Portfolio 2018 issuu

PORTFOLIO DI ARCHITETTURA

Arch. Francesca Giuliano giuliano.francesca91@gmail.com

CHI SONO.

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INDICE

Progetti di Architettura e Urbanistica

REAL[ACTION]&REL[ACTION] - Albenga tra realtĂ e percezione Tesi di Laurea Magistrale

Seeding Horticultures - in Llobregat

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Torre Barò - Mapping the site

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A New Luna Park - CyberPolcevera

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Luigi Ferraris Stadium - Reloaded

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Laboratorio di Progettazione 5

Laboratorio di Progettazione 5

Laboratorio di Urbanistica

Laboratorio di Progettazione 4

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8

Cembalo - Reloaded

40

Laboratorio di Progettazione 4

Casa della Giovane - Reloaded

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Laboratorio di Progettazione 4

Emergenza Haiti - abitazioni in blockbau

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Laboratorio di Costruzioni

Sostituzioni - Mura degli Angeli

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Laboratorio di Progettazione 2

The City Hall - Montpellier Laboratorio di Progettazione 3

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REAL[ACTION]&REL[ACTION].

Albenga tra realtà e percezione: un progetto partecipato per il riutilizzo di un’ex area industriale Tesi di Laurea Magistrale Luogo: Albenga, Liguria, Italia Anno: 2016 - 2017 Relatore: Manuel Gausa Navarro Correlatore: Giorgia Tucci Team: Francesca Giuliano, Elena Buffa

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Real[action] & Rel[action], ovvero azioni reali per generare relazioni attive: è il tema al centro di questa tesi di laurea.

Le azioni reali sono rappresentate da determinati interventi applicati sia puntualmente sia globalmente sul territorio, in corrispondenza di particolari siti definiti “aree di opportunità”. Attraverso il potenziamento e la riattivazione di queste aree, si genereranno delle relazioni attive e continue nel tempo tra le trame e le parti della città.

In seguito ad un’indagine sociologica, eseguita tramite sondaggio, è stato riscontrato come esistano due città diverse: un’Albenga reale e un’Albenga percepita. È stata poi individuata un’area da cui partire per applicare i concetti della strategia puntuale e globale.

Il risultato è un progetto che tiene conto sia delle carenze, ma anche delle potenzialità della città di Albenga, con una particolare attenzione per alcuni aspetti che spesso vengono considerati secondari, come la partecipazione, gli spazi pubblici e il gioco.

Il progetto si articola in diversi spazi, intersecati fra loro dove ognuno di questi ha un’identità mutevole e talvolta temporanea. Non si tratta di una sovrapposizione di azioni, ma piuttosto di un patchwork di relazioni. La realizzazione delle molteplici parti che compongono il parco è organizzata attraverso diversi step costruttivi, pensati per garantire una continuità operativa. Questa tesi di laurea si inserisce all’interno di un programma di ricerca già da tempo avviato riguardante la città di Albenga, seguito dal Prof. Manuel Gausa e dal Gic-Lab del Dipartimento di Scienze per l’Architettura della Scuola Politecnica di Genova.

- azioni puntuali -

- azioni globali -

- fasi operative -

- tra realtĂ e percezione: mappe a confronto 12

- multi cultural centre_spaccato assonometrico 13

- nuovo network -

- social bar-lab_sezione prospettica -

- agri park[ing] -

- parket place -

- park-nic area 15

SEEDING HORTICULTURES. In Llobregat Laboratorio di Progettazione 5 Luogo: Barcelona, Catalogna, Spagna Anno: 2014 - 2015 Docente del corso: Manuel Gausa Navarro Assistenti: Giorgia Tucci, Alessia Ronco Milanaccio, Nicola Canessa,

Sara Casciano Team: Francesca Giuliano, Elena Buffa, Carlotta Caramelli

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All’interno dell’area del Delta de Llobregat, a Barcellona, sono state riscontrate trame differenti non comunicanti fra loro. Sono state riassunte all’interno di 6 categorie: agricolo, industriale, parco, aeroporto, urbano, spiaggia.

Il sito di progetto si trova all’interno tessuto agricolo, fra l’urbano e la spiaggia. Esistono punti di frizione e di possibile interazione fra le diverse aree tematiche, posti in corrispondenza dei punti di accesso del parco. Questi punti sono stati individuati sulla base della ricerca svolta da Gausa+Raveau. Partendo dagli imput provenienti dal contesto vengono favoriti progetti di interazione per ricucire le diverse trame, facendo emergere così nuovi tessuti ibridi che condividono le caratteristiche delle trame esistenti. I nuovi tessuti ibridi emersi dal mix di input si trasformano poi in output capaci di generare benefici sia per le singole trame che per tutto il sistema di Llobregat. Dai passaggi precedenti si genera un sistema che risulta composto da trame ibride comunicanti fra loro che attuano uno scambio con gli altri sistemi adacenti. Il masterplan è concepito come un grande orto che ospita molteplici “scatole” che possono contenere diverse “coltivazioni”. Le scatole sono rappresentate dagli edifici, ognuno dei quali si colloca su una specifica piastra, mentre le coltivazioni si configurano nelle funzioni inserite all’interno delle strutture. I due edifici principali sono quelli della Horti Spa, una centro benessere dalla caratteristiche ecologiche, e dell’Eco Resort, un albergo/ostello con relativi orti.

Sono presenti anche altre funzioni, relative a servizi oppure dedicate ai bambini e ai giovani, il tutto in un contesto agricolo. Tutte queste sono destinate poi, proprio come degli ortaggi, a crescere, mettere radici e radicarsi e moltiplicarsi nei tessuti di Llobregat.

- collisioni -

- imput -

- output -

- macro aree 18

- visione sistemica -

- ZOOM+_Llobregat -

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ECO RESORT

HORTI SPA

FOODIE BEACH

CAR&BIKE PARKING

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PAYAIR TEMPORARY SHELTHERS

- Seeding Horticultures_concept e masterplan21

- Horti SPA_pianta piano terra -

- Horti SPA_sezione AA’ -

- Horti SPA_sezione BB’ -

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- ECO Resort_visione e schema funzionale -

- Temporary Shelters_visione e schema funzionale -

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TORRE BARĂ’.

Mapping the site Laboratorio di Progettazione 5 Luogo: Barcelona, Catalogna, Spagna Anno: 2014 - 2015 Docente del corso: Manuel Gausa Navarro Assistenti: Giorgia Tucci, Alessia Ronco Milanaccio, Nicola Canessa, Sara Casciano Team: Francesca Giuliano, Elena Buffa, Carlotta Caramelli, Luca Scarabicchi,

Giacomo Colotto, Enrico Ottria

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Il distretto di Nou Barris, a Barcellona, nacque in seguito alla migrazione avvenuta durante il periodo di espansione industriale di Barcellona tra gli anni ‘50 e ’80. Al momento della sua massima espansione il distretto copriva una superficie di 800,2 ettari contando una popolazione di 168.837 abitanti. Negli ultimi anni è diventato nuovamente meta di immigrati e per questo il numero dei residenti è in crescita. Centro e simbolo del distretto è lo storico edificio neo-classico denominato Manicomio de la Santa Cruz, ospitante una delle biblioteche più grandi della città. Torre Barò è uno del 14 quartieri che costituiscono il distretto di Nou Barris ed è compreso tra la Ciutat Meridiana, Vallbona, Trinitad Nova e Les Roquetes.

L’insediamento è cresciuto nel tempo autocostruendosi sino ad arrivare ad oggi a 2000 abitanti. Ciutat Meridiana è un quartiere che ha iniziato a formarsi a partire dal 1963.

E’ costituito da grandi blocchi edilizi di diversa tipologia a destinazione residenziale, costruiti in cemento armato.

Questo intervento ha causato la perdita di una parte consistente di territorio agricolo facente parte del quartiere della Vallbona. Il lavoro qui riportato riguarda una prova ex-tempore, il cui obiettivo era la realizzazione di diverse mappe tematiche incentrate su questo quartiere: una mappa espressiva (copertina capitolo), una mappa dati, una mappa concettuale e infine una mappa strategica, tramite la quale definire un programma di riqualificazione e riattivazione per il quartiere. La mappa dati è stata affiancata anche da relative infografiche finalizzate a descrivere particolari caratteristiche del sito. La strategia mira a potenziare diversi punti in corrispondenza di spazi filtro per rendere più permeabili determinate aree e per attivare quindi una relazione tra i quartieri.

- Network 26

- Mappa dati-

- Mappa concettuale-

- Mappa strategica-

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A NEW LUNA PARK. CyberPolcevera Laboratorio di Urbanistica Luogo: Val Polcevera, Genova, Italia Anno: 2013 - 2014 Docente del corso: Mosè Ricci Assistenti: J. Avenoso, S. Favargiotti, G. Garbarini, G. Giglio, M. Marengo, B. Moretti, C. Olivastri, E. Sommariva, J. Sordi Team: Francesca Giuliano, Elena Buffa, Carlotta Caramelli, Chiara Mondin

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La Valpolcevera, un’area lacerata nel suo tessuto da grandi vuoti e da scheletri di una ormai obsoleta economia; il Cyberspazio, una comunità virtuale costruita su logiche di input ed output; il Luna Park, un luogo di identità multiple, di gioco e di partecipazione.

Tre spazialità, apparentemente distanti, vengono messe in relazione per descrivere un progetto nel quale si mira a riclicare una barriera infrastrutturale, intercettando i bisogni degli utenti del quartiere, come input di una realtà elettronica, attraverso le strutture dismesse che assumono così il ruolo di sedi di funzioni multiple e variabili, per realizzare un parco dalle moltiplici identità nel quale è fondamento la partecipazione dei cittadini, all’insegna del gioco e della relazionalità.

La Val Polcevera è suddivisa in tre fasce:alta, media e bassa. Il progetto qui riportato si concentra nella bassa Val Polcevera e in particolare su una parte della ferrovia retrostante la stazione di Genova Sampierdarena, in corrispondenza di Ponte Morandi. Si è riscontrata la presenza di tessuti urbani differenti, di vuoti e di un sistema del verde sconnesso. I percorsi in parte dell’area risultano interrotti e inoltre esistono dei “fake landmarks”, ossia poli attrattori che comportano un utilizzo puntuale dell’area (centri commerciali).

Le azioni applicate sull’area sono tre: open, slow e acupuncture. Aprire e rendere permeabile l’area alle unità di vicinato circostanti affinchè possano riappropriarsi di uno spazio che andrebbe a riqualificare la qualità della vita nel quartiere, agevolando i percorsi slow (piste ciclopedonali), del tutto assenti nella zona. Per ultimo, si vuole applicate un “agopuntura”, ovvero un’iniezione risanatriche su determinati “scheletri urbani”, ovvero strutture abbandonate e inutilizzate, inserendo al loro interno funzioni, donando loro una nuova identità.

Gli edifici da riqualificare si fanno box contenitori ricettivi degli input provenienti dal contesto e dall’utenza. Il contesto urbano ha dei bisogni che variano in funzione del tessuto, delle diverse fasce d’età e delle caratteristiche insediative, come se mandasse un segnale che necessita di essere captato.

Infine è stato predisposto un programma strategico che mette in relazione il sito di progetto con l’intera area della Val Polcevera con il fine di riattivarla in tutte le sue parti.

Si vuole fornire una nuova idea di Luna Park, non come paesaggio lunare chiuso ed alienato, ma come realtà spensierata sensibile al contesto.

Video di presentazione: https://www.youtube.com/ watch?v=KBQgOlERLFI

- parole chiave 30

- masterplan -

- area d’interesse -

- distretti d’interesse -

- attori 32

- strategia generale -

- strategia puntuale -

- processo 33

LUIGI FERRARIS STADIUM. Reloaded_Vittorio Gregotti Laboratorio di Progettazione 4 Luogo: Marassi, Genova, Italia Anno: 2013 - 2014 Docente del corso: Marco Casamonti Assistenti: Laura Arrighi, Marco Giuliotti Team: Francesca Giuliano, Carlotta Caramelli, Enrico Ottria, Chiara Pastorino,

Lukas Barbaresco, Mathieu Choquet

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Il nuovo Stadio Luigi Ferraris risulta un’integrazione, sotto diversi punti di vista, della struttura precedente.

L’integrazione più evidente è quella strutturale; infatti al precedente stadio è stata sovrapposta una copertura in acciaio, sostenuta da 72 pilastri, che copre tutta la piazza antistante, suddivisa ora su quattro livelli. Il due livelli più bassi ospitano un parcheggio, il terzo livello un centro commerciale e l’ultimo, una piazza all’aperto, posta in corrispondenza del nuovo accesso pedonale allo stadio.

Altro tipo di integrazione è quella funzionale; il nuovo stadio infatti sarà attivo anche durante la settimana e non solamente nei giorni delle competizioni.

Le funzioni sono state raggruppate in modo da facilitare il posizionamento degli accessi e la loro climatizzazione.

Il programma funzionale è stato diversificato e amplificato, aggiungendo negozi, bar, parco giochi in terrazza, parcheggio coperto e nuove attività e spazi per concerti ed eventi. Si mira a privilegiare l’evoluzione e l’economia del quartiere nel quale lo stadio si inserisce, rendendolo permeabile e reattivo al contesto nel quale è localizzato. È necessario anche un miglioramento nella gestione dei trasporti per raggiungere o spostarsi dallo stadio.

Per questo motivo è stata inserita una pista ciclabile che costeggia il fiume per fornire un ulteriore collegamento tra lo stadio e la stazione e il centro città. La nuova pista riallaccia un percorso già esistente che connette i forti genovesi.

L’ultimo tipo di integrazione è quella tecnologica. La copertura smart, infatti, presenta pannelli solari e ospita al suo interno le diverse tubazioni utili al funzionalmento dello stadio.

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- sezione AA’ -

- sezione BB’ -

- livello 3_piazza pubblica -

- livello 2_negozi -

m

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- caratteristiche 38

- vista frontale -

- vista sulla piazza pubblica -

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CEMBALO. Reloaded_Enrico Davide Bona Laboratorio di Progettazione 4 Luogo: Genova, Italia Anno: 2013 - 2014 Docente del corso: Marco Casamonti Assistenti: Laura Arrighi, Marco Giuliotti Team: Francesca Giuliano

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Il Cembalo costituisce uno dei quartieri della Darsena, centro virtuale e topografico della città di Genova.

Questo edificio ha la caratteristica di essere visto solo frontalmente. Il nuovo intervendo, parte da questa considerazione e ne fa tema progettuale, ponendo l’attenzione sullo spazio relazionale, come elemento di integrazione con il tessuto urbano esistente. Il Cembalo diventa un edificio con più fronti, che offre numerosi punti di vista, aprendosi, allo stesso tempo, verso la città, il mare e uno spazio nuovo. Al centro della struttura, infatti, vi è una vasta corte adibita a parco pubblico, il quale si sviluppa al piano terra, proseguendo sulle coperture dell’edificio.

L’ edificio presenta più di 60 appartamenti di diverse tipologie, duplex e simplex. E’ stato mantenuto il sistema costruttivo puntiforme della struttura precedente, posizionandolo anche nelle altre due stecche. La massa, che prima occludeva ogni punto di vista ora, articolandosi in più parti, ne offre di nuovi. L’intervento mette a sistema la necessità di un ritrovato rapporto col mare e di una nuova identità cittadina, ponendo le basi per un altro centro cittadino, in aggiunta a quello storico. Sulla copertura si sviluppa un piano di verde pubblico, che si collega alle residenze attraverso il ballatoio. Il motivo sulla facciata principale ricorda quello precedente, con le sue lesene i suoi portali e il ballatoio.

L’intervento ha voluto mantenere le vecchie funzioni (commerciali e residenziali), permettendone però uno sviluppo maggiore, ad uso sia pubblico che privato, in vista di una ‘colonizzazione’ futura dell‘area.

La darsena si trasforma così da zona di passaggio a luogo in cuoi fermarsi, vivere e lavorare.

- vista sulla corte centrale 42

- prospetto AA’_stato attuale -

- schemi compositivi -

- prospetto AA’ -

m

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- vista dall’ingresso al giardino -

- sezione prospettica CC’ -

- vista dalla banchina del porto 44

- pianta livello 2 -

- diagrammi funzionali -

- sezione BB’ -

m

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CASA DELLA GIOVANE. Reloaded_Franz Prati Laboratorio di Progettazione 4 Luogo: Genova, Italia Anno: 2013 - 2014 Docente del corso: Marco Casamonti Assistenti: Laura Arrighi, Marco Giuliotti Team: Francesca Giuliano

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L’esercitazione prevedeva un ri-disegno della Casa della Giovane progettata da Mario Labò e successivamente modificata da Franz Prati nel 2004. E’ stata fatta, prima di tutto, un’analisi ravvicinata dell’area e dell’edificio, dalla quale è emerso come questo, con la sua posizione d’angolo, impedisca il collegamento percettivo e visivo tra Piazza delle Fontane e Piazza di Santa Sabina.

Quest’ultima, a causa dei bombardamenti dovuti alla guerra, costituisce un vuoto urbano, degradato e dimenticato. Un altro problema riscontrato è quello della carenza di punti di vista. L’edificio è in una posizione vantaggiosa, che però non è sfruttata in tutte le sue potenzialità. Il blocco compatto e imponente, posto in uno spazio così ristretto, occlude la vista verso la piazza ma anche, ai piani superiori, verso la città. La soluzione, quindi, per rimediare a questa densità, è quella di tagliare l’angolo, nella sua parte superiore. L’angolo e i due prospetti sulle piazze si smaterializzano, modulandosi in spazi più leggeri e aperti. Ai piani superiori sono presenti delle terrazze, alcune coperte, mentre ai piani inferiori l’angolo è risolto con una grande vetrata che, con la sua trasparenza, suggerisce il passaggio da una piazza all’altra. Il concetto è proprio quello di rimuovere parti di edificio per ri-conquistare parti di Genova. Gli scorci su Via di Santa Sabina e su Via delle Fontane risultano più aperti e donano più respiro all’angolo. Le funzioni risultano invariate, ma vi è un’attenzione particolare per gli spazi relazionali e comuni alle ragazze. Le camere sono rimaste nella spina centrale e dietro la chiesa, mentre sull’angolo si trovano l’atrio, la segreteria, il refettorio, diverse sale e le terrazze.

- Prospetto su Vico degli Adorno -

- studio dell’area -

- Prospetto su Via delle Fontane -

m

- vista sulla terrazza -

terrazza

terrazza

salone

refettorio

segreteria

atrio

- Sezione AA’ su Vico degli Adorno 50

atrio

- livello 0 -

segreteria

- livello 1 -

m

- studio dell’edificio 51

- Via delle Fontane -

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- Vico di Sanata Sabina -

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EMERGENZA HAITI. Abitazioni in Blockbau Laboratorio di Costruzioni Luogo: Genova, Italia Anno: 2011 - 2012 Docente del corso: Rossana Raiteri Assistenti: Katia Perini, Giacomo Cassinelli Team: Francesca Giuliano, Francesca Picci, Giulia Puggioni

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La particolare collocazione esige che la forma dell’edificio sia in grado di rispondere ad una serie di requisiti imposti dall’area geografica nella quale si immagina di collocare l’intervento. Le caratteristiche climatiche richiedono attenzioni per isolare l’edificio dal terreno e la realizzazione di una piccola loggia esterna con la funzione di scambio e di raffrescamento. Il progetto si basa su questo concept: un cubo generatore di 6mx6m, divisibile in 8 parti da 3x3m dalla cui modulazione si ottengono 3 tipologie aventi la stessa metratura di 36 mq, ma di forma ed aspetto differente. Quattro di questi cubi 3x3 andranno a definire lo spazio interno della casa, uno lo spazio esterno privato, un altro il possibile ampliamento futuro, facilitato dalla presenza di pareti fornite dall’aggregazione delle diverse tipologie. Le tre tipologie sono aggregate in maniera tale da avere il maggior numero possibile di pareti in comune così da limitare l’impiego di materiale. Questa disposizione da origine a percorsi pedonali, a tratti coperti, che collegano tre corti, accessibili anche con mezzi di trasporto. La copertura ha una dimensione è realizzata in lamiera e in pali di blockbau con sezione. Inotre è rialzata dall’abitazione per favorire la circolazione dell’ aria e sporge lateralmente di 50 cm per evitare che l’acqua penetri all’interno attraverso le fessure della juta posta sul solaio. L’orientamento delle pieghe della lamiera segue l’inclinazione del tetto per facilitare il deflusso dell’acqua.

Per evitare una possibile deformazione, è stato utilizzato un telaio di listelli di legno tra la struttura in blockbau e la lamiera. Data la notevole dimensione si è fatto ricorso a controventi anch’essi in blockbau. Per le fondazioni è stato scelto il pietrame, che costituisce il collegamento naturale tra l’edificio e il terreno. Esso infatti distribuisce i carichi sul suolo, evitando le lesioni alle pareti perimetrali dovuti ad assestamenti. Inoltre funge da plinto e contrasta la risalita capillare. Garantisce il ricircolo d’aria all’interno dell’abitazione, offrendo però una perenne schermatura dei raggi solari, anche quando è aperta. Le travi del solaio sono costituite da elementi base del blockbau a cui sono inchiodate delle assi in legno.

Lo stesso sistema viene utilizzato per le coperture piane esterne, nelle quali però viene inserita una guaina impermeabile tra le travi e le assi.

- livello 0 -

- tipologia 1_36 mq 56

- tipologia 2_36 mq -

accessi carrabili percorsi pedonali cortili privati espansioni case doppie

scala 1:500

- livello 1 -

- livello 2 -

- tipologia 3_36 mq -

scala 1:200 57

- livello 0 -

58

- livello 1 -

scala 1:200 59

- configurazione della copertura -

seduta in legno

pietrame e macerie

gabbia metallica

foglio di plastica antiruggine

piastra in acciaio

- configurazione delle fondazioni -

scala 1:70

SOSTITUZIONI. Mura degli Angeli Laboratorio di Progettazione 2 Luogo: Genova, Italia Anno: 2011 - 2012 Docente del corso: Riccardo Miselli Assistenti: Anna Positano, Francesco Forni, Matteo Brizio Team: Francesca Giuliano, Giulia Bertolotto

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L’ edificio situato a Porta degli Angeli “nasce” dal paesaggio, innestandosi sulle fasce presenti a diverse quote.

La disposizione dei vari pezzi che compongono la struttura è dettata sia dal parallelismo delle curve di livello, sia dalle due viste principali, una sulla città di Genova, l’altra su una parte del ponente ligure. Queste due viste, in concomitanza con l’orizzontalità delle curve di livello, determinano un duplice orientamento dei blocchi in due direzioni poste a 90° tra loro. Lo schema costruttivo è basato sul gioco del tetris, che viene reinterpretato, sistemando i vari pezzi in orizzontale uno sull’altro anziché in verticale. Questo è suggerito dal tema ricorrente dell’orizzontalità. È proprio questa la differenza con il passato: prima esisteva un volume imponente e verticale, ora abbiamo un edificio/ villaggio sparso sul territorio a macchia d’olio, che permette un dialogo maggiore con ciò che lo circonda.

Il 20% dell’edificio è riservato a facilities di uso comune.

Queste risiedono principalmente nel pezzo a “Z” che sta alla base della struttura del corpo centrale, e che, estendendosi in lunghezza, facilita la distribuzione delle varie parti del complesso.

Un altro ramo destinato a uso comune si trova al sesto piano e collega alcuni parcheggi al blocco centrale, favorendo una distribuzione agevolata. Le facilities domestiche, invece, sono il risultato delle varie situazioni che si formano dalla disposizione dei blocchi del tetris, non casuale, ma dettata dalle regole delle viste e dell’orizzontalità. Queste si trovano sui solai di alcuni pezzi, accessibili a piedi da quelli adiacenti o da quelli superiori. Gli accessi pedonali o veicolari si trovano su ogni fascia e permettono l’accesso ai parcheggi, anch’essi raggiungibili ad ogni livello. La sovrapposizione dei vari pezzi a “L” provoca la formazione di alcune “false corti” più o meno grandi. Non sono vere corti perché i blocchi sono sovrapposti a specchio, per cui esse sono aperte ad ogni piano. La modularità dell’edificio garantisce un’ottima distribuzione interna ed esterna, dotata di percorsi e gallerie che facilitano la compenetrazione di paesaggio e architettura. L’edificio, situato a Porta degli Angeli, è composto da vari elementi a forma di L, posizionati l’uno sull’altro in modo da formare una specie di “villaggio”. Ogni pezzo contiene uno o più appartamenti, simplex o duplex, dotati di pareti flessibili, che permettono di ampliare o ridurre lo spazio. Ad esempio, in un blocco che contiene due appartamenti è possibile eliminare la parete mobile così da duplicare lo spazio privato.

- prima e dopo l’intervento -

- mappa descrittiva -

- sezione BB’ -

- abaco tipologico -

- sezione AA’ -

- pianta del quarto piano -

THE CITY HALL. Montpellier Laboratorio di Progettazione 2 Luogo: Genova, Italia Anno: 2012 - 2013 Docente del corso: Manuel Gausa Navarro Assistenti: Nicola Canessa, Gaia Grossi, Emanuela Nan, Valentina Grassi,

Paolo Capuano Team: Francesca Giuliano , Carlotta Caramelli, Michele De Negri,

Chiara Mondin, Gonzalo Garcia Lobon

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L’approccio alla progettazione è di due tipi: multi- layer e multi-scala. La strategia multi-scalare si traduce in uno studio che parte dalla scala territoriale fino al sito specifico. Il dettaglio del progetto scende poi alla scala del masterplan, fino a quella del singolo edificio. La strategia multi-layer è affrontata scomponendo, prima la condizione preesitente, poi il nuovo masterplan, secondo tre livelli: i percorsi, i volumi costruiti, il sistema del verde.

L’intersezione tra i diversi livelli, e il costante salto di scala, genera un approccio progettuale complesso, che mette in relazione il sito con il sistema che lo contiene, e con i suoi diversi sotto-insiemi.

- edificato -

from LAND to CITY Il sito assegnato, Rou De Nimes (Sablassou, CastelnauLe - Lez, Montpellier), in relazione agli altri siti localizzati, si presenta come l’ingresso alla città, accogliendo i flussi autostradali e ferroviari provenienti da Ovest. Sablassou è anche parte di un futuro progetto di ampiamento della linea tramviaria, che ne costituirebbe il capolinea della linea 5.

La posizione e i servizi presenti rendono il sito ottimo per costituire una nuova porta d’accesso a Montpellier. from CITY to PLACE Il sito è particolarmente eterogeneo. Da un lato vi è la periferia, con l’uscita della strada provinciale, i grandi magazzini, le piccole villette. Dall’altro lato, oltrepassando il solco della ferrovia, ci si ritrova in mezzo a campi coltivati. La biodiversità, le coltivazioni tipiche di Montpellier, si affacciano su un desolato panorama urbano. Tutto è tenuto insieme, e al contempo diviso e lacerato, dalla linea ferroviaria; come un solco separa e mantiene distinte due grandi potenzialità che potrebbero abbracciarsi. Il progetto vuole avere questa intenzione: cucire le due entità, e al tempo stesso mantenerle distinte. from PLACE to PROJECT La strategia progettuale non vuole essere mimetica, ma neanche costituire un muro fra i due diversi paesaggi.

La soluzione risiede in una sorta di sollevamento della terra; nuove gigantesche zolle artificiali vanno a sostituire la zona, asettica e neutrale, di congiunzione tra l’area urbana e quella naturale. Un nuovo skyline che, da entrambe le parti, opera da parete, specchio e filtro visivo. La forma delle lingue di terra artificiali può avere tre diversi utilizzi: quello di connetere le due aree, quello di contenere nuove funzioni utili al quartiere e quello di dare nuova identità al sito. Frapposto agli edifici principali - tra cui notiamo una stazione ferroviaria, una biblioteca, un complesso residenziale e un centro commerciale - si trova un percorso pubblico aperto, che ripropone in scala minore il gioco delle lingue di terra. Esse vanno a volte a costituire sedute, altre a ospitare chioschi o installazioni temporanee; altre volte ancora sono scorci di natura, che si alzano dal terreno.

- paesaggio -

- infrastrutture -

- area da riqualificare 70

- Patchwork -

- sistema di intersezioni -

- proto masterplan 71

- visioni meta_progettuali 72

- Biblioteca_pianta livello 1 -

- Biblioteca_pianta livello 0 -

- Alloggi_piante_sezione BB’ -

- Negozi_piante_sezione CC’ -