Mazzorbo e l'esilio delle monache

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MAZZORBO e l’esilo delle monache



Vorrei ringraziare sorella Giacoma, grazie alla quale è stato possibile ripercorrere gli eventi che hanno portato alla chiusura dei cinque monasteri, sull’isola fino al XVII secolo.


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Mazzorbo nacque durante le invasioni barbariche tra il IV e il V secolo dopo Cristo. I Longobardi insiediati lungo la costa veneta, spinsero molte persone a trovare riparo tra le tante isole della laguna. Buona parte della popolazione si insediò presso le attuali Mazzorbo e Mazzorbetto. Tra i monumenti che possiamo ammirare oggi è rimasta la chiesa di Santa Caterina (1) (il monastero annesso è scomparso), il monumento risale circa al 1200. L’isola si trova a nordovest di Burano, alla quale è collegata mediante un ponte in legno (2), il Ponte Longo (lungo 60 metri) che attraverso la laguna unisce Mazzorbo a Burano. A sudest si trova la palude di Santa Caterina e a ovest la palude del Monte. A nord ovest il canale di Mazzorbo la divide da Mazzorbetto,

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mentre il lato nordest è lambito dal canale di Burano. Mazzorbo è costituita da tre isole: la principale a est (l’isola delle Eremite), le altre non sono collegate da ponti e sono disabitate. Il campanile di Sant’Angelo (3) è un altro monumento di cui abbiamo testimonianza, mentre la chiesa annessa è stata demolita attorno al 1800: un tempo cinque monasteri avevano sede a Mazzorbo ma, uno dopo l’altro, sono stati chiusi a causa di numerevoli scandali che coinvolgevano le monache e gli abitanti del paese. L’isola è infine anche sede di un antico cimitero il cimitero (4).

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IL RITIRO SPIRITUALE Sulla sinistra, è rappresentato il campanile di Sant’Angelo, dove si è segretamente rifugiata sorella Giacoma, dopo le accuse sollevate contro lei e altre monache. Giacoma appare forse un po’ esaurita, ma tranquilla all’idea di dover passare il resto della sua vita in una torre, poichè così potrà forse trovare il perdono di Dio per il grave peccato che ha commesso, del quale parleremo per ultimo. Ripercorremo infatti con lei tutti gli eventi che hanno portato alla demolizione dei cinque antichi monasteri.


IL SANGUE DI CRISTO L’attività principale svolta dagli abitanti di Mazzorbo è la viticoltura. Il primo monastero nel quale ci fu un evento che mise in dubbio la purezza spirituale delle monache sull’isola, fu quello di Sant’ Erasma (fondato nel 1200). Le monache per anni si sono preoccupate di selezionare il vino più adatto

per la celebrazione della messa. Con questo pretesto si sono trovate numerose volte in uno evidente stato di alterazione, inoltre organizzarono numerose feste che duravano fino a tarda notte, che coinvolgevano anche numerosi preti e altri nobili. Gli abitanti, perplessi dalla loro condotta, hanno quindi segnalato il fatto che non passò inosservato.


GENEROSE “OFFERTE” Forse per necessità, forse per noia, le colleghe di sorella Giacoma, del monastero di Santa Maria in Valverde (fondato nel 1281), riuscirono a convincere i contadini dell’isola che fosse richiesto da parte loro, un contributo in denaro da donare alla chiesa. Questo per ringraziare Dio di aver creato cibo che nascesse dalla terra,


che si traduce quindi in denaro, il quale secondo le monache doveva essere condiviso con la chiesa, affinchè potesse tornare direttamente a Dio. I contadini ci misero diversi mesi prima di assumere leventualità che i cambiamenti presso il monastero, come per esempio le nuove tende, il nuovo arredamento, le nuove tuniche, la costante sovrabbondanza di cibo, le feste organizzate e molto altro, potesssero essere possibili grazie ad una consistente somma di denaro, che non poteva giungere che dai loro stessi contributi.


7. NON RUBARE Sull’isola sono stati trovati diversi reperti di manuffatura micenea, i quali diventano la prima testimonianza di una popolazione sull’isola. Su alcuni di essi è rappresentato uno strano volatile simile ad una gru, la quale nonostante non sia tipica della

fauna lagunare, pare sia stata avvistata da alcuni abitanti. Quando venne denunciata la scomparsa del tesoro ???? le monache del monastero di Santa Margherita (fondato nel 1239) furono le prime indiziate, poichè qualcuno notò accessori inconsueti che si portavano appresso. Loro però pensarono di puntare il dito contro questo misterioso volatile, sostenendo che avesse fatto il nido sul tetto del monastero, dal quale avevano potuto prendere i gioielli.


BENEDIZIONI A DOMICILIO Albano Minio, barbiere della Contrada di San Cancian di Venezia, con suo fratello Prete, ricevevano spesso visite presso una delle loro abitazioni vicino al monastero di Santa Caterina di Mazzorbo da

parte di diverse monache. Non ci mise molto a spargersi tra i cittadini, la voce di scandali sessuali in atto nell’abitazione. Venne infatti notata l’insolita frequenza di visite notturne nella casa. Si scoprì poi che i fratelli erano soliti anche fare visite presso altri monasteri di altre isole della lagua, come per esempio a Burano o Torcello.


IL BEL CORPO DI CRITSTO L’ultimo scandalo che ha coinvolto la comunità di monache sull’isola, ha portato con sè l’accusa di idolatria. Con i soldi ereditati dalle chiusure degli altri monasteri, le sorelle del monastero di Santa Maria delle Grazie (fondato nel 1689), decisero di far costruire un crocifisso in dimensione reale per la Chiesa di di Sant’Angelo. Il risultato fu una statua molto realistica di un


giovane uomo che le monache trovarono forse quasi attraente. La loro attrazione per questa statua diventò visibile: passavano le loro giornate ai suoi piedi, la toccavano, la accarezzavano, pregavano per lei, fino a dimenticarsi che fosse una ricostruzione fittizia e diventando totalmente dedite ad essa.

Fu così che si concluse la vita spirituale sull’isola di Mazzorbo. Tra il 1768 e il 1810, tutti i monasteri rasi al suolo e anche la chiesa di Sant’Angelo, venne abbattuta insieme alla statua al suo interno. Solo il campanile venne risparmiato, sorge quindi spontaneo il dubbio che sorella Giacoma sia riuscita in qualche modo a salvare la statua che lei stessa ha adorato e che ancora oggi la conservi al suo interno.


La monaca Giacoma è l’unica che risiede segretamente ancora sull’isola, ma ci tiene a sottolineare che le sue sorelle sorvolano ancora l’isola, appese alle zampe dei gabbiani, con la speranza di poter tornare.

P.S. questa buona donna ha ormai qualche secolo di età. Potrebbe essere un po’ confusa nel sostenere questa sua visione.



Giulio Marzatico

2022

Project “Lagunando”


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