Golf-Magazine | Settembre 2023

Page 1

www.golf-magazine.it anno 1 | numero 1 6 18 intervista esclusiva speciale ryder cup pag. pag. a franco chimenti le buche del marco simone all’interno la performance nel golf: non solo velocità e potenza

Il golf italiano guarda al futuro

Arriva l’opportunità di ispirare una nuova generazione

Il mondo dello sport oggi è in continuo cambiamento, e talvolta un singolo evento può gettare le basi per una rivoluzione. Questo è il caso della Ryder Cup di golf, il terzo evento sportivo più importante al mondo dopo Olimpiadi e mondiali di calcio, un torneo di prestigio che ha il potenziale per trasformare il panorama del golf in Italia.

La 44esima edizione di questo torneo storico è in procinto di iniziare, e l’Italia ha l’onore di ospitarlo per la prima volta presso il Marco Simone Golf & Country Club a Roma dal 29 settembre all’1 ottobre. Ma cosa rende così significativa questa competizione per il futuro del golf italiano? Innanzitutto, è importante comprendere l’enorme popolarità della Ryder Cup nel mondo del golf. Questa competizione vede sfidarsi due squadre, una rappresentante degli Stati Uniti e l’altra dell’Europa, in un formato di gioco unico che coinvolge sia singole partite che partite a coppie. L’atmosfera intensa, la rivalità accesa e l’orgoglio nazionale sono elementi che rendono la Ryder Cup una delle competizioni più uniche nel mondo dello sport.

La scelta di Roma come sede della Ryder Cup non è casuale. L’Italia è un paese con una ricca storia di golf, ma il suo potenziale è stato finora sottovalutato. Con più di 400 strutture, 150 percorsi da almeno 18 buche e golf resort in posizioni uniche al mondo, offre a chi ama il green la grande opportunità di abbinare lo sport preferito a un viaggio in contesti da sogno,

e l’organizzazione di un evento di tale importanza potrebbe essere il catalizzatore che il golf italiano ha atteso da tempo. Questo torneo porterà l’attenzione mondiale al golf in Italia, creando un interesse crescente tra i giovani e i futuri talenti del paese. La Ryder Cup non è solo una competizione, ma un evento che coinvolge la comunità golfistica a tutti i livelli. I giovani golfisti italiani saranno ispirati dai loro idoli internazionali che si esibiranno sul campo, e le strutture italiane potrebbero ricevere ingenti investimenti per migliorare e crescere. L’incremento dell’attenzione mediatica e del sostegno finanziario potrebbero aprire nuove opportunità per i nostri golfisti di emergere a livello internazionale.

La Ryder Cup è una celebrazione dello spirito competitivo e dell’amicizia attraverso lo sport. Questo torneo promuove il fair play e l’unità, valori che devono essere trasmessi a giovani e adulti. Il golf non è solo uno sport, ma un modo di vivere che insegna lezioni di perseveranza, rispetto e autocontrollo. Questo evento è molto più di una semplice competizione di golf, è un’opportunità straordinaria per l’Italia di consolidare il proprio ruolo nel mondo del golf e di ispirare una nuova generazione. Potrebbe essere il punto di svolta che il golf italiano ha atteso da tempo, e con l’impegno giusto, il futuro del golf in Italia potrebbe essere luminoso e promettente. Guardiamo con entusiasmo alla Ryder Cup e a ciò che può portare per il futuro del golf italiano.

4 golf-magazine.it | settembre 2023
L’editoriale
cristiano peconi | direttore

in questo numero

6

Intervista esclusiva a Franco Chimenti

22

Storie di Golf

La Claret Jug e la Ryder Cup, due coppe piene di storia

26

Golf Femminile: Roberta Liti e Alessandra Fanali si raccontano

Golf-Magazine.it Testata Registrata presso il Tribunale di Roma N. 70/2023 del 11-05-2023

Direttore Responsabile

Cristiano Peconi

Scrivici a: redazione@golf-magazine.it

Seguici su:

5 golf-magazine.it | settembre 2023
cura di Cristiano Peconi
a

Franco Chimenti

Il golf italiano sta vivendo un momento d’oro. Con l’arrivo della Ryder Cup a Roma, l’attenzione del mondo intero si concentra sulla Capitale. Per l’occasione abbiamo avuto l’onore di intervistare in esclusiva per Golf-Magazine il Presidente della Federazione Italiana Golf, Franco Chimenti. Con lui abbiamo parlato della situazione del golf in Italia, del futuro che ci attende e dell’imminente inizio della Ryder Cup 2023, un evento unico per tutto il panorama golfisitico italiano.

Nella nostra intervista, il Presidente condivide la sua visione per il futuro del golf in Italia, la preparazione per la Ryder Cup e l’importanza dell’evento per il nostro paese.

È un periodo entusiasmante per gli appassionati di golf italiani, e le parole di Chimenti riflettono l’emozione e la passione di questo momento. Immergetevi nella nostra esclusiva e sentite il battito del cuore del golf italiano. Buona lettura.

intervista esclusiva
6 golf-magazine.it | settembre 2023
cristiano peconi | direttore

Quali sono le emozioni che sta provando in questo momento, quando ormai la Ryder Cup a Roma è realtà?

L’emozione è grande così come la responsabilità. Quello che appariva come un sogno si è trasformato in realtà quando, il 14 dicembre del 2015, l’Italia si è aggiudicata il diritto di ospitare, per la prima volta nella storia quasi centenaria della Ryder Cup, il terzo evento sportivo più importante a livello mediatico dopo i mondiali di calcio e le Olimpiadi. Poi, ci sono stati otto anni di duro lavoro dove le difficoltà non sono certo mancate. Eppure, tutto quello che avevamo promesso siamo riusciti a realizzare. Sarà un evento unico, che ci qualificherà agli occhi del mondo e avrà importanti ricadute, non solo economiche, e lascerà un’eredità tangibile sotto il profilo sportivo, infrastrutturale. Non ho dubbi sul fatto che quella che ci apprestiamo a vivere sarà l’edizione più bella di sempre.

La Ryder Cup ha una lunga tradizione di emozioni e momenti memorabili. Quali sono le aspettative e le speranze personali che nutre per questa edizione?

La Ryder Cup è una competizione unica. Dove l’Europa, unita sotto un’unica bandiera, affronta gli Usa. Non c’è altro evento al mondo che prevede un format di questo tipo. Arriveranno, nell’arco della settimana, 250.000300.000 spettatori da 85 differenti

Nazioni con richieste pervenute da 140 Paesi diversi. Sarà uno spot incredibile per l’Italia, un volano per il turismo, per la candidatura di Roma a ospitare l’Expo 2030 e per la crescita di questo sport che, in tante parti del mondo, è tra i più praticati in assoluto. E che in Italia raggiungerà presto la popolarità che merita. Altro che elitaria, questa è una disciplina per tutti, inclusiva e contro ogni barriera. Dove rispetto e lealtà rappresentano principi fondamentali.

Ospitare la Ryder Cup rappresenta un’opportunità straordinaria per promuovere il golf in Italia. Quali sono i principali obiettivi della Federazione Italiana Golf nell’ambito della promozione di questo sport nel paese?

L’Italia è un Paese fantastico che, anche a livello golfistico, vanta delle vere e proprie eccellenze. Da Nord a Sud, ci sono Circoli all’avanguardia in territori unici. Non sarà solo Roma a beneficiare della Ryder Cup, ma tutti i Golf Club italiani. Con la Ryder Cup il golf in Italia otterrà i riconoscimenti che merita e la crescita, anche in termini di tesserati, sarà importante. I risultati arriveranno e saranno incredibili. Il progetto Ryder Cup non si concluderà al termine della competizione, fino al 2027 infatti ci saranno iniziative ad hoc per far avvicinare e appassionare sempre più persone al golf.

Oggi questo sport è entrato

nelle scuole anche grazie a un protocollo d’intesa triennale firmato dalla FIG con il Ministero dell’Istruzione e del Merito e il Ministro per lo Sport. Con l’obiettivo di promuovere attività ludico motorie e sportive intese come veicolo di inclusione, di partecipazione, di aggregazione sociale, di benessere psicofisico e di prevenzione. I giovani rappresentano il presente ma, soprattutto, il futuro di questo sport.

8 golf-magazine.it | settembre 2023

La Ryder Cup è conosciuta per la sua atmosfera intensa e la rivalità sportiva. Come ha lavorato la Federazione Italiana Golf per assicurarsi che l’evento sia un’esperienza indimenticabile sia per i giocatori che per gli spettatori?

Inizio con il dire che non c’è tifo più bello e atmosfera più avvolgente di quella che si respira e vive durante la Ryder Cup. Dove i tifosi europei e americani sono

uniti da una passione educata e travolgente, all’insegna del rispetto e del divertimento. E’ infatti una ‘rivalità’ sana quella che contraddistingue le due tifoserie. Dalla realizzazione del percorso di gara, che è stato completamente stravolto e oggi rappresenta un’eccellenza mondiale - al termine della Ryder Cup si trasformerà in un vero e proprio museo di golf - a tutti gli aspetti organizzativi. La Federazione Italiana Golf, che ho l’onore

di guidare e rappresentare, ha contribuito, di concerto con Ryder Cup Europe e in sinergia con la famiglia Biagiotti, a seguire tutte le vicende organizzative. Insieme anche al Governo italiano, che tanto ci ha supportato, e a tutte le Istituzioni coinvolte, dal CONI al Comune di Roma fino ad arrivare alla Regione Lazio. E’ stato un lavoro di raccordo, non facile, anche per via dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 che ha portato al rinvio di un

9 golf-magazine.it | settembre 2023

anno della competizione. Gli ostacoli sono stati tantissimi, ma li abbiamo superati con impegno e rigore. Gli interventi infrastrutturali, sotto la supervisione tecnica di Astral SpA, sono destinati a lasciare una legacy permanente a tutto il territorio. Grazie alla Ryder Cup, dopo tanti anni, finalmente il raddoppio di via Tiburtina è realtà.

La formazione e lo sviluppo dei giovani talenti sono cruciali per il futuro del golf italiano. Quali programmi e iniziative la Federazione sta implementando per identificare, coltivare e sostenere i futuri campioni del golf nazionale, garantendo una solida base per il successo a lungo termine?

I risultati, dopo anni di lavoro, stanno arrivando. L’Italgolf vanta uno dei migliori vivai al mondo. Nel 2022 abbiamo vinto il campionato europeo individuale con Filippo Celli che, quando era

ancora un amateur, ha conquistato la ‘Silver Medal’ quale miglior dilettante nella 150esima edizione del The Open, il Major più antico al mondo, come fatto in passato da campionissimi come Tiger Woods e Rory McIlroy ma anche da un altro azzurro, Matteo Manassero. Sempre Celli, insieme a Pietro Bovari e a Marco Florioli,

talento in erba, oltre alla Junior Solheim Cup in Spagna farà parte del team Europe, insieme a Giovanni Binaghi, della Junior Ryder Cup. L’evento precederà la Ryder e si giocherà, dal 26 al 28 settembre, nel Lazio. I primi due giorni al Golf Nazionale di Sutri (Viterbo), la nostra Coverciano. L’ultimo giorno al Marco Simone Golf & Country Club dove, dal 29 settembre, sarà sfida show tra Europa e Usa.

ha portato l’Italia a trionfare per la prima volta nella storia ai campionati del mondo a squadre. Quest’anno, invece, le ‘Girls’ azzurre hanno vinto la medaglia d’argento agli Europei a squadre. I nostri giovani sono inseguiti da tutte le migliori università al mondo, a partire da quelle americane. Francesca Fiorellini,

Ripeto, i giovani rappresentano la nostra priorità e il nostro settore tecnico è invidiato da tutti. Peraltro, a livello professionistico, quest’anno abbiamo collezionato già tantissime vittorie sul Challenge Tour, di cui due portano la firma di Manassero, un campione ritrovato. La speranza è quella di poter contare presto su una nuova generazione di talenti, una delle nostre ‘mission’, da sempre. E nel 2024 ci sono le Olimpiadi di Parigi dove, sia in campo maschile che in quello femminile, l’Italgolf può ambire a ottenere importanti risultati.

10 golf-magazine.it | settembre 2023
Quello che appariva come un sogno si è trasformato in realtà
Roma, via del Velabro 9 rhinocerosroma.com rhinocrs RM

UN EVENTO SENZA PRECEDENTI STA PER FARE IL SUO INGRESSO NELLA CAPITALE ITALIANA: LA RYDER CUP

Benvenuti a Roma

L’emozione è alle stelle mentre Roma si prepara ad ospitare uno dei più prestigiosi tornei di golf al mondo. Dal 29 settembre al 1° ottobre, il Marco Simone Golf & Country Club diventerà l’epicentro di una sfida epica tra il team Europa e il team Stati Uniti. Con una storia ricca di tradizione e passione, la Ryder Cup promette di portare il mondo del golf a nuove vette nell’atmosfera storica e culturale di Roma.

Con le sue radici che risalgono al 1927, la Ryder Cup rappresenta un’icona del golf internazionale. Quest’anno, è l’Italia che accoglierà questo evento mozzafiato, promettendo una miscela unica di competizione sportiva e imponente bellezza culturale. Il Marco Simone Golf & Country Club, situato nelle pittoresche colline romane, sarà il palcoscenico di questa battaglia

di abilità, spirito di squadra e orgoglio nazionale. Gli occhi di tutto il mondo saranno puntati sui dodici giocatori americani: Scottie Scheffler, Wyndham Clark, Patrick Cantlay, Brian Harman, Max Homa, Xander Schauffele, Jordan Spieth, Collin Morikawa, Rickie Fowler, Justin Thomas, Brooks Koepka e Sam Burns. Questi campioni si uniranno per difendere l’onore del team Stati Uniti e cercare di mantenere il titolo che hanno conquistato nella precedente edizione Dall’altra parte dell’Atlantico, il team Europa composto da Rory McIlroy, Jon Rahm, Viktor Hovland, Tyrrell Hatton, Matt Fitzpatrick, Robert MacIntyre, Tommy Fleetwood, Justin Rose, Shane Lowry, Nicolai Hojgaard, Sepp Straka e Ludivg Aberg, pronti a a difendere il proprio territorio e a stupire davanti al proprio pubblico.

La Ryder Cup non è solo un torneo di golf, è un incrocio di culture, competenza e spirito sportivo. Oltre alla competizione sul campo, l’evento offre opportunità uniche per gli appassionati di golf di tutto il mondo di immergersi nell’atmosfera e nell’energia della competizione. Saranno presenti migliaia di spettatori per sostenere le loro squadre e creare un’atmosfera da stadio che rende questa competizione un’esperienza memorabile.

Oltre alla passione per il golf, la Ryder Cup a Roma offre anche un’occasione straordinaria per celebrare il patrimonio storico e culturale dell’Italia. I giocatori e gli appassionati saranno circondati da un ambiente che racconta secoli di storia, arte e cucina italiana, creando un’esperienza completa che va oltre il campo da golf.

12 golf-magazine.it | settembre 2023

TEAM EUROPE

Tyrrell HATTON Viktor HOVLAND Rory MCILROY Jon RAHM Robert MACINTYRE Tommy FLEETWOOD Matt FITZPATRICK Sepp STRAKA Justin ROSE Capitano: Luke DONALD Vice Capitani: Thomas BJØRN, Nicolas COLSAERTS, Francesco MOLINARI, Edorardo MOLINARI, José OLAZÁBAL Shane LOWRY Nicolai HØJGAARD
14 golf-magazine.it | settembre 2023
Ludvig ÅBERG

TEAM USA

Justin THOMAS Jordan SPIETH Scottie SCHEFFLER Xander SCHAUFFELE Collin MORIKAWA Brooks KOEPKA Max HOMA Brian HARMAN Rickie FOWLER Wyndham CLARK Patrick CANTLAY Sun BURN
15 golf-magazine.it | settembre 2023
Capitano: Zach JOHNSON Vice Capitani: Steve STRICKER, Davis LOVE III, Jim FURYK, Fred COUPLES, Stewart CINK

Il capolavoro di laura biagiotti

Il Marco Simone Golf & Country Club è la più grande gonna verde che io abbia mai disegnato

Nelle incantevoli colline dell’entroterra romano, si trova incastonato un gioiello del golf italiano, il Marco Simone Golf & Country Club, sede ufficiale della Ryder Cup 2023. Con una storia ricca di fascino, uno scenario mozzafiato e un campo da golf di classe mondiale, questo circolo si è affermato nel corso degli anni come una meta imperdibile per gli appassionati di golf.

Il Circolo Marco Simone Golf & Country Club ha una storia lunga e prestigiosa, iniziata nel lontano nel 1989. Da documenti medioevali risulta che il sito faceva parte del vasto territorio del castello di S.Onesto. Occorre aspettare il ‘300 per vedere apparire su questo colle il tipico fabbricato rurale della campagna romana: una torre con il suo recinto ed alcune casupole. Sulla torre il nome di un suo affittuario “Pietro Sassone”. Nel 1457, S.Paolo vende tenuta e fabbricati a un nobile romano Simone dei Tebaldi. Sarà lui, seguito da suo figlio Marco di Simone, ad operare la prima vistosa trasformazione. Dopo la seconda guerra mondiale il castello viene progressivamente abbandonato e saccheggiato fino al suo acquisto e restauro da parte di Laura Biagiotti e Gianni Cigna nel 1970.

“Il restauro del castello di Marco Simone è stato come una sorta di follia che mi ha preso e che ho dolcemente seguito; una scelta decisiva nella mia vita al bivio dei 35 anni: vivere e lavorare in campagna, affetti e impegni professionali, passione antiquaria e ricerca di costume, teatro del quotidiano e della moda, tutti

in un unico contenitore” raccontava Laura Biagiotti durante i lunghi anni di lavoro, lavori eseguiti anche in collaborazione con le Belle Arti.

Nel corso degli anni, è diventato un punto di riferimento nel panorama golfistico italiano ed è stato scelto per ospitare eventi di prestigio, ed è proprio nel 1989 che Laura Biagiotti decise di progettare e far costruire l’esclusivo campo da golf che oggi è diventato la sede della Ryder Cup 2023, uno dei più grandi tornei di golf al mondo. Presieduto oggi da Lavinia Biagiotti, questo riconoscimento per il Marco Siomone è una testimonianza della qualità e della bellezza del campo da golf.

Una delle caratteristiche distintive del Circolo Golf Marco Simone è il suo ambiente naturale straordinario. Il campo è immerso in un paesaggio di colline verdi, con alberi secolari e viste panoramiche spettacolari. Ogni buca offre una prospettiva diversa, e giocare qui è come essere in armonia con la natura. Il campo, rifatto completamente per l’occasione, è un vero e proprio capolavoro di progettazione.

La sfida che presenta è equilibrata dalla bellezza che lo circonda. Con fairway ben curati, verdi impeccabili e ostacoli d’acqua pittoreschi, offre un’esperienza di gioco indimenticabile. Le caratteristiche tecniche, la vicinanza alla capitale, la club house tra le più grandi d’Europa e gli ampi spazi per accogliere un gran numero di spettatori ne fanno la location ideale per una manifestazione della rilevanza della Ryder Cup.

16 golf-magazine.it | settembre 2023
Il campo
“ “
photo credits: golfmarcosimone.com

buca 15

Il campo

buca 5 par 4 hcp 13 - 344 m

buca 4 par 3 hcp 17 - 172 m

Primo par 3 del percorso. Il green è accessibile con un ferro corto ma bisogna fare attenzione ai due bunker a destra, che lo difendono efficacemente.

Il giocatore può optare per un drive per un secondo colpo più agevole, mantenendosi a destra sul fairway, o scegliere di evitare l’ostacolo d’acqua e usare un ferro medio per il green. Importante notare le pendenze accentuate sul green.

par 4 hcp 2 - 438 m

Anche i giocatori potenti evitano il bunker a destra mantenendosi a sinistra del fairway. Il secondo colpo richiede un ferro medio. i giocatori più corti usano un ferro lungo e devono stare attenti ai tre bunkers a destra che difendono il green.

buca 3 par 4 hcp 3 - 414 m

I giocatori potenti sfidano l’angolo destro del dog-leg, cercando di evitare il rough e arrivare al green con un ferro corto. Chi preferisce il centro del fairway usa un ferro lungo per il secondo colpo, ma affronta il green protetto da due bunker a sinistra.

buca 6

par 4 hcp 15 - 348 m

I giocatori esperti superano il bunker a destra per un attacco al green con ferro corto, ma devono evitare un bunker profondo. chi usa un driver centrale avrà più difficoltà a raggiungere il green sopraelevato con un ferro più lungo.

buca 9

par 5 hcp 7 - 537 m

Par 5 molto lungo, usando il driver, evitare il secondo bunker a destra. Con un secondo colpo agevole, i potenti usano un ferro corto, i meno potenti un ferro medio. Attenzione all’ostacolo d’acqua a sinistra che corre lungo la buca.

buca 8

par 5 hcp 09 - 480

I giocatori potenti possono attraversare il lago con il driver e usare un ferro molto lungo per il green. Chi lo aggira a destra fa un lay-up con un ferro medio e affronta il green con un ferro corto. Il green a fagiolo ha un piano inclinato, specialmente nella parte lontana.

buca 1

par 4 hcp 11 - 407 m

I giocatori potenti sfidano il bunker a sinistra per un tiro più corto, mentre i meno potenti seguono il percorso più sicuro a destra, ma con un tiro più lungo verso il green.

18 golf-magazine.it | settembre 2023 1 3 4 5 6 8 9 15

buca 14

par 4 hcp 6 - 465 m

Par molto difficile, i giocatori potenti superano il bunker sinistro con un ferro corto. Chi sceglie il lato destro affronta un secondo colpo con un ferro molto lungo o fa un lay up sull’apron per evitare il bunker difficile da cui è complicato recuperare.

buca 2

par 4 hcp 1 - 435 m

I giocatori esperti superano il bunker con un drive preciso e usano un ferro medio per il green. Chi opta per la via sicura a destra usa un ferro lungo, ma evita un bunker a 40 metri dal green.

buca 16

par 4 hcp 10 - 322 m

Par molto suggestivo, i giocatori forti possono cercare il green con un preciso driver a sinistra, evitando il lago a destra. Chi è cauto usa un bastone medio per superare il fosso e poi un ferro corto per la bandiera. Il green è ben protetto da bunkers e il lago a destra.

buca 13

par 3 hcp 18 - 137 m

Par 3 molto corto, non molto difficile reso delicato da un green molto duro. Attenzione a non sbagliare sulla sinistra della buca!

buca 7

par 3 hcp 5 - 203 m

Il green a forma di fagiolo è sfidante. la posizione della bandiera determina il bastone da usare: corta, ferro medio; lontana, ferro lungo, ma l’atterraggio è critico. Il putting è complesso, specialmente da lontano.

buca 17

par 3 hcp 14 - 188 m

Par 3 con ostacolo d’acqua a sinistra e green ondulato. scelta del ferro cruciale per potenti e meno potenti, evitare l’estrema destra per facilità di recupero.

buca 18

par 5 hcp 8 - 570 m

Par 5 finale con leggero dog-leg sinistro e partenza dall’alto. fairway ampio consente ai potenti di raggiungere il green al secondo colpo, evitando l’acqua a sinistra. strategia conservativa: lay up a sinistra per un colpo corto verso la bandiera.

buca 12

par 5 hcp 12 - 499

buca 10

par 4 hcp 4 - 414 m

I giocatori potenti, con un ottimo drive, usano un ferro medio per un green difeso da due bunkers a destra. Quelli meno potenti usano un ferro lungo sul lato sinistro del fairway, seguito da un ferro molto corto per la bandiera.

Un par 5 di recupero, il driver richiede precisione per un tentativo di raggiungere il green col secondo colpo. Chi è meno potente usa un ferro lungo a sinistra per attaccare la bandiera in un green difeso da tre bunker.

buca 11

par 4 hcp 16 - 301 m

Par 4 corto in salita, i giocatori potenti possono usare il driver per il green, ma devono evitarne una depressione pericolosa sulla destra. Usando un altro bastone, si affronta un colpo corto su un green veloce e accidentato.

19 golf-magazine.it | settembre 2023 2 7 10 11 12 13 14 16 17 18
20 golf-magazine.it | settembre 2023

Il golf è un compromesso fra quello che il tuo Io vuole farti fare, quello che l’esperienza ti dice di fare e quello che i tuoi nervi ti permettono di fare.

21 golf-magazine.it | settembre 2023
Bruce Crampton

Le storie di Golf-Magazine

La Claret Jug e la Ryder Cup: due coppe piene di storia

I trofei sono oggetti simbolici e di valore, consegnati come riconoscimento a chi si distingue in qualche campo. La parola trophy, coniata in inglese nel 1550, deriva dal francese trophée, inteso come “un premio di guerra”. Questa parola a sua volta derivava dal latino trophaeum, inteso come “monumento alla vittoria”, che proveniva dal termine greco tropaion. Ai tempi della Grecia antica, il tropaion si riferiva ad armi, stendardi, prigionieri o parti del corpo (ad esempio teste) di catturati in battaglia e questi trofei di guerra commemoravano le vittorie militari.

Nei giorni nostri, un trofeo è un ricordo tangibile e duraturo

di un risultato specifico e serve come riconoscimento o prova di merito. Nel golf, due dei trofei più prestigiosi sono la Claret Jug e la Ryder Cup.

Il passato 23 di luglio, al 151° Open Championship giocato nel Royal Liverpool Golf Club, è stato inciso sulla Claret Jug il nome di Brian Harman.

L’assegnazione della Claret Jug risale al 1872, quando fu necessario un nuovo trofeo dopo che Young Tom Morris aveva vinto l’originale Challenge Belt (presentata dal Prestwick Golf Club) a titolo definitivo nel 1870 vincendo il campionato per tre anni consecutivi. Ogni club, ha contribuito con £10 al costo del

nuovo trofeo, denominato “The Golf Champion Trophy”, ed è stato realizzato da Mackay Cunningham & Company di Edimburgo. È stato disegnato come una brocca del diciannovesimo secolo usata per servire il Claret, un tipo di vino rosso secco prodotto nella regione francese di Bordeaux.

Quando fu disputato l’evento del 1872, il trofeo non era pronto per essere consegnato a Morris e, soltanto qualche mese dopo, il suo nome è stato inciso. Nel 1873, Tom Kidd divenne il primo vincitore a ricevere la Claret Jug dopo aver vinto il campionato.

Da lì, ogni anno, il nome del vincitore dell’Open Championship (chiamato anche “British Open”),

23 golf-magazine.it | settembre 2023
claudia janneth baquero

viene inciso sul Golf Champion Trophy. Il trofeo, una coppa comunemente conosciuta come Claret Jug, viene portato sul campo e, in tempo reale, appena confermato il vincitore, l’incisore scrive il nome su un anello d’argento alla base della coppa. L’incisore della R&A è Garry Harvey, scozzese di 69 anni, che da vent’anni continua il mestiere di suo padre, anche lui incisore di lunga data della R&A. In questi anni, Harvey ha inciso alcuni dei nomi più famosi del golf nella Claret Jug tra i quali Tiger Woods e Rory McIlroy, solo per citarne alcuni. Harvey è anche un golfista e ha cominciato la sua attività come incisore scrivendo il suo stesso nome sul trofeo che ha vinto nel British Boys Amateur nel 1972.

Diventato golfer professionista, Harvey ha gareggiato nel 1979 nell’Open Championship al Royal Lytham e ha vinto il Kenya Open dell’European Tour nel 1985. Dal 2004 però, ha scelto di dare il ricambio generazionale a suo padre e dedicarsi all’incisione. Durante i suoi quasi due decenni di attività, Harvey ha dovuto imparare a gestire la pressione che comporta il dover scrivere il nome del campione dell’Open Championship sulla Claret Jug nei momenti caotici della conclusione del campionato. Le telecamere sono proprio accanto a lui, c’è pressione perché di solito deve incidere il nome in mezzo al pubblico e deve sentire tutti i loro commenti.

L’anno scorso a St Andrews, Smith ha mantenuto un vantaggio di un colpo sul compagno di gioco Cameron Young mantenendo la suspense fino alla buca 18. Quest’anno invece, il grande

vantaggio di Harman ha reso meno caotico il lavoro di Harvey che spera di continuare il suo lavoro per altri 10 o 12 anni. Scherzando, Harvey ha dichiarato che al suo ultimo Open, vorrebbe incidere il suo nome sulla Claret Jug e scappare. L’attuale Claret Jug non è quell’originale. L’originale, la troviamo esposta permanentemente presso la club house del Royal and Ancient Golf Club di St Andrews dal 1928, insieme alla Challenge Belt originale, donata nel 1908 dalla famiglia Morris.

L’attuale Claret Jug, fatta per l’Open Championship del 1928, è stata assegnata per la prima volta a Walter Hagen. Come tradizione, il vincitore deve restituire il trofeo prima dell’Open dell’anno successivo e riceve una replica da conservare in modo permanente. Per fare spazio dove scrivere i nomi, sono stati disposti degli anelli alla base della coppa e, quest’anno, il nome di Brian Harman, è uno tra gli ultimi nomi che entreranno nella terza fascia d’argento. Esistono altre tre repliche della Claret Jug: una nel R&A World Golf Museum di St Andrews e due utilizzate per mostre itineranti. La Claret Jug è un simbolo scozzese ed è apparsa due volte sulle banconote commemorative scozzesi da 5 sterline emesse dalla Royal Bank of Scotland: prima nel 2004, per il 250º anniversario del Royal and Ancient Golf Club di St Andrews, poi nel 2005, la Claret Jug viene mostrata in mano da Jack Nicklaus per celebrare il suo ritiro.

La Ryder Cup, invece, ha una storia più recente. Quest’anno, da fine settembre, abbiamo in casa la competizione e la coppa al

Marco Simone Golf & Country Club a Roma. La Ryder Cup è una competizione biennale di golf maschile tra squadre provenienti da Europa e Stati Uniti che si disputa ogni due anni, con la sede che si alterna tra i campi Americani e Europei. La competizione e il trofeo prendono il nome dall’uomo d’affari inglese Samuel Ryder che donò il trofeo.

Il trofeo fu presentato per la prima volta nel 1927 al Worcester Country Club di Worcester, nel Massachusetts, e fu vinta dalla squadra degli Stati Uniti. La Ryder Cup è stata commissionata dal mercante inglese Samuel A. Ryder a Mappin & Webb Co., che ha creato il trofeo per £250 e consiste in una coppa d’oro, alta 17 pollici, larga nove pollici da manico a manico e pesa circa quattro chili. In cima al trofeo, c’è una piccola statua di Abe Mitchell, uno dei golfisti più importanti in Gran Bretagna negli anni venti, amico e istruttore di golf di Ryder. Ryder ha consegnato il trofeo alla Professional Golfers’ Association of Great Britain and Ireland.

Il trofeo originale della Ryder Cup è ospitato presso la Professional Golfers’ Association of Great Britain and Ireland e una replica viene consegnata al gruppo vincitore. Ogni giocatore poi, la terrà a casa, potendo condividerla per un anno. L’immagine conclusiva di questo 151° Open Championship ci lascia Harman che beve una Guiness dalla Claret Jug per festeggiare la sua impresa sotto la pioggia. Intanto, tra poco, vedremo chi si aggiudicherà la Ryder Cup e festeggerà il suo trionfo come gli antichi, bevendo dalla coppa dei vincitori sotto il cielo di Roma.

24 golf-magazine.it | settembre 2023

Golf femminile

Alessandra fanali

Alessandra Fanali, 23 anni, laureata in Sport business all’Arizona State University negli USA, giocatrice professionista del circuito europeo. A detta di molti è la nuova speranza azzurra del golf, gioiello del movimento femminile italiano. Le abbiamo chiesto cosa significa per lei giocare a golf, quali sono i suoi progetti e le sue ambizioni da grande.

Allora Alessandra, la prima domanda che ti voglio fare è quali sono stati i momenti più importanti della tua carriera di golf amatoriale e come hai preparato il passaggio al professionismo?

“Sicuramente i momenti più importanti della mia carriera amatoriale sono stati con la Nazionale Italiana, con cui ho fatto tantissime esperienze in giro per l’Europa. Abbiamo vinto il Campionato Europeo a squadre nel 2016, poi l’anno dopo quando ho giocato la Junior Solheim Cup e abbiamo fatto i Campionati del mondo in Canada. Il passaggio al professionismo in realtà è iniziato quando avevo 16 anni grazie all’aiuto del mio maestro Giancluca Pietrobono. Anche l’università negli Stati Uniti mi ha aiutato tanto a crescere grazie sopratutto al livello delle giocatrici che ci sono, un livello molto alto,

DI

dove la competizione è molto molto agguerrita.”

Quali sono state le difficoltà più grandi che hai incontrato finora e come stai lavorando per superarle?

“Le difficoltà le ho incontrare per un periodo all’univerisità dove avevo perso un pò la voglia di giocare e la passione per il gioco, poi fortunatamente sono tornate. Quella che sto incontrando adesso nel professionismo è riuscire a trovare uno sponsor, dove al momento sono molto pochi e quindi riuscire a finanziarti una stagione sul Tour non è facile. Questa è una cosa fondamentale perchè non tutte le giocatrici, anche se hanno la carta sul Tour, possono permettersi di giocare e viaggiare così tanto. Anche solo giocando sul terreno Europa viaggi molto, in Africa, in Asia viaggi sempre con un team composto da molte persone, coach, personal trainer, metal coach, caddie, quindi non è facile. Per superare tutto questo sto cercando di giocare al meglio, fare ottimi risultati e arrivare al PGA per iniziare a guadagnare di più”.

26 golf-magazine.it | settembre 2023
CONTINUA A LEGGERE L’INTERVISTA COMPLETA SUL NOSTRO SITO. INQUADRA IL QR CODE
IL MIO OBIETTIVO È QUELLO
DIVENTARE LA NUMERO 1 AL MONDO

Roberta Liti, golfista di Colle Val d’Elsa, classe 1995, unica italiana a partecipare al Lpga, il principale tour professionistico femminile di golf. Le abbiamo chiesto cosa significhi per lei giocare a golf e quali sono i suoi obiettivi in futuro.

roberta liti

HO SEMPRE AVUTO IL DESIDERIO DI DIVENTARE UNA PROFESSIONISTA

Allora Roberta, come sei entrata nel mondo del golf e quali sono state le tue motivazioni per diventare una giocatrice professionista?

“Sono entrata nel mondo del golf perché mio zio prese in gestione il bar ristorante del golf “L’Abbadia” ed io andavo durante l’estate e restavo li tutto il giorno, dalla mattina presto fino alla sera, quando chiudeva. E’ in quel momento che mi sono innamorata di questo sport. Avevo 9 anni quando ho cominciato a giocare e ho sempre avuto questo desiderio di diventare una professionista di golf e di giocare sul LPGA”.

Quali sono le principali sfide che hai dovuto affrontare come donna nel golf professionistico e come hai superato tali ostacoli?

“La principale sfida di una donna professionista nel golf che incontra è quella di non essere valorizzata nello stesso modo di un professionista uomo, di non avere, diciamo, le stesse opportunità sia dal punto di vista degli sponsor e di visibilità sia dal punto di vista di montepremi, sicuramente è una vita diversa da quella che di un uomo professionista. Diciamo che c’è questa continua “lotta” per cercare di portare più attenzione e più

finanze nel mondo professionistico femminile. Ho cercato di superare gli ostacoli cercando di far vedere alle persone, con cui sono stata in contatto negli anni, quanto l’impegno che viene messo nel mondo del golf femminile sia uguale, se non maggiore a quello maschile, perché non hai le stesse opportunità degli uomini. Ho cercato di portare questo messaggio alle persone che ho incontrato nel mio percorso.”

Quali sono i tuoi momenti più gratificanti o memorabili nella tua carriera di golfista finora?

“I miei momenti più gratificanti nella mia creare di golfista sono stati il secondo posto agli europei a squadre in Portogallo nel 2017, la vittoria a squadre del campionato al college in America e i cinque campionati italiani che ho vinto. Ma sicuramente quello più memorabile di tutti fino adesso è stato quello di aver conquistato la carta del LPGA Tour che comunque è sempre stato un sogno.”

27 golf-magazine.it | settembre 2023
CONTINUA A LEGGERE L’INTERVISTA COMPLETA SUL NOSTRO SITO. INQUADRA IL QR CODE

Abbiamo fatto due chiacchiere con Silvio Grappasonni, la voce del golf in Italia. Gli abbiamo chiesto quali sono state le sue sfide più grandi, come è cambiato il modo di giocare da ieri ad oggi e cosa può portare un evento così grande come la Ryder Cup in Italia a tutto il movimento golfistico italiano.

silvio grappasonni la voce del golf

Come è avvenuta la transizione da giocatore di golf a telecronista? Quali sono state le sfide più grandi che ha affrontato lungo il percorso?

“La transizione è stata quasi casuale, stavo facendo tutt’altro, avevo intrapreso la carriera da allenatore come fanno quasi tutti gli ex giocatori. Collaboravo con la Federazione Italiana, con gli Under 21 tra cui c’erano Francesco ed Edoardo Molinari, era uno squadrone. In quel periodo un mio amico, Ugo Buffa, lavorava per Stream, e mi chiamò quasi per scherzo, dicendomi che avevano comprato i diritti televisivi del golf ma non sapevano come gestirli

perchè ne sapevano poco e mi disse vieni a fare una prova. Feci questa prova insieme ad Andrea Girelli, grandissimo giornalista, e dopo una settimana eravamo in diretta a commentare gli eventi. Qualche anno dopo Stream venne comprata da Sky e li la cosa divenne sempre più seria fino a fare le telecronache con il mitico Mario Camicia. In poco tempo siamo diventati “la coppia di Sky” perchè Mario, grandissimo conoscitore di golf italiano e mondiale, era quello “pop” io quello “tecnico”, quindi le due voci si completavano a vicenda. Le sfide più grandi invece sono state quelle di aver avuto l’opportunità di commentare grandi

eventi, abbiamo fatto diverse Ryder Cup, abbiamo avuto la fortuna di vivere il periodo d’oro di Tiger Woods, di Francesco ed Edoardo Molinari, che in quegli anni andavano fortissimo e di conseguenza trascinavano il pubblico, quindi avevano anche la responsabilità di far vivere e coinvolgere quell’evento”.

Qual è stato il momento più emozionante o gratificante della sua carriera da giocatore di golf? “Diciamo che sono stato un buon giocatore ma non ho mai fatto il grande salto. Durante la mia carriera ci sono stati bei momenti, sicuramente quello di aver fatto più di 230 tornei sul Tour Europeo è stata una soddisfazione, il mio limite forse è stato quello di essere troppo regolare, non sono andato mai ne troppo in alto ne troppo in basso. E’ stato comunque un decennio bellissimo, ho avuto la fortuna di giocare con Costantino Rocca, diverse volte in Coppa del Mondo, in un torneo dove rappresentavi l’Italia, e di vincere diverse gare in Italia, ma un golfista deve aspirare a vincere qualcosa in giro per il mondo”.

28 golf-magazine.it | settembre 2023
CONTINUA A LEGGERE L’INTERVISTA COMPLETA SUL NOSTRO SITO. INQUADRA IL QR CODE
COMING SOON 2 0 2 5

leonardo fioravanti

che legame tra golf e surf

Surf e non solo, è stato il primo surfista italiano ai Giochi Olimpici, ma ha tante altre passioni nel mondo dello sport al di fuori dell’acqua, ed una di queste è il golf! Abbiamo fatto due chiacchiere con Leonardo Fioravanti, campione italiano di surf ma anche grande appassionato. Gli abbiamo chiesto cos’è per lui il golf e quali sono i suoi obiettivi per il futuro.

31 golf-magazine.it | settembre 2023
cristiano peconi

Allora Leonardo, come hai scoperto la tua passione per il golf?

“Quando avevo undici anni, il compagno di mia mamma, Stephen Bell, che tra l’altro è stato il team manager di Kelly Slater per tantissimi anni, mi ha fatto scoprire il golf, e subito mi è piaciuto tantissimo perché è uno sport molto competitivo in cui devi concentrarti per migliorare. Anno dopo anno ho notato che pian piano stavo migliorando. E la cosa meravigliosa è che nei posti in cui andiamo, spesso ci sono dei super campi da golf, quindi è perfetto quando il mare non è eccezionale”.

Com’è stata l’esperienza sul campo da golf del Marco Simone alla Pro-Am dell’Open?

“L’esperienza al Marco Simone nella Pro-Am dell’Open d’Italia 2023 è stata bellissima! Ci siamo divertiti tantissimo: ho giocato con i fratelli Boglione, con cui ho appena iniziato a lavorare grazie a K-Way (proprietari del brand K-Way dal 2004, ndr), e con Marcel Siem, un giocatore spettacolare. Ci siamo davvero divertiti molto. Marcel è stato estremamente cordiale e ci ha trattato come amici, nonostante fosse sicuramente concentrato. Ma si è divertito molto anche lui. Abbiamo giocato, scherzato e il campo era semplicemente meraviglioso. I green erano velocissimi e il fairway molto stretto, ma perfetto. L’unica sfida, ovviamente, era il rough, che era veramente difficile da superare. Spesso, appena ci finivi dentro, diventava davvero complicato uscirne”.

Quali sono le somiglianze tra surf e golf in termini di mentalità e preparazione mentale?

“Tra il surf e il golf ci sono molte somiglianze, soprattutto nella mentalità e nella preparazione mentale. È evidente che entrambi richiedono un’enorme concentrazione. Inoltre, c’è una similitudine notevole che riguarda il fatto che ci sono diciotto buche nel golf e un numero considerevole di onde nel surf. In entrambi i casi, se si commette un errore, è necessario essere pronti a riprendersi mentalmente e a dimenticare il colpo o la manovra precedente. Questo è un aspetto comune nelle competizioni sulle onde, dove possono verificarsi degli errori occasionali. Tuttavia, è importante riprendersi immediatamente, mettendo alle spalle il passato e focalizzandosi sul presente e sul futuro. Questi sono senz’altro aspetti simili tra il surf e il golf.”

Come riesci a coniugare allenamento e pratica del golf con la vita da campione di surf che ti spinge a dover essere frequentemente in giro per il mondo?

“Guarda, sinceramente non gioco tanto al golf perché ora sono concentrato al 100% sul surf, soprattutto durante questi anni che sono cruciali per la mia carriera. Voglio mantenere il focus sul surf e trovo solo alcuni periodi in cui ho un po’ più di tempo libero per allenarmi nel golf. Principalmente, durante l’inverno alle Hawaii, quando non ci sono competizioni, approfitto per allenarmi a surfare e dedico qualche pomeriggio a giocare nove o diciotto buche di golf. Sono davvero felice di farlo perché attualmente il mio handicap nel golf si aggira intorno a diciotto, forse sedici-diciotto. Quindi sono consapevole che dopo la mia carriera nel surf mi impegnerò seriamente nel golf, anche se so che non raggiungerò mai livelli altissimi. Tuttavia, so che ho ampio margine di miglioramento e non vedo l’ora di dedicarmi al golf dopo la mia carriera nel surf”.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri?

“I miei obiettivi futuri sono chiari: desidero vincere una medaglia olimpica e ottenere una posizione elevata nella classifica del circuito mondiale, sia nel tour WSL che nel Campionato Mondiale. Finora, quest’anno ho avuto un inizio meraviglioso. Sono in top ten dopo la sesta tappa del Campionato Mondiale, quindi le cose stanno andando molto bene. Tuttavia, sono consapevole che c’è ancora molto spazio per migliorare, e sto facendo del mio meglio in ogni modo per perfezionare il mio surf, la mia preparazione mentale e la mia condizione fisica. Sto lavorando duramente per raggiungere il mio massimo potenziale”.

32 golf-magazine.it | settembre 2023

IL NUOVO MODO

DI LEGGERE IL GOLF

GOLF-MAGAZINE.IT, IL TUO NUOVO SITO DI INFORMAZIONE SUL GOLF

Un progetto nato nel 2022, che mira a raccontare tutto ciò che avviene nel panrama italiano e mondiale, con le ultime notizie, gli aggiornamenti sui protagonisti, le interviste e i risultati in diretta.

WWW.GOLF-MAGAZINE.IT

MAXIMILIANOGIGLIUCCI

Quale è stato un momento particolarmente memorabile che hai vissuto sul campo da golf e che ti ha insegnato una lezione preziosa?

Tempo fa su un campo da golf , nel silenzio e nella solitudine piu assoluti, una bellissima volpe mi è venuta incontro. Si è creato un momento quasi magico che mi ha riportato al “Piccolo Principe” di Saint Exupery. Lei si è fermata e I nostri sguardi si sono incrociati lungamente. Poi, in un impulso di fiducia totale , è salita addirittura sul mio cart. Una cosa bellissima. Questo ha messo in luce quanta spontaneita, curiosità, generosità, amore incondizionato, capacità di abbandono esista nel regno animale; qualità dalle quali noi umani stiamo assurdamente prendendo le distanze.

Sappiamo che sei molto attivo con la tua buuuball in ambito sociale, ci vuoi parlare di qualche iniziativa che stai portando avanti?

Seguendo la scia di una campagna canadese, in cui, attraverso un gesto della mano, si segnala una richiesta di aiuto, ha creato con la sua associazione buuuball off colors, una collaborazione con il 1522, utilizzando volti dei personaggi della cultura, dello sport e dello spettacolo per contribuire a diffondere questo gesto. Abbiamo fatto due chiacchiere con Maxi Gigliucci, attore ma anche grande appassionato di golf. Gli abbiamo chiesto cosa significhi per lui questo sport e quali sono i suoi progetti per il futuro.

Come hai sviluppato la tua passione per il golf e in che modo, se lo ha fatto, ha influenzato la tua vita professionale?

Il golf coniuga due cose che mi appassionano: la competizione, per me intesa nel modo più sano e sportivo del termine, e lo stare a contatto con la natura, cosa che mi rilassa molto, mi regala equilibrio e pace interiore. Questo mi aiuta molto anche a stemperare alcune inevitabili tensioni che possono crearsi in ambito professionale.

Potrebbe esserci un parallelismo tra la tua professione e il golf?

Forse in questo: per quanto con abilità si possa calcolare il più possibile la traiettoria di un tiro , esiste più di un’incognita su un atterraggio efficace così nella mia professione, è sempre una combinazione di talento, fortuna, momento.

La mia associazione Buuuball Off Colors collabora strettamente con la FISH (Federazione Italiana Superamento Handicap) ed è molto attiva nell’organizzazione di eventi volti al sociale, quindi in primis contro il razzismo ed il bullismo di ogni genere e dedicati sia all’inclusivita’ delle persone che vivono la difficoltà di un handicap, sia agli immigrati. A loro sono dedicati in particolare i progetti per la loro inclusione nel mondo del lavoro ed il Teatro Integrazione. Tutto ciò parallelamente al progetto da me sostenuto da sempre contro la violenza di ogni genere sulle donne. Per tutte queste iniziative ho coinvolto in vari momenti alcuni personaggi e volti noti del mondo dello spettacolo nel dare il loro supporto con video messaggi a scopo divulgativo.

Di recente sei stato protagonista in un evento con altri attori, di cosa si tratta?

Il 20 settembre si è tenuta la terza edizione del premio “Facce da Spot”, ideato insieme al mio amico e socio Graziano Scarabicchi che ha visto protagonisti attori e maestranze, noti e meno noti chiamati a far parte delle pubblicità in ogni loro aspetto; testimonial, ideatori, doppiatori, creativi, compositori di jingles, e ha premiato coloro che si sono distinti mettendo la loro “faccia” o la genialità creativa nel valorizzare, farci immedesimare, persuaderci e promuovere un’idea, un prodotto, un’azienda, un’informazione, con il linguaggio emozionale piu giusto.

34 golf-magazine.it | settembre 2023

BuuuBall Off Colors è una campagna sociale, educativa e mediatica contro qualunque forma di violenza, discriminazione e razzismo, che opera anche nei settori della progettazione e produzioni di grandi eventi, lancio di prodotti, ideazioni di format televisivi e pubblicitari. Siamo una squadra di professionisti esperti con una pluriennale esperienza lavorativa.

“Ciò che mi spaventa non è la violenza dei cattivi, ma l’indifferenza dei buoni”
Martin Luther King
WWW.BUUUBALL.COM Buuuball off Colors | 2022, All Rights Reserved Via dei Monti Parioli, 40 cap: 00197 Roma | P.iva 16697391007 – C/F 96459210587

la performance nel golf: non solo velocità e potenza

IL GOLF È NATO NON COME SPORT COMPETITIVO AD ALTO RENDIMENTO MA COME GIOCO. QUESTO DETERMINA CHE

ANCORA OGGI ESISTANO APPROCCI DIVERSI AL MONDO DEL GOLF.

C’è chi gioca perché vuole rilassarsi, passare un pomeriggio da solo o tra amici, condividendo le pause tra chiacchere e birra, camminando placidamente o utilizzando il cart del campo per spostarsi senza dover nemmeno camminare. C’è poi chi invece vive il golf come uno sport competitivo e fa corsi, mantiene una buona forma fisica e si preoccupa per le sue performance che devono essere sempre migliori e messe a confronto in mezzo al campo. Poi c’è chi vuole vivere dal golf e vive lo sport come professionista, investendo in formazione, attrezzatura, viaggi, partecipazioni a

tornei, assistenza medica specialistica e trainers. Sia quale sia la tipologia di giocatore, dobbiamo far conto che il golf è uno sport che richiede una sollecitazione muscolare e articolare che può danneggiare, anche in modo grave, se non viene praticato in modo corretto e con la preparazione adeguata.

Indifferentemente dal tipo di giocatore che si è, ogni volta che si impugna il club vengono messi in moto una serie di eventi. Nella

pratica del golf la parola d’ordine è rotazione e, al centro di ogni performance, troviamo la rotazione di una serie di articolazioni. Il golf è uno sport anaerobico, il che vuol dire che si basa su un’improvvisa esplosione di energia in forma di tiro, il più lontano e veloce possibile e indirizzato verso la buca. I migliori giocatori del Tour sono quelli con la rotazione più esplosiva. La mobilità è fondamentale e i centri critici di rotazione sono il bacino, le vertebre lombari e cervicali e le spalle. La rotazione interna

36 golf-magazine.it | settembre 2023
claudia janneth baquero

del bacino, la rotazione del torace, la rotazione esterna delle spalle e la rotazione del collo, sono tutte fondamentali per prevenire lesioni. Per esempio, una mancata rotazione esterna delle spalle può portare a lesioni nei pollici che vengono sollecitati eccessivamente con la continua ripetizione di movimenti sbagliati durante le esercitazioni nel campo di pratica. È per questo fondamentale, per prevenire lesioni, che il golfista sia competente in tutti i suoi quattro centri rotazionali.

SCIENZA DELLO SPORT E GOLF

La scienza dello sport applicata al golf è relativamente recente. Circa vent’anni fa, l’arrivo di Tiger Woods fece capire come la performance sia influenzata dalle prestazioni fisiche. Il capire che quanto più lontano un golfista sia in grado di colpire la palla, quanti più milioni di euro guadagnerà, ha stimolato la scienza a focalizzarsi sulla metodologia dell’allenamento, la biomeccanica e la fisiologia

della performance nel golf per inseguire la performance perfetta. Con la generalizzazione di questo approccio, il nuovo obiettivo dei professionisti non è solo la potenza e la velocità ma soprattutto mantenere nel tempo la loro performance ed essere resilienti nel loro approccio allo sport. L’industria del golf muove milioni di euro e garantire una lunga carriera a un professionista che fa guadagnare è al centro sia del loro interesse sia della scienza applicata al golf professionistico. I nuovi golfisti che entrano nel mondo dei professionisti si avvalgono da professionisti delle scienze sportive a cui chiedono dei dati e informazioni sui guadagni dei professionisti da loro seguiti per valutare se vale la pena avere i loro servizi oppure no.

Biomeccanica, fisiologia e metodologia di allenamento La scienza nel golf si focalizza sulla metodologia

37 golf-magazine.it | settembre 2023

dell’allenamento, la biomeccanica e la fisiologia coinvolta nel gesto sportivo. I tre aspetti interagiscono in modo sinergico per raggiungere l’ottimizzazione delle capacità coordinative durante la performance e sono necessari per l’elaborazione di metodologie adatte a migliorarla e a renderla non usurante per il sistema articolare, in speciale per le zone lombare e cervicale della colonna vertebrale.

La metodologia dell’allenamento, in modo particolare, si occupa di analizzare le componenti della performance per definire un modello dove sia possibile la correlazione tra l’allenamento e la prestazione.

La biomeccanica nel golf, attraverso l’analisi cinematica e dinamica delle performance, dello studio dei fattori biomeccanici limitanti le prestazioni degli atleti e dei mezzi da gara utilizzati, viene sempre di più implementata in laboratorio.

La tecnologia permette di seguire i movimenti mediante videocamere che tracciano i movimenti del corpo e spediscono i dati che, dopo essere analizzati, supporteranno le attività degli atleti e dei loro allenatori. Nel golf, la tecnologia viene ampliamente utilizzata nei simulatori sia per valutare la

performance di nuovi attrezzi, sia per ottimizzare i movimenti del golfista, registrando le distanze, angolazioni e velocità dei tiri. La rilevazione avviene attraverso sistemi optoelettronici, video-analisi, GPS, radar, fotocellule, sensori inerziali e software dedicati. Le valutazioni permettono di avere una visione in tre dimensioni e di rilevare parametri quali spazio, tempo, frequenze, velocità e accelerazioni. Questo tipo di ricerca permette non soltanto valutare il golfista ma monitorare nuovi tipi di clubs sotto diverse condizioni ambientali e del campo, dando un feedback immediato e accurato a tecnici e atleti.

La fisiologia dello sport studia i parametri fisiologici che predispongono la performance, misurando le risposte fisiologiche del corpo dell’atleta e le sue qualità organico-funzionali durante l’esercizio fisico, in gara ed allenamento. I dati ottenuti permettono di implementare programmi di allenamento personalizzati, focalizzati sul miglioramento delle particolari necessità di ogni atleta.

L’ALLENAMENTO MENTALE

Un altro aspetto fondamentale per la preparazione del golfista è l’allenamento della sua mente e delle sue percezioni, sia per trovare modalità giuste

rilevando informazioni come la topografia del terreno, il vento, l’erba, la distanza, il tipo di club più conveniente, sia per tenere sotto controllo le proprie emozioni. La psicologia è entrata a far parte fondamentale della preparazione del golfista contemporaneamente al miglioramento tecnico della performance. Ragione ed emozioni devono lavorare insieme per riuscire a esprimere al meglio una prestazione sul campo. Le emozioni nascono dai pensieri e si deve partire dal fatto che per avere il controllo su di esse si deve lavorare sui pensieri alla base.

La forma mentis del giocatore, la sua focalizzazione e la sua capacità di autocontrollo determinano, sia il percorso di allenamento, sia il modo in cui affronta ogni colpo durante la gara. Gran parte della performance viene giocata prima nella mente e poi materializzata sia attraverso il movimento sia attraverso la forza, il controllo e la determinazione nel momento di colpire la palla. Dopo la prestazione, dalla capacità di auto motivarsi, di auto valutarsi e di perseverare dipenderà il modo in cui si affronteranno successi e sconfitte. Sarà la mente del golfista a decidere fin dove si sarà disposti ad essere determinati e costanti negli allenamenti e a come vivere l’esperienza di gara.

38 golf-magazine.it | settembre 2023
la performance nel golf: non solo velocità e potenza | claudia janneth baquero

NOI SIAMO OFFICINE 07.

La

tua nuova agenzia di comunicazione

WEB SITE / GRAPHIC DESIGN

SOCIAL MEDIA / GRAFICA EDITORIALE

NEWSLETTER / WORKSHOP

Siamo una Web Agency che ha come mission quella di dare massimo supporto e disponibilità al cliente per ogni esigenza che voglia creare. I nostri servizi di realizzazione siti web, grafica, social media marketing sono rivolti a tutti coloro che vogliono creare o modificare la propria immagine aziendale, realizzando un nuovo sito web vetrina o e-commerce, o realizzando un nuovo logo. Portiamo avanti ogni progetto creativo con la massima cura per raggiungere un solo obiettivo:“Trasformare le Vostre esigenze di comunicazione in concrete e pregiate realizzazioni”. www.officinezerosette.it

SPORT E SANA ALIMENTAZIONE. UN BEL GIOCO DI SQUADRA.

Quando si parla di sport Latte Sano scende in campo.

Perché per dare il meglio in qualsiasi disciplina l’allenamento non basta, bisogna anche scegliere i cibi giusti. Il latte è un alimento nutriente, completo e bilanciato. Importantissimo nella dieta di grandi e piccini e ancora di più nell’alimentazione degli sportivi perché fornisce energia, favorisce il recupero muscolare e reidrata l’organismo dopo l’attività fisica. Mantiene efficienti i muscoli, aumenta la massa magra, aiuta a proteggere dalle malattie cardiovascolari ma prima di tutto è buonissimo

lattesano.it

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.