L’ultimo elemento da prendere in considerazione per poter completare l’analisi di Vogue Italia è la pubblicità. Essa ha giocato un ruolo primario all’interno della rivista di moda, acquisendo con il passare degli anni sempre più importanza. Dal 1964 al 1971 le pagine dedicate al testo pubblicitario crebbero esponenzialmente, diventando più del doppio rispetto a quelle dedicate al testo editoriale. La pubblicità era dedicata al pubblico femminile con la promozione di abiti, calzature, prodotti di bellezza. A questi venivano talvolta accostate pagine dedicate ad automobili, alcolici, mobilio, stoffe e prodotti per la casa. La pubblicità trovava diverse collocazioni all’interno della rivista: prima del sommario, subito dopo esso e prima del testo editoriale, distribuite tra
una rubrica e l’altra e sempre presenti nel retrocopertina. Se inizialmente la pubblicità era formata da pagine singole, pian piano si diffusero servizi fotografici pubblicitari da un maggior numero di pagine e dotati, a volte, quasi di una copertina. Stilisti come Valentino, Lancetti, Andrè Laug, acquistavano molte pagine della rivista, specialmente nella parte iniziale, per poter esporre al meglio le proprie creazioni. É curioso notare come la presenza di Valentino in questi primi anni sia molto evidente sia nelle pubblicità che negli articoli dedicati. Oltre ai servizi fotografici pubblicitari, era possibile trovare pubblicità studiate dal punto di vista grafico attraverso l’uso della tipografia e di illustrazioni create appositamente. In conclusione, in questi primi anni si assistette alla nascita di Vogue Italia, alla sua conformazione agli standard internazionali di una rivista famosa in tutto il mondo. Molti furono i cambiamenti: la nascita della pubblicità a doppia pagina, l’introduzione dell’oroscopo, lo sviluppo delle rubriche, l’aumento del numero di pagine totali. Nel 1968, con la nascita di Uomo Vogue, la rivista si mise in gioco in nuovi campi e nuovi target di riferimento. Sotto la guida del direttore editoriale Franco Sartori (dal 1966) e con il lavoro del direttore artistico Flavio Lucchini e del capo impaginazione Alberto Nodolini Vogue Italia mosse i suoi primi passi all’interno del panorama italiano.
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