Grotta di Lourdes Chiampo Febbraio 2018

Mensile del santuario di CHIAMPO (VI) Anno XCIII - Gennaio/Febbraio 2018

n.1/2

1867-2017- 150 anni di presenza francescana alla Pieve di Chiampo

SOMMARIO

In copertina:

N° 1/2 Gennaio/Febbraio 2018

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LETTERA DEL FRATE RETTORE SPARTIREMO IL NOSTRO PANE CON VOI

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I NOSTRI PRESEPI

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LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO

DI FRA

GIOVANNI FANTON

DAMIANO BASCHIROTTO

A CURA DI SUOR

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APPUNTAMENTI IN SANTUARIO

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DA CENERE A CENERE

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LE PAROLE

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AIUTERÒ E CONSOLERÒ TUTTI

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VITA DEL SANTUARIO

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PELLEGRINAGGI

DI FRA

A CURA DI

DI SUOR

ANNACHIARA RIZZO

FABIOLA DALL’AGNOL

LORENZO RANIERO

DI FRA

DAMIANO BASCHIROTTO E SUOR RITA BARBATO

Carissimi lettori e benefattori, chiediamo il vostro libero sostegno economico alla nostra Rivista!

Le opere del Santuario vivono esclusivamente delle vostre offerte, il nostro periodico si propone come collegamento tra noi frati minori e i devoti della Madonna e del Beato Claudio.

PRIVACY: nel rispetto della legge 675/96, sulla tutela di riservatezza delle persone e dei dati personali, “La Grotta di Lourdes” garantisce che le informazioni relative agli associati, custodite nel proprio archivio elettronico, non saranno cedute ad altri e saranno utilizzate esclusivamente per l’invio della rivista.

Direttore responsabile: fra Luigi Secco Redazione: fra Giuseppe Bonato, fra Damiano Baschirotto, fra Alessandro Poggiato, Suore Francescane Alcantarine e Giovanni Fanton Servizio foto: Suor Rita Barbato, Stefano Lovato, Norberto Rancan Stampa: Cora Print s.r.l - Trissino (VI) Autorizzazione Tribunale di Vicenza 16/07/1949 - N.13 R.S. Con approvazione ecclesiastica e dell’Ordine dei Frati Minori.

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Lettera del frate Rettore Carissimi fratelli e sorelle, Ci siamo incamminati in questo nuovo anno, e come ogni anno che si apre è sempre un dono di Dio; ciascuno porta in sé in questo cammino dei desideri e delle speranze, che nello scorrere dei giorni vedranno realizzarsi nella provvidenza del Signore.

Celebreremo quest’anno la XXVI giornata mondiale del malato, domenica undici febbraio. Papa Francesco nel suo messaggio ha scelto questo titolo: Mater Ecclesiae: «“Ecco tuo figlio ... Ecco tua madre”. E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé ...»

(Gv 19, 26-27) Nel messaggio vi è un richiamo molto forte a quanti si occupano di salute e di sanità, invitando a mettere al centro del processo terapeutico, la persona. La Chiesa lungo i secoli ha svolto in molte forme di servizio al malato; c’è un aspetto di quanto scrive il papa che vale la pena porre l’accento: …6. Gesù ha lasciato in dono alla Chiesa la sua potenza guaritrice: «Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: [...] imporranno le mani ai malati e questi guariranno» (Mc 16,17-18). Negli Atti degli Apostoli leggiamo la descrizione delle guarigioni operate da Pietro (cfr At 3,4-8) e da Paolo (cfr At 14,8-11). Al dono di Gesù corrisponde il compito della Chiesa, la quale sa che deve portare sui malati lo stesso sguardo ricco di tenerezza e compassione del suo Signore. La pastorale della salute resta e resterà sempre un compito necessario ed essenziale, da vivere con rinnovato slancio a partire dalle comunità parrocchiali fino ai più eccellenti centri di cura. Non possiamo qui dimenticare la tenerezza e la perseveranza con cui molte famiglie seguono i propri figli, genitori e parenti, malati cronici o gravemente disabili. Le cure che sono prestate in famiglia sono una testimonianza straordinaria di amore per la persona umana e vanno sostenute con adeguato riconoscimento e con politiche adeguate. ….

Il beato Claudio ha donato a questo Santuario attraverso le sue qualità artistiche, la copia della Grotta di Lourdes con la statua dell’Immacolata. Tante persone si rivolgono a Maria, madre della tenerezza per affidarle tanti malati nel corpo e nello spirito e attraverso semplici gesti (accendere una candela, scrivere un piccolo bigliettino, toccare la tomba del beato) consegnano le loro sofferenze. L’undici febbraio, in modo particolare, il nostro Santuario diventa meta di pellegrinaggio per tanti malati e i loro familiari; quest’anno S. E. mons. Beniamino Pizziol Vescovo di Vicenza presiederà la Santa Messa delle ore 16.30.

Vogliamo ancora una volta anche noi affidarci a Maria, alla sua protezione, perché a nostra volta possiamo diventare sempre più accoglienti, per vivere con amore la nostra vocazione al servizio della vita e della salute.

Buon cammino Frate Giuseppe Bonato

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SPARTIREMO IL L NOSTRO PANE CON VOI A CURA DI GIOVANNI FANTON

7. L’edificazione del convento (1) (1906) Scrive Padre Bernardino Barban: “ Se con gli ultimi provvedimenti il Collegio Serafico di Chiampo non aveva quasi più nulla a desiderare, mancava ancora ai Religiosi, che servivano la Chiesa e il Probandato un’abitazione degna e comoda. Finora essi alloggiavano nel Collegio, pur vivendo appartati dai ragazzi. Ora in questo tempo che il loro numero aumentava di mese in mese, era necessario cedere ad essi il posto, e provvedere ai Frati un altro locale vicino, congiungendo la Chiesa con l’Ospizio primitivo e il Collegio. La cosa s’imponeva urgentemente, tanto più che era richiesto anche dalle nostre leggi monastiche. Difatti la Chiesa non solo era sprovvista di Sacristia e di luoghi necessari per le confessioni degli uomini e per la custodia dei sacri arredi; non solo i Religiosi per accedere alla Chiesa, dovevano esporsi a tutte le intemperie; ma il peggio si era che dovevano ogni volta uscire di clausura, contrariamente alle prescrizioni dell’Ordine. Tutti i Superiori Maggiori fecero sempre caso di questa irregolarità,

e insieme vive raccomandazioni che fosse tolta sollecitamente.”

Così il Generale dell’Ordine il Servo di Dio Padre Bernardino da Portogruaro aveva disposto, dopo la sua visita a Chiampo: “ Vogliamo e ordiniamo che si osservi la clausura anche nel nuovo Ospizio e Collegio Serafico di Chiampo, eccettuato il caso di qualche grave malattia di qualche Collegiale; nel qual caso si potrà permettere alla madre o ad altri parenti stretti di visitarlo”.

A Chiampo arrivò come Superiore in quegli anni

Padre Placido Albiero ( 1873- 1945) Nacque il 16 Luglio 1873, entrò nel collegio serafico di Chiampo, vestì l’abito francescano il 3 ottobre 1889, e ordinato sacerdote il 19 settembre 1896. Fu Superiore a Chiampo dal 1903 al 1908. Nel 1911 partì per la Cina, Missionario prima ad Hankow e dal 1929 a Mosimien dove fondò il lebbrosario.

Morì il 2 gennaio del 1945 ed è sepolto ai piedi della Grotta di Nostra Signora di Lourdes costruita dai frati nel lebbrosario.

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Perché il ponte che accede dalla strada provinciale al Santuario è detto “ponte dei frati”. 16 Maggio 1905 una terribile inondazione devasta il paese di Chiampo. Fra i danni, anche la distruzione del ponticello a pedoni che dal Grumello conduceva alla Pieve. Sorse allora la grande idea di ricostruirlo carreggiabile; e in ciò i frati della Pieve concorsero molto, non solo moralmente, ma anche materialmente. Fra Lorenzo Francescato ha spedito dal Tirolo otto grossi tiranti di larice, trovati in carità per lo scopo. Il comune di Chiampo ha concorso con mille Lire. Tutte le famiglie, del quartiere di sotto, pensarono al resto: e vanno ricordate in modo speciale le famiglie Nicolato, Zonato, Panarotto e i Pellizzari detti Bressan.

il Padre Placido Albiero da Lonigo, il quale assunse su di sé l’impegno di realizzare il convento, la cui pianta è in parte ancora quella odierna per quel che concerne l’entrata del convento, la foresteria, la mensa dei poveri, la sartoria e la congiunzione con le cucine e il primo piano. I problemi e le difficoltà non erano solo di natura materiale, ma soprattutto giuridica.

Scrive il Padre Paolino Battilana: “Padre Placido ed altri suoi confratelli si adoperarono efficacemente ad ottenere prima la concessione a favore del medesimo. Ciò nonostante, le difficoltà che Padre Placido affrontò, furono immense e tali da atterrire anche il più coraggioso: e solo chi ne fu testimone può descrivere l’instancabile attività e sagacia di lui per superarle. Ma egli aveva affidata la riuscita alla protezione della Madonna ed alle anime sante del Purgatorio: per cui, sostenuto dagli incoraggiamenti del M.R. P. Provinciale e dal favore del M. R. Arciprete e del popolo, stette energicamente fermo al lavoro, fidurivista@santuariochiampo.com

cioso di poter così arrivare alla felice soluzione del grande problema, secondo il noto proverbio: Chi l’ha dura, la vince. E già la distribuzione dei locali della nuova Fabbrica era stata fatta con buon gusto artistico dal P. Gioachino Stefani, il R. Ispettore Idraulico Signor Attilio Antonioli n’avea disteso il disegno formale per la R. Prefettura [ ], già la Famiglia Zonato avea concesso all’uopo gratuitamente la propria cava di sassi e il popolo attendeva alacremente allo scavo e alla condotta gratuita del materiale; già il bravo Fra Lorenzo Francescato avea raccolto da pii benefattori del Tirolo e dei Settecomuni e spedito a Chiampo un monte di legname da travatura e da tetto; non restava dunque altro che dare principio. Ed ecco che la mattina del 13 Giugno 1906, festa di Sant’Antonio di Padova, dopo la messa solenne, il Padre Placido benediceva la prima pietra, raccomandando la nuova fabbrica alla speciale protezione del Santo dei miracoli. Felice, indovinato pensiero!

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i nostri presepi

Chi arriva a Chiampo per visitare la Grotta di Lourdes del Beato Claudio incrocia una scritta ben visibile: “1867 – 2017, 150 anni di presenza francescana a Chiampo”. Una ricorrenza che la comunità sta celebrando.

Anche il Natale 2017 ha ricordato questo avvenimento. La cripta della Pieve è il luogo dove ogni anno molti pellegrini vengono per ammirare il grande presepio. Quest’ anno è impostato nella valle del Chiampo dove è visibile la chiesa della Pieve alla quale arrivano (nel 1867) i primi quattro frati. Vicina ad essa c’è la Grotta del Beato Claudio, per ricordare la testimonianza più bella dei frati in questi 150 anni.

Le colline fanno da cornice alla capanna

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dove c’è la scena principale, ossia la nascita di Gesù Bambino. Emerge la torre campanaria della parrocchia. Come sempre, a beneficio della gioia e meraviglia dei bambini,

e non solo, il presepio si veste di tanta luce, di giorni e di notti, di stelle, di temporali, di pioggia e di neve. In questi ultimi anni c’è una riscoperta del presepe che san Francesco d’Assisi nel 1223 ideò perché volle vedere con i suoi occhi i disagi che quel Bambino, nato nel buio di una stalla, riscaldato dal fiato di un bue e un asinello e subito visitato dai pastori e dai loro greggi. Per noi cristiani è bello che la tradizione del presepio introduca in ogni casa il senso del Natale: non solo luci, regali … ma soprattutto la nascita di Gesù, Salvatore di tutti gli uomini. rivista@santuariochiampo.com

Un grazie fortissimo ai nostri collaboratori che lo hanno ideato e costruito.

I visitatori si fermano anche sui piccoli presepi che gli alunni della scuola ‘Ange-

lico Melotto’ hanno costruito sempre sul tema dei 150 anni dell’arrivo dei frati francescani. La fantasia e la creatività dei ragazzi è sorprendente. Poniamo alcune foto di questi presepi. È doveroso ricordare in questa sede, anche un’altra iniziativa che vede protagonista la nostra scuola Melotto. La classe terza, ha collaborato con la Pro Loco di Campodalbero, comune rivista@santuariochiampo.com

di Crespadoro. Nell’alta valle la Pro Loco ha costruito un itinerario di otto chilometri tra le contrà e le fontane con altrettanti presepi.

Lungo il tragitto sono stati posti 30 splendidi presepi realizzati dai nostri bravi alunni.

Il gruppo del presepio: Francesco Antoniazzi Mariano Bruni, Francesco Galeotti Adriana Feriolo, Stefano Lovato Suor Gemma (vestiti delle statuine dei frati) Suor Rita (spunti iniziali) Fra Giacomo (logistica e mantenimento) GENNAIO/FEBBRAIO 2018

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LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO

3. LA LOTTA TRA IL BENE E IL MALE A CURA DI SUOR

ANNACHIARA RIZZO

Carissimi lettori/lettrici, di seguito la terza ed ultima parte del discorso rso tenuto da papa Francesco ai partecipanti al 40° 0° Congresso Internazionale dei “Pueri Cantores” il 31 dicembre 2015.

Domanda: Alla sera, quando guardo la te-levisione con la mia famiglia, vedo tante storie tristi e drammatiche: il mondo resterà sempre così, anche quando sarò grande?

tire le brutte notizie. Pensiamo all’Africa: tante cose cattive, tante guerre – come ho detto – ma ci sono i missionari, sacerdoti, suore, che hanno Papa Francesco: Si fa il male nelle piccole cose speso tutta la loro vita lì, predicando il Vangelo, come nelle grandi cose; nelle guerre come – per in povertà… Quando il mese scorso sono andaesempio – un ragazzo o una ragazza bugiarda: to in Africa, ho trovato delle Suorine… penso è una guerra contro la verità di Dio, contro la ad una di 83 anni, era italiana, eNNACHIARA mi ha detto “Io A CURA DI SUOR A RIZZO verità della vita, contro la gioia. Questa lotta è da quando avevo 26 anni che sono qui”. E ci fra il diavolo e Dio, dice la Bibbia che con- sono tante famiglie sante, tanti genitori che tinuerà fino alla fine. Questo è chiaro, no? educano bene i figli. Perché non si vede in teleAvete capito questo? E’ chiaro. Tutti noi abbia- visione una famiglia che educa bene, che educa mo dentro un campo di battaglia. Si lotta fra il bene e il male, tutti noi. Abbiamo grazie e tentazioni, e dobbiamo parlare col parroco, col catechista di queste cose per conoscerle bene. Questo è il primo. Il secondo: ci sono tante cose buone nel mondo, e io mi domando: perché queste cose buone non si pubblicizzano? Perché sembra che alla gente piaccia più vedere le cose cattive o sen-

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bene un figlio? Non si vede! Perché c’è questa attrazione verso il male: sembra che piaccia di più guardare le cose brutte che le cose belle, le cose grandi. Il diavolo fa la sua parte – questo è vero –, ma anche Dio fa la sua parte: tanta gente santa! Non solo nelle missioni, ma nel mondo, nel lavoro, nelle famiglie; tanti genitori, tanti nonni e nonne che portano avanti la malattia, i problemi; e questo non si vede in televisione. Perché? Perché questo non ha rating, non ha pubblicità… Qui, in Italia, ho scoperto tante associazioni, uomini e donne, che danno parte del proprio tempo per assistere, per accompagnare, per essere badanti di malati. Questo è buono. Ma questo non si vede nella pubblicità. E’ vero o no questo?

Se tu vuoi avere rating – sia giornalistico, sia televisivo, o quello che vuoi – fa’ vedere soltanto le cose brutte; con le cose buone la gente si annoia. Oppure non sanno presentare e fare bene le cose, fare vedere bene le cose buone.

Quando tu [si rivolge alla bambina che ha fat-

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to la domanda] vedi la televisione, a casa tua, ricordati di queste due cose: c’è una lotta nel mondo fra il bene e il male, ci sono tanti bambini che soffrono, ci sono le guerre, ci sono cose cattive, perché la lotta è fra Dio e il diavolo; ma pensa anche a tanta gente, tanta gente santa, tanta gente che dà la vita per aiutare gli altri, per pregare per gli altri.

Ma perché nella televisione non si vedono le monache di clausura che passano la vita pregando per tutti? Quello non interessa… Forse interessano di più i gioielli di una ditta importante, che si fanno vedere… le cose che fanno le vanità. Non ci lasciamo ingannare! Nel mondo ci sono cose brutte, brutte, brutte, e questo è il lavoro del diavolo contro Dio; ma ci sono cose sante, cose sante, cose grandi che sono l’opera di Dio. Ci sono i santi nascosti. Questa parola non dimentichiamola: i santi nascosti, quelli che noi non vediamo.

(Fine)

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APPUNTAMENTI IN SANTUARIO MARZO 2018 STAZIONI QUARESIMALI OGNI VENERDÌ DI QUARESIMA Ore 15.00 Via Crucis Ore 16.30 Santa Messa

LECTIO DIVINA OGNI MARTEDÌ DI QUARESIMA Ore 18.30 alla Pieve Lectio divina del Vangelo della domenica

Settimana Santa in Santuario - Marzo 25 Marzo Domenica delle Palme

29 Marzo Giovedì Santo

Sabato ore 18.00 e domenica ore 10.00 Benedizione degli ulivi e processione S. Messa ore 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 16.30 - 18.00

ore 7.00 Canto delle Lodi ore 20.30 S. Messa “Nella Cena del Signore.”

Segue un tempo per l’adorazione personale.

26 Marzo Lunedì Santo S. Messe ore 7.00 (con il Canto delle Lodi) ore 9.00 - 16.30 ore 18.30 Canto dei Vespri

Ore 7.00 Canto delle Lodi ore 15.00 Celebrazione della Passione del Signore ore 20.30 Via Crucis

27 Marzo Martedì Santo

31 Marzo Sabato Santo

S. Messe ore 7.00 (con il Canto delle Lodi) ore 9.00 - 16.30 ore 18.30 Canto dei Vespri

ore 7.00 Canto delle Lodi ore 21.00 Solenne Veglia Pasquale

30 Marzo Venerdì Santo

28 Marzo Mercoledì Santo S. Messe ore 7.00 (con il Canto delle Lodi) ore 9.00 - 16.30 ore 18.30 Canto dei Vespri

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Confessioni alla Pieve: 8.00 - 11.30 e 15.00 - 18.30 rivista@santuariochiampo.com

APRILE 2018

PASQUA IN SANTUARIO 01 Aprile Domenica di Pasqua S. Messa ore 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 16.30 - 18.00 (Tutte le celebrazioni nella Chiesa beato Claudio) 02 Aprile Lunedì nell’Ottava di Pasqua S. Messa ore 7.00 - 8.30 - 10.00 - 11.30 - 16.30 - 18.00 (Non c’è il Canto del Vespro) (Tutte le celebrazioni nella Chiesa Beato Claudio)

Colori

Passione Commento al Vangelo della domenica..... .....con adorazione

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18 febbraio 18 febbraio

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25 febbraio febbraio 25

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44marzo marzo

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11marzo marzo 11

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18marzo marzo 18

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25 25marzo marzo

dalle ore

20.45

alle ore

QUARESIMA 2018

della

a t t e u q s a

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per giovani famiglie e quanti desiderano

22.00

IN PIEVE

PER GIOVANI E QUANTI DESIDERANO info : F R A T I E S U O R E D E L S A N T U A R I O C E L L . 3 4 0 6 4 8 3 6 0 8

CON NOI i frati e le suore del Santuario di Chiampo

info: chiamaci al 3406483608 rivista@santuariochiampo.com

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da cenere a cenere di suor Fabiola Dall’Agnol

In febbraio ci imbatteremo liturgicamente, in un simbolo molto austero: la cenere. Essa porta in se significati storici antichissimi, ma ancora oggi può parlare al nostro cuore quando la riceviamo sul capo. Essa dice ciò che siamo in origine, cenere/polvere animata dall’alito di vita di Dio (Gen 2,7); e ciò a cui torneremo, quando la vita tornerà nel respiro di Dio. Rimarrà di noi solo cenere, saremo stati attraversati dal fuoco della vita, che avrà purificato tutto e ci avrà condotto a ciò che è essenziale, cioè la vita in Dio. STORICAMENTE La celebrazione pubblica delle ceneri nasce intorno al V secolo a motivo della cerimonia pubblica della penitenza di alcuni peccatori. Costituiva il rito d’inizio al cammino di penitenza dei fedeli che sarebbero stati assolti dai loro peccati la mattina del giovedì santo.

Nel tempo il gesto dell’imposizione delle ceneri si estese a tutti i fedeli.

NELLA BIBBIA «Abito di sacco e capo cosparso di cenere» sono segni penitenziali per eccellenza nella narrazione biblica (Dn 9,3; Ez 27,30; Ger 6,26; Gn 3,6; Is 58,5. 61,3; Lam 2,10; Gb 42,6; Sir 17,32; Est 4,1; Gdt 4,11; Lc 10,13; Mt 11,21).

La teologia biblica rivela un duplice significato dell’uso delle ceneri.

1 - Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell’uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere...” (Gen 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: “Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere” (Gb 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell’uomo simboleggiata dalla cenere (Sap 2,3; Sir 10,9; Sir 17,27).

2 - Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore. Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: “I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere” (Gio 3,5-9).

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... e t t a no l l e n de e v e ch Colui Anche Giuditta invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: “Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore” (Gdt 4,11).

SPIRITUALMENTE La cenere cosparsa sul capo, ci ricorda che noi siamo polvere animata da Dio, ma che ritornerà cenere; evidenzia la nostra caducità: noi torneremo alla terra da cui siamo stati tratti. LA CENERE È SIMBOLO DELLA CONSAPEVOLEZZA CHE SOLO DIO PUÒ SALVARCI, solo Lui può intervenire e per Lui devono essere le nostre suppliche.

Caducità, conversione e preghiera sono quindi i tre elementi che la cenere vuole simboleggiare e che noi dobbiamo saper cogliere e ricercare in noi stessi. Con la Quaresima, Dio ci offre una preziosissima opportunità di cambiamento, mostrando nei nostri confronti una fiducia enorme. Dio sa che possiamo cambiare. La cenere CI APRE all’azione della Grazia, è il simbolo attraverso il quale diciamo a Dio:« Cominciamo da capo, dal fatto che sono polvere e che Tu solo Dio sei Colui che dà vita alla mia polvere», iniziamo così un cammino di conversione, cioè di ritorno a Lui. La Quaresima incominciando con la cenere, inizia da ciò che è morto e come a ritroso ci conduce al fuoco, primo simbolo della notte di Pasqua, e poi alla luce del Cero Pasquale che è la luce di Cristo e dalla luce tutto prende nuova Vita.

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Le parole I gesti dell’amore

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ella vita di Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero, si racconta un aneddoto che ha del grottesco. Egli era un convinto sostenitore che esistesse una lingua materna innata negli uomini, e che questa lingua corrispondesse a quella parlata dagli angeli in cielo.

Per scoprire e conoscere di che lingua si trattasse, fece dunque un esperimento: egli separò dei neonati dalle proprie mamme affidandoli a dei servi che dovevano accudirli quotidianamente senza mai rivolgere a loro una parola, ma soltanto nutrendoli e fornendogli le migliori condizioni igieniche. La lingua che i bambini avrebbero parlato di lì a qualche anno, quella sarebbe stata la lingua primordiale, parlata anche dagli angeli. Ma accadde che dopo qualche mese, i neonati nonostante fossero nutriti a dovere, cominciarono a deperire sempre più fino a morire nel giro di poco tempo. Con questo insolito e crudele esperimento, Federico II non scoprì quale fosse la lingua primordiale degli uomini, ma si rese conto dell’importanza vitale delle parole e della comunicazione umana: nella parola c’è vita, nella comunicazione verbale c’è una relazione che ci fa sentire vivi.

La parola, infatti, è uno dei primi mezzi per entrare in relazione tra persone e quindi anche la via più semplice e privilegiata per creare legami, amicizie e affetti. Una chiacchierata tra amici, una confidenza tra fratelli, una conversazione tra colleghi, una dialogo tra amanti, una lettera ai propri cari lontani… sono tutti modi che gli uomini usano per creare relazioni, lega-

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FRA LORENZO R ANIERO

mi di affetto e di amicizia. Infatti nella parola condivisa ci siamo «io e te», ovverosia c’è un rapporto, una relazione. L’inizio di un legame d’affetto passa dalle parole. Dio stesso, dall’alto del cielo ha voluto entrare in relazione con l’umanità e rivelare a noi il suo amore incondizionato facendosi Parola, incarnandosi nel Verbo e comunicando con gli uomini. Sembra proprio che anche per Dio l’amore passi attraverso le parole!

Nell’esperienza quotidiana “parlarsi” è un modo per volersi bene. Rivolgersi la parola è un segno di attenzione, di considerazione, di stima, di cura. Quando una persona ti parla, ti dà valore, ti ritiene degno di esserci, di

45° Matrimonio Barbieri Giuseppe e Pretto Teresina

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esistere; al contrario l’indifferenza e il silenzio sono segni di distacco e di noncuranza. Anche nelle nostre famiglie succede che quando ci si arrabbia con qualcuno la prima azione che si fa è di togliergli la parola, di non parlargli più, di chiudersi in un mutismo segno di allontanamento e disinteresse. Nella parola ci sta qualcosa di essenziale, ci sta la relazione, ci sta l’amore. Gli innamorati passano ore e ore a parlarsi, a conversare, a dirsi cose nuove o a ripetersi quelle già sapute, solo per il gusto e il piacere di sentire che esistono l’uno per l’altro, e quindi sentirsi vivi e amati dentro questo dialogo prolungato.

Quando si ama, si desidera parlare! Essere oggetto di una parola vuol dire che qualcuno ti riconosce; quando qualcuno ti parla ti attesta che tu esisti e che ci tiene a te! Il salmista riconosce che solo la parola di Dio gli può donare la vita e prega così: “Ricordati, Signore, della parola detta al tuo servo con la quale mi hai dato speranza: la tua parola mi dona la vita! (Sal 119,49-50).

Ma se da un lato le parole possono dare vita e speranza, dall’altro quelle «non dette» o dette male possono segnare negativamente la vita di una persona. Esse vanno a toccare e a modellare le relazioni, e quindi anche la vita affettiva di un uomo o di una donna. Un ragazzino che si sente dire solo parole di rimprovero e di critica, penserà di essere tutto sbagliato; un bambino che viene raggiunto da parole buone, di stima e di apprezzamento, invece, crescerà con una buona fiducia nelle sue possibilità. Dalle parole dette

50° Matrimonio Giordani Giuseppe e Zonta Sonia

o taciute passa la relazione affettiva, si sviluppa la nostra interiorità e nascono i sentimenti. In questo senso si può dire che la parola dà forma alla realtà e alla vita degli uomini, perché va ad incidere sulla percezione che ognuno ha di sé.

Ecco dunque un gesto semplice per dirsi che ci si vuole bene, un gesto tanto desiderato da tutti, ma molto spesso trascurato e disatteso! Una volta ho sentito una donna che, parlando di suo marito dal carattere particolarmente taciturno e introverso, diceva con le sue amiche: «So che mio marito sa essere tenero e affettuoso. Con il cane si comporta così!». La parola donata e condivisa è una via semplice e alla portata di tutti per dirsi l’amore e costruire relazioni gioiose.

Perché non approfittarne?

50° Matrimonio Presa Abramo e Marchesini Adelia

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Aiuteró e consoleró tu Spedite le vostre testimonianze e foto alla nostra Rivista rivista@santuariochiampo.com

Ricordi di un fratino su due cruenti anni a Chiampo…

Era il povero e freddo inverno della fine del 1942.

Tanta era l’allegria tra i ragazzini del Collegio Serafico di Chiampo: era Natale e nevicava. Un silenzio muto e bianco sul grande cortile, dove giocavano a palle di neve i fratini, dentro la ruvida e misera divisa di canapo grigio, cucita da pie mani di donne.

La camerata, quaranta lettini bianchi, stretti uno accanto all’altro, cercavano nel sonno il primo calore e forse anche le prime carezze del sogno. Nevicava e secchi ed opachi erano i rintocchi dell’orologio del cornicione della facciata che dominava il grande cortile, sempre rifornito di ghiaino per i nostri zoccoli.

Ricordo il mio compagno Angelo Sepulcri, con quel nome friulano che pareva pronosticargli la dolorosa fine causata dal vaiolo e, per causa di quello, nei giorni seguenti, tutti abbiamo subito grosse stilettate sul petto, tanto da farci passare tre giorni a letto.

Angelo, sul panchetto alle mie spalle, era forte con il greco e il latino. A me invece piaceva un mondo leggere Dante, Foscolo, Leopardi, Carducci e Pascoli, non trascurando i versi di Zanella che Padre Ernesto, suo paesano e nostro professore di lettere, ci invogliava ad imparare. Conoscevo pure i “Fioretti” di San Francesco e le “Lodi” di Jacopone da Todi. Come era spalancata e tanto fresca la mia mente! Leggevo di tutto: conoscevo le tragedie di Shakespeare, “Guerra e pace” di Tolstoj, i racconti di Dostoevskij, Gogol e tanti altri ancora!

Ma ritorniamo al nostro Natale che in fretta si sarebbe cambiato in battaglie tra fratelli, tra tedeschi e partigiani bruciando paesi e chiese, abbandonando il cadavere di un prete, tra tanti altri morti, in piazza, sui gradini della chiesa.

Era Natale nell’enorme salone di studio, nelle aule, nelle camerate e in cappellina dove i canti di Natale non stancavano come le interminabili meditazioni; canti e preghiere che ti davano gioia e pace.

Avevo un “Partner” nelle mie trovate, un fratino sempre allegro che presto però divenne orfano quando, quel triste Venerdì Santo, la Passione di Cristo accompagnò quella di Treviso. Le fortezze volanti alleate, tra le tante vittime innocenti, troncarono la vita anche dei suoi genitori.

Davanti a frati e fratini riuniti, (tanti allora perché rifugiati a Chiampo dai vari conventi distrutti delle vicine città) io scrivevo scenette tristi oppure spassose che lui, Gilberto memoriava e le recitava dal palco nel grande salone a pianoterra del collegio.

Avevamo un vice-rettore, Padre Aurelio Menin, appassionato di ricerche geologiche, tanto da fondare un museo a Chiampo e ricordo che trovò pure lui la morte sotto una slavina a fianco di una collina della zona.

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Era Natale Era Natale, e mentre i tedeschi, armati fino ai denti, presidiavano l’incrocio e sotto gli ippocastani davanti al Collegio, alla Grotta di Lourdes scendevano dalle colline i partigiani per confessarsi. Anche la coscienza doveva avere la sua libertà.

Era un crudo Natale, quello del 1942! NEVICAVA E UN SILENZIO MUTO E BIANCO NASCONDEVA OGNI COSA. Nella grande camerata i miei compagni dormivano. Io invece non ero capace di prendere sonno e quello che ho escogitato, lo ha raccontato dopo a frati e fratini proprio Padre Aurelio che, pure lui commosso, (così lo ha raccontato), mi ha lasciato fare.

La lunga camerata intirizzita dal freddo, si era abbandonata al sonno. Io ho preso la federa del mio lettino, l’ho avvolta all’asciugamano e mi stringevo al petto un piccolo involto, come fosse il mio Bambino Gesù e con un fil di voce, cunandolo, gli canticchiavo: “ Fa la nina, fa la nanna bambin”. Lo stringevo e lo accarezzavo, baciandolo, quel mio caro involto.

Il giorno dopo, a frati e a fratini, Padre Aurelio, ha descritto la scena affermando che, commosso, non è stato capace di rimettermi sotto le coperte.

Antonio Maraschin

Carissimi fraticelli, come soleva chiamarvi mia mamma, volevo comunicarvi che il 30 novembre lei ha raggiunto la casa del Signore.

Da tanti anni era devota al beato Claudio e lo pregava per intercedere per la sua salute e quella dei suoi cari. Mio fratello maggiore ne porta il nome per un aiuto avuto in gioventù ad un suo congiunto.

Spesso si passava da Chiampo per far visita alla grotta e alla tomba.

Sperava tanto di vederlo diventare Santo. Nonostante i suoi 90anni la cecità e la difficoltà motoria ha sempre fatto una vita accanto alla sua famiglia viaggiando e godendo di una mente lucida. È morta in un soffio senza sofferenze ed in mia compagnia. Anche per questo ringraziamo il Beato Claudio che le ha dato una dolce morte.

Ada Fiori Fontana 1927-2017

Ho appreso dal Mensile “Grotta di Lourdes” l’annuncio della morte del carissimo Padre Redento.

Padre Redento, ci hai lasciato. Sento doveroso ringraziarTI. RingraziarTI per la tua preziosa presenza nella mia/nostra vita.

E’ ancora vivo il ricordo delle tue visite a Sant’Anna di Feltre. A piedi, nel rigido inverno, portavi la Santa Comunione a mio fratello, Beppino. L’hai seguito fino ai suoi ultimi giorni, fino al camposanto.

Ti sei interessato più tardi ad esumare le sue spoglie per riportarle alla Pieve dove ora riposa.

Quando il destino ci costringeva ad emigrare, TU hai continuato a seguirci con la tua sempre presente “Parola Amica”.

Ora hai raggiungo la Casa del Padre, lasciando momentaneamente i Tuoi tanti amici e quanti Ti hanno voluto bene.

Grazie Padre Redento, nella luce di Dio abbraccia ora il fratello Beppino, la mamma e papà e insieme pregate per noi.

Padre Redento, mi accorgo di averti dato del TU. Perdonami, Ti voglio ricordare come un grande amico. Si per noi tutti sei stato e rimarrai sempre un GRANDE AMICO. “L’orologio è fermo Su un’ora qualunque del passato Immobile.

Ma le cose non muoiono Come non muore il ricordo, Non muore neppure Il Tuo ultimo sorriso.”

Silvana (Canada)

Il figlio Fabio rivista@santuariochiampo.com

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VITA DEL SANTUARIO

FRATE DAMIANO BASCHIROTTO E SUOR RITA BARBATO

6 novembre - Conferenza sulla figura di Padre Ignazio Beschin Ha luogo l’ultima conferenza del ciclo di incontri sulla memoria dei 150 anni dell’arrivo dei frati a Chiampo. Il prof. Claudio Beschin ci parla della figura del Venerabile padre Ignazio Beschin, pro-zio del professore. Il tema sembra abbia suscitato maggior interesse tanto che la sala del nostro cinema era quasi piena. Una storia del Servo di Dio raccontata attraverso ricordi, fotografie familiari e testimonianze.

Ne risulta una grande figura che noi frati custodiamo nella chiesa della Pieve.

tro con frate Bruno Miele che ha raccontato la storia più recente del seminario e poi della scuola. Alle ore 11.30 la S. Messa e il pranzo comunitario. E’ emersa la volontà di celebrare ogni anno questa festa. Credo che proprio sarà così, verso una domenica di novembre, anche se la data che ricorda l’arrivo dei primi 5 fratini a Chiampo ricorre il 23 settembre.

13 novembre E’ il giorno dei commenti sulla squadra di calcio eliminata dai mondiali. C’è tristezza (soprattutto per gli sportivi) ma si va avanti. I commenti sono molteplici. Spesso è venuta fuori una parola: umiltà! E’ vero le sconfitte della vita ci aiutano a tenere i piedi per terra. Chissà se questa sconfitta ci aiuterà anche a livello spirituale ad essere più umili.

28 novembre Alle ore 10.30 si celebrano le esequie di padre Severino Consolaro. Presiede padre Lorenzo Raniero e concelebrano più 12 novembre - Giornata degli ex allievi di una trentina di frati, A conclusione del secondo momento del provenienti dalle cogiubileo dei 150 anni, ossia la ‘memoria’, munità vicine, e non viviamo la festa degli ex-allievi. Personalsolo. La gente non è mente ero un po’ preoccupato perché solo molta, come si prevequalche settimana prima pochissimi si eradeva. Padre Severino è no fatti vivi. Quel giorno si sono presentati nato nella nostra vallata una cinquantina di ex. Bellissimo l’incon-

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del Chiampo e da anni era presso la parrocchia di Bovalino, in Calabria. Chiusa la parrocchia, padre Severino era ritornato in Veneto.

29 novembre E’ la festa di tutti i Santi francescani, nella memoria della conferma della Regola di Francesco da parte di Papa Onorio III°.

Alla sera con il canto solenne del vespro c’è

8 dicembre Dopo il canto del vespero, delle ore 15.30, in processione si va alla statua dell’Incoronata per presentare il nostro omaggio floreale e la nostra preghiera per la pace.

14 dicembre Alla sera, ore 20.00, la chiesa del Beato Claudio è piena. Ci sono i bambini della scuola materna ‘Giacomo Zanella’ che presentano il loro spettacolo: S. Francesco e il presepio. La scuola dell’infanzia ha scelto di venire qui per ricordare i 150 anni dell’arrivo dei frati a Chiampo. Dopo il saluto della direttrice, del padre Guar-

stato il rinnovo della nostra professione religiosa e al termine la lettura della Regola.

Un bel momento perché questa regola, nel sentirla, ci pare un po’ sbiadita per il nostro tempo. Ma quanto è importante che i frati diano, della vice-presidente, dell’assessore non smarriscano lo spirito di orazione. Co- alla cultura e del parroco .. inizia la storia del Natale di San Francesco, intercalata dai munque, una regola sempre attuale! canti dei bimbi, sopportati dal coro. Padre 3 dicembre Damiano, narratore della storia, al termine Inizia il periodo di Avvento. Presso l’entra- prende in mano Nicolò (aveva pochi giorni ta della scuola si apre il mercatino di Natale di vita), che fungeva da Gesù Bambino, e e la mostra dei piccoli presepi creati dagli benedice i presenti. alunni della nostra scuola sul tema: Il presepe e i 150 anni dell’arrivo dei frati.

5 dicembre Inizia il triduo della festa dell’Immacolata.

La prima sera viene presentata l’icona che spiega l’Akatistos; la seconda sera c’è la pittrice Trevisan che ci aiuta a riflettere presentando i suoi 15 quadri che rappresentano i misteri del rosario. La terza sera c’è il canto dell’Akatistos con il quale lodiamo e ringraziamo Dio per il dono della sua Madre. rivista@santuariochiampo.com

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VITA DEL SANTUARIO

FRATE DAMIANO BASCHIROTTO E SUOR RITA BARBATO

piccolo coro dei bambini diretto dalla Prof.ssa Stefania Plotegher.

19 dicembre E’ doveroso da parte nostra ricordare una persona che per il nostro santuario ha lavorato per 20 anni come giardiniere. Spesso chi viene al Chiampo dice: che pulito e ordinato. Alle ore 15.00, presso la Pieve, abbiamo celebrato le esequie di Aldo FurUn grande applauso ha concluso lo spet- lato, fratello di padre Antonio, guardiano a tacolo. Gli alpini, nel salone della scuola, s. Pancrazio, e padre Rino, missionario in hanno preparato la cioccolata e panettone. Guinea Bissau. Hanno concelebrato i frati Una grande e bellissima festa di Natale. della comunità e il parroco di Chiampo.

15 dicembre

24 dicembre

Alle ore 20.30 presso la Chiesa della Pie- E’ domenica e vigilia di Natale. La cappella ve, tradizionale concerto della nostra co- delle confessioni spesso è affollata. rale ‘La Pieve’ supportata, quest’anno, dal

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Alle ore 21.30 una suggestiva veglia di pre- La nostra corale ‘La Pieve’ anima e solenparazione alla Messa. Il tema è la luce, ri- nizza la celebrazione della Notte di Natale. cordando le parole del prologo di Giovanni: “Venne la luce ….”! La chiesa è già piena. 25 dicembre Natale del Signore. Le messe delle ore 10 e 16.30 denunciano una chiesa ‘troppo piccola’ per contenere tutte le persone venute anche da lontano. Molti visitano il presepio che ricorda i 150 anni dell’arrivo dei frati.

Presso il grande presepio si possono visitare anche i piccoli presepi dei ragazzi della scuola. Una giornata serena e tranquilla dove gli auguri per un ‘buon Natale’, dati e ricevuti, hanno significato il senso di una grande giornata cristiana.

Un po’ alla volta la chiesa si accende fino a splendere con tutte le sue luci, quando il sacerdote, al canto del Gloria, depone il Bambino Gesù nella sua mangiatoia preparata davanti all’altare.

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31 dicembre Alle ore 18.00, dopo la S. Messa, si canta il ‘Te Deum’ quale lode e ringraziamento a Dio. Alle ore 23.00, nella chiesa della Pieve, è proposta un’ora di adorazione eucaristica. Ci sono una cinquantina di persone.

Terminiamo proprio alle ore 24,00. Lo scambio degli auguri viene fatto a tutti nel breve momento di condivisione che la conmunità ha offerto. A tutti auguriamo un sereno e proficuo 2018.

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Aiutateci ad accogliervi meglio, prenotate il vostro pellegrinaggio!

Nuovo servizio telefonico per assistenza e accoglienza pellegrini chiamare:

Novembre e Dicembre 2017

PELLEGRINAGGI Totale pellegrinaggi: 20 Totale del 2017: 478

333 2744781 www.santuariochiampo.com info@santuariochiampo.com Inviate le foto del vostro pellegrinaggio, noi le pubblicheremo sulla rivista e sulla nostra pagina di fb rivista@santuariochiampo.com Dueville (VI) – Parrocchia di Campagna di Maniago (PN) – Coro Parrocchia Santa Maria Maddalena Terrossa di Roncà (VR) – Unità Pastorale Volpino-Lobia (VR)

Bari – Lucca – Porto Viro e Taglio di Po (RO) – Reggio Emilia – Parr. Madonna Incoronata Padova – Santuario Santa Maria di Campagna Piacenza – San Pietro Viminario (PD) – Cazzago di Pianiga (VE) – Circolo Anziani Trento – Gruppo donne rurali Roverè della Luna (TN) – Ragazzi 5° elementare Fontaniva (PD) – Gradara (PU) – Gruppo coppie Lusiana (VI) – Guardie di Finanza Arzignano e Valdagno (VI) – Gr. Masci

Casale sul Sile (TV)

Andria (BT)

Bolzano

Unitalsi Diocesana Vicenza

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Cazzago di Pianiga (VE)

Gradara (PU)

Cernusco sul Naviglio (MI)

Verona

Gruppo CIF

Milano

San Michele al Tagliamento (PN)

Rovigo

Parrocchia di Sant’Andrea Vicenza

Guardie di Finanza Arzignano e Valdagno (VI)

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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Vicenza IN CASO DI MANCATO RECAPITO RESTITUIRE ALL’UFFICIO POSTALE DI VICENZA C.P.O. IL MITTENTE SI IMPEGNA A CORRISPONDERE LA PREVISTA TARIFFA

ORARIO SANTUARIO Orario Sante Messe Sabato e Vigilie festività: ore 18.00 fino al 28 aprile 2018 Poi ore 20.30 dal 5 maggio fino al 1 settembre 2018

Festivo: ore 7.00 alla Pieve ore 8.30 - 10.00 - 11.30 16.30 - 18.00 ore 15.30 - Canto del Vespro (Alla Pieve) (Sospeso: Luglio e Agosto)

ORARIO CONFESSIONI solo alla Pieve ore 8.00 - 11.30 e 15.00 - 18.30 VIA CRUCIS: Ogni venerdì: ore 15.00 (1 sett. - 31 maggio) ore 20.30 (1 giugno - 31 agosto)

Feriale (dal lunedì al venerdì): ore 7.00 - 9.00 - 16.30

ORARIO DEL MUSEO E DEL NEGOZIO - Tel. 0444 42.29.22 9.30-12.30 / 14.30-19.00 Domenica dalle 8.00 alle 19.30 con orario continuato

MENSILE DEL SANTUARIO DI CHIAMPO (VI) - FRATI MINORI Via Pieve, 170 - 36072 Chiampo (VI) - Tel. 0444 623250 - Servizio al pellegrino 3332744781 Indirizzo e-mail: rivista@santuariochiampo.com - E-mail santuario: info@santuariochiampo.com www.santuariochiampo.com Banco Popolare Società Cooperativa - Agenzia di Chiampo - Piazza G. Zanella 23 Codice IBAN: IT 02 C 05034 60290 000000005540 - BIC: BAPPIT21110 A favore di Provincia S. Antonio O.F.M. - Specificare la causale del versamento (Chiesa B. Claudio … offerta … per la Rivista … )