TREKKING&Outdoor 289

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LA RIVISTA DEL

Bimestrale Nr.6 - Anno XXXII - Verde Network s.r.l. - 16121 Genova - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1 comma 1, LO/MI

ITINERARI E VIAGGI NELLA NATURA

&OUTDOOR 289

IL FASCINO DELLA SCOPERTA NEI PARCHI GRIGNA SETTENTRIONALE, DOLOMITI FRIULANE E ALTA MURGIA

BACINI IMBRIFERI MONTANI VALLE DEL CHIESE FRA NATURA, STORIA E CULTURA

SOTTO IL SOLE DELLA FLORIDA

Euro 4,00 Aprile / Maggio 2017

www.trekking.it VERDE NETWORK


SOMMARIO

ARTICOLI

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Valle del Chiese, l’energia della natura redazione trekking&outdoor

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Dolomiti da scoprire

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Grigna Settentrionale: arte e natura

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Natura in movimento nell’Alta Murgia

marco carlone

enrico bottino

marco carlone

74 80 86

Wilderness e campeggio libero enrico bottino

Petina, perla degli Alburni flavio pagano / luciano burlini Verbano: camminando a filo d’acqua carlo rocca

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100 IN COPERTINA ALBA SUL MONTE BORGÀ, DOLOMITI FRIULANE FOTO DI LUCIANO GAUDENZIO

100

Sotto il sole della Florida carlo ferrari

Isole San Blas: il paradiso dei Kuna silvia della rocca

RUBRICHE

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Focus Senza lasciare traccia L’Opinione Obiettivo Outdoor Cogli l’Attimo Federtrek Ambienti e dintorni Punto di vista Emozioni di carta Laboratori del Camminare


IN QUESTO NUMERO

TEMPO D’AVVENTURA Tempo di primavera, giorni lunghi e cieli che chiamano all’avventura, siano limpidi e azzurri o corrucciati annunciatori di tempesta. Il sentiero chiama e il nostro cammino comincia accompagnato dal canto dei mille torrenti della Valle del Chiese, in Trentino, un paradiso dell’outdoor ancora tutto da scoprire. Se avventura deve essere, allora non può mancare una notte sotto le stelle. I consigli sul campeggio libero di Enrico Bottino vi saranno utili per godere al meglio dei vostri bivacchi “into the wild”. C’è un sentore di selvaggio anche sui sentieri delle Dolomiti Friulane percorsi da Marco Carlone. Qui, nella porzione più orientale dei Monti Pallidi, non incontrerete certo le “processioni” di escursionisti, ormai abituali lungo gli itinerari dei gruppi dolomitici più noti, ma la bellezza che vi circonderà è la stessa che ha portato l’UNESCO a dichiarare queste montagne “Patrimonio dell’Umanità”. Dalle montagne del Nord-Est Carlone ci porta sull’altopiano delle Murge, dove il tempo, l’acqua e il vento hanno eroso la roccia calcarea, dando origine ad alcuni dei canyon più spettacolari d’Europa e meravigliosi labirinti sotterranei. Il testimone passa di nuovo a Bottino, per una visita a una delle montagne simbolo dell’escursionismo lombardo: la Grigna Settentrionale, un balcone che si affaccia sullo specchio blu del lagodi Como e sulla pianura, con il cerchio della Alpi a chiudere l’orizzonte a settentrione e i profili azzurri degli Appennini a sud.

Dopo tanto camminare è giusto prendere un po’ di fiato e, dopo tante avventure, fa piacere godere dell’abbraccio rassicurante dei vicoli e delle case di un borgo antico. Seguiamo il nostro amico Flavio Pagano alla scoperta di Petina e gustiamoci una meritata sosta ristoratrice fra un piatto di spaghetti alle fragoline di bosco e un gelato ai funghi porcini, prodotti d’eccellenza della natura dei Monti Alburni, nello splendido Parco Nazionale del Cilento del Vallo di Diano. Anche Carlo Rocca non rinuncia al conforto dei luoghi dove la mano dell’uomo si stringe a quella della natura, ma i suoi sentieri si dipanano molto più a nord, sulle sponde del Lago Maggiore, dove le suggestioni letterarie dei viaggiatori illustri come Stendhal, si mescolano con le tradizioni delle genti che abitano queste rive, in bilico fra lago e montagna. Per chiudere all’insegna dell’avventura il viaggio di questo numero di TREKKING&Outdoor, ci lasciamo rapire da due viaggiatori incalliti, che non hanno esitato a portarci con loro addirittura dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, dove i pedali della bicicletta di Carlo Ferrari girano veloci sulle strade della Florida, mentre Silvia Della Rocca ci porta in indimenticabile viaggio in barca a vela fra gli atolli incontaminati dell’arcipelago di San Blas, nel Golfo del Messico, alla scoperta delle usanze e delle tradizioni degli indigeni Kuna, gli indios che vivono in perfetta simbiosi con le loro isole.

Serafino Ripamonti

Enrico Bottino

Michele Dalla Palma

Carlo Ferrari

4 · TREKKING&Outdoor

Marco Carlone

Flavio Pagano

Carlo Rocca

Silvia Della Rocca


OBIETTIVO OUTDOOR

GIORNO DOPO GIORNO I SEGRETI PER FOTOGRAFARE I CIGNI Un tiepido pomeriggio di aprile, pedalo nel Parco del Ticino, quando, tra le chiare e limpide acque del Naviglio vecchio, spicca un grosso nido. Un breve sguardo e scorgo “i proprietari”, intenti negli ultimi lavori di finitura: con maestosa eleganza due candidi cigni reali trasportano steli d’erba che ripongono con cura ai bordi del nido. Sono parecchie le persone che si fermano ad ammirare la coppia che non sembra per nulla infastidita. Sono, quindi, cigni piuttosto confidenti e non recherò loro alcun danno nel fotografarli, anche perché manterrò comunque una giusta distanza, fattore sempre determinante, a maggior ragione nel periodo della cova e della nascita dei cuccioli. Nei prossimi 2 mesi, fotograferò le varie fasi della nidificazione, la cova, la nascita dei piccoli, i loro primi tentativi di nuoto e le loro gite, rigorosamente in fila indiana, dietro la madre o il padre, una coppia moderna, quindi! In effetti il maschio di cigno reale partecipa alle varie fasi della cova, a volte alternandosi con la madre e difendendo il nido da possibili predatori.

A cura di Cesare Re

TELEOBIETTIVI E OCCHIO NITIDO

Indispensabili focali tele (Esempio: 70-200mm, 100400mm, 500mm) da abbinare preferibilmente ad una reflex o ad una mirrorless, anche se alcune bridge recenti offrono possibilità notevoli e zoom molto potenti. Determinante utilizzare un buon treppiede, o almeno un monopiede, più comodo per gli spostamenti. Durante la nidificazione sono interessanti i movimenti per la costruzione del nido, ovvero la ricerca di steli d’erba, arbusti e la loro posa. Da tenere presente che la riuscita di una foto naturalistica dipende molto dalla focheggiatura degli occhi del 18 · TREKKING&Outdoor

La prima volta. Nikon D300; AFd Nikkor 80 - 400 4,5 / 5,6 VR


soggetto. Con l’occhio a fuoco e ben nitido, la foto può essere considerata valida, altrimenti va impietosamente cestinata. Si focheggia, quindi, sull’occhio e per mantenere la messa a fuoco, si preme il tasto del blocco AE della fotocamera e si ricompone l’inquadratura; oppure si tiene premuto il tasto di scatto a metà corsa e si ricompone l’inquadratura, per poi premerlo sino a fine corsa e scattare. Nel periodo della cova, c’è tutto il tempo di ragionare con calma e ritrarre i cigni sul nido, ove, in genere, maschio e femmina si alternano; il momento del cambio è sempre interessante perché si possono fotografare le uova che risultano ben visibili.

CUCCIOLI

Per fotografare i piccoli si tenga presente che la schiusa delle uova avviene circa dopo una quarantina di giorni; si possono ottenere foto interessanti nel nido e, soprattutto, durante le prime nuotate, quando si muovono ordinatamente in fila indiana. Le gite sull’acqua avvengono in genere di mattina o verso sera, quando la luce del sole è meno intensa.

Il brutto anatroccolo? Un ricordo lontano. Nikon D 800; Nikkor 500 mm 4 AIP

LA MOSTRA WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR, AL FORTE DI BARD Al Forte di Bard, sino al 4 giugno, saranno esposte le immagini premiate alla 52esima edizione del concorso Wildlife Photographer of the Year, organizzato dal Natural History Museum di Londra. Saranno 100 le immagini esposte, per raccontare animali, vegetazione e paesaggio. Il vincitore assoluto è il fotografo americano Tim Laman, con “Vite intrecciate”, immagine di un orangotango del Borneo che si arrampica su un albero ad alto fusto. Info: 0125 833811 www.fortedibard.it TREKKING&Outdoor · 19


L’OPINIONE DI MICHELE DALLA PALMA

Ph Nanira

IL POTERE IMPAZZITO

Gli StatiUniti d’America e la Cina sono i due maggiori produttori di inquinamento a livello globale, ma con alcune differenze. Il gigante asiatico pare essersi finalmente accorto della gravità della situazione e inizia a mettere in atto politiche di contenimento dell’emissione in atmosfera di gas e sostanze tossiche. Gli Usa, invece, hanno sempre mantenuto una posizione ambigua, improntata alla tutela della propria produttività anche se con la presidenza Obama qualche piccolo passo avanti, a favore 12 · TREKKING&Outdoor

dell’ambiente, era stato fatto. In cinesi per danneggiare l’econoquesti primi giorni di primavera il mia americana, sta dimostrando neopresidente Trump, nonostan- una tragica coerenza nel compiete a cento giorni dall’insediamen- re azioni che ricadranno in modo to la sua popolarità sia crollata ai indiscriminato sull’intero pianeta. livelli minimi mai registrati prima “Farò rivivere l’impero del carbonella più grande democrazia del ne” ha dichiarato l’impresario mondo, con un indice di gradi- dai capelli arancione - divenuto mento intorno al 30%, continua l’uomo più potente della Terra imperterrito a perseguire il suo - dopo la firma del decreto che, folle progetto di restaurazione consentendo la ripresa delle attidell’economia basata sui combu- vità estrattive nel Paese, di fatto stibili fossili. Avendo sostenuto abortisce tutti i progressi fatti in campagna elettorale che il dalla precedente amministraziopresunto “riscaldamento globa- ne democratica a tutela del clima le” è una bufala messa in giro dai e dell’ambiente.


TRA DUBBI E CERTEZZE

UNA LETTURA DISTORTA

Ph Pexels

Appartengo alla schiera di co- DEI DATI noscitori superficiali del “global “Carbon and inequality: from warming” convinti che, anche se Kyoto to Paris” è un saggio sui con qualche distinguo, le cause cambiamenti climatici scritto scatenanti dei drammatici cam- dagli economisti Thomas Piketty biamenti climatici a cui stiamo e Lucas Chancel, della École assistendo in questa epoca siano d’économie de Paris. In questa in gran parte imputabili all’a- ricerca i due studiosi descrivono zione dell’uomo. A fine 2016, a l’evoluzione, a livello globale, delMarrakech, la conferenza ONU la distribuzione delle emissioni di sul clima, con la partecipazione anidride carbonica e altri gas serdi 20.000 persone in rappresen- ra nei diversi continenti e regioni tanza di 196 Paesi, di centinaia del pianeta, in particolare dal di Ong e migliaia di imprese, 1998 al 2013. Spiegano come sia associazioni di scienziati, enti cambiata questa distribuzione locali, popolazioni autoctone e in relazione ai livelli di disuguasindacati, avrebbe dovuto rende- glianza economica. Non solo tra re operativo l’”Accordo di Parigi” gli abitanti dei diversi paesi ma siglato l’anno precedente. Un anche all’interno della popolaziotesto nel quale è stata indicata la ne di ogni paese. “traiettoria” che il pianeta dovrà Secondo questo studio, il basso seguire per limitare i danni deri- livello di emissioni dell’Europa si vanti dai cambiamenti climatici. spiega in buona parte col fatto L’obiettivo dichiarato è riuscire a che l’industria occidentale sumantenere la crescita della tem- bappalta massicciamente all’eperatura media globale sulle ter- stero, in particolare in Cina, la re emerse e sulla superficie degli produzione dei beni industriali ed oceani a un massimo di +2 gradi centigradi, entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali, “proseguendo gli sforzi per rimanere il più possibile vicino agli 1,5 gradi”. Per ora, però, siamo ancora molto distanti da questo obiettivo. Le INDC (Intended nationally determined contibution), promesse governative prima della convenzione parigina, non sono state mantenute e, anche se lo fossero state, nel 2100 non si sarebbe arrivati a +2 gradi centigradi, bensì a +2,7. E secondo numerose Ong, le INDC attuali porteranno a sfiorare ampiamente la soglia dei 3 gradi.

elettronici inquinanti destinati al nostro consumo. Sarebbe molto più sensato, sostengono i due economisti, ripartire le emissioni in funzione del Paese di consumo finale piuttosto che di quello di produzione. Constateremmo in questo modo che le emissioni europee schizzano in su del 40% (quelle nordamericane del 13%) mentre quelle cinesi scendono del 25 per cento. Tenuto conto che i cinesi sono 1,4 miliardi - poco meno del triplo dell’Europa e oltre quattro volte più del Nord America - dovremmo riflettere sul fatto che i cinesi emettono attualmente, per persona, l’equivalente di 6 tonnellate di anidride carbonica l’anno (più o meno in linea con la media mondiale) contro le 13 tonnellate europee e le oltre 22 nordamericane. La metà del pianeta che inquina meno - 3,5 miliardi di esseri umani dislocati principalmente in Africa, Asia meridionale e Sudest asiatico - emette meno


BACINI IMBRIFERI MONTANI Il sentiero di visita del Biotopo “Lago d’Idro” che si trova nella parte meridionale della pianura alluvionale del fiume Chiese ed è ciò che rimane della vasta zona umida che un tempo occupava la parte settentrionale del lago.

VALLE DEL CHIESE IL LEGAME TRA MONTAGNA E CHI LA VIVE UN LUOGO IN CUI IL TERRITORIO E LE SUE RISORSE VIVONO IN PERFETTA SIMBIOSI, TRA TORRENTI, LAGHI E PICCOLI PAESI INCASTONATI FRA I MONTI DEL TRENTINO E DOVE LA COOPERAZIONE TRA IL B.I.M. C E IL CONSORZIO TURISTICO È CONDIZIONE ESSENZIALE PER IL PROGRESSO ECONOMICO, SOCIALE E TURISTICO DELLE POPOLAZIONI DEL TERRITORIO DEL BACINO IMBRIFERO MONTANO DELLA VALLE DEL CHIESE.


A

cavallo tra Trentino e Lombardia c’è una splendida vallata in cui l’antica civiltà rurale si è sviluppata nei secoli, mantenendo intatti i propri caratteri distintivi e volgendo al contempo lo sguardo verso il futuro con estrema attenzione. È la Valle del Chiese, area dove il verde è dominante sugli alpeggi, nelle foreste, sulle montagne, e si alterna nella tavolozza al blu di laghi e torrenti. Negli anni ’50 – periodo di crescita economica, progresso e ricerca di nuove fonti d’energia – le risorse idriche della valle vennero viste come un’insostituibile lasciapassare per rilanciare l’economia della valle ed evitare il rischio di isolamento. Per questo motivo vennero realizzati impianti idroelettrici per sfruttare l’energia pulita di fiumi e torrenti a beneficio della popolazione. Nel 1955 nacque così il Consorzio dei comuni del Bacino Imbrifero Montano del Chiese, un’istituzione che ha come scopo principale il rilancio economico e sociale delle popolazioni che vivono sul territorio.

LE FINALITÀ DEL B.I.M. Opere d’ingegneria energetica come le centrali idroelettriche sono sì risorsa preziosa per il territorio, ma al contempo fonte di danni ambientali. Ed è proprio per questo motivo che nascono nel 1953 i cosiddetti Bacini Imbriferi Montani. I concessionari di derivazioni d’acqua pubblica, che hanno opere di presa all’interno dei bacini imbriferi stessi, versano un sovracanone annuo ai Consorzi B.I.M. che serve a ripagare in parte i Comuni montani dai danni dovuti alla presenza di bacini, impianti e reti di distribuzione idroelettrica ma in particolare dalla mancata possibilità di utilizzo del bene acqua da parte delle popolazioni residenti in quei luoghi dove l’acqua viene sottratta. Queste somme vengono quindi investite sul territorio per opere di carattere pubblico e collettivo che si sviluppano in campi vastissimi: fanno propri i bisogni locali e concretizzano soluzioni ai problemi caratteriTREKKING&Outdoor · 45


FRIULI VENEZIA GIULIA Testo di Marco Carlone Foto di L. Gaudenzio, M. Verin e M. Milani

DOLOMITI DA SCOPRIRE

e la LUCE

IL LEMBO ESTREMO DELL’ITALIA NORDORIENTALE È UN VERO E PROPRIO SCRIGNO IN CUI SONO CONSERVATE BELLEZZE TANTO VARIE QUANTO CONTRASTANTI. I paesaggi spaziano dalle coste alle cime dolomitiche in una manciata di chilometri, aspre terre carsiche e dolci colline, fiumi che hanno fatto la storia del nostro Paese e non solo, con i loro greti ampi e pietrosi.

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U

n piccolo quadrato di terra, situato in quell’angolo di Italia che venne combattuto e conteso per decenni. Un punto d’incontro di paesaggi ed ecosistemi, così come di genti, culture e tradizioni, che su questo territorio hanno imparato a relazionarsi, convivere e condividere gli spazi. Città d’arte dalle architetture eleganti ed aggraziate, piccoli borghi sulle pendici dei monti, luoghi dove i grandi eventi storici sono impressi nella memoria collettiva, melting pot linguistico dove si incontrano friulano, italiano, tedesco e sloveno. A dominare le ultime propaggini della grande Pianura Padana e, più ad est, le prime alture dell’altopiano carsico, sono le austere cime delle Dolomiti friulane, delle Alpi Carniche e delle Alpi e Prealpi Giulie.

IL PARCO DELLE DOLOMITI FRIULANE Basta inoltrarsi di qualche chilometro tra le valli del Parco Naturale Regionale delle Dolomiti friulane, per rendersi conto di essere in un luogo dove la natura è ancora incontaminata e selvaggia. Da sempre, l’assenza di strade a grande percorrenza e strutture ricettive, ha garantito al territorio una pressione antropica dagli impatti minimi, permettendo così la conservazione dell’ambiente naturale in tutta la sua maestosità, grazie anche al contributo sempre attento della popolazione locale. Il cuore del parco, che si estende fra le province di Pordenone e Udine, è circondato da tre vallate che prendono nome dai relativi corsi d’acqua. Dall’alta valle del Tagliamento con i comuni di Forni di Sopra e Forni di Sotto, alla val Tramontina che culla i borghi di Frisanco e Tramonti di Sopra, fino alla val Cellina con Erto, Casso, Cimolais, Claut, Andreis e Barcis, dove il torrente Cellina scende a valle dando prima luogo all’omonimo Lago e modella lo spettacolare canyon della Forra del Cellina.


LOMBARDIA Testo di Enrico Bottino

GRIGNA SETTENTRIONALE felice coesistenza di arte e natura


L’

LE MANI DELL’UOMO E GLI ELEMENTI DELLA NATURA, IN UN COMPENDIO DI QUALITÀ IL PARCO REGIONALE DELLA GRIGNA SETTENTRIONALE NON FINISCE MAI DI STUPIRE PER LA SUA DOPPIA ANIMA.

uomo trasforma l’ambiente, ne siamo consapevoli. Quello che non tutti sanno è che i paesaggi antropici rappresentano il valore aggiunto di territori come il Parco Regionale della Grigna Settentrionale, dimostrazione di una fortunata vicenda di convivenza tra l’uomo e questi luoghi delle Prealpi lombarde, dove splendidi alpeggi e pascoli coltivati identificano un territorio plasmato anche da agricoltori e allevatori. Siamo ben lontani dal significato vero della parola wilderness, ne siamo consci e felici, perché in questa area protetta la transizione tra ambiente naturale e umano è graduale, apprezzata dai turisti che cercano una vacanza verde a 360 gradi. Nel Parco Regionale la metamorfosi paesaggistica e culturale sembra seguire le curve di livello: risalendo dalle sponde del Lario e dalla Valsassina verso il massiccio della Grigna le attività umane, la storia e l’arte sfumano nell’ambiente idilliaco degli alpeggi, dove nascono sapidi e genuini formaggi, per poi cedere il passo, lungo sentieri e mulattiere, a un ambiente sinonimo di “natura selvaggia”, un prezioso serbatoio di biodiversità dove la presenza umana sembra lentamente allontanarsi. Un cocktail perfetto tra il fondovalle con le sue meraviglie artistiche e storiche, e il susseguirsi di paesaggi prima dolci e poi più severi man mano che ci si avvicina ai 2410 metri del “Grignone”, tetto naturale del Parco Regionale. Grazie a questa diversità, nasce la voglia di fuggire dal consueto, dal già visto, di lasciarsi alle spalle il quotidiano ed entrare in un’altra realtà, dove la linea di confine tra ambiente naturale e ambiente antropico è

In un’amena posizione a quota 996, in località Ortanella, presso la mulattiera Esino-Lierna, tra magnifiche distese di prati si trova la cappella romanica di San Pietro: la sua origine è anteriore al 1200.

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PUGLIA Testo di Marco Carlone Foto di Antonio Di Ciaula e Giuseppe Carlucci

NATURA

IN MOVIMENTO Vivere il Parco Nazionale dell’Alta Murgia UN TERRITORIO SFERZATO NEI SECOLI DAI VENTI E DALLE PIOGGE, CHE CON LA LORO COSTANTE AZIONE HANNO MODELLATO IL PAESAGGIO ARRICCHENDOLO DI FORMAZIONI CARSICHE SUPERFICIALI E SOTTERRANEE: È L’ALTOPIANO MURGIANO, UN LUOGO CANGIANTE IN TUTTE LE STAGIONI, UNA TERRA IN CUI L’UOMO È STATO CAPACE DI INSERIRSI CON RISPETTO E DISCREZIONE.

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DOSSIER Testo di Enrico Bottino

WILDERNESS E CAMPEGGIO LIBERO! IN ITALIA ESISTE UNA NORMA GENERALE CHE DISCIPLINI IL CAMPEGGIO LIBERO E STABILISCA SE E DOVE CI SI PUÒ ACCAMPARE IN TENDA? NON È SEMPLICE DARE UNA RISPOSTA UNIVOCA A QUESTA DOMANDA. INFATTI, LA GESTIONE DEL SETTORE TURISMO È STATA TRASFERITA ALLE REGIONI (D. LGS. 31/3/1998 N. 112) E NON TUTTE HANNO STABILITO DELLE NORME AL RIGUARDO PER IL CAMPEGGIO LIBERO. 74 · TREKKING&Outdoor


C

ampeggio, che passione! Guazzare nell’acqua del torrente, ascoltare il fruscio delle foglie mosse dal vento, udire lo scoppiettare delle braci del fuoco attorno al quale assecondare la voglia di bistecche, braciole, salsicce e costolette da gustare al chiaro di luna, dormire sotto le stelle ascoltando il gracidio delle rane e il canto della civetta che irrompe nel silenzio della notte. La vita all’aria aperta porta a queste sensazioni uniche. In Italia però non è semplice “ascoltare” i silenzi incontrastati della natura e osservare l’immensità e l’armonia degli spazi aperti. Sono rari i luoghi privi di fonti luminose e di opere che riconducono a qualsiasi tipo d’intervento umano, aree naturali che

rispondono al principio della conservazione e al vero significato della parola wilderness, non sinonimo di “natura selvaggia” ma più semplicemente di “luogo naturale”.

WILDERNESS, CONSERVAZIONE DELLA NATURA Wilderness significa “conservazione” degli spazi naturali attraverso formali impegni di salvaguardia che siano i più duraturi possibile (codificati negli Stati Uniti d’America dalla legge The Wilderness Act del 1964), affinché venga mantenuto lo stato d’integrità paesaggistica e non venga modificato dall’uomo, né in positivo né in negativo, rinunciando pertanto a qualsiasi scelta di sviluppo di tale area TREKKING&Outdoor · 75


PIEMONTE / LOMBARDIA Testo di Carlo Rocca / Foto di Distretto Turistico dei Laghi Scrl/Andrea Lazzarini, Agenda 21 Laghi

CAMMINANDO A FILO D’ACQUA

ALLA SCOPERTA DELLE STORIE, DELLE TRADIZIONI E DELLA NATURA DEL VERBANO

E

ra il 1811 quando Stendhal, innamorato respinto da Alexandrine, moglie di un intendente di Napoleone, scriveva alla sorella Pauline senza esitazioni: “Chi ha un cuore sensibile – diceva – dovrebbe vendersi anche la camicia pur di vedere il lago Maggiore”. Scriveva proprio così, vendersi la camicia. L’invito a dilapidare il patrimonio pur di visitare il Verbano sarà pur stato un eccesso romantico di uno spasimante ferito (per quanto Stendhal fosse un romantico - illuminista) ma l’autore de “Il rosso e il nero” non sbagliava: la 86 · TREKKING&Outdoor

vista e l’esperienza del lago sono impagabili. Il lago è colori, profumi, storie. È diversità. Da sempre unisce, mescola e confonde lingue e dialetti, costringe i suoi abitanti ad incrociare esperienze e commerci, rotte e navigazioni. Per intere generazioni di viaggiatori europei – da quelli del Grand Tour fino agli escursionisti dei nostri tempi – le sue rive, le sue isole fluttuanti hanno rappresentato il primo assaggio dell’Italia fiorita e della sua luce agognata e ristoratrice. Ancora oggi per chi viene da nord l’incontro con questa luce calda, con i viali di oleandri e di palme, il


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PANAMA Testo e foto di Silvia Della Rocca

ISOLE

SAN BLAS IL PARADISO DEI KUNA 100 · TREKKING&Outdoor


UN VIAGGIO STRAORDINARIO, TRA GLI ATOLLI INCONTAMINATI DELL’ARCIPELAGO DI SAN BLAS, UN’AVVENTURA IN BARCA A VELA ALLA SCOPERTA DELLE USANZE E DELLE TRADIZIONI DEGLI INDIGENI KUNA, GLI INDIOS CHE VIVONO IN PERFETTA SIMBIOSI CON LE LORO ISOLE.

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QUALCOSA DI NUOVO SUL VOSTRO SENTIERO Abbiamo sempre lavorato ad ogni numero della rivista come fosse un pezzo unico, una pubblicazione da collezionare e conservare, magari da rileggere nel tempo. Ogni rivista è il racconto degli aspetti più caratteristici e intimi di un luogo, un territorio o una città da scoprire col passo lento e attento del camminatore. Le nostre storie, numero dopo numero, hanno narrato le tradizioni e le culture di popoli e terre vicine e lontane. Abbiamo pensato di creare un luogo adatto a contenere molti di questi racconti e storie, per farle scoprire o riscoprire ad ogni nostro lettore. Si chiamerà TREKKING&Outdoor book store e presto sarà online!


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