Categorie percettive

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Indice

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Equilibrio

009

Configurazione

037

Forma

061

Sviluppo

081

Spazio

101

Luce

125

Colore

147

Colore II

185

Movimento

235

Tensione

259

Espressione

287



Introduzione La "percezione" è il processo mediante il quale traiamo informazioni sul mondo nel quale viviamo. L’atto percettivo è: - primitivo ed immediato (nel senso di non intellettuale e riflesso); - oggettivo (nel senso di essere legato a condizioni esterne al percepiente); - globale ed unitario (nel senso di non essere una pura eccitazione puntuale). Esistono due modelli di approccio nell’esame dei processi percettivi: Modello (di realismo) ingenuo: afferma la mera ed incontestata corrispondenza fra realtà fisica e realtà percettiva; Modello neurofisiologico (di realismo critico): c'insegna che la catena dei processi ha una direzione del tutto diversa: dall’oggetto, fonte degli stimoli, alla stimolazione dei recettori. L’oggetto percepito è correlato strettamente con questi ultimi processi e non immediatamente con l’oggetto stimolante. Il passaggio da un atteggiamento di realismo ingenuo ad un atteggiamento di realismo critico può essere facilitato richiamando a scopo dimostrativo alcune situazioni quotidiane: - assenza fenomenica in presenza di oggetti fisici (ad es., incapacità nell’uomo di percepire ultravioletti ed ultrasuoni.) - presenza fenomenica in assenza di oggetti fisici (ad es., silenzio, buio, triangolo di Canizza.); - discrepanza fra oggetto fenomenico e corrispondente oggetto fisico (ad es., le illusioni, nello specifico quelle "ottico-geometriche”.). Infine, uno dei problemi classici della percezione (specificamente, quella visiva) è riassumibile nelle 2 canoniche posizioni de: a l’ "innatismo" (Cartesio e Kant): sostiene che l’uomo nasce già con una propria peculiare capacità percettiva; b l’ "empirismo" (Berkeley e Locke): sostiene che l’uomo impara attraverso l’esperienza del mondo circostante la maniera di percepirlo.



Equilibrio Equilibrio StabilitĂ stato di un corpo che sta ritto per giusto contrappeso tezza senso della misura nelle scelte e nei comportamenti Armonia proporzione tra le parti di un tutto Compensazione situazione in cui forze contrastanti si compensano tra loro


Nessun oggetto viene percepito come unico o isolato dal resto. Vedere qualcosa significa assegnargli il suo posto nel tutto.

“Mi lavavo le mani prima di entrare come se si trattasse di un rito sacro. Ma ero un modello d'inettitudine” Joan Mirò

Paesaggio Catalano con chitarra, 1924, Joan Mirò Segno di profondo amore verso la nativa Catalogna, Mirò crea questa opera, indagando sulle origini rurali del luogo, con temi che spaziano dalla fertilità, fino alla morte, con enfasi particolare per la terra.

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La “struttura indotta” regola l’equilibrio della composizione e ciò è conseguente alla tendenza percettiva della Gestalt a mantenere configurazioni strutturalmente semplici.

Ma quando sono solo con questo naso al piede che almeno di mezz’ ora da sempre mi precede si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore che a me è quasi proibito il sogno di un amore; non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute, per colpa o per destino le donne le ho perdute e quando sento il peso d' essere sempre solo mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo, ma dentro di me sento che il grande amore esiste, amo senza peccato, amo, ma sono triste perchè Rossana è bella, siamo così diversi, a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi... (Cirano, Francesco Guccini)

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simmetria

difformità

simmetria

La difformità è causa di un rapporto formale e compositivo equilibrato; almeno che non alteri il valore semantico dell’immagine rendendo meno fluida la composizione.


Difformità semantica

Difformità semantica

Difformità

Il suono morbido delle chitarre Sotto i cieli spagnoli. Il lume di una candela, la tristezza negli occhi. (The Picture of the Moon, Gary Moore)

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Un elemento che si trovi al centro della composizione, o vicino ad esso, o sull’asse di centro verticale, ha un minor peso compositivo di altri elementi che si trovano fuori dei tracciati principali della “struttura indotta�.

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Una maschera ci dice di più di una faccia. Ogni uomo mente, ma dategli una mascherà e sarà sincero. Oscar Wilde

La fine della vita avviene come la fine di un ballo mascherato quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita. Arthur Schopenhauer

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Un oggetto che si trovi nella parte superiore della composizione è piÚ pesante di uno che si trovi nella parte inferirore. (ne consegue che la parte inferiore di una figura richiede piÚ peso).

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La vostra anima è uno scelto paesaggio. incantato da maschere e da bergamasche che suonano il liuto e danzano, quasi tristi sotto i loro travestimenti fantastici. Paul Verlaine

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La collocazione a destra determina pi첫 peso di quella a sinistra. E secondo il principio della leva, il peso di un elemento formale cresce in proporzione alla sua distanza dal centro di equilibrio.

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Ho visto nascere e morire luci nel vento buono di collina Ho chiuso gli occhi la mattina dormendo sul confine... Gli equilibristi sono carte matte sognano solo desideri, In viaggio fanno curve strette senza pensieri... Cristiano De Andrè

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PiÚ gli oggetti sono collocati lontano dall’osservatore e piÚ peso hanno.

Il vino degli straccivendoli

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Spesso, al lume rossastro d’un lampione che il vento percuote al punto che la fiamma regge a stento, dentro il vecchio quartiere, labirinto fangoso, dove il genere umano brulica tempestoso, va uno straccivendolo, con la testa che dondola: se ne viene inciampando, come un poeta urtando contro i muri, incurante di spioni, a lui soggetti. L’animo suo si effonde in gloriosi progetti. Detta leggi sublimi, pronuncia giuramenti, dà giustizia alle vittime, atterra i prepotenti. E’ sotto il baldacchino del grande firmamento gusta l’ebbrezza della propria virtù splendente. Ecco, quelli che soffrono di domestici affanni, rotti dalla fatica, tormentati dagli anni, sfiniti e curvi sotto il mucchio di rifiuti che l’enorme Parigi confusamente sputa, tornano, e hanno addosso l’odore della botte, seguiti da compagni, veterani di lotte, i grandi baffi penduli come vecchie bandiere. Appaiono stendardi, archi di trionfo, fiori, per grandiosa magia sorti dinanzi a loro: nel frastuono e nell’orgia fremente di tamburi, di squilli, di richiami, nel chiassoso splendore, regalano la gloria a genti ebbre d’amore. Così, fulgido Pattolo, il vino in mezzo al coro dell’Umanità frivola fa trascorrere l’oro, nella gola dell’uomo le sue avventure canta: poiché profonde doni, come un vero regnante. Per spegnere il rancore, cullare l’indolenza, di quei vecchi che muoiono, maledetti, in silenzio, Dio, pentito, creò il sonno, le sue fole. L’Uomo vi aggiunse il vino, sacro figlio del Sole.

Charles Baudelaire

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A parità di fattori, l’oggetto più grande risulterà di maggior peso. Altrimenti il colore è sostanziale: potere irradiante dei colori chiari e luminosi.

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“Guardo la mia luce che muore" dice un personaggio di Beckett. Ăˆ l'unica risposta giusta e sensata che possiamo dare, in vecchiaia, agli insolenti che ci assillano con i loro petulanti, intollerabili: "che cosa stai facendo", "a cosa stai lavorando", "quali programmi hai", "che cosa farai l'anno prossimo". La luce che muore non fa confidenze e ha altro da pensare. Guido Ceronetti

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L’isolamento costituisce un fattore di peso.

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La vera bellezza deve lasciare insoddisfatti: deve lasciare all’anima una parte del suo desiderio. Amélie Nothomb Il corpo è solo un astuccio. L’unica forma che conta è quella dell’anima

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Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze. Paul ValĂŠry

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La forma costituisce un fattore di peso. Forme regolari hanno pi첫 peso di quelle irregolari. (anche la compattezza ha pi첫 peso). Forme verticali sembra abbiano pi첫 peso di quelle oblique.

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La nostra psiche è costituita in armonia con la struttura dell'universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e piÚ soggettivi recessi dell'anima. (Carl Gustav Jung)

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La danza in tutte le sue forme, non può essere esclusa da una nobile educazione: danzare con i piedi, con le idee, con le parole, e devo aggiungere che bisogna saper danzare con la penna? Friedrich Nietzsche, Il crepuscolo degli idoli, 1888

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Vedere un mondo in un granello di terra,e un paradiso in un fiore selvaggio,è tenere l'infinito nel palmo di una mano,una eternità in un ora" William Blake

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La direzione costituisce un fattore di peso. Strutture compositive diagonali sinistra/destra, basso/alto pesano di piĂš di quelle destra/sinistra, basso/alto, che invece sembrano cadere.

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Categorie Percettive - Equilibrio


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La noia proviene o da debolissima coscienza dell'esistenza nostra, per cui non ci sentiamo capaci di agire, o da coscienza eccessiva, per cui vediamo di non poter agire quanto vorremmo. Ugo Foscolo, Epistolario, 1794/1824

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Configurazione Configurazione Delineare, prevedere una certa situazione come conseguenza necessaria. Assumere un determinato aspetto, presentarsi in un certo modo.


Pochi tratti determinati definiscono l’identità di un oggetto percepito e creano un sistema integrato che è a sua volta, influenzato da una quantità di qualità secondarie. Percui il grado di complessità crea difficoltà al riconoscimento.

Configurazione analitica di tipo veristico Configurazione critico sintetica (del tipo che evidenzia “segni” selezionati)

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La musica, altro linguaggio caro ai pigri e alle anime profonde che cercano lo svago nella diversitĂ dell'occupazione, vi parla di voi, vi racconta il poema della vostra vita. Charles Baudelaire, I paradisi artificiali, 1860

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Dal vecchio, al nuovo Dal “carino”, all’elegante Ogni figura tende ad essere vista in maniera tale che la struttura che ne risulti sia tanto più semplice quanto le condizioni lo consentono. Ne consegue il principio di semplicità (considerata in senso quantitativo e quindi intesa come economia). Dal punto di vista estetico non vuol dire che il più semplice sia sempre il meno complesso; infatti, semplicità non significa elementarità. Ciò che rende la percezione più semplice è la semplicità dell’esperienza che ne risulta e dipende da:

Dalla semplicità dello stimolo che dà origine al percetto (in questo senso l’immagine nota è sicuramente più semplice).

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Categorie Percettive - Configurazione


“A volte penso che sarebbe bello sciogliermi nell'acqua, sparire lentamente in questo tepore. Un giorno arriverai, vedrai la vasca piena d'acqua, toglierai il tappo. L'acqua scorrerĂ via dal fondo ed io con lei...â€? Nirvana

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L’influenza del passato, o influenza della somiglianza. Configurazioni con elementi che ne richiamano alla memoria altri. Configurazioni la cui condizione opposta genera il “mascheramento”, che impedisce e contraddice ogni attività della memoria (ogni attivarsi di forme mnestiche).

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Categorie Percettive - Configurazione


Lampada da terra di Kundalini disegnata Hansandfranz composto dai designer Kostantin Landuris e Horst Wittmann che si sono ispirati all’antica arte marziale giapponese del Kyudo che letteralmente significa la “via dell’arco”.

Arco non è altro che una fortezza causata da due debolezze, imperò che l'arco negli edifizi è composto di 2 parti di circulo, i quali quarti circuli, ciascuno debolissimo per sé, desidera cadere, e opponendosi alla ruina l'uno dell'altro, le due debolezze si convertano in unica fortezza. (da Frammenti sull'architettura, in Scritti rinascimentali di architettura, a cura di A. Bruschi, Il Polifilo, Milano, 1978)

Categorie Percettive - Configurazione

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“Un giorno esprimerò un desiderio su una stella cadente mi sveglierò quando le nuvole saranno lontane dietro di me dove i problemi si fondono come gocce di limone lassù in alto, sulle cime dei camini è proprio lì che mi troverai da qualche parte sopra l'arcobaleno volano uccelli blu e i sogni che hai osato fare, oh perchè, perchè non posso io?” Somewhere over the rainbow, Harold Arlen

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Categorie Percettive - Configurazione


Categorie Percettive - Configurazione

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Dalla semplicitĂ del significato che deve essere trasmesso dal percetto.

Gara

X La vita è un gioco d'azzardo terribilmente rischioso. Fosse una scommessa, non l'accetteresti. Tom Stoppard

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Dal rapporto che sussiste tra significato e percetto. -RAPPORTO OMOLOGO -RAPPORTO ANALOGO -RAPPORTO CONCETTUALE

E allora mi sono guardato negli occhi. Raramente ci si guarda, con se stessi, negli occhi, e pare che in certi casi questo valga per un esercizio estremo. Dicono che, immergendosi allo specchio nei propri occhi – con attenzione cruciale e al tempo stesso con abbandono – si arrivi a distinguere finalmente in fondo alla pupilla l'ultimo Altro, anzi l'unico e vero Sestesso, il centro di ogni esistenza e della nostra, insomma quel punto che avrebbe nome Dio. Invece, nello stagno acquoso dei miei occhi, io non ho scorto altro che la piccola ombra diluita (quasi naufraga) di quel solito niùo tardivo che vegeta segregato dentro di me. Sempre il medesimo, con la sua domanda d'amore ormai scaduta e inservibile, ma ostinata fino all'indecenza. Elsa Morante

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Dall’atteggiamento mentale del singolo osservatore. Configurazioni il cui “linguaggio” sia sconosciuto o poco noto al fruitore, per cui egli è portato ad attivare modelli strutturalmente errati).

il design è fatto delle intuizioni di grandi sognatori

Seduta Nemo, disegnata per Driade, Fabio Novembre

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Categorie Percettive - Configurazione


Nemo, nessuno, come si definisce Ulisse per sfuggire a Polifemo. Un oggetto da indossare per nuove identitĂ , senza caratterizzazione sessuali o geografiche. Fabio Novembre

Categorie Percettive - Configurazione

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Alla semplicità si contrappone l’accentuazione che porta alla suddivisione, all accrescimento delle differenze, alla evidenziazione dell’obliquità, alla deformazione.

La guardò. Ma d'uno sguardo per cui guardare già è una parola troppo forte. Sguardo meraviglioso che è vedere senza chiedersi nulla, vedere e basta. Qualcosa come due cose che si toccano – gli occhi e l'immagine– uno sguardo che non prende ma riceve, nel silenzio più assoluto della mente, l'unico sguardo che davvero ci potrebbe salvare – vergine di qualsiasi domanda, ancora non sfregiato dal vizio del sapere – sola innocenza che potrebbe prevenire le ferite delle cose quando da fuori entrano nel cerchio del nostro sentire-vedere-sentire– perché sarebbe nulla di più che un meraviglioso stare davanti, noi e le cose, e negli occhi ricevere il mondo – ricevere – senza domande, perfino senza meraviglia – ricevere –solo– ricevere– negli occhi – il mondo. Alessandro Baricco

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Categorie Percettive - Configurazione


La condizione di semplicità viene meno quando si perviene all’indebolimento dello stimolo percettivo:

La lontananza del percetto

Categorie Percettive - Configurazione

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“La vita non è che un’ombra vagante, un povero attore, che s’agita e che si pavoneggia per un’ora sul palcoscenico e del quale non si sa più nulla, è un racconto narrato da un idiota, pieno di strepito e di furore, senza significato alcuno...” Shakespeare La velocità del percetto o dell’osservatore

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Categorie Percettive - Configurazione


La scarsità d’illuminazione

Categorie Percettive - Configurazione

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Oppure quando ci troviamo in presenza di percetti ambigui; in questo caso la percezione li-

vella se preferisce la simmetria, atrimenti accentua deformando il percetto.

Prendi l'aspetto del fiore innocente, ma sii il serpente sotto di esso. William Shakespeare, Macbeth, 1605/08

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Categorie Percettive - Configurazione


La suddivisione o segmentazione. Da essa dipende la capacità di “vedere” gli oggetti. Goethe osservava: “Ciò che appare deve separarsi dal resto per apparire”. Le parti più grandi sono suddivise in parti più piccole; percui quanto più autosufficente è una parte, tanto più verrà a contribuire, con alcune caratteristiche, al tutto, realizzando così una simbiosi compositiva.

Robert Delaunay Tour Eiffel

In ogni situazione ciascuno assume un contegno e un atteggiamento esterno per sembrare come vuole che lo si creda. Perciò si può dire che il mondo è composto soltanto da maschere.

François de La Rochefoucauld, Massime, 1678

Categorie Percettive - Configurazione

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Leggi dell’unificazione formale o di raggruppamento (formulate da Wertheimer) Il rapporto tra le parti dipende dalla struttura del tutto. Ciò si riferisce ai fattori che fanno si che alcune parti siano vissute

come piĂš strettamente legate tra le altre. Tutte le regole derivano dal principio di somiglianza; infatti, se sono simili, le parti verranno vissute come legate tra loro.

A- Somiglianza di dimensione

b- Somiglianza di forma

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Categorie Percettive - Configurazione


c- Somiglianza di colore, di chiarezza, di luminositĂ

d- Somiglianza di posizione

Categorie Percettive - Configurazione

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e-

Somiglianza di orientamento spaziale

Conseguenza: tutti gli elementi legati alla somiglianza tendono a giacere sullo stesso piano. il caso limite della somiglianza è la contiguità . quando non ci sono intervalli tra le unità , si ha come risultato un oggetto compatto.

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Categorie Percettive - Configurazione


Sulle labbra La tua primavera è un incubo in cui lo stato cede alla pornografia il niente e il niente da distinguere finchè poi non sai più cosa sentire pensi di avere un credo poi lo adatti a quello che sei e come può il mio amore essere limpido se è la mia nazione che l'inquina so come un uomo deve decidere ma ora non so più cosa sentire ti ritrovi sulle labbra a giustificarti quel che sei anche odiare è un diritto, sai? la tua primavera è un incubo disobbedire acquista un senso in più Afterhours

Categorie Percettive - Configurazione

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Forma Forma Aspetto esteriore di un oggetto Sinonimo: conformazione, profilo, struttura; aspetto fisico di una persona Oggetto di cui si delineano confusamente le caratteristiche: una forma nella nebbia Modo di presentare una cosa, di presentarsi: in forma privata, ufficiale, solenne; modo di essere di una cosa Sinonimo: tipo, specie: forma di governo; modalità di svolgimento di una procedura: osservare, violare la forma Esteriorità, apparenza: badare troppo alla forma Norme sociali: rispettare, salvare le forma Modalità espressiva, linguaggio, stile: i contenuti del tema sono buoni, ma la forma è scorretta; schema formale, Specifico in relazione al metro di una poesia Attrezzo che serve a modellare i più vari oggetti Sinonimo: stampo: Sport, Condizione fisica e stato di allenamento di un atleta: essere in buona, cattiva forma; Estensione, buona condizione psicofisica di una persona: sentirsi in forma In grammatica, modo con cui si presentano le parole a seconda della loro qualificazione morfologica: forma singolare, plurale Estensione, il peso ideale di una persona


Si può dire che la maggior parte degli uomini diventano come la società desidera che essi siano per avere successo. La società fabbrica tipi umani così come fabbrica tipi di scarpe o di vestiti o di automobili: merci di cui esiste una domanda. E già da bambino l'uomo impara quale sia il tipo più richiesto. Erich Fromm

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Categorie Percettive - Forma


In una rappresentazione l’orientamento di qualsiasi unità è determinata essenzialmente dagli assi principali che caratterizzano il contesto, ne consegue che: ogni forma che esplicita cadenze verticali e orizzontali è un corpo stabile in riposo e semplice. mentre le forme che fondano il proprio equilibrio sugli angoli non retti, e in seguito sull’obliquità dei suoi lati, sono più dinamiche e percettivamente meno semplici.

Categorie Percettive - Forma

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Quando una forma in cui un’asse è prevalente a tal punto che nessun altro può competere con esso viene capovolta, assume una configurazione differente, anche se dal punto di vista formale nulla è mutato. Come conseguenza abbiamo un effetto espressivo.

Poul Henningsen

Si vede come si vuol vedere, ed è questa falsità che costituisce l'arte. Edouard Manet

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Categorie Percettive - Forma


Categorie Percettive - Forma

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Si vede come si vuol vedere, ed è questa falsità che costituisce l'arte. Edouard Manet


L’orientamento verticale delle forme connesse alla forza di gravità, nella visione viene avvertito come la base a cui ogni cosa è posta in rapporto. Ne consegue che la simmetria di una forma è riconosciuta a pieno soltanto quando il suo asse è orientato verticalmente. Rapporto con l’orientamento verticale Contrasto con l’orientamento verticale

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Categorie Percettive - Forma


L’amore è come una pianta rampicante, che muore se non ha nulla cui aggrapparsi. (*Proverbio giapponese)

Categorie Percettive - Forma

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I due maggiori tiranni del mondo: il caso e il tempo. Johann Gottfried Herder

Parte del tempo ce lo strappano di mano, parte ce lo sottraggono con delicatezza, e parte scivola via senza che ce ne accorgiamo. Seneca

Concetto visivo dei solidi: quale aspetto è il migliore ai fini di una rappresentazione qualificata? Scegliere uno dei molteplici aspetti (proiezioni) dell’oggetto e farlo vedere per il tutto che si è concepito, è un metodo di traduzione che distingue. La distinsione che ne deriva si basa sulla legge di semplicità, perchè le proiezioni privilegiate sono quelle che producono figure della forma più semplice. Scegliere, fra le diverse rappresentazioni, la più qualificata. Individuare il punto di vista più confacente.

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Categorie Percettive - Forma


Categorie Percettive - Forma

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La sovrapposizione: la sovrapposizione intensifica il rapporto formale con il concentrarlo entro uno schema più unificato. Il risultato è solo un rapporto, ossia lo scambio di energie tra entità indipendenti e intatte; è piuttosto una condizione di “essere insieme” nel senso dell’interferenza ottenuta atraverso una vicendevole modificazione.

La città consente di vedere senza essere visti e di essere visti senza vedere. Serge Daney, Cités Cinés, 1987

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Categorie Percettive - Forma


Categorie Percettive - Forma

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Obliquità sul piano: la posizione obliqua delle forme viene intesa come deviazione o un’approssimazione in graduale aumento, alla posizione stabile dell’orizzontale e della verticale.

Ne consegue che un oggetto orientato obliquamente è carico di energia potenziale a differenza della tranquililtà propria di ogni collocazione parallela al piano frontale.

La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia Arthur Schopenhauer

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Categorie Percettive - Forma


Obliquità prospettica: in questo caso la forma può apparire come se si gonfiasse passando da una dimensione piccola ad una grande.

Ognuno vede quel che tu pari, pochi sentono quel che tu sei. Niccolò Machiavelli, Il principe, 1513

Categorie Percettive - Forma

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A secondo di come viene percepito l’effetto dinamico, si può modificare il corrispondente significato espressivo, così che uno scorcio appropriato potrà indicare risultan-

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ze simboliche diverse dipendenti da: - Dall’argomento rappresentato dalla forma (es. anamorfosi=trasformazione)

Categorie Percettive - Forma


In questo mondo è importante non avere l'aria di ciò che si è. André Gide, I sotterranei del Vaticano, 1914

Categorie Percettive - Forma

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- Dall’attitudine soggettiva dell’osservatore H.M.T. Lautrec

Kedrin Dmitry

Le donne, come i sogni, non sono mai come tu le vorresti. L. Pirandello

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Categorie Percettive - Forma


Stile della rappresentazione delle forme. Allo stesso modo di come noi percepiamo un oggetto attraverso l’organizzazione del materiale grezzo degli stimoli percettivi proiettati sulla retina, cosÏ noi rappresentiamo un percetto, inventando in un dato medium un pattern formale idoneo.

Geometrici

schematici

Stilizzati

formalistici Categorie Percettive - Forma

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“Il trucco è il sudario della bellezza” Tahar Ben Jelloun, L'albergo dei poveri, 1997

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Categorie Percettive - Forma

ornamentali


La cultura ha la virt첫 di abbellire un volto pi첫 che il trucco e i cosmetici. Jean Bousquet, Il mio amico Georges, 1960

Categorie Percettive - Forma

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Sviluppo Sviluppo Progresso, crescita in estensione, quantità , produttività , efficienza etc...: sviluppo economico paesi in via di sviluppo, nei quali è in corso un processo di crescita delle strutture produttive Processo di crescita di un organismo vivente: sviluppo fisico, mentale Svolgimento di un argomento, di un pensiero etc...: sviluppo di una questione; in musica, ripresa e rielaborazione di un tema musicale (Specifico Plurale) Evoluzione, decorso, esito: seguire gli sviluppo di una situazione Manifestazione, produzione: una reazione nucleare comporta un enorme sviluppo di calore Geometria, Trasferimento di una superficie curva su un piano Matematica, In algebra, trasformazione di un'espressione in un'altra, eseguendo parte delle operazioni indicate fotografia Trattamento che fa comparire sulla pellicola o sulla lastra le immagini latenti impressionate dalla luce; Estensione, liquido in cui viene immersa la pellicola


Sviluppo per stadi di una forma

C'è qualcosa in comune tra il calore umano e quello del caffè... L'amarezza, senza dubbio. Laurent Houndegla, Regards croisés

L'uomo arriva come un novizio ad ogni età della vita. Nicolas de Chamfort, Massime e pensieri, 1795

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Categorie Percettive - Sviluppo


La vita è come il cioccolato, è l'amaro che fa apprezzare il dolce. Xavier Brébion

La gioventù ci faceva sognare; la maturità ci fa pensare; la vecchiaia ci farà sospirare. Roberto Gervaso, Il grillo parlante, 1983

Categorie Percettive - Sviluppo

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Cos'è disegnare? Come ci si arriva? È l'atto di aprirsi un passaggio attraverso un muro di ferro invisibile che sembra trovarsi tra ciò che si sente e che si può. (Anonimo)

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Categorie Percettive - Sviluppo


La forma si sviluppa entro il suo stesso medium e si adatta alle condizioni che esso le impone. Ne consegue che: una forma esprime ottimamente il proprio carattere in un determinato medium, può non essere piÚ tale per un altro. Con il termine medium facciamo riferimento, non soltanto alla proprietà fisica del materiale, ma anche allo stile di rappresentazione proprio di una specifica cultura o di un singolo autore. MEDIUM FISICO - Uso di tecniche adeguate alla rappresentazione di una determinata forma.

Categorie Percettive - Sviluppo

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MEDIUM CULTURALE - Forma della “civiltà tecnologica” caratterizzata da uno stile rappresentativo idoneo.

Ho dei gusti semplicissimi, mi accontento sempre del meglio Oscar Wilde

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Categorie Percettive - Sviluppo


MEDIUM ESPRESSIVO - Forma che esprima le qualità ed i valori di un linguaggio espressivo autonomo.

Ci sono certi sguardi di donna che l’uomo amante non scambierebbe con l’intero possesso del corpo di lei. Chi non ha veduto accendersi in un occhio limpido il fulgore della prima tenerezza, non sa la più alte delle felicità umane. (G. D’Annunzio, "Il piacere")

Categorie Percettive - Sviluppo

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Anche la replica di una forma se non è duplicata con lo stesso medium non ci dà la stessa rappresentazione.

Le persone in genere non sono cosĂŹ brutte come vengono ritratte. Pablo Picasso

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Categorie Percettive - Sviluppo


Il concetto rappresentativo è quel concetto della forma grazie al quale la struttura percepibile dell’oggetto può venir rappresentata tramite la proprietà di un determinato medium. (La forma di concetti rappresentativi più di ogni altra cosa distingue l’artista dal non artista)

Il ballo è un rozzo tentativo di entrare nel ritmo della vita George Bernard Shaw

Categorie Percettive - Sviluppo

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Il disegnare, il dipingere, il modellare, fanno parte del comportamento motorio umano ed è lecito supporre che essi si siano sviluppati da due piÚ antichi e piÚ generali aspetti di tale comportamento: il movimento fisionomico e quello descrittivo. A) Dal movimento fisionomico derivano le evoluzioni formali relative alla natura di una data personalità e al tempo stesso quella della particolare esperienza da essa vissuta in un determinato momento. Ossia, valenze espressive mediate da connessioni

La via dell'eccesso porta al palazzo della saggezza. William Blake

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Categorie Percettive - Sviluppo


di natura emotiva che si manifestano osservando determinate forme ed in particolari circostanze. (sviluppo irrazionale) I disegni sono stati eseguiti da un artista sotto effetto dell’LSD, come parte di un esperimento condotto dal governo degli stati uniti durante gli anni 50. All’artista è stata somministrata una dose di LSD 25. Aveva completo accesso a una serie di pastelli e matite e il soggetto è il medico che lo teneva sotto osservazione.

L'arte è un passo nella conoscenza verso l'ignoto. Gibran, Kahalil Il profeta

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Il movimento apparente del sole B) Dal movimento descrittivi derivano le evoluzioni formali relative ai gesti deliberati intesi a rappresentare qualità percettive: gesti delle mani, delle braccia, del corpo. Ossia, sintesi formali e strutturali degli oggetti esaminati nel contesto di relazioni spaziali e cinestesiche. (sviluppo razionale)

Il divenire è l’esclusione della ripetizione. Il che non significa che esso sia il caos: Quello che accade non è il fortuito, non è casuale, ha una sua radice e un suo significato. Anonimo

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Qualsiasi operazione manuale arriva dopo un certo tempo al conseguimento di movimenti scorrevoli i forme semplici

Mi sta diventando monotono anche sfuggire alla monotonia. Renato Cherchi

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La percezione tende spontaneamente verso la rotondità quando lo stimolo le da agio di farlo. (La percezione di una struttura circolare attrae l’attenzione perchè il cerchio è la forma perfetta dell’equilibrio)

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Impossibile raggiungere la perfezione poichè anche la perfezione stessa, raggiunta, pecca di vanità . Andrea Natoli

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Npn ci sono linee rette in natura, esse sono in verità eminentemente astratte. La linea retta è essenzialmente un prodotto dell’uomo, creataper i vantaggi della semplicità.

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Riposare nella perfezione è il sogno di chi tende all'eccelso, e non è forse il nulla una forma di perfezione? Thomas Mann

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La forma e l’ubicazione di un oggetto non risultano affatto menomate da un cambiamento di dimensione (un mutamento di grandezza passa inosservato) perchè le differenze di grandezza appaiono

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quando i rapporti funzionale di natura spaziale e motivi simbolici lo richiedono. Dice in proposito Piaget: “Lo spazio è topologico (forma) ancor prima di essere ecuclideo (che abbia necessità metriche).

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"Noi creiamo il mondo che percepiamo, non perché non esiste realtà fuori dalla nostra mente, ma perché scegliamo e modifichiamo la realtà che vediamo in modo che si adegui alle nostre convinzioni sul mondo in cui viviamo. Si tratta di una funzione necessaria al nostro adattamento e alla nostra sopravvivenza" Gregory Bateson

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Spazio Spazio

Lo spazio, tradizionalmente, viene definito come tutto ciò che ci circonda, e che esiste intorno a ognuno di noi


I problemi dello spazio sono problemi di orientamento, direzione, distanza, organizzazione compositiva...ecc. e trovano il loro denominatore comune nella profonditĂ . Quali gli indizi della profonditĂ ? A- GRANDEZZA RELATIVA

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La vita è come una commedia, non importa quanto è lunga, ma come è recitata. Seneca

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B- PROSPETTIVA LINEARE C'è un sentiero che si forma a mano a mano che il terreno è sgombrato dall'importanza che davamo alle cose Carlo Gragnani

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D- GRADIENTE DELL’INTENSITA’ DI TESSITURA

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C- SOVRAPPOSIZIONE

Il suono, una semplice sovrapposizione di complesse vibrazioni che prese singolarmente sono ininfluenti, ma che solo insieme riescono a creare questa magica opera d'arte Andrea Manfrè

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L'artista moderno, mi pare, lavora per esprimere un mondo interiore; in altri termini: esprime il movimento, l'energia e altre forze interiori. Jackson Pollock

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Per i ghestaltici una linea tracciata sopra un foglio di carta non sembra essere situata sul piano, ma sopra di esso e, concludono, che l’effetto è dovuto non al risultato di particolari condizioni dell’oggetto fisico, ma si verifica nello spettatore per motivi psicologici. Ipotizzando così che la scissione nella dimensione della profondità costituisca una situazione più semplice di quella del piano frontale. Per cui una superficie apparirà tridimensionale piuttosto che bidimensionale, e ciò in virtù del principio di semplicità. L’interno appare più consistente e l’esterno più penetrabile, percui il secondo oppone minor resistenza all’introduzione di altre forme, del primo.

Chi sa di essere profondo, si sforza di esser chiaro. Chi vuole apparire profondo alla folla, si sforza di esser oscuro. Infatti la folla ritiene profondo tutto quel di cui non riesce a vedere il fondo: è tanto timorosa e scende tanto mal volentieri nell'acqua! Friedrich W. Nietzsche

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Quanto più grande ci appare la figura, tanto più debole è l’influenza della linea di confine sull’interno e l’effetto diminuirà verso il centro man mano che si accresce la distanza dal contorno.

Non lo so se è meglio vivere che scrivere, so che scrivo perchè forse non so vivere, per conoscere l'oscurità prima che faccia buio; tu non credere ce al buio non ci pensi mai, ma mi dura solo un attimo e svanisce sai, Roberto Vecchioni

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Figure e sfondo. Tali termini sono idonei soltanto finchè abbiamo a che fare con una figura racchiusa, omogenea, situata in un ambito omogeneo e indeterminato; in poche parole, quando si verificano le condizioni più semplici.

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A- La superficie racchiusa tende a diventare figura mentre la racchiudente tenderà ad apparire quale sfondo. Ciò implica un ulteriore principio, secondo il quale, l’area più piccola è capace di diventare figura in date circostanze.

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La felicità è come una farfalla che, una volta perseguita, è sempre oltre la nostra stretta, ma, se ci si siede tranquillamente, potrebbe svolazzarti intorno Nathaniel Hawthorne

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B- Orientamento ALTO/BASSO. La parte chiara tende ad apparire davanti ed è vista di solito come posta in primo piano; mentre se si capovolge il disegno accade l’opposto. (Lo spazio in un piano frontale è “anisotropico”, ossia, che la metà inferiore e la metà superiore non sono di eguale “peso”)

La vostra anima è uno scelto paesaggio, incantato da maschere e da bergamasche, che suonano il liuto e danzano, quasi tristi sotto i loro travestimenti fantastici. Paul Verlaine

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La convessità tende ad avere la meglio sulla concavità (nel caso in cui i pattern presentio entrambi simmetria)

Distinguo quindi fra fra l'Io e il Sé, in quanto l'Io è solo il soggetto della mia coscienza, mentre il Sé è il soggetto della mia psiche totale, quindi anche quella inconscia. Carl Gustav Jung

non c'è a lb 'a ll a tte. rivare Per ar via che la no altra Gibran Kahlil

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La convessità di solito sta per la figura e la concavità per il fondo. Tende ad essere un foro sul piano per quanto entrambe siano superfici racchiuse. Tende ad essere una figura sul piano

C'è uno spettacolo più grandioso del mare, ed è il cielo, c'è uno spettacolo più grandioso del cielo, ed è l'interno di un'anima. Victor Hugo

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Lo spazio invade la concavità. Cosifatta estensione dell’universo plastico è stata resa possibile proprio in in’età come la nostra: infatti attraverso il volo abbiamo acquistato che l’aria è una sostanza fisica. Ne risulta appunto che, sia la concavità, sia il “volume vuoto” generatosi per introflessioni della materia, possono essere considerati elementi legittimi della plasticità.

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L'architettura è un segno che si fissa, un movimento che si fa materia, una danza che si congela. L'architettura è l'ombra del vuoto, è l'altro lato del vuoto Tekhné

Hotel Marques de Riscal thomas mayer

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E mi prende quell'ansia dei marinai, quando il vento e la vela tradiscono, ma paura di perdermi non ne ho Roberto Vecchioni

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I livelli di profondità. Il numero di livelli di profondità in un dato pattern semplice è quanto più limitato possibile.

Amo gli alberi perché sembrano più rassegnati di ogni altro essere o cosa al modo in cui devono vivere. Willa Cather, O pionieri!, 1913

A- La deformazione implica sempre un rapporto tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere. L’oggetto deformato è visto come una deviazione da un’altra cosa e questa “altra cosa” è conosciuta talvolta solo mediante l’intervento della consapevolezza.

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B- La corrispondenza tra ciò che esiste nello spazio fisico e ciò che viene vissuto si avvererà solo quando la forma dell’oggetto fisico corrisponderà a quella della più semplice figura di un pattern proiettivo che possa essere vissuto come deformazione.

Siamo come conchiglie, belli e duri fuori, ma la parte più fragile e vera sta ben nascosta dentro di noi Giuseppe Risica

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C- Quanto più accuratamente viene percepita la profondità tanto più completamente vengono compensate le deformazioni formali. La posizione obliqua è asimmetrica, rispetto a quella frontale e simmetrica, accentua la tridimensionalità. L’esperienza opposta accorcia le distanze.

La bellezza ci può trafiggere come un dolore. Thomas Mann

La bellezza delle cose esiste nella mente che le contempla. David Hume

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Il principio dei gradienti percettivi. Come abbiamo visto tra i fattori che determinano la peofondità e la piattezza, vi sonoi gradienti percettivi. Quali sono le proprietà? A- La regolarità dei patterns contribuise ad accentuare l’effetto di profondità.

B- Che se la costanza decrescente non viene rispettata la tridimensionalità è meno evidente.

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C- I gradienti accrescono le profondità quando sono avvertiti come distorsioni. Una distorsione viene avvertita quando il pattern rappresenta una deviazione globale da un pattern più semplice chiaramente riconoscibile in quello deformato.

D- I gradienti “artificiali” sono più efficaci di quelli “naturali” perchè la maniera regolare in cui sono strutturati mostra più chiaramente il mutamento di grandezza. Da ciò deriva che il realismo in quanto tale non contribuisce alla profondità.

C'è un silenzio del cielo prima del temporale, delle foreste prima che si levi il vento, del mare calmo della sera, di quelli che si amano, della nostra anima, poi c'è un silenzio che chiede soltanto di essere ascoltato. R. Battaglia, "Un cuore pulito"

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Gradiente di precisione (effetto sfocatura) Nello spazio fisico vediamo gli oggetti vicini più chiaramente di quelli lontani.

Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera. Goethe

Gradiente di colore. La prospettiva “aerea” di Leonardo e la prospettiva “atmosferica” degli impressionisti. Si realizza attraverso la resa degli oggetti in modo “sbiadito” con l’aumentare delle distanze. (Ciò a causa degli strati dell’atmosfera).

Un paesaggio è uno stato d'animo. Henri-Frédéric Amiel

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Marcus Krackowizer


Gradiente della luninosità. Il massimo della chiarezza appare al livello più prossimo. (la luce crea un gradiente sferico che si espande in tutte le di-

Sarà forse il vento che non l’accarezza più, sarà il suo cappello che da un po’ non gli sta su, sarà quella ruga di ridente nostalgia, o la confusione tra la vita e la poesia: non assalta treni perché non ne passan mai;

rezioni da un determinato punto base dello spazio).

non rapina banche, perché i soldi sono i suoi; vive di tramonti e di calcolati oblii e di commoventi, ripetuti lunghi addii struggenti addii... Roberto Vecchioni

Qualità espressive della prospettiva. Esse sono particolarmente evidenti quando non vengono usate per ottenere uno spazio realistico, ma quando sono liberamente alterate per ottenere particolari effetti, così da ingenerare un conflitto tra due sistemi spaziali tra loro incompatibili.

Ben venga il caos, perché l'ordine non ha funzionato. Karl Kraus

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Luce Luce La luce è una forma di energia, rivelabile con l'occhio, che può essere trasmessa da una posizione ad un'altra a velocità finita. La luce visibile è una piccola porzione di tutto lo spettro delle radiazioni che va dai raggi cosmici alle onde radio. Sono state proposte due teorie complementari per spiegare come la luce si comporta e come si propaga.


Tanti come i desideri, luminosi come emozioni.

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Interessi pratici. In questo caso il fenomeno della luce viene sottoposto ad un’attenzione selettiva, che elimina dalla consapevolezza tutto quanto è normale e non esige azione.

C'è una gioia nei boschi inesplorati, C'è un'estasi sulla spiaggia solitaria, C'è vita dove nessuno arriva vicino al mare profondo, e c'è musica nel suo boato. Io non amo l'uomo di meno, ma la Natura di più. George Byron

1- Attenzione per l’inconsueto: una fiamma improvvisa, un bagliore, un’eclissi.

Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà Bernard de Clairvaux Ma ti sbagli se pensi che le gioie della vita vengano soprattutto dai rapporti tra le persone. Dio ha messo la felicità dappertutto, è ovunque, in tutto ciò in cui possiamo fare esperienza. Abbiamo solo bisogno di cambiare il modo di guardare le cose. C. J. McCandless

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2- Consuetudine per il fenomeno della luce, che determinano le gradazioni di chiarezza e d’ombra che definiscono la forma di un oggetto.

La chiarezza è una giusta distribuzione di ombre e di luci Wolfgang Goethe

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Il concetto che la testimonianza dell’occhio comune differisce sostanzialmente dal punto di vista che gli scienziati hanno della realtà fisica (infatti essi asseriscono, a ragione, che gli oggetti vivono di luce riflessa) ma per la percezione il cielo è luminoso per virtù propria. Abbiamo la sensazione che il sole risulti come una cosa che brilla e la luce debba ar-

rivare da qualche parte. Allo stesso modo la chiarezza degli oggetti viene vista fondamentalmente come l’effetto di un riflesso. In sintesi, le cose sono meno chiare del sole e del cielo ma non ne sono sostanzialmente diverse: sono soltanto più deboli emanatori di luce. (questo a livello percettivo).

Molti individui, come i diamanti grezzi, nascondono splendide qualità dietro una ruvida apparenza Giovenale

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Chiarezza relativa. Quanto sono chiare le cose? Dal punto di vista fisico: la chiarezza di una superficie è determinata dal suo potere di riflettere la luce e dalla quantità di questa che ne colpisce la superficie. Da un punto di vista psicologico: non c’è alcuna maniera diretta per distinguere tra il potere di riflessione e la sua vera emanazione della luce, dato che gli occhi accolgono il risultato, cioè l’intensità della luce, ma non ne traggono informazioni alcuna sulla proporzione in cui le due comonenti contribuiscono a tale risultato. In altre parole, la risultanza di chiarezza di un oggetto dipenderà dalla distribuzione di valori di chiarezza nell’intero campo visivo. Diceva L.B. Alberti: “L’avorio e l’argento sono bianchi: gli stessi quando sono posti vicino alle piume di un cigno sembrano pallidi”.

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Le foglie morte cadono a mucchi... Vedi: non ho dimenticato. Le foglie morte cadono a mucchi come i ricordi e i rimpianti e il vento del nord le porta via nella fredda notte dell'oblio. Vedi: non ho dimenticato la canzone che mi cantavi. Ăˆ una canzone che ci somiglia. J. PrĂŠvert

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Il fenomeno della lucentezza prova la relatività dei valori di chiarezza. La lucentezza si trova al punto di mezzo della scala ininterrotta che va dalle più chiare sorgenti di luce alla fievole luminosità, degli oggetti illuminati. (In una strada oscurata un foglio di gior-

nale splende come una luce). Una delle condizioni perchè si determini la sensazione di lucentezza è che l’oggetto possegga un valore di chiarezza molto al di sopra della scala fissata dal restante campo visivo.

Persino le “parole” esprimono ciò che non si può affermare ma, non sarebbero tali, se cos’ì non fosse. “Il silenzio” possiede una chiarissima e meravigliosa dizione che, nessun termine coi suoi significati, potrà mai ottenere. In esso si muovono le mani di chi sa fare e le idee di chi può ben dirigere le propie azioni, tacendo si pronunciano le condizioni di chi non sa comunicare e non solo… [Silenzio... è necessario "sentire"]

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A- Mantenimento della chiarezza apparente. Può sembrare strano che l’illuminazione cambi, mentre l’oggetto resta più o meno quello che è.

Il divenire semplicemente si dà. E’ oggetto di molte esperienze. Una di queste esperienze è la volontà e l’azione. L’esperienza fondamentale del divenire è l’impossibilità dell’oblio, il ritorno degli eventi passati. L’involontario e il volontario: due facce del divenire.

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B- Può sembrare che una rappresentazione riproduca una determinata luce. Un quadro che vuol proporci la chiara luce dell’estate. In questo caso abbiamo la possibilità di verificare per trasposizione la condizione opposta; cioè che l’oggetto è sostanzialmente diverso dal punto di vista luminoso. Dunque la percezione relazionale è del tutto spontanea

e fa si che valori di chiarezza di uno o più oggetti, a diversi livelli d’intensità, possano essere visti come uguali perchè sono nello stesso rapporto rispetto alle scale di chiarezza dei loro relativi campi, se ci sforziamo di esaminarli isolandoli dal loro schema di riferimento.

Campioni di colore

Campioni di colore

Vincent Van Gogh

Spesso le persone fanno arte, ma non se ne accorgono. Vincent Van Gogh

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Le trasparenze. Qual è la causa psicologica della trasparenza? L’applicazione del principio di semplicità: infatti non si separano in due colori ma si fondono in uno unico.

Claude Monet La nostra vita è come il cammino di un pellegrino. Una volta vidi uno splendido dipinto, rappresentava un paesaggio di sera. Sulla destra, in lontananza, una fila di colline che sembravano blu nelle brume della sera. Al di sopra di quelle colline, lo splendore del tramonto, le nuvole grigie striate d'argento, d'oro e di porpora. Il paesaggio è una pianura coperta d'erba e d'erica, qua e là le cortecce bianche delle betulle con le foglie gialle perché è autunno. Attraverso il paesaggio scorre una strada che porta a un'alta montagna, molto, molto lontana e, sulla cima della montagna, una città su cui il sole al tramonto getta una luce di gloria. Sulla strada cammina un pellegrino, ha un bastone in mano. Egli sta camminando già da molto tempo ed è stanco. Incontra una donna, una figura in nero che fa pensare alle parole di San Paolo: "Anche se triste, tuttavia sempre lieta. Quest'angelo di Dio è stato messo lì per incoraggiare il pellegrino e per rispondere alle sue domande; e il pellegrino chiede: 'Questa strada è sempre in salita?'. E la risposta è : 'Sì, fino alla fine'. Il pellegrino chiede ancora: 'Il viaggio durerà tutto il giorno?'. E la risposta è: 'Da mattina fino a sera, amico mio'. E il pellegrino continua la sua strada, triste eppur sempre lieto. Vincent Van Gogh

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Gocce d'acqua sono perle di luce che brillano un attimo, poi cadono, dimenticate...

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Se la bellezza è un’ombra, il desiderio è un lampo. Anatole France

In questo caso abbiamo un modesto effetto d’illuminazione o addirittura nessun effetto. Conseguenza dell’illuminazione: l’ombra. Un’ombra è uno stato d’oscurità vista come se si trovasse “davanti” all’oggetto, è come se fosse dotata di valori di colore diversi e distinti da quello dell’oggetto stesso. solo con l’impressionismo non si fa più

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distinsione percettiva tra valor i oggettuali e valori d’illuminazione, raffigurando qualsiasi superficie come un succedersi di sfumature e lasciando all’occhio il compito di separare le proprietà dell’oggetto da quelle dell’illuminazione.


E quando l’ombra dilegua e se ne va, la luce che si accende diventa ombra per altra luce. E così la vostra libertà, quando spezza le sue catene, diventa essa stessa catena di una più grande libertà. Kahlil Gibran

In questo caso invece, la transizione graduale fa sì solita omogenea superficie dell’oggetto. Rilevante che l’oscurità o la chiarezza, o entrambi, appaiano effetto d’illuminazione come veli immateriali che si sovrappongono alla

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La luce crea spazio. Si crea spazio, quando una stanza viene illuminata con una sola sorgente luminosa in modo non uniforme, che va dalla luce intensa, in vicinanza della sorgente luminosa, all’oscurità degli angoli più lontani. Ciò aumenta l’effetto di profonditò e non viene percepito per se stesso come fenomeno primario ma come aspetto della distanza.

L'insieme aveva l'essenza degli incubi, senza esserlo, però. La sensazione d'irrealtà era reale. Solo l'irrealtà è reale. Se no, le cose sembrerebbero molto reali, ma anche assurde. Paco Ignacio Taibo II

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Mimetismo spaziale. Si può ridurre l’effetto spaziale d’illuminazione tramite l’ombreggiatura come nell’esempio che ci fornisce la natura. Animali osservati ad una luce diffusa sembrano mancare di “solidità”.

Gli occhi dietro alle lacrime come due pesciolini in un mare troppo stretto. Margaret Mazzantini

Orientamento Diretto Ombre portate. Le ombre portate agiscono come vettori direzionali.

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Orientamento Indiretto

"E se non restasse pi첫 nessuno, sulla terra, a contemplare le ombre disegnate dal sole, che ne sarebbe del tempo?" Gore Vidal, Creazione

Luce che emana raggi paralleli al piano di appoggio degli oggetti. Si hanno degli orientamenti indiretti. (si hanno solo ombre proprie)

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Simbolismo della luce. La luce non viene concepita come fenomeno visivo a sè stante, ma viene considerata come proprietà interagente del mondo materiale. In molti casi si usa il contrasto di chiarez-

za in modo astratto e funzionale alle esigenze della sovrapposizione e non è necessario di giustificare il risultato che ne consegue, come effetto d’illuminazione.

A- Conseguenze simboliche: concezione di una natura costante e stabile, di tipo orientale. Ombreggiatura come elemento supplementare che viene aggiunto per ottenere tridimensionalità.

Caravaggio

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B- Non si ha la concezione di una natura stabile e costante, definita soltanto dalle sue forme. L’esito corrisponde ad intenzionalità di tipo occidentale. Ovvero l’illuminazione è applicata come principio globale.

Perchè, le gioie del più profondo affetto o dei più lievi aneliti del cuore sono solo l'ombra della luce, Ricordami, come sono infelice lontano dalle tue leggi;

Franco Battiato

Hiroshige (1979-1858)

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Colore

Colore

Colore In biofisica il colore è la percezione visiva generata dai segnali nervosi che i fotorecettori della retina inviano al cervello quando assorbono radiazioni elettromagnetiche di determinate lunghezze d'onda e intensità nel cosiddetto spettro visibile o luce.


Diagramma cromatico planimetrico

Giallo

Arancio/Giallo

Verde/Giallo

arancio

Arancio/ rosso

verde

Rosso

Verde/ blu

Viola/rosso

blu

blu viola

viola

Colori Primari

Colori Secondari

Giallo Rosso Blu

Arancio viola verde

Colori terziari arancio/giallo Arancio/rosso Verde/blu Verde/giallo Viola/blu Viola/rosso

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Diagramma cromatico stereometrico (sfera cromatica di J.Itten)

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Solido cromatico “Albero� di Munsell

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Contrasto dei colori puri Presente nelle arti primitive e popolari. Questo è il più semplice dei sette contrasti, per crearlo basta l’accostamento di qualsiasi colore con il più alto grado di saturazione. L’accostamento di giallo, rosso, blu rappresenta il massimo grado di tensione dei valori puri. Primari - Effetto chiassoso, energetico, deciso, che tende a smorzarsi man mano che le tinte si allontanano dai tre primari.

f k as gh m d

gh asf k md Secondari

f k as gh m d

gh asf k md

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Terziari - Effetto ancora piĂš debole

Ab<g c L k < ai k A Y d c b zm g a v z i A f dk z z v m y CX fb Se si separano i colori con linee bianche o nere, essi aquistano un risalto maggiore. Ogni colore acquista un valore reale, concreto. Il bianco attenua la forza luminosa dei colori vicini e li scurisce; mentre il nero ne esalta la luminositĂ e li fa risultare piĂš chiari. Va ricordato che siamo in grado di percepire ben 150 colori (puri) saturi.

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Il nero e il bianco sono polari, ma fra essi si sviluppa la gamma dei grigi e dei colori. Il numero di gradazioni di grigio percepibili dipende dal’acutezza visiva dell’occhio e della soglia sensoriale individuale. Il grigio neutro è un colore negativo, privo di carattere, indifferente, ma assai influenzabile dà contrasti di toni e di colori. Il grigio dello stato neutro di colore negativo può venir trasformato simultaneamente da qualsiasi colore nel suo esatto complementare.

Gradazione di Colori

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Contrasto di caldo e freddo, o contrasto termico. A prima vista l’idea di voler riconoscere nel campo della percezione ottica dei colori una componente termica può destare sorpresa. Eppure è stato possibile accertare che in due diversi laboratori, uno tinteggiato in verde/blu, l’altro in rosso/arancio, la sensibilità personale al freddo o al caldo differiva di ben tre gradi. 15° per il primo caso, 11°/12° per il secondo, relativamente alla sensazione di freddo.

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Xavier Swolfs

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Contrasto dei complementari. Si definiscono complementari due colori i cui pigmenti mischiati tra loro diano un grigio/nero/neutro. Sono una coppia singolarissima, infatti per quanto contrari, si richiamano a vicenda. Di ogni colore non esiste che un complementare, i complementari danno effetto di solidità e staticità. Sono coppie di complementari i colori giallo/viola, arancio: giallo/viola:blu - arancio/blu - arancio: rosso/verde: blu - rosso/verde - viola : rosso/verde: giallo.

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Se componiamo queste coppie di complementari costatiamo che in esse sono sempre contenuti i tre colori fondamentali. Ogni coppia di complementari possiede però i suoi caratteri specifici: così la giusta apposizione di giallo/viola, da luogo anche ad un forte contrasto chiaroscurale. La coppia arancio: rosso/ verde: blu rappresenta il punto estremo della polarità caldo freddo. I complementari rosso/verde possiedono un eguale grado di luminosità e di lucentezza.

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Contrasto di simultaneità. Avviene per l’assenza del complementare. Si tratta di un fenomeno per cui il nostro occhio sottoposto ad un dato colore, ne esige contemporaneamente un altro, esige la presenza del suo complementare, e non ricevendolo se lo rappresenta da sè. Nel contrasto di simultaneità i colori abbandonano il loro carttere oggettivo per oscillare sul piano irreale e si smaterializzano.

Si può attenuare o rinforzare l’effetto di simultaneità

o annullarlo: due quadratini neri sul fondo viola appaiono verdastri, perchè il viola evoca il giallo, un’irradiazione gialla che sovrapponendosi al nero lo fa apparire nero/verdastro. Se adiacenti ai due quadratini neri ne poniamo due gialli, ‘irradiazione gialla dello sfondo viola è completamente assorbita dai quadratini gialli, e quelli neri appaiono come in realtà sono, senza modificazioni simultanee.

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Conseguenze tipiche dell’effetto di simultaneità .

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Contrasto di qualitĂ

Georges de La Tour: St. Joseph the Carpenter

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Contrasto di quantitĂ

Pieter Bruegel, Paesaggio con la caduta di Icaro, 1558

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SpazialitĂ dei colori Caravaggio VS Morandi

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Teoria espressionista dei colori Ai processi ottici, elettromagnetici e chimici che si producono nell’occhio e nel cervello umano alla vista dei colori, corrispondono in genere paralleli processi psicologi. L’emozioni suscitate dagli effetti cromatici possono toccare il nucleo più profondo dell’uomo, interessando i centri essenzia-

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li della psiche e della spiritualità. Gothe parlò di un’attività sensibile-morale del colore. Nel testo seguono alcune definizioni qualitativo-espressive in merito ai diversi colori. (Itten) Inoltre l’autore sintetizzò con alcuni esepi (che possiamo vedere qui di seguito) la sua storis.

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Violento Durissimo

Ciercles in circle Massima lucentezza

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Mark Rothko nacque in Lettonia nel 1903 e morì suicida a New York nel 1970 (aprendo un lungo e famoso caso giudiziario sulla sua eredità). Pittore tra i fondatori del gruppo The Ten, si dedicò per molti anni allo studio dell’espressionismo astratto, anche se tale termine, classificatore, mai gli piacque: la sua ricerca verteva verso la raffigurazione cromatica delle emozioni, intrise, nella superficie pittorica, di campi di colore, elaborati con grande senso di spazialità. Sebbene le sue opere rimasero sconosciute ai più

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per lungo tempo della sua vita, diversi furono i luoghi, anche inconsueti, nei quali espose: famoso il ristorante “Four Seasons” di New York, dal quale, però, ritirò gran parte delle tele perchè le giudicò successivamente inadatte ad una sala da pranzo. In lotta contro la depressione, morì a New York. Trovo, nella forza pittorica degli accostamenti cromatici, sia un richiamo alla dirompente concettualità delle diverse intensità di pensiero verso l’oggettiva realtà della materia, sia una ricerca di un rassicurante stato di calma, serenità, beatitudine.

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Colore II Colore II


Rosso La sessualità, il movimento, l'attività, il principio maschile, il fuoco, la regalità, l'amore, la gioia, la ferocia, la collera, la vendetta, il martirio, la forza d'animo, Fiume nel nostro corpo, sangue che scorre, la vita, il calore, la passione, la fiamma, l’ardore, la carne perde il controllo e si abbanNudo rosso seduto, Chagall dona a note stimolanti ed eccitanti, il cuore corre su palpiti frenetici, l’adrenalina percorre come un brivido attraente ed indisponente il nostro corpo, aumenta la tensione e il pensiero diviene pura energia vitale, e tutto in un puro e semplice colore primario; il rosso che si esprime con l’espressione latina “rutilus e ruber”, concettualmente “sangue e vita”, il rosso è infatti il simbolo del corpo, della materia. Denota eleganza e seduzione, ha seguito il cammino dell’uomo fin dall’origine. E’ il primo colore riconosciuto dai neonati e il primo cui tutti i popoli hanno attribuito un nome. Rosso è il termine che compare nelle lingue primitive a indicare un colore diverso da chiaro e scuro, da bianco e nero, o meglio, nei confronti di questa dicotomia assume il ruolo di “colorato” rispetto al “non colorato”. Su questi tre elementi, fino in pieno Medioevo, si organizzano tutti i codici sociali e la maggior parte dei sistemi di rappresentazione costruiti sul colore. Riferibile al fuoco e al sangue, è istintivamente legato al principio della vita, e perciò protagonista dei racconti della creazione, simbolo di vita e vitalità, colore dello spirito e delle divinità creatrici e protettive. Nel mito e nelle cerimonie rituali, pertanto, il sangue (poi anche il vino) e il colore rosso sono potenziatori e glorificatori della vita. Nell’Antico Testamento con l’argilla rossa è forgiato Adamo, l’Uomo il cui nome in ebraico significa sia “rosso” sia “vivente”. I corpi dei defunti venivano dipinti con argilla rossa al fine di ridonare loro la vita. Il mito nel quale il rosso trionfa più di ogni altro come colore, come sangue e come vino, è certamente quello dionisiaco e Dioniso veniva rappresentato con il mantello o il viso rosso e glorificato con r i ti sfrenati e selvaggi , esempi di furore orgiastico. Lo stretto legame con l’energia, la creazione e l’intensità dei sentimenti legano da sempre il rosso, nelle sue tonalità più forti, all’erotismo, dall’amore al sesso: nella Grecia pre-ellenistica è il colore del grande dio Eros.

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Anche nell’arte si sfrutta questa simbologia: Marc Chagall, per esempio, lo sceglie come il colore che riesce a trasmettere il sentimento di eros cosmico dei suoi dipinti, il coronamento dell’unione degli amanti, il trionfo dell’amore sopra un mondo sempre minacciato dal caos. Le associazioni vanno dall’amore sacro e puro delle dee dell’amore, all’amore profano: Maria Maddalena che ne è l’immagine cristiana spesso, infatti, è vestita di rosso. Ogni mollusco fornisce una sola goccia di colorante che per questo diventa più prezioso dell’oro e sinonimo di potere. La porpora, esportata in tutto il Mediterraneo, nella Roma repubblicana e imperiale diventa il colore riservato ai personaggi di alto rango e l’uso è regolamentato da norme precise e severe. Nei mosaici di San Vitale a Ravenna, del VI secolo, sono le tessere di color porpora quelle riservate al manto dell’imperatore Giustiziano I e dell’imperatrice Teodora e dato che gli imperatori bizantini sono considerati rappresentanti di Cristo sulla terra è naturale trasferire questo colore regale allo stesso Gesù che, infatti, indossa una veste porpora. Questo legame contribuisce a confermare nei secoli successivi l’uso del rosso per gli abiti del Cristo. In molte religioni i simbolismi del rosso e del fuoco uniscono i loro significati di energia per configurare la più efficace delle esperienze purificatrici: l’inferno. Il rosso quindi oltre che colore divino è anche colore diabolico, andando così a coprire l’intero arco delle espressioni dello spirito. Il rosso perde la supremazia, ma mantiene il suo valore allegorico e il suo prestigio, lo dimostra per esempio il San Francesco rinuncia

Madonna del cancelliere Rolin di Jan Van Eyck

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all’eredità del Sassetta (1437), dove l’atto della rinuncia corrisponde a quello di gettar via un prezioso mantello rosso. Nella contemporanea Madonna del cancelliere Rolin di Jan Van Eyck, invece si misura nel terreno che è proprio del blu, il culto mariano, qui, infatti, l’abito della Vergine è costituito da splendidi drappeggi rosso cremisi. Nel Rinascimento è a Venezia che si coltiva una particolare sensibilità nei confronti del colore. For-

I tre Filosofi, Giorgione se è perché vi penetra l’arte bizantina, perché vi approdano i pigmenti esotici, per la natura e per il clima della città che si determina il cosiddetto stile veneziano. Qui, infatti, si elabora un’interpretazione originale del Rinascimento: il problema della rappresentazione del volume non si risolve come in Toscana con linea e chiaroscuro, ma attraverso colore e luce dando vita alla cosiddetta prospettiva tonale. Giovanni Bellini e Giorgione sono i principali artefici di questa arte sensibile, ricca di passione e sensualità, in contrapposizione ai criteri razionali di Firenze. In questo ambiente si forma Tiziano accogliendo anche le novità del linguaggio manieristico: i volumi scultorei, le pose artificiose, gli scorci arditi, i forti contrasti chiaroscurali, ma assim landole in un proprio e originale linguaggio. Rifiuta la freddezza e l’astrazione degli artisti toscani e ravviva le composizioni con un uso naturalistico e sensuale della luce e del colore. I contrasti sono forti, ma magistralmente controlla e concilia le tonalità stridenti e il suo rosso brillante e potente è rimasto nella memoria diventando un colore a sé: il rosso Tiziano. Il colorismo veneto e l’opera di Tiziano affascinano e ispirano anche l’opera del maestro fiammingo Rubens: i suoi colori sfavillanti ce lo fanno ricordare come il suo erede barocco. L’influsso veneto si sente nell’uso dei colori primari e di come vengono modulati nell’appli-

carli: nel Sansone e Dalila, significativa è la scelta e l’uso del colore rosso per l’abito di Dalila, scelta che conferisce una fo rte carica sensuale al contesto e accresce la sensazione di pericolo della scena. Il rosso è il colore dell’energia che si manifesta conforza, vigore e potenza che può però raggiungere anche l’aggressività, l’ostilità e la rivolta: il rosso del berretto frigio, le camicie rosse garibaldine e le bandiere rosse della rivoluzione proletaria Nell’arte come nella realtà, partecipa sempre come elemento di forza, serve a sottolineare e a potenziare un’azione, a nobilitare e rendere solenne un personaggio. Quale colore migliore quindi, per interpretare l’irruenza e il carattere di un pittore come Caravaggio? Egli, pur sovvertendo l’impalcatura iconografica tradizionale, mette a frutto la forza simbolica del colore e della luce: il rosso, infiammato dai fasci luminosi, sottolinea un gesto come nella Vocazione di San Matteo; evidenzia un personaggio come nella Cena in Emmaus; direziona e cattura l’attenzione come nella Conversione di San Paolo e potenzia la drammaticità della scena come nella Morte della Vergine. Un contributo ad attirare l’attenzione sugli aspetti psicologici del colore piuttosto che su quelli puramente fisici, si deve all’opera “pseudoscientifica” di Johann Wolfgang Goethe. Per lui, chiaro e scuro equivalgono ai due soli colori puri: il giallo e l’azzurro. Il rosso, dice, non è «un colore individuale, ma… una proprietà che può riferirsi all’azzurro e al giallo». In Caravaggio: Cena in Emmaus sistendo inoltre sulle polarità (maschile-femminile, caldo-freddo) concorre a consolidare l’idea dei colori complementari, tanto importante per gli artisti del XIX secolo. L’arte, infatti, continua la sua rivoluzione proseguendo proprio sulla via del colore. Colore che disegna, costruisce, vibra, esprime, che si lega alle emozioni personali del pittore e trasmette emozioni. L’avvicinamento alla natura cominciato col Romanticismo prosegue nell’Impressionismo e anche se vengono privilegiati i colori che maggiormente si trovano in natura, il rosso mantiene intatta la sua forza espressiva

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e serve ogni qualvolta si deve dare risalto, forza, gridare le emozioni. «Ho cercato di esprimer le terribili passioni dell’umanità… ovunque un contrasto di rossi e di verdi più discordanti… non è un colore ambientale vero… ma è un colore che suggerisce certe sensazioni di un temperamento ardente» questo racconta Vincent Van Gogh al fra-

tello Theo per descrivere quello che considera uno dei suoi quadri preferiti il Caffè di notte (1888). Il quadro infatti, è un totale delirio di complementari rossi e verdi, immersi in una luce giallo acido. Solo il verde e il giallo potevano resistere alla drammaticità di quei muri “rosso sangue”. Queste angosce urlate col colore, forniscono le basi per il lessico del norvegese Edvard Munch e poi dell’Espressionismo tedesco. Munch, fa eco proprio a Van Gogh quando a proposito de L’urlo del 1893 osserva: «Ho… dipinto le nuvole come sangue vero. I colori gridavano». Nel 1911 il pittore Vasilij Kandinskij pubblica Lo spirituale nell’arte che in poco tempo diventa “le livre de chevet” di quella

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generazione di artisti. Vuol essere il proclama di un’epoca nuova, l’età dello spirito, il risveglio dell’anima. L’arte è espressione dello spirito e fondamentale è il colore, che non è soltanto una qualità della superficie, ma qualcosa che viene dal di dentro e rivela l’essenza delle cose, qualcosa da sentire col corpo e con la mente. Il rosso, sostiene Kadinskij, porta sempre con sé una potenza enorme, «suscita una sensazione di forza, energia, tensione, decisione, gioia, trionfo ... In campo musicale ricorda il suono delle fanfare» e riconduce anche ai toni «appassionati, medi e gravi del violoncello». Ogni colore produce un effetto particolare sull’anima e il rosso, per la sua somiglianza al sangue, può provocare l’effetto della sofferenza dolorosa come probabilmente interpreta nel suo Tormento interiore del 1925. Henri Matisse, conquistato dall’intensità del nuovo rosso di cadmio, prima importante innovazione nei pigmenti rossi dalla lacca di carminio del XVI secolo, dichiara: «La mia scelta dei colori non poggia su una teoria scientifica; si basa sull’osservazione, sul sentimento … Cerco semplicemente di trovare un colore che si addica alle mie sensazioni». Il fascino nei confronti di questo rosso e l’apprezzamento per un uso del colore piatto e non modellato che ne preservi l’integrità e la purezza, ha prodotto opere bellissime come Interno rosso: natura morta su tavolo blu, Grande interno rosso o La stanza rossa. Tutti i colori hanno aspetti positivi e negativi, il rosso li esprime entrambi con violenza: è il colore delle forti contrapposizioni : esprime forza e annuncia pericolo, è divino ed è diabolico; rappresenta spirito e materia, sussurra amore e grida eros. E’ il colore della virilità eppure è il preferito dai bambini, comunica a voce alta fino a gridare ogni espressione della vita. In ogni manifestazione attrae e coinvolge. Nel pensiero comune, il rosso è un riferimento simbolico senza tempo che ignora epoche e culture. Cos’è che resta nella memoria della pittura pompeiana? Il rosso; il rosso che fa da sfondo alle scene di vita come un drammatico presagio. Nella corrida, intrattiene simbolicamen-

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te e riassume l’insieme tematico coinvolto: allo stesso tempo, infatti, è il colore del toro, della virilità, della prova di forza e del sangue che scorre. Così quando il matador rotea la cappa nell’arena toro e spettatori sono catturati da quel gesto. E’ il movimento di quella macchia rossa che catalizza l’attenzione dei presenti Il rosso è il colore delle foglie che cadono in autunno, quindi la morte, e la vita, il ciclo vitale che giunge al termine per poi rinascere. Un tramonto, o un’ alba offrono delle sfumature di rosso nelle quali perdersi per camminare o correre, ora nei prati fioriti, ora nei rami secchi della mente. Il corole che poeti hanno usato per le loro suggestioni sintetiche. Il colore del vino, che richiama Dioniso nelle sue feste orgiastiche, quindi la leggerezza e l’effimero di una vita che passa, e che va vissuta nel presente, agguantando quest’ultimo, per quanto possibile, forte fino a stringere la gola, fino a togliere il respiro. Spesso banalizzato e accostato all’amore nel senso più commerciale del termine, richiama invece impulsi e stimoli ancestrali, che prescindono la mente, l’uomo e la ragione. Per me il rosso è elettricità,

lussuria, passione, è un colore attraente ed elegante, il colore del peperoncino, e tutti nella vita ne abbiamo un po’ bisogno. Un impatto magnetico, frizzante, il rischio, il rischio del presente, di un amore che viene, di un altro che fugge, un rischio attraente ed indisponente come il velluto livido e corposo, un alchimia che nasce ancor prima dell’uomo stesso, dalle origini misteriose. La passione così tanto nominata, abusata, calpestata, così maledettamente sempre nominata, anche impropriamente, sempre sulle nostre labbra. Le labbra carnose, che richiamano il sesso femminile. Quell’alchimia così cercata, così agognata, non riusciamo a spiegarci da dove nasca, come e quando, perché nasca, questo ci attrae e ci spaventa, ma soprattutto ci attrae senza ritegno, e porta la veste del colore rosso, è percepita come rosso che nasce, vive e muore in noi, inteso come viaggio metaforico di vita e morte, come vita e morte in senso materiale e come piccola morte in senso proustiano del termine. La poesia è rossa. “Sa sedurre la carne la parola, prepara il gesto, produce destini... È martirio il verso, è emergenza di sangue che cola e s'aggruma ai confini del suo inverso sessuato, controverso”

Patrizia Valduga

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Giallo

Dal punto di vista etimologico in italiano la parola giallo deriva dal francese antico jalne a sua volta derivante dal latino galbinum e galbus con significato di “verde pallido, giallo”. L’incontro del bianco raggio di pura luce con la Terra, è calda luce del sole che nello stereotipo infantile, viene sempre dipinto di giallo. Illumina l’oscura e fredda materia trasformandola in oro, un’impressione di leggerezza, irradia, la sua è una gaiezza impalpabile, capace di trasmettere calore, movimento, forza. Non c’è nulla di statico nel giallo, pulsa di energia compressa che si apre verso verso l’esterno, in un’espansione continua. Il colore di una calda giornata estiva o dei petali di un radioso girasole, il giallo solitamente evoca associazioni positive quali l’ottimismo e l’energia. Quando il giallo si concentra nella tonalità oro, il suo potere si astrae verso qualità di perfezione e preziosità, verso il completamento e la realizzazione di tutte le potenzialità. Si pensi al percorso alchemico, dove la trasformazione dal piombo all’oro, simbolicamente rappresenta il percorso dagli stati più ombrosi della coscienza (piombo) a quelli illuminati e superiori, alle possibilità dell’essere. L‘oro diventa “valore”, potenziale interno, realizzazione. Specialmente se associato al nero, in zoologia il

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giallo, indica agli altri animali il pericolo; è usato, per esempio, da api, vespe ed animali marini tossici o dotati di pungiglione che in questo modo comunicano la loro pericolosità agli altri, Giallo è un genere letterario che deriva dalla copertina di una fortunatissima serie di romanzi polizieschi editi dalla casa editrice “Arnoldo Mondadori” a partire dal 1929, ma è anche uno dei colori simbolo della Cina. Gialle erano le stelle di Davide che dovevano cucire, sui propri vestiti, gli ebrei durante le persecuzioni naziste, in politica il giallo è il colore dei partiti e movimenti radicali, in alcune città i taxi sono gialli, tale uso probabilmente deriva da New York City, dove il tassista Harry N. Allen dipinse di giallo il suo taxi dopo aver imparato che questo è il colore più facilmente distinguibile da lontano, anche molti scuolabus sono dipinti di giallo per aumentarne la visibilità e offrire maggior sicurezza nella salita e discesa dei piccoli utenti. Nelle corse automobilistiche, una bandiera gialla indica pericolo. Le macchine non possono sorpassare in presenza di tale avvertimento. Al pronto soccorso il codice di accesso giallo significa situazione grave, ma senza imminente pericolo di vita, con tempo di attesa di norma non superiore a 10 minuti. Le Pagine Gialle sono quell’elenco telefonico o sezione di esso che elenca le attività commerciali raggruppate per categoria. In dialetto napoletano, per dire di aver avuto molta paura, si dice “Ho fatto il giallo”. Allo stesso tempo dati storici identificano il colore come simbolo dei traditori, dell’invidia o dell’egoismo. Il significato che solitamente viene attribuito a questo colore dipende solitamente da due aspetti: da una parte abbiamo quello culturale, dall’altra quello qualitativo; possiamo infatti notare come anche soltanto un leggero influsso grigiastro sia in grado di rendere il giallo quasi sporco. Anche per gli antichi Egizi come in diverse civiltà, il giallo è un colore indice di preziosità e associato al divino. Rappresentava l’oro e la carne degli dei. Solitamente venivano dipinte in giallo le divinità femminili. La preziosità del giallo dipendeva anche da motivazioni economiche, perchè uno dei componenti che ne costituivano il pigmento, l’orpimento, era un minerale molto raro, importato in Egitto dai paesi asiatici. Il pigmento veniva ottenuto mescolando le ocre gialle derivate dagli idrossidi di ferro con il trisolfuro di arsenico o orpimento. Il giallo era molto utilizzato come fondo nelle pitture murali tebane della XIX dinastia. Durante il regno di Tutmosi III, nelle tombe reali venne utilizzato una qualità di giallo molto intenso, ricavato dall’orpimento puro.

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Nella civiltà egizia il giallo poteva essere anche ottenuto per sintesi chimica. L’antimoniato di piombo giallo, chiamato anche “fritta egizia”, si otteneva dalla trasformazione dei carbonati come il gesso o la malachite in ossidi. I minerali, con un procedimento simile a quello per l’ottenimento del blu e del verde, venivano portati ad alte temperature per liberare biossidi di carbonio (sotto forma di anidride carbonica), e ottenere il pigmento giallo sintetico. Elios nell‘antica grecia, e le divinità solari, venivano immaginati avvolti da luce gialla, e anche le chiome bionde di Gesù nell’iconografia cattolica, sembrano voler richiamare il collegamento con la luminosità diffusa. In Europa fin dal medioevo il giallo divenne il colore del pericolo: in caso di epidemia di peste venne fissata una bandiera gialla. Ancora oggi sulle barche si usa la bandiera gialla nel momento in cui viene contratta una malattia contagiosa. Nonostante questa storia ai giorni d’oggi il giallo risulta particolarmente popolare: possiamo infatti riscontrarlo come simbolo di luoghi o oggetti molto conosciuti, come le pagine gialle o la posta. Cennino Cennini menziona tra gli altri un colore giallo, avvertendo che «Giallo è un colore che si chiama giallorino, el quale è artificiato, e è molto sodo e greve come prieta, e duro da spezzare, però ti dico sia colore artificiato, ma nond’archimia». Il giallorino, alla lettera un giallo chiaro indicato dal diminutivo, è colore tenue, pallido ma molto stabile e si presta nell’universo simbolico medievale e poi rinascimentale a connotare sentimenti negativi, come l’invidia, il tradimento, l’angustia. Tanto che nel mondo islamico dall’VIII secolo in poi si associa agli ebrei e ai cristiani finendo per connotare, nei confini del mondo cristiano, gli ebrei; fino all’infame genocidio perpetrato nel secolo scorso, quando sul braccio delle vittime si apponeva una stella di Davide immancabilmente gialla. Nelle figurazioni pittoriche medievali, gialla è la veste della rappresentazione della Sinagoga, dell’ebreo e, in particolare, di Giuda, fino alla sistematizzazione che ne fa Cesare Ripa nella sua Iconologia dove la Malvagità è vestita di giallo perché «la veste di color giallolino significa Malvagità, tradimento e astutia, mutatione dè pensieri, e insomma questo colore non si può applicare ad alcuna virtù, non avendo in se fondamento stabile e reale». Questo colore così pieno di significati, nasconde altri segreti che riguardano il mistero della sua composizione e produzione sin dall’antichità. Sempre il Cennini lo definisce un colore «artificiato» per poi ribadire, tuttavia, la sua pro-

venienza non alchemica. Con il progredire della scienza moderna, questo colore diventa il centro di un dibattito sempre più appassionato che investe nell’età dei lumi persino la prestigiosissima Académie Royale des Sciences de Paris, dove vi si dedicano dibattiti enciclopedici, intrecciando la passione per la conoscenza naturale agli interessi economici dell’industria. Infatti, questo color giallorino o giallolino, che in un momento della sua storia si identifica con il famosissimo Jaune de Naples/Giallo di Napoli, diventa uno dei componenti essenziali nella decorazione della ceramica e della porcellana, con le nuove manifatture europee che tentano di imitare e superare quelle cinesi nel loro dettare la moda all’Europa del XVIII secolo. I pigmenti impiegati per il giallorino derivano, in genere, dalle tecnologie di produzione delle ceramiche e dei vetri e hanno tra gli ingredienti piombo, stagno e/o antimonio, o i loro ossidi. L’impiego di questi pigmenti è differenziato nel tempo e nelle diverse aree geografiche, ed è affascinante ripercorrere la storia del loro utilizzo nelle differenti tecniche artistiche e la vicenda della loro riscoperta da parte degli scienziati moderni. Nella Roma del Seicento c’era, ad esempio, un particolare pigmento giallo identificato correttamente solo pochi anni orsono, il giallo di piombo stagno e antimonio. Pittori come Domenichino o Orazio e Artemisia Gentileschi hanno usato questo pigmento nelle loro opere prodotte nell’Urbe,ma non in quelle

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realizzate altrove durante i loro spostamenti: circostanza che testimonia la loro inconsapevolezza riguardo alla sua effettiva composizione. Nonostante ciò nel medioevo il giallo divenne il colore degli esclusi. Nel 1506 a Leipzig le prostitute vennero obbligate a vestire una mantella gialla, mentre già dal 1445 ad Amburgo dovevano indossare una sciarpetta gialla. Anche donne le quali avevano concepito figli al di fuori dal matrimonio dovevano mostrare la loro vergogna attraverso indumenti del suddetto colore. Torturatori, mercenari e coloro che professavano una diversa fede dovevano anch’essi vestirsi con panni gialli, e nelle case dove alloggiavano gli esclusi, le porte venivano dipinte di giallo. Soprattutto gli ebrei furono sottoposti alla discriminazione attraverso il colore giallo. Poiché né nella chiesa ebrea, né in quella cristiana, il colore giallo è tollerato come colore liturgico, si identificò come strumento utile per marchiare coloro che non appartenevano alla stessa fede. Già dal 12. secolo gli ebrei furono obbligati ad indossare cappelli gialli e a cucire dei cerchi dello stesso colore sui propri indumenti. Anche nel terzo Reich il giallo acquisì valore discriminatorio, poiché gli ebrei vennero segnalati con una stella gialla. In generale il giallo non fu mai un colore molto usato poiché la tintura con lo zafferano fu molto costosa, e il giallo sbiadito spesso contribuì ad esaltare il pallore della pelle facendo sembrare le persone quasi malate. Il soggetto che sceglie il giallo può essere un turbine di attività, indica un bisogno di possesso e di speranza o l’attesa di una felicità più grande: tale desiderio si manifesta in tutte le sue forme, dall’avventura sessuale alle filosofie illuminatrici ed è sempre indirizzato verso il futuro. Il giallo spinge in avanti, verso quel che non è ancora de-

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finito. Il soggetto prova il desiderio dì trovare una via d’uscita che gli consenta di rilassarsi, e rivela anche un suo certo lato superficiale, il gusto del cambiamento per il cambiamento, il desiderio di vivere altre esperienze. Il giallo cerca l’importanza e la considerazione altrui, non è mai in riposo, ed è costantemente impegnato a perseguire le proprie ambizioni. La sua valenza negativa è legata al fatto che viene associato al deserto quindi all’aridità. Una luce che diventa diretta emanazione del divino, che esprime la totalità, ma anche la chiarezza, l’illuminazione della coscienza. Il Se’ che si esprime nel conscio, che viene alla luce e che agisce nel mondo attraverso l’intelligenza, la volontà. Il giallo viene associato al 3° chackra Manipura (la pietra rilucente), polo di energia presente nel corpo umano che si lega alle qualità di autostima e di realizzazione nel mondo, al senso di potere che si esprime nell’affermazione : “Io sono” , ma che ha bisogno della volontà e della intelligenza per realizzarsi. Ai sette chackra è abbinato un colore in funzione della loro frequenza di azione, ed ogni chackra agisce in un aspetto fisico e psichico della nostra persona” dice Giangi guida di Medianità ed equilibrio nel suo articolo ” I colori dei Chakra…. Secondo la filosofia Cinese del Yin e Yang , i l Yang maschile è giallo. Designa la forza e il principio creativo. Anche loro aumenta le accezioni positive del giallo: ricchezza, ma anche fedeltà e lealtà. Per quanto riguarda la cultura occidentale soltanto il giallo dorato è positivo, come il colore del sole. Anziché parlare di foglie gialle, si parla infatti di un autunno dorato. In conseguenza al fatto che il giallo sia anche il colore dei campi, questo colore è anche simbolo di maturità, è una giornata dai toni caldi, accesi, è grano che ondeggia al sole, è movimento, è energia.

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La Stella d’oro, Herbert Pagani

Quando esisteva ancora un dio il nonno di un bisnonno mio di professione contadino tirava avanti con fatica un campicello da formica tre zolle al fuoco del mattino ed era un uomo calmo e pio che divideva l’esistenza tra la famiglia ed il suo dio e non aveva che un tesoro una stella d’oro. Un giorno che era li a zappare vide degli uomini arrivare in una nuvola di guerra -Volete acqua?- domandò quelli risposero -Ma no quello che vogliamo è la tua terraMa questa poca terra è mia quelli risposero -Va vialui prese il libro del signore la moglie i figli e il suo tesoro la sua stella d’oro. E camminando attraversò

la notte dell’eternità chiedendo terra da zappare -Datemi anche una palude ed io con queste mani nude ve la saprò bonificare-Va via straniero o passi un guaio se vuoi restare l’usuraio è tutto quello che puoi fare tanto sei ricco d’un tesoro la tua stella d’oro.Rimasto senza campicello si disse -Ho solo il mio cervello e quello devo coltivaredivenne scriba e poi dottore poi violinista e professore ed Archimede nucleare -Ma quanti sono santo iddio come ti volti c’è un giudio come bollare questa peste gli cuciremo su la sua veste la sua stella d’oro.E cominciò una grande caccia e mille cani su ogni traccia

e fu la fiera del terrore braccati in casa e per le strade erano facili le prede con quella stella sopra il cuore e il nostro vecchio contadino perdette tutto in un mattino moglie figli cuore e testa e disse -Adesso non mi resta che la mia stella d’oro.Allora corse verso il mare lo attraversò per ritrovare la terra che era stata sua -Signore la vorrei compare-Le dune qui costano care-Ma gliela pago-Allora è tuaPiccola vanga nel deserto quando un sparo all’orizzonte attraversò lo spazio aperto lui cadde in terra e sulla fronte una stella d’oro una stella d’oro.

O Sole nun è d’oro, figlia mia, né dint’ ‘o vierno, né dint’ ‘a staggione. Nun credere a chi conta ‘sta buscia; nun sentere a chi canta ‘sta canzone. Rispunne a chi te dice ‘sti pparole: — « ‘O Sole nun è d’oro! ‘O sole è... ‘o Sole! ‘O Sole è ‘o Sole che ‘nce scarfa ‘e ccase, c’ammatura ogni frutto e ‘ndora ‘e spiche. È ‘o Sole ca m’asciutta ‘e panne spase, ca mme secca ‘a cunzerva e spacca ‘e ffiche. E nun è d’oro! Pecché ll’oro è niente... E senza ‘o Sole nun sarrìa lucente! Rocco Galdieri

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Blu La parola blu deriva dall'antico germanico blau, nato dall'incontro tra luce e materia, Il blu rappresenta la calma totale semplice fatto di guardare questo colore produce un effetto pacifico sul sistema nervoso. La tensione diminuisce, il polso e la respirazione si regolarizzano mentre i meccanismi di difesa lavorano per ricaricare l'organismo. Il corpo si rilassa, recupera. Sul piano psicologico, il blu scuro sviluppa ulteriormente la sensibilità. Esso è la rappresentazione cromatica di un bisogno biologico fondamentale: sul piano psicologico, pace e soddisfazione, su quello fisiologico, tranquillità. Il blu rappresenta i legami di cui ci si circonda, per sentirci stabili, sicuri, liberi da ogni tensione, in una situazione equilibrata ed armoniosa. Rappresenta l'unione, un sentimento di appartenenza e perciò la fedeltà: ma poiché si tratta di chi ci è caro, e siamo in questo particolarmente vulnerabili, rappresenta anche la sensibilità, la profondità del sentimento. In quanto sensibilità ed appartenenza, rappresenta infine una condizione che favorisce l'energia, l'esperienza del bello, la meditazione. Schefling utilizza il simbolismo del blu nella sua Filosofia dell'Arte. «il silenzio è la condizione propria della bellezza, come la calma di un mare tranquillo». Il blu corrisponde in modo simbolico alle acque calme e ad un temperamento quieto, alla femminilità. la sua percezione sensoriale è la dolcezza, il suo contenuto affettivo la tenerezza. Il blu esprime il bisogno di quiete e serenità emotiva, racchiude l'attesa, la magia, il mistero. Il Colore del mare, delle profondità oceaniche, dell’abisso senza fine che si stende sulle lenzuola del tempo, del cielo inconsistente e impalbabile che ci fa sentire sulla pelle il senso di piccolezza. Terra e Cielo, alfa e omega, inizio e fine. Il fisico irlandese John Tyndall, 150 anni fa ha scoperto perché percepiamo il cielo è azzurro: la luce solare, che è bianca, a contatto con l'atmosfera terrestre si suddivide, e i raggi blu, che hanno una lunghezza d'onda più breve degli altri si diffondono in tutte le direzioni. Associato al cielo e al mare, il blu evoca “Dittico Wilton" con la Madonna ed il bambino dipinto per Riccardo II di Inghilterra.

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Luigi IX Re di Francia noto come “il Re Santo” luce, profondità, intuizione dell'infinito, tensione verso l'ultraterreno, unione con il tutto. Prima della sintesi chimica dei colori, per ottenere una tinta blu, era necessario mescolare olio di lino e polvere di lapislazzulo; questo procedimento rendeva il blu il colore più costoso in assoluto tra la gamma dei colori ad olio ed era quindi usato con molta parsimonia. Nelle tavole anatomiche in medicina, per convenzione il blu indica le vene, cioè i vasi che si dirigono verso il cuoreLe divise dei poliziotti e dei carabinieri sono blu perché è un colore che simula pace e sicurezza, in una stanza blu il cuore umano batte meno velocemente, sempre per lo stesso motivo. Tradizionalmente il blu è stato considerato come un colore primario nella pittura. Nelle statistiche degli ultimi 100 anni l'azzurro è il colore preferito da oltre il 50% degli europei ed è molto utilizzato sia nelle campagne marketing che pubblicitarie. A questo proposito si è osservato che i sonniferi, il cioccolato al latte e molti prodotti per la pulizia vendono di meno se sulla confezione non c'è almeno un piccolo fregio celeste. Il blu è dappertutto e dovunque si trovi trasmette un messaggio

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preciso: sulla bandiera dell'Onu e dell'Unione Europea indica la volontà di pace e fratellanza. Sui pacchetti di zucchero significa dolcezza. Facebook, la piattaforma sociale più utilizzata nel mondo presenta un design interamente in bianco e blu, probabilmente per le proprietà rilassanti di questo colore. Sul logo di world wide web ci ricorda che viviamo sul “pianeta azzurro" e stiamo diventando una comunità interconnessa. Il Telefono azzurro segnala il desiderio di proteggere i bambini in difficoltà. I Blue- Jeans sono sinonimo di abbigliamento informale e rilassato. Ma un tempo le cose stavano diversamente. In principio, infatti, il blu non era utilizzato, non lo usavano i Greci, non lo amavano i romani, che lo consideravano il colore dei barbari celti e germani. I cartografi non lo usavano nella redazione delle carte geografiche, per i quali l'acqua dei mari non era azzurra ma verde. La stessa Chiesa non lo utilizzò quando codificò l'uso dei colori liturgici. Infatti, il colore della Pasqua è il bianco, quello della Pentecoste è il Rosso, la Quaresima è viola. Nel 1800 gli storici discussero a lungo su il nonprestigio del blu. Supposero che fosse un difetto della vista e del sistema neurosensoriale a rendere gli antichi insensibili o addirittura “cechi” al blu. La questione fu superata soltanto quando si capì che anche la percezione del colore, come ogni altro senso umano, è un prodotto della storia. Perché il blu diventasse un colore significativo, capace di trasmette idee e suscitare emozioni, furono necessarie nell'Europa cristiana almeno due cose: che le materie di base per la pittura e la tintura delle stoffe non fossero più un bene raro e difficile da distillare come nell'antichità; e che nuove abitudini si sedimentassero nell'inconscio collettivo trasformando la sensibilità ed il gusto degli individui. Nel suo emozionante libro sul blu (Bleu: l’histoire d’une couleur, Editions du Seuil, Parigi) lo storico

francese Michel Pastoureau data al 1100 il punto di svolta. Fu allora che lo sviluppo del commercio e dei mezzi di produzione materiale s’incontrò con una nuova sensibilità religiosa e culturale, ed il blu s’ impose sulla scena europea per restarci fino ai giorni nostri. I due grandi segnali di cambiamento furono: prima l’iconografia della Madonna poi il Re di Francia. Il primo segnale che qualcosa stava cambiando lo diede, in pittura, il mantello della Vergine: lo avevano quasi sempre dipinto di bruno, violetto o bianco in segno di lutto ed afflizione. Poi, improvvisamente, diventò ovunque di un bel blu chiaro e luminoso, trasformandosi in un simbolo dipurezza e misericordia. Tutto merito del culto mariano inaugurato da Bernardo di Chiaravalle e della nuova teoria della luce elaborata dai teologi. Il blu trionfò nelle vetrate delle cattedrali gotiche e intorno al 1230- 1250 fece il suo ingresso a Corte quando, tra la meraviglia generale, cominciarono a vestirsi di blu sia Luigi il Santo di Francia, sia Enrico III d'Inghilterra. Un ottimo sponsor del blu fu anche la Riforma protestante. I luterani rifiutarono la sgargiante pompa di San Pietro, salvando solo due colori il nero e il blu, che divennero entrambi - nella vita quotidiana come nelle tele dei grandi pittori nordici - gli unici colori degni di un buon cristiano, l'emblema stesso della serietà, della profondità e dellamoralità in terra. Ma l'apoteosi del blu si celebrò nel 1700, quando l'invenzione di un pigmento artificiale -il blu di prussia- arricchì la tavolozza dei pittori e quando gli scienziati, grazie alle scoperte di Newton sullo spettro solare, attribuirono al blu lo status di colore fondamentale. Vestirsi di blu ormai non era più una stravaganza. Ma nessun libro (scrive Pastoureau) nessuna opera d'arte e nessun avvenimento esercitò tale

Nut - dea della volta celeste per gli antichi Egizi

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Huitzilopochtli – Dio solare influenza sulla moda quanto il libro di Goethe “I dolori del giovane Werter”, pubblicato nel 1774: per almeno 10 anni il capo più richiesto dai giovani di tutta Europa fu proprio “l’abito alla Werter” e cioè la marsina blu che l’eroe indossava quando conobbe Carlotta. Lo stesso Goethe vestiva spesso di blu, e nella suaTeoria dei Colori considerò l'associazione del blu e del giallo come l'armonia cromatica assoluta. Ma non fu il solo: al pari del grande scrittore tedesco tutto il movimento romantico portò un culto assoluto al colore blu. E simbolo del romanticismo divenne proprio “il piccolo fiore blu” visto in sogno da Enrico di Ofterdingen, protagonista dell'omonimo romanzo di Novalis. Per i romantici il blu costellava la poesia, il sogno, la melanconia, il languore assetato di assoluto. Arthur Rimbaud, il poeta “maledetto” che amava la simbologia alchemica, associava il blu alla lettera O, figura rotonda, piena e materna. Vassily Kandisky, che fondò il movimento pittorico “Der Blaue Reiter” (Il Cavaliere azzurro) scrisse che blu implica profondità ed è il colore dei personaggi spirituali. Nietzsche distingueva tra colori politeisti (giallo e rosso) e monoteisti (azzurro e verde). Il blu, però non parla solo all'arte e ai filosofi. Da tre secoli, infatti, è diventato anche un efficace strumento per comunicare concetti politici e militari: sulla bandiera americana fu associato all’idea di indipendenza; sulla coccarda francese, inaugu-

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rata il giorno della presa della Bastiglia, nel luglio 1789, rappresentò l'uguaglianzarivoluzionaria. E da allora, senza aspettare le sofisticate classificazioni degli psicologi e degli uomini di marketing contemporanei, è il colore dei repubblicani. L'associazione dei blu con il cielo, la notte, l'infinito, la divinità ed i poteri ultraterreni è antica quanto il mondo e diffusa tra moltissime popolazioni. Era compito di Nut, dea della volta celeste, curare gli affanni e la stanchezza degli uomini. Gli antichi egizi la rappresentavano con il corpo dipinto di blu punteggiato di stelle colorate. Ma nell'iconografia egizia anche la pelle di Amon, dio dell'aria, era di un azzurro purissimo. E lo stesso vale, nel Messico pre colombiano per il dio solare Huitzilopochtli, che di celeste aveva anche lo scettro, lo scudo e le frecce. Gli stessi faraoni egiziani quanto personificazione del dio portavano barbe e parrucche blu, e dipinti di blu sono molti dei loro sarcofagi e maschere funerarie. Gli antichi egizifacevano largo uso del blu. Lo amavano perché lo consideravano un colore divino e avevano imparato a ricavarlo artificialmente mescolando sabbia, rame e carbonato di soda cristallizzato: è il famoso “blu egizio” che conferiva alle pitture e agli oggetti uno splendido aspetto smaltato spazio (e fu utilizzato anche nei mosaici bizantini e di Ravenna). I babilonesi scolpivano nei lapislazzuli le statuette del dio Marduk. Amato in tutto il Medio Oriente, il blu è il colore più usato per abbellire le moschee, e anche lo splendido Tempio del Cielo di Pechino, in Cina, ha il tetto ricoperto di tegole smaltate di questo colore. Nel mondo dell’antichità classica, così come nell’Europa medievale e rinascimentale, le materie prime utilizzate per riprodurre il blu in pittura o per tingere di questo colore delle stoffe erano di origine naturale. Gli artisti facevano ricorso a due minerali finemente polverizzati: il lapislazzuli (amatissimo da Giotto) e l'azzurrite. Per i tessuti si usava invece il distillato di due arbusti: l’indigofera diffusa in India (di qui il nome indaco), nell'Americhe ed in Africa, oppure il guado o isatis tintoria, che cresceva nell'Europa del nord. Tradizionalmente il blu indica anche la spiritualità ed è la frequenza solitamente associata agli intuitivi, ai veggenti e ai medium. Secondo gli gnostici il blu è il colore della Sophia, la sapienza divina. L'alchimia lo inserisce fra la Nigredo e l’Albedo (le prime due fasi della grande opera di trasformazione della materia dal piombo all’oro filosofale) per indicare la condizione in cui si cerca la verità, ma non si è ancora superata l'opaca densità del nero. In alcune correnti della mistica islamica il blu scuro è il colore della buona azione e l’azzurro quello della certezza intuitiva. La simbologia massonica di ispirazione, invece, accorda l’azzurro con i tre

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elementi centrali dell'albero della vita: il fondamento, la bellezza e la corona. Per finire il Blu è il colore della riflessione contemplativa e della meditazione, nel blu c’e il sapere unito alla dedizione, alla delicatezza d'animo, alla propensione per il contatto e alla partecipazione affettiva, allora non stupisce che sia questo il colore “materno” della Madonna. Gli Aztechi che vivevano nel Messico pre colombiano, indicavano con la stessa parola l’azzurro o il verde. Il simbolismo delle pietre azzurre o bluverdi era duplice: il turchese o pietra del fuoco e della siccità era associato al Sole; la chalchiuite, che veniva introdotta nel petto dei defunti a sostituire il cuore, era invece un simbolo lunare di fertilità e di rinascita. Il blu-verde era anche il colore del Serpente Piumato, divinità delle nuvole e delle piogge fertilizzanti. Nelle Rondini Azzurre (che solo quando muoiono precipitano al suolo) del commediografo americano Tennessee Williams rivive l'antico e diffuso mito dell'uccello azzurro, frammento dell'infinito, simbolo di un’ineffabile, ultraterrena libertà (e talvolta dell'anima del defunto). La Fata Turchina di Pinocchio aveva i capelli del colore del cielo e dello spirito: una chiara allusione alla trasformazione iniziatica del burattino, che muore per rinascere bambino. Barbablu incarna invece l’aspetto inquietante e mortifero del blu e ben simboleggia le profondità arcane che l'anima deve conoscere per trovare la salvezza. Il Blu è anche il colore dei miti, si trova nelle fiabe ed è il colore dei principi coraggiosi. Il Principe Azzurro: nei primi cicli arturiani figurano come protagonisti soltanto Cavalieri Rossi (spesso animati di cattive intenzioni), neri (eroi di primo piano che cercano di nascondere la propria identità, non necessariamente negativa), bianchi (spesso personaggi anziani e saggi) o verdi (cavalieri giovani ed inesperti). Questo simbolismo cromatico si arricchisce di cavalieri blu soltanto verso la metà del 1200: qui nasce il prototipo del principe azzurro, valoroso, giusto e leale, che ritroviamo in tante fiabe come archetipo del maschile “che salva”.

Il colore blu nei sogni è piuttosto raro, più frequenti sono le tonalità che vanno dall’azzurro al celeste, perchè il nostro occhio riflette ciò che vede più facilmente in natura: il colore del cielo e dell mare nelle loro infinite sfumature e ce lo ripropone nei sogni associato, in genere, a sensazioni di benessere, di serenità di felicità. Mentre le tonalità più profonde e scure del colore blu sono rare anche nella realtà, ma forse per questa ragione risultano, se presenti, più misteriose ed importanti: il giorno che si muta in notte, una profonda fenditura nel ghiaccio, il colore della acque sopra un abisso, ed ecco che il blu dispiega tutto il suo fascino e testimonia il mistero e la complessità dell’esistenza, con la sua preziosità di lapislazzuli e zaffiro. Questo è ciò che ne scriveva Vassilly Kandinski nei suoi scritti sul simbolismo del colore: “L’azzurro è simile ad un flauto, il blu scuro somiglia ad un violoncello e, diventando sempre più cupo, ai suoni meravigliosi del contrabbasso; nella sua forma profonda, solenne, il suono del blu è paragonabile ai toni gravi dell’organo.” Il blu è un colore metafisico e, al contrario del rosso, di cui è l’antitesi, è legato alla distensione e ed agli stati riflessivi, meditativi, alla introspezione. Sognare il colore blu rimanda quindi alle profondità inconsce ed al contatto interiore.

Il quadro del Vecchio cieco e ragazzo, Vincent Van Gogh

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E da questo contatto e da questa profondità si libera verso l’esterno. Guardiamo il cielo, pensiamo all’immensità, all’infinito, all’eternità, al divino. Un’eternità senza tempo che, come dice Luscher, allude all’immortalità, allo slancio dell’anima verso ciò che non conosce, ma cui aspira. Così sognare il colore blu è immagine del viaggio di individuazione nelle sue valenze più spirituali. In un contatto con i regni sovrannaturali e con potenze protettrici, ed eteree. Questi aspetti spirituali e protettivi la ritroviamo nell’ iconografia legati della Madonna, del Cristo, di angeli e santi con mantelli o tuniche azzurre, e anche nel simbolismo delle acque blu e azzurre. La profondità del mare richiama il mistero dell’ inconscio, ma pure l ‘insondabilità delle emozioni umane e l’abbraccio protettivo materno. E’ l’aspetto ricettivo della grande Madre e della Madonna che, insieme al colore blu si dispiega, a suscitare sentimenti di tenerezza e delicatezza. Affetto e benevolenza, tranquillità e contatto pacifico, dedizione ed accordo. Sono tutte qualità che emergono dal colore blu nei sogni. Così come la connotazione di sacralità, di legame ed unione. “Ho sognato un anello che entrava in due dita e mi accorgevo con un sentimento di stupore, che l’anello si poteva infilare su tre dita. Le pietre blu, molto belle, erano due.” ( I. Bari) In questo sogno le due pietre blu dell ‘anello sono il simbolo di un legame “sacro” ed ufficiale (nel quale forse in questo momento c’è spazio per qualcos’altro). Il significato del colore blu nei sogni è legato an-

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che al pensiero, alla riflessione, alla quiete fisica e distensiva, al riposo alla pace e serenità che si riflettono anche nel corpo e nel suo benessere, all’ascolto ricettivo ed al silenzio. Un colore che avvolge e ricopre, contiene ed unisce in una fusione rilassante e totale. Il Blu nei sogni è colore dell’ armonia. Uno dei più famosi artisti quale Pablo Picasso usava dipingere in maniera monocromatica, utilizzando prevalentemente il Blu in tutte le tonalità e sfumature possibili, dal 1901 fino al 1904, questi anni furono definiti il suo “Periodo Blu”. Il colore fu scelto da Picasso non solo per la sua forza espressiva, ma, anche e soprattutto, per la valenza psicologica che gli permetteva di andare oltre alla naturalistica descrizione. Per Picasso il colore Blu è come una dimensione sacra e sentimentale: l'artista guarda in faccia alla realtà, alla miseria e alla sofferenza, oltre che alla morte. Il tutto è caratterizzato da un' evidente matrice patetica e compassionevole. I soggetti erano soprattutto poveri ed emarginati. A questi personaggi senza

speranza Picasso rivolge, in questi anni, un’attenzione particolare; mendicanti, ciechi e girovaghi sono per lui continua fonte di studio, cui attinge in ogni angolo delle strade di Barcellona. Picasso li ritraeva preferibilmente a figura intera, in posizioni isolate e con aria mesta e triste. Ne risultavano immagini cariche di tristezza, accentuata dai toni freddi (blu, turchino, grigio) con cui i quadri erano realizzati. In particolare, l’allegoria del cieco lo accompagnò per tutta la vita. Molte delle opere con questi soggetti sono profondamente commoventi. Il colore della rosa “dei dolori” di Zarrillo. Il blu è il colore che Luigi Tenco ha scelto per criticare una società omologata. il colore citato in “Berlinguer ti voglio bene”, bellissimo film con quell’ironia tragica e decadente tipica toscana.

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Ballata della Moda, Luigi Tenco Era l’autunno e il cameriere Antonio servendo un tavolo di grandi industriali sentì decidere che per l’estate prossima sarebbe andata di moda l’acqua blu. Loro dicevano che bastava fare una campagna di pubblicità mettere in ogni bar un po’ di bottigliette ed il successo non poteva mancare. Antonio tra sè rideva Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah Diceva me ne infischio della moda io bevo solo quello che mi va. Venne l’inverno e Antonio vide al cinema cortometraggi con bottiglie d’acqua blu fotografie sui muri e sui giornali di belle donne che invitavano a provarla. In primavera già qualcuno la beveva e pure lui un giorno a casa di un amico dovette berla perché quello imbarazzato gli disse scusa ma non m’è rimasto altro. Antonio però rideva Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah Diceva io me ne infischio della moda ma in mancanza d’altro bevo quel che c’è. Venne l’estate ed in villeggiatura Antonio aveva sete e non sapeva cosa bere

in ogni bar dove chiedeva un dissetante manco a farlo apposta gli servivano acqua blu. Le prime volte lui si era opposto ma poi pensò ma chi me lo fa fare e da quel giorno a poco a poco si abituò, un mese dopo non beveva altro. Antonio però rideva Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah Diceva me ne infischio della moda ma bevo questa bibita perché mi va. Ora è l’autunno, Antonio è all’ospedale intossicato perché beveva troppo e per servire quel tavolo importante si è fatto sostituire dall’amico Pasquale. Stan decidendo per la prossima moda, un pantalone a strisce gialle e nere. Basterà fare una gran pubblicità farlo indossare da qualche grande attore. Pasquale tra sè sorride Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah E dice me ne infischio della moda io porto solo quello che mi va. Ma io vedo già Pasquale Ah, Ah, Ah, Ah, Ah, Ah chissà come starà male coi pantaloni a strisce gialle e nere.

il colore citato in “Berlinguer ti voglio bene”:

<Ora vo' a casa, me lo lavo, e me lo sciaquo bene. Usciro gaudioso! per l'atto materiale che vado a sperimentare. Non pretendo, vero, per quattromilalire, un fisso connubio con quest'ultima; la quale, non voglio rinvivere in te persona, il ricordo del tuo babbo, morto schiantato, ma rinvivere in lei femmina, per una notte, il brivido blu di una trombata di trent'anni fa>. (Bozzone)

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Verde

La parola verde deriva dall’etimo latino viridis, in quanto derivati da vegetali o cavolo noto come il vetro e dal latino popolare vìrdem a sua volta derivato da viridis "vivo", "vivace". Come ogni colore il verde ha diverse sfumature, nomi e tonalità: verderame, celadon, giallastro, fogliame, glauco, erbaceo, porráceo, verde, celadon, verzellino, verdegal, Verdegay, verdeguear, mare verde, verderol, pavese, verderame, muschio, muffa, muffa, Verdon, verde, verde, Verdoy, vigore. Gli ambientalisti adottarono il verde come loro bandiera nel 1971, quando un gruppo di attivisti diede il nome di(““Greenpeace” alla barca usata per protestare contro i test nucleari in Alaska e poi decise di dare lo stesso nome all’associazione. A partire dalla fine degli anni Settanta cominciarono a nascere i primi partiti verdi in alcune nazioni tra cui Germania, Francia e Belgio. Da allora il verde, tanto come aggettivo quanto come colore, viene associato a qualsiasi cosa riguardi il rispetto dell’ambiente: prodotti biologici si allineano sugli scaffali dei negozi in confezioni verdi, magliette verdi vengono indossate dagli attivisti, copertine verdi rivestono i libri sull’ecosostenibilità. Inquinando. Di quanti sanno ben coltivare le piante si dice che hanno il pollice verde, è il colore dell'erba e delle foglie, della vita, della speranza, l'unico pig-

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mento verde in natura è la clorofilla e gli animali non sanno utilizzarla, nelle cavallette e i bruchi il verde è una miscela di pigmenti azzurri e gialli, negli uccelli è un effetto indotto dalla rifrazione della luce. Negli anfibi e rettili come per esempio serpenti, rane e lucertole è il risultato di una colorazione di fondo azzurro rivestito da un filtro giallo. Il verde della natura in primavera ha fatto sì che il colore fosse associato alla giovinezza: vedi ad esempio espressioni come anni verdi. Nei conflitti religiosi ed etnici che hanno tormentato la storia irlandese, il verde è associato alla fazione cattolica e alla cultura celtica; per contro, l'arancione rappresentava la fazione protestante, di origine britannica. La tradizionale associazione tra verde e identità celtica sopravvive anche nello sport. Oltre a essere il colore della nazionale irlandese di calcio, il verde è anche indossato da squadre britanniche che si identificano con la popolazione d'origine irlandese e cattolica: ad esempio il Celtic Glasgow o il Belfast Celtic. Per la stessa ragione, il verde è il colore della squadra di pallacanestro americana dei Boston Celtics. A partire dal 1996, il colore è stato adottato anche dalla formazione politica italiana Lega Nord, che intendeva così rivendicare l'identità celtica degli abitanti della pianura padana. L'invidia, uno dei tradizionali sette peccati capitali è spesso chiamato nella lingua inglese "il mostro dagli occhi verdi"; una persona invidiosa "verde d'invidia. Il denaro viene a volte identificato con il colore verde, a causa del colore verde dei dollari (talvolta chiamati "verdoni" nel gergo cinematografico dei gangster), al contrario, "essere al verde" significa "rimanere senza un soldo". La storia del colore verde, diventato emblema di qualsiasi sforzo umano volto alla salvaguardia, al recupero o al rispetto della Terra, è particolarmente ironica. La racconta il New York Times, spiegando come mai il colore che tutti abbiamo imparato ad associare all’ecologia è in realtà il più inquinante. Da sempre abbiamo avuto grosse difficoltà a ottenere artificialmente le sfumature di verde desiderate, e altrettante a stabilizzarle: mantenere il colore nel tempo richiede delle sostanze chimiche che sono tra le più tossiche e inquinanti. Il colore verde non potrà mai essere “verde” a causa dei suoi componenti. È impossibile tingere la plastica di verde o stampare con inchiostro verde sulla carta senza contaminare questi materiali. Questo significa anche che carta o plastica colorate di verde non possono essere riciclate senza che contaminino tutto il resto.

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Prendete ad esempio il pigmento verde n. 7, la tonalità di verde più comune usata per la plastica e la carta. È un pigmento organico, ma contiene cloro, che in alcune forme può causare cancro o problemi genetici. Un’altra tonalità molto popolare, il pigmento verde n. 36, oltre al cloro contiene atomi di bromuro, che è potenzialmente pericoloso. Il pigmento n. 50, che al contrario dei primi due non è organico, è un miscuglio dannoso di cobalto, titanio, nickel e ossido di zinco. Ma il verde è sempre stato problematico, sia per la difficoltà della resa cromatica (basti pensare agli arazzi medievali, il cui verde col tempo è diventato blu) che per la sua tossicità. Nel XVIII e XIX secolo quadri e popolari tappezzerie verdi erano realizzati con l’arsenico, e talvolta causavano fatali conseguenze. Uno di questi pigmenti, il verde di Scheele (arsenito di rame, ndr), inventato in Svezia nel 1700, secondo alcuni storici avrebbe ucciso Napoleone Bonaparte, che trascorse il periodo di esilio a Sant’Elena in una stanza tappezzata con una carta da parati verde e oro che avrebbe rilasciato fumi di arsenico. Il verde è anche simbolo del veleno. Sin dai tempi antichi alcune limature del verde erano a base di rame, che era il colore usato da pittori. Inoltre, il verde è il colore delle creature terrificanti, ci fa pensare di serpenti e lucertole, draghi e creature mitologiche che instillare la paura. Il verde, il colore della vita, combinato con il nero, forma l'accordo della distruzione, è la quintessenza della natura è una ideologia, uno stile di vita: è la consapevolezza ambientale, amore per la natura e allo stesso tempo, il rifiuto di una società dominata dalla tecnologia. Verde è un pigmento di colore, una miscela di blu e giallo. Ma questo simbolismo dei colori è elementare che prende un colore primario assertività psicologico, è considerato di transizione e la comunicazione tra i due gruppi di colori: caldi e freddi. La maggior parte dei significati di verde sono associati con la natura, in particolare con la primavera, la vita e lo sviluppo della vegetazione. È quindi opportuno a simboleggiare i giovani, la lealtà, la speranza e la promessa, così come la vita e la risurrezione. Per la Luckiesh verde precedentemente utilizzato come simbolo di immortalità e di memoria eterna. E 'stato utilizzato dalla corona d'oliva per rappresentare la vittoria e alcune volte è stato colore sacro.

Secondo Johannes Itten, il verde è il colore della primavera, accanto al giallo, blu e rosa. Anche delle imprese fiorenti e della fertilità. Questo significa crescita, è il colore simbolico di tutto ciò che può svilupparsi e prosperare. Il verde rappresenta il desiderio di romanticismo e l’amore durevole. Escudero, affermava: questo colore fin dai tempi antichi è legato alla crescita e la riproduzione della natura. E 'anche il colore del fresco, le cose verdi look cool. Il verde è il colore sacro dell'Islam. Era il colore preferito di Maometto, che indossa una tunica verde e turbante. Il sandshak-i-Sharif, la bandiera che il profeta portava nella guerra santa che si concluse con la conquista della Mecca, è ricamata in oro bandiera verde. Tutti gli stati Arabi hanno verdi nelle loro bandiere. Il Corano promette un bel cielo verde prati fioriti, boschi ombrosi e oasi perpetua. Il è anche il colore liturgico della Chiesa cattolica: il verde simboleggia la risurrezione dei giusti e la gioia dei fedeli. E 'il colore che corrisponde allo Spirito Santo. Per Lüscher, il verde rappresenta la passività, e corrisponde a un temperamento austero e costante. Kandinsky afferma che il verde è la quiete e la pace della mente. Goethe sostiene che il verde è il colore preferito dei locali, in uno spogliatoio verde, gli occhi degli attori possono rilassarsi dalle luci del

E 'il colore della vita e la salute di vivere nel senso più ampio, riferendosi a tutto ciò che cresce. Il quadrifoglio simbolo di buona fortuna è verde.

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palco. Déribère ritiene che il sigaro vivido verde è essenziale per equilibrio del sistema nervoso. E 'il colore identificativo della famosa Aspirina antidolorifico e coerente con l'obiettivo suggerisce uno stato di calma. E 'il colore che calma e comodità. Blu-verde è l'accordo di relax. Il verde è anche il colore della libertà, fiducia e sicurezza. Nel XIX secolo, il verde è diventato il colore dei movimenti borghesi opposto al governo assolutista, simboleggia il diritto dell'uomo alla libertà e uguaglianza. Verde è funzionale: si trova nei semafori, nelle indicazioni per le uscite di emergenza, e anche nelle tavole delle scuole. Si pensa che il verde abbia proprietà calmanti, ed è per questo che anche i camici dei chilurghi sono di questo colore. E' il colore della Natura, del mondo vegetale. Indica immaturità. Per i buddisti rappresenta la vita. E' un colore neutro, rilassante, favorisce la riflessione e la calma. Simbolicamente è associato alla saggezza divina nella creazione (infatti l’energia a disposizione per gli esseri viventi proviene dall’energia solare immagazzinata dai vegetali e restituita all’ambiente tramite la respirazione) all’armonia ed all’equilibrio, alla speranza ed all’immortalità. Il verde in medicina tradizionale cinese è legato alla costituzione legno, quindi al fegato ed alla vescica biliare, alla primavera. Infatti il l’idea del rinnovamento è appunto legata agli alberi che in primavera si rinnovano, si espandono.

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Il chakra corrispondente è quello del cuore. La pietra associata al verde è lo smeraldo. Sul piano fisiologico il verde rappresenta la “tensione elastica”. Sul piano psicologico, la volontà nell'azione, la perseveranza, la tenacia. Il verde esprime dunque la fermezza, la resistenza ai cambiamenti, la costanza nei punti di vista, possesso e autoaffermazione; il possesso accresce la stima e la sicurezza di sé. Il verde corrisponde simbolicamente alle sequoie maestose, quindi ad un temperamento austero ed autoritario, alla corda tesa dell'arco. La sua percezione sensoriale è l'amarezza, il suo contenuto affettivo la fierezza. Il verde in quanto tensione" agisce come una barriera dietro la quale l'eccitazione creata da stimoli esterni si accumula senza venire liberata aumentando il sentimento di fierezza, di superiorità cosciente, di potenza, di dominazione sugli avvenimenti, o perlomeno di sentirsi in grado di condurli e dirigerli. Questo accumulo di stimoli esterni conduce a differenti gradi di padronanza intesa non soltanto come slancio che si giunge a padroneggiare ma anche coste chiarezza interiore, disponibilità all'autocritica e consequenzialità logica: tutto ciò porta all'astrazione dal formalismo. Questo comportamento può spingere il soggetto a cercare condizioni di vita migliori migliore deve essere la salute, propria e degli altri, la vita deve prolungarsì, ed essere più utile. Il soggetto che sceglie il verde desidera dominare le proprie opinioni,

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avere una giustificazione della sua persona come rappresentativa di principi fondamentali e immutabili. Si mette su un piedistallo ed ha la tendenza a far la morale agli altri. Vuole impressionare, ha bisogno di essere considerato, di fare a modo suo malgrado l'opposizione o la resistenza generali. Verde è il colore della vegetazione nella sua fase di nascita e maturità, e rappresenta la vita nella sua concretezza e pienezza. Verde appartiene al vegetativo dell’ambiente ed al neurovegetativo dell’uomo, alla scintilla vitale che si tramanda attraverso le generazioni. Jung scrive: "Verde è colore della vita e del Creator Spiritus che si estende all'archetipo dell'anima in quanto archetipo della vita". (”Opere” vol.V Boringhieri Torino 1970-pag. 425) Questo principio vitale si manifesta nel mondo, nella psiche e negli innumerevoli simboli che popolano mito e religione: da Osiride detto il Grande Verde a Talia (una delle tre Grazie ) entrambi con la pelle verde, al Serpens Mercurialis (serpente mercuriale) di tradizione alchimistica. Il verde Mercurio in forma di serpente è simbolo di movimento e mobilità, ma anche di mediazione, è colui che introduce circolazione e legame fra gli opposti, che celebra le nozze sacre fra Sole e Luna e nella psiche umana riunisce maschile e femminile. E come il serpente cambia pelle, il verde rinnova e rigenera, muta e si collega al ciclo delle stagioni, alla primavera, rinascita vegetativa della natura, e alla primavera dell’uomo, agli “anni verdi” ed immaturi cui appartiene però il “divenire”, la spinta verso il futuro ed il persistere dell’istinto vitale. La continuità della vita connessa al verde, diviene “speranza”, nella sua accezione di virtù teologale Cristiana, ma pure di propiziazione, ripresa, rinascita. Nei sogni il verde partecipa degli attributi di giovinezza, speranza, freschezza, di guarigione e salute, di rinnovamento personale ed universale e queste virtù e questo potere sono spesso nel mondo onirico rappresentate dall’albero e dai sempreverdi, archetipo dell’Io e della sua evoluzione il primo, e della continuità ed “eternità” dell’esperienza, il secondo. Vedere il verde nei sogni è partecipare al suo carattere di flusso inestinguibile, di rinnovamento perenne, naturale, ma ugualmente misterioso. Il verde, colore presente in natura nel fogliame e nelle acque profonde, porta nei sognila sua impronta ferma e neutrale, serena ed unificatrice, la forza vitale insita nella materia e "....la segreta presenza del divino spirito della vita in tutte le cose " (Jung “Opere” vol.XIV/ II Boringhieri To 1990 pag 435) Più significativa per il miniaturista medievale era la lacca gialla ottenuta dalla pianta dello zafferano(Crocus sativus) e da altri crochi; mescolato con albume, lo zafferano produceva un giallo

intenso puro e trasparente; miscelato con l'azzurrite forniva un verde vibrante. Cennini afferma che una miscela di zafferano e verderame produce «un colore più perfetto che si truova in color d'erba». Agricola racconta che il verderame «fu portato per la prima volta in Germania dalla Spagna», da cui si può dedurre che fosse un prodotto dell'alchimia araba. Persino Teofilo quattro secoli prima lo definisceviride hispanicum e nel tedesco moderno è tuttora chiamato Gritnspan. Un verde artificiale contenente rame, elencato nell'inventario dei beni di Griinewald dopo la sua morte nel 1528, è indicato semplicemente come alchemy grun. Il medievale vert de Grèce sottintende un'origine greca; anche la Mappae clavicula lo chiama viride grecum. Gli antichi Greci l'usarono di sicuro e di certo non furono i primi. Il verderame era un pigmento popolare ma imprevedibile: gli acidi organici usati per prepararlo, in alcuni casi hanno intaccato la pergamena o la carta su cui era applicato, formando buchi netti. Inoltre, alcuni pigmenti tendono a deteriorarsi se accostati al verderame. Questi difetti nel XIV secolo motivarono la ricerca di verdi alternativi tra cui i principali erano due colori organici detti "verde linfa" e "verde iris". Il primo proviene dal succo delle bacche di ramno, che è abbastanza denso da essere steso senza agglutinanti; con l'aggiunta di un po' di gomma, è ottimo per l'acquerello e in questa forma è tuttora in uso.

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Fuga in Egitto, miniatura di una pagina di un libro delle ore. Origine: Olanda del sud, periodo 1460-70 c., Collezione privata. Il verde iris, ottenuto dal succo di queste piante, mescolato con acqua e forse con un addensante come l'allume, veniva usato per miniare manoscritti. Questo, come il fllium e la guaderella, sono colori provenienti dai prati e non dalle miniere, e quindi facilmente accessibili per il monaco diligente, come osserva Eraclio:«Colui che desidera trasformare i fiori nei vari colori richiesti dalla scrittura della pagina di un libro, deve vagare nei campi di grano alla mattina presto, e allora troverà vari fiori appena sbocciati». Questi estratti naturali erano l'ideale per miniare le pagine istoriate dei monaci, ma non erano abbastanza resistenti per le pale d'altare. Il verde rappresenta ed è il colore più diffuso sulla Terra, è legato al dare incondizionato e quindi al ricevere. Esprime il sentimento e l'amore; la ricerca dell'equilibrio nell'amore. La sua percezione sensoriale equivale alla restrizione, la sua emozione all'orgoglio; da' una sensazione di solidità, persistenza, senso d'identità e autostima. Gli organi del corpo corrispondenti (oltre al Chakra del cuore) sono i muscoli lisci involontari, il plesso cardiaco. Rappresenta la fermezza, la costanza, la resistenza ai mutamenti. Ha un'azione riequilibrante sul sistema nervoso psichico e fisico. Le sue caratteristiche equilibrate sono: amore, equilibrio, amore per sè stessi, relazione, intimità, compassione, capacità d'amare, altruismo, Anima, devozione, aprirsi e accogliere. L'orientamento, nel verde, è riferito all'autoaccettazione e all'accettazione degli altri. La scelta del colore verde può indicare una ricerca di autoaffermazione, di far prevalere le proprie opinioni, o la tendenza ad essere moralisti e di voler agire a modo proprio, contro qualsiasi opposizione. La sensazione da sconfiggere, nel verde, è il dolore. Traumi e violenze che portano a disequilibri di verde: perdita, abbandono, rifiuto, vergogna, critica costante, violenza nella zona

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degli altri chakra in particolare gli inferiori, dolori, divorzio, morte della persona amata, ambiente privo d'amore o freddo, amore condizionato, violenza sessuale o fisica, tradimento. Una forte carenza di verde può indicare: essere asociale, freddo, critico, portato a dare giudizi, intollerante di sè e degli altri, solitudine, isolamento, depressione, paura dell'intimità, delle relazioni, mancanza di empatia (capacità di condividere pensieri ed emozioni di un altro), narcisismo. Una presenza eccessiva di verde può indicare: confini deboli, esigenza, tendenza ad attaccarsi, gelosia, sacrificio eccessivo. Le disfunzioni fisiche collegate: disturbi cardiaci, polmonari, del timo, del seno, delle braccia, mancanza di respiro, petto infossato, problemi circolatori, asma, carenze del sistema immunitario, tensione tra le scapole, dolori al petto. Se il verde, al contrario, provoca un senso di rifiuto o di repulsione, potrebbe indicare il desiderio ansioso di liberarsi dalle tensioni conseguenti al mancato riconoscimento subito; il tentativo di fuggire dallo stress per ottenere pace e libertà, con viaggi, nuovi hobby, ecc.; oppure perdita dell'autocontrollo con probabili esplosioni d'ira da cui derivano problemi d'ipertensione e/o cardiovascolari. Il verde è il colore, della vita, ma questa non sussiste senza la morte, l’alfa e l’omega, l’inizio e la fine, il silenzio e il tuono, il bene e il male, il bianco e il nero, il verde è associato anche alla morte, in quanto è il colore dell’assenzio, dell’arsenico. Alla fine dell’ ‘800 la droga più diffusa, tra gli artisti è l’assenzio. Una droga a basso costo e di facile reperibilità. Di essa facevano uso, in particolare, gli artisti romantici, incompresi dalla società e oppositori dei valori borghesi, è la droga di Degas, di Manet , Van Gogh, Picasso, Gauguin. Nel 1915, dopo avere assunto le caratteristiche di una vera e propria piaga sociale, l’assenzio viene proibito per legge. Negli anni ’20, invece, nella Lousiana e in particolare nella New Orleans era molto diffusa la marijuana, diffusione

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che coincide con la nascita della musica jazz. Ad uccidere Caravaggio nel 1610 a Porto Ercole, in Toscana, potrebbero essere state le conseguenze del cosiddetto "morbo dei pittori" o "saturnismo", in pratica un avvelenamento provocato dal piombo e dall'arsenico presenti in grande quantità all'epoca nei colori e che provoca sintomi molto simili a quelli della malaria e del tifo, le due ipotesi finora avanzate, insieme con

la brucellosi, per la morte del pittore lombardo. E’ anche il colore del “Miglio Verde”, così denominato dalle guardie perché i detenuti condannati a morte percorrevano il loro ultimo miglio. Nelle prigioni questo tratto è chiamato proprio “l’ultimo miglio”, dove il pavimento presenta un color cedro appassito simile al verde, che conduce fino alla sedia elettrica.

“Assenzio” Degas

1875 e il 1876

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Viola

Prende il nome dal fiore omonimo di cui descrive il colore. Il viola è il colore dei paramenti liturgici usati nei periodi di purificazione penitenziale (Avvento e Quaresima). Durante i 40 giorni quaresimali, nel Medioevo venivano vietati tutti i tipi di rappresentazioni teatrali e di spettacoli pubblici che si tenevano per le vie o le piazze delle città. Questo comportava per gli attori e per tutti coloro che vivevano di solo teatro notevoli disagi economici. Non potendo lavorare, infatti, le compagnie teatrali non avevano guadagni e di conseguenza anche procurarsi il pane quotidiano era ardua impresa: per questo motivo in teatro e in televisione abiti e oggetti di colore viola sono tuttora considerati malauguranti e, nei limiti del possibile, evitati. In epoca preromana nei popoli centro-italici il colore viola era legato alle carestie e quindi precedeva l'attuazione del ver sacrum, da qui l'utilizzo del colore viola da parte dei romano-cristiani nei periodi precedenti un cambiamento o un rinnovo. Il colore viola, è simbolo del giglio fiorentino nonché della squadra di calcio della città: La Fiorentina, chiamata affettuosamente dai suoi tifosi “la Viola”. È conosciuto come il colore dello Spirito e, in effetti come sostengono gli studi di Carl Gustav Jung, agisce sull'inconscio dando forza spirituale ed

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ispirazione. Il viola è il colore che cromaticamente si crea dall’unione del rosso e del blu e che quindi costituisce una sintesi delle qualità simboliche connesse ai due. Così che la passione, la violenta irruenza del rosso, incontrando la tranquillità e la trascendenza del blu, genera la temperanza del viola. Temperanza il cui scopo sembra risolversi tutto in quest’unione degli opposti, in questa trasformazione di aspetti ambivalenti ed in aperta contraddizione. Per Jung questo colore indica essenzialmente l’unione di due nature di corpo e di spirito, di rosso e d’azzurro, da cui discende il carattere duplice e complesso della tonalità, che lo rendono simbolo di androginia, di trasformazione alchemica e del dualismo della psiche. E’ il colore della totalità originaria dell’inconscio in cui ancora non si è formata la coscienza, una complessità iniziale da cui l’uomo muove nel suo processo di individuazione, e sul piano psichico costella aspetti di confronto e conciliazione degli opposti psichici. Per questo suo carattere di complessità e di trasformazione, il viola rappresenta tutto ciò che è arcano e sconosciuto: la mistica, l’occulto e la magia, la metafisica, la trascendenza. Nella visione di Steiner il viola è:…"il supremo nucleo metafisico che ne sottolinea la complexio oppositorum, la dimensione che va oltre quella fisica, la natura sfuggente ed inafferrabile, l’aspetto trascendente.” (Steiner- L’essenza dei colori. Antroposofica-Mi 1997). In pittura si dice che il viola è un colore secondario, in quanto deriva dalla mescolanza dei colori primari blu e rosso. Questo colore rappresenta l'unione tra Cielo e Terra, tra Calma e Passione, tra Saggezza e Amore, tra Blu e Rosso. È il colore della Trasmutazione, della metamorfosi, della Conversione. Questo colore esprime un'energia pura, atavica: è una forza legata alla vitalità del Rosso e all'intimo accoglimento del Blu. La colorazione è un insieme di attesa e di precognizione e come messaggio porta il desiderio di elevazione della coscienza umana fino al raggiungimento del bianco, della pura luce. Vi sono diverse tonalità di viola, violetto cobalto e violetto manganese e si ottengono con colorazioni chimiche. Il viola va considerato anche per la sua natura crepuscolare, per le tonalità che possono virare al magenta e oscurare ogni luminosità suggerendo,

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secondo Goethe, scenari apocalittici, sentimenti cupi, terrore.... Il viola va considerato anche per la sua natura crepuscolare, per le tonalità che possono virare al magenta e oscurare ogni luminosità suggerendo, secondo Goethe, scenari apocalittici, sentimenti cupi, terrore. Ecco che emerge il colore della sofferenza e del lutto, del sacrificio e della penitenza non di rado accostato alla sventura, come viene ampiamente percepito ed utilizzato in molte culture e tradizioni. In natura il colore viola nella sua frequente identificazione col fiore della violetta, diventa tonalità satura e profonda che, dello stesso fiore evoca le qualità: lo stare nascosto tra l’erba che suggerisce timidezza, l’ intenso profumo indice di seduttività e fascino, la forma semplice ed essenziale che richiama la grazia ed il valore dell’estetica. Ed è proprio in forma di fiore o di gemma, che più facilmente si ritrova il viola nei sogni, a simboleggiare aspetti legati al fascino e al carisma personale, o ad enfatizzare il dolore e la sofferenza, la privazione, la mancanza, ad indicare la possibilità o la necessità di una visione che vada al di là della superficie e si nutra delle suggestioni trascendenti del terzo occhio, che si protenda verso il superamento del quotidiano, dell’ordinario, del materiale. Energia di tipo “freddo”. Il colore usato negli abiti talari. Nascendo dalla mescolanza di rosso (amore) e blu (saggezza) è il colore della metamorfosi, della transizione, del mistero e della magia. E' il colore della spiritualità ma anche della fascinazione erotica, indica l'unione degli opposti, la suggestionabilità. Il viola rappresenta spesso ricchezza e giustizia e passività. Oggi, come nell'antichità, il viola rappresenta la transizione tra la vita e l'immortalità. E' la spiritualità velata da una sfumatura di tristezza o di malinconia, che implica il ricordo delle cose terrene. La violetta è il fiore della modestia, dove il rosso dell'IO è combattuto dal blu della saggezza. E' un colore attinico (che emana, cioè, delle radiazioni elettromagnetiche dotate di particolare azione fotochimica) . Penetrante che, particolarmente in magia, dà i "poteri superiori"; se il viola è il colore degli esorcisti, è anche quello dei Veri Maghi. Le tonalità più chiare esprimono sensualità, le più scure spiritualità, tra il sacro e il profano. E' eccellente per la meditazione profonda, dunque per liberare la mente da ogni attività e per ottenere una migliore visione interiore di sè. Il viola è il colore di Nettuno e dei Pesci, ed uno dei colori

di Giove e del Sagittario. E' il colore del settimo Chakra SAHASRARA ed è localizzato al vertice del capo. Le sue funzioni sono la comprensione e la trascendenza La qualità che sviluppa è la volontà spirituale. Gli organi che lo riguardano sono la ghiandola pituitaria e il sistema nervoso centrale. La parola chiave è : Io so. Chi lo indossa denota dignità e nobiltà, intelligenza, prudenza, umiltà e saggezza. Il carattere è un po' difficile con tendenze opposte e inconciliabili. Ha bisogno di sentirsi libero, vuole affascinare, suscita ovunque simpatia e ammirazione. E’ molto disponibile e comunicativo, possiede grande umanità, coltiva interessi ad alto livello, colto e sensibile. Desidera aiutare gli altri in modo significativo, ha inclinazione per l'occulto, il magico e l'arcano. Ha buon gusto e cura molto il suo aspetto fisico.

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Raffinato cultore della bellezza e dell'arte. Stimola i pensieri e l’intelletto, calma i disturbi mentali e nervosi quando prevale irritazione ed eccitabilità. Utile per risolvere casi di affaticamento mentale, nevrosi, irritabilità, traumi. Si può utilizzare l’energia del Viola per favorire la connessione con la propria parte Spirituale, con il sè superiore. Il viola purifica i pensieri, favorisce l’ispirazione, sviluppa i talenti e la creatività. Utile anche quando si ha perso il senso della propria esistenza, lo scopo per cui vivere. I suoi effetti sull’organismo: stimola la produzione di globuli bianchi, la milza, lo sviluppo osteo-scheletrico. Ottimizza anche il rapporto sodio-potassio e combatte i disturbi della vescica e dei reni. E’ utile contro sciatalgie e nevralgie, è attivo contro eczemi, psoriasi, acne. Depurativo del sangue, rallenta l’attività cardiaca e favorisce la microcircolazione cerebrale, per questo motivo viene utilizzato per contrastare la calvizia; diarrea, cellulite, vene varicose, infezioni, modera l’appetito. Anche nei sogni il violetto riguarda tutto ciò che è sensibilità, il desiderio di unione spirituale e di un pò di magia.

Il viola nasce quando il rosso si ritrae nel blu. Il viola tende ad allontanarsi da che guarda. “Ma il rosso dello sfondo deve essere freddo, perché il caldo del rosso non può assolutamente mescolarsi, anche da un punto di vista spirituale, con il freddo del blu. Il viola dunque è un rosso fisicamente e psichicamente più freddo. Ha in sé qualcosa di malato, di spento (cenere di carbone!), di triste. Assomiglia al suono del corno inglese, delle zampogne, e quando è profondo al registro grave dei legni (per esempio il fagotto). Viola e arancione, che si ottengono mescolando il rosso con il blu o il giallo, hanno una forte instabilità. Quando i colori si mescolano tendono a perdere l’equilibrio. Sembra di osservare un funambolo che deve stare sempre attento a bilanciarsi fra due parti. Dove comincia l’arancione e dove finisce il giallo o il rosso? Qual è il confine che separa il viola dal rosso e dal blu? Viola e arancione sono il quarto e ultimo contrasto nel campo dei colori primari puri… sono colori complementari. da "lo spirituale nell'arte" - wassily kandinsky 1912

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Il colore viola ricorda alcuni ortaggi: le melanzane, qualche frutto estivo: le prugne Molto usato per dipingere camere da letto e soggiorni con tonalità che variano dal magenta al glicine e al viola scuro. Oggi invece trova molto successo tra i giovani in tutte le sue nuance soprattutto prima e durante l'adolescenza. Indica richiesta di più attenzione per chi sta attraversando un periodo difficile e pieno d'emozioni che non capisce (o solo in parte) e non controlla e chiede perciò una gentile pazienza. La stesura sui muri trova la sua magia con un mirtillo rosso e i mobili laccati lucidi bianchi e neri. Mentre un bagno color lilla maschile produce un design equilibrato con pavimenti grigio tempesta e arredo rosso lampone. Per molto tempo il viola è stato un colore poco usato nel web design. Negli ultimi mesi ho notato, però, che il numero di siti abilmente disegnati utilizzando il viola è aumentato. Provate a sfogliare qualche showcase, o qualche galleria css, e vi accorgerete di molti lavori, realizzati con varie tonalità di viola, presenti nelle ultime novità. Di solito il viola richiama alla mente mistero e spiritualità; in una chiave di lettura meno legata alle emozioni è legato ad ambientazioni legate all’aristocrazia medioevale e a riti liturgici di una certa importanza. La viola è uno strumento appartenente alla famiglia degli archi e discende dalla viola da braccio medioevale, che si suonava appoggiata sulla spalla, allo stesso modo del violino. Si distingue da quest’ultimo per le dimensioni (è circa 1/7 più grande), per l’estensione (è accordata una quinta sotto) e per il timbro (molto più profondo e meno brillante). La tecnica della mano sinistra e dell’arco sono le stesse del violino e la chiave di lettura è quella di contralto. Le viole di piccole dimensioni (da 38 a 40 cm) hanno una voce magra e nasale, quelle grandi (da 40 a 44) un timbro caldo e rotondo. Il Viola compare spesso nei titoli dei film, come “Viola di Mare” (Regia: Donatella Maiorca) o “il Colore Viola” (Regia: Steven Spielberg).

“Crescevi più bella più bella fiorivi sfiorivano le viole e il sole batteva su di me e tu prendevi la mia mano mentre io aspettavo te mentre io oh ye aspettavo te“ (Rino Gaetano)

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Arancione Il termine arancione deriva dall’Etimologia del termine arancia che è di origine araba, deriva dal persiano narang, che risale dal sanscrito nagaranja, frutto prediletto dagli elefanti, proprio dei climi caldi, appartenente al gruppi degli agrumi comprendente l'arancio dolce, e l'arancio amaro. Con la scoperta dell’arancia si è attribuito il termine arancione a tale colore, prima non vi era una nozione precisa, infatti veniva spesso considerato rosso. Per questo motivo sono rimaste nell'uso locuzioni come "pesci rossi", "gatti rossi", "capelli rossi", nonostante questi oggetti appaiano arancioni. Venne identificato come arancione circa tra l’XI e il XII secolo, nella letteratura del secolo XIX a volte l'arancia viene chiamata portogallo. Nell'araldica, l'arancione denota forza, onore e generosità. Il suo impiego come colore araldico è relativamente raro, è il colore nazionale dei Paesi Bassi, dal momento che la famiglia reale trae le sue origini dal principato di Orange-Nassau, molte squadre sportive nazionali usano l’arancione, un esempio è la squadra di calcio nazionale olandese è Oranje, il termine olandese per arancione. Nella moderna bandiera olandese, il rosso sostituisce l'originale arancione. Tale colore indica il Protestantesimo nell'Irlanda del Nord e l'Induismo in India ed è inoltre utilizzato come colore di bandiera dai coloni ebrei nella Striscia di Gaza. I cristiani lo usavano un tempo come simbolo dei peccati di gola. In politica è divenuto simbolo della "rivoluzione" pacifica di Viktor Yushenko in Ucraina Gli antichi romani utilizzavano questo colore per il tessuto degli abiti nuziali delle donne, poiché esso è un colore caldo, adatto quindi a simboleggiare l'unione dei sentimenti nel matrimonio. Nella moda l'arancione "Fantini" è divenuto sinonimo di cravatta trendy Nell'induismo indica la rinuncia ai beni materiali e l'ascetismo, ed è utilizzato in particolare per gli abiti dei sannyasi e dei brahmacharya; è utilizzato anche dai neo-sannyasi, i seguaci di Osho Rajneesh, per questo soprannominati gli arancioni. L’arancione di alcuni manufatti si ricava dai fiori dell’albero di Butea Frondosa che ricordano becchi variopinti di pappagalli, da cui deriva il nome sanscrito: Kimsuka (becco di pappagallo). In aprile quando l’asciutta primavera si trasforma, giorno dopo giorno, nell’infuocata estate rajasthana (oltre 50° all’ombra), questo potente albero perde tutte le foglie, quindi fiorisce sfidando i caldissimi raggi del sole. I suoi fiori prima rosa, poi arancioni, poi sempre più rossi danno l’impres-

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sione che l’intera foresta prenda fuoco, da qui il nome inglese "flame of the forest". E’ un albero più volte menzionato nei Veda e si crede provenga direttamente dal paradiso. Oltre ad essere straordinariamente bello è anche utilissimo. Con le sue larghe e forti foglie si ricavano piccoli piatti e coppette, super ecologici, tutt’ora molto usati anche se in città sono purtroppo sostituiti dalla dannosa plastica. Con foglie si fanno anche i “bidi”, tipici piccoli sigari indiani. Dal suo tronco sgorga una gomma resinosa rossa nota come china del Bengala, una volta adoperata come inchiostro. Dalle sue radici, senza che l’albero ne soffra, si ottengono ottimi grossi pennelli per il “puttai” ovvero l’imbiancamento delle case con la calce. Dai suoi fiori si ottiene un colore che va dal rosa a un brillante arancione che, se mordenzato e fissato a dovere, dà un’indelebile tinta arancione caratteristica da millenni degli abiti dei saggi in India. Per una tintura di 2 kg di lana sono necessari dai 2 ai 3 kg di fiori seccati dal caldo sole del maggio rajasthano, raccolti nella foresta una volta caduti. Anticamente i re del Rajasthan, prima di andare in battaglia o prima di un incontro con il popolo, usavano immergersi in un bagno di fiori per colorare la pelle di arancione che donava loro forza e sicurezza. In maggio, nel periodo dei matrimoni, si usa adornare il carro nuziale con questi fiori ai quali si attribuisce un potere afrodisiaco. Un’altra prova della potenza della Butea Frondosa è data dal fatto che durante la sua fioritura i contadini del Rajasthan soffrono di febbri alte ed improvvise. Dai suoi fiori abbiamo anche estratto un olio essenziale con notevoli proprietà medicinali. Tutta la pianta è usata nella medicina Ayurvedica e in quella Unani. La Kimsuka è un regalo della natura oggi quasi dimenticato in un mondo perdutosi nell’adorazione del petrolio. Garfield il gatto arancione, cinico e pigro creato dalla matita di Jim Davis, è anche una stella del cinema. Arancia meccanica (A Clockwork Orange, 1971) è il famoso film del 1971, diretto da Stanley Kubrick. Ambientato nel futuro, ormai alle porte, e tratto da Arancia ad orologeria di Anthony Burgess. Geniale traversata di generi (fantascienza, storico, drammatico, comico, grottesco, orrore), un film che mostra la violenza per esserne un contro-manifesto. Accolto da polemiche e ovazioni al suo apparire, è stato sequestrato per molti anni in Francia, mentre in Gran Bretagna non può essere ancora proposto

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né al cinema né in videocassetta. Per ciò che riguarda la pittura gli agrumi, soprattutto limoni, sono raffigurati da Benozzo Gozzoli, dalMantegna, dal Verrocchio, dal Botticelli, dal da Vinci e dal Tiziano, tra i più noti. Gli agrumi sono cantati anche dall'Ariosto nell'Orlando Furioso descrivendo “amenissime mortelle, cedri, et naranci, ch'avean frutti et fiori cotesti, in varie forme e tutte belle”, e dal Tasso che ci dice che “fugaci mai vivon gli aranci, coi fiori eterni, eterno il frutto dura”. La storia dell’arancione segna ciclicamente le tappe dell’arte e del design, del costume e della moda e torna sempre alla ribalta lasciando il

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segno: un must di cui non se ne può proprio fare a meno.Nei primi del Novecento, l’arancione era amatissimo dal movimento artistico del Bauhaus e Kandinsky fu uno dei primi pittori a dare una nuova dignità a questo colore. Nello stesso periodo nasceva anche il design industriale moderno: da allora l’arancione, nelle sue svariate gradazioni e tonalità, diventa e rimarrà a lungo uno dei colori più usati e preferiti dai designer. Pensiamo al design degli Anni Cinquanta, gli anni dei Lego, della Vespa, del Maggiolino, anni in cui la vivacità dell’arancione segue l’incoraggiante evolversi dei tempi. La creatività italiana vive un momento d’oro e vede l’emergere di grandi firme dell’architettura e del design da Gio Ponti a Zanuso, dai fratelli Castiglioni a Munari. Ma è con l’ondata di energia e rinnovamento degli Anni Sessanta, che l’arancione diventa un colore chiave dei nuovi costumi giovanili, simbolo dello spirito di una gioventù positiva, libera, anticonformista con tanta voglia di stupire. Lo vediamo così trionfare nella moda dei “Swinging Sixties”, a partire dalle minigonne e i collant di Mary Quant. L’arancione come colore… della libertà è anche una costante del movimento Hippie, con i richiami spirituali alla filosofia induista e al movimento religioso-pacifista degli Hare Krishna (gli “Arancioni”, detti così proprio perché indossavano solo abiti e sari nelle tonalità di questo colore). Reso ancora più popolare dai Beatles, lo vediamo portato agli onori da George Harrison che -entrato nel movimento degli Arancioni, appunto- dedicò agli Hare Krishna una delle sue canzoni più famose, "My Sweet Lord".

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E così da sempre l’arancione è colore della modernità e dello spirito ma anche l’unico colore che nella sua straordinaria vivacità non stanca mai e conquista anche la moda e gli stilisti. Dalle firme più classiche come Hermés o Fay, che propone una nuova linea di abbigliamento donna tutta giocata sul giallo, il magenta e l’arancio… ai trionfi di colore della creativa spagnola Agatha Ruiz de la Prada. Assieme a Custo, la regina del colore nella moda. Dalle passerelle della moda a quelle del cinema, vediamo che l’arancione è amatissimo anche dalle star: lo sfoggiano con naturalezza e lo preferiscono al nero Victoria Beckham, Katie Holmes e Cameron Diaz... L'arancione esprime energia, movimento, e più è vicino alle tonalità del giallo, più è superficiale; è paragonabile al suono di una campana o di un contralto E' il colore della gioia, della felicità, ravviva le emozioni e dà una generale sensazione di benessere e di allegria. Rappresenta la vitalità, ricarica chi è stanco, rinforza il cuore, è spesso considerato un colore di saggezza e di illuminazione, anche mistica. L'abito dei monaci tibetani è solitamente arancio. E' il colore della crescita, simboleggia il sole che nasce. E' il colore del calore del cuore. Nella cultura del Giappone e della Cina è associato all'amore e alla felicità. Nella Kabbala ebraica significa splendore. trovandosi a metà strada tra il rosso e il giallo dà energia fisica e stimola la mente. L'arancio apre la mente verso nuove idee e favorisce l'ascolto, la comprensione e la tolleranza. Come il rosso dà forza e coraggio nell'affrontare la vita. Dispone al buon umore sia chi lo indossa sia chi gli è vicino e promuove le relazioni e la comunicazione con le persone. Nei sogni l'arancio rappresenta entusiasmo, fascino, felicità, creatività, determinazione, attrazione, successo, incoraggiamento e stimolo. Nella cultura orientale, al colore arancione sono associate proprietà che favoriscono la concentrazione mentale. Per questa ragione i monaci buddisti indossano un saio di tale colore, che ha lo scopo di facilitare il distacco dalle passioni terre-

ne e carnali. In cinese la parola “arancione” ha lo stesso suono di “pregare per la buona sorte”. In Cina, infatti, il colore arancione viene cosiderato propiziatore di buona fortuna. Nella cultura indiana è il colore del II chakra, Swadhisthama, situato nel Tan tien, ovvero il punto del corpo in cui ha sede il Ki, l'energia vitale. Viene convenzionalmente localizzato nella parte inferiore dell’addome ed è legato al mutamento, al piacere, al desiderio, alla procreazione ed alle emozioni. In cromoterapia è utilizzato per curare depressione e malattie psichiche. Viene universalmente ricondotto all’idea del Sole, e quindi, della vita, della procreazione e della felicità Il suo contenuto emotivo è il desiderio. E' la percezione delle emozioni da un punto di vista fisico (esplorazione del mondo attraverso i sensi - percepire e provare piacere). Rappresenta la percezione sensoriale legata all'appetito e come organi del corpo riguarda la muscolatura volontaria, il sistema nervoso simpatico, gli organi della riproduzione. E' legato all'energia fisica e mentale, all'attività, alla creatività. L'arancione stimola il movimento, l'indipendenza e la fiducia in sé stessi, liberando dalle paure, dalle frustrazioni, dalle inibizioni e dai condizionamenti. L'energia elettromagnetica dell'arancione è sulla stessa frequenza vibratoria della catena del DNA. L’arancio, assieme al nero è il colore di Halloween, e della zucca emblema della festa omonima. Arancio è il design di Zanuso, le borse di Hermes. L’arancio è una delle sfumature che indossa un malinconico tramonto di luglio ebbro di nostalgie, ricordi, pronto a portare con sè i frizzanti momenti, estivi, quelli che sappiamo già che ne avremo nostalgia prima ancora di aveli persi, quelli che cerchiamo d’imprimere, di trattenere invano; il sole è annegato già.

Alicante

Un’arancia sul tavolo Il tuo vestito sul tappeto E nel mio letto, tu Dolce dono del presente Frescura della notte Calore della mia vita. Jacques Prévert

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Il Sapore Del Colore Il Marketing di massa degli alimentari ha potere decisionale sulla varietà dei vegetali che debbono essere coltivati commercialmente. Il marketing non deve sottovalutare i significati che i diversi paesi danno al colore del cibo: esempio gli inglesi amano le mele verdi, gli indiani dell’ovest acquistano le banane quando sono solo di marrone scuro, i piselli in scatola venduti in Francia sono di un grigio verde perchè schiariti, gl’inglesi li comprano solo se sono di un verde acceso. Non dimentichiamo che i piselli hanno un loro colore naturale, per raggiungere la colorazione che aggrada l’occhio vengono usate sostanze nocive per l’organismo. In contrappunto al comportamento modaiolo del-

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le masse, ho deciso di proporre delle ricette, dei sapori e dei colori totalmente naturali provenienti dall’orto di casa mia, il risultato, non di coloranti o di capricci del mercato e della moda, bensì colori risultato del clima, del terreno: i colori della natura. Vaiano, è un piccolo comune in provincia di Prato, fa parte dell’aria naturale protetta del Monteferrato. L’area del Monteferrato deve gran parte delle sue peculiarità alla propria costituzione litologica data da un “complesso ofiolitifero”. La particolarità di questa composizione litologica, ricca di minerali ferrosi la cui ossatura è data da serpentini, influenza pure gli aspetti floristici e faunistici di questa zona.

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Ricordiamo che i colori naturali del cibo sono un aiuto per il nostro benessere Parlare di cibo significa indiscutibilmente parlare di uno dei più intensi piaceri della vita. Negli ultimi tempi poi, parallelamente all’aspetto epicureo, il discorso sul cibo è diventato sempre di più anche un discorso relativo alla salute e al benessere. Nutrirsi consapevolmente, significa saper scegliere i propri cibi, individuarne i processi di produzione e tracciarne il percorso dall’origine, fino alle nostre tavole. La Natura ha escogitato il sistema perfetto dei colori per mandare dei messaggi. Non è un caso che nel mondo animale e vegetale, esista un vero e proprio linguaggio codificato in termini cromatici. I colori, servono per indicare pericolo, attrarre ai fini della riproduzione o della cattura. Ma anche per destare meraviglia e, senza dubbio, per dare benessere. Anche per il cibo, possiamo parlare di una vera e propria codifica cromatica legata alle proprietà stesse dei cibi e collegata ai nostri bisogni in termini nutrizionali o psicologici. A tutti noi, prima ancora di gustare un alimento cotto o crudo, è capitato di provare benessere anche solo nel guardare lo spettacolo dei colori di un mercato ricco di frutta e verdura. Talvolta siamo attratti da un colore in particolare e scegliamo, apparentemente senza motivo, l’arancione luminoso di un’albicocca o di un melone, il rosso acceso di un pomodoro o il verde intenso di un’insalata. Esiste una ragione precisa. Sono infatti i colori degli alimenti che stimolano i nostri meccanismi inconsci a scegliere di nutrirci di un certo cibo. I diversi colori dei cibi hanno specifiche valenze che vanno ad agire direttamente sul nostro corpo, regolandone alcuni processi, così come sulla nostra psiche, appagandone un’esigenza o moderandone un eccesso. La nostra energia vitale trae profondo vantaggio dall’assunzione del colore connaturato nell’alimento prescelto. Per esempio, quando siamo particolarmente stanchi, veniamo istintivamente attratti da quegli alimenti che hanno colore arancione o giallo. Quando abbiamo carenze vitaminiche e minerali, o abbiamo necessità di disintossicare l’organismo, proviamo attrazione per i cibi di colore verde. Quando invece è il nostro sistema nervoso ad avere bisogno di sostegno, scegliamo i cibi di colore scuro, dal blu al viola. Queste scelte, come dicevamo, sono strettamente legate alle proprietà nutrizionali dei cibi stessi. Non è solo quindi solo un discorso di percezione visiva, ma anche della specifica esigenza di assunzione di determinati nutrienti di cui abbiamo bisogno in quel preciso momento. Il rosso del pomodoro o

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di alcuni tipi di frutta, ad esempio, contiente licopene e antocianine, pigmenti preziosi che aiutano l’organismo a contrastare i processi ossidativi, favorendo il drenaggio e la rigenerazione. Quando sentiamo il desiderio di consumare un cibo piuttosto che un altro, è il segno che il nostro corpo ha attivato il suo meccanismo innato di protezione. I cibi colorati sono un vero dono della Natura, in grado di appagare il nostro gusto e mantenere inalterato l’equilibrio psico-fisico. E’ bene consumarli regolarmente, alternandoli ed abbinandoli tra loro nella nostra alimentazione quotidiana per trarne il massimo beneficio. Ecco un riassunto schematico delle proprietà specifiche legate ai colori del cibo. IL ROSSO POMODORO - FRAGOLA - PRUGNA - CILIEGIA - PEPERONE ROSSO - COCOMERO - BARBABIETOLA - RIBES - PEPERONCINO - RAVANELLI Il rosso stimola il metabolismo, facilitando l’eliminazione delle scorie e portando una ventata di energia alle ghiandole surrenali e al sistema nervoso. La frutta rossa poi è ricca di licopene e antocianine, pigmenti che facilitano il drenaggio dei liquidi e la circolazione vascolare. Per questo accelerano il sistema linfatico, seconda via d’uscita delle scorie, dopo l’intestino. Si ha bisogno di questi alimenti quando ci si sente stanchi o si hanno carenze di ferro. Gli alimenti rossi, grazie al loro alto contenuto di potassio, rinnovano le energie vitali. Il rosso è il colore preferito dalle persone coraggiose e dinamiche. IL VERDE Tutte le verdure e gli ortaggi di colore verde e LEGUMI come PISELLI, FAVE. Eccellenti depurativi del sangue, favoriscono il drenaggio linfatico e irrobustiscono il sistema cardiocircolatorio. E’ il colore della serenità e della calma. IL GIALLO LIMONE - UVA BIANCA - MELONE GIALLO ANANAS - MAIS DOLCE - GERMOGLI - PESCA - PATATA - BANANA - PRUGNA GIALLA - PEPERONE GIALLO - BURRO - OLI VEGETALI Colore antitristezza per eccellenza, contiene sostanze antiossidanti che sono adatti a disintossicare il fegato e la cistifellea, e quindi anche depurare l’organismo in generale. Hanno tutti un contenuto blandamente acido, e mantengono in efficienza il sistema digerente. Trasmette allegria e buonumore. L’ARANCIONE ARANCIA - MANDARINO - ALBICOCCA - MAN-

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GO - PAPAIA - PESCA - MELONE - ZUCCA - CAROTA - TUORLO D’UOVO Questi alimenti sono ricchi di enzimi che favoriscono la digestione. Potenziano il sistema immunitario. Sono ricchi di vitamine preziose per la pelle.

IL BIANCO Cibi simbolo sono riso e latte. Favorisce la concentrazione, aiuta a disintossicarsi ed è l’emblema del candore e dell’eleganza.

IL VIOLA MORA - UVA NERA - MELANZANA - CIPOLLA ROSSA - BARBABIETOLA - PATATA ROSSA Svolgono un’azione benefica sul sistema nervoso, sul cervello e sulle facoltà intellettive. I cibi che vanno dal viola all’indaco sono particolarmente ricchi di magnesio e di altri elementi fondamentali per le funzioni cerebrali. E’ il colore dell’equilibrio e aiuta a spezzare la fame nervosa. IL BLU UVA NERA - PRUGNA SELVATICA - MIRTILLO - MORA BROCCOLO - CAVOLETTO DI BRUXELLES Gli alimenti che si avvicinano alla zona ultravioletta dello spettro solare non sono numerosi come quelli della parte opposta. Gli alimenti blu hanno un’azione calmante e rinfrescante, ricchissimi di antiossidanti utili per il buon funzionamento della microcircolazione.

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Menu’ Antipasto Salame e Fichi Sformatino di Melanzane alla parmigiana

Primi piatti Taglierini con fagiolini dell’orto e pesto leggero Chicche con bietoline e lardo di colonnata

Secondi piatti Zucchine e Pomodori e Fiori di zucca ripieni

Dessert Composta di frutta

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Salame e Fichi Questa ricetta è composta da due ingredienti, il salame che mi è fornito direttamente dal produttore e i fichi che provengono dall’albero del mio giardino. Esecuzione: Cercare di creare forme gradevoli all’occhio con i due ingredienti. La fantasia è l’ingrediente fondamentale.

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Sformatino di Melanzane alla Parmigiana 1 melanzana Mozzarella Pessata di Pomodoro Parmigiano grattugiato Olio di semi Olio d’oliva Sale quanto basta Esecuzione: Tagliare finemente la melanzana a fette sottili e porla sotto sale, l’altra metà ridurla a piccoli quadratini. Infarinare e friggere le fettine di melanzane sottili nell’olio di semi, successivamente mettere a sgrondare su un foglio di carta assorbente. Cuocere in una padella con olio d’oliva i pezzettini di melanzane, quando questi diventano morbidi toglierli dal fuoco e aggiungere un’abbondante cucchiaio di basilico tritato finemente, prendere uno “stampo” rettangolare e foderarlo completamente con le melanzane tagliate finemente e precedentemente fritte. Il primo strato sarà composto da mozzarella, parigiano e pomodoro, nel secondo adagiare le melanzane tagliate a quadrettini. Ripetere l’operazione. L’ultimo strato sarà ricoperto da tre fette di melanzane. Infornare il tutto per 20 min. ca. Sfornare la pietanza su un piatto di portata e decorare a piacimento con salsa di pomodoro e foglia di basilico.

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Taglierini con fagiolini dell’orto e pesto leggero Taglierini all’uovo (possibilmente presi da un pastaio di fiducia) Una manciata di fagiolini verdi lessati basilico Pinoli Pecorino Olio d’oliva (delle colline Vaianesi) Risultato: un pesto leggero

Esecuzione: Mettere in una padella la manciata di fagiolini, aggiungere olio, basilico e pinoli, fare soffriggere leggermente ed aggiungere un romaiolo d’acqua, quando questa raggiungerà l’ebollizione buttare a bollire i taglierini. Quando l’acqua di cottura si esaurisce aggiungerne altra, dopo 4 min la pasta sarà cotta. Togliere dalla fiamma e aggiungere una bella manciata di parmigiano, in tal modo questo non farà fili, ma si presenterà sottoforma di una crema densa. Versare sul piatto di portata e guarnire con fagiolini, basilico e pinoli.

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Chicche con bietoline e lardo di colonnata Chicche di patate acquistate possibilmente dal pastaio di fiducia. Un mazzo di bietoline Due cucchiai di passata di pomodoro Una noce di burro Sei fettine di lardo di colonnata Sale Esecuzione: Mettere nella padella una noce di burro, aggiungere un pizzico di sale le bietoline tagliate fini e lessate precedentemente, aggiungere due cucchiai di passata di pomodoro, soffriggere leggermente ed aggiungere un romaiolo d’acqua per la cottura della pasta. Quando questa raggiungerà l’ebollizione buttare le chicche nella pentola. Fate cuocere 5min. ,aggiungendo l’acqua se ve ne è bisogno. Mettere sul piatto di portata un coppa pasta e adagiare sopra le fettine di lardo di colonnata, posizionatevi anche le chicche ormai cotte, e ricoprire con il lardo di colonnata rimasto fuori dal coppapasta. Guarnire con pomodori ciliegini e bietoline dell’orto.

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Zucchine, Pomodori e Fiori di Zucca ripieni Zucchine tonde Pomodori Fiori di zucca Macinato di manzo 300g Una manciata abbondante di parmigiano Un cucchiaio di basilico tritato finemente Sale quanto basta Esecuzione: Mettere in una terrina: macinato, parmigiano, uova, basilico e sale, mescolare fino a quando gl’ingredienti non sono tutti amalgamati. Zucchine e Pomodori: tagliare la parte superiore, svuotare, togliere la polpa, per lasciare spazio al macinato. Lasciare che questo fuoriesca leggermente, per poi essere coperto con il “cappellino” tolto precedentemente. Prendere i fiori, pulirli, togliegli il picciolo. Con due fiori avvolgere un cucchiao di macinato, in modo da ottenere un involucro di fiori. Mettere tutto in una teglia da forno con olio d’oliva (forno 180°, 30-40 min). Adagiare sul piatto di portata formando una composizione a piacere.

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Composta di Frutta Procurarsi della frutta dal proprio ortolano di fiducia appurandosi che questa sia di origini italiane, a discrezione dell’esecutore. Anche in questo caso l’ingrediente principale è la fantasia, perchè è solo un problema di configurazione.

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Tutti gli uomini sono dei mostri; non c'ĂŠ altro da fare che cibarli bene: un buon cuoco fa miracoli Oscar Wilde

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LA SERA FIESOLANA Fresche le mie parole ne la sera ti sien come il fruscio che fan le foglie del gelso ne la man di chi le coglie silenzioso e ancor s’attarda a l’opra lenta su l’alta scala che s’annera contro il fusto che s’inargenta con le sue rame spoglie mentre la Luna è prossima a le soglie cerule e par che innanzi a sé distenda un velo ove il nostro sogno si giace e par che la campagna già si senta da lei sommersa nel notturno gelo e da lei beva la sperata pace senza vederla. Laudata sii pel tuo viso di perla, o Sera, e pe’ tuoi grandi umidi occhi ove si tace l’acqua del cielo! Dolci le mie parole ne la sera ti sien come la pioggia che bruiva trepida e fuggitiva, commiato lacrimoso de la primavera, su i gelsi e su gli olmi e su le viti e su i pini dai novelli rosei diti che giocano con l’aura che si perde, e sul grano che non è biondo ancora e non è verde, e sul fieno che già patì la falce e trasloca, e su gli olivi, su i fratelli olivi che fan di santità pallidi i clivi e sorridenti. Laudata sii per le tue vesti aulenti, o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce il fien che odora! Io ti dirò verso quali reami d’amor ci chiami il fiume, le cui fonti eterne a l’ombra de gli antichi rami parlano nel mistero sacro dei monti; e ti dirò per qual segreto le coline su i limpidi orizzonti s’incurvino come labbra che un divieto chiuda, e perché la volontà di dire le faccia belle oltre ogni uman desire e nel silenzio lor sempre novelle consolatrici, sì che pare che ogni sera l’anima le possa amare d’amore più forte. Laudata sii per la tua pura morte, o Sera, e per l’attesa che in te fa palpitare le prime stelle!

Gabriele D’Annunzio

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I fichi hanno le dita larghe le loro foglie sorreggono l'aria calda di giugno e le vene scoppiano di gioia. Anche a settembre danno il frutto e ce ne sono di quelli neri ma dolcissimi che strappano la voglia di fuggire. PiĂš in lĂ s'agitano le foglie verde-smeraldo del grande susino giocano con l'aria e per ore parlano senza un attimo di tregua. Con la zappa fino al tramonto ad accarezzare la terra intorno al tronco, a divorarla con gli occhi.

Alessio Brandolini

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Colore Simbolo

Reazione Emotiva

Tatto

senso di piccolezza

freschezza

Rosso

passione

caldo

Giallo

allegria

ruvido

Arancio

antipatia

sgradevole

misterioso

attraente

Bianco

freddezza

liscio

Verde

benessere

fresco

Blu

x

Nero

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Olfatto Udito

Gusto

Vista

Numero

salmastro

silenzio

salato

infinito

8

profumato

rumore

deciso

accecante

0

luminoso

7

acre

chiassoso caramelloso

pungente

assordante

aspro

noiosa

3

sinuoso

armonia

liquirizia

tenebra lucente

8

inodore

ovattato

panna montata

trasparente

8

delicato

fruscio

forte

brillante

0

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Movimento Movimento L'azione, il fatto di muovere o di muoversi, sia come mossa, gesto di una singola persona che come spostamento di cose o persone da un luogo a un altro: mettersi in m.; avere libertà di m.; il m. dei passeggeri in un aeroporto; spostamento di grandi masse: m. migratori , m. della popolazione. Traffico, animazione di persone o veicoli: città, via piena di m. Riferito a persona, esercizio fisico, ginnastica, moto: il m. è utile alla salute Vivacità di ritmo nelle opere narrative e forte impressione di dinamicità nelle arti figurative: romanzo, quadro ricco di m. 6 mus. Il grado di velocità indicato per l'esecuzione di un brano; il brano stesso: il secondo m. della sonata Corrente artistica o letteraria, gruppo politico che si caratterizza per una sua propria linea, tendenza culturale o ideologica: il m. romantico dell'Ottocento; m. per la difesa di un diritto


A- Sequenza spaziale Permanenza= (composizione) conseguenza: movimento indotto

E l'inso d non disfazio mi la n scia e che m cosÏ i ass c ale e va erco le r ispo a fin ste a ire c con he lle q con uesta st una se doman or ra de q è ca uest'anim ia che c dietro l' della v o altra pace ita n a una che inquiet tinua pass a si ap ione r avre iv ch ono o per oluto un e mi st rizzonti ra il m nu a facc oment rivoluzi ppa son ovi o one io m no e ovim cuor ento e ma per gari il mo vime nto Assa

lti Fr onta

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Mov

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B- Sequenza temporale. Mutamento= (azione) conseguenza: movimento oggettivo.

Davvero ci sono momenti in cui l'onnipresente e logica rete delle sequenze casuali si arrende, colta di sorpresa dalla vita, e scende in platea, mescolandosi tra il pubblico, per lasciare che sul palco, sotto le luci della libertĂ vertiginosa e improvvisa, una mano invisibile peschi nell'infinito grembo del possibile e tra milioni di cose, una sola ne lasci accadere. Alessandro Baricco, Oceano Mare

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“La danza è una poesia in cui ogni parola è un movimento.” Mata Hari

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C- Ne consegue che: le forze rappresentate da una composizione sono definite in primo luogo dallo spazio. In effetti, la direzione - la forma - la grandezza - la collocazone - delle forme, determinano quanto esse siano “forti� e quale orientamento abbiano. Forze definite dallo spazio.

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Se guardi a lungo nell'abisso, anche l'abisso guarderà dentro di te Nietzsche La caratteristica del buio è che ci galleggi dentro: tu e l'oscurità siete separati l'uno dall'altra perché l'oscurità è assenza di qualcosa, è un vuoto. La luce, al contrario, ti avvolge. Diventa parte di te. Sunshine

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D- Spazio definito dalle forze

Anime semplici abitano talvolta corpi complessi. Ennio Flaiano

Gli oggetti entro il campo visivo sono visti in un rapporto gerarchico di dipendenza; in altre parole, l’organizzazione spontanea del campo assegna a certi oggetti la funzione di schema di riferimento da cui altri dipendono. Da ciò derivano le leggi di DUNKER le quali indicano che nello spostamento

lo schema di riferimento tende a rimanere immobile, mentre l’oggetto dipendente da esse esegue il movimento. Fattori essenziali che creano la dipendenza: A- Immagini racchiuse - (la figura tende a muoversi, lo sfondo a stare fermo).

Non importa cosa trovi alla fine di una corsa, l'importante è quello che provi mentre stai correndo. Il miracolo non è essere giunto al traguardo, ma aver avuto il coraggio di partire. Non è forte colui che non cade mai, ma lo è colui che dopo essere caduto si rialza e ricomincia. Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle tue sole forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni Jesse Owens

Io sento la terra ed il vento e gli alberi. Io sento il loro spirito. Io sento il ritmo della corsa. E’ come musica Gabriel Harmony Jennings

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B- La variabilità - (se un oggetto cambia la sua for- una linea che esca dal quadrato per esempio, l’ogma e la sua dimensione e l’altro rimane costante, getto variabile assume i caratteri del movimento).

la linea sottile fra venire e partire c'è una linea sottile fra star fermi e subire cosa pensi di fare? da che parte vuoi stare? Ligabue

Io mi sento me stesso solamente quando sono solo. Il rapporto con gli altri non mi viene naturale: mi richiede uno sforzo P. Cameron, Un giorno questo dolore ti sarà utile

C- Differenza di grandezza - è efficace nel caso di oggetti contigui ed è l’oggetto più piccolo e mettersi in moto.

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D- Chiarezza - L’oggetto più scuro viene vissuto come dipendente dal più chiaro, è l’oscuro che si muove quando avvenga uno spostamento ed è il più chiaro che rimane fermo.

Dove c'è molta luce, l'ombra è più nera Johann Wolfgang Goethe

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La velocità è piacevolissima per se sola, cioè per la vivacità, la forza, la vita di tal sensazione. Essa desta realmente una quasi idea dell'infinito, sublima l'anima, la fortifica. Giacomo Leopardi

Proprie tà A- Velo specifiche d c e percep ità: l’altà velo l movimento . cità di ita com un ogg e/oppu e caus e re dall a tto pu t a da a picc ola res lla “forza” d ò essere ell istenza del me ’oggetto zzo.

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A- Velocità: la lentezza viene vissuta come se fosse il risultato di una mancanza di “forza” da parte dell’oggetto e/oppure da una maggior resistenza del mezzo.

Il problema di ciascuno di noi è di governare i ritmi della propria vita, cioè di mantenersi in rapporto con i veloci cambiamenti del mondo esterno, senza perdere la propria vita interiore.

Come la famosa massima di Ernesto "Che" Guevara: "Bisogna essere duri senza perdere la tenerezza", ossia, bisogna essere veloci senza perdere la lentezza Remo Bodei

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Il grado di lentezza è direttamente proporzionale all’intensità della memoria; il grado di velocità direttamente proporzionale all’intensità dell’oblio Kundera

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B- Dimensione - oggetti più grandi sembrano muoversi più lentamente

Non è la dimensione del vaso che importa, ma quello che ognuno di noi riesce a mettervi, anche se dovrà traboccare e andare perduto. José Saramago

C- Perimetrazione - un campo ambientale più piccolo determina un movimento apparentemente più veloce.

Sulla strada per eccellere non ci sono limiti di velocità David J. Johnson

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D- Proporzionalità - per sembrare uguali le velocità devono essere ugualmente proporzionate alle dimensioni di grandezza. Infatti Brown sperimentò con figure che si muovevano attraverso cornici rettangolari, quando la dimensione della cornice e della figura era raddoppiata, la loro velocità sembrava ridotta dalla metà.

Suonavamo perché l'Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov'era e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio. Alessandro Baricco

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E- Direzione - L’identità di un oggetto in moto sarà compromessa se cambierà direzione nel suo percorso.

per chi viaggia in direzione ostinata e contraria col suo marchio speciale di speciale disperazione e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi per consegnare alla morte una goccia di splendore di umanità di verità Fabrizio De Andrè

Forze motrici visibili - Secondo Hume il percetto in se stesso non contiene che una successione di eventi, la qualità di causa-effetto è perciò aggiunta in un secondo tempo. Mentre Michotte ha dimo-

strato che la casualità costituisce un aspetto della percezione stessa come le forme, il colore, i movimenti oggettuali.

Luna non dirmi che a quest’ora tu già devi scappare in fondo è presto l’alba ancora si deve svegliare bussiamo insieme ad ogni porta se sembra sciocco cosa importa...Luna! Luna che cosa vuoi che dica non so recitare ti posso offrire solo un fiore e poi portarti a ballare vedrai saremo un po’ felici e forse molto più che amici...Luna Gianni Togni

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I complessi immobili - La coerenza intima di due parti non conduce a nessun legame, se la struttura dell’intero pattern li separa l’una dall’altra. La linea a zig-zag continua il suo percorso per quanto ci sia il legame costituito da una linea retta con uno dei lati dell’ottagono.

Nessuno sopporta più la solitudine, né l'immobilità. P. Morand

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Una scala di complessità - Nei suoi colloqui con i bambini Piaget ebbe a studiare i criteri secondo i quali qualcosa è considerato “vivo” e provvisto di coscienza o meno, e stabilì la seguente scala di complessità:

1- Livello più basso - tutto ciò che possiede un’attività viene considerato vivo o cosciente, a prescindere del fatto che si muova o meno.

C'è un'altra Solitudine Che molti muoiono senza aver conosciuto Non è una mancanza di amici a causarla O la sorte di Lot Ma la natura, a volte, a volte il pensiero E chiunque ne è colpito È più ricco di quanto possano rivelare I numeri mortali E. Dickinson

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2- Livello intermedio - il movimento crea la differenza: una bicicletta è cosciente, mentre non lo è un tavolo.

Ragione e passione sono timone e vela della nostra anima navigante Gibran

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3- Livello superiore - Il bambino basa le sue distinsioni sul fatto che l’oggetto sia in grado di produrre da sè il movimento, o lo ricea da fuori. Bambini più grandi considerano “vivi” e provvisti di coscienza soltanto gli animali, seppure includano le piante tra gli esseri viventi. Dunque tanto più complesso è lo schema di forze che si manifesta nel comportamento motorio, tanto più umana appare la rappresentazione.

"Ma come? Con tutte le libertà che avete, volete anche la libertà di pensare?

In uno dei miei rari momenti di lucidità, mi sono guardato allo specchio e mio sono accorto che il mio pensiero aveva bisogno di un lifting. Al momento ho attribuito questa mia defaiance a un mio precoce rincretinimento senile. Poi mi sono guardato intorno e… non è che mi sia sentito intelligente, però mi sono consolato. Ecco, ho capito che un uomo oggi meno esprime il suo pensiero meglio è. Tutt’al più può esprimere un parere. Ma i pareri, si sa, son come i coglioni: ognuno c’ha i suoi. Giorgio Gaber

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Se trasferiamo nell’ambito dell’esperienza artistica tale conseguenza, potremo verificare che: i cubisti esemplificano una struttura inorganica. I surrealisti esemplificano una struttura organica. Van Gogh rappresenta alberi, colline, nubi, median-

te figure flessibili “umanizzando” così le forme. H. Moore tratta l’intera scala di complessità, a partire dai rigidi cubi sino a giungere a curve sinuose di ordine elaborato.

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Cosa voglio esprimere con la mia opera? Niente di diverso da quello che ogni artista cerca: raggiungere l'armonia tramite l'equilibrio dei rapporti fra linee, colori e superfici. Solo in modo pi첫 nitido e pi첫 forte. Piet Mondrian

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Tutti coloro che prendono seriamente se stessi e la vita, vogliono stare soli, ogni tanto. La nostra civiltà ci ha così coinvolti negli aspetti esteriori della vita, che poco ci rendiamo conto di questo bisogno, eppure la possibilità che offre, per una completa realizzazione individuale, sono state messe in rilievo dalle filosofie e dalle religioni di tutti i tempi. Il desiderio di una solitudine significativa non è in alcun modo nevrotico; al contrario, la maggior parte dei nevrotici rifugge dalle proprie profondità interiori, ed anzi, l'incapacità di una solitudine costruttiva è per se stessa un segno di nevrosi. Il desiderio di star soli è un sintomo di distacco nevrotico soltanto quando l'associarsi alla gente richiede uno sforzo insopportabile, per evitare il quale la solitudine diviene l'unico mezzo valido.

K. Horney, I nostri conflitti interni

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Tensione Tensione Azione del tendere; condizione di un corpo sottoposto a uno sforzo di trazione: portare un cavo alla massima t. Stato di forte eccitazione o eccitabilità nervosa SIN ansia, nervosismo: la t. dell'attesa; anche, sforzo di concentrazione delle energie nervose verso uno scopo: t. mentale Situazione di ostilità, di contrasto più o meno latente tra due o più persone, gruppi, paesi SIN attrito, dissidio Forza di trazione; forza di reazione delle molecole di un corpo solido sottoposto a sollecitazioni esterne tese a deformarlo


Questa tensione è insopportabile, speriamo che duri O. Wilde

In ogni composizione le forme visive appaiono come se esplicassero uno sforzo in determinate direzioni. Esse coinvolgono piuttosto l’idea di avvenire che di essere esse contengono, secondo l’espressione di Kandinsky delle “tensioni Guidate”. Questa asserzione ha avuto come conseguenza due tesi differenziate:

1- Tesi di Rorschach - La dinamica degli oggetti visivi è dovuta dalle sensazioni cinestetiche (da cinestesi: sensazione provocata dal ovimento), che si verificano nel corpo dell’osservatore. (Interesse per l’esplorazione della personalità).

I problemi non esistono per essere risolti: essi sono semplicemente i poli tra i quali si genere la tensione necessaria alla vita Hermann Hesse

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2- Tesi di Arnheim - E’ erroneo supporre che le esperienze della Tensione provengono piùn direttamente dai percetti cinestetici che da quelli visivi. (Interpretazione tipicamente gestaltica). Per Rorschach una percezione contiene pattern statici. Lo sforzo in determinate direzioni è un fenomeno che non proviene dall’osservazione in se, ma viene assunto in un secondo tempo, per via di ciò che è stato sperimentato (Conzezione associazionistica). Esempio A - Omologazione di atteggiamenti rispondenti a condizioni di equilibrio supposte dalla rappresentazione. (Tensione indotta ottenuta con “risposte di movimento”). Per Arnheim ogni percezione è dinamica. Una foto può far sembrare paralizzato un atleta in movimento, così un dipinto; spetta all’artista, tramite il linguaggio formale, dare tensione. (tensione motivata). L’autore addirittura sostiene che di fatto la rappresentazione del movimento rivela meno tensione.

Fra i desideri naturali che, se non vengono soddisfatti, non danno luogo a vera sofferenza, ve ne sono di quelli in cui sussiste una forte tensione; e questi hanno origine da vana opinione: e ci è difficile dissiparli non per la loro propria natura, ma per le stolte credenze degli uomini Epicuro, Samo 341 - Atene 271 a.C. Il test del movimento gamma - Questo test fornisce dati informativi sulla natura delle tensioni guidate nei pattern visivi. Esso si verifica quando un oggetto appare e scompare improvvisamente (il semaforo che si accende mostra una tensione centrifuga, mentre se si spegne, centripeta). Questo movimento varia al variare delle forme e dell’orientamento dell’oggetto, e il fenomeno si verifica essenzialmente lungo gli assi di quello che è chiamato lo scheletro strutturale di una forma, o meglio delle linee di forza del pattern.

Categorie Percettive - Tensione

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Gli oggetti visivi mostrano la preferenza a muoversi nella direzione del loro asse principale, mentre la direzione perpendicolare ad esso è oggetto di una seconda scelta. (Sembra che la percezione di movimento si conformi alla tensione intera dell’oggetto).

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Voglio essere una forza del bene. In altre parole so che esistono forze del male, forze che arrecano sofferenza agli altri e miseria al mondo, ma io voglio essere una forza opposta. Io voglio essere la forza con la quale fare veramente del bene. John Coltrane

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Come il movimento anche la tensione dipende dalla proporzione, dunque variando i rapporti dimensionali delle forme i genera una tensione nelle proporzioni

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L'architettura è la testimonianza dell'aspirazione dell'uomo a vincere il tempo innalzando l'ordine nello spazio. Hermann Broch, La morte di Virgilio, 1945

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Un decrescendo di larghezza fa in modo che il pilastro sembri svilupparsi dinamicamente fuori dalla parete

Dopo la forza non c'è nulla di piÚ alto che il suo dominio. Johann Paul, Il Titano, 1800/03

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Anche le scale esterne adempiono ad una simile funzione facendo si che il corpo dell’edificio emerga gradatamente dal terreno.

Ci sono casi in cui bisogna imbrigliare le proprie forze: non è sempre lecito mutare il corso del vento, nÊ deviare il letto dei fiumi. Nantas Salvalaggio, Malpaga, 1972

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Le linee rette convergenti mantengono come elemento statico il fatto che il gradiente della larghezza descrescente ha un ordine costante. Esempio A

Forma a cuneo base

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divergenza accresciuta, dinamica verso l’esterno

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divergenza addolcita, dà un minimo di “tensione”


Esempio B La tensione è ancora piÚ esplicita quando negli oggetti si verificano dei cambiamenti di orientamento lineare.

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Il barocco si avvale di forme curve rigonfie per accrescere la tensione.

Mentre la vita, agita vorticosa il suo errare, costituite dei capisaldi entro il suo scorrere affinchĂŠ possiate vivere in certezza del vostro agire. Volgendo da lĂŹ uno sguardo di speranza ai vostri sogni. R. Schimmenti

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La dinamica dell’obliquità - L’orientamento obliquo è brobabilmente il mezzo più elementare per ottenere una tensione guidata. L’obliquità viene percepita spontaneamente come deviazione dello schema basilare della direzione verticale e orizzontale.

Non ricordare il giorno trascorso e non perderti in lacrime sul domani che viene: su passato e futuro non far fondamento, vivi dell'oggi e non perdere al vento la vita. Omar Khayyam, Quartine, XII sec.

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Nel periodo barocco anche la “trama� pittorica e grafica del lavoro viene a costruire un elemento dinamico mediante le pennellate e le ombreggiature orientate obliquamente.

Tutto poteva eccitarlo, niente poteva bastargli...era come se volesse abbracciare il mondo e non potesse afferrare niente. Schlegel

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L’effetto di obliquità talvolta è rinforzato dalla conoscenza da parte dell’osservatore della posizione normale dell’oggetto di cui la posizione percepita è una deviazione.

Una volta che hai conosciuto il volo, camminerai sulla terra con gli occhi rivolti sempre in alto, perché là sei stato, e là agogni a tornare Leonardo da Vinci

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Uno schema di forma Y mostra più tensione quando rappresenta un uomo con le braccia alzate piuttosto che un albero. Perciò la posizione percepita è in rapporto di tensione non solo rispetto allo schema di riferimento inerente alla composizione, ma anche rispetto alle tracce mnemoniche dell’ggiamento normale dell’oggetto.

Alcuni libri vanno assaggiati, altri inghiottiti, pochi masticati e digeriti. Francis Bacon, Saggi, 1597/1625

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La condizione primaria affinchè l’obliquità pervenga ad un effetto di maggiore dinamismo è data dal quantitativo di deviazione della verticale e dell’orizzontale.

Per fare questo mestiere la passione è la base. Ma il talento va forgiato. Ogni giorno ci vogliono disciplina e una grande dedizione. Roberto Bolle

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Provarci era uguale a un tuffo da uno scoglio alto. Ti affacci, guardi sotto, torni indietro e dici chi me lo fa fare, ci riprovi, esiti, scuoti la testa e, quando tutti si sono buttati e si sono rotti di aspettarti, ti fai il segno della croce, chiudi gli occhi e ti lanci giÚ urlando. Niccolò Ammaniti

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Ogni immagine che raffigura l’azione è vissuta come se rappresentasse il massimo di tensione dell’azione stessa.

Venti e onde sono sempre dalla parte dei navigatori più abili. Edward Gibbon

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La tensione della deformazione. Quanto più un pattern è deformato tanto più esplicita è la sua tensione. Il grado in cui un dato pattern appare normale dipende anche dal “gusto”: ossia da quella richiesta psichica di un individuo o di un periodo.

Il paradosso è il lusso delle persone di spirito, la verità è il luogo comune dei mediocri. Leo Longanesi, su L'italiano, 1927

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Effetto stroboscopico, visione con periodicitĂ variabile - Costellazioni di oggetti producono un effetto dinamico anche nella simultaneitĂ .

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Nel nostro mondo l'ozio è diventato inattività, che è tutt'altra cosa: chi è inattivo è frustrato, si annoia, è costantemente alla ricerca del movimento che gli manca. Milan Kundera

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L’incompiutezza di un pattern che sia ben strutturato, produce una tensione verso la chiusura.

Fai Luce solitaria Finché Chiaro appare il giorno Ma adesso Se sei la luna di questa terra Ascolta il grido Di un uomo che si è perso Perché Tutto l'universo Non vale Il suo amore immenso Per lei Che mai l'amerà Luna

Luna Come sei lontana Così Silenziosa e vana Ma qui Ruggisce il cuore della bestia umana Non vedi che Quasimodo è pazzo Non senti I tormenti e il pianto Un canto Che violento va Lassù Pasquale Panella

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Forze fisiche rese visibili - La scrittura è un diagramma vivente di forze psicologiche

I popoli sotto dittatura anelano alla libertà; se manca tale anelito, cessa il senso della personalità, il desiderio del progresso, il valore dell'iniziativa. I popoli che tendono a progredire, si affermano nella libertà e per la libertà. Luigi Sturzo

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- Quanto più ci si distacca dai temi legati alla vita e il contrario quando il tessuto pittorico, grafico ecc, alla natura c’è il livellamento di ogni traccia perso- è ricco e articolato, fino all’esempio stremo dell’arte nale nella trama pittorica, grafica ecc ecc. Avviene “Informale”.

Hartung Hans

Oskar Kokosha

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Hartung Hans

Il paradosso è stato definito come "la verità che sta ritta in piedi sulla propria testa per attirare l'attenzione", ed è stato difeso sulla base del fatto che esiste un gran numero di credenze che sta ben saldo sui propri piedi, visto che la testa non la possiede. Gilbert Keith Chesterton, I paradossi di Mr Pond, 1937 (postumo)

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Espressione Espressione Manifestazione di pensieri, di sentimenti individuali o collettivi: la dittatura impedisce la libera e. del pensiero Forma concreta (gesti, parole, immagini, suoni) che tale manifestazione assume: un gesto che è e. della sua bontà ; la lettera si chiude con un'e. di affetto; in partic., frase, vocabolo, locuzione: un'e. familiare Atteggiamento del volto che esprime uno stato d'animo: avere un'e. pensierosa Modo intenso di dar forma ai propri sentimenti SIN espressività : recitare con, senza e. Scrittura che rappresenta in modo formale una serie di operazioni


Ogni opera d’arte, ma non solo, deve esprimere qualcosa, ciò significa che il contenuto dell’opera deve andare più lontano della semplice presentazione dei singoli oggetti di

cui consiste. L’impressione artistica richiede che la comunicazione di determinati dati produca un’espressione, ossia l’attività presenza di forze possono sostituire il pattern espressivo.

Dati estetici A- Strutturali B- Formali C- Cromatici D- Stilistici ù (i caratteri del linguaggio espressivo e i suoi procedimenti)

Dati problematici A- Filosofici - (concezione generale dell’opera. Significati, nei confronti della realtà/contesto). B- Ideologici - (qual’è il sistema d’idee e a quali fini pratici tende). C- Sociologici - (qual’è il contributo del linguaggio in funzione della cultura e della società cui appartiene) D- Iconologici - (che concernono l’interpretazione del contenuto)

Strutturali Il dipinro è su un unico piano, in basso vi è un uomo (senza volto) che sostiene degli elementi tecnologici e dei corpi. (Ricorda atlante che sorregge il peso del mondo)

Formali Forme corpose e sensuali, sono prive di tratti somatici e dotate di una consistenza geometrica solo grazie alla costruzione della luce. Segno plastico, atto a materializzare le forme. Cromatici Le figure sono caratterizzate da una generosa tavolozza di cromie calde e fredde contrastanti. Usa colori forti, lividi, alternativi ed aggressivi, in antitesi al classicismo. I colori sono decisi e squillanti, e le geometrie emergono grazie alla costruzione della luce.

“Cabin Fever”-Mark Kostabi

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stilistici l’arte di Kostabi vuole essere volutamente commerciale e la semplicità strutturale del suo stile è una funzione finalizzata a esprimere al meglio questa vocazione. Un punto di ritrovo, una fucina di idee, una mecca artistica. La sua volontà di emergere a tutti i costi, tipica degli anni ‘80, si insinua come un serpente nei cunicoli più impervi della cultura di massa. Comunicatore efficace di una società persa nella perenne ricerca di se stessa, una società dell’apparire più che dell’essere. Anche per questo le presenze umane delle narrazioni pittoriche di Kostabi sono sorte di manichini privi di volto, immagini che appaiono ma non sono. Perché in realtà in un’opera d’arte noi non vogliamo vedere la realtà, ma una fuga dalla realtà.Il colore, la luce, l’idea, la figura, la composizione, il titolo, l’ironia e la firma. Tutto questo per Kostabi costituisce una sua opera, opera che nasce cercando dentro se stesso negli archivi della curiosità. Siamo tutti uguali, ciò che ci differenzia è solo la forma, l’arte deve essere un linguaggio universale privo di limitazioni, un riflesso della paura che ha la società nei confronti dell’individualità.

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Filosofici Kostabi dipinge figure senza volto, senza tempo, che possono essere tutti noi e nessuno di noi. esprimono la paura dell’uomo nella società, ma anche una lingua universale “Il mio obiettivo – ha detto l’artista – è sempre stato quello di creare un’arte più interessante possibile. La mia arte dovrebbe arricchire la vita di chi la osserva, sia di un visitatore che guarda i miei quadri in un Museo, sia di un collezionista che guarda a lungo un Kostabi a casa, sia di un gruppo di studenti che riflette su uno dei miei murali, sempre più numerosi, eseguiti per un servizio pubblico. Le mie immagini danno gioia, anche se raccontano storie di solitudine, confusione e isolamento”.Quest’ artista con lo spiccato senso degli gli affari Sceglie di personalizzare la propria Arte spersonalizzando i personaggi ed universalizzando i soggetti con evidenti omaggi ai grandi Maestri della storia dell’Arte. Ideologici ha in effetti fatto del suo Kostabi World newyorkese un centro di produzione d’eccellenza, dove ha imposto un metodo di lavoro d’equipe del tutto singolare. Che si richiama alle botteghe rinascimentali, introduce nel processo creativo insoliti elementi democratici, ma senza dimenticare di celebrare ogni asset della moderna impresa. In altri termini: i temi dei dipinti (e i titoli) sono decisi in assemblea e ognuno può partecipare alla fattura (Kostabi poi perfeziona e firma). Tutto ciò, però, in una dimensione iper-organizzata dove ordine, pianificazione, marketing, orari, comunicazione hanno un ruolo determinante. Il tributo reso a Kostabi dalla critica e dai grandi musei e gallerie del mondo conferma che il gioco vale la candela. “Nel senso”, ricorda Vanni, “che il modo di produrre kostabiano è in fondo speculare al modo di produrre del capitalismo d’oggidì. Ne restituisce il modello, appunto dalla creatività al marketing. E operando in termini di fiction, paradossalmente svela i reali contenuti della fiction in cui tutti viviamo. Oltre l’apparenza di queste opere c’è insomma l’essenza della verità”.

Sociologici Mark Kostabi è artista prodotto della società postcapitalistica, evoluta ma anche consapevole della propria crisi, la cui opera si pone costantemente in bilico tra gli opposti senza mai essere una cosa sola. Kostabi conosce i meccanismi dell’intrattenimento, sa che buona parte del mercato dell’arte predilige opzioni rassicuranti e non traumatiche, che moltissimi collezionisti acquistano quadri e oggetti per arredare le proprie case e i propri uffici. Individuando nella Pop Art la svolta epocale nel rapporto tra cultura alta e cultura di massa, teoria del sublime e volgarità della comunicazione di massa, processo di produzione e concetto di originalità e irripetibilità dell’arte, Kostabi ripropone e riattualizza un campo di indagine aperto al mondo, una pittura gradevole e colorata che tocca il pubblico dei grandi numeri e riveste l’artista di un ruolo nella società, trasformandolo in un personaggio che ha delle opinioni sul mondo, invitato nei talk show a dire la sua su politica, economia e attualità.

Iconologici ripetitiva presenza di figure umane spersonalizzate – manichini animati senza volto, ma così flessibili da sembrare di gomma. Nel dipinto possiamo osservare in basso un individuo, che sostiene il peso dei beni di consumo, e di altri individui, anche loro androidi “senza volto”. L’autore vuole trasmetterci una critica feroce alla società moderna dove l’individuo viene schiacciato non solo dalla velocità dei beni di consumo, dai mas media, ma anche dal peso del vuoto, della spersonalizzazione, della non identità. L’individualità è morta, l’uomo alienato, ridotto a massa.

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La coscienza espressiva si acquisisce soltanto attraverso l’esperienza o attraverso il potere dell’associazione e della ragione? A - Tesi tradizionale: i movimenti espressivi debbono essere stati acquisiti soltanto gradatamente, divenendo in un secondo tempo istintivi. (riferimento allo studio sull’espressione dell’emozioni di C. Darwin) B - Tesi recente: i movimenti espressivi trasmetterebbero un messaggio soltanto in virtù di ciò che abbiamo appreso attorno ad essi. In breve, ricalcherebbero degli stereotipi che gli individui adottano, traendoli già pronti dal loro ambiente sociale.

Chi sa ridere è padrone del mondo. Giacomo Leopardi

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“L’espressione è insita nella struttura” -WertheimerLe qualità visive come la velocità, la forma, la direzione, sono immediatamente accessibili all’occhio; sembra legittimo supporre che siano pure portatrici di una espressione. Ed inoltre, l’espressione è contenuta nel pattern stesso senza nessun necessario riferimento ad oggetti naturali. Infatti la percezione dell’espressione è troppo immediata e coercitiva per poter venire spiegata esclusivamente come prodotto dell’apprendimento. L’autore fa un riferimento ritenuto significativo: dei danzatori che devono esprimere uno stato di profonda tristezza, solitamente fanno ricorso a movimenti lenti, percorsi brevi, mimano forme, curve, limitano ogni stato di tensione. L’Arnheim note, che “il loro corpo si lascia andare”.

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Sono costretto a continue trasformazioni, perchĂŠ tutto cresce e rinverdisce. Insomma, a forza di trasformazioni, io seguo la natura senza poterla afferrare, e poi questo fiume che scende, risale, un giorno verde, poi giallo, oggi pomeriggio asciutto e domani sarĂ un torrente. Claude Monet

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L’artificiale concentrazione su qualità formali può creare imbarazzo sulla scelta di un determinato schema tra gli innumerevoli che si presentano. Un tema espressivo servirà da guida naturale verso quelle forme che si addicono allo scopo. Ciò facendo le proprietà formali non sono vissute come qualità geometriche per se stesse, ma funzionalmente dipendenti dall’espressione. A- Quando ci concentriamo solo sulle qualità tecnico/geometriche di quanto si vede, abbiamo un riscontro in immagine di relatività. B- Quando ci affidiamo alla visione spontanea e cerchiamo di mediare la relazione che intercorre fra lo stato emotivo, ciò che lo stimola e quanto deve essere comunicato, abbiamo un riscontro in immagine di specificità.

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Ci sono tanti tipi di bellezza quanti sono i modi abituali di cercare la felicitĂ . Charles Baudelaire

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VS

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La fisionomia della natura e della ua rappresentazione. Una roccia, il colore di un traonto, un albero, una crepa nel muro, una foglia che cade, lo zampillo di una fontana, e in definitiva una semplice linea, o colore, o chiaro scuro, possiedono altrettanta espressione del corpo umano. L’espressione è una caratteristica intima inerente i pattern percettivi; infatti il confronto dell’espressione di un oggetto con uno

stato d’animo umano non è che un processo secondario. Un salice piangente non appare triste perchè sembra una persona triste, è più appropriato affermare: dato che la forma, la direzione, la flessuosità dei rami, convogliano l’espressione d’un pendolare passivo; si impone da sè, in un secondo tempo, un confronto con quello stato d’animo e di corpo strutturalmente simile, che chiamiamo tristezza.

La terra non appartiene all'uomo, è l'uomo che appartiene alla terra e tutte le cose sono collegate come il sangue di una famiglia. Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra, quindi non e' stato l'uomo a tessere la tela della vita, egli ne e' soltanto un filo. Qualunque cosa faccia alla tela la fa a se. Capo indiano Sioux Caprido Zoppo

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Classificazione percettiva Arnheim sostiene che oggi (anni ‘50) abbiamo interrotto i legami con l’espressione esterna che le cose hanno nella mente infantile e primitiva. Se un oggetto soddisfa i nostri scopi pratici non ci fermiamo ad indagare se l’apparenza “esprime” il nostro modo di vivere. Tautologia - Oggetto vissuto come “oggetto” Metafora - Oggetto vissuto come “soggetto”

La bellezza delle cose esiste nella mente che le contempla. David Hume

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Tutta l’arte è simbolica - L’arte non è pura forma perchè anche la più semplice delle linee esprime un significato visibile: è perciò simbolica. Non offre astrazioni intellettuali perchè non c’è

nulla di più concreto del colore, della forma, del movimento. Ogni stile è solo un singolo modo di guardare il mondo.

Categorie Percettive - Espressione

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L’identità sta nel particolare, tutto è un segno, un segno delinea un’identità.

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L’identità sta nel particolare, tutto è un segno, un segno delinea un’identità.

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G i u l i a Ricerca A . A . Pistolesi V i s i v a 2010/2011


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