

Tony Servillo in ‘L’Abbaglio’ di Roberto Andò

Tony Servillo in ‘L’Abbaglio’ di Roberto Andò
A llegra / Berger / D ’ A ndrea / D aniele / Genovesi / O rlando / R ae / R ia / S tallone
DICEMBRE 2024 giornaledellospettacolo.globalist.it
IN COPERTINA TONY SERVELLO IN ‘L’ABBAGLIO’ DI ROBERTO ANDÒ.
6 PHARRELL WILLIAMS: LA MIA VITA PEZZO A PEZZO DI MARCO SPAGNOLI
CECILE ALLEGRA IL MARE NON BAGNA (ANCORA) NAPOLI DI ORSOLA SEVERINI
STALLONE: FARE UNO SHOW COME TULSA KING È BRUTALE!
DI M.S. 16
PAOLO ORLANDO DE SICA – LILLO PER TORNARE A CORTINA A NATALE
DI MARIA LAURA BALDINO
20
EDWARD BERGER: UN FILM PER RACCONTARE IL NOSTRO MONDO FRAMMENTATO
DI M.S.
GLI OTTANTA ANNI DI ROMA CITTÀ APERTA DI GIUSEPPE COSTIGLIOLA 22
12
4 MARCO D’ANDREA PUNTIAMO SUI GIOVANISSIMI PER FAR RINASCERE LE SALE DI MAR.CEC.
8
FRANCESCO RIA – 01: NEL SEGNO DI ANDÒ, AVATI, PIERACCIONI E TANTI ALTRI DI MARCELLO CECCONI 18 ALCUNI DOCUMENTARI FANNO LA DIFFERENZA PER IL MONDO DI ODESSA RAE
13 ALESSANDRO GENOVESI IL MIO CINEMA PER FAMIGLIE DI ORS.SEV.
24
GABRIELE D’ANDREA ‘BETTER MAN’ E ‘EMILIA PEREZ’ 2025 APERTURA AD EFFETTO DI MAR.LAU.BAL.
PINO DANIELE –NERO A METÀ, EVENTO IN SALA DAL 4 AL 6 GENNAIO DI MAR.LAU.BAL.
Schiavi,
di Marco Spagnoli @marco_spagnoli
“Una cosa che mi ha sempre afascinato dei Lego è l’idea che sia un gioco proveniente dalla Danimarca: un paese così piccolo, che ha avuto questa idea così grande fatta conesti pezzi davvero piccoli. Ma le dimensioni non contano: ogni giorno, in tutto il mondo, bambini e persone li usano per raccontare innumerevoli, centinaia di migliaia e milioni di storie: anche se questo accade solo dalla prospettiva dell’utente a se stesso, deve essere straordinario per la cultura danese.” Così il cantante e musicista Pharrell Williams spiega il suo apprezzamento per il mondo dei mattoncini che da oltre mezzo secolo godono di un grande successo rinnovato attraverso il rapporto con il cinema con cui hanno realizzato in passato flm legati a personaggi come Batman. Un legame fortunato tra i giocattoli nati in Danimarca e l’audiovisivo che si rinnova in Piece by Piece diretto da Morgan Neville.
Il flm segue Pharrell Williams in un viaggio straordinario attraverso la sua carriera, mostrando come è diventato una delle menti più innovative della musica. Attraverso l’uso dell’animazione LEGO, il flm esplora l’evoluzione creativa di Pharrell, con la partecipazione di vari artisti famosi che interpretano se stessi, come Kendrick Lamar, Gwen Stefani, Timbaland, Snoop Dogg, Justin Timberlake, Busta Rhymes, Jay-Z. Morgan Neville, regista di diversi documentari dedicati ai cantanti spiega “Ho dovuto imparare come fare un flm d’animazione. Ci sono state tante cose che abbiamo dovuto capire, perché stavamo un po’ inventando questo tipo di narrazione mentre procedevamo. Questo, in un certo senso, mi ha messo alla prova più di qualsiasi flm che abbia mai realizzato.”
Pharrell insiste sul fatto che il flm sia molto importante per rilanciare la sua visione flosofca “Vedo il mondo bellissimo in cui viviamo. Vedo quanto potenziale abbiamo in noi stessi, anche se stiamo vivendo in tempi difcili e molto divisi. Vedo il potenziale in noi come specie di ricordare che stiamo tutti vivendo sullo stesso pianeta. Non ho mai sognato che questo sarebbe mai stato nulla di tutto questo. La vita continua a essere questo turbine di sorprese
per me, perché non posso vedere cosa c’è per me. Mi fdo e ho fede nell’universo. Quel paradigma, quando ci pensi, adesso era due minuti fa, e adesso è anche due minuti da ora, e ora è il presente, il passato e il futuro. Questo è il racconto che volevamo realizzare attraverso Piece by Piece.”
Ma perché utilizzare proprio i LEGO per raccontare la propria storia. Pharrell dice “Credo che sia venuto spontaneo pensando ai miei fgli: ho tre bambini di sette anni e un ragazzo di sedici anni. In molti momenti della loro vita, abbiamo regalato loro set Lego. Da quando erano molto piccoli, e continuiamo a farlo. Anche io giocavo con i set Lego quando avevo la loro età. I miei primi, più cari ricordi d’infanzia legati ai giocattoli iniziano con i set Lego. Era ciò che i miei genitori mi compravano. All’epoca non c’erano mini-fgure, erano letteralmente solo i mattoncini. Ho sempre sentito di avere un legame profondo con i LEGO: la mia percezione è che ci sia una connessione generazionale con la storia dei Lego, il giocattolo e i set di costruzione. È ciò che ha reso la piattaforma Lego perfetta per raccontare la mia storia, perché mi ha oggettivato, ha reso concreta
PIECE BY PIECE.
la mia storia, l’ha trasformata in Lego, e l’ha resa comprensibile alle persone di tutto il mondo. Il regista Morgan Neville osserva “Piece by Piece è un flm sulla creatività e la creatività di Pharrell. Penso che Pharrell mi abbia dato molto spazio per mettere insieme il flm, ma poi a un certo punto, l’ho riportato a lui e volevo che rimettesse più della sua nuova creatività nel flm, ed è allora che ha tirato fuori un po’ di magia.”
Il cantante conclude “A parte la musica, penso che il punto di vista che Morgan e io abbiamo condiviso su questo fosse letteralmente lui che raccontava una storia come la vedeva della mia vita e di come vedo le cose. Ha fatto un lavoro davvero brillante nel mostrare alle persone come vedo la mia esistenza su questo pianeta e in questa vita. Letteralmente, so che è una battuta, ma devo dirlo, letteralmente l’abbiamo fatto “pezzo dopo pezzo.” Questo è esattamente quello che abbiamo fatto. L’idea che risuoni come fa in tutto il mondo, l’idea che stiamo parlando con te, signor Marco, e l’idea che possiamo parlare con te di qualcosa che lui e io abbiamo sognato cinque anni e mezzo fa e abbiamo iniziato questo viaggio è fantastico.”
di Orsola Severini@Orsolasev
Marco D’Amore protagonsita di Criature diretto da Cecile Allegra e distribuito da Medusa
Mimmo Sannino, un tempo insegnante ora impegnato come educatore di strada a Napoli, si dedica al recupero di ragazzi in dispersione scolastica per riportarli sui banchi di scuola, e permettergli di ottenere il diploma di terza media. Il suo mezzo di predilezione: l’arte circense delicata che gioca sull’apparenza, il sogno e la solidarietà, in un contesto dominato dal degrado e dalla camorra. Tra lezioni sui trampoli letture del Barone Rampante, e grazie anche all’aiuto di Anna, assistente sociale che riconosce il valore del suo impegno, riesce a coinvolgere giovani come Daniela, che vende carciof al banco del padre, Margherita, che ha abbandonato la scuola per fare la parrucchiera per pochi spiccioli, Ciro, cresciuto da solo con suo fratello fno ad arrivare a Bruno, appassionato di parkour e fglio di un boss locale. L’operato di Mimmo, tuttavia, non è ben accolto dalle famiglie del quartiere e il coraggio di questi ragazzi, con i loro trampoli e i loro nasi rossi, si scontrerà con la dura realtà.
Questa in sintesi la trama di Criature di cui è protagonista Marco D’Amore diretto dalla regista Cecile Allegra, autrice anche della sceneggiatura “Criature nasce dal mio passato di documentarista: sono stata a lungo sul territorio napoletano, a contatto di realtà difcili, di disagio, ma soprattutto di operatori del terzo settore che vedevo dare anima e corpo a una causa che alcuni valutavano persa, ovvero quella della dispersione scolastica.” Spiega Cecile Allegra “A dire il vero io avevo molto più seguito le vicende delle guerre di mafa che si svolgevano sul territorio, quindi la guerra di Scampia, quella successiva degli scissionisti.
Era in questo contesto che ho cominciato comunque a conoscere le zone disagiate intorno a Napoli, e io stessa ci ho messo forse sette anni ad andare a vedere il mare. Conoscevo a memoria Scampia, ma non avevo mai visto il mare insomma, era un un’assurdità.” Nata a Roma e residente a Parigi, Cécile Allegra ha scritto e diretto numerosi documentari per Arte e France
Télévisions, pluri-premiati in Francia e all’estero, prima di dedicarsi ai flm di fction. Nel 2019, selezionata dallo Storytelling Institute di Cannes, scrive il lungometraggio Criature, che vince il premio StudioCanal per il miglior pitching che adesso diventa un flm prodotto da Picomedia in collaborazione con Prime Video e distribuito da Medusa.
Qual è stata l’ispirazione per Criature? Dopo aver fnito un documentario, che si chiamava “La squadra”, su un pezzo della squadra antinarcotici, mi sono seduta a un bar dell’hinterland napoletano, erano le 11 di mattina, avevo fnito di girare, e la persona è venuta a servirmi il cafè, era un ragazzino di 9 anni. Incredibile! Avevo visto i flm di Comencini e avevo anche osservato dei bambini al lavoro sulle piazze di spaccio: mi sembrava, però, impossibile che qualcuno facesse lavorare dei minori in un bar la mattina di un giorno di scuola. Quindi ho girato per Arte un medio metraggio sul lavoro minorile a Napoli in un contesto di crisi, e questo piccolo flm è arrivato fn sulla scrivania di Marco Rossi Doria, all’epoca che era sottosegretario dell’educazione e che mi ha fatto incontrare il famoso Giovanni Savino, al quale Criature è ispirato. Un grande educatore sociale, che ha ideato questa pedagogia circense molto particolare, nella quale lui insegna ai ragazzi sostanzialmente quello che gli psichiatri defniscono come la “pair et danse”, il peer to peer, cioè tu non puoi esistere se non sostieni l’altro, cioè tu non puoi riuscire ad alzarti sui trampoli se non ti appoggi su qualcuno. Uno strumento di metamorfosi sociale preso come tale, che ha fatto tanti allievi, perché tanti dei ragazzini che io ho incontrato al 2011 oggi sono educatori sociali anche loro, e si occupano a loro volta delle nuove leve, quindi è una storia positiva di riscatto sul territorio di grande talento, di grande pazienza, di grande sacrifcio.
Che cosa ha una documentarista in più quando fa flm di fnzione?
La diferenza è che da documentarista io ho sviluppato un gusto, una predilezione
particolare, ci sono dei documentaristi che amano girare delle inquadrature larghe, lasciare i personaggi attraversare il campo, io amo dei flm densi.
Ho fatto sempre questo in vita mia: flm molto legati ai personaggi, perché ho la convinzione che qualunque storia tu racconti, almeno in documentario, quando sei molto nella pelle del tuo personaggio principale, lo spettatore si immedesima e tu accorci la distanza: così lo spettatore entrerà nel racconto attraverso l’occhio della telecamera e attraverso una regia che è molto specifca, perché è una regia molto molto legata, fatta di piani sequenza.
Piani sequenza?
Il piano sequenza è una disciplina molto rigida, difcile da fare in cinema, perché vuol dire che ti precludi il campo contro campo, che lo fai solo in determinate situazioni, quando proprio non puoi fare altrimenti, ma. questo vuol dire che tu trascini lo spettatore attraverso lo sguardo del personaggio principale e ciò facendo accorci la distanza e quindi permetti l’identifcazione. Io voglio fare un cinema che crei discussione.
Qual è l’importanza di suscitare dibattito attraverso storie positive?
È importante raccontare storie di resistenza, storie di persone che pur avendo poco, comunque decidono di non prendere scorciatoie che poi inevitabilmente portano morte o dolore. E non è facile: sulle piazze di spaccio, non ho visto solo gente becera, ma anche persone normali che sapevano che stavano incastrate in un sistema.
Io ho pensato che una storia così potesse essere vista in tutti i paesi, ovunque, dove c’è soferenza. Dove ci sono ragazzi che non riescono a sognare, non riescono a immaginarsi un futuro. Dove c’è l’impegno di un adulto che trova la forza di capirli e la forza di sopportarli tutti i giorni perché sono tosti. E di portarli anche a crescere, a diventare degli adulti funzionanti, non disfunzionanti. Del resto nel mio flm il maestro, l’educatore legge Il barone rampante, mica Don Chisciotte…
di Orsola Severini @orsolasev
Il regista milanese dirige due commedie con Valentina Lodovini
Luca Argentero e Valentina Lodovini sono i protagonisti di Una famiglia sottosopra distribuito da Eagle Pictures, diretto da Alessandro Genovesi che è anche l’autore di Dieci giorni con i suoi, terzo (e forse ultimo…) capitolo della trilogia composta da Dieci giorni senza mamma e Dieci giorni con Babbo Natale. Quest’ultimo è al cinema dal 23 gennaio distribuito da Medusa Film con ancora Valentina Lodovini protagonista insieme a Fabio De Luigi. “Mi piace raccontare storie seguendo codici narrativi diversi. Mi piace cercare di “sporcare” il genere, perché altrimenti hai sempre davanti il realismo di ciò che succede alle famiglie…che un po’, secondo me, va bene, però un po’ è anche noioso, perché già lo sappiamo cosa ci succede, in genere, se abbiamo delle famiglie in una storia.” spiega Alessandro Genovesi “Per cui, all’interno di questo c’è il racconto comunque divertente, divertito, di quello che è la quotidianità delle persone, che vivono in famiglia, provo a metterci degli ingredienti che invece sono, come dire, più eccentrici, più originali, più eccezionali: questo è il mio approccio e mi è sempre sembrava una cosa interessante da fare.”
In Una famiglia sottosopra troviamo, infatti, Alessandro Moretti interpretato da Luca Argentero che ha buone ragioni per essere deluso dalla vita. Non lavora più da anni, la moglie Margherita si sta lentamente allontanando da lui, e i suoi tre fgli sono tanto insopportabili quanto irrispettosi. Non sarebbe certo una sorpresa se, nel profondo del suo cuore, desiderasse cambiare tutto. Famiglia compresa. Dopo aver trascorso una giornata in un parco divertimenti per il compleanno di Anna, la più piccola, i sei, suocera inclusa, restano a dormire nell’hotel del parco. Il giorno dopo, al risveglio, accade l’inimmaginabile: ogni membro della famiglia si risveglia nel corpo di un altro. E questo è solo l’inizio… “Ho avuto l’idea di uno scambio di persone, comunque, o quantomeno di anime, alla prova di cosa vuol dire essere nel corpo dell’altro, che poi è un archetipo-” aggiunge Genovesi
“Dall’altra parte, le note sono sette, per cui bisogna semplicemente cercare di trovare delle melodie che siano originali per incantare e intrattenere il pubblico, ma anche noi stessi che facciamo questo lavoro.”
Cosa la divertiva di più di questa possibilità narrativa?
Mi sembrava un argomento interes-sante da trattare per cercare di dare un’originalità a un racconto tendenzialmente familiare: abbiamo degli scontri che sono generazionali, abbiamo degli scontri tra uomo e donna e che cosa vuol dire essere un marito nel corpo della moglie, che cosa vuol dire per una mamma essere nel corpo del fglio.
Come ha lavorato con gli attori?
Un bravo attore, su un copione del genere, “ci va a nozze”, nel senso che ha l’opportunità di lavorare efettivamente su un personaggio che si trasforma improvvisamente in un’altra persona. Per gli attori fare un lavoro del genere è davvero interessante e divertente e il mio impegno è fare in modo che, alla fne, il pubblico di dimentichi di chi ha di fronte. Da un certo punto in poi del flm è come se davvero ci si dimenticasse quello che è il personaggio originale e invece si diventa convinto che si trovi nel corpo di un’altra persona.
Come autore che storie vuole raccontare e che cosa la fa ridere personalmente?
Quello che mi piace molto, è proprio invece il cambiare genere e quello che mi fa sempre molto ridere è mettere l’essere umano in una condizione che è eccezionale e di grande difcoltà. Era Samuel Beckett a dire che “non c’è nulla di più comico, dell’infelicità.”
E quindi quello che mi fa ridere è proprio mettere delle persone in una situazione che è tragica e spostare il punto di vista per cui anziché raccontare il dramma, raccontare il divertimento che quella situazione ti porta a vedere.
Nella commedia, in genere, poi a fne flm si risolve ogni problema: tutti hanno fatto un viaggio incluso lo spettatore che pensa a come si sarebbe trovato in quelle condizioni.
Lei torna a dirigere due commedie dopo la digressione de Il fabbricante di lacrime…
Girare Il fabbricante di lacrime è stata una mia richiesta: volevo assolutamente provare a fare un flm che avesse un codice completamente diverso, una cosa per cui confrontarmi con una storia complicatissima realizzando davvero una sperimentazione, dopodiché il flm in realtà è stato un successo mondiale importante. Questo risultato mi ha confermato nel mio strano desiderio personale di afrontare sempre qualcosa di nuovo e sebbene divertente, anche molto spesso difcile da realizzare.
Qual è lo stato del cinema attuale?
Da luglio a dicembre come è andata quella parte di stagione?
Il mercato cinematografco italiano nel 2024 presenta dinamiche contrastanti, con segnali di ripresa ma anche importanti sfde. - dice Marco D’Andrea direttore commerciale di Universal Pictures Italia - Gli incassi e le presenze nelle sale stanno crescendo, trainati da diverse iniziative e da prodotto sempre più diversifcato. Il box ofce italiano sta registrando un miglioramento, seppure l’annata dovrebbe chiudere leggermente in calo rispetto al 2023, confdando sempre in quest’ultimo mese, e nel periodo natalizio dunque, che potrebbe invertire il trend. Durante il 2024, l’estate ha segnato un record con oltre 15.5 milioni di presenze, in gran parte grazie a una programmazione ben bilanciata tra blockbuster internazionali, animazione e iniziative anche come “Cinema Revolution”. Questi flm hanno attirato un pubblico variegato, inclusi i giovani, che stanno tornando in sala in numero crescente.
È proprio questo target di giovanissimi sembra essere una componente importante di questa rinascita. Le strategie per attirare questo pubblico includono contenuti adatti e un’esperienza cinematografca sociale e condivisa. L’interesse per flm più complessi, sia italiani che stranieri, suggerisce una crescente diversifcazione degli spettatori. Con un 2024 promettente, il cinema italiano potrebbe tornare nel prossimo futuro ai livelli pre-pandemia, mantenendo la tendenza di coinvolgere i giovani grazie a una programmazione mirata.
Resta a vostro avviso fondamentale un rinnovamento delle sale come fatture di attrazione?
Assolutamente si. Per il futuro, è cruciale investire in infrastrutture cinematografche moderne e migliorare l’esperienza degli spettatori, rendendo le sale più attrattive. Al contempo, occorre promuovere l’innovazione e il coraggio creativo da parte dei produttori, adattandosi a un panorama competitivo in continua evoluzione. Produttori e distributori devono continuare a dare ad un pubblico, sempre
più esigente ed informato, un prodotto originale, continuativo, rivolto ai tanti diversi target, supportato e valorizzato però da sale cinematografche con standard qualitativi sempre più alti, che accolgano lo spettatore con recliner seats, con premium large format screens e sound immersivo.
Mi può illustrare il listino partendo sia per come è concepito che per i titoli?
Universal nel 2025 propone un listino cinematografco medio/medio-alto ricco e diversifcato, passando attraverso emozioni, storie e mondi diversi, capace di soddisfare le aspettative di ogni tipologia di pubblico. Un’oferta culturale inclusiva e accattivante, una selezione di flm che parla ai più piccoli e agli adulti, a chi cerca intrattenimento puro e a chi desidera rifettere su temi complessi. Un listino ricco, diversifcato, che spazia dall’Animation, alla Commedia, all’Horror, al Thriller, al Live-Action e al Film d’Autore, popolato di tanti e diversi generi grazie ai prestigiosi marchi che abbiamo in casa: BlumHouse, Focus Features, DreamWorks Animation, Illumination...Tutti stimati studi che permettono a Universal di essere sempre presente sul mercato e di parlare continuamente a diversi target e tipologia di pubblico. Una sempre prestigiosa Line-Up, ricca di titoli Blockbu-
‘WICKED’.
ster, Animation Originals e non, Sequel di importanti Franchise di successo, titoli di Grandi Autori Internazionali pluripremiati nei diversi festival, che sempre più spesso ci permettono di essere presenti nel cosiddetto “corridoio Oscar”, e che nel 2025 ci permetteranno di esserlo con ben 2 titoli.
C’è qualche flm sul quale avete più aspettative?
Trovare un flm di punta è difcile e faremmo sicuramente un torto a molti altri nostri titoli, non parlando dell’intera e variegata oferta da noi proposta nei primi sei mesi dell’anno, che culmina in un periodo estivo molto forte.
Attraverso diversi prodotti e generi, narrazioni coinvolgenti e thriller mozzafato, capolavori di animazione e commedie dai toni brillanti, e ancora sempre più diversi formati disponibili e versioni originali sottotitolate, il listino mira a rendere il cinema un’esperienza inclusiva. Ogni spettatore, indipendentemente dall’età o dalle preferenze, può trovare il flm perfetto per sé, trasformando ogni proiezione in un momento speciale.
Una proposta cinematografca così variegata dimostra che il fascino della sala rimane imbattibile, grazie alla capacità unica del grande schermo di unire spettacolo, emozione e condivisione.
DICEMBRE 2024 giornaledellospettacolo.globalist.it
di Odessa Rae @ odxssarae
Protagonista di un interessante e importante keynote all’ultimo Mia Market – Mercato Internazionale dell’Audiovisivo di Roma, la produttrice premio Oscar Odessa Rae ha raccontato la genesi del flm Navalny dedicato al dissidente russo e all’ultimo Hollwyood Gate anche questo ”in odore di Nomination”, su quanto è successo in Afghanistan dopo che gli Stati Uniti hanno di fatto lasciato in mano ai Talebani il controllo del paese. Questo è un estratto editato dell’incontro Unveiling Truth And Inspiring Change del 17 ottobre scorso.
“Ciò che mi guida nel mio lavoro e ciò che credo che i documentari dovrebbero fare in questo mondo è portare il cambiamento. Per fare questo ho vissuto con Alexei Navalny per tre mesi e mezzo nella Foresta Nera realizzando un flm “folle”: lui era una persona straordinaria. La sua morte è stata una vera perdita per la Russia e per il mondo. Navalny è un documentario che ha creato una grande consapevolezza in Russia e nel resto del pianeta. Ovviamente non è stato facile avvicinare Alexei, inizialmente, ma la fatica e l’impegno nonché i pericoli sono stati ripagati dal fatto che la sua storia abbia raggiunto milioni di persone. Navalny, una volta in Russia, quando è stato incarcerato, ha detto: ‘Tornerò.’ In prigione, si era afdato alle proteste per essere liberato. Purtroppo, questa volta le proteste non hanno funzionato. Penso che fosse eccessivamente ottimista, ingenuo, chiamalo come vuoi…. ma allo stesso tempo, è proprio questo che lo ha reso un leader dell’opposizione. Ha continuato a lottare per 11 anni grazie alla sua ideologia piena di speranza e di fducia. Continuava ad avere idee per la Russia, “la bella Russia di domani”. Credeva in quella visione. Ed è questo che lo ha mantenuto in piedi. Questo lo ha guidato. Non penso che il flm abbia alimentato questo in lui. Lo aveva dentro di sé. Ed era uno degli aspetti più belli di chi era.”
“Hollywoodgate è uno sguardo intimo su ciò che sta accadendo ora in Afghanistan, dove noi Americani abbiamo condotto una guerra di 20 anni, supportata da quattro amministrazioni, due Democratiche e due Repubblicane, ciascuna delle quali
ha cambiato gli obiettivi del confitto. È iniziata come una guerra per trovare Osama Bin Laden, poi si è trasformata in una missione per portare la democrazia in quel paese, cosa che non ha funzionato e che in genere non accade mai. Mi sembra che flm come questo, e per esempio “My Country My Country”, che è stata una delle mie ispirazioni per entrare nel mondo del documentario (un flm che Laura Poitras ha girato in Iraq dopo il 2003), siano davvero importanti perché ci fanno sentire, almeno in parte, responsabili delle nostre macchine da guerra occidentali. Penso sia fondamentale mettere in discussione la guerra e vedere cosa lascia dietro di sé. Se guardiamo indietro, infatti, possiamo dire che è stata efcace questa guerra ventennale? Abbiamo invaso l’Afghanistan nel 2003 quando nei villaggi solo il 5% della popolazione faceva parte dei Talebani. Ora, sotto l’invasione, i talebani controllano il 100% del territorio. In Hollywoodgate vediamo che li abbiamo lasciati completamente armati con miliardi di dollari in armi statunitensi. Non incolpo specifcamente Biden, l’accordo è stato fatto durante l’amministrazione Trump e il ritiro è avvenuto sotto Biden. È una questione di quattro amministrazioni, ed è la macchina da guerra statunitense che continua chiaramente a non funzionare per come la stiamo gestendo. Spero che questo flm possa creare qualche cambiamento nella nostra politica estera e nel modo in cui prendiamo decisioni in merito.”
“Sto lavorando su altri flm in questo momento, spero, legati a temi molto
Raccontare la verità è una sfda: il nostro lavoro è come piantare dei semi che un domani potranno portare a cambiamenti molto importanti.
importanti. Scelgo i miei flm in base a ciò che mi interessa, non c’è altro criterio. Attraverso le storie trovo cose che mi interessano e credo nel rivelare verità. Le persone mi chiedono sempre se non ci sono rischi. E le persone che sono molto più a rischio in questi flm sono quelle che mi ispirano. Christo Grozev, il giornalista in Navalny, è il numero uno nella lista degli obiettivi di Putin. Lui è il mio migliore amico. La sua vita è stata distrutta a causa di quel flm, ma il suo scopo lo guida. Sono ispirato da persone come lui. Il suo matrimonio è fnito. Il governo russo potrebbe aver ucciso suo padre, trovato morto in circostanze molto sospette pochi mesi dopo la prima proiezione di Navalny E questo perché Christo continua a essere efcace continuando le sue indagini contro il governo russo.
Spero di ispirare le persone a trovare nuovi modi per promuovere flm impegnativi che possano ampliare e far crescere il pubblico. E mi auguro che documentari come i miei e come tutti quelli che afrontano il nostro presente continuino a essere realizzati, perché fanno davvero la diferenza nel mondo. Raccontare la verità è una sfda: il nostro lavoro è come piantare dei semi che un domani potranno portare a cambiamenti molto importanti. Svelare la verità di ciò che accade è davvero fondamentale.”
In Anteprima il 31 Dicembre E in Tutti i Cinema dal 1° Gennaio
di Marco Spagnoli @marco_spagnoli
Dopo il successo della serie su Paramount + arriverà un flm
“Tutti mi percepiscono principalmente come un tipo serio, drammatico, ma non è così. Tendo a fare molto afdamento sull’umorismo per rilasciare lo stress, per cercare di compensare le difcoltà quotidiane che la vita mette davanti. E penso che sia una cosa che ho imparato a fare molto bene quella di ridere di me stesso e essere più consapevole di me.”
Sylvester Stallone ‘Sly’ racconta così la sua esperienza in Tulsa King dove interpreta un gangster fnito in Oklahoma dopo avere scontato una pena che, forse, non avrebbe dovuto subire. Un personaggio molto amato dal pubblico per il quale si sta pensando ad uno spin of cinematografco
“La prima stagione era davvero sul tema del pesce fuor d’acqua, con lui che si immerge in questo mondo di provincia insieme a compari inconsistenti e apre un negozio a Tulsa. Inizialmente volevamo sperimentare: perché nessuno pensava che potesse essere come i Soprano, secco e brillante. E una volta che abbiamo iniziato è stato come cambiare lanci nel baseball. Pensi al dramma che diventa comico e poi diventa spaventoso e brutale, poi torna leggero. Quindi sono presenti tutti questi elementi diversi, mescolati tutti insieme.
Come nasce l’idea alla base di Tulsa King?
Anche se si tratta di gangster, personaggi che conosciamo, che abbiamo visto mille volte, a me interessava che avessero un elemento umano inedito con cui relazionarsi. Sì è vero fanno cose da gangster, ma al tempo stesso hanno incomprensioni familiari, si innamorano, si divertono, e hanno perfno un improbabile codice morale. Sono persone come noi: alle volte più cattive, altre incredibilmente fragili.
Cosa pensa dell’esperienza di girare una serie dopo tanti flm?
Fare una serie non è facile. Anzi, è “brutale”. Ma la brutalità tira fuori il meglio di te. Spesso, quando sei su un set cinematografco, ti senti quasi coc-
colato. Conosco molti attori, che si sentono a loro agio, perché sono sempre “viziati”, mentre qui passi cinque mesi in Oklahoma a girare su un set che diventa la tua famiglia oltre a quella che già hai e che ti raggiunge per tenerti compagnia. Poi succedono cose divertenti: ti elevi al livello della competizione. E tutti “spingono”. Girando una scena con Frank Grillo lui mi ha detto: ‘Pensavo che volessi uccidermi.’ E io ho risposto: ‘Volevo….’ E lui dice: ‘Dannazione, ora capisco, Rambo.’ Quindi, in sintesi, è impegnativo, ma divertente. Molto divertente.
È tornato al grande successo… Sono sbalordito. Pensavo di essere fnito seduto al molo con una canna da pesca. “Ti ricordi di me? Ho un cartello al collo che dice: “Colpiscimi, 5 dollari”. Ti ricordi di me?” Avere davvero questo momento e condividerlo con i miei fgli e mia moglie è davvero sorprendente. È venuto dal nulla. Ci sono tante serie, diciamo 800, e mi aspettavo
di essere al 790° posto. Non credevo, che sarebbe accaduto. È un po’ come con Rocky: era un piccolo flm per drive-in. Lo stavamo facendo con tutti sconosciuti. E qualcosa è successo... Penso che sia la componente che amo di più ovvero il cuore che metti nel nostro lavoro: a volte viene visto come un qualcosa di sdolcinato, ma il cuore è il cuore. Tutti hanno un cuore e vogliono ascoltare metaforicamente quello degli altri.
Ma che diferenza c’è tra girare una serie come questa e un flm?
Se stai facendo Rocky o Rambo, tutti sanno: “Oh, ho capito. So chi è.” Qui si tratta della storia e dei personaggi che porti avanti. Questa è la “ricetta segreta”. Non tu.
A 78 anni parla con l’entusiasmo di un esordiente…
Perché so che questa opportunità non tornerà mai più. Sono vecchio! Conoscevo Lincoln quando era alla Casa Bianca.... sono in giro da molto tempo e avevo un dinosauro come animale domestico... Quindi devo davvero godermi questo momento fnché dura.
Un altro capitolo di Expendables è in programma?
Al momento no, e se non lo facciamo presto, oltre le armi avremo tutti il pannolone quando accadrà…
Se potesse portare alcune qualità di Dwight il personaggio di Tulsa King nella sua vita, quali prenderebbe?
Lui è molto, molto, molto protettivo, cosa che io sono in modo quasi irrazionale.. Siamo molto simili. Voglio dire, lo giuro, sono andato in Tibet e ho meditato per interpretare questo personaggio. Cerco di dire a tutti che la cosa più difcile da fare è interpretare se stessi. Perché inizialmente, tutti pensano di dover recitare. Anche se hai spiccate presenza e una naturalezza in te è molto difcile mantenerle quando senti “ok, pronti, luci, macchina da presa” Ti comporti così perché pensi di dover recitare. In realtà devi reagire, non recitare.
DICEMBRE 2024 giornaledellospettacolo.globalist.it
di Maria Laura Baldino @gdspettacolo
Protagonista di un interessante e importante
Da Cortina Express a 10 giorni con i suoi, Medusa propone un brilllante line up
“Da Natale e verso il nuovo anno avremo quella che sulla carta si presenta come un’oferta davvero ricca e variegata con flm importanti dai quali è lecito aspettarsi risultati importanti. Sul fronte commedie noi avremo Cortina Express con il ritorno del re della commedia di Natale: Christian De Sica, che farà duo per la prima volta con Lillo, uno dei comici più divertenti delle nuove generazioni.” Annuncia Paolo Orlando, Direttore della Distribuzione di Medusa “Sarà certo un duello interessante con l’altra nuova coppia comica italiana Siani/Pieraccioni che debutterà in Io e te dobbiamo parlare
Il mercato poi si aspetta giustamente grandi cose da Mufasa della Disney che riporterà auspicabilmente le famiglie al cinema; ma l’oferta per le feste prevede titoli per tutti i gusti ed i target, come Diamanti, Nosferatu, Cattivissimi a Natale e potrebbe anche esserci spazio per una sorpresa come Better man. Con l’anno nuovo poi arriveranno titoli italiani dalle grandi potenzialità come L’abbaglio (che abbiamo co-prodotto con Bibi Film, Tramp ltd e Rai Cinema).
Sul fronte internazionale avremo anche potenziali blockbuster Usa come Captain America, Bridget Jones, Biancaneve, Mission Impossible, Jurassic World, Superman, ma anche titoli di qualità molto importanti come Emilia Perez, The Brutalist o Queer
Cosa ci dobbiamo aspettare da qui alla prossima estate in termine di proposte da parte di Medusa?
Saremo molto presenti sul fronte della commedia con il già citato Cortina Express ma anche col ritorno della “famiglia tutta matta” di 10 Giorni Con I Suoi, terzo episodio della fortunata franchise family per la regia di Alessandro Genovesi, con Fabio De Luigi, Valentina Lodovini, Dino Abbrescia e Giulia Bevilacqua. A febbraio distribuiremo con Be Water un flm americano molto atteso: The Last Showgirl di Gia Coppola con Pamela Anderson, Jamie Lee Curtis e Dave Bautista. Si tratta di una storia intensa e coinvolgente che si avvale
di straordinarie interpretazioni, su tutte quella di un’incredibile Pamela Anderson per la quale si vocifera che “l’ex bagnina di Baywatch” potrebbe guadagnare addirittura la candidatura all’Oscar. A marzo porteremo in sala invece Muori Di Lei di Stefano Sardo con Riccardo Scamarcio, Maria Chiara Giannetta e Mariela Garriga. Si tratta di un noir dai risvolti thriller ambientato durante il lockdown che rimanda, con le dovute distanze, a certe atmosfere di De Palma e del cinema di genere americano. In primavera cambieremo nuovamente registro con il flm Ho Visto Un Re di Giorgia Farina con Edoardo Pesce, Sara Serraiocco e Lino Musella. È la storia delicata e commovente di un bambino, fglio del gerarca fascista di un paese della provincia romana, che diventa amico di un nobile guerriero etiope prigioniero di guerra e detenuto per ordine del padre in una grande voliera nel giardino di casa. Attraverso gli occhi ingenui e sognanti del piccolo, il flm afronta i temi del razzismo, dell’inclusione e delle diferenze culturali.
Quali sono le vostre valutazioni del mercato?
Da subito dopo il lockdown, quando ancora la situazione sanitaria non era rientrata e le sale avevano appena riaperto contingentate, abbiamo assistito ad un forte cambiamento dell’afuenza sia per quanto concerne i target di età, che come andamento per generi e tipologie di prodotto. Da lì in avanti, fno ad arrivare a quest’ultimo periodo, abbiamo constatato che il mercato theatrical non solo si è andato
I titoli cosiddetti “medi” sono un elemento che ancora ci manca per ritornare stabilmente ai volumi di mercato pre-pandemici.
sempre più polarizzando su titoli di forte richiamo, ma il pubblico stesso ha via via assottigliato il confne tra ciò che defnivamo flm commerciale piuttosto che autoriale, di fatto oggi annullandolo, almeno per certi titoli.
I titoli cosiddetti “medi” sono un elemento che ancora ci manca per ritornare stabilmente ai volumi di mercato pre-pandemici. “L’orgia di prodotto” proposto dalle piattaforme nei mesi di lockdown ha generato una sorta di bulimia soprattutto rispetto all’oferta del prodotto medio e col passare dei mesi - ed il progressivo ritorno alla normalità - questa sovrabbondanza ha fnito un po’ per saturare il pubblico. Il problema è che vista la tendenza all’eventizzazione che nel frattempo è emersa forte rispetto alla chiamata del pubblico in sala, questo importante segmento di prodotto sembra ancora faticare più delle altre tipologie a ritrovare continuità di richiesta e per ciò di risultato. In tal senso però alcuni segnali ed indicazioni ci stanno arrivando e dovremo quindi essere bravi a saperli raccogliere trasformandoli in prodotti di maggior appeal
di Marcello Cecconi @gdspettacolo
“Siamo molto felici del nostro listino relativo alla fne di quest’anno e del primo semestre 2025; si tratta di titoli molto “sfdanti”, ma allo stesso tempo siamo certi che possano coinvolgere tutte le fasce di età.” Francesco Ria, Direttore Commerciale Theatrical di 01 distribution è soddisfatto del primo line up che curerà in prima persona come responsabile dopo una lunghissima e variegata esperienza nel settore commerciale cinematografco. Una serie di prodotti che spaziano dal cinema di qualità alla commedia, dai grandi autori alle produzioni internazionali è quello che arriverà nelle sale entro la prossima estate, a testimonianza del costante impegno del braccio theatrical di Raicinema nella distribuzione di flm che combinino la capacità di raggiungere e intrattenere il pubblico con l’ambizione di raccontare storie che restino.”
“Il 19 dicembre, solo al cinema, uscirà il flm Io E Te Dobbiamo Parlare con l’irresistibile “nuova coppia” della comicità italiana, Siani/Pieraccioni”
Continua Ria “un flm che ha divertito tutti noi e che siamo certi farà lo stesso con tutti gli spettatori. Garantito! Il primo dell’anno porteremo nelle sale il bellissimo Maria con una straordinaria Angelina Jolie nei panni di Maria Callas, presentato al Festival di Venezia, con Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher a completare un cast stellare. Il 16 gennaio sarà il momento di Giuseppe Garibaldi e della spedizione dei Mille con L’abbaglio di Roberto Andò. Un flm che abbiamo amato dal primo all’ultimo fotogramma e che riporta in sala Toni Servillo e la coppia Ficarra e Picone dopo il grande successo de La stranezza. Sono certo che la storia dell’eroe dei due mondi, tra divertimento, commozione, azione e battaglie in questa grandissima produzione italiana, sarà uno dei titoli più attesi della prossima stagione. Il 20 febbraio sarà la volta della nuova brillante commedia di Paolo Genovese, un regista molto atteso che con un cast italiano straordinario porterà nelle sale Follemente.
Sempre nel primo semestre saremo presenti al cinema con Il Ritorno di Uberto Pasolini, U.S.Palmese dei Manetti Bros.,
L’Orto Americano del maestro Pupi Avati e, in attesa della data americana, Eden di Ron Howard con Jude Law, Ana De Armas, Sidney Sweeney e Vanessa Kirby.
C’è qualche flm da cui vi aspettate degli esiti particolari?
Sinceramente, ho visto tutti i flm presenti nel nostro listino e tutti mi hanno lasciato con una sensazione positiva. Ho riso tanto, mi sono commosso e in ognuno di essi ho trovato la grande magia del Cinema.
Parliamo dell’estate 24: è la dimostrazione, defnitiva, che la gente va al cinema e che il sistema funziona quando c’è prodotto?
Il mercato theatrical continua ad essere “prodottocentrico” e quando ci sono grandi titoli in uscita, possibilmente che possano coprire target di pubblico diversi, ecco che gli spettatori tornano al cinema e gli incassi riprendono a crescere.
Veniamo da una buona estate cinematografca, ma possiamo e dobbiamo fare ancora meglio e speriamo che a partire dall’estate 2025 anche il cinema italiano possa fare la sua parte in tal senso.
Il cinema italiano che ruolo può giocare ?
Sono certo che il cinema italiano sia più vivo che mai, bisogna solo far sì che venga supportato da tutta la fliera: Sorrentino, Ozpetek, Segre, Amelio, Ficarra e Picone, Siani e Pieraccioni e moltissimi altri hanno avuto, stanno avendo e avranno senza dubbio un seguito molto importante e ci auspichiamo per tutti un box ofce altissimo, ma devono essere supportati da tutti, a partire dai Multiplex che dovranno avere più attenzione dedicando sale, fdelizzando spettatori e pubblicizzando al meglio il cinema italiano.
Come distributori, dobbiamo fornire al pubblico ancora più storie che interessino, che stimolino e riaccendano la passione per il grande schermo.
Parliamo dell’importanza dei tour per il Box Ofce: forse la verità è che i cast devono fare una promozione più capillare?
Questo è un argomento molto complesso che bisognerebbe approfondire in sede più ampia. Sono convinto che i tour siano molto importanti per il successo di un flm, ma soprattutto penso che giovino molto alla sala di provincia che nel tempo ha perso per strada molti spettatori e che invece, con la presenza in sala di registi, autori e talent, si possano riavvicinare. Al tempo stesso credo anche che questo genere di evento non debba essere fne a se stesso. Rischiamo di eventizzare il cinema e quindi trovarci di fronte a serate sold out e il giorno dopo a presenze dimezzate.
Come distributori, dobbiamo fornire al pubblico ancora più storie che interessino e riaccendano la passione per il grande schermo.
di Marco Spagnoli @marco_spagnoli
Un thriller fantapolitico dal regista premio Oscar di ‘Niente di nuovo sul fronte Occidentale’
“Questo è un flm che non parla solo del Vaticano o della Chiesa Cattolica, bensì è un rifesso del nostro mondo frammentato dove diverse fazioni politiche si afrontano e si scontrano, senza volersi capire e – soprattutto –senza nemmeno provare ad ascoltarsi. Così volevo realizzare un flm politico che prendesse spunto dalle news e dal mondo che ci circonda, sublimando questo racconto in qualcosa di più elevato e complesso.”
delle implicazioni politiche di quanto sta accadendo nella Chiesa e nel mondo. Una vicenda che seguiamo in prima persona attraverso lo sguardo di Ralph Fiennes in una delle sue migliori interpretazioni di sempre, nei panni di un Cardinale che deve gestire il Conclave tra molti dubbi e diversi pericoli. Nel cast ci sono anche Sergio Castellitto sotto la porpora di un cardinale italiano molto conservatore così come Stanley Tucci, John Lithgow e Isabella Rossellini.
SERGIO CASTELLITTO
È IL CARDINALE TEDESCO.
Edward Berger, regista Premio Oscar per Niente di nuovo sul fronte occidentale torna alla regia con un flm molto forte dedicato ad un Conclave seguito alla morte di un Papa che, per certi versi, ricorda molto Papa Francesco e che come lui, è perfettamente cosciente
I flm sul Papa, sul Vaticano e sul Conclave sono una sorta di genere a sé stante. C’è qualche titolo che ha apprezzato particolarmente come spettatore?
Ho apprezzato molto L’uomo venuto dal Cremlino con Anthony Quinn, un attore di cui sono sempre stato un grande fan. Mi sono piaciuti molto sia i lavori di Nanni Moretti che di Paolo Sorrentino e ho anche amato un flm diversissimo, e molto brillante come I due Papi di Fernando Meirelles con Anthony Hopkins e Jonathan Pryce. Al tempo stesso, però, la mia più grande ispirazione è venuta dal cinema degli anni Settanta e dallo sguardo politico di quell’epoca. Mi piaceva dare corpo ad un contrasto esistente tra il passato e il presente, tra la grandiosità della Cappella Sistina e la modernità dell’auditorium, tra la sontuosità dell’apparato e la modestia della mensa, tra gli abiti talari e le sigarette. Il cinema che amo di più è quello di Alan Pakula e di flm come Tutti gli uomini del Presidente o Perché un assassinio (Parallax View)
DICEMBRE 2024
giornaledellospettacolo.globalist.it
con la loro visione politica e il loro racconto del Potere. Quei flm erano molto intensi e particolarmente minimalisti.
Pellicole molto precise che basavano anche sulla geometria del racconto la loro forza visiva e nel comunicare il senso di un racconto.
Il flm è anche il racconto di una sorta di “assedio” intorno al Conclave… È una rifessione sul fanatismo che avvelena la nostra modernità e che non è solo legato al terrorismo e non è solo un elemento esterno al Conclave. Al suo interno il Cardinale Tedesco interpretato da Castellitto è certamente un conservatore un po’ fanatico. In questo senso Conclave vuole mostrare al pubblico il pericolo di un mondo frammentato dove il discorso anziché essere dominato dal dialogo è monopolizzato dallo scontro e dall’incapacità di ascoltare il prossimo.
In questo senso, però, il flm è disseminato di citazioni dalla realtà: il nome Tedesco, ad esempio, sembra un chiaro riferimento all’ultimo Papa proveniente dalla Germania che era davvero un conservatore… Tedesco fa evidentemente riferimento a Benedetto XVI da cui non è poi così distante come pensiero, ma ci sono anche altri elementi nascosti nei possibili nomi scelti per diventare Papa come il personaggio di Ralph Fiennes che si chiama Tommaso come l’apostolo del dubbio…lascio, però, al pubblico la libertà di sbizzarrirsi nelle interpretazioni.
Il Cinema degli anni Settanta terminava– in genere – con un fnale aperto: come in Conclave… Una delle cose che amo di più del cinema è la sua capacità di creare discussione: quindi non potrei mai ‘dettare’ io stesso un fnale ben defnito ai miei flm. Al tempo stesso, però, volevo lasciare spazio alla speranza e quindi mostrare come un uomo che appartiene al più antico sistema patriarcale del mondo intuisca la necessità di vedere una crepa in quello che lui stesso ha sempre rappresentato. È così che lo sguardo di Ralph Fiennes si allontana verso tre giovani suore che ridono e scherzano tra di loro ofrendo a noi una speranza per il futuro. È una sorta di sorriso che conclude un racconto cupo e ancora denso di nubi.
Che qualità deve avere una storia per riscuotere il suo interesse?
Si tratta di diversi elementi che cambiano ogni volta: una storia molto importante con grandi possibilità di racconto, ma mi interessa molto anche l’anima. Nel caso di Conclave ad afascinarmi è stato soprattutto il viaggio di un uomo pieno di dubbi verso una liberazione da tutte le angosce che lo hanno attanagliato durante la gestione dell’elezione di un nuovo Papa. Al di là della trama, la prospettiva personale del protagonista e la sua nuova consapevolezza diventano un viaggio afascinante dall’inferno al paradiso: Ralph Fiennes, infatti, ti prende per la mano e ti fa capire come si sente in ogni momento del flm.
ISABELLA ROSSELLINI È SORELLA AGNES IL REGISTA EDWARD BERGER SUL SET. CON RALPH FIENNES CHE INTERPRETA IL CARDINALE THOMAS LAWRENCE
di Giuseppe Costigliola @gdspettacolo
La grande arte, si sa, è immortale. Non segue mode, trasmette valori universali, sa parlare ai posteri. E così, dopo ottanta anni ci ritroviamo a rifettere su un’opera che ha segnato generazioni di registi, aprendo la strada a nuove forme di narrazione: Roma città aperta, tra i massimi esempi del neorealismo italiano, il movimento che rivoluzionò il modo di fare cinema. Era il 1945 quando Roberto Rossellini e la sua troupe scesero per le strade insanguinate di Roma a girare, in condizioni di grande precarietà e tra ristrettezze di ogni tipo (a cominciare dalla scarsità di pellicola), anche utilizzando attori non professionisti, elementi che conferiscono al flm una vibrante autenticità. I nove mesi dell’occupazione nazista della capitale, il regime di terrore imposto con rastrellamenti, deportazioni e fucilazioni, il collaborazionismo dei fascisti e la delazione di individui comuni, i gruppi di resistenti e di civili, gli uomini di fede che vi si opposero a costo della vita per liberare l’Italia erano impressi indelebilmente in coloro che videro il flm alla sua uscita, quasi a ridosso delle tragiche vicende rappresentate con cruda e realistica evidenza.
La grandezza del primo capitolo della “Trilogia della guerra” di Rossellini venne subito riconosciuta: nel 1946 s’aggiudicò il Grand Prix del Festival di Cannes, ricevette una candidatura al Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale, vinse due Nastri d’argento, per la miglior regia e la migliore attrice non protagonista, Anna Magnani, e in seguito è stato inserito nella lista dei cento flm italiani da salvare, iniziativa nata con lo scopo di segnalare “cento pellicole che hanno cambiato la memoria collettiva del Paese tra il 1942 e il 1978”. Soprattutto, contribuì con altri capolavori ad afermare il cinema italiano nel mondo col suo deciso marchio di originalità.
Oltre tre generazioni ci separano da questo quadro toccante e drammatico della guerra e della soferenza umana, della lotta inesausta per la libertà, eppure continua ad emozionarci, a suscitare echi profondi nel nostro presente. Le storie di Pina e di Francesco, di don Pietro e di Marcello
sono lì a ricordarci che gli unici rimedi in un mondo sempre più diviso sono l’umanità, la solidarietà, l’empatia, il coraggio; che l’amore, l’amicizia e la speranza sono in grado di genere la forza per prevalere sulla violenza e sulla morte; che ora, come allora e sempre, s’impone per ciascuno una scelta di fronte all’oppressione: collaborare, rimanere neutrali, opporsi e resistere.
Un’opera, dunque, di grande modernità, che impiega la storia per trasmettere messaggi universali: l’importanza della reazione ad ogni forma di totalitarismo, la ricerca inesausta del senso più profondo alla vita. Temi che suscitano acuminate rifessioni in un tempo come il nostro, con forme di tirannide più subdole e insidiose di una manifesta tirannia quale fu il nazifascismo. Un flm che pone delle sfde al presente, come l’importanza di mantenere viva la memoria storica, soprattutto nelle nuove generazioni, per evitare il ripetersi dei tragici errori del passato. Saper spiegare a giovani inconsapevoli cosa sia stata la Resistenza, il sacrifcio di donne e uomini che diedero la vita per edifcare un mondo diverso, più giusto e libero; un simbolo di speranza e di coraggio che scavalca il dato storico: un modo d’essere che invita ad op-
porsi all’ingiustizia, a difendere i diritti di tutti, ad afermare quel fragile valore che richiede per inverarlo un impegno costante da parte di ognuno – la democrazia. A ben vedere, un flm che ci interroga su un problema oggi nodale: la disinformazione, la difusione di quelle che chiamiamo fake news; che ci invita a difdare di ideologie che mascherano la verità, imbellettano la realtà; forme oppressive che assumono vesti diverse, ma sempre mettono in opera meccanismi di controllo, propaganda e violenza, come un dilagante conformismo, un’assenza di pensiero critico e un vuoto di valori.
Insomma, il capolavoro di Rossellini ci esorta a interrogarci sulla nostra storia, ci sollecita ad essere cittadini consapevoli, in grado di difendere i valori costitutivi di uno stato democratico. Roma città aperta è parte integrante del patrimonio culturale italiano, rappresenta un simbolo dell’identità nazionale che nessun revisionismo d’accatto può distruggere e cancellare. Non smettiamo mai di vederlo; proiettiamolo nelle scuole, facciamolo scoprire a chi lo ignora. Mostriamolo anche a quei novelli registi che s’afannano a rincorrere l’ultimo ritrovato tecnologico in grado –ne sono convinti – di creare signifcati.
di Maria Laura Baldino @gdspettacolo
Gabriele D’Andrea Direttore marketing e distribuzione theatrical
Iniziamo l’anno con due flm straordinari. Better Man, il biopic su Robbie Williams, dal regista di The Greatest Showman, che è stato presentato con successo a Telluride e al Festival di Toronto. Poi l’attesissimo Emilia Perez, il flm di Jacques Audiard che ha vinto due Palme al Festival di Cannes, a Toronto ha vinto il secondo premio come miglior flm.
A gennaio porteremo in sala anche due eventi: Liliana di Ruggero Gabbai dal 13 al 15 gennaio e In The Mood for Love di Wong Kar Wai dal 20 al 22 gennaio, in collaborazione con Tucker Film.
Il 23 gennaio, in prossimità della Giornata Della Memoria, uscirà il bellissimo e commovente flm di animazione di Michel Hazanavicius: Il Bene Più Prezioso presentato in concorso al Festival di Cannes.
Il 6 febbraio, in prossimità di San Valentino, uscirà We Live In Time con i candidati all’Oscar Andrew Garfeld e Florence Pugh.
Il 20 febbraio sarà la volta di uno dei flm più potenti e importanti del Festival di Cannes, Premio Speciale della Giuria, Il Seme Del Fico Sacro del regista dissidente Mohammad Rosoulof, un thriller con risvolti sociali e politici di un’intensità rara.
Dal 24 al 26 febbraio riporteremo in sala un’opera leggendaria come Amadeus di Milos Forman, nel suo 40esimo anniversario.
Il 6 marzo uscirà il sequel di Nella Tana Dei Lupi, fortunato flm d’azione che nel 2018 aveva totalizzato oltre 400.000 presenze. Il protagonista sarà sempre Gerard Butler, stavolta afancato da un cast in cui è presente anche l’attore italiano Salvatore Esposito.
Il 17 aprile arriverà nei cinema italiani Queer di Luca Guadagnino tratto dal romanzo postumo dello scrittore culto della
Beat Generation, William Burroughs, presentato in concorso al Festival di Venezia e interpretato da Daniel Craig. Luca Guadagnino, Daniel Craig e la rivelazione Drew Starkey saranno in Italia per un tour che si annuncia come uno dei grandi eventi del 2025.
Tra marzo e aprile avremo altri due flm italiani: il primo è Pino, di cui siamo coproduttori insieme a Matteo Rovere, documentario di Francesco Lettieri su Pino Daniele il secondo è La Casa Degli Sguardi, opera prima di Luca Zingaretti che ne è anche interprete.
regia di Pappi Corsicato
Una produzione Cattleya – parte di ITV Studios
su
DIECI ANNI SENZA PINO
di Maria Laura Baldino @gdspettacolo
Dopo il successo de La Voce del Padrone nuovo lavoro della coppia Senardi – Spagnoli
Al cinema da sabato 4 gennaio, distribuito da Eagle Pictures, Pino Daniele – Nero a metà, un ritratto intimo e profondo della vita e carriera del cantautore napoletano, una delle fgure più importanti della musica italiana. A 10 anni dalla scomparsa di Pino Daniele, il documentario, infatti, costituisce la grande occasione per riscoprire l’uomo dietro l’artista, grazie ai racconti e le emozioni racchiuse in uno dei suoi album più rappresentativi.
Prodotto da Fidelio ed Eagle Pictures, per la regia di Marco Spagnoli, Pino Daniele –Nero a metà ripercorre la prima parte della carriera di Pino Daniele. Attraverso gli occhi di Stefano Senardi, produttore, amico di lunga data e storico produttore di Pino, il documentario ofre uno sguardo inedito sul legame tra l’uomo e l’artista, esplorando il lato più autentico e personale del musicista napoletano.
Senardi guida il pubblico attraverso una serie di interviste esclusive con alcuni dei più stretti collaboratori e amici di Pino. Una vera e propria celebrazione non solo della musica dell’artista, ma anche dei suoi pensieri, della sua passione per Napoli e della sua capacità di innovare continuamente il panorama musicale. “Il nostro flm documentario si riferisce così quello che ritengo l’album più bello e signifcativo di Pino Daniele, “Nero a metà” (1980). E così nel flm seguo un percorso fsico e musicale che va a ritroso sugli album precedenti di Pino Daniele “Terra Mia” (1977) e “Pino Daniele” (1979). D’altronde, sebbene il disco sia dedicato a Mario Musella, cantante degli Showmen, Nero a metà è un po’ come uomo in blues, mascalzone latino e lazzaro felice, un soprannome calzante per il grande artista napoletano di cui sono stato amico e con cui ho lavorato producendo, tra le altre, Quando scritta insieme a Massimo Troisi.”
Dopo il Nastro D’argento per Franco Battiato – La Voce del Padrone, Spagnoli e Senardi continuano il loro viaggio nella
storia della canzone d’autore italiana creando una narrazione che mescola immagini di repertorio, musica e testimonianze, dando vita a un percorso emozionale che esplora la cultura napoletana e il suo legame indissolubile con l’anima di Pino Daniele e rendendo Napoli un vero e proprio personaggio del documentario. Girato in alcune delle location più iconiche e suggestive della città – come la storica casa discografca di Pino, le Catacombe e Mergellina – in “Pino Daniele – Nero a metà” le immagini di questi luoghi si fondono con le melodie di Pino Daniele, creando un’esperienza visiva e sonora che porta lo spettatore a immergersi completamente nel mondo dell’artista.
Senardi aggiunge “Pino Daniele, infatti, è stato soprattutto un ‘rivoluzionario’ che ha condiviso idee nuove insieme a grandi personalità della musica napoletana ed internazionale. Napoli è al centro del nostro racconto per raccontare Pino Daniele e la sua infuenza sulla cultura del nostro paese, per capire storia e la personalità di Pino in maniera importante, intima ed inedita. Un percorso che tra arte e aneddoti rende omaggio non solo alla storia del musicista e delle sue canzoni, ma che riesce anche a celebrare l’eredità artistica e flosofca di questo cantautore unico, capace di essere fortemente
presente, da quasi mezzo secolo, nell’immaginario collettivo italiano, ma – soprattutto – meridionale. In questo senso, per noi Pino Daniele – Nero a metà non è solo un documentario su un grande artista, ma è soprattutto un modo unico per interpretare e decodifcare un grande genio della musica pop che – come pochi altri – ha saputo rileggere ed infuenzare la cultura napoletana ed italiana di fne ventesimo secolo. Il nostro è un racconto che ha lo scopo di provare a raccontare la grande eredità artistica dell’uomo e artista Pino Daniele anche tramite i tanti dubbi e le inevitabili incertezze ed ombre che avvolgono la carriera di qualsiasi grande artista e – in verità – la vita stessa delle persone.” Il documentario è prodotto da Daniele Basilio e Silvio Maselli per Fidelio e da Roberto Proia per Eagle Pictures e propone le testimonianze – tra gli altri – di Viola Ardone, Enzo Avitabile, Carmine Aymone, Miriam Candurro, Rafaele Cascone, Gino Castaldo, Tony Cercola, Tullio De Piscopo, Teresa De Sio, Mauro Di Domenico, Cristina Donadio , Lello Esposito, Tony Esposito, Roberto Giangrande, Enzo Gragnaniello, Gianni Guarracino, Ezio Lambiase, Renato Marengo, Carlo Massarini, Pietra Montecorvino, James Senese, Jenny Sorrenti, Bruno Tibaldi, Lino Vairetti, Fausta Vetere, Ernesto Vitolo.
AZIONE NON FARMACOLOGICA PER ADULTI E BAMBINI
Leggere attentamente le avvertenze e le istruzioni per l’uso. Aut. Min. del 13/07/2022
Aboca è una Società Beneft ed è certifcata B Corp www.aboca.com/bene-comune
Mentre dal 2 al 5 dicembre sarete attesi a Sorrento per le Giornate Professionali di Cinema, noi di Cine project saremo impegnati nel conseguimento della certificazione ICE® per l’Italia, un ulteriore passo che amplia la nostra competenza nel settore cinematografico.
Ci troverete nel foyer come visitatori, per un saluto e per augurarci un felice Natale.
Le vostre sale, la nostra priorità.