Primo Piano - Maggio 2020

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impresa

Eleonora Dondi

CMB, LA COOP COSTRUTTORI PER ECCELLENZA

IL CORREGGESE ROBERTO DAVOLI NE È AI COMANDI Di cosa si occupa oggi? «Sono Direttore della Divisione Centrale, la Business Unit che si occupa dei lavori nelle regioni del nord-est fino alla Toscana, delle grandi infrastrutture su tutto il territorio nazionale e, da un paio d’anni, dell’estero. È qui che abbiamo iniziato a progettare e costruire i grandi ospedali, da Baggiovara a Ferrara, da Fidenza a Thiene-Schio, da Verona a Pordenone, che hanno reso negli anni CMB leader nel settore fino all’arrivo in Danimarca».

Roberto Davoli e Tatiana Valovaya, Direttore Generale dell’ONU di Ginevra

C’è un correggese doc ai vertici della CMB di Carpi, tra le prime imprese generali di costruzione in Italia, leader nella progettazione e costruzione di grandi ospedali e infrastrutture, che ha contribuito a delineare il nuovo skyline di Milano con due delle tre torri Citylife e non solo: Roberto Davoli è Vice Presidente, Consigliere Delegato e Direttore della Divisione Centrale. Classe 1962, dopo la maturità classica al Liceo Rinaldo Corso si laurea in Ingegneria Civile e qualche mese dopo approda in cooperativa: ne diventerà uno dei protagonisti in trentatré anni di carriera, di cui gli ultimi ventotto in Consiglio di Amministrazione. Ing. Davoli, com’è iniziata la sua carriera in CMB? «Direi per caso! All’epoca feci colloqui in Coopsette, Unieco e CMB, che semplicemente è stata la più veloce! Ho iniziato nel 1987 come Assistente Tecnico di Cantiere e nel giro di tre mesi sono diventato Direttore di Cantiere e Capo Commessa. I primi lavori di cui mi sono occupato erano infrastrutture nel modenese, poi sono arrivati l’immobiliare e gli ospedali: ho avuto l’opportunità di

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maturare competenze diffuse in ogni campo». Per i giovani cos’è cambiato rispetto ad allora? «La differenza sta tutta nel cambio di passo della cooperativa in questi trent’anni: da impresa legata prevalentemente ai lavori del territorio è arrivata in vetta alle classifiche nazionali. Chi entra oggi è alle prese con commesse più complesse, più importanti e, spesso, lontane da casa: il primo lavoro che ho diretto è stata la costruzione di alcuni cavalcaferrovia nel modenese; oggi ci sono neolaureati che si occupano, sebbene con ruoli di staff, della ristrutturazione del Palazzo delle Nazioni Unite a Ginevra! In CMB si parla di ricambio generazionale e di formazione rivolta ai neoassunti per trasferire il modello culturale, i principi e i valori della cooperativa: i nostri giovani sono proiettati su grandi cantieri di prestigio diffusi in tutto il territorio nazionale e da poco anche in due paesi europei. Praticamente sono aziende con una loro autonomia: per questo dobbiamo trovare gli strumenti di relazione e i momenti di scambio per costruire la coesione tra i futuri nuovi soci e CMB».

Quali sono state le occasioni di maggiore orgoglio nella sua carriera? «Il culmine è stata l’esperienza del Macrolotto della Salerno – Reggio Calabria: oltre 20 km di autostrada nel Parco del Pollino consegnati in 30 mesi, con un anno di anticipo sui tempi contrattuali. L’inaugurazione di buona parte dei lavori, alla presenza dell’allora Premier Renzi, è stata una vera apoteosi! In tempi più recenti l’inaugurazione della Tramvia di Firenze, con il taglio del nastro da parte del Presidente della Repubblica Mattarella che ha fatto il giro inaugurale: che orgoglio!». Dopo la crisi economica, CMB è rimasta l’unica grande realtà del nostro territorio a tenere alta la bandiera delle cooperative di produzione e lavoro: qual è stato il segreto? «Sicuramente ha giocato a favore una grande attenzione agli aspetti finanziari. Negli Anni Novanta e Duemila, quando l’immobiliare aveva un’ottima redditività, CMB ha deciso di limitare comunque gli investimenti: è stata una scelta sofferta perché gran parte degli utili venivano proprio dal comparto immobiliare. La parola d’ordine era prudenza, che ha portato a un indebitamento con le banche equilibrato.

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