Traumatologia forense 5/2017

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traumatologia forense / ottobre 2017

è stata posticipata al 26 maggio 2020. È presumibile che ne conseguirà, nel nostro ordinamento, una modifica del d.lgs. n. 46/1997, adottato in attuazione della direttiva 93/42/CEE, come detto abrogata dal recente intervento del legislatore unionale. Le nuove frontiere del settore medico-protesico In tale scenario, l’attenzione del giurista non può non rivolgersi, oggi, anche alle nuove frontiere del settore medico: dagli “organismi geneticamente modificati”, utilizzabili nella cura e ricostruzione degli organi, alla nuova robotica medica, con l’ideazione di strumenti chirurgici anche robotici e protesi sempre più “intelligenti” (e magari governate “con il pensiero”), sino al sempre più prossimo “uomo-cyborg” e all’impiego di tecniche di human enhancement (esoscheletri, apparecchi protesici self-learning). Si impongono dunque, nuovi interrogativi sulle responsabilità derivanti da prodotto difettoso, considerando il progressivo ampliarsi della nozione di “prodotto” (e, conseguentemente, di “produttore”). Nozione che già comprende persino l’organo espiantato e trattato per il trapianto, o il sangue “confezionato” per le trasfusioni. Si pensi anche, in ambito di device medicali o farmaceutiche, all’“intelligenza artificiale” con “autoapprendimento”, e alle conseguenti possibili responsabilità, persino “da ideazione” (quale, ad esempio, la responsabilità di chi sviluppa l’algoritmo sulla base del

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quale i nuovi strumenti self-learning operano). Sono aspetti, questi, per i quali l’analisi delle nuove responsabilità, delle nuove norme o delle nuove interpretazioni evolutive di norme esistenti, rendono indispensabile la collaborazione fra scienze giuridiche e scienze mediche, dovendo le prime confrontarsi con le seconde e viceversa. Anche perché molte addizioni potrebbero diventare parte integrante del corpo umano. Sono le nuove frontiere delle protesi. Le “estensioni” prossime venture saranno non più strumenti o oggetti di cui l’uomo si avvale, ma parte stessa del suo essere. Tali “estensioni” potranno essere sempre meno meccaniche o elettroniche e sempre più biologiche o bioniche. Basti anche solo pensare alle già attuali tecniche basate sull’uso di cellule staminali (o di induzioni di cellule corporee esistenti allo stato staminale) quali elementi per “fare ricrescere” organi o tessuti corporei. L’essere umano a potenzialità aumentata può poi valersi di supporti esterni. Si pensi all’esoscheletro, per usi sia militari, sia civili, sia ortopedico-sanitari. Si pensi alle addizioni esterne o interne rispetto alle (o utilizzando le) funzioni cerebrali: lo stesso esoscheletro, quale ausilio ortopedico, può essere comandato “dalla mente”, azionandolo mediante i “comandi” neurali relativi agli arti mancanti o non integri. Si pensi ancora, alle possibilità di inferire con le funzioni cerebrali dall’esterno, persino influenzando o modificando sensazioni o ricordi.

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