PROGETTARE UN AUDIOVISIVO — un percorso metodologico dall'ipotesi al prodotto finito

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PROGETTARE UN AUDIOVISIVO UN PERCORSO METODOLOGICO, DALLE IPOTESI AL PRODOTTO FINITO di Gianluca Carotenuto

accademia di belle arti catania

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ma perchĂŠ?


PROGETTARE [pro·get·tà·re]

Pianificazione e organizzazione di azioni nel tempo che porteranno a un risultato atteso, il quale potrà essere raggiunto in maniera totale, parziale o anche essere mancato.



DESIGNER [di∫àinë]

Chi redige un progetto, spesso di carattere architettonico o tecnico progettuale, attraverso un processo o attività di progettazione. Si tratta di una figura professionale che con un proprio bagaglio culturale ed una congrua esperienza pensa e concepisce prima ciò che verrà costruito dopo. Non esiste una sola progettazione ma tante sono le progettazioni quanti sono i campi del sapere. Difatti per progettazione si intende anche la professione propria di chi applica una o più metodologie di presentazione di proposte progettuali. "Progettare è semplice... se sai come si fa!"


DESIGNER [di∫àinë]

Chi redige un progetto, spesso di carattere architettonico o tecnico progettuale, attraverso un processo o attività di progettazione. Si tratta di una figura professionale che con un proprio bagaglio culturale ed una congrua esperienza pensa e concepisce prima ciò che verrà costruito dopo. Non esiste una sola progettazione ma tante sono le progettazioni quanti sono i campi del sapere. Difatti per progettazione si intende anche la professione propria di chi applica una o più metodologie di presentazione di proposte progettuali. "Progettare è semplice... se sai come si fa!"


P DP CP RD AD C MT SP M V S

Riso verde Riso verde con spinaci per quattro persone Riso, Spinaci, Prosciutto, Cipolla, Sale, Pepe, Olio, Brodo C'è qualcuno che lo ha già fatto prima? Come lo ha fatto? Cosa posso imparare? Come metto insieme il tutto nella maniera più corretta? Che tipologia di riso utilizzo? Che pentola? Che fuoco? Prove e assaggi Campione definitivo Buono, va bene per 4 RISO VERDE servito su piatto caldo


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Riso verde Riso verde con spinaci per quattro persone Riso, Spinaci, Prosciutto, Cipolla, Sale, Pepe, Olio, Brodo C'è qualcuno che lo ha già fatto prima? Come lo ha fatto? Cosa posso imparare? Come metto insieme il tutto nella maniera più corretta? Che tipologia di riso utilizzo? Che pentola? Che fuoco?

NASCITA DI UN PROBLEMA OSSERVAZIONE DEI FENOMENI IPOTESI ESPERIMENTI VERIFICA DELL'IPOTESI

Prove e assaggi si Campione definitivo Buono, va bene per 4 RISO VERDE servito su piatto caldo

CONCLUSIONI

Formulazione della Legge

no


interior design

ILSE CRAWFORD


photography

PLATON



Scegliere cosa raccontare non era affatto semplice. Uno dei primi problemi che ci siamo trovati di fronte è stato cosa raccontare, ma soprattutto a chi! Abbiamo iniziato uscendo dal cassetto vecchi appunti e schizzi di storie, personaggi e ambientazioni che avevamo creato nel corso del tempo. Ma niente ci convinceva... Erano belle storie, ma allo stesso tempo nessuna di queste sembrava riuscire a darci la giusta carica per partire con la realizzazione del video. Non ci perdemmo d’animo, e decidemmo di iniziare pensando al target di riferimento, la tematica e la storia sarebbero venute fuori solo dopo.

Avevo da poco finito di leggere il manuale sulla metodologia progettuale del professor Carlo Branzaglia, “Fare Progetti”, che spiegava bene quali erano le metodologie utilizzate proprio per la risoluzione dei problemi. Decisi di provare a seguire il primo dei sette metodi da lui proposti, quello del Brainstorming, attraverso la tecnica del Postit Wall. Geniale! Ne creammo uno gigante per la scelta del target, ed alla fine optammo per gli adolescenti, quegli adulti ancora bambini, che si emozionano ancora di fronte a qualcosa che ha segnato la loro infanzia, ma che allo stesso tempo cercano una storia dall’aspetto un po più serio.



STILE DI DISEGNO Non eravamo ancora sicuri sulla storia da scegliere, ma sapevamo già di voler puntare molto sulla tipologia di disegno. Ne serviva una adatta al nostro target, che potesse essere accattivante, ma che allo stesso tempo mantenesse una sua differenza dall’illustrazione classica delle varie animazioni. Avevamo da poco finito di impaginare, illustrare e colorare una piccola Graphic Novel che trattava di un tema assai impegnativo, lo jihadismo, e ci eravamo discostati dal tipo di disegno fantasy a cui Gaetano era abituato. Anche la colorazione doveva essere completamente differente da prima. Per Jihad utilizzammo un tratto più autoriale, rifacendoci ai fumetti francesi, con una colorazione acquerellosa, un disegno più sinuoso ed una palette di colori adottata secondo precise scelte narrative. Ora iniziavamo a preferire l’effetto pastellato che dava quel tocco fiabesco all’illustrazione. Ci ispirammo in particolare ai disegni di Carmine Pucci e al visual design di un app per smartphone, Old Man Journey.


Natale era alle porte, quindi piuttosto che creare una storia fine a se stessa, decidemmo di giocare sul tema natalizio, e di finire il racconto per l’inizio delle vacanze, per pubblicarlo online. Avevamo il tema, ora scrivere una storia sarebbe risultato un lavoro arduo. Siamo entrambi appassionati di film, fumetti e animazione, ma non avevamo esperienze di sceneggiatura, quindi la soluzione era cercare una storia da cui partire. Una storia diversa, fresca, nuova. Mi imbattei per caso nella storia di Daniele Imperi, la feci leggere a Gaetano e decidemmo di realizzare la nostra animazione con quella storia. Contattai subito Daniele, gli feci qualche domanda per capire la sua idea, e allo stesso tempo gli spiegai la mia interpretazione. Dopo di che ci mettemmo subito a lavoro, per buttar giù una sceneggiatura per il nostro racconto animato.

Essendo una concept animation, mi sono voluto concentrare più sull’aspetto cinematografico che su quello tecnico. Piuttosto che realizzare un’animazione frame by frame ho preferito un tipo di animazione che in questo periodo sta prendendo sempre più piede nel web, soprattutto per la diffusione dei Cinematic Trailer dei videogame, tramite l’effetto Parallax di Photoshop, ottenendo un effetto simile a quello dei motion comics, che permette alla camera di muoversi all’interno della scena in 2D .


GLI STRUMENTI Non di particolare importanza tecnica, ma sicuramente innovativa dal punto di vista delle animazioni digitali è la scelta di utilizzare un IPad Pro, per la realizzazione di tutte le illustrazioni, sulla nuova app di Savage Interactive, Procreate, l’app vincitrice dell’Apple Design Award e Apple Store Essential. È, attualmente, l’app più potente per disegnare, dipingere e illustrare mai creata per dispositivi mobili, progettato per professionisti creativi. Il suo kit di strumenti completo consente di creare bellissimi schizzi, dipinti suggestivi e meravigliose illustrazioni dovunque ti trovi. Procreate offre tele dalla risoluzione rivoluzionaria, 136 incredibili pennelli, un sistema avanzato di livelli con alle spalle Silica M, il motore grafico a 64 bit più veloce per il disegno su iOS.

LAVORO DI SQUADRA Quando un film entra in produzione, la pipeline di lavoro (parola che in inglese significa tubatura, condotto, e che si riferisce metaforicamente all’intero processo di creazione cinematografica) funziona come una specie di imbuto mutevole. All’inizio i dipartimenti che si occupano della pre-produzione sono i più importanti, fondamentali, mentre chi si occupa di produzione e post-produzione si trovo inizialmente “senza lavoro”. O per lo meno questo vale nel caso in cui si disponga di una buona dose di forza lavoro. Nel nostro caso eravamo solo in due, e dovevamo fare quello che solitamente si fa in molti di più. Organizzare gli impegni di ognuno al fine da incastrare i momenti di lavoro con quelli di vita privata è stato davvero complicato, ma con un po’ di buona volontà siamo riusciti a creare un’ottima catena di montaggio, che ci impediva di oziare. In realtà anche questo tipo di problema sta alla base della metodologia progettuale: l’organizzazione del lavoro, soprattutto quando i tempi sono molto stretti.


CCHIO

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SC_01

est. notte - zoom in verso la casa

STORYBOARD Quando si costruisce una storia, è sempre utile disporre davanti a se tutte le scene che la comporranno. La fase di storyboarding è una delle più importanti durante la pre produzione di un audiovisivo, in quanto consente di avere fin da subito una visione completa del prodotto finale. Serve soprattutto a individuare eventuali buchi di trama, a capire come si evolve la narrazione e come le varie scene si legheranno tra loro nella fase di post produzione. A questa fase, soprattutto per animazioni complesse, o effetti speciali, segue l’animatic, una veloce animazione dello storyboard.

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est. notte - zoom in verso la finestra, poi la camera sorpassa la finestra

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La fase di storyboarding è stata abbastanza veloce. Avevamo già una idea di base di come sarebbe stato il prodotto finale. Non volevamo assolutamente vedere in faccia il protagonista, ne svelare subito la sua identità, mantenendo quell’aria misteriosa che ci aveva colpito della storia. Quando la leggi per la prima volta non puoi assolutamente immaginare che si sta parlando di Babbo Natale.

SC_02 INS

int. notte - zoom in

Nel leggere una storia però, mancando la componente visiva, c’è sicuramente più immaginazione da parte del lettore, e quindi di conseguenza risulta un po’ più semplice non far capire di chi stiamo parlando. Un importante problema che ci siamo trovati ad affrontare, è stato quindi: come raccontiamo una storia senza far mai vedere il protagonista?


COLOUR SCRIPT Recentemente, durante la lettura di alcuni libri sulle animazioni Pixar, scoprii la fase di Colour script. È una fase successiva allo storyboarding ma che, allo stesso tempo, completa quel lavoro di “visione completa” che già lo storyboard inizia. In effetti è praticamente identica alla fase di storyboarding, ma con un’unica differenza: il colore. Il colour script è l’ultima fase della pre-produzione e fornisce uno studio dettagliato dell’atmosfera dell’intero film. Rappresenta lo sviluppo di ogni scena, dei suoi colori, delle luci e delle emozioni da trasmettere. Queste lunghe tavole colorate sono dei veri e propri capolavori, il più delle volte provenienti dalla mano di maestri dell’illustrazione, che impartiscono alle tavole una forte personalità, anche attraverso il loro tratto, a volte ruvido e un po’ grezzo, altre più lineare e modulare, altre ancora spigoloso e piatto. Al loro interno troviamo condensati parecchi degli studi, portati avanti nel corso del tempo, sulla psicologia del colore.

QUANTO SONO IMPORTANTI I COLORI NEI FILM ? ROSSO GIALLO VERDE BLU

Per capire quanto effettivamente questa fase sia fondamentale, ho analizzato e messo in relazione fra loro moltissime scene dei lungometraggi di animazione Pixar (in particolare)... Quello che ne è venuto fuori, è uno spettacolo per gli occhi!

Vedere come uno stesso colore possa essere declinato su storie, contesti e ambienti differenti, raccontando di sensazioni diverse, scandendo il ritmo del momento, mi ha fatto davvero capire quanto innovativo è stato l’avvento del colore per le immagini in movimento.



ENVIRONMENT DESIGN


CHARACTER DESIGN LA CASA Freddo, vento, neve, sono le caratteristiche principali dell’inverno, e sono anche elementi perfetti per la nostra ambientazione. La storia si svolge all’interno di una baita vecchia e ammuffita. Ma questa baita una volta era la famosa casa di Babbo Natale; quella dove lui costruiva i regali insieme ai suoi elfi, fatta d’oro, o di zucchero filato, piena di caramelle, o forse simile ad una grande fabbrica. Noi abbiamo voluto darle un aspetto differente. Quello di una casetta, stretta e lunga, un posto in cui il vecchio Babbo andava a costruire personalmente i giocattoli, una sorta di piccolo laboratorio. Anche questo magico posto però, ha ormai perso la sua magia, e quindi anche i suoi colori, e il suo aspetto natalizio, trasformandosi in una semplice baita di legno.

IL VECCHIO Immaginare che questo vecchio e sporco omone sia l’idolo di ogni bambino potrebbe risultare parecchio difficile... Il concept del personaggio nasce dall’idea di un Babbo Natale “umano”. Come ogni creatura fantastica, anche egli ha bisogno che qualcuno creda in lui per continuare ad esistere. In un vecchio film natalizio, Babbo Natale era presentato come un uomo comune. Ciò che lo rendeva il vecchio Babbo era il suo cappotto rosso, la barba bianca, e il suo pancione, tutto frutto della magia del Polo Nord. Ma si sa, crescendo tutti ci scordiamo di Babbo Natale, e smettiamo di credere in lui. Oggi, purtroppo, nessuno lo aspetta più... Siamo tutti troppo distratti dalla tecnologia, e i regali si comprano sempre più spesso online. Il Babbo perde quindi la sua magia, la sua casa perde i suoi colori, gli elfi scompaiono, e Babbo Natale invecchia, come tutti noi.


SUDDIVISIONE DEI LIVELLI Quando si disegna per una animazione bisogna sempre tener conto di come sarà animata la scena. È quindi molto importante fare delle thumbnails per ogni scena, distinguendo almeno tre livelli di campo. Un foreground, un middleground e un background.

foreground

middleground

background

Nel caso di una animazione in parallax i livelli principali sono questi, più quelli dei personaggi o di altri piccoli oggetti, ma per animazioni frame by frame o in stop motion la questione cambia, a seconda di cosa si vuole animare e come. I primi cartoni animati erano fatti con i fogli di acetato, che venivano posti uno sopra l’altro fino a formare la composizione. Si poteva notare infatti un certo distacco, a volte anche stilistico, tra lo sfondo e il personaggio. L’animazione in parallax è a mio parere una delle più complicate se non viene trattata con metodo e non se ne programmano gli step.


COMPOSITING La parola stessa descrive questa fase... Compositing, la composizione della scena finale. La disposizione dei livelli sull’asse z in maniera tale da permettere alla camera di entrare dentro la scena e passare attraverso i vari livelli di disegno. Questo è in realtà l’effetto parallax. La sua magia sta proprio nell’aggiunta dell’asse z alla composizione, trasformando dei semplici livelli 2D in una unica immagine 3D. L’effetto che viene fuori permette un grado di immersività dello spettatore, diverso rispetto alle animazioni classiche. Non che queste ultime non siano interessanti, ma questo metodo ci permette di catturare completamente lo spettatore e portarlo all’interno della narrazione, facendogli scoprire il mondo che stiamo raccontando, e facendoglielo quasi vivere in prima persona.

L’IMPORTANZA DEL SONORO Ormai c’eravamo quasi, mancava una fase cruciale: l’audio. La ricerca delle musiche e degli effetti sonori, con una giusta voce per il narratore erano importanti tanto quanto il resto. Il voice over era forse la parte più complessa, perché stava tutto nel trovare la persona giusta, affidabile e professionale. Non appena sentii la voce di Giovanni ne fui subito colpito! Era perfetta per quello che stavamo realizzando. Lo contattai, gli spiegai il progetto, ne rimase colpito e in pochissimo tempo si mise a lavoro prestando alla nostra storia la sua voce. Ogni volta che Giovanni mi inviava una nuova prova l’emozione saliva sempre più. Era il nostro progetto, è normale, ma più che altro, la sua voce riusciva ad esprimere perfettamente l’ambientazione, rispettava il mood un po malinconico ma allo stesso tempo misterioso.


ANIMAZIONE E MONTAGGIO C’eravamo riusciti, avevamo finito, ed ora non rimaneva altro che avviare l’ultimo rendering, poi metterci comodi, premere play, e farvi scoprire questa nuova storia!


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