Magnifico faceva della cultura il motore principale per lo sviluppo economico del suo territorio e questo, forse, dovrebbe farci riflettere su come possa la cultura diventare volano di sviluppo. La domanda è se tutto ciò può essere possibile. Il nostro patrimonio artistico culturale è una miniera da cui attingere per migliorare lo stato economico, sociale e dei valori della nostra comunità. Senza cultura si perde la possibilità di poter scegliere, di poter insegnare ai nostri figli la dote che hanno, di raccontare la storia da cui proveniamo, di prospettargli un futuro dove la cultura non è un lusso ma un bisogno primario: un bisogno di contenuti, di qualità. Questa premessa è necessaria per comprendere il perché come direttore di un’accademia, mi sono fatto coinvolgere, per essere coinvolto e coinvolgere a mia volta, da ricerche artistiche svolte al di fuori delle istituzioni. L’iniziativa promossa da iArchitettura parte dalla volontà di misurare le potenzialità di un luogo con delle opere d’arte. Le opere lasciano gli spazi convenzionalmente ad esse destinati per essere ospitati in un ambiente di lavoro in coworking, una bottega su strada che diventa galleria di arte e di architettura. 6

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L’intento é quello di rivedere completamente il rapporto delle opere d’arte con gli spazi espositivi prestabiliti. Il significato di questo progetto si concretizza, dunque, nel mostrare l’opera, seppur in maniera temporanea, in dialogo con altri oggetti che già caratterizzano uno spazio già caratterizzato. È questa una altra prospettiva dalla quale osservare l’iniziativa promossa da iArchitettura, quella di una riflessione trasversale sul concetto di contenitore, dove spazio espositivo e architettura si compenetrano attraverso l’arte che s’insinua in punta di piedi in una dimensione diversa, cercando commistioni con un luogo vissuto quotidianamente al quale, in quest’occasione, l’opera stessa richiede ospitalità. Il mio operato in questi anni annovera tra gli altri lo sforzo mirato a valorizzare il territorio riconoscendo contributi promossi dal basso come valore aggiunto di condivisione e di partecipazione. In questa città in continuo fermento abbiamo tante potenzialità, abbiamo la qualità e la quantità da offrire. È necessaria ora la volontà di modificarci e di rileggere l’arte e l’architettura che ci circondano come uno stimolo per proiettarle in un’ottica contemporanea.

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lo spazio

via federico d’aragona, 1, lecce

Situato nel centro storico di Lecce, la galleria ha come oggetto il restauro di un palazzo non vincolato, adiacente la chiesa di San Matteo. Le pessime condizioni statiche hanno imposto lo svuotamento del corpo di fabbrica. Tracce storiche, vani ipogei, cisterne, pozzi, non preventivabili, sono stati recuperati. La sensibilità della committenza, disposta a perdere superficie utile, ha consentito di liberare la vicina chiesa dalle superfetazioni poste al confine creando un vuoto, risultato di un antico volume, ora riscritto attraverso l’impalpabilità di un cuneo di vetro. All’interno, giochi di piani intermedi, sospesi e squarciati da tagli di luce, e pavimenti trasparenti in vetro, favoriscono la lettura del contenitore storico e del nuovo contenuto, in un unico spazio fortemente caratterizzato e caratterizzante. L' intervento di restauro , pubblicato in "Italia Architettura" UTET, Torino 2009, è stato definito di tipo conservativo a scala urbana, in quanto non si è limitato a considerare il manufatto privato, ma ha tutelato e valorizzato la vicina chiesa. Oggi la galleria in occasione della candidatura di Lecce a capitale della cultura 2019 ospita casa Eutopia01, un contenitore privato aperto alla città per coinvolgere ed essere coinvolti.

“La consapevolezza di intervenire su un manufatto storico, proprietà di famiglia, ma di fatto bene della collettività, comporta una volontà di valorizzare anche se stessi, il proprio operato, la propria capacità aziendale. Oggi, il valore di questo intervento, per me, supera l'edificio stesso e riconosce in esso la memoria di mio padre.”

lecce, aprile 2007 Alfredo Foresta

fotografia di Alberto Muciaccia, interno galleria Francesco Foresta, Lecce i quaderni della galleria francesco foresta

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iArchitettura Alfredo Foresta

Lecce candidata a capitale della cultura 2019, rappresenta un’opportunità alla quale come genitori, architetti e imprenditori, non volevamo e non potevamo esimerci dall’essere parte attiva.

iArchitettura materializza il mio contributo, un pro-getto culturale che parte dal basso, per quello che siamo, per quello che facciamo nell’ordinario, nella speranza di vincere questa candidatura e con la certezza di andare oltre la condizione di singoli, oltre i nostri progetti, oltre il quotidiano. Un’app fisica dell’architettura del cuore, che identifica un luogo, la galleria Francesco Foresta, come spazio di coworking dove giovani laureati si mostrano e mostrano per coinvolgere ed essere coinvolti dalla città e i suoi abitanti. Un pro-getto pilota può divenire un nuovo modo di fare impresa attraverso il coinvolgimento di aziende, associazioni e giovani neolaureati, che consolida reti fisiche di una filiera di rapporti umani, senza un apporto diretto di denaro, che va oltre l’economia, più avanti della finanza, che si basa sul concetto dello scambio in cui si barattano esperienze e professionalità e arte del saper fare. Un apporto immediato e attivo che ospita casaEutopia01, nato con l’obiettivo di aggregare e generare nuove e altre opportunità per il territorio, attraverso la cultura del progetto e la promozione della qualità dell’arte e dell’architettura. In questo clima di fermento culturale e partecipazione attiva, i quaderni della galleria Francesco Foresta costituiscono un’ulteriore strumento per raccogliere, catalogare e valorizzare, gli uomini e le loro idee, in una condivisione di un progetto comune per lo sviluppo della città. L’arte in questo progetto diviene un’arte applicata a contribuire, a sensibilizzare i processi di sviluppo di una collettività.

fotografia di Tommaso Santoro Cayro, interno galleria Francesco Foresta i quaderni della galleria francesco foresta

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la galleria francesco foresta Ester Annnziata

In un momento storico come quello attuale dove da una parte viviamo una crisi globale e dall’altra “cavalchiamo il globale”, annullando spazio e tempo attraverso iPhone, iPad e altri ritrovati tecnologici, da più parti si sente la necessità di impadronirsi del proprio tempo e del proprio spazio. Come fare? Progettare e recuperare luoghi e spazi che possono servire a creare un sistema di reti sia multimediali che fisiche, fatte di persone e di rapporti umani in cui la chiave che può risolvere la crisi è nella cultura contemporanea. Questo si traduce nella volontà di investire in cultura. Ci sono molti esempi che hanno seguito questa strada come a Roma “Fondazione Volume” o in Sicilia “Farm Cultural Park” dove il piccolo paese di Favara, in provincia di Agrigento, grazie alla lungimiranza di un privato e alla partecipazione dell’intera comunità, è stato completamente trasformato in una galleria d'arte a cielo aperto con lo scopo principale di recuperare tutto il centro storico del paese e di ”inventare nuovi modi di pensare, abitare e vivere” (Andrea Bartoli). Da qui la necessità e il desiderio personali di mettermi alla prova con l’avvio di una galleria di arte contemporanea la “galleria Francesco Foresta” e di dar vita a un luogo fisico di coworking “iArchitettura” un’applicazione "materiale" fatta principalmente di rapporti umani. Ma l’arte fine a se stessa da sola non basta, perché i processi culturali sono, per propria natura, un investimento nei confronti della collettività e bisogna renderli produttivi, devono diventare una scelta strategica perché l’arte e la cultura contemporanea non sono solo per intenditori ma sono le espressioni che rivendicano e soddisfano i desideri di una intera collettività. L’intento è dunque quello di favorire un dialogo con l’arte al fine di avviare relazioni con altri ambiti intellettuali e produttivi, di coinvolgere giovani curatori con i quali progettare sia mostre di 12

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artisti conosciuti e sia mostre di giovani artisti con un vero e proprio atteggiamento da “talent scout”. Il percorso creativo di costruzione di ogni evento, dal progetto di allestimento a quello dell’immagine coordinata, viene condiviso con giovani che si interfacciano con il coworking iArchitettura per dare loro l’opportunità di misurarsi con i processi produttivi di promozione artistica. Tutto questo non poteva non essere raccontato e da qui la volontà di realizzare “i quaderni della galleria Francesco Foresta” che si propongono di raccogliere tutte le attività e le esperienze che si svolgono all’interno della galleria. La prima rassegna “punto a sudestArte” è stata pensata con il contributo indispensabile di Lorenzo Madaro, che ha voluto puntare “una lente d’ingrandimento verso una serie di artisti, diversi tra loro per età anagrafica, approcci concettuali e operativi. Ma che sono tutti legati – per nascita o per scelte personali – al Salento”(Lorenzo Madaro). Ogni mostra sarà corredata da un catalogo della collana dei “quaderni della galleria Francesco Foresta”, e proporrà testi critici, interviste e apparati biografici ed espositivi, per garantire un approfondimento ulteriore del percorso creativo e professionale degli artisti coinvolti. Il primo evento parte con la personale e la pubblicazione del catalogo di Luigi Filograno, seguiranno le mostre di Stefano Abbiati, Uccio Biondi, Noel Gazzano, Fernando Perrone, Massimo Ruiu, Mauro Sances, Guglielmo Scozzi, in un arco temporale che va da giugno 2013 a gennaio 2014. Successivamente la galleria sarà pronta ad accogliere nuovi progetti e nuove proposte.

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Luigi Filograno. Equilibri e non Lorenzo Madaro

“L'individuo equilibrato è un pazzo” Charles Bukowski (Taccuino di un vecchio sporcaccione, 1969)

Un percorso meditato in un luogo dalle connotazioni plurali. E ancora una volta – prendendo in prestito una felice intuizione di Achille Bonito Oliva – “l’arte contemporanea progetta il passato”. Ma come? Attraverso un cortocircuito, che travalica il tempo stesso, pretende un confronto con lo spettatore, insinuandosi con una discrezione esigente nelle pieghe architettoniche di un luogo specifico. È quanto accade con questa mostra, un dialogo tra le opere di Luigi Filograno e uno spazio che conserva nelle sue viscere le memorie senza tempo di una città, la galleria Francesco Foresta, già di per sé un luogo dalle forti valenze, con la sua nuova vita dedita al coworking e a diverse progettualità, indirizzate anche sul fronte dell’arte, come una vera e propria torre di avvistamento verso le sollecitazioni degli artisti e dei pensatori della nostra epoca. Non un percorso antologico, ma una ricognizione studiata sulla produzione più recente, con qualche inserto anche apparentemente paradossale: Luigi Filograno propone a Lecce una panoramica delle riflessioni che hanno interessato la sua ricerca negli ultimi anni. E volendo immediatamente chiarire un aspetto fondamentale del suo lavoro, dobbiamo prima di tutto esplicitare che l’artista è interessato a una declinazione estesa di equilibrio. Un concetto che ha sempre stimolato le speculazioni dell’uomo, anche sotto il profilo filosofico e prettamente poetico-riflessivo, e che nella sua opera si sviluppa prima di tutto in una pratica che elegge il disegno come medium privilegiato di opere realizzate su tavole di pioppo. E c’è quindi una operatività ponderata, una indagine conoscitiva dei soggetti ritratti che tiene conto anche dei materiali e delle tecniche grafiche – grafite, soprattutto – adottate per concepire opere che hanno anzitutto una valenza fortemente iconica. Ma concettualmente la sua idea di equilibrio si traduce in un 14

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doppio filone, anche paradossale se vogliamo: da un lato con un’indagine su quei miti della contemporaneità, considerati punti di riferimento imprescindibili delle cronache patinate; dall’altro con anonime figure che fluttuano in uno spazio vuoto – “Un vuoto non atmosferico, ma inteso come assenza di campo”, come ha sostenuto un osservatore attento del suo lavoro, il critico d’arte Pietro Marino, in occasione di una mostra barese – e apparentemente anonimo, straniante, dove c’è posto per la riflessione e l’immaginazione. Il muoversi tra realtà e sogno, quel passaggio complesso che appartiene all’arte e alla vita, si traduce quindi con ritratti di sconosciuti protagonisti, come Io non vedo, io non sento, io non parlo; o in Genio della lampada, dove la studiata composizione acrobatica dei bianchi e dei neri che si rincorrono definisce anche un afflato spirituale in quel groviglio sospeso, tra luci e ombre disegnate. E poi si passa a un altro registro, apparentemente discordante, ai volti delle star del cinema e della musica: da Danny De Vito a Leonardo Di Caprio, da Sting a Prince, in un rincorrersi di sguardi penetranti su piccole tavole in cui l’assoluto protagonista è il volto del soggetto immortalato. Disegnati mediante un accostamento di piccoli segni, tracce di grafite che compongono consistenze dal sorprendente carattere iperrealista. Appaiono nella loro solidità vitale, osservano che li osserva e scrutano i visi degli astanti con ironia o rigore. In questi ritratti non c’è affatto la ricerca dell’icona fine a se stessa, quella volontà un po’ patinata che parte da Warhol e dalle sue Marilyn degli anni Sessanta. Luigi Filograno guarda all’uomo e alle sue connotazioni, ai suoi equilibri e agli squilibri. Alla vita e alla morte, come si evince anche dal teschio che compare in un suo recente lavoro plastico e installativo intitolato perentoriamente The fly. To be or not to be. i quaderni della galleria francesco foresta

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a tu per tu con l’artista

Lorenzo Madaro intervista Luigi Filograno

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Chi vorresti essere se non fossi Luigi Filograno? Un gabbiano.

Il privilegio di un artista. La libertà di creare con la consapevolezza di pagarne un prezzo.

Se non avessi fatto l’artista? Quando mi hanno impedito di farlo è stato come se avessero impedito di volare ad un uccello, imponendogli di “zampettare”.

L’opera più intensa della storia dell’arte? Le pitture rupestri paleolitiche nelle grotte di Altamira in Spagna…è stato l’inizio...

E quella che avresti voluto fare tu? Il San Giovanni Battista di Leonardo, presente al Louvre, forse il suo ultimo e migliore dipinto, con quello sguardo incredibilmente magnetico ed enigmatico.

Cosa fai prima di iniziare un lavoro? Ricerco tra mille riviste, giornali, foto, l’immagine da cui partire…poi mi lascio andare.

E quando hai finito? Sto seduto lì, di fronte, a guardare il mio lavoro per ore.

Un tuo grande collezionista? Angelo Angelastro, giornalista Rai, fotografo, uomo di cultura, amico.

Cosa fai quando non lavori? Penso ai prossimi lavori.

Le tue passioni? L’arte, la natura, lo sport, le donne.

Cosa cerchi in un’opera d’arte? L’equilibrio, l’armonia, la bellezza, un messaggio.

Quindi l’arte che funzione ha? Testimoniare la contemporaneità, ponendo l’attenzione su temi legati alla vita dell’uomo su questo pianeta. Utilizzando un qualunque linguaggio espressivo.

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Autori preferiti in prosa? Dostoevskij, Morante.

Poeti preferiti? Alda Merini e il meraviglioso “gobbo” di Recanati.

Il tuo motto? Tutti i nodi vengono al pettine…ed è vero!

Il tuo studio in tre parole. Il mio rifugio.

Museo preferito? Museo di Rivoli, ci andai a piedi (non ricordo dove mi aveva lasciato l’autobus) sotto la neve, per vedere una bellissima mostra di Keith Haring.

Se avessi qualche milione di euro cosa compreresti? Un alloggio alla Giudecca a Venezia, città che è nel mio cuore, da adibire a casa studio ed una masseria in Puglia con la stessa funzione…ma ce la farei con qualche milione? La tua mostra più bella? Sempre l’ultima.

L’esposizione più interessante che hai visto? Una Biennale di Venezia di molti anni fa con molti artisti dell’Arte Povera, il movimento che più ha rappresentato l’Italia nel novecento insieme al Futurismo. Il tuo lavoro in tre parole. Una piacevole ricerca

Qual è la prima opera d’arte che hai visto? Mia madre… Hai qualche ossessione? Far conoscere il mio lavoro.

Chi è l’artista più sottovalutato? Ce ne sono tanti ahinoi! Il mondo dell’arte oggi ha un po’ perso un metro oggettivo di valutazione, non sempre la qualità viene premiata. i quaderni della galleria francesco foresta

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Chi è l’artista più sopravvalutato? Anche qui ce ne sono tanti “creati”dal mercato…un esempio? Jeff Koons.

Quando lavora? Appena ne ho il tempo, non so cosa voglia dire “ispirazione”, io sono bloccato solo dalla “fatica”, ma accade raramente, per ora...

Cosa c’è appeso nel tuo studio? Oltre ai miei quadri, le foto delle mie meravigliose figlie (almeno per me!) e qualche scultura africana (le nostre origini). Hai amuleti? Purtroppo col tempo ho capito che non funzionano.

L’incontro che ti ha cambiato la vita? Quello con l’arte, ma è avvenuto in svariati momenti della mia vita e non sempre ho potuto assecondare questa mia passione.

Come hai concepito questa mostra nella galleria Francesco Foresta? Conoscendo gli ottimi Ester e Alfredo ed il loro professionale approccio al mondo dell’architettura e dell’arte. Poi Lecce è una città affascinante come Matera, dove spesso mi piace andare e che è appunto la città di nascita di Ester Annunziata.

Un saluto Olè! odit aut fugit, sed quia consequuntur magni dolores eos qui.

fotografia di Tommaso Santoro Cayro, allestimento in corso

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opere in mostra

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1. “Sting“ grafite su pioppo, cm 40x40, 2013 i quaderni della galleria francesco foresta

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2. “Lamp genius” pastelli e grafite su pioppo, cm 80x120, 2013 (due pezzi cm 60x80) luigi filograno, “it is not all roses”


3. “I don’t see, I don’t hear, I don’t speak” pastelli e grafite su pioppo, cm 120x120, 2013 (due pezzi cm 60x120) i quaderni della galleria francesco foresta

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4. “The egg” grafite su pioppo, cm 80x180, 2013 (tre pezzi ciascuno cm 60x80) 5. “It is not all roses” pastello, tempera, resine su legno, cm 113x80, 2014 i quaderni della galleria francesco foresta

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“Contemporary Icons”

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6. “Contemporary Icons� pastelli e grafite su pioppo, cm 175x175, 2013 (16 pezzi cm 40x40 ) i quaderni della galleria francesco foresta

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7. “Adrien Brody” grafite su pioppo, cm 40x40, 2013 luigi filograno, “it is not all roses”


8. “Michael Fassbender� grafite su pioppo, cm 40x40, 2013 i quaderni della galleria francesco foresta

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9. “Ferzan Ozpetek” grafite su pioppo, cm 40x40, 2013 luigi filograno, “it is not all roses”


10. “Danny De Vito � grafite su pioppo, cm 40x40, 2013 i quaderni della galleria francesco foresta

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11. “Lianne Las Havas” grafite su pioppo, cm 40x40, 2013 luigi filograno, “it is not all roses”


12. “Prince� grafite su pioppo, cm 40x40, 2013 i quaderni della galleria francesco foresta

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13. “Daniel Day Lewis” grafite su pioppo, cm 40x40, 2013 luigi filograno, “it is not all roses”


14. “Vincent Cassel� grafite su pioppo, cm 40x40, 2013 i quaderni della galleria francesco foresta

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15. “Self-admiration“ pastello, grafite, foglia oro su pioppo, cm 30x30, 2013 luigi filograno, “it is not all roses”


16. “Present and future selfportrait� grafite su pioppo, cm 40x40, 2013 i quaderni della galleria francesco foresta

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17. “Places of culture and mind” pastello su legno,cm 120x120, 2011 (9 pezzi cm 40x40) luigi filograno, “it is not all roses”

18. “Man” grafite su pioppo, cm 80x160, 2013 (8 pezzi cm 40x40)



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19. “Hidden Truths” pastelli e grafite su pioppo, cm 120x120, 2012 (6 pezzi cm 40x40) luigi filograno, “it is not all roses”


20. “The flight” pastelli su pioppo, cm 60x160, 2013 (2 pezzi cm 60x80)


biografia

Luigi Filograno è nato a Bari, dove vive e lavora, nel 1963. Dopo essersi accostato alle arti visive sin da giovanissimo, parallelamente ad esperienze nell’ambito dell'architettura d'interni e del design, si è poi dedicato completamente all'arte. Il tema della sua ricerca è quello dell'equilibrio, osservato soprattutto nella sua possibile e potenziale instabilità, sia in relazione al rapporto tra uomo e ambiente, sia a livello socio-politico (con corpi in volo, pacifica alternativa alle soluzioni belliche adottate nella risoluzione dei conflitti del pianeta), sia a livello esistenziale (ricerca dell' equilibrio da parte dell'uomo in relazione ad un fluire del tempo non più legato ai ritmi di vita naturali). Nelle ultime opere affronta lo squilibrio tra la vita e la morte, evidenziando la caducità di alcuni aspetti quali fama, potere, ricchezza, bellezza. Nell’ultimo decennio, dopo aver sperimentato in passato vari linguaggi e mezzi espressivi, si è dedicato al disegno su tavole di legno legno utilizzando pastelli, grafite, carboncino unitamente a smalti, chine, resine e pigmenti. Mostre personali 2013 : Galleria Formaquattro (Bari); “Murart” (Bari); 2012: “Murart“ (Bari); “Amaci: Giornata del Contemporaneo” (Bari); 2011: Galleria Bluorg, Bari; 2010: “Farmacia dei Sani”, Bari; 2009: Cittadella della Cultura, Bari; 2008: Galleria Bluorg, Bari; 2007: Galleria Spaziosei, Monopoli; 2006: Galleria Linea d’Arte, Bari; 2005: Galleria Kunsthalle, Putignano; 2005: Ass. Cult. Artre, Roma; 2004: Modì, Bari; 2000: Villa Romanazzi Carducci (Bari); 1995: Villa Romanazzi Carducci, Bari.

Mostre collettive (selezionate) 2013: Artcore (Bari); OpenSpace (Catanzaro); 2012 “Padiglione Tibet” – Palazzo delle Esposizioni di Torino (Biennale di Venezia 2011 – Padiglione Italia); “Libro d’artista”: Biblioteca Civica di 46

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Torino; Biblioteca Comunale Castiglione della Pescaia (Grosseto – Italia) finalista “Premio Basi 2012”; 2011 : “Padiglione Tibet” – Palazzo Cà Zanardi (altri eventi Biennale di Venezia 2011); Sala Nervi – Palazzo delle Esposizioni di Torino (Padiglione Italia – Biennale di Venezia 2011); “Premio Basi 2011” (vincitore Sezione Disegno) – (Grosseto - Toscana) ; Samson Gallery – Boston (U.S.A.); Galleria Spaziosei (Monopoli – Bari); Galleria “Linea d’Arte” (Bari); 2010: Fonderia delle Arti (Galleria ElisirArt), Roma; Divisione Arte , Bari; Castello di Carovigno (Brindisi); Galleria civica contemporanea Bitonto (Bari) - 2009: Galleria Spaziosei, Monopoli; Cittadella della Cultura, Bari; 2008: Galleria Linea d’Arte, Bari; 2007: Galleria Geo Arte Contemporanea, Bari; 2006: Open Space – Catanzaro; Galleria Spaziosei, Monopoli; Teatro Kismet Opera, Bari; Ass. Cult. Artre, Roma; Galleria Kunsthalle, Putignano; 2005: Geo Arte Contemporanea, Bari; 2004: Ass. Cult. Artre, Roma; 2003: Auditorium S.Chiara , Foggia ; 2002: Modì, Bari. Del suo lavoro si sono occupati, tra gli altri: Pasquale Bellini, Marilena Di Tursi, Lorenzo Madaro, Antonella Marino, Paola Marino, Pietro Marino, Giuliana Schiavone.

www.luigifilograno.it i quaderni della galleria francesco foresta

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