Illustrazione Ticiniese Settembre 2019

it

Illustrazione ticinese settembre 2020

mensile alleGato a “il caffè” e al “corriere del ticino” illustrazione.ch

la storia

“A 79 anni mi sono laureato Fate come me” le vecchie edizioni

Dalle storiche copie ingiallite capolavori di poeti e scrittori la lettera

Direttamente dall’Ottocento le parole dell’autore di Cuore

Giulia ceroni maestra, 23 anni

“I miei voti… alla scuola”

Og g i n o n è m eg l i o da r e a mo r e invece di farcire ra v iioolii?

Cucina per te..

23

la lettera

Edmondo De Amicis scrive ad Illustrazione

sommario

33 flash

Philipp Gonon e Davide Robbiani

4 il mese

26 i nostri soldi

34 fai da te

L’elefante nella stanza che ci aiuta a imparare

Investite con i vostri risparmi

Ecco l’astuccio per le cuffiette

di Andrea Fazioli

6 il personaGGio

di Giorgio Carrion

28 i nostri soldi

a cura di Antonella Werder Broggi

Giulia Ceroni, maestra: “I miei voti… alla scuola”

Chi ha diritto alle borse di studio

Effetto Diderot per il Toro e folletti per lo scorpione

di Andrea Bertagni

di Andrea Bertagni

a cura di Larissa

“A 79 anni mi sono laureato, fate come me”

Dalle storiche copie ingiallite capolavori di poeti e scrittori

La passione di moto e scooter tra le pagine di molti libri

di Bertagni e Guenzi

di Mauro Spignesi

32 i ricordi

di Graziano Guerra

38 passatempo

Imparo il klingon e ballo il tai ji quan

Suona la campanella ...iniziano gli esami

Snakeword allo specchio

di Patrizia Guenzi

di Giuseppe Zois

10 la storia

12 i corsi

15 lezioni adulte

L’emozione di risciacquare l’italiano sul Ceresio di Clemente Mazzetta

16 il fotoreportaGe

Lo scrigno del sapere in un antico formaggio di Andrea Bertagni

30 le vecchie edizioni

20

35 i seGni

36 due ruote

il viaGGio

La cultura del territorio vive tra i vigneti del Lavaux di Giò Rezzonico

24 la lettura

Tutti in classe con il diario in difesa dell’ambiente di Natascha Fioretti

25 l’osservatorio

Ecco la scuola dell’anno dopo di Gianni Righinetti

RIVISTA fondATA nel 1931 - 11 edIzIonI AnnuAlI (non esce in agosto). Tiratura 126.251 copie (ReMP 2019) editore Società editrice del Corriere del Ticino SA via Industria, 6933 Muzzano, Tel. +41 91 960 31 31 mensile distribuito in allegato a “il caffè” (la domenica) direttore responsabile lillo alaimo e al “corriere del ticino” (il lunedì) direttore responsabile fabio pontiggia stampa fontana Print SA – Via Giovanni Maraini 23, 6963 lugano redazione Via luini 19, 6600 locarno, Tel. +41 91 756 24 40 www.illustrazione.ch – info@illustrazione.ch per la pubblicità rivolgersi a mediati marketing sa Via Cantonale 36, Centro Ambrosart, 6928 Manno +41 91 960 34 34 annunci@mediatimarketing.ch

Il MeSe settembre

andrea fazioli

Giornalista e scrittore

l’elefante nella stanza che ci aiuta a imparare Con l’atto pratico di riunire in una stanza persone di genere, età , abitudini e culture diverse la scuola favorisce l’apprendimento. Ed è questa la sua forza

Uscire di casa, entrare in un’aula scolastica è un privilegio. In tutto il mondo 123 milioni di bambini non hanno nessuna possibilità di frequentare una scuola

4

a

rriva settembre, ricomincia la scuola.

Un anno fa non avrei osato cominciare un articolo in questo modo: troppo banale, troppo scontato. Invece oggi, scrivendo quelle cinque parole, ho sentito un piccolo brivido. Al di là di tutte le sofferenze, le paure, le polemiche, quanto accaduto nel 2020 mi ha donato almeno una nuova consapevolezza: le cose banali non sono mai banali. Uscire di casa, entrare in un’aula scolastica è un privilegio; anche perché - coronavirus a parte - in tutto il mondo centoventitré milioni di bambini non hanno nessuna possibilità di frequentare una scuola.

La forza dell’insegnamento, prima ancora dei contenuti, sta nell’offrire questa possibilità: guardare oltre il recinto familiare ed entrare in

Illustrazione ticinese / settembre 2020

un campo più vasto, dove tutto appare differente. Il riconoscimento dell’alterità è un gesto difficile, perché l’istinto suggerisce di eliminare la differenza. Ci sono molteplici reazioni: ignorare l’altro, limitarsi a tollerarlo (ma senza volerlo conoscere), fingere che non sia diverso (rinunciando al concetto stesso d’identità), respingerlo o aggredirlo. Invece la differenza è vitale, è proprio grazie a essa che un rapporto diventa dinamico. Il bambino quindi, misura sé stesso nel confronto con gli altri, nella vicinanza concreta con i compagni e l’insegnante: solo la conoscenza reciproca consente uno sguardo adeguato alla complessità del mondo.

Il poeta persiano Jâlâl alDîn Rûmî (1207-1273) scrisse di una “controversia sorta sulla forma e la descrizione di un elefante”. Alcuni indiani avevano messo un elefante “in una casa buia”, con l’intenzione di esibirlo a chi non ne aveva mai visto uno. Volendolo vedere, molte persone entrarono, una dopo l’altra, nell’oscurità. Visto che con gli occhi era impossibile, ciascuno, nell’oscurità, lo palpava col palmo della mano. La mano di uno si posò sulla proboscide e quello disse: “Questa creatura è come un tubo per l’acqua”. La mano di un altro toccò l’orecchio, che gli parve simile a un ventaglio. Un altro, avendo preso una gamba, dichiarò: “Trovo che la forma di un elefante è come quella di un pilastro”. Un altro posò la mano sulla schiena e disse: “In verità, l’elefante è come un tronco” (Rûmî, Mathnawî, Bompiani 2016).

Insomma, se uno si limita alla propria percezione singola, conclude l’autore persiano, non saprà mai la vera forma di ciò che vuole conoscere.

La scuola, con l’atto pratico di riunire in una stanza persone di genere, età, abitudini e culture diverse, non fa altro che aiutarci a capire come sia fatto davvero un elefante.

ù i p i D

P LA V PER VITTA A ULLTTERIORI ERIORI INFORMAZIONI: ALDIA SUISSE.CH

i m r a p s i r Più per l e ip ccole g ioie

SToRIA dI CoPeRTInA Giulia ceroni

“LA SCUoLA DEVE ANCoRA CRESCERE” A settembre ha iniziato il suo secondo anno come docente delle elementari di Gorduno. per lei non sono solo Gli allievi a dover fare i compiti, anche la formazione dei giovani maestri

l

di andrea bertagni, foto alessandro crinari (Ti-Press)

Giulia Ceroni, 23 anni, di Cavigliano, si è diplomata nel 2018 e ha iniziato la professione di docente di scuola elementare a Claro, ora è a Gorduno

a campanella è appena suonata. Sul piazzale della scuola elementare di Gorduno gruppi di bambini corrono per andare in classe. Hanno le cartelle piene, perché le vacanze estive sono finite da poco. Giocano, ridono, parlano tra loro.

Un nuovo anno scolastico è iniziato. Ma non solo per loro.

Il portone si è aperto anche per Giulia Ceroni, 23enne di Cavigliano. Che proprio l’anno scorso, dopo essersi diplomata nel 2018 al Dipartimento formazione e apprendimento (Dfa) della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (Supsi) ha iniziato la professione di docente a Claro. E adesso, che è settembre, ha iniziato il suo secondo anno di insegnamento a Gorduno. Con il sorriso e le idee ben chiare in mente. Perché, anche se il 2020 è contraddistinto dalla pandemia da coronavirus, che ha scombussolato la scuola, la cattedra rimane la cattedra. Anche per chi ha appena finito di studiare.

Ed è passato dall’altra parte. “Ho iniziato a Claro lo scorso marzo come supplente al 50% - racconta Giulia - quindi sono proprio nuova, ma devo dire che sono stata accolta benissimo da tutti, mi sono trovato subito a mio agio. A settembre poi sono passata al 100% a Gorduno, quindi sono davvero contenta. L’ambientamento è stato perfetto.”

Peccato però che non sempre sia così. Non sempre va tutto liscio, quando si passa dai banchi della scuola per docenti, alla scuola vera e propria. A precisarlo è la stessa Ceroni.

Che prima di riprendere il discorso, guarda sfilare gli ultimi bambini dentro i corridoi. Alcuni di loro si voltano, prima di entrare in classe. Perché la riconoscono. Sorridono, la guardano ancora un po’, mentre si svestono. “Nella formazione per i docenti - chiarisce Ceroni - non tutto funziona a meraviglia”.

Illustrazione ticinese / settembre 2020

7

“non tutto va come dovrebbe. un esempio, la troppa burocrazia con cui dobbiamo confrontarci. continui rapporti e valutazioni” A cosa si riferisce?

Nel complesso la nostra formazione è molto buona. Però non tutto va come dovrebbe. Un esempio è la burocrazia con cui dobbiamo confrontarci. Siamo costretti a redigere rapporti e valutazioni. Nessuno però ci insegna come fare.

Sembra un paradosso.

Il nostro piano di studi è basato sulle competenze che gli allievi devono raggiungere. Invece, quando “arriviamo al fronte”, dobbiamo valutare le abilità e le conoscenze. Sono due mondi che cozzano tra loro. Se dovessi dare un voto alla formazione di insegnante direi che questo aspetto meriterebbe proprio un voto negativo. E non è tutto.

Dica...

Un’altra difficoltà è la relazione con i genitori degli allievi.

Io sono stata fortunata, perché non ho avuto problemi, ma conosco casi problematici. Ai docenti che si affacciano per la prima volta nel mondo del lavoro non sono forniti gli strumenti per relazionarsi con i genitori degli alunni. Un altro voto negativo, quindi. E non è finita.

Cioè?

Non ci viene insegnato a sufficienza come trattare gli studenti che hanno difficoltà. Per i casi di questo tipo sono a disposizione due ore settimanali, ma non sempre è un periodo sufficiente. Servirebbe insomma maggiore elasticità.

Quelli che elenca sembrano problemi molto pratici. È così. Nella nostra formazione dovrebbero insistere maggiormente su questi aspetti, mentre invece ci si concentra molto sulla didattica, anche giustamente. Il problema è che tutto il resto però non si nomina e non viene affrontato.

E il suo ambientamento come è stato?

Non posso davvero lamentarmi, sono stata molto fortunata, perché sono stata aiutata da tutti. Ma non per tutti è così. Anzi.

Si spieghi meglio.

Se dovessi fare l’appello al mondo della scuola, chiederei

“dovessi fare l’appello al mondo della scuola chiederei direttive più chiare e un miglior accompagnamento per i neo-docenti” direttive più chiare e un accompagnamento maggiore per i neo-docenti, soprattutto da parte dei ‘piani alti’. Serve insomma maggiore sostegno. Dico questo sentendo anche colleghi con molti più anni di insegnamento alle spalle di me. Molti di loro si sentono un po’ abbandonati.

Un’evidenza emersa con prepotenza durante l’ultimo anno contraddistinto dall’emergenza coronavirus.

Un anno impegnativo?

Moltissimo. Ecco perché sono convinta che la scuola migliore sia quella di sempre. Io non ho dato compiti a casa, facevo tutto online e con piattaforme web. Devo dire che mi sono molto avvicinata alla tecnologia e questo è stato un aspetto positivo. Non tutto è però filato liscio.

Cosa non ha funzionato?

La parte più difficile dell’insegnamento a distanza è stata la correzione degli esercizi. Inoltre, non è stato facile mantenere un equilibrio tra la mia funzione di maestra e il ruolo di amica, che con la tecnologia inevitabilmente è subentrata ancora di più. Anche perché, quando mi collegavo con gli allievi via Skype, discutevo con loro, chiacchieravamo più per sentirci vicini che per fare esercizi.

In classe è più facile mantenere questo equilibrio?

Assolutamente sì. Invece con le lezioni diciamo virtuali bisogna stare attenti e fissare dei paletti, altrimenti si ricevono telefonate anche il sabato sera. Se utilizzata in modo giusto e attento, la tecnologia nel mondo della scuola ha comunque degli aspetti positivi, che mi sento di appoggiare. Ecco perché, anche con la scuola “classica”, secondo me potrebbe essere mantenuta per attività specifiche.

A 23 anni sembra già avere le idee chiare. Ha sempre voluto fare l’insegnante?

No, no. Io sono una di quelle che voleva fare tutto, ma non sapeva decidersi. Poi, un giorno, come spesso accade, mi sono per così dire svegliata e ho capito “cosa volevo fare da grande”. Non sono mai stata, dunque, una patita dell’insegnamento.

LA STORIA

marco rimoldi, medico ortopedico di Lugano, continua ad alimentare la sua voGlia di sapere.

E così si è iscritto all’università La Sapienza di Roma e...

di andrea bertagni foto di pablo Gianinazzi (Ti-Press)

“ANCHE A 79 ANNI CI SI PUò LAUREARE, fATE CoME ME”

tudiare per continuare a imparare. Anche a 79 anni.

Perché, come dice il proverbio, non si smette davvero mai di apprendere. E allora, perché fermarsi? Perché guardare solo all’età? Marco Rimoldi, medico ortopedico di Lugano, non ha bloccato la sua curiosità di sapere. S’è iscritto all’università La Sapienza di Roma dove ha conseguito una laurea in storia, antropologia e religioni.

“Una passione che ho sempre avuto quella della storia unita all’antropologia”.

Tutto nasce parecchi anni fa. Quando Rimoldi prende in mano un libro di antropologia. Ed è lì che scatta la scintilla. “Si intitolava Armi, acciaio e malattie. Breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni e l’ha scritto Jared Diamond - ricorda Rimoldi -.

Un gran bel volume, una lettura illu-

minante che non mi ha più abbandonato”. E così, dopo la pensione, quando il medico s’è ritrovato ad avere molto più tempo a disposizione, ha deciso di continuare, di non smettere di cercare. “Se c’è la salute - riprende - anche alla mia età si può fare tutto, anche laurearsi, appunto’”.

Un’esperienza arricchente non soltanto dal punto di vista formativo, ma anche umano. Perché Rimoldi per tre anni, dal 2015 al 2018, si è recato a Roma, si è seduto in classe “sempre nelle prime file per sentire meglio”, ha preso appunti, posto domande e stretto amicizie con studenti e professori. “Mi sono sentito sempre bene accolto e con alcuni colleghi studenti ho trovato davvero un bel feeling”.

Un’esperienza multiforme, ma anche impegnativa. Perché lo studente Rimoldi ha sgobbato. “La mia età non ha

Marco Rimoldi, medico ortopedico 79enne, e un suo giovane nipote; nella foto piccola, Rimoldi il giorno in cui ha ricevuto la sua seconda laurea a Roma

s

10 Illustrazione ticinese / settembre 2020

influito sul risultato, i docenti non mi hanno regalato niente”. oggi però la soddisfazione è tanta. Non per il pezzo di carta in sé. “Non so cosa farmene della laurea - ammette -, se l’ho raggiunta non l’ho fatto per quello che rappresenta ma per un piacere personale. Tuttavia, forse, oggi posso discutere meglio di politica, di storia e di religioni con i miei nipoti e con i miei familiari. Posso dare il mio contributo a chi mi chiede qualcosa”.

Laurearsi a 79 anni dunque non è solo possibile. Ma è anche realtà. Anche per chi una laurea già ce l’ha. “Mi sono diplomato nel 1978 a Zurigo, ma quest’ultima laurea è ovviamente diversa - spiega Rimoldi -. Nasce dalle mie passioni, dalla mia voglia di rimettermi in gioco anche da anziano, dalla curiosità di sapere e apprendere che dovrebbe rimanere sempre accesa. A qualsiasi età”.

il test 10 domande per allenare il cervello 1 i tre figli La mamma di Paolo ha tre figli.

Il primo si chiama Aprile, il secondo Maggio. E il terzo?

2 il macellaio Un macellaio è alto 1 metro e 70 centimetri e ha il 43 di piede. Cosa pesa?

3 il record Prima che fosse scoperto il monte Everest, qual era la montagna più alta del mondo?

4 le pulizie Quanta sporcizia c’è in un buco che misura 58 centimetri per 90 centimetri?

5 l’ortografia Quale parola si scrive sempre “scorrettamente”?

6 Gli auguri Ernesto è nato il 28 dicembre ma il suo compleanno è sempre in estate. Come è possibile?

7 le stampelle In Canada non si può fare una foto ad un uomo con una gamba di legno.

8 la velocità Stai correndo una gare di corsa e superi colui che è secondo. In che posto sei?

9 le uova al tegamino Si dice gli albumi sono gialli o le albumi sono gialle?

10 il raccolto Un contadino ha cinque mucchi di fieno in un campo e quattro in un altro.

Quanti ne avrebbe se li mettesse tutti insieme in un campo?

le soluzioni

Fabio Mario Conti specialista Fmh in neurologia, 72 anni

“RISoLVERE PRoBLEMI È IL MoDo MIGLIoRE PER MANTENERSI LUCIDI” La mente non è un muscolo. È un sistema complesso in cui interagiscono tra loro aspetti cognitivi ed emotivi. E allora non basta il “semplice” esercizio, che comunque resta benefico. Servono attività che portino alla risoluzione di problemi.

In una parola, come spiega bene il dottor fabio Mario Conti, specialista fmh in neurologia, “quello che si chiama ‘problem solving’, in cui vi sia un progetto che risvegli la nostra capacità e voglia di fare”.

Mantenersi attivi, dunque. Continuare ad essere curiosi, ad avere voglia di imparare, di studiare, di capire. “Il nostro cervello funziona attraverso infinite ‘finestre’. fondamentale è continuare a vivere, ad avere degli interessi, delle passioni. Anche semplici, come quella del giardinaggio, per cui non bastano le sole mani. Serve un progetto, bisogna sapere cosa si vuole piantare, la stagionalità delle verdure… E poi, perché no?, ci si potrebbe pure mettere alla prova costruendo un semplice impianto di irrigazione”.

Insomma, tutto ciò che ci obbliga a confrontarci con delle domande, e a trovare delle risposte, è benefico. “Evitare di sedersi è la parola d’ordine ad una certa età, ed è proprio il pericolo maggiore cui si rischia di andare incontro. Stanchi per aver lavorato una vita non vediamo l’ora di non più far nulla. Ma è sbagliato! fondamentale è proseguire attraverso un apprendimento multisensoriale”. In Germania, infatti, sin dalle prime classi, con gli allievi si utilizza una combinazione tra movimento e multisensorialità. Un mix, tanto per fare un esempio, tra saltare la corda e fare le moltiplicazioni o scrivere correttamente. Esercizi utili a qualsiasi età. E poi, bisogna ricordarsi di mantenere vive le relazioni sociali.

“Il trucco - riprende Conti - è spingersi sempre più in là, non vivere di rendita con ciò che già sappiamo, che abbiamo imparato a scuola. Dobbiamo cercare di mettere alla prova la nostra mente a livelli sempre più difficili”. E poi, altrettanto importante è mantenere o trovarsi degli hobby che tengano occupata la nostra mente. Perché la noia non rovina solo la coppia, ne va di mezzo anche la memoria. p.g.

1. Il terzo figlio si chiama Paolo. 2. La carne. 3.

Il monte Everest. 4. Non c’è sporcizia in un buco.

5. «scorrettamente». 6. È nato nell’emisfero australe. 7. Serve una macchina fotografica o un cellulare per fare una foto. Con una gamba di legno non si può. 8. Secondo. 9. Nessuno dei due perché l’albume è il «bianco» dell’uovo. 10. Uno, se li mette tutti insieme in un grande mucchio

I CoRSI

Divertenti, estrose, bizzarre... Sono centinaia le proposte di formazione per chi vuole miGliorare manualità, memoria, equilibrio e creatività

Tornare in classe da adulti è una scelta.

Nessun obbligo, solo il piacere di apprendere qualcosa di nuovo.

E sono in tanti a sentirne il bisogno, basta guardare i numeri dei partecipanti ai corsi per adulti, che anno dopo anno aumentano

sommelier del cioccolato Si apprendono le basi, teoriche e pratiche, per riconoscere un buon prodotto, assaggi di cioccolati diversi

IMPARo IL kLINGoN fACENDo SHoDo E BALLo AL RITMo DEL TAI JI QUAN

d

di patrizia Guenzi

12 Illustrazione ticinese / settembre 2020

al sommelier del cioccolato agli scarabocchi creativi.

Dal book folding all’atelier Ikigai. Sono solo alcuni esempi presi dal lungo elenco dei corsi per adulti organizzati dal Cantone e dalla Scuola Club Migros, i due principali attori sul mercato per questo tipo di formazione. Centinaia di proposte che spaziano dalle classiche lingue, che restano lo zoccolo duro e ogni anno contano migliaia di partecipanti, ad attività divertenti, creative e che rilassano la mente. Alcu-

ne molto curiose, al limite del bizzarro. Come... superare la paura di parcheggiare.

A farla da padrone, come detto, le lingue, piatto forte della Scuola Migros, la cui storia iniziò nel 1944 proprio con un piccolo annuncio nel Brückenbauer che pubblicizzava corsi a cinque franchi. Negli anni l’offerta si è ampliata. oggi se ne insegnano 55: dall’estone all’urdu, dal persiano al klingon, all’ungherese. Sino alla lingua dei segni (Lis), introdotta un paio di anni fa. Un sistema comuni-

be

giappon il p da ca schiscett

am

sum

Si s assi

sfuma si

ikigai

È l’equivalente giapponese della gioia di vivere e della ragion d’essere.

Si apprendono le tecniche che aiutano a ridare un senso alla vita.

batch cooking

Letteralmente significa “cucina in serie”.

Fa risparmiare tempo, denaro e ridurre i rifiuti.

In un paio d’ore si preparano i pasti per una settimana.

shampoo green Realizzare acconciature festose, creando anche un shampoo solido ecosostenibile?

Corso a coppie: mamma/nonna/zia con figlia/nipote.

ento-box

La tradizione nese del bento, pranzo portato asa, la classica tta in sostanza, che insegna mangiare sano e equilibrato.

minagashi

sperimentano, ieme al bianco e al nero, delle ature di colore, a col pennello, sia fluttuando sull’acqua.

book folding

L’arte di piegare e modellare i libri per creare delle “sculture”.

cativo visivo, che si basa sul linguaggio del corpo e che offre la possibilità di ampliare le possibilità di rapportarsi con gli altri.

Ma è soprattutto tra i corsi cosiddetti di “creatività” che si trovano quelli più curiosi. Come “La matematica in giardino”, proposta dal Cantone. Misurare l’area interessata, calcolare lo spazio per seminare, creare blocchi, aree… oppure, i corsi di origata o mizuhiki.

Un’arte anticamente praticata dalle famiglie Samurai per impacchettare i doni senza l’utilizzo di colla o scotch, piegando semplicemente la carta intorno a ciò che si vuole regalare, il primo. Confezionare doni attraverso cordicelle, come si faceva alla corte imperiale giapponese, il secondo. E ancora, per chi ama dilettarsi con la ceramica, “Tazze da tè Chawan”: quattro tecniche di modellaggio per realizzare grandi tazze con manico in grès e colorarle sovrapponendo smalti vari. Se poi volete dilettarvi con la calligrafia giapponese potete farlo. Imparerete una vera forma d’arte chiamata shodo che, così si spiega nell’introduzione al corso, conduce a un perfezionamento interiore dell’individuo. Per chi ama la natura, c’è un corso per imparare a fare in casa creme, deodoranti, dentifrici, detersivi, saponi, maschere… Sempre il Cantone propone “Composizione con piante succulenti”: si impara a costruire una mensola esagonale, simile ad una cella di alveare, da appoggiare o da appendere, in cui verranno combinate in modo creativo delle piante grasse. E gli amanti dei mici avranno la possibilità di “imparare il linguaggio dei gatti”.

L’offerta dei corsi per adulti si rivolge anche a coloro che sentono il desiderio di migliorare se stessi, che vogliono appropriarsi con consapevolezza del linguaggio del corpo per imparare a conoscersi e a comprendere gli altri. E qui ce n’è per tutti i gusti: dall’”Affermazione di sé” a “Trasformare i propri limiti e blocchi interiori”. Senza dire di tutto ciò che riguarda la cura del corpo, dai corsi di ginnastica e balli vari a vere e proprie lezioni per ritrovare e mantenere un’invidiabile forma fisica. Uno su tutti, “bikini workout”, ma anche “Tai ji quan”, detta “ginnastica della longevità”, arte marziale basata sul concetto taoista di Ying-Yang, l’eterna alleanza degli opposti.

forte e

Solo 1 compressa 1 vollta all giorno

In caso di disturbi della cr crescita di capelli e unghie ghie in seguito a carenzza di biotina

• Diminuisce e la caduta dei capelli pelli • Migliora laa qualità di capelli e unghie hi • Aumenta lo l spessore di capelli elli e unghie

È un medicamento omologato.

L Legger e il ffoglie lietto illustrativo.

In farmacia e in drogheria.

b biotina.ch

Biom med AG, Überlandstrasse 199, 8600 Dübendorf. f. © Biomed B AG. 05/2020. All rights reserved.

lezIonI AdulTe

Viaggio didattico dove la scoperta culturale diventa emozione, parte inteGrante del percorso di apprendimento della linGua. Alla suola Ili, corsi intensivi e serali

L’EMoZIoNE DI RISCIACQUARE L’ITALIANo NEL CERESIo

c

di clemente mazzetta

’è chi “risciacqua i panni in Arno” (Alessandro Manzoni) e c’è chi impara l’italiano in Ticino, sulle sponde del Ceresio. Succede alla “scuola Ili di lingua e cultura italiana”, che ha sede a Lugano (“Ili” sta per “Istituto di lettere italiane”).

Una scuola che propone corsi intensivi, corsi serali, soggiorni vacanze, lezioni semi-inviduali, full immersion, pomeriggi di conversazione con docenti madrelingua. Il tutto per padroneggiare l’idioma del “bel paese dove il sì suona”. Garantendo l’accesso a tutta quella serie di attestati di conoscenza linguistica dell’italiano riconosciuti a livello europeo dalle università.

“Siamo presenti in Ticino da oltre 25 anni - dice la direttrice, Annalisa Soldini - con una proposta culturale di qualità. La nostra non è solo scuola di lingua, ma anche proposta culturale. I nostri docenti sono tutti madrelingua italiana, laureati in lettere italiane, in lingue straniere o con titoli equivalen-

ti, specializzati nella didattica ed espressamente formati nella comunicazione interculturale”.

Nata negli Anni ’90 per favorire l’arrivo e l’integrazione di studenti non italafoni all’università della Svizzera italiana (Usi) e alla Supsi (sono previste delle borse di studio equivalenti al 20% del costo dei “Corsi intensivi” per gli iscritti), la Scuola Ili ha via via esteso il proprio raggio d’azione con corsi di italiano per la riqualificazione professionale, corsi per i rifugiati, oltre a sessioni per la formazione continua dei propri insegnanti.

“Siamo nati per rafforzare e promuovere le nostre radici culturali e per favorire la crescita dell’Università della Svizzera Italiana, nel 2005/2006 abbiamo organizzato dei corsi di cultura e lingua italiana per conto dell’alta scuola pedagogica per gli insegnati della Svizzera tedesca - aggiunge Soldini -. Dal 2007 accogliamo studenti dei Grigioni per corsi full immersion e conoscenza del Ticino, e liceali svede-

La scuola Ili è nata negli Anni ‘90 per favorire l’arrivo e l’integrazione di studenti non italofoni all’Usi e alla Supsi attraverso borse di studio

si che hanno diritto a borse di studio per imparare una delle lingue nazionali svizzere. Dal 2010 offriamo inoltre corsi a studenti universitari americani. Da un paio d’anni abbiamo avviato un programma “L’italiano e la rete” che integra nei corsi le nuove tecnologie e durante il periodo di pandemia ci ha prontamente sostenuto per i corsi online”.

Ma c’è anche qualcosa in più. Con il “corso intensivo + cultura” la Scuola Ili offre un’occasione del tutto speciale per perfezionare la conoscenza della lingua attraverso la scoperta della cultura e dell’arte italiana. “Alle lezioni mattutine del corso intensivo, si aggiungono lezioni in movimento spiega la direttrice -, si impara la lingua cucinando, cantando l’opera, visitando musei e mostre, assistendo a concerti e performance teatrali”.

Un viaggio didattico dove la scoperta culturale diventa emozione, parte integrante del percorso di apprendimento della lingua.

Illustrazione ticinese / settembre 2020

15

Lo SCRIGNo DEL SAPERE IN UN ANTICo foRMAGGIo un casaro di fusio continua a produrre come più di cento anni fa, ma è l’ultimo e non ha trasmesso la ricetta segreta a nessuno. di andrea bertagni

Il foToRePoRTAGe

Giorgio Dazio, 61 anni, casaro. Produce formaggi sull’alpe Campo la Torba tra giugno e settembre

h

a gli occhi lucidi di chi si è alzato alle 4 di mattina, Giorgio Dazio, casaro di fusio, che d’estate dorme a oltre duemila metri sopra l’alpe Campo la Torba con le sue mucche. All’alba le munge e poi scende al caseificio a 1760 metri, dove insieme a due aiutanti da giugno a fine agosto produce, tra l’altro, il formaggio Vallemaggia. Lucidi ma anche impenetrabili. Perché Dazio, 61 anni, è anche il custode di un formaggio, il formaggio della paglia, di cui in Ticino è l’unico ad avere la ricetta e a produrlo.

“Una specie di stracchino - spiega il casaro, guardando verso la montagna, che qui all’alpe Campo la Torba unisce la Leventina e la Val Lavizzara -. Una volta, tanti anni fa, quando era venduto fino a Milano e a Genova e veniva avvolto, appunto, nella paglia, si faceva in giugno, quando la mucca era stanca, ‘straca’ in dialetto, per aver raggiunto l’alpeggio. oggi lo faccio a fine stagione per pochi clienti affezionati che se lo gustano o lo regalano a Natale”.

Giorgio Dazio abbassa lo sguardo sulle capre che stanno raggiungendo un prato guidate da un pastore, un ragazzo con i ricci che gli spuntano dal cappello, che dà una mano in estate. “Non ho nessuna intenzione di farne un prodotto di massa o di consumo - continua il casaro -. Deve rimanere un ali-

mento particolare, unico, speciale. La ricetta l’ho ereditata da mio nonno e me la tengo per me, al massimo la lascerò a mio figlio”. Dazio non vuole neppure essere preciso sulle quantità.

“Sono poco più di un centinaio di forme all’anno”, dice vago, tanto è l’alone di mistero su un formaggio che in pochissimi hanno assaggiato.

Non così nei secoli scorsi e fino almeno alla metà del 1900, quando a produrlo in Ticino non era un solo casaro.

Si consumava fresco oppure abbrustolito sulla brace. Molto ricercato per la sua consistenza morbida e cremosa, ingolosì persino Stefano franscini, che nel libro intitolato La Svizzera italiana: tomo I (1837-1839) conferma i pregi e il valore di questo formaggio, “che ha del credito - scrive - sebbene sia piuttosto magro che no. Essendo molliccio conservano dentro alla paglia, quindi il di lui nome; manda un odore fortissimo è di sapore assai acre: contutto ciò è grato a molti palati”.

Tuttavia, la produzione con gli anni diminuì drasticamente, fino a quasi estinguersi. Tanto che nel 1971 Giovanni Bianconi, nel suo Ticino rurale, ne parla già come di un formaggio scomparso.

Mistero anche sul gusto. “Difficile descriverlo - sottolinea Dazio -, di sicuro sì mangia assieme alle patate e si gusta con un bel bicchiere di Merlot del Ticino”.

Illustrazione ticinese / settembre 2020

17

Il casaro si allontana un attimo. Quando è di ritorno ha una forma in mano.

“Questa era di mio nonno - dice fiero, oggi però non la uso più”. Anche l’oggetto che continua a dare la rotondità e lo spessore al “cacio segreto”, dunque è tenuta lontana dagli sguardi. “La produzione del formaggio della paglia non è comunque complicata e anche la cantina può fare la differenza”.

Di sicuro, la preparazione è antica. Testimone di una tradizione ticinese, oggi quasi del tutto scomparsa. Una tradizione che più di una volta, in passato, ha attirato interesse e curiosità. Come riporta sul suo sito Internet l’Associazione patrimonio culinario svizzero, che al formaggio della paglia dedica una pagina. “Un turista italiano di passaggio a fusio, in Vallemaggia alla fine del 19esimo secolo - si legge -, scrisse: “un formaggio veramente squisito (...) [che] si avvicina pel gusto ai famosi stracchini di Gorgonzola”. È mezzogiorno. Giorgio Dazio si stacca dalla staccionata. Sull’alpe c’è da preparare il pranzo. “Metti a cuocere le patate - ordine al suo aiutante - ma non sbucciarle. Sono più buone così”. Chissà a cosa si sta riferendo.

Anche perché strizza l’occhio e si allontana.

“il formaggio della paglia è una specie di stracchino. lo faccio solo io per pochi clienti”

Pubblicità

APPARECCHI A BATTERIA: UN AIUTO SILENZIOSO d’uso. A seconda dell’ambito di applicazione desiderato vi sono batterie di diversa capacità. Il fatto che questi apparecchi a batteria non richiedano praticamente manutenzione è un piacevole effetto collaterale. Che bello quando tutto funziona.

Gli apparecchi a batteria per il giardino sono silenziosi, efficienti e rendono i lavori di giardinaggio un divertimento stimolante.

Le macchine a batteria stanno conquistando il mondo del giardino. Sono efficienti e, a differenza dei loro parenti alimentati a benzina, non producono né odori né emissioni. Ben presto questi silenziosi aiutanti diventeranno i vostri apparecchi preferiti a cui non potrete più rinunciare. Il prato del giardino davanti a casa è troppo alto? La siepe ha perso la sua forma? Il tradizionale marchio svedese Husqvarna permette di utilizzare la stessa batteria per tutta la gamma di apparecchi, che siano bordatori, tosasiepi o motoseghe.

Basta caricarli a una fonte di corrente elettrica e poi si può iniziare.

Le batterie di ultima generazione convincono per le loro prestazioni, che non sono seconde a quelle degli apparecchi a benzina. Da lungo tempo ormai esiste un modello a batteria per ogni tipo di lavoro di giardinaggio. Gli attuali apparecchi sono caratterizzati non solo da un peso ridotto, ma anche da una grande facilità

Testate senza impegno gli apparecchi a batteria presso il rivenditore specializzato più vicino a voi e, con un po’ di fortuna, potrete vincerne uno a vostra scelta: www.giornatabatteria.ch

Giardinaggio in tutta comodità: gli apparecchi a batteria Husqvarna sono silenziosi, leggeri e di facile utilizzo.

Il VIAGGIo tra losanna e vevey

Giò rezzonico Giornalista

la vera cultura del territorio vive nei vigneti del lavaux

u

Un paesaggio culturale, una regione che ha resistito all’urbanizzazione e offre terrazzi mozzafiato dove gustare dell’ottimo bianco

n paesaggio culturale che coniuga l’essere umadelle diverse zone di produzione. A portare la viticoltura no con la natura esprimendo un lungo ed intidisboscando questi scoscesi pendii lacustri e costruendo i mo rapporto tra la popolazione e il suo territo- primi stretti terrazzamenti furono dei monaci all’inizio rio”. Con questa impegnativa motivazione la re- dell’XI secolo. Da allora questo mosaico vivente si è svilupgione del Lavaux, che si estende tra Losanna e pato e si propone in tutta la sua bellezza agli occhi del vianVevey, è stata inserita tra i patrimoni mondiali dell’umanidante moderno, che scopre non solo un paesaggio indità. Visitandola non troverementicabile, ma anche la te solo un paesaggio spettasua storia e percepisce la colare, ma un luogo vissuto volontà dei suoi abitanti di e testimone di una storia continuare a rimanere teviticola antica di oltre mille stimoni di un patrimonio anni. Una passeggiata a pieunico al mondo. Passegdi in questa regione, sogiando tra i vigneti del Laprattutto nelle prossime vaux si percepisce infatti settimane di primo autunun’interazione rara ai giorno, è un’esperienza indini nostri tra l’uomo e la namenticabile. Il Lavaux, che tura, tra il viticoltore e la ha saputo resistere alla tensua terra. tazione dell’urbanizzazioSul posto viene distribuito ne e si estende su una lunun prospetto illustrativo che indica tre itinerari alla ghezza di circa 40 chilomescoperta di questo straortri, presenta centri storici dinario territorio, ma se molto ben conservati. Ma non disponete di molto soprattutto offre oltre 10 tempo raggiungete St. Samila terrazzamenti a picco Una vista mozzafiato sui vigneti di Lavaux, abilmente preservati dall’urbanizzazione. phorin in treno e iniziate sul lago, costruiti dall’uo- Si estendono su una lunghezza di circa 40 chilometri, con centri storici ancora intatti da questo incantevole vilmo nel corso dei secoli, che si animano in modo particolare durante il periodo ormai laggio stretto attorno alla sua chiesa cinquecentesca un prossimo della vendemmia. La regione è denominata la percorso a piedi a metà collina. La tratta forse più spettacolare e selvaggia è quella iniziale che vi porta fino a Rivaz, Terra dei tre soli, in virtù dei quali la vigna gode di una situazione privilegiata: il sole del cielo, di cui beneficiano i dove si trova un centro di degustazione che vi permetterà pendii più ripidi; il sole del lago, che funge da specchio; il di scoprire i vini della regione. La passeggiata prosegue sole dei muri, che immagazzinano il calore. Tutto in que- quindi, sempre tra vigneti terrazzati a picco sul lago, attrasta regione ruota attorno alla viticoltura, i cui segreti sono versando la zona di produzione del celebre Dezallay, quinstati tramandati nel corso dei secoli, nonostante le difficol- di i borghi medievali di Epesses e Riex con la graziosa cappella del XV secolo, per giungere Cully in riva al lago e risatà legate ai ripidi pendii, alla filossera e ai capricci del tempo. I vini bianchi che nascono da questa terra arida e sasso- lire Grandvaux: dalla piazza potrete ammirare ancora una sa racchiudono in sè una secolare tradizione. Nonostante volta dall’alto le zone appena attraversate, prima di risalire l’esiguità del territorio, sono differenti tra loro a seconda sul treno nella locale stazione.

20 Illustrazione ticinese / settembre 2020

2

1

*

p er

o c c hiali r e p e h an c g r e s s i ve o r p i t n con le

* Maggiori informazioni in negozio e online: mcoptic.ch/2per1

mcoptic.ch/2per1

Un paio di occhiali acquistato, un paio

REGALATO. ‌ e tante altre grandi marche.

Garantirvi l’informazione è il nostro obiettivo.

Sottoscrivo un abbonamento annuale.

CdT DIGITAL CHF 240.-

CdT Premium AVS* CHF 295.-

CdT Premium CHF 360.-

Digitale

Cartaceo + Digitale

Cartaceo + Digitale

Nome e Cognome

Data di nascita

Via Tel.

CAP-Località Email

Firma

COMPILA IN STAMPATELLO E INVIA A: Corriere del Ticino, Servizio Clienti, Via Industria, 6933 Muzzano.

Per maggiori informazioni: Servizio Clienti 091 960 31 13. Condizioni generali e privacy policy: cdt.ch/condizioni-di-vendita. *Si prega di allegare una fotocopia del documento attestante i dati anagrafici.

leTTeRA APeRTA dI edmondo de amicis ai lettori di Illustrazione ticinese

Il vero spirito della scuola non è cambiato di edmondo de amicis

Tutti studiano ora. Enrico mio. Pensa agli operai che vanno a scuola la sera dopo aver faticato tutta la giornata; alle donne, alle ragazze del popolo che vanno a scuola la domenica dopo aver lavorato tutta la settimana; ai soldati che mettono mano ai libri e ai quaderni quando tornano spossati dagli esercizi; pensa ai ragazzi muti e ciechi che pure studiano (…). Pensa a quegli innumerevoli ragazzi che presso a poco a quell’ora vanno a scuola in tutti paesi (…), che vanno per i vicoli dei villaggi quieti, per le strade delle città rumorose, lungo le rive dei mari e dei laghi, dove sotto un sole ardente, dove tra le nebbie, in barca nei paesi intersecati dai canali, a cavallo per le grandi pianure, in slitta sopra le nevi, per valli e per colline (…), tutti con i libri sottobraccio, vestiti in mille modi, parlanti mille lingue, dalle ultime scuole della Russia quasi perdute fra i ghiacciai alle ultime scuole dell’Arabia ombreggiate dalle palme, milioni e milioni tutti ad imparare in cento forme diverse le medesime cose; immagina questo vastissimo formicolio di ragazzi di cento popoli, questo movimento immenso di cui fai parte, e pensa: se questo movimento cessasse, l’umanità ricadrebbe nella barbarie; questo movimento è il progresso, la speranza, la gloria del mondo (…)”.

Sono le accorate parole con cui l’ingegnere Alberto Bottini si rivolgeva al figlio Enrico, l’io narrante del mio libro Cuore, per stimolarlo a studiare “con animo risoluto e viso ridente”.

Correva l’anno scolastico 1881-82, sono passate sei generazioni da allora e il vero spirito della scuola, che in questi mesi anima quel “formicolio di ragazzi” in ogni contrada del vasto mondo, è lo stesso.

Io, Edmondo De Amicis sono morto da 112 anni ma l’umanità tutta, a scuola come nella vita, continua a portarsi sempre dietro il suo gravoso carico di vizi e virtù, di coraggio e viltà.

Perché a pulsare è ancora il medesimo Cuore.

Nonostante il mutare dei tempi e dei costumi, sul nostro cammino incontreremo sempre il ghigno ribelle e prepotente di un Franti, la bontà di un Garrone, l’arrogante superbia di un Nobis, i maneggi di un Garoffi, gli eterni primi della classe alla Derossi, gli eroi e i generosi come Robetti e Votini, i deboli come Nelli, il piccolo gobbo, e l’immigrato Coraci rimasto straniero persino nella sua patria.

Per questo cari lettori di Illustrazione Ticinese di mese in mese ritornerò con voi per parlarvi di fatti e persone di oggi, di cose degne e meno degne, di buoni e cattivi sentimenti.

Direttamente dalla fine dell’Ottocento appuntamento con l’autore di Cuore

Pubblicità

Buchvertrieb Gralsbotschaft 041 468 03 80

buchvertrieb@gral.ch

www.messaggio-del-graal.org

Illustrazione ticinese / settembre 2020

23

lA leTTuRA diario scolastico della svizzera italiana 20/21

natascha fioretti

Giornalista freelance, segretaria operativa dell’Associazione giornalisti della Svizzera italiana

Diario scolastico della Svizzera italiana 20202021, Istituto Editoriale Ticinese Bellinzona

q

uando ho visto che il nuovo diario scolastico della Svizzera italiana, l’81esimo, è dedicato all’ambiente e all’ecologia ho pensato che non si sarebbe potuta fare scelta migliore. Quale tema più vicino ai giovani che lo scorso anno abbiamo visto manifestare numerosi nelle città svizzere sulla scia dell’impegno e del manifesto per l’ambiente della piccola grande svedese con la mantella gialla Greta Thunberg. Tra calendari, spazi per appunti e annotazioni, l’agenda racconta dodici storie sull’ambiente, storie di resistenza e di protezione, di difesa e di ingegno; ma anche storie di errori e catastrofi. Storie che dicono così tante ve-

tutti in classe con il diario in difesa dell’ambiente

rità da rendere secondario se i fatti che raccontano sono reali. La prima è quella dell’Isola si Pasqua con le sue enormi teste di tufo realizzate a spese degli alberi. Alcune hanno per protagonisti gli umani: raccontano di come Greta Thunberg ha dato vita al movimento giovanile in difesa del clima, o della lot-

24 Illustrazione ticinese / settembre 2020

ta contro la deforestazione dell’Amazzonia. Altre sono dedicate a animali (le api, a rischio di estinzione), luoghi (i ghiacciai, minacciati dal riscaldamento globale) o oggetti (i frigoriferi di Madame frigo, un progetto svizzero contro lo spreco alimentare). Sembra semplice ma a ben guardare l’agenda è ben pensata e con le sue storie ci porta a fare anche il giro del mondo. Dalla Svizzera con il ghiaccio dell’Aletsch ci conduce in oceania con gli incendi e l’importanza della biodiversità, nelle Americhe con la deforestazione dell’Amazzonia e la storia dell’attivista Rob Greenfield, nell’oceano Pacifico con l’isola di plastica e in Africa con la storia di Wangari Maathai, ambientalista, attivista politica e biologa keniota che nel 2004 è stata la prima donna africana a ricevere il Premio Nobel per la Pace.

C’è anche la storia dell’associazione Madame frigo che si oppone allo sperpero piazzando nelle città frigoriferi pubblici gestiti da volontari, dove chiunque può lasciare cibi. Grazie a una collaborazione con dispensati, progetto ticinese contro lo spreco alimentare, anche Lugano sembra avrà presto il suo frigo. Ci sono poi i consigli ecologici su moda, fast fashion e sostenibilità ambientale e un calendario stagionale che indica i mesi giusti per seminare. In linea con il tema che quest’anno la connota, l’agenda è stampata su carta riciclata, gli inchiostri sono a base di materie prime rinnovabili e privi di oli minerali, e la copertina è in carta erba, che permette di risparmiare Co2 e ridurre il taglio degli alberi.

l’oSSeRVAToRIo

Gianni righinetti

Vicedirettore del Corriere del Ticino

lavagna e gesso tornano al centro

è

Al “piattume formativo” e all’assenza di stimoli dei mesi scorsi dovrà seguire un concentrato di fatti per recuperare tutto il tempo perso

proprio vero che gli esami non finiscono mai. Il “piattume formativo” e l’assenza di stimoli positivi per Ed è purtroppo anche vero che talvolta gli esai nostri ragazzi sono stati gli aspetti più difficili da gestire mi neppure iniziano: è stato il caso del finale per un genitore, unitamente alla pretesa implicita della dell’anno scolastico alle spalle. La pandemia ha scuola di trovare in mamma o papà un’alternativa per la agito come un colpo di spugna su una lavagna formazione dentro le mura domestiche. Questo è stato che meritava di rimanere al centro dell’attenun clamoroso errore, forse dettato dalla buonafede e zione, coi suoi concetti scritti con il gesso bianco sullo dall’esigenza di trovare soluzioni in un batter d’occhio sfondo verdone-nero. ogper una situazione che gi occorre guardare avannessuno di noi, che non ti, ma facendo tesoro di siamo scienziati e che il quanto ormai alle spalle. termine virus non lo abLa partenza di questo anbiamo quasi mai usato, no scolastico è una sorta privilegiando in inverno di passaggio, un percorso la definizione classica di obbligato tra passato e fuinfluenza o comune rafturo, nella consapevolezfreddore. za di una sola certezza: il Ma oggi a contare è la presente. Il coronavirus scuola che verrà, da non ha messo a nudo la fragiliintendere come quel tà umana, è bastato un inprogetto del direttore del visibile e intangibile virus Dipartimento dell’educazione, della cultura e dela mandare tutto in tilt, falo sport, Manuele Bertoli, cendoci smarrire la busfinito nel tritacarne con il sola della quotidianità. La no popolare al credito scuola è l’istituzione che per la sua sperimentaziointeressa tutti (giovanissine. Ma inteso nel senso mi, giovani, docenti e faletterale, di quanto atmiglie, ma anche i datori tende i nostri ragazzi neldi lavoro) a subire forse il la scuola dell’anno dopo. più pesante shock. Am- Ai nostri figli è mancata la certezza della quotidiana della sveglia di buon’ora, Ci si potrebbe soffermare mettiamolo, abbiamo sof- la colazione con i minuti contati, lo zaino in spalla e via di corsa verso la fermata del bus a lungo su quanto accaferto tutti nel vedere i nostri figli senza quella certezza quotidiana della sveglia di duto (o non accaduto) in ambito formativo, potremmo buon’ora, la colazione con i minuti contati, il passaggio in dare vita al festival delle occasioni perdute, ma sarebbero bagno per lavare i denti, cartella o zaino in spalla e via di energia e tempo gettati al vento. La scuola che verrà, la corsa per il timore di perdere il treno o il bus. Per rivederli scuola dell’anno 2020-2021 è troppo importante per permagari rientrare di corsa per sollecitare un passaggio con dersi in inutili chiacchiere. Poche parole, ma un concenl’auto, perché la campanella non aspetta. Chiamali, se ti trato di fatti, perché da qui a giugno non sarà un solo claspare, stimoli positivi. Stimoli di vita. Piccole-grandi cose sico anno scolastico, ma ci sono i mesi perduti da recuperare. Tanti auguri a ragazzi e docenti. che sono stramaledettamente mancate nelle nostre case.

Illustrazione ticinese / settembre 2020

25

I NOSTRI SOLDI

Investite così i risparmi

una famiGlia e 100mila franchi. che fare?

Lo spiegano esperti e bancari. E, tra i vari suggerimenti soprattutto diversificare , “per evitare guai futuri”

Massimo Vecchio, presidente di Amgest, fiduciaria di asset management con sede a Lugano

26 Illustrazione ticinese / settembre 2020

l

di Giorgio carrion

e famiglie sono preoccupate di difendere i propri risparmi. Attenzione, prudenza, lungimiranza… ma come collocare un ‘gruzzolo’, per esempio, di 100mila franchi? Nelle settimane peggiori della pandemia molti piccoli risparmiatori hanno preferito uscire dagli investimenti per riversare denaro liquido sui propri conti. Sebbene non si sappia il coronavirus cosa riserverà in futuro, c’è fermento: negli operatori bancari, incoraggiati da un rally borsistico interessante a partire da marzo - che il giorno 23 ha segnato il rialzo su tre mesi più consistente del dopoguerra - ma anche nei grandi e piccoli investitori. “Eppure proprio adesso potrebbe valere la pena di entrare sui mercati azionari…”, ha affermato un’autorità del calibro di Burkhard P. Varnholt, vice presidente del Credit Suisse Global Investment

Committee, che sulla newsletter della banca il 6 agosto ha aggiunto: “La recessione globale è terminata. È stata molto breve e dura. ora segue la ricostruzione globale, che sarà comunque un processo a lungo termine e collegato a contraccolpi”. Le risposte degli esperti alla domanda ‘come posso investire 100mila franchi’ sono all’insegna della prudenza ma non dell’immobilismo.

“Con una visione a medio-lungo termine una buona soluzione sarebbe sicuramente un investimento azionario”, osserva Alberto Crugnola, responsabile clienti privati di Banca Migros, Regione Ticino (vedi intervista a lato). Un investimento da considerare, però, nell’ambito di una gestione patrimoniale con una quota azionaria variabile a dipendenza del profilo di rischio del cliente: “Un’ottima soluzione può anche essere l’acquisto di un fondo d’investimento strategico, con quota azionaria variabile, meglio se ‘sostenibile’, ossia che investa in aziende ricono-

sciute per il loro impegno in ambito ecologico, sociale e con particolare attenzione all’occupazione”.

Da considerare nelle scelte i settori economici che - nonostante la pandemia - continuano a fare utili: farmaceutica e biotecnologie, tecnologie digitali e telecomunicazioni, intrattenimento e social network (impressionanti le performance di facebook e Netflix), alimentare e grande distribuzione. Insomma, prudenza a investire sì, ma non panico.

“Volendo investire oggi 100 mila franchi sicuramente proporrei un portafoglio in fondi per garantire una adeguata diversificazione”, suggerisce Massimo Vecchio, presidente di Amgest, fiduciaria di asset management con sede a Lugano. “Il mix dei fondi varia poi dal profilo di rischio scelto, che dipende dalla capacità di sopportare la volatilità dei mercati e dagli obiettivi temporali”.

L’esperto dichiara le sue preferenze: “Azioni rispetto alle obbligazioni e fra le azioni prediligerei i settori tecnologici digital e farmaceutici, diversificando per area geografica e valute”.

BancaStato propone al risparmiatore in vena d’investire una simulazione (elaborata sul 3° trimestre 2020, in franchi svizzeri) su quattro livelli di ‘rischio’: investimento a reddito fisso, reddito variabile, bilanciato e azionario. Immaginando un profilo di rischio bilanciato, quindi né audace, né troppo conservativo, il tesoretto di 100mila franchi potrebbe essere investito così: 8,3% liquidità, 23,4% obbligazioni, 45,9% equities (azioni), 14,7% in investimenti alternativi (come private equity, hedge fund, venture capital, fondi immobiliari…) e il 5,2% in titoli convertibili (obbligazioni che possono trasformarsi in azioni).

“I mercati vivono di aspettative future e in questo frangente sembrano scontare una forte ripresa a partire dal 2021.

Alla luce di queste attese - si chiedono gli analisti di BancaStato -, i principali listini sono sopravvalutati o hanno ancora potenziale al rialzo nel medio termine?”. Le buone performance di giugno e luglio dimostrerebbero - il condizionale è d’obbligo - aver scontato la fase peggiore della pandemia; i mercati finanziari lasciano campo ad un “…ottimismo che sembra essere quasi eccessivo alla luce dei dati macroeconomici e nuovi cali non sono da escludere se ‘qualche cosa andasse storto’...”, concludono prudentemente. Virus permettendo, insomma.

I RISPARMI/1

LE FAMIGLIE SVIZZERE

1’460

In media, ogni famiglia svizzera ha messo da parte 1’460 franchi al mese. un dato (l’ultimo ufficiale è del 2017) in continua crescita dal 2006, quando questo importo si fermava a 913 franchi.

I RISPARMI/2

LE FAMIGLIE TICINESI

1’090

la Svizzera italiana è l’area linguistica dove le famiglie hanno più difficoltà a risparmiare. dal 2066 al 2017 il risparmio mensile è sceso da 1’160 a 1’090.

GlI InVeSTIMenTI

DEGLI SVIZZERI

53%

Secondo una ricerca dell’università di San Gallo il 53% degli svizzeri investe preferibilmente nel l’immobiliare: il 48% nell’oro.

A seguire le azioni (30%), i fondi (25%) e i conti di risparmio (24%).

TeRzo PIlASTRo

POCHI VERSAMENTI

59%

Secondo i calcoli dell’ufficio federale di statistica, solo il 59 percento degli svizzeri effettua regolarmente versamenti nel terzo pilastro.

IN CoSA, DoVE E CoME oGGI CoNVIENE fARE UN INVESTIMENTo “I nostri clienti che hanno cifre contenute da investire chiedono una buona redditività con una volatilità contenuta”, afferma Alberto Crugnola, responsabile clienti privati Regione Ticino di Banca Migros. Le oscillazioni dei mercati finanziari e l’incertezza sull’evolversi della pandemia generano preoccupazione. C’è paura di una ripresa del Coronavirus in autunno, ma anche desiderio di ‘muovere’ il risparmio.

Quali sono le reazioni di fronte a questa incertezza?

“Nel periodo peggiore della pandemia abbiamo assistito a una fuga dagli investimenti a favore di liquidità sui conti privati e di risparmio. Da aprile la fiducia nei prodotti, quali i mandati di gestione o i fondi d’investimento, è però sensibilmente aumentata. ora c’è una comprensibile prudenza nonostante i mercati finanziari diano buoni segnali”.

Quali consigli dare a chi vuole difendere il proprio “gruzzolo”?

“Non è possibile dare una risposta valida per tutti. Prima di conAlberto Crugnola sigliare l’acquisto di un responsabile clienti privati di Banca Migros, Regione Ticino qualsiasi prodotto finanziario è indispensabile procedere con l’esame della capacità e della propensione al rischio del cliente”.

In concreto, cosa chiedete?

“Per esempio, quanto del mio patrimonio posso investire e quali rischi di oscillazione dell’investimento saprei sopportare. Il consiglio è sempre quello di affidarsi ad un consulente affinché il prodotto acquistato sia quello giusto, che possa dare una buona redditività con la dovuta serenità”.

Su quali settori conviene investire? “fra i più interessanti, la sicurezza informatica e le energie rinnovabili. Al di là dei settori economici, non occorre dimenticare l’oro, tipico bene rifugio in periodi di incertezze economiche”.

E su quali è consigliata prudenza?

“L’ambito petrolifero. Siamo di fronte a una domanda contenuta, basti pensare al traffico aereo limitato, a fronte di scorte importanti”.

Illustrazione ticinese / settembre 2020

27

I NOSTRI SOLDI

Nel 2019 il Cantone ha sostenuto migliaia di studenti universitari, apprendisti e anche allievi delle scuole dell’obbliGo e adulti che hanno migliorato le loro competenze professionali

Chi ha diritto alla

borsa di studio o

di andrea bertagni

ltre 16 milioni di franchi in borse di studio e oltre 3 milioni di franchi di prestiti.

Sono stati concessi l’anno scorso dal Cantone Ticino alle oltre 5mila persone che ne hanno fatto richiesta. Sì, perché il Cantone è da anni impegnato nel sostenere chi ha le potenzialità e le capacità di formarsi, ma non può permetterselo. Un aiuto sancito anche dalla legge. In particolare dalla Legge sugli aiuti allo studio (LASt), adottata nel 2015.

Lo spettro del sostegno pubblico è davvero ampio. Si va dal tirocinio alla riqualifica professionale, dalle scuole

28 Illustrazione ticinese / settembre 2020

medie superiori o professionali agli istituti superiori, dalle università o dai politecnici o ancora dalle scuole universitarie professionali agli studi postuniversitari e per la preparazione di un dottorato. Contemplati anche i corsi di perfezionamento e soggiorni linguistici così come la frequenza di una scuola dell’infanzia, elementare o media privata parificata, se comprovata da necessità di ordine sociale.

La concessione pubblica di borse e prestiti di studio si basa sul parametro del “reddito disponibile di riferimento”, che è composto dal reddito lordo e da un quindicesimo della sostanza netta del richiedente e dei suoi genitori, a cui vengono dedotti il pre-

mio medio di riferimento dell’assicurazione malattia, i contributi sociali obbligatori, le pensioni alimentari, le spese professionali e le spese per interessi passivi privati ed aziendali. Determinante è la tassazione 2017 oppure i redditi tassati alla fonte.

Già, ma a quanto può arrivare l’aiuto pubblico? Per le borse di studio, gli assegni di tirocinio e per gli sportivi d’élite o i talenti artistici, il limite è di 20mila franchi. Il sostegno per un perfezionamento professionale non può superare i 16mila franchi. Nel caso dei soggiorni linguistici il prestito va da un importo minimo di mille franchi fino ad un massimo di 15mila. Per il prestito di studio può essere concesso

ECCo I SALARI PIù ALTI E PIù BASSI DEGLI APPRENDISTI

un importo massimo di 50mila franchi per l’intera formazione.

Le borse di studio, gli assegni di tirocinio, gli assegni di riqualifica professionale e gli assegni per sportivi d’élite o talenti artistici possono essere concessi ai richiedenti che, nel corso dell’anno civile di inizio della formazione per la quale è richiesta la borsa di studio, non hanno ancora compiuto o non compiano il quarantesimo anno d’età. Mentre l’aiuto al perfezionamento linguistico può essere concesso al richiedente che non ha ancora compiuto o non compia cinquant’anni. Per il perfezionamento professionale invece non ci sono vincoli d’età.

Non tutti i salari degli apprendisti sono uguali. oltre a cambiare anno dopo anno, differiscono anche per la professione. Guardando la tabella diffusa dal Cantone si notano variazioni tra i circa mille franchi per un apprendista gessatore ai 300 franchi per un tirocinante orologiaio. Sopra i mille franchi nel primo anno di formazione si posizionano, ad esempio, l’impiegato di ristorazione e l’impiegato di economia domestica. È invece di circa 1'300 franchi il salario di un apprendista operatore socioassistenziale, mentre quello di un ortopedico è di 400 franchi. Più alti sono ovviamente gli stipendi nell’ultimo anno di tirocinio. L’ortopedico ad esempio riceve 1'200 franchi, mentre l’operatore socioassistenziale 1'500.

Ma perché tutte queste differenze? Il motivo è che a livello nazionale non esiste una regolamentazione precisa sui salari degli apprendisti, ma variano a seconda della professione e dell'azienda. Tuttavia, alcuni Cantoni stabiliscono dei minimi. oltre allo stipendio, gli apprendisti possono ricevere delle gratifiche. Alcune prestazioni devono invece essere finanziate di tasca propria e vengono direttamente dedotte dal salario.

In alcuni casi, l'azienda formatrice può offrire prestazioni complementari, quali delle gratifiche o indennità d'ogni tipo, ad esempio per l'abbigliamento (se è imposto un codice d'abbigliamento preciso), per il trasporto, per lavori sporchevoli, oppure per vitto e alloggio.

TRE ADDOMINALI E TI FANNO GIÀ MALE I MUSCOLI.

L A FUNZIONAL N ITÀ DEI MUSCOLLI.

www.magnesium m-biomed.ch Il magnesio contribuisce alla normale funzion ne muscolare.

Gli integratori alimentari non vanno intesi come sostituti di una dieta variata ed equilibrata e di uno stile di vita sano.

B i o m e d A G , C H - 8 6 0 0 D üb e n d o r f © Biomed AG. 08/2020.

A ll r i g h t s r e s e r v e d .

le VeCChIe edIzIonI

CoPIE INGIALLITE CHE NASCoNDoNo VERI CAPoLAVoRI frugando nell’archivio di Illustrazione, emerGono paGine scritte da poeti e scrittori ancora attualissime e che hanno segnato la storia del Dopoguerra di mauro spignesi

Un numero di Illustrazione Ticinese del 1933 che Lorenzo Balmelli ha trovato nella libreria della sua casa di Gentilino.

Risalgono a due anni dopo la fondazione da parte della casa editrice basilese Emilio Birkhäuser. Illustrazione è sempre stata una rivista popolare che privilegia la famiglia

30 Illustrazione ticinese / settembre 2020

n

on si finisce mai di imparare. E anche lo sport, soprattutto il calcio, può diventare una palestra di crescita e conoscenza. Ne sanno qualcosa gli appassionati, che hanno letto voracemente i libri e gli articoli che gli scrittori e i poeti hanno dedicato al gioco più bello del mondo. A quella disciplina che per Jean Paul Sartre rappresentava “una metafora della vita” e che per Pier Paolo Pasolini era “l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”. Così come mille souvenir affiorano periodicamente racconti sul pallone. Anche da pagine ingiallite dell’Illustrazione Ticinese, come quelle che con un atto di generosità ci ha inviato Lorenzo Balmelli, che dalla libreria della sua casa di Gentilino ha cavato via alcune copie dell’Illustrazione del 1933, due anni dopo la fondazione dunque da parte della casa editrice basilese Emilio Birkhäuser. Pagine ingiallite con rubriche, articoli, immagini e pubblicità che racchiudono sin da allora la caratteristica di Illustrazione, cioè una rivista popolare, molto assortita negli argomenti e che privilegia la famiglia come taglio di lettura.

E sempre frugando nell’archivio di questa storica rivista, la casa editrice Nomos di Carlo Tosi ha fatto riemergere un arcipelago di articoli di quattordici anni dopo, e siamo al 1947-1948, che ha inserito in un volume “Il verde è sommerso in nerazzurri. Vittorio Sereni e lo sport: scritti 1947-1983”, curato da Alberto Brambilla. Una raccolta di articoli, riflessioni e racconti che tracciano il rapporto fra sport e scrittura, in particolare calcio e ciclismo, dove si ritrova la profonda poetica di Sereni e il grande amore di tifoso, l’Inter.

Vittorio Sereni (nato a Luino nel 1913 e morto a Milano nel 1983) è stato uno dei più importanti poeti del Dopoguerra, oltre che scrittore e traduttore italiano, sempre legato al lago Maggiore e alla cultura di frontiera. Amico di Leonardo Sinisgalli, Alfonso Gatto, franco fortini e Salvatore Quasimo-

le rubriche di vittorio sereni che racconta lo sport e la sua grande passione per il calcio, il ciclismo e il lago

do, aveva fondato diverse riviste letterarie e pubblicato numerosi saggi attraversando da protagonista uno spicchio importante della cultura europea. Dal 1958 al 1975 era stato direttore letterario della casa editrice Mondadori (tra l’altro fu lui a pubblicare nel 1965 “L’anno della Valanga” il primo romanzo di Giovanni orelli). E fra i tanti riconoscimenti aveva ottenuto a Lugano anche un premio speciale da “Libera stampa”, di cui parla in un articolo su Illustrazione nel marzo 1948 citando “gli amici ticinesi Piero Bianconi e Pietro Salati” (per la cronaca tra i giurati c’era anche Carlo Bo). È nella terza parte del libro (“Scritti sportivi”) che si ritrova il Sereni (che firmava con uno pseudonimo, Mauri-

zio) capace di creare con poche, essenziali pennelate un personaggio. Lo fa in un articolo su Illustrazione del luglio 1947 dove racconta agli “amici ticinesi” l’ultima partita di Giuseppe Meazza, il nostro grande - scrive - “Peppino nazionale”, che con il suo addio si è portato via “parte della nostra giovinezza”. Per Sereni, Meazza aveva “qualcosa di disumano” con quelle “sue andature oblique dentro l’area e un’andatura da locomotiva snella e silenziosa”. In un altro articolo, “Cronache milanesi” Sereni racconta il Giro d’Italia attraverso un Paese che sta ricostruendo le sue macerie dopo la guerra e di ciclisti come fiorenzo Magni, Gino Bartali, fausto Coppi. Su “Cronache lacustri”, invece, rende

omaggio al lago, luogo incantato, speciale, attorno al quale scorrono storie di vita, quelle storie di vita tanto care a Piero Chiara e oggi ad Andrea Vitali. Su “Cronache lacustri”, in due pagine, datate Tremezzo, Sereni prende spunto da una gara di motonautica “in un giorno plumbeo e ventoso, di quelli in cui la breve fiamma di un oleandro scampato al temporale notturno spicca tristemente sul verde dilaniato dello sfondo”. E poi apre una finestra in controluce su una Italia che non si è ancora scrollata di dosso il dolore e la lacerazione della guerra. E che con una festa prova a trovare un momento d’allegria. In un luogo, appunto il lago, che “ha una sua riservatezza, una sua schiva beltà”.

Pubblicità

Team piccolo e corto —

m i n i potato re a bat te ria GTA 26 CO N BAT TERIE AG LI IO NI DI LITIO

Insieme al mini potatore STIHL GTA 26 p o t e t e s vo l g e r e i c o m p i t i p i ù d i s p a r a t i i n casa e in gia g rdino in tutta comodità. Il pratico attrez zo con batteria intercambiabile è f a c i l e d a u s a re e i d e a l e p e r l a p o t a t u r a d i alberi e cespugli, il sminuz zamento di rifiuti verdi e per e lavori di carpenteria .

CONOSC CETELO ADESSO DAL VOSTRO RIVENDITORE SPECIALIZZATO. DI PIÙ SU IT. STIH L .CH

I RICoRdI

Giuseppe zois

Giornalista e scrittore

suona la campanella ...s’inizia con gli esami Come andrà la nuova avventura tra i banchi?

Il sistema scolastico è osservato speciale dallo scorso marzo, con un capovolgimento della didattica

Con le due piattaforme messe a disposizione dal Dipartimento (Moodle e Teams) si è dovuto familiarizzare navigando fra scogli vari, e la metafora è appropriata, purtroppo con molti “crash”

c

he paradosso! Di solito gli esami si fanno al termine di un percorso scolastico. Il coronavirus ha sovvertito anche il tradizionale calendario. Quest’anno gli esami alla scuola si fanno ancor prima che inizi, anzi, a voler guardare, non sono mai finiti. Il sistema è osservato speciale dal marzo scorso, da quando di fatto è finita la didattica in presenza ed è iniziata quella a distanza, cioè virtuale. Il lungo isolamento nato dalle circostanze, ha fatto decollare – volenti o nolenti – l’insegnamento in rete. Ed è partito quasi istantaneo il processo a questa sperimentazione, figlia naturale della “covid”.

Quando si deve decidere sotto pressione e si deve fare di necessità virtù, è difficile ottenere il meglio. Vanno concesse molte attenuanti. Con le due piattaforme messe a disposizione dal Dipartimento (Moodle e Teams) si è dovuto familiarizzare navigando fra scogli vari, e la metafora è appropriata, con molti “crash”. Qualche docente si riteneva fortunato quando aveva 2-3 allievi in ascolto su una classe di oltre 20. Il prematuro annuncio di una sostanziale promozione di massa è

32 Illustrazione ticinese / settembre 2020

stato incauto e demotivante, molti docenti si sono sentiti spiazzati, il criterio di equità ha vacillato, troppe le facilitazioni in discesa (ma la vita non fa sconti).

La scuola media superiore, dopo l’isolamento introdotto a marzo, ha riaperto i battenti il 9 giugno scorso, perché il Dipartimento così ha voluto: ma non si è trattato di una vera ripresa. Il ritorno in classe è stato un “pro forma”, una prova generale per questo settembre, prima del “rompete le righe” per le vacanze estive, pure queste molto diverse dalle classiche.

Quali benefici aspettarsi da tale rientro “mordi e fuggi”? A molti è sembrata una discrasia, dato il blocco degli esami di maturità perché si sarebbe creato un movimento troppo alto di studenti. Si trattava di mille esaminandi in 5 sedi e per loro si è ritenuto difficile organizzare lo spostamento. Si è scelta la linea della prudenza, bocciando il rischio. Ci può stare. Ma per le migliaia di allievi del medio, che da metà maggio sono tornati in classe e dovevano salire sui mezzi pubblici per raggiungere la scuola media tale difficoltà non si è vista.

Come mai?

In vista della prima campanella, qualche scuola superiore aveva chiesto un incontro al Dipartimento educazione. Sono stati convocati i presidenti di Collegio, è stata data comunicazione sulle modalità dell’anno 2020-21 con i tre possibili scenari: didattica in presenza, metà e metà oppure a distanza. Più che naturale il ritorno fisico in classe (poi si vedrà come va il virus). Ai docenti, ai genitori e agli allievi è stato inviato un questionario, con domande multiple, ma con scarse possibilità di interagire. Si è avvertita la mancanza di domande aperte, da qui la percepita sensazione di un passo più d’immagine che di effettivo coinvolgimento. Indicativo peraltro che solo il 48% dei genitori abbia risposto al questionario (per i docenti il 71%). ora si va a ricominciare, tenendo scrutata la curva del virus. Auguri grandi a tutti per la nuova avventura!

flASh Il nuMeRo

92.3%

l’IMMAGIne

il museo all’aperto della val resa

In una delle più piccole valli del Ticino, la Val Resa sopra il comune di Brione sopra Minusio, c’è un piccolo angolo di paradiso, che è stato trasformato in un museo all’aperto. Nei dintorni del laghetto di Tendrasca, fanno bella mostra 33 opere che accompagnano i visitatori in un connubio fra arte e natura. Le sculture sono circondate dal bosco e dal riale Navegna e sono integrate nell’ecosistema circostante, lasciando affiorare emozioni positive quali l’armonia e la leggerezza.

L’esposizione è fruibile tutti i giorni fino al 29 novembre 2020.

Il PoST Su TwITTeR

ignazio cassis

Consigliere federale

Nell’anno scolastico 2018/2019 è stata del 92.3% la percentuale degli allievi promossi nelle scuole pubbliche del canton Ticino. Il dato comprende tanti ordinidi scuola: dalle elementari alle medie, dal liceo alle scuole medie superiori e scuole professionali.

In un mondo sempre più complicato e incerto, la Svizzera non può permettersi un rapporto non regolamentato con l’Unione europea.

lA PeRSonA

davide robbiani

Dallo scorso agosto l’Istituto di ricerca in biomedicina di Bellinzona (Irb) ha un nuovo direttore. Si tratta di Davide Robbiani, che prende il testimone da Antonio Lanzavecchia.

Ticinese di origine, Robbiani dopo gli studi in medicina a Berna si è specializzato in immunologia e microbiologia alla Cornell University. Molte le sfide che lo attendono, tra cui mantenere e consolidare l’alto livello dei risultati scientifici dell’istituto nel settore della ricerca di base in biomedicina.

lA fRASe

philipp Gonon

Autore del libro “la formazione professionale in Svizzera”

Il luoGo

meiringen canton Berna

Comune del Canton Berna, nella regione dell’oberland, è incastonato tra i passi del Brünig, Grosse Scheidegg, Susten e Grimsel e si trova a pochi passi dal lago di Brienz. Sempre nei suoi dintorni si trovano il museo svizzero all’aperto del Ballenberg e le suggestive gole del fiume Aar (nella foto), che si getta proprio nelle acque turchesi del lago di Brienz.

Meiringen è perciò l’ideale punto di partenza per esplorare le molte meraviglie dell’oberland bernese. Sia in estate, che nella stagione invernale.

Il futuro del modello formativo svizzero, pressoché unico nel suo genere e riconosciuto a livello internazionale complessivamente di successo, non è scevro da rischi, a fronte dell’internazionalizzazione del mercato del lavoro e delle dinamiche generate dalla globalizzazione.

Illustrazione ticinese / settembre 2020

33

L’astuccio per cuffiette fAI dA Te

a cura di antonella Werder broggi

cosa devi fare

1

Sovrapponi i due fogli di pannolenci, appoggiaci sopra un bicchiere e tracciane il contorno con il pennarello.

Ritaglia seguendo il cerchio che hai tracciato.

2

Taglia a metà uno dei due dischi poi soprapponi le due metà al disco intero e fissa con due spilli.

3

Taglia un pezzetto di fettuccia, lungo ca. 5 cm, infilalo tra i due dischi di pannolenci e fissalo con lo spillo in modo che non si sposti.

4 cosa ti occorre Pannolenci grosso (di uno o due colori), un pezzetto di fettuccia, un piccolo moschettone, forbici dalla punta arrotondata, un pennarello dalla punta fine, spilli, ago e filo o una macchina da cucire.

filo Finalmente il ia più! gl vi o gr ag non si

Cuci lungo tutto il contorno a in paio di millimetri dal bordo. Puoi usare un filo dello stesso colore del panno o scegliere un colore a contrasto. fai un paio di passaggi in modo che la cucitura tenga bene. La cucitura non deve essere precisa e anzi, se è volutamente un po’ storta, come una linea tracciata a mano, diventa un elemento decorativo.

Pubblicità

CREDITI PRIVATI

PER CITTADINI SVIZZERI O CON PERMESSO B, C, L, FRONTALIERI, INDIPENDENTI, PENSIONATI O INVALIDI

APPARTAMENTI IN LOCAZIONE DI VARIE TIPOLOGIE SIAMO A DISPOSIZIONE da lunedì a venerdì dalle 09.00 alle 11.00 dalle 13.30 alle 15.30

091 600 18 45

www.alloggiticino.ch ALLOGGI TICINO SA | Via Campagna 26 | 6934 Bioggio | at@alloggiticino.ch 34 Illustrazione ticinese / settembre 2020

Tasso d’interesse a partire dal 4.9% Fr. Fr. Fr. Fr. Fr.

5'000.– 10'000.– 20'000.– 50'000.– 80'000.–

pagabili pagabili pagabili pagabili pagabili

in in in in in

48 60 72 84 84

mesi mesi mesi mesi mesi

= = = = =

Fr. 121.20 Fr. 201.00 Fr. 347.05 Fr. 770.05 Fr. 1’232.10

mensili mensili mensili mensili mensili

Anche se avete altri crediti, possiamo riprenderli e aumentarli a un tasso più basso.

Avviso di legge: “La concessione dei crediti è vietata se conduce ad un indebitamento eccessivo” (Art. 3 LCSI)

CASSA MALATI - PREMI MENSILI 2020 Minorenni da 0 a 18 anni pagano al mese Fr. 57.85 Giovani da 19 a 25 anni pagano al mese Fr. 188.95 Adulti da 26 anni pagano al mese Fr. 293.85

Telefonate per una consulenza alla:

CREDITFINANZ SA

Tel. 091 921 36 90 – 091 835 42 02

Fino alle ore 21:00

www.creditiprivati.ch

oltre le stelle I SeGnI

a cura di larissa

ariete

leone 23 luglio 22 agosto

22 novembre 21 dicembre

Per katrin Passig e Aleks Scholz chi si perde scopre il mondo e vive più a lungo, così hanno scritto un manuale per imparare a vagabondare. Spiegano: “omero non avrebbe avuto un granché da raccontare se Ulisse avesse scelto la via più breve per tornare a casa”. Singolare punto di vista, da tener presente nelle prossime settimane, amico Ariete, quando cerchi di ottimizzare il tempo a tutti i costi.

Il Laboratoire de Tourisne Expérimental si dedica a insolite pratiche. La “Spedizione sul k2”, per esempio, prevede l’esplorazione del riquadro k2 della cartina di una qualsiasi città. Nel “viaggio a intermittenza” si gira sempre una volta a destra e una sinistra. obiettivo: sorprendersi. È il momento di sperimentare, caro Leone. Settembre è formidabile, nessuna stella contro.

La popstar Billie Eilish, Sagittario, è sinestetica: quando uno dei suoi cinque sensi si attiva, vengono stimolati anche gli altri quattro. Una voce è anche un colore, un odore, una forma, una sensazione tattile. Non ha avuto paura: ha usato il suo disturbo per scrivere musica. Tieni a mente questa lezione, Sagittario. Le stelle ti suggeriscono di sfruttare come doni quelle che credi siano le tue debolezze.

toro

verGine 23 agosto 22 settembre

capricorno

22 dicembre 19 gennaio

Nel 1765 il filosofo Denis Diderot vendette la sua biblioteca all’imperatrice Caterina la Grande per mille lire francesi (150mila dollari di oggi) e diventò ricco. Comprò una veste da camera così preziosa che gli fece notare la povertà dei suoi averi. Rimediò con tappeto nuovo, uno specchio, una poltrona. Usa l’“effetto Diderot“ per avviare una catena di abitudini positive. È l’ora della ripartenza, Toro, e Mercurio è dalla tua parte.

Nell’antica Roma chi cercava risposte a un problema chiedeva un segno agli dei, poi andava in piazza e ascoltava. Inevitabilmente qualcuno diceva la parola che aveva bisogno di sentire. Quelle parole sono un “cledon”.

Secondo la sensitiva Colette Baron- Reid dovremmo recuperare questa pratica.

Ascoltare le voci intorno a noi. Perché non provi, Vergine?

oswald Nuckols, informatico di Natchez, Mississippi, ha creato il rituale “resettare la stanza”. Vuoi disegnare di più? Prepara matite e blocchi. Vuoi fare esercizio? Borsa da ginnastica sempre pronta. Vuoi mangiare meglio? Pulisci frutta e verdura per averla disponibile per quando ne hai voglia. Potresti ispirarti a Nuckols, Capricorno, per dimenticare la pigrizia e ripartire con le stelle favorevoli di settembre.

Gemelli

bilancia

acquario

Lo scrittore Harry Bernstein, Gemelli, cominciò il primo romanzo, “Il muro invisibile” a 93 anni e lo pubblicò nel 2007 a 96.

Ebbe successo. Prima di morire, a 101, ne scrisse altri tre e dichiarò: “Se stai bene a partire dai 90, sa solo Dio quali capacità si nascondono dentro di te, pronte a saltare fuori”. Non aspettare tanto, come Bernstein. Ma da lui puoi imparare a non dire mai “È tardi”.

Nel 1966 Timothy Leary (1920-1996), psicologo favorevole alle droghe psichedeliche, Bilancia, invitava ad “accendersi, sintonizzarsi, abbandonarsi” cioè “interagire in maniera armoniosa con il mondo che ci circonda”.

Senza usare sostanze, con la tua sensibilità, Bilancia, potresti cogliere le vibrazioni, buone e cattive, e rivalutare l’istinto. Poi arriverà il Sole dell’equinozio, il 22, a schiarire il tuo cielo.

Nel quartiere Yanaka, a Tokyo, c’è un luogo noto come Scala del Tramonto. Molte persone ci vanno apposta per ammirare da lì la fine del giorno. Il sacerdote buddhista Shunmyo Masuno consiglia a tutti di trovare la propria Scala del Tramonto, un posto dove riflettere su come abbiamo speso il tempo e migliorare il modo di spenderlo.

I tuoi pianeti suggeriscono progetti ambiziosi.

cancro

scorpione

pesci

Nel film “La fattoria dei nostri sogni” (2019) John e Molly Chester, marito e moglie, raccontano come hanno trasformato 200 acri di terra abbandonata a un centinaio di chilometri da Los Angeles in un paradisiaco ecosistema: “Lo slancio in avanti e la speranza nutrono la propria fortuna". Contro i catastrofisti non c’è soltanto il tuo cielo, molto dinamico. Ci sono storie come quella di John e Molly.

Nel 1888 lo scrittore Robert Louis Stevenson (“Lo strano caso del dottor Jeckyll e di Mr. Hyde”) Scorpione, scrisse un saggio in cui rivelava di aver sognato le sue trame. E si chiedeva: “Chi sono questi folletti che fanno per me metà del lavoro mentre io riposo?” Le stelle non ti dicono di sognare i numeri della lotteria, ma di dare ascolto all’io interiore, alla creatività dentro di te.

Chris Martin, leader dei Coldplay (Pesci) spiega così “The Scientist”, una canzone sull’amore: “Qualunque cosa ci sia nella tua mente, dal crollo dell’economia alle catastrofi, ciò che ti prende di più è quando ti piace qualcuno. Perciò dobbiamo bilanciare i sentimenti, non lasciarli abbandonati in un angolo”. Le stelle ti consigliano un esame di coscienza. Vuoi l’amore? Coltivalo, come dicono anche le canzoni…

21 marzo 19 aprile

20 aprile 20 maggio

21 maggio 20 giugno

saGittario

23 settembre 22 ottobre

21 giugno 22 luglio

20 gennaio 18 febbraio

23 ottobre 21 novembre

19 febbraio 20 marzo

Non indugiare sul passato; non sognare il futuro, concentra la mente sul momento presente buddha

Illustrazione ticinese / settembre 2020

35

due RuoTe

tra le pagine dei libri tutta la passione per moto e scooter di ieri, oggi e domani L’elettrico si sta allargando alle due ruote.

Ma per gli amanti del 4 tempi suona come un’eresia

i

di Graziano Guerra

l grande libro delle moto; Viaggio ai confini dell’occidente; Io, la mia moto e... forse tu; 100 Passi Alpini in Moto; In moto a Dakar.

Questi sono solo alcuni fra gli innumerevoli volumi in libreria dedicati al mondo delle moto. Parlano di motociclette e scooter in tanti modi e sono in grado di rispondere alle esigenze più svariate. Da quelle dell’appassionato di tecnica che sa già tutto, ma che non gli basta mai, al neofita che desidera carpire i segreti per guidare una due ruote a motore, anche elettrico, nel modo migliore. Non mancano certo i manuali. Di meccanica, dinamica, progettazione e, appunto, guida. E poi libri che raccontano la storia di marche famose, di moto storiche e di viaggi avventurosi quanto sensazionali. E di campioni. fra i più venduti nel 2020 è segnalata la nuova edizione di “Effetto moto. Dinamica e tecnica della motocicletta”, dell’ingegnere Gaetano Cocco. fra i più accattivanti segnalo la biografia del campionissimo Jonathan Rea, apparsa in italiano l’anno scorso, dopo l’ennesimo titolo mondiale in SBk sulla sua kawasaki. Storicamente fra i più interessanti è il volume Museo Scooter e Lambretta, curato da Vittorio Tessera, fondatore del museo che sorge a un tiro di schioppo dal Ticino.

Il Museo Scooter & Lambretta sorge al numero 16/a di Via Papa Giovanni XXIII in quel di Rodano (Milano), lunedì - venerdì dalle ore 9 alle 12 e dalle 14 alle 18, ingresso gratuito. Sabato e domenica aperto per 36 Illustrazione ticinese / settembre 2020

gruppi su appuntamento. Informazioni: +39 02 95320438. www.museoscooter.it.

casa e scuola con lo scooter elettrico?

Moto e scooter elettrici. Vera rivoluzione o tendenza passeggera?

L’elettricità per molti motociclisti suona come un’eresia: sound del motore che diventa un sibilo, niente più meccanica e vibrazioni, ciao cambio. Per molti, il motociclismo non è solo “girare”, ma anche armeggiare, personalizzare, ottimizzare. In ogni caso, dopo aver conquistato quello delle biciclette con la pedalata assistita, la trazione elettrica si sta vieppiù allargando a scooter e motociclette. Il dibattito di-

Numerosi i libri dedicati alle moto. Parlano di motociclette, scooter, per appassionati e non

Pubblicità

CHF 3’195.-

MOBILITÀ SU DUE RUOTE Piaggio Liberty 125 ABS

w w w. p i a g g i o . c h

Il pilota svizzero Dominique Aegerter Dynavolt Intact GP - davanti a tutti in sella alla sua super moto elettrica nel Gran Premio Red Bull de Andalucia dove ha ottenuto la sua prima vittoria in Coppa del Mondo FIM Enel MotoE (foto MotoGP); qui sotto, per le strade di Brüssel, era il 2011, in sella al pioniere elettrico Yamaha EC-03

Pubblicità

vide tra quanti non riescono a immaginare di guidare senza sentire la musica del loro 4 tempi e quelli fortemente attirati da questa silenziosa novità che permette di guidare senza disturbare le orecchie sensibili. Numerosi i modelli di scooter elettrici sul mercato, in gran parte dall’ottimo comportamento. Per quanto concerne le moto non mancano ottime sportive stradali elettriche e neppure modelli off-road, ma la timidezza è ancora all’ordine del giorno. Però, però, se si cerca un po’ fra i brevetti se ne possono trovare alcuni riguardanti una MT07 e una R1 elettrica… Sorprendentemente, l’aspetto che più frena la moto elettrica è l’assenza di rumore quando si apre il gas. Sentire il cambio di marcia e capire la propria moto attraverso i suoni che emette è una vera fonte di piacere e soddisfazione.

motorex. per vincere la gara più importante del 2020 Da 100 anni a Langenthal, nel cuore della Svizzera, l’azienda è attiva nella produzione di lubrificanti e prodotti per la cura e la pulizia di alta qualità.

Alla base degli innovativi prodotti c’è un eccezionale gruppo di collaboratori altamente motivati. ogni giorno ingegneri, chimici e tecnici danno il massimo per permettere a Motorex di conservare la sua posizione leader nel mercato. Sin dallo scoppio della pandemia contribuisce alla lotta contro il Coronavirus con la produzione di disinfettanti.

PRONTI PER L’AUTUNNO CON SICUREZZA E COMFORT

JOYMAX-Z 300 TROVATE IL VOSTRO RIVENDITORE AL SITO WWW.SYMMOTOS.CH

THE SMART CHOICE

You belong to the MAX. www.yamaha-motor.ch Illustrazione ticinese / settembre 2020

37

ImparareGIOCHI giocando SCUOLA PASSATeMPo

snakeword Snakeword

O G G E A M E R M E S T R A T

E I O N A T

SNAKEWORD

R Z P E T T

LeSOLUZIONI soluzioni

T L I T I O

E

O G G E A M E R M E S T R A T

F

R A A L L A T I I R D G E M I

D

N A V A P M

C

I A N G M A

R A A L L A T I I R D G E M I

R A M C

R Z P E T T E E Q U A R A M C

L L E A

38 Illustrazione ticinese / settembre 2020

E I O N A T D P M A C L L E A

O M H R

G

T L I T I O A A N E D O M H R

T A G I

H

N A V A P M L L E T R T A G I

E L A S

B

I A N G M A E S A T A E L A S

U C C I O Z A T C E R M C E S

U C C I O Z A T C E R M C E S

T O S O C I E R A G T A A I R

T O S O C I E R A G T A A I R

S A S E N O R T S I I O G R O

A

S A S E N O R T S I I O G R O

O G E D R I C R O B C E F A T

Se l’immagine del temperino al centro viene specchiata e ruotata, si ottiene una sola delle otto ÷ JXUH LQGLFDWH quale?

O G E D R I C R O B C E F A T

I R A I O L L E D I A G I A S

allo Allo specchio Specchio

I R A I O L L E D I A G I A S

ALLO SPECCHIO La B.

Nello schema è nascosto un percorso formato da 22 termini relativi alla scuola che parte da C e arriva ad E (le lettere evidenziate). Il percorso è continuo, attraversa tutte le caselle senza mai passare due volte sulla stessa. Ci si può spostare di casella in casella solo ortogonalmente, mai diagonalmente.

A L A I G G E T ESTHER FES O L L E C S U R L E D A T A S R E V TRA .

I T T U I C S A I D A PIE

Per i tuoi successi sp portivi personali trovi tutto da noi grazie alla grand de scelta e alla consulen nza professionale.

Prendiamo sul serio o il tuo divertimento.

Fatti consigliare ora anche online su sportx x.ch

Questo dettaglio vi offre la possibilità di scelta: asciugare o asciugare.

Desiderate più alternative per asciugare il bucato?

L’asciugatrice ad aria ambiente DualDry vi permette di scegliere. Potete asciugare il bucato nel tamburo del vostro elettrodomestico oppure appesi ai fili dello stenditoio. I dettagli fanno la differenza.

Per saperne di più: vzug.com