Primo Piano - Maggio 2020

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personaggio

Luigi Levrini

TRA LA TERRA E IL SET, LE MIE PASSIONI DI SEMPRE foto di Raul Sarao

ANDREA LIBERO GHERPELLI, ATTORE E AGRI-CULTORE

Andrea davanti all'antico svecciatoio del 1900 che usa per pulire e calibrare il grano

Andrea Libero Gherpelli è un volto noto per tanti correggesi. Molti lo conoscono personalmente, altri lo avranno visto in una delle numerose fiction per la tv o nei film a cui ha partecipato come attore. Fra questi, il seguitissimo “Don Matteo”, “Faccia d’angelo”, sulla banda del Brenta, “Qualunque cosa succeda” sulla vita dell’avvocato Ambrosoli e il recente “L’alligatore”, basato sui romanzi di Massimo Carlotto, che presto vedremo su Rai 2. Fra poco uscirà nelle sale anche “Volevo nascondermi”, il film di Giorgio Diritti dedicato ad Antonio Ligabue, in cui Andrea interpreta il ruolo di Andrea Mozzali, amico fraterno dell’artista. La pellicola è stata presentata con successo all’ultimo festival del cinema di Berlino, dove Elio Germano ha conquistato l’Orso d’argento come migliore attore protagonista. Nato e cresciuto a Prato di Correggio, Andrea ha saputo sposare la passione per l’arte con quella, più antica e pro-

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fonda, per l’agricoltura. Da alcuni anni, infatti, conduce insieme al padre l’azienda agricola “Casa Vecchia”, avviata quattro generazioni fa dalla sua famiglia. Lui ha saputo rinnovarla sulla base di scelte naturali e organiche, attraverso il recupero di semi e tradizioni locali e nel rispetto di valori che meritano di essere riscoperti. Quando è iniziata la tua passione per l’agricoltura? «Fin da bambino ho sempre aiutato in casa: studiavo, suonavo in una band e davo una mano nell’azienda dei miei. Ho continuato a farlo anche quando sono andato all’università e ho cominciato la carriera di attore. Da circa dieci anni, però, quello che prima era un impegno part-time è diventato la mia professione. Di cosa ti occupi, di preciso? «A un certo punto della mia vita ho scoperto un’agricoltura “diversa”,

perché i semi ho cominciato a selezionarli da solo. Per fare questo utilizzo una macchina dei primi del Novecento, chiamata “Svecciatoio”, che apparteneva ad Archimede Ferretti detto “Chimin”. Ho delle parcelle sperimentali, in cui semino i grani destinati alla ricerca e seleziono quelli che metterò a dimora per i futuri raccolti. Ho imparato che le sementi vanno cercate, curate, amate, perché sono la vera ricchezza di una azienda agricola». Cosa sono i “grani antichi”? «Sono semi storici del nostro territorio e di altre parti della penisola, facili da acclimatare nella nostra regione. Uso il grano tenero Gentil Rosso, dalla spiga molto lunga, bello e buono, con cui faccio i grissini; il San Pastore e il Virgilio, varietà dei primi del Novecento selezionate da Nazareno Strampelli, un vero genio della ricerca genetica di quegli anni; il Grano del

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